Estate 2009 da Scarlino a Leros, isola del Dodecanneso.

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1 Estate 2009 da Scarlino a Leros, isola del Dodecanneso. Da alcuni anni, ossia da quando sono andato in pensione, riesco con la compagnia di amici e parenti, a veleggiare per quasi tutta l estate nel nostro bellissimo mare Mediterraneo. Anche quest anno ho trascorso tre mesi in mare arrivando con la barca fino a Leros nel Mare Egeo. Con Elina, un piccolo Colin Archer 30 piedi di vetroresina, siamo partiti a metà Giugno per arrivare a Villasimius il giorno 20, data di inizio del raduno delle barche della Fratellanza organizzato dalle Tavole di Cagliari e Serpentara. (Magari, in navigazione a Villasimius) Dopo una settimana di venti variabili o contrari siamo arrivati puntuali per lo Zaffarancho. Tre giorni di festa insieme ai Fratelli di molte Tavole, una bella esperienza con dei grandi e ottimi pranzi ricchi di cultura e qualità. ( Le barche dei Fratelli all ormeggio) Nonostante il vento di Maestrale e dopo aver smaltito i numerosi Colpi di Cannone, siamo ripartiti da Villasimius diretti a Marsala, tappa obbligata visto che era salito a bordo il Luogotenete della Tavola di Marsala, Carlo Pellegrino il Poeta che aveva rinunciato al rientro in aereo per avventurarsi con la nostra barca. Il viaggio è stato abbastanza tranquillo nonostante il notevole rollio per il mare che si era formato con il Maestrale. L isola di Marettimo ci ha accolto con le sue belle acque limpide e da lì a Marsala, dopo pochi giorni, ospiti di Carlo Pellegrino. A Marsala mi ha raggiunto il mio Luogotente Massimo Luti, con lui e l amico Luigi Nicolazzi, siamo partiti alla volta di Gallipoli, 400 miglia circa senza scalo. La decisione di non fermarsi fino a Gallipoli potrebbe sembrare strana, visto i bellissimi luoghi che abbiamo costeggiato, ma i giorni che avevamo trasorso in feste e bagordi ci imponevano di arrivare in Puglia per i primi giorni di Luglio. 1

2 (Fra.Tarzanello e il Luog. Fra Pappina in navigazione) Tre giorni di navigazione senza scalo a vela e motore ed ecco che la bellissima città di Gallipoli ci appare all orizzonte. Ci siamo ormeggiati al porto gestito dalla LNI sotto le mura del vecchio forte, vicino alle barche dei Fratelli di Tricase e Taranto. Siamo restati a Gallipoli quasi una settimana, impossibile ripartire subito perché i luoghi sono magnifici: una bella e ospitale cittadina e tante località da visitare, come Lecce, Otranto, Galatina, Porto Cesareo. A Gallipoli mi hanno raggiunto gli amici Marco,Tamara e la Schiava Nicla con i quali affronterò la traversata verso la Grecia. Lasciato Gallipoli e fatto scalo a S.Maria di Leuca, abbiamo attraversato il Canale d Otranto diretti all isolotto di Othonoi e dal lì a Corfù, spinti da una bella brezza da Nord che ci ha fatto volare fino al Porto di Mandraki dove abbiamo ormeggiato nell antico porto veneziano, vicino ad altri Fratelli della Costa italiani e greci. (Delfini nel Canale di Otranto.) Dopo molti anni rivedevo la bella Corfù; molto piacevole passeggiare per le piccole strade piene di turisti e taverne, un bell inizio delle nostre vacanze greche. Qualche giorno dopo siamo salpati per far scalo a Paxos, nella baia di Porto Lakka, acqua splendida, due giorni di bagni ormeggiati ad uno scoglio con una lunga cima. Vicino allo scoglio dove la nostra cima era legata una colonia di anemoni. Non ho potuto resistere alla tentazione di fare per me e l equipaggio un gustoso fritto, ancora oggi al pensiero mi viene l acquolina in bocca. 2

3 Da Paxos a Lefkas, un altra veleggiata e poi, all apertura del ponte girevole siamo entrati nel mare interno di Lefkada, pieno di isole e baie accoglienti, con acque calme e limpide. ( Canale di Lefkas, la fortezza.) Nidri, Scorpio, Meganisi, Kalamos, Atako e ancora Itaca, Cefalonia e finalmente Zacinto, prima di mettere la prua verso Sud per costeggiare il Peleponneso. Tutti i luoghi che ho ricordato richiedono qualche estate di vacanza per essere visitati e apprezzati, ed è stata dura riuscire a sfuggire a tutte queste isole e bellissime baie, ma la nostra meta era Leros e ci aspettavano ancora molte miglia da fare. (Cefalonia, porto Eufimia) Dopo aver visitato la città di Zacinto, bella e accogliente ad eccezione del porto dove scaricano tutte le fogne della cittadina e oltretutto si paga per l ormeggio senza che venga offerto nessun servizio, siamo 3

4 andati a visitare la baia di Lagana, dove le testuggini vanno a deporre le uova. ( Acqua limpida a Zacinto.) Da Zacinto rotta verso il Peleponneso e dopo una bella veleggiata, spinti da un bel vento di NW ci siamo ancorati a Katakolon, luogo adatto come punto di partenza per visitare la mitica Olimpia, ma anche scalo di enormi navi da crociera piene di turisti. A Katakolon abbiamo trovato un forno che produce un pane tra i migliori assaggiati durante il nostro viaggio. Come da caratteristica termica delle isole ioniche anche lungo la costa del Peleponneso il vento di NW arriva nella tarda mattinata e questa è l ora di salpare e veleggiare verso Sud. Siamo partiti con una buona velocità per Elina con i suoi 30 piedi e stazza di 8,5 tons, ed abbiamo cercato ridosso per la notte nella piccola isola di Protis. L isolotto è disabitato ad eccezione di un bellissimo monastero ortodosso. Acqua veramente limpida e mare pieno di pesci, grotte da visitare. Un luogo di pace se non fosse stato che quella sera e durante la notte i monaci ed i greci pregavano e celebravano la festa della Madonna, era il 14 Agosto. Il mare calmo dell ottimo ridosso era diventato agitato per il continuo andirivieni delle barche dei fedeli. Dagli amplificatori della chiesa le preghiere e i canti, in greco antico naturalmente, hanno accompagnato la nostra cena e il nostro sonno e alle 6 del mattino hanno contribuito al nostro improvviso risveglio. ( Il monastero dell isola di Protis.) Partiti quindi di buon ora, con un buon vento che man mano è diventato bello forte, siamo andati al ridosso della cittadina di Methoni dove abbiamo trascorso alcuni giorni in rada. Il serbatoio dell acqua della barca era vuoto e abbiamo potuto riempirlo solo facendo la spola con le nostre taniche dalla barca ad un piccolo ristorante sulla spiaggia. Methoni è una cittadina nata intorno a una bella e grande fortezza veneziana costruita in posizione strategica per il controllo dei traffici 4

5 marittimi verso il Medio Oriente. Insieme a Koroni, altra fortezza veneziana e nostro scalo successivo, erano chiamati gli occhi Venezia. ( La fortezza veneziana di Methoni.) (Koroni, Elina all ancora.) Il nostro viaggio di avvicinamento al mare Egeo procedeva tranquillamente con mare calmo, venti favorevoli e bellissimi luoghi da visitare, consapevoli che presto avremmo avvistato Capo Maleas, il Capo Horn del Peleponneso. Da Koroni una bella veleggiata fino alla baia di Porto Kayio, una volta rifugio di pirati, un bel paesino sul mare circondato la piccoli antichi insediamenti fortificati oggi ristrutturati in splendidi residences turististici. 5

6 (Porto Kayio) Con un buon meteo favorevole siamo salpati navigando verso l isolotto di Elefanosis, ultima tappa prima del capo Maleas. Dopo poche miglia di navigazione a motore abbiamo visto arrivare il vento da ENE. Presa subito la prima mano di terzaroli, trinchetta e fiocco ridotto, vento di 20 nodi reali che è andato via via aumentando costringendoci a prendere la seconda mano e togliere il fiocco e meno male che il meteo era buono. Con due mani di terzaroli e la trinchetta abbiamo bolinato con mare formato e vento dai 25 ai 30 nodi fino al ridosso dell isola Elefanosis e qui, ancorati sottovento di una bellisima spiaggia, siamo rimasti 4 giorni in attesa che il vento si calmasse per doppiare capo Maleas. ( La spiaggia ad Isola Elefonisos.) Avevamo finalmente, si fa per dire, trovato il Meltemi che ci avrebbe accompagnato per tutto il mese di Agosto e buona parte di Settembre. Studiando la rotta da fare per arrivare a Leros avevo deciso di fare rotta da Capo Maleas all'isola di Milos e da lì sempre ad Est fino al Dodecanneso per poi risalire verso Nord per Leros, ma dopo aver visto come soffia il Meltemi ho deciso i cambiare piani e rotte. Da capo Maleas avrei fatto rotta verso Nord nei momenti di calma fino a Porto Kheli e solo dopo aver guadagnato circa 50 miglia di latitudine avrei fatto rotta per Leros attraverso le Cicladi. Dopo 4 giorni di vento forte, approfittando di una mattina di calma, siamo salpati verso il mitico Capo, distante dal nostro ridosso solo una decina di miglia. 6

7 ( Fra. Tarzanello e figlio.) Vicino al capo il Meltemi era ad aspettarci e di nuovo 2 mani e trinchetta, 30 nodi, rotta 100, un bordo lunghissimo e poi il nuovo bordo verso il Peleponneso. Con un solo bordo e mare favorevole siamo avvivati a Monenvasia, città bizzantina fortificata, incredibilmente bella e ben ristrutturata. Il ridosso e il porticciolo sono investiti da raffiche incredibili. Ormeggiato con 2 ancore, incastrate a mano sotto gli scogli, abbiamo continuato a sbandare con la barca piena di sale perché bagnata dalle onde create dalle raffiche. Raffiche che hanno toccato anche i 50 nodi. Un ormeggio non molto confortevole. Solo le due testuggini del porto godevano, mentre nuotavano intorno alle barche a caccia di pesci. ( Monemvasia al Tramonto) Questa situazione è durata 5 giorni e rimasto solo in barca, mio figlio era tornato in Italia, ho aspettato una calma per partire in solitario per Porto Kheli. 7

8 Alla prima calma, c erano solo 20 nodi, ho fatto rotta per Kiparissi, una tappa intermedia prima del porto di arrivo. Con me è salpato anche un altro solitario, un francese con il quale avevo condiviso il vento forte di Monemvasia e le cene negli ottimi ristorantini del paese. Da Kiparissi, circondata da alte montagne con panorami stupendi dove ero ormeggiato al molo di una piccola chiesa e dove abbiamo assistito alla cerimonia di un matrimonio, a Porto Kheli non ho avuto nessun problema durante la navigazione in solitario, anzi ho goduto di questa esperienza e della possibilità di navigare da solo con la mia piccola ma grande Elina. Anche gli ormeggi fatti da solo non mi hanno creato molte difficoltà. ( Testuggine in porto a Monenvasia.) Porto Kheli è una bellissima baia protetta da tutti i venti e dove svernano un infinità di barche a vela sia in acqua che in terra. Ristoranti e bar lungo la passeggiata lungomare con musica a tutto volume che si attenua solo a tarda notte, ed è anche un ottimo luogo dove fare cambusa prima di partire per attraversare l Egeo. Qui i prezzi sono più bassi rispetto alle isole che andrò a visitare. Appena fuori dal paese ci sono alcune baie con acqua veramente pulita dove fare il bagno e prendere il sole. La spiaggia è pulita e abbastanza frequentata. Mentre attendevo i miei amici finlandesi, che mi avrebbero raggiunto a Porto Kheli, ho potuto rifornire la barca e fare manutenzione per essere pronto a riprendere il mare e a affrontare di nuovo il Meltemi che continuava a soffiare. Jussi e Pirjo, i miei amici finnici che avevo incontrato quando navigavo nell isole della Finlandia in occasione del varo della barca, sono armatori dello Shark, un Colin Archer 30 come il mio. Ci troviamo bene insieme in barca, sono cuochi eccezionali e ottimi marinai. Al loro arrivo siamo salpati immediatamente per l isola di Idhra.Un bel vento favorevole ci ha fatto risalire verso NE, evidentemente il Meltemi non si era accorto della nostra partenza. Idhra è una bella isola, il porto non è grande, pieno di barche che fanno charter e grandi barche che portano centinaia di turisti. Ormeggiati in terza fila abbiamo dovuto attraversare le altre barche per scendere a terra. Un rollio continuo dovuto alle barche taxi disturba l ormeggio. Qui non ci sono strade ma la cittadina è veramente bella e piena di vita e valeva la pena sostare un paio di giorni. Da Idhra abbiamo fatto rotta per l isola di Kithnos dove abbiamo gettato l ancora nella baia di Kikiadha. Questa baia è ridossata da tutti i venti e una lingua di sabbia bianca chiude la baia unendola ad un isolotto dove un pastore alleva le capre. Un piccolo ristorante prepara dei gustosi piatti a buon prezzo. Siamo rimasti tre giorni a godere di questo bel posto, anche perché non smettevamo mai di pescare. Da Kithnos ci siamo trasferiti a Siros, 30 miglia tutte a motore, all ombra del tendalino con un sole che picchiava terribilmente. Il Meltemi non soffiava e il mare era un olio. 8

9 A Siros abbiamo ormeggiato nel porto di Finikas, acqua dolce e elettrica a volontà. Finikas è un piccolo porto ben protetto dal Meltemi. In porto l acqua del mare è limpidissima, difficile trovarla così da altre parti, pochi negozi dove fare cambusa, ma in compenso ti portano la spesa fino alla barca, una bella fatica risparmiata. Da Finikas siamo salpati per Paros, baia di Ay Ioannou, nel nord dell isola, un altra lunga smotorata, vento zero. La scelta di questa baia è stata motivata dal fatto che in previsione del Meltemi è sempre meglio stare sopra a vento. ( Paros, il Faro) A Paros il Meltemi ha ricominciato a soffiare forte e siamo restati alcuni giorni bloccati, poi visto che il meteo metteva ancora vento, ma solo forza 5-6 abbiamo deciso di salpare per l isola di Dhenousa. (Paros) 30 miglia di distanza percorse velocemente con vento al traverso, mare formato ma gestibile. Una bella giornata di vela. Solo la notte è stata movimentata da forte raffiche in una piccola baia insieme ad altre due barche battenti bandiera italiana. Non siamo potuti scendere nemmeno in terra e al mattino siamo di nuovo salpati per andare nell isola di Levitha che si trova a sole 20 miglia da Leros, nostra meta del viaggio. Ancora 30 miglia con vento forte, una volata per arrivare, veramente bello sentire l Elina scivolare sulle onde senza mai prenderne una bordo. 9

10 ( Isola di Levitha, Elina all ormeggio.) Levitha è l ultima isola delle Cicladi prima di arrivare alle isole del Dodecanneso. E abitata da soltanto una famiglia che alleva capre e pecore. Durante l estate gestisce un piccolo ristorante dove si mangia ciò che producono ed il pesce, che a volte portano alcuni piccoli pescherecci. Hanno messo una ventina di boe dove si ormeggiano le barche pagando 3,00 per notte. Acqua limpida e silenzio, anche con vento forte il ridosso è ottimo e l acqua è ferma. Si può passeggiare per l isola seguendo dei sentieri e risalire fino ad una vecchia caserma italiana della seconda guerra in cima alla collina. Quando arriviamo in vetta un panorama mozzafiato ci mostra le isole vicine con un mare incantato e azzurro. Levitha sarà una meta del prossimo anno dove trascorrerò almeno una settimana in completo relax. Da Levitha a Leros ci separano solo venti miglia e nonostante la pioggia e il vento siamo partiti. Abbiamo fatto l ultima veleggiata in Grecia del I miei amici mi hanno confermato che con la pioggia e il vento che c era, credevano di trovarsi nel Baltico in Estate quando il tempo è buono. Leros, baia di Partheni, protetta e bella con i suoi allevamenti di pesce, è qui che ho lasciato Elina, in terra, a trascorerre l inverno in attesa della prossima stagione di vela. ( Elina in terra a Leros.) 10

11 Leros è una bella isola accogliente e piena di ottimi ridossi. Qui, la nostra Marina aveva una grande base navale che ha funzionato fino all 8 Settembre dopo essere stata bombardata per molti giorni, è stata quindi conquistata dai tedeschi. Nonostante le distruzioni subite nel paese di Lakki, la capitale dell isola, si vedono ancora belli edifici costruiti durante il periodo fascista. Un museo storico della guerra ricorda quel periodo, è interessante e istruttivo visitarlo. ( Leros, porto di pescatori) Il lavoro di preparazione della barca al rimessaggio mi ha impegnato per alcuni giorni. Mentre lavoravo, ancora con la bandiera dei Fratelli della Costa a riva, si è avvicinato un altro italiano di Treviso, che vista la bandiera mi ha informato dell arrivo di un Fratello francese. Il Fratello Abrasive è arrivato il giorno dopo e quando ci siamo incontarti abbiamo esclamato contemporaneamente: La Coruna.. ci eravamo conosciuti in Spagna, ci siamo ritrovati a Leros e ci siamo dati appuntamento alla prossima Primavera. Da Scarlino a Leros ho percorso miglia, una bella esperienza durante un estate piena di sole, amici e colpi di cannone. OOORRRZZZAAAAA 11