REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto. (Sezione Terza) ha pronunciato la presente

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Emilia Marchetti
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1 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 368 del 2016, proposto da: **, rappresentato e difeso dagli avv. Chiara Bellini, Marta Zocche, con domicilio eletto presso Fabio Sarra in Mestre, Via Don Peron 1/A; contro Ministero dell'interno, Questura di Vicenza, rappresentati e difesi dall'avvocatura Distrettuale dello Stato, domiciliataria ex lege in Venezia, San Marco, 63; per l'annullamento

2 del provvedimento del Questore della Provincia di Vicenza n. Cat. A.12/Imm. N. 59/2013, di revoca della carta di soggiorno (ora permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) emesso il 21 maggio 2013, notificato il 12 gennaio Visti il ricorso e i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ministero dell'interno e di Questura di Vicenza; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 7 aprile 2016 il dott. Giovanni Ricchiuto e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Considerato: che il Sig. ** con il ricorso in epigrafe impugna il provvedimento con il quale la Questura di Vicenza ha revocato il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo emesso il 21 Maggio 2013; che il diniego è motivato in considerazione del fatto che il ricorrente sarebbe risultato assente dal territorio dell Unione Europea per un periodo di dodici mesi in violazione dell art. 9 comma 7 del D. Lgs. 286/98; che il ricorrente lamenta che l assenza dal territorio dell Unione Europea non dovrebbe comportare la revoca in via automatica del titolo conseguito in presenza della sussistenza di

3 gravi ragioni che, in quanto tali, gli avrebbero impedito di rientrare entro detto termine e che, ancora, l Amministrazione non avrebbe considerato la situazione del ricorrente; che si è costituta in giudizio l Amministrazione replicando alle censure proposte e concludendo per la reiezione del ricorso; che il ricorso è infondato e va respinto; che costituisce circostanza incontestata che il ricorrente era risultato assente dal territorio nazionale per un periodo pari a circa cinque anni durante i quali era risultato essere in stato di detenzione in Marocco in conseguenza di essere stato colto in flagranza del reato di traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti in procinto di essere esportati; che parte ricorrente sostiene che la detenzione carceraria scontata in un Paese terzo rispetto all'unione europea sarebbe valida giustificazione comprovante l'impossibilità di rientrare in Italia per un periodo di tempo superiore a quello massimo consentito dalla legge per gli stranieri soggiornanti nel nostro Paese e che, ancora, l Amministrazione avrebbe dovuto considerare altri elementi tra i quali la situazione familiare e lavorativa, l'inserimento nel tessuto sociale italiano e la "volontà di risiedere e vivere nel territorio della Repubblica"; che sul punto è di tutta evidenza, non solo il persistere dell elemento ostativo relativo all assenza dal territorio italiano per un periodo di oltre dodici mesi, circostanza sufficiente di per sé a determinare la revoca di un permesso di soggiorno di lungo periodo ai sensi di cui all art. 9 comma 7 del D.Lgs. 286/98, ma come non possa considerato un giustificato

4 motivo di assenza l intervenuta condanna per il possesso e lo spaccio di un considerevole quantitativo (circa Kg) di sostanza stupefacenti, fattispecie che è al contrario ostativa al rilascio del titolo di cui si tratta; che, pertanto, l argomentazione di parte ricorrente è palesemente in contrasto con i principi sopra citati, senza trovare conforto in un dato normativo o in precedenti giurisprudenziali; che risulta infondato anche il secondo motivo del ricorso, in quanto dal provvedimento impugnato è possibile evincere come l Amministrazione abbia considerato la situazione familiare del ricorrente, ritenendo prevalente la pericolosità desumibile dal comportamento posto in essere e, ciò, unitamente ai precedenti penali pur esistenti e riferiti allo stesso ricorrente; che, pertanto, il ricorso è infondato e va respinto e le spese vanno poste a carico della parte soccombente. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo Respinge. Condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese di lite che liquida in Euro 1.000,00 (mille//00) oltre iva e cpa.

5 Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 7 aprile 2016 con l'intervento dei magistrati: Oria Settesoldi, Presidente Riccardo Savoia, Consigliere Giovanni Ricchiuto, Referendario, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 22/04/2016 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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