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2 Con questo termine si fa riferimento al rischio derivante dal verificarsi di eventi meteorici estremi che inducono a tipologie di dissesto tra loro strettamente interconnesse, quali frane ed esondazioni.

3 Definizione del rischio idrogeologico Rischio idrogeologico in Val di Bisenzio Come comportarsi in caso di Rischio Idrogeologico Monitoraggio e procedure operative Fase di allerta e procedure di emergenza

4 R = P x V x E R = rischio idrogeologico P = pericolosità(probabilità che si verifichi un fenomeno in una data area e in un dato tempo) V = vulnerabilità(attitudine a sopportare l evento) E = valore esposto o esposizione(n presenze umane o valore risorse esposte al pericolo)

5 P.A.I. (Piano Stralcio Assetto Idrogeologico) redatto dall Autorità di Bacino dell Arno 4 classi di rischio

6 Rischio moderato R1 danni sociali, economici ed al patrimonio ambientale, marginali Rischio medio R2 danni minori agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, che non pregiudica l'incolumità delle persone, l'agibilità degli edifici e il funzionamento delle attività economiche; Rischio elevato R3 pericoli per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici ed alle infrastrutture, con conseguente inagibilità degli stessi, interruzione di funzionalità delle attività socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale Rischio molto elevato R4 sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche.

7 Rischio di frana Rischio idraulico

8 Per franasi intende un movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante. Cause: acqua, neve, disboscamento, incendi 4 categorie di pericolosità(pai): PF 4: Pericolosità geomorfologica molto elevata PF 3: Pericolosità geomorfologica elevata PF 2: Pericolosità geomorfologica media PF 1: Pericolosità geomorfologica bassa

9 Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico e sono causate da un corso d acqua che, arricchitosi con una portata superiore a quella prevista, rompe gli argini o tracima sopra di essi invadendo la zona circostante ed arrecando danni a edifici, insediamenti industriali, vie di comunicazione, zone agricole, etc.

10 3 tipologiedi evento idraulico sul territorio della Val di Bisenzio (PAI): Tipologia A: aree interessate da inondazioni eccezionali (Il Fabbro, Gabolana, Terrarossa) Tipologia B: aree interessate da inondazioni ricorrenti (La Briglia, Gamberame, Lago La Villa, Area Ex Meucci) Tipologia C: aree interessate da inondazioni alluvionali negli anni (Il Fabbro, Gabolana, Madonna della Tosse)

11 La conoscenza di elementari norme di autoprotezione sono essenziali in quanto le onde di piena su torrenti montani in forte pendenza, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni. L'unica protezione efficace in questi casi, è quella che si mette in atto da soli.

12 In caso di alluvione Rispettare sempre le disposizioni degli enti locali e di protezione civile preposti alla gestione dell emergenza Informarsi sull ubicazione delle zone a rischio, delle aree d emergenza, dei rifugi, nelle giornate di sole, prima dell emergenza Non combattere con l acqua e i detriti Non entrare mai nell'acqua in movimento con un'automobile; anche a piedi non entrare mai nell acqua in movimento se è superiore a 20 cm Non sostare su passerelle, ponti e/o nei pressi di argini di fiumi e torrenti Non rimanere in locali bassi, garage, seminterrati ma trasferirsi ai piani alti; se la casa è a rischio frana, trasferirsi in luogo sicuro Come ultima cosa pensare alla casa e alle automobili

13 In caso di frana Prima di una frana Durante una frana Dopo una frana Informarsi sulle aree a rischio di frana Osservare il terreno Ascoltare radio e guardare televisione Allontanarsi dai corsi d acqua Raggiungere un posto stabile Proteggere la propria testa Non sostare sotto pali o tralicci Non avvicinarsi al ciglio di una frana Allontanarsi dall area in frana Verificare la presenza di feriti o persone in difficoltà Segnalare rotture di linee elettriche, acqua, gas, strade, ferrovie

14 Il Dipartimento della Protezione Civile e le Regioni hanno messo a punto una rete di monitoraggio e di allerta altamente sofisticata che fornisce informazioni a supporto dei processi decisionali di gestione del rischio.

15 L avvio delle operazioni è individuato con la comunicazione istituzionale degli avvisi di criticità idro-meteo-pluviometrica. Il modello di intervento per lo scenario di rischio idrogeologico prende le mosse con le prime attivazioni conseguenti alla comparsa dei primi precursori di evento che si possono manifestare sia sotto forma di fenomeni osservati che sotto forma di avvisi ricevuti.

16 Si individuano 3 tipi di precursori di evento: PRECURSORE DI TIPO 1 Soglia di preavviso superiore alle 12 ore PRECURSORE DI TIPO 2 Soglia di preavviso superiore alle 3 ore PRECURSORE DI TIPO 3 Soglia di preavviso inferiore alle 3 ore Al verificarsi di uno qualsiasi dei precursori di evento elencati, corrisponde una prima risposta di protezione civile che consiste -sempre-nell impianto delle attività di monitoraggio e nell'informazione tempestiva dei sindaci e del responsabile del Centro Intercomunale.

17 Quando una determinata soglia pluviometrica o idrometrica è superata, vengono emessi avvisi che corrispondono a stati di attivazione - Attenzione, Preallarmee Allarme-a cui seguono diverse procedure nella pianificazione di emergenza.

18 PROCEDURE D EMERGENZA FASE DI ATTENZIONE Indicatori di evento: 15 mmdi pioggia media sul bacino in 3 ore 35 mmdi pioggia media sul bacino in 6 ore 25 mmdi pioggia in 1 orasu uno dei pluviometri del bacino Nel piano non è previsto il coinvolgimento della popolazione durante questa fase; tuttavia può e deve essere preparato un avviso per far fronte a situazioni particolari di allerta generalizzato, gestito al di fuori o al di sopra del livello comunale (è il caso dei comunicati sui TG regionali inerenti periodi di allerta meteorologici distribuiti alle varie prefetture e che interessano anche la nostra zona); l'avviso deve essere divulgato alla popolazione dalle Unità di Crisi Locale U.C.L. tramite il volontariato e può essere diffuso dalle radio locali.

19 PROCEDURE D EMERGENZA FASE DI PREALLARME Indicatori di evento: 30 mmdi pioggia media sul bacino in 3 ore 60 mmdi pioggia media sul bacino in 6 ore 45 mmdi pioggia in 1 orasu uno dei pluviometri del bacino Per questa fase è sempre previsto il coinvolgimento della popolazione tramite la diramazione di avvisi a mezzo di megafoni e volantini, da parte delle U.C.L. e delle Strutture Operative. La stessa tipologia di volantino si può adottare per diramare la cessazione dello stato di preallarme

20 FASE DI ALLARME - EVAQUAZIONE PROCEDURE D EMERGENZA Indicatori di evento: 60 mmdi pioggia media sul bacino in 3 ore 100 mmdi pioggia media sul bacino in 6 ore 80 mmdi pioggia in 1 orasu uno dei pluviometri del bacino L inizio della fase di allarme è segnalato dal suono continuato di una sirena installata sugli edifici più alti della località, per un periodo presunto di 15 minuti circa. La segnalazione del cessato allarmeper il rientro nelle abitazioni verrà dato mediante l'uso di megafoni da parte delle Forze dell'ordine e del Volontariato.

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