S. MESSA CRISMALE MERCOLEDI 12 APRILE 2017 (Is 61,1-3 ; Sal.88; Ap 1,5-8; Lc 4,16-21)

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1 S. MESSA CRISMALE MERCOLEDI 12 APRILE 2017 (Is 61,1-3 ; Sal.88; Ap 1,5-8; Lc 4,16-21) Italo Castellani Arcivescovo di Lucca In questa Divina Liturgia è annunciata, prefigurata sin dalla prima Lettura, la vocazione e missione del Cristo: Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l unzione, mi ha mandato a portare il lieto annuncio (Is 61, 1). Lo Spirito del Signore da Gesù stesso è donato alla Chiesa, costituita per la missione di liberazione dell umanità: missione a cui siamo chiamati tutti, consacrati con l unzione. Mentre esprimo un grazie vivissimo a voi fratelli e sorelle Fedeli laici, ai Consacrati e Consacrate in particolare a voi Cresimandi che avete desiderato partecipare alla Messa del Crisma nella quale saranno benedetti gli Olii Santi degli Infermi, dei Catecumeni e del Crisma desidero ricordarvi la dignità del Battesimo, che genera la gioia di essere amati dal Signore; la chiamata a fare nostra la missione di Cristo, a servizio del Vangelo, fondata sulla Cresima; la corresponsabilità nella edificazione della Comunità, là dove il Signore ci ha chiamati a vivere, mettendo a frutto i doni dello Spirito nutriti dall Eucaristia

2 A voi, carissimi Diaconi Permanenti, la gratitudine della nostra Chiesa alla quale offrite la testimonianza e la memoria della diaconia, alla quale tutti siamo chiamati. Questa liturgia, carissimi Presbiteri, celebra la memoria annuale del giorno in cui Cristo Signore comunicò agli Apostoli e a noi il suo sacerdozio. In comunione con i nostri confratelli che vivono il Giubileo della loro Ordinazione, con i nostri confratelli Fidei Donum Don Massimo Lombardi e Don Luigi Pieretti in particolare con i confratelli ammalati per me e per voi fratelli Presbiteri questa celebrazione dà continuità a quel primo giorno degli Azzimi (Mt 26, 17) in cui Gesù desiderò fare la Pasqua con i suoi discepoli (Mt 20, 18). In quell alto momento fraterno e sacramentale di Gesù con i suoi Apostoli, come ci documenta il Vangelo, trovano compimento e senso tutti gli altri momenti in cui Gesù prende in disparte i Suoi (Mt 20,17). Si, sono tante lungo l anno le occasioni nelle quali io sono solito chiamare in disparte voi presbiteri: i fraterni, oserei dire intimi, colloqui personali a casa mia o a casa vostra; gli Esercizi spirituali annuali; la Giornata Sacerdotale annuale e le due edizioni della Due Giorni Clero ; e, a seguire, tutti gli altri numerosi incontri di formazione pastorale, - 2 -

3 unitamente alle celebrazioni con le vostre Comunità. Tutti questi momenti di Grazia che non possono essere considerati cose da fare, tanto meno un dovere da assolvere costituiscono di fatto l impegno ecclesiale primario di ciascuno di noi, da cui nessuno si può ritenere escluso, che ci aiutano a crescere nella comunione reciproca. Consapevoli che nell unzione del Sacramento del Battesimo è la radice della comunione sacramentale della Chiesa e nell unzione del Sacramento dell Ordine della Comunione presbiterale, in questa celebrazione crismale desidero riconfermarmi con Voi nella nostra specifica testimonianza di comunione di fede, presbiterale e pastorale. 1) Comunione di fede Un solo battesimo (Ef 4, 5). Qui è la radice della vocazione cristiana: che ci ha fatto figli nel Figlio, partecipi del sacerdozio comune dei fedeli, in definitiva cristiani. Qui comprendo sempre più e sempre meglio la profondità di quell augurio sapiente dell abate camaldolese, Padre Calati per me riferimento spirituale nei momenti di svolta della mia vita sin dalla giovinezza al momento della mia nomina episcopale: Don Italo, ricordati di essere un vescovo cristiano!

4 Non c è giornata di fronte alle mie fragilità il peccato è sempre accovacciato alla mia porta (Ge 4, 13), come ci ricorda la Scrittura e soprattutto a sera all esame di coscienza, che non mi ponga a partire della Grazia del Battesimo che mi ha fatto cristiano, questa domanda: Oggi sei stato un Vescovo cristiano?. Una domanda che mette a fuoco la mia infedeltà di figlio alla Parola del Padre, mi riconferma nella Sua fedeltà e, soprattutto, mi aiuta a crescere come cristiano: il presbitero, prima di essere tale per il Sacramento dell ordine, è cristiano, ovvero uomo di qualità per il Sacramento del Battesimo. In un tempo di fatica e sofferenza delle relazioni umane a tutti i livelli, ma anche di aumentata sensibilità e necessità di relazioni autentiche, noi presbiteri siamo chiamati ad essere uomini di qualità: è la soglia indispensabile da maturare per varcare, entrare ed essere accolti nella vita dei fratelli e sorelle che, insieme al non senso della vita quotidiana, si portano nel cuore la sete e la nostalgia del Vangelo. «Siamo chiamati ad essere persone anfore» ci ricorda Papa Francesco «per dare da bere agli altri. A volte l anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla croce dove, trafitto, il Signore si è consegnato a noi come fonte di acqua viva (1)

5 Non dimentichiamo che la crescita la maturazione sia nella fede sia nell amore avviene provvidenzialmente nell incontro con i fratelli. Per questo mi piace pensare alla nostra «agenda spirituale», la vera agenda del Vescovo e del prete, segnata dagli incontri quotidiani con la nostra gente: Cristo presente in chi ci viene incontro o in chi noi stessi accostiamo. La fede è un bene comunitario : la prima responsabilità che abbiamo l uno verso l altro nel popolo di Dio che ci è affidato e nel presbiterio è di vivere la consapevolezza che il primo bene dell altro è poter crescere nella fede (2). Per questo vi invito a domandarvi giunti alla sera: nell agire, nel parlare, nell avvicinare le persone, nell organizzare la mia giornata mi sono lasciato guidare dalla fede? L ho coltivata nel silenzio, nella lettura orante della Parola, nell ascolto profondo del prossimo calandomi nel vissuto della gente? 2) Comunione presbiterale Un solo spirito (Ef 4, 4). Con il battesimo l Amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori: il nostro DNA è lo stesso sangue di Cristo. Il Sacramento dell Ordine ci fa fratelli di sangue, il sangue di Cristo; nell unica famiglia la Chiesa in quella storica porzione che è la Chiesa locale

6 La fraternità presbiterale non è un fatto sociologico, né un mezzo di controllo da parte dell autorità, ma un fatto sacramentale: il nostro DNA presbiterale è la fraternità sacramentale. L abbraccio di pace che il giorno dell ordinazione, noi novelli presbiteri abbiamo ricevuto dal Vescovo e scambiato con i confratelli, è il segno visibile di un nuovo stato di famiglia : la mia e la vostra famiglia è il presbiterio di Lucca. Ogni presbitero, ciascuno di noi cresce in sapienza, età e grazia (Lc 2, 52) nella misura in cui vive la fraternità presbiterale, facendosi ad un tempo sostenere dal popolo di Dio che ci è affidato, ma soprattutto dai confratelli: la solitudine più insidiosa per un prete non sta tanto nel fatto che, chiusa la porta della canonica, non ha nessuno con lui, quanto piuttosto nella mancanza di comunione con il Vescovo e i Confratelli (3). La comunione fraterna per crescere ha bisogno di tradursi in esercizi di comunione ovvero: nella cura vicendevole, soprattutto verso i presbiteri più anziani e coloro che vivono momenti di difficoltà spirituale e pastorale; nella condivisione soprattutto di momenti di preghiera che si fa racconto del proprio personale cammino di fede, delle grazie e fatiche del ministero; nella contemplazione comunitaria della bellezza della vita della Chiesa oggi; nel discernimento sapiente dei segni di speranza presenti anche nella - 6 -

7 nostra Chiesa di Lucca; nella comunicazione edificante, senza mai scendere in critiche gratuite e tanto meno nel pettegolezzo, lo sport più ambito dal Clero mi diceva un mio amico Vescovo; nella correzione fraterna, nello spirito e secondo le indicazioni evangeliche (Mt 18, 15); nella reale comunione affettiva quando un confratello è colpito da un lutto familiare, soprattutto la morte del papà o della mamma, provato dalla malattia, da un insuccesso pastorale o dall incomprensione della comunità Che prete è vi invito a chiedervi il presbitero che mette su bottega in proprio, si ritiene autosufficiente e autoreferenziale? Che senso di presbiterio ha un prete che non partecipa agli incontri di formazione e di fraternità a livello diocesano e zonale, i preti giovani al loro specifico incontro perché li giudica perdita di tempo o li evita perché non accetta chi la pensa diversamente da lui mentre pretende la partecipazione dei propri fedeli ai momenti comunitari della parrocchia? 3) Comunione pastorale Un solo corpo (Ef.4, 4): la Chiesa è Corpo di Cristo che si prolunga nella storia degli uomini

8 Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ci ha consegnato questa immagine pastorale: Il modello (di Chiesa) non è la sfera dove non vi sono differenze tra un punto e l altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità e raccoglie il meglio di ciascuno (4). Sollecitato da questa immagine pastorale della Chiesa desidero sottolineare due aspetti della vita della nostra chiesa locale in cui siamo chiamati a coltivare la comunione presbiterale: fedeltà al magistero e spirito sinodale. a) Fedeltà al Magistero Mi sta a cuore richiamare e sottolineare anzitutto la fedeltà al Magistero, che deve ispirare i nostri modi di pensare e la nostra azione pastorale, nell indiscussa successione apostolica che è opera dello Spirito Santo Maestro dell Unità. L invito paterno è a non dare continuità anche inconsapevolmente all eresia già stigmatizzata dell Apostolo Paolo nella Lettera ai Corinzi (cf 1 Cor 2, 12), che per analogia traduco così in riferimento al Magistero Pontificio: Io sono di Papa Benedetto, Io sono di Papa Francesco. Mi sta a cuore poi offrire qualche suggerimento su come porci di fronte al cambiamento culturale ed anche ecclesiale dei nostri giorni

9 Noi tutti, presbiteri giovani e adulti, ci siamo trovati come all improvviso immersi nel cambiamento e in una società cosiddetta multi : multiculturale, multireligiosa, multietnica. Di fronte a questi nuovi scenari di cambiamento epocale siamo chiamati ad imparare ad abitare una cultura della diversità : senza condannarla e senza santificarla, senza cadere nella tentazione, per le insicurezze interiore che ci abitano e quotidianamente ci mettono alla prova, di leggere la storia e la vita quotidiana con la sola categoria rassicurante del bianco o nero. Papa Francesco nell incontro con i sacerdoti, diaconi permanenti e consacrati nella sua recente visita a Milano, ha affermato in proposito: Non dobbiamo temere la sfida È bene che ci siano le sfide. È bene perché ci fanno crescere. Sono segno di una fede viva, di una comunità viva che cerca il suo Signore e tiene gli occhi e il cuore aperti. Dobbiamo piuttosto temere una fede senza sfide, una fede che si ritiene completa, tutta completa Le sfide ci aiutano a far si che la nostra fede non diventi ideologica Le sfide ci salvano da un pensiero chiuso e definito e ci aprono a una comprensione più ampia del dato rivelato Tutto ciò che non assume il dramma umano può essere una teoria molto chiara e distinta ma non coerente con la Rivelazione e perciò ideologica (5). Questa affermazione di Papa - 9 -

10 Francesco è comprensibile nella sua pienezza e verità nella misura in cui matura in noi un passaggio e cambio di mentalità: «l evangelizzazione è non sempre sinonimo di prendere i pesci : è andare; prendere il largo, dare testimonianza e poi il Signore, Lui prende i pesci» (6). Quindi nessuna nostalgia rassicurante di un passato che non c è più e tanto meno il comodo rifugiarsi in un si è sempre fatto così. Consapevoli che non siamo di fronte ad un cambio di dottrina, tanto meno ad un facile relativismo che annacqua tutto, siamo altrettanto consapevoli che Gesù ha affidato a Pietro le chiavi per aprire l ingresso nel Regno dei Cieli, non per chiuderlo: è l immagine, per certi aspetti nuova, ma a ben pensare di sempre della Chiesa fedele al suo Maestro come «ospedale da campo» china a curare le ferite dell umanità con l «olio dell accoglienza e della misericordia», chiamata a «uscire dal recinto» e «aprire le porte» per «accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto». A «farsi prossimi, con lo stile proprio del Vangelo, nell incontro e nell accoglienza». Il nostro ministero di pastori ci fa sempre più compagni di viaggio per testimoniare e sostenere : fate in modo che i vostri fedeli vi riconoscano non tanto come esperti di atti

11 burocratici di norme giuridiche, ma come fratelli che si pongono in un atteggiamento di ascolto e di comprensione... La Chiesa, sulle orme del suo Signore, vuole essere madre che non abbandona ma che si avvicina e si prende cura (7). b) Spirito sinodale Un altra considerazione e puntualizzazione ritengo quanto mai urgente: coltivare uno spirito sinodale. Mentre siamo chiamati a rivestirci e addirittura incrementare come presbiteri e comunità l habitus del discernimento in merito a una moltitudine di voci dove apparentemente tutti hanno ragione, il discernimento di ciò che ci conduce alla Risurrezione, alla vita e non ad una cultura di morte, è cruciale (8) la comunione pastorale ci richiama per non dividere e disorientare gli stessi fedeli a vivere in modo più decoroso e coerente uno spirito sinodale. Questo per la nostra Chiesa non significa celebrare un altro Sinodo: piuttosto accogliere e vivere con apertura d animo le Linee pastorali che in questi anni sono venute maturando, proponendo e dando continuità e voglio sperare che ve ne siate accorti! essenzialmente al Sinodo diocesano traducendo il Libro Sinodale Gesù Cristo Vangelo di Dio (8 Dicembre

12 1988). Mentre da più parti di tanto in tanto s invocano norme precise per orientarsi nella vita delle nostre Comunità, Vi invito ad essere fedeli al libro sapiente e sempre attuale della nostra Chiesa I Sacramenti della fede: orientamenti e norme (2 Febbraio 2001). Ritengo piuttosto urgente imparare a leggere la vita della nostra Chiesa senza confondere unità con uniformità e pluralità con pluralismo. L uniformità e il pluralismo non sono dello spirito buono, non vengono dallo Spirito Santo, afferma Papa Francesco: La pluralità e l unità invece vengono dallo Spirito Santo (9), hanno la loro radice nella Trinità. Traduco queste sottili ma necessarie categorie per vivere la sinodalità e orientarci con spirito sinodale nella Chiesa e specificamente nella nostra Diocesi, ricorrendo ad una semplice e attuale semplificazione. Sono state consegnate recentemente a noi presbiteri e alla nostra Comunità le schede di lavoro frutto di un lungo lavoro sinodale che ha trovato il suo culmine nel Consiglio Presbiterale per delineare il Volto missionario della nostra Chiesa. L unità della nostra Chiesa si è manifestata nell accogliere tale proposta e nel condividerne la finalità; la pluralità nel trovare modalità diversificate di lavoro sulle schede stesse

13 Con questo spirito vi invito anche ad accogliere ed essere fedeli nella sua attuazione alla Nota pastorale Iniziazione Cristiana degli adulti, che vi è appena pervenuta in allegato al Notiziario in questi giorni. E, ad un anno dall uscita dell Amoris Laetitia, mentre i vari episcopati elaborano linee di lettura e di attuazione, vi ricordo che io stesso ho dato a conclusione della Due giorni di aggiornamento dell estate scorsa indicazioni e suggerimenti pastorali per il bene comune della famiglia e del matrimonio. Permettetemi di chiedervi: che senso di Chiesa ha un presbitero che non assume l habitus del discernimento comunitario ; guarda con sufficienza o non considera il comune cammino pastorale, indicato dopo la gestazione sinodale nelle Lettere pastorali annuali, generando disorientamento nel popolo di Dio? Mentre invito la nostra Chiesa ad intensificare la preghiera e la testimonianza per implorare il dono di nuove vocazioni presbiterali e alla vita consacrata, affido la presente omelia ad una riflessione attenta anche dei nostri seminaristi perché contribuisca alla loro formazione

14 Il profumo del sacro Crisma appena benedetto invada della novità dello Spirito tutta la nostra persona, tocchi in profondità e trasformi i nostri cuori e, per la grazia di comunione di questa Messa Crismale, ci faccia uomini, presbiteri e diaconi, nuovi, cioè cristiani. Amen

15 Note 1) Papa Francesco, cf Discorso ai Parroci di Roma, 2 Marzo ) Papa Francesco, idem. 3) Gualtiero Sigismondi, La riforma del Clero:., Assemblea CEI, Maggio ) Papa Francesco, Evangelii Gaudium, ) Papa Francesco, Incontro con i sacerdoti e consacrati nel Duomo di Milano, 25 Marzo ) Papa Francesco, idem. 7) Papa Francesco, cf Discorso ai parroci partecipanti al corso della Rota Romana sul matrimonio, 25 Febbraio ) Papa Francesco, Incontro con i sacerdoti e consacrati nel Duomo di Milano, 25 Marzo ) Papa Francesco, idem