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1 27 febbraio 2015 n. 02/2015 edizione web sito web: cislscuola.romagna@cisl.it La buona scuola del governo? Una presa un giro! Ogni giorno che passa appare sempre più chiaro che la proposta del governo sulla scuola è una colossale presa in giro. Nessuna soluzione vera per i precari: un premier illusionista vuol far credere che li assumerà tutti, in realtà decine di migliaia rischiano di perdere il lavoro che svolgono, precariamente, da anni. Per loro sarà proprio vero che se la scuola cambia, cambierà la loro vita: sicuramente non in meglio. E dopo tante promesse di riscattarli da una condizione retributiva mortificante, ecco il bel regalo agli insegnanti, le nuove carriere finanziate con lo scippo degli attuali stipendi in nome di una meritocrazia di facciata. Gli scatti di anzianità sono stati l unico fattore di parziale difesa salariale per chi lavora nella scuola: toglierli ha un solo risultato, diminuire seccamente le retribuzioni, già oggi tra le più basse d Europa. La presunzione di un governo che sistematicamente rifiuta il confronto vero col mondo della scuola, sostituendolo con sondaggi e spot a valenza esclusivamente mediatica rischia di produrre ulteriori danni al nostro sistema scolastico, che in questi anni ne ha già subito troppi. La scuola è una cosa seria, non la si trasformi in un palcoscenico per esibizionismi privi di senso e di valore. Roma, 22 febbraio 2015 Francesco Scrima (segretario generale Cisl Scuola) Part-time La domanda per il part-time scade il 16 marzo 2015 (essendo il 15 marzo domenica). L Ufficio scolastico di Ravenna, con nota 753 del 26 febbraio 2015, ha comunicato le modalità di presentazione delle domande (il modello di domanda in formato word è scaricabile dal nostro sito). Non abbiamo, al momento, notizie degli uffici di Forlì Cesena e Rimini. Il contratto di part-time è di durata almeno biennale e, pertanto, si rinnova automaticamente anche oltre il biennio in assenza di richiesta di rientro nell orario normale da parte dell interessato. Graduatorie ATA L ufficio scolastico di Ravenna, con nota 765 del 27 febbraio 2015, ha dato comunicazione della pubblicazione graduatorie definitive di circolo e di istituto di II e III fascia del personale ATA per il prossimo 6 marzo. Avviso Col 31 dicembre è scaduta l iscrizione sindacale a quota unica per i colleghi non di ruolo. La quota per il rinnovo resta fissata in 40. Con questo numero cessa la spedizione del notiziario ai non iscritti. da affiggere all albo sindacale a norma delle disposizioni vigenti

2 Basta giocare con i numeri delle assunzioni Dalle anticipazioni di stampa che si stanno susseguendo anche in queste ore, emerge con sempre maggiore evidenza che sul piano assunzionale della Buona Scuola il governo sta rendendosi conto di problemi che per parte nostra avevamo da subito evidenziato, perchè la soluzione proposta inizialmente, mossa dall'ambizione di mettere la parola fine al precariato semplicemente svuotando le GAE, si rivelava al tempo stesso difficilmente praticabile e niente affatto risolutiva del problema. Erano infatti, e sono, decine di migliaia i precari oggi al lavoro nella scuola, ma non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Anzi, sono addirittura la maggioranza dei docenti con contratto a tempo determinato. Per essi dovrebbero trovare fra l altro applicazione i principi definiti con la sentenza della Corte di Giustizia Europea, impensabile escluderli dal piano. Lo abbiamo detto da subito, l abbiamo ribadito due giorni fa con la manifestazione davanti al MIUR. Detto questo, lascia però sconcertati che su una partita così delicata, che investe il destino di migliaia di persone, il governo dia la stura a uno stillicidio di numeri e di pseudo soluzioni, suscitando e frustrando di continuo aspettative con un modo di procedere assolutamente inaccettabile. Anche perché nel frattempo, pur trattandosi di questioni direttamente legate alla gestione del personale, non è mai stata data alcuna informativa certa e attendibile nelle sedi di confronto sindacale. Sedi che non basta attivare formalmente, se non sono onorate con la chiarezza, la trasparenza e la completezza delle informazioni, premessa indispensabile per sviluppare ragionamenti seri e utili. Anche nell incontro di lunedì scorso al MIUR, e l abbiamo sottolineato nei nostri comunicati, non ci è stato fornito alcun dato attendibile, salvo apprenderli poi dalla stampa in termini che alimentano solo incertezza e confusione. Il governo si renda conto che non può giocare su numeri dietro ai quali ci sono le persone e i loro destini: serve un po meno demagogia e un po più di serietà e responsabilità. Roma, 19 febbraio 2015 Francesco Scrima (segretario generale Cisl Scuola) Mobilità Il 23 febbraio 2015 è stato sottoscritto il CCNI sulla mobilità per l'anno scolastico 2015/2016 a cui ha fatto seguito l om 4 del 24 febbraio 2015 trasmessa con la nota 6434 del 24 febbraio Le domande di trasferimento e passaggio di ruolo o di cattedra per i docenti sono presentabili dal 26 febbraio 2015 al 16 marzo Tempi più distesi sono previsti per il personale ATA con le domande previste dal 18 marzo al 15 aprile Le organizzazioni sindacali con la nota unitaria 114 del 24 febbraio 2015 hanno richiesto all amministrazione di prevedere una proroga in quanto i tempi sono troppo stretti e, anche a fronte di continui e consolidati malfunzionamenti del sistema informatico ministeriale, si corre il rischio di non poter rispondere alle richieste del personale e di veder attivare un contenzioso facilmente evitabile. Ricordiamo che gli immessi in ruolo dal corrente anno scolastico, essendo attualmente in sede provvisoria, devono presentare domanda di trasferimento per ottenerla sede definitiva. Le domande sono presentabili esclusivamente attraverso il servizio Istanze On Line a cui bisogna essere registrati preventivamente. Gli interessati che non avessero ancora le credenziali di accesso devono collegarsi al portale e seguire le istruzioni del sistema che brevemente riportiamo: Registrazione Premendo il tasto Registrazione sotto riportato si accede ad apposite funzioni che consentono agli interessati di ottenere Username e Password personali per l accesso al sistema Istanze OnLine del Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca in conformità con le prescrizioni del CAD. L operazione di accreditamento prevede le seguenti fasi: registrazione dell interessato (tramite il pulsante in fondo alla pagina) ricezione della Username e della Password di accesso, del modulo di adesione al servizio e del Codice Personale (CP) inserimento del CP sul sistema a conferma della ricezione della mail riconoscimento in presenza del personale della segreteria scolastica scelta dall'interessato o del personale dell'ufficio preposto, in funzione dello specifico procedimento ricezione della mail di attivazione dell utenza primo accesso all'area operativa del sistema "Istanze On Line" modifica obbligatoria del CP Le nostre sedi sono a disposizione degli iscritti per l assistenza necessaria. Prevedendo una elevata affluenza è necessario fissare un appuntamento chiamando, in orario di apertura degli uffici, i seguenti numeri telefonici: sede di Forlì sedi di Ravenna, Lugo e Cesenatico sedi della provincia di Rimini sede di Cesena sede di Faenza

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4 Assenze per motivi personali o familiari e per ferie Le assenze per motivi personali o familiari previste dall art. 15 c.2 del CCNL (diritto a 3 gg) sono qualificate come permessi retribuiti, così come anche le assenze previste dall art. 13 c.9 fruibilità di 6 giorni di ferie se richieste per motivi personali o familiari in riferimento allo stesso c.2 art. 15. In tal caso la richiesta da ferie a permessi retribuiti subisce una oggettiva novazione cioè una modifica nel titolo e nell'oggetto sottraendosi all ambito di concessione discrezionale da parte del Dirigente Scolastico. Pertanto la richiesta dei 3 giorni di permesso per motivi personali o familiari e dei 6 giorni di ferie per i medesimi motivi è insindacabile. E il Dirigente Scolastico non può che prenderne atto e disporre le relative sostituzioni. Anche l orientamento giurisprudenziale rafforza il dettato contrattuale. Chiarissima la sentenza del giudice del lavoro di Potenza ( 4 ottobre 2013 n.544) la quale afferma che la fruizione dei permessi è condizionata dalla sussistenza di due soli presupposti: la richiesta preventiva e l autocertificazione della motivazione personale o familiare al rientro. La sentenza recita inoltre che il diritto ai giorni di permesso retribuito non è soggetto ad alcun potere discrezionale di diniego da parte del Dirigente Scolastico al quale viene inviata la richiesta. Si evince, quindi, che le motivazioni, la scelta del tempo e del modo di fruizione spettano esclusivamente al dipendente che ne fa domanda. Masotti Giorgio Adempimenti anticorruzione Il ministero con la nota 2351 del 22 gennaio 2015 avente per oggetto "Adempimenti di cui all'art.1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n. 190." ha comunicato che anche le istituzioni scolastiche, al pari delle altre pubbliche amministrazioni, sono tenute entro il 31 gennaio 2015 a pubblicare sul proprio sito web (sezione Amministrazione trasparente ) le informazioni riferite all anno precedente e relative ai procedimenti di scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi. Devono essere resi noti per ogni procedimento di gara: la struttura proponente; l oggetto del bando; l elenco degli operatori invitati a presentare offerte; l aggiudicatario; l importo di aggiudicazione; i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura; l importo delle somme liquidate. Queste informazioni devono essere pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale standard aperto che consenta di analizzare e rielaborare, anche a fini statistici, i dati informatici. L Autorità ha individuato nel formato XML lo standard aperto da utilizzare per la pubblicazione. Questo linguaggio è infatti diffusamente utilizzato anche come mezzo per l'esportazione di dati tra diversi Sistemi di gestione di basi di dati. Le istituzioni scolastiche, in quanto stazioni appaltanti, devono anche trasmettere entro il 31 gennaio 2015, mediante PEC, all indirizzo comunicazioni@pec.acvp.it l apposito modulo in PDF attestante l avvenuto adempimento e recante il codice fiscale dell Istituzione e l URL di pubblicazione delle informazioni prima ricordate. Ricordiamo infatti che nonostante le funzioni dell AVCP siano state ora assorbite dall'anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione), le comunicazioni relative alle materie trattate dalla soppressa AVCP continuano ad essere inviate agli stessi recapiti. Legge di stabilità 2015: split payment Con la nota 2110 del 6 febbraio 2015 il ministero ha fornito indicazioni per l applicazione alle istituzioni scolastiche della scissione dei pagamenti prevista dalla Legge di Stabilità all art. 1 c. 629, lettera b). Per effetto del meccanismo introdotto, le pubbliche amministrazioni (comprese le scuole) debbono versare l IVA direttamente all erario, invece che ai fornitori. Le istituzioni pagheranno a questi ultimi solo l imponibile, versando direttamente all erario l imposta. La scissione dei pagamenti si applica alle operazioni fatturate a partire dal 1 gennaio 2015, per le quali l esigibilità dell imposta si verifica successivamente alla stessa data. Le scuole, in quanto titolari di conti presso la Banca d Italia, dovranno utilizzare il modello F24 enti pubblici e il versamento dell IVA dovrà essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l imposta diviene esigibile. Il versamento potrà avvenire per singola fattura oppure cumulativamente per tutte le fatture per le quali l imposta è divenuta esigibile nel mese precedente. La nota chiarisce che le istituzioni scolastiche potranno già versare l IVA divenuta esigibile nel mese di gennaio scorso, entro il 16 del mese corrente. In caso di controlli dovrà essere esibita tutta la documentazione utile, tra cui le fatturazioni elettroniche, così da consentire la verifica della corrispondenza tra l importo dell IVA dovuta e quella versata. E' da segnalare che è prevista un''azione di monitoraggio affidata all Agenzia delle Entrate. 4

5 Certificazione delle competenze del Primo Ciclo Con la Circolare Ministeriale 3 del 13 febbraio 2015 sono stati inviati alle Istituzioni Scolastiche i nuovi modelli nazionali da adottare in fase sperimentale per la certificazione delle competenze per il Primo Ciclo. L Ordinamento scolastico (dpr 122 del 22 giugno 2009) prevede che al termine del primo ciclo sia rilasciata una certificazione delle competenze acquisite a seguito del percorso formativo. Tale disposizione è prevista anche nella legge 53 del 28 marzo 2003 e trova la sua massima esplicazione nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo che, ricordiamo, sono in vigore dal settembre In attesa di un modello unico nazionale, le istituzioni scolastiche hanno adottato strumenti certificativi elaborati autonomamente che dovranno però convergere nel modello nazionale unico. E bene ricordare che sono previste quattro tipologie di certificazioni: al termine della quinta classe della scuola primaria, della terza classe della scuola secondaria di primo grado, della seconda classe della scuola secondaria di secondo grado quale assolvimento dell obbligo d istruzione e della quinta classe della scuola secondaria di secondo grado. E dunque opportuno che le varie modalità di certificazione siano armonizzate tra di esse, cosi da consentire una corretta e trasparente fruizione da parte di genitori e studenti. Sono allegati alla C.M. n. 3, un modello di certificazione da redigere al termine della Scuola Primaria, un modello di certificazione al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado e le linee guida per la compilazione dei modelli stessi ed è avviata una fase di sperimentazione e ricerca per quelle scuole che ne faranno esplicita richiesta. L adesione al percorso sperimentale comporta; la costituzione di un gruppo di progetto con il compito di supervisionare l adozione dei nuovi strumenti e di promuovere lo sviluppo di adeguate iniziative; una adeguata informazione ai genitori; l analisi dell impatto e le ricadute sull attività progettuale, didattica e valutativa; l eventuale adozione, previa delibera del collegio dei docenti, al termine dell anno scolastico dei nuovi modelli di certificazione. In ogni caso l adozione obbligatoria è prevista dall anno scolastico dopo aver acquisito elementi di validazione emersi nella fase di sperimentazione negli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016. E da rilevare positivamente la struttura dei nuovi modelli con l utilizzo di una scala a quattro o tre valori con enunciati descrittivi dei diversi livelli di competenza in sostituzione dei voti in decimi. Il superamento dei voti per la certificazione delle competenze introduce una modifica apprezzabile e perseguibile. Non è ovviamente possibile formare delle competenze senza un forte bagaglio di contenuti e saperi disciplinari ma è pur evidente che l elaborazione di un curricolo per competenze, richiede alla scuola e ai docenti di ripensare al proprio modo di procedere, utilizzando gli apprendimenti acquisiti nell ambito delle singole discipline all interno di un processo di crescita più ampio, stabilendo relazioni tra le stesse conoscenze, al fine di elaborare soluzioni alle situazioni anche problematiche che si presentano quotidianamente. Come esplicitamente indicato nelle Linee Guida, progettare l attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni. Per questo riteniamo che la formazione dei docenti sia la chiave di svolta per assicurare questo processo cosi determinante. Esprimiamo, pertanto, le nostre forti perplessità per l esiguità delle risorse economiche disponibili (C.M. n. 49 del 18 novembre 2014) che ben lungi dall assicurare strumenti didattici operativi e formativi a tutti coloro che queste innovazioni dovranno praticarle, li indurrà a provvedervi personalmente, in assenza di un piano formativo pluriennale, facendo leva ancora una volta sul proprio senso di responsabilità e di professionalità, in una condizione di pericolosa solitudine che non è accettabile in tempi come quelli che stiamo vivendo, che richiedono, al contrario, per la buona riuscita delle innovazioni stesse, la condivisione e la partecipazione. CPIA: apertura delle funzioni per la codifica Con la nota 574 del 17 febbraio 2015 il ministero ha comunicato l'apertura delle funzioni per la codifica dei CPIA che dovranno essere costituiti dall'a.s 2015/16. Le funzioni consentono: la soppressione, l'aggiornamento, l'associazione CTP- CPIA (tramite la funzione di aggiornamento CTP è possibile conoscere la località e i distretti di appartenenza); la costituzione di CPIA interprovinciali; l'interrogazione e stampa dei CPIA per l'a.s. 2015/16. La nota precisa, inoltre, che la sede della Dirigenza e del DSGA è rappresentata dal codice del CPIA. Ricordiamo che sono state introdotte specifiche procedure nell'art 47 del CCNI sulla mobilità (nuovo comma 9) nel quale si prevede che prima della mobilità, con operazione manuale dell'ufficio territoriale, viene disposta a domanda l'assegnazione della titolarità ai DSGA: con precedenza assoluta per i DSGA già utilizzati nell a.s. 2014/15; successivamente è riconosciuta la precedenza assoluta in base al punteggio ai DSGA titolari delle scuole che amministravano i CTP riorganizzati nei CPIA. 5

6 Contenzioso per la trattenuta del 2,5% Nel maggio 2013 si aprì una riflessione sulla questione della ritenuta del 2,50%. In considerazione di possibili pronunce favorevoli dei giudici di primo grado investiti di ricorsi sulla legittimità del prelievo effettuato sulle retribuzioni, suggerimmo di mettere in mora le amministrazioni interessate, anche al fine dell'interruzione dei termini di prescrizione, utilizzando un apposito modello disponibile presso le nostre strutture. La presentazione della diffida costituiva anche la base per gli interessati per l'avvio di una eventuale controversia individuale di lavoro. Poiché recentemente diversi tribunali del lavoro, in primo grado di giudizio, si sono pronunciati riconoscendo il diritto dei ricorrenti alla restituzione delle trattenute, abbiamo ritenuto opportuno svolgere insieme alla Confederazione, un ulteriore approfondimento della questione, anche con il supporto del nostro studio legale, ricavandone le seguenti conclusioni. Nel momento in cui il dipendente pubblico in regime di TFS è passato al TFR (si tratta dei soggetti assunti dal 1 gennaio 2001 in poi o coloro che hanno optato per la previdenza complementare) in base a quanto stabilito dalla legge 449/1998 si è posto il problema di come garantire l'invarianza della retribuzione dei lavoratori in regime di TFR rispetto a quelli che sono in regime di TFS. Questo passaggio è stato disciplinato dall Accordo Quadro del 29 luglio 1999, sottoscritto tra l Aran e le OO.SS e ripreso successivamente dal DPCM del In particolare l Accordo Quadro all art. 6 prevede che..ai dipendenti che transiteranno al TFR non si applica il contributo previdenziale obbligatorio nella misura del 2,50% della base retributiva ; e al comma 2 che per assicurare l'invarianza della retribuzione netta complessiva (con ciò confermando quanto già previsto dalla legge 449/1998) e di quella utile ai fini previdenziali dei dipendenti nei confronti dei quali si applica quanto disposto dal comma 1 (cioè il fatto che non si applica più la trattenuta del 2,5% a carico del dipendente) la retribuzione lorda viene ridotta in misura pari al contributo soppresso e contestualmente viene stabilito un recupero in misura pari alla riduzione attraverso un corrispondente incremento figurativo ai fini previdenziali e dell'applicazione delle norme sul TFR... All art. 7, il medesimo Accordo prevedeva che Ai periodi di lavoro prestato a tempo determinato si applica, a far data dalla data di entrata in vigore del DPCM, la disciplina del TFR prevista per i settori privati, in conformità al disposto legislativo. Tale Accordo è stato tradotto nel DPCM del Da quanto sopra deriva che per i contratti a tempo determinato la riduzione non avrebbe dovuto avvenire, mentre per i contratti a tempo indeterminato dopo il 1 gennaio 2001 la riduzione avrebbe dovuto garantire l invarianza della retribuzione netta ma contestualmente prevedere che la somma prelevata costituisse parte dell accantonamento ai fini del TFR. In realtà sino ad oggi le Amministrazioni pubbliche hanno continuato ad operare sulla retribuzione mensile di tutti i pubblici dipendenti il prelievo del 2,50% (che compare sul cedolino tra le trattenute previdenziali, seppure sotto una voce differente, posto che recentemente il MEF ha disposto la modifica della dicitura della trattenuta), senza che venga indicato da nessuna parte, che quel 2,50% prelevato dalla retribuzione dei dipendenti sia attribuito in sede di accantonamento figurativo del TFR ai fini previdenziali. La questione 2,50% è stata affrontata anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 223/2012 che ha dichiarato l illegittimità dell articolo 12, comma 10 del DL 78/2010. L art. 12, comma 10 prevedeva che anche per coloro che si trovavano in regime di TFS ai fini della liquidazione, per i periodi successivi al 1 gennaio 2012, si adottasse il sistema di calcolo previsto per il TFR, senza tuttavia prevedere contestualmente l eliminazione della trattenuta del 2,50% per coloro che erano stati assunti prima del La Corte Costituzionale ha dato ragione ai ricorrenti che chiedevano la restituzione del contributo del 2,50%. L immediata conseguenza a seguito di tale sentenza, è stata la decisione del Governo, al fine di evitare un consistente debito a carico dello Stato, di abrogare il comma 10, dell art. 12 del Dl 78/2010, riportando la situazione esattamente a quella precedente e cioè ripristinando il regime di TFS per i soggetti assunti prima del Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, si sono susseguite una serie di pronunce da parte dei Tribunali di primo grado, tra cui una recente sentenza del Tribunale di Roma, che hanno confermato, tutte, l illegittimità della trattenuta del 2,50% a carico degli assunti dal 2001 in poi. Le motivazioni alla base della recente pronuncia del giudice di Roma, si fondano sull assunto per cui la trattenuta a carico di questi lavoratori è avvenuta sulla base del DPCM del 1999, un atto amministrativo quest ultimo, di fonte secondaria, che a seguito dell abrogazione dell articolo 12, comma 10, DL 78/10 e delle motivazioni addotte dalla Corte Costituzionale a sostegno della illegittimità della norma, viene a perdere il supporto normativo che era stato a suo tempo alla base del mantenimento della trattenuta del 2,50%. L'ARAN dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012 ha riepilogato la questione confermando che la riduzione della retribuzione del 2,50% deve essere restituita al lavoratore con il meccanismo di riattribuzione nel TFR previsto dall'accordo, riconoscendo tuttavia che questa restituzione non viene ad oggi effettuata dalle amministrazioni. Alla luce delle recenti sentenze risulta evidente che il calcolo del TFR, sulla base di quanto previsto dal codice civile (art. 2120), deve avvenire attraverso un accantonamento retributivo a carico del datore di lavoro, senza che debba essere effettuata alcuna trattenuta a carico del lavoratore. Sulla base delle considerazioni sopra svolte, che vi siano concreti motivi per proporre controversie di lavoro volte all'interruzione della ritenuta e alla restituzione delle somme trattenute sulla retribuzione, in quanto il prelievo del 2,50% risulta in contrasto con la normativa civilistica: quanto a suo tempo definito dalla contrattazione collettiva e dal DPCM che ne ha recepito i contenuti, deve necessariamente, essendo venuta meno la norma che imponeva il principio dell invarianza retributiva, cedere alla prevalente norma contenuta nel codice civile, alla quale rinviano chiaramente le disposizioni di legge istitutive del TFR. Invitiamo gli interessati a contattare i nostri uffici per predisporre l atto di diffida verso l amministrazione. 6

7 Religione ed attività alternative L insegnamento della religione cattolica e lo svolgimento delle attività alternative sono state oggetto negli ultimi mesi di verifiche e polemiche per le modalità con cui in alcune istituzioni scolastiche veniva affrontato il problema. Il problema è emerso dopo che sulla stampa locale di Ravenna del 28 gennaio sono stati pubblicati articoli e commenti sulla nota inviata dall Arcivescovo di Ravenna e Cervia a studenti, genitori ed insegnanti di religione in data 23 gennaio. La nota, come logico che sia, si spende sull opportunità di avvalersi dell insegnamento della religione cattolica. Nella lettera, con molta pacatezza, viene evidenziato che sono pervenute lamentele di utenti (ragazzi e genitori) su alcuni comportamenti all interno delle istituzioni scolastiche. Segnalazioni analoghe sono giunte anche alla nostra organizzazione da parte di docenti (non solo di religione) e di lavoratori iscritti ad altre categorie. La scelta dell insegnamento della religione attiene alla libertà dei singoli interessati ma esistono disposizioni specifiche a cui devono attenersi le istituzioni scolastiche statali e paritarie. I problemi segnalati riguardano: modalità e tempistica della scelta; collocamento dell ora di religione; attività alternative; partecipazione alle operazione di scrutinio. I problemi riguardano non molti istituti, principalmente dell istruzione secondaria. La scelta di avvalersi dell insegnamento della religione come quella delle attività alternativa attiene, come già detto, alla libertà degli interessati mentre l attivazione dell una o altra ipotesi è un preciso dovere per la scuola. La scelta avviene all atto della iscrizione alla prima classe del ciclo ed è valida per l intero ciclo (solo per la scuola dell infanzia deve essere riproposta ogni anno) e non deve essere riproposta annualmente come avviene in alcune istituzioni o ad opera di singoli insegnanti. In particolare è inopportuno da parte delle scuole sollecitare scelte nell una o nell altra direzione. Nel corso del corrente anno scolastico e di quello precedente sono state segnalate modifiche della scelta in corso d anno nonostante l espresso divieto contenuto nelle disposizioni vigenti. Eventuali modifiche all opzione sono previste, su richiesta degli interessati, entro i termini previsti annualmente per iscrizione all anno scolastico successivo. La collocazione oraria dell insegnamento di religione deve essere quella ordinariamente prevista per tutte le altre discipline, non potendosi attuare alcun trattamento diverso tale da porre in essere discriminazioni a carico degli alunni avvalentisi o non avvalentisi (CM n.9/91e D.P.R. n.175 del 20/08/2012 punto 2.1.a ). Nei commenti pubblicati sui quotidiani viene il problema viene indicato come inesistente portando come esempio la scuola primaria dove il problema è marginale e presente in poche pochissime situazioni. Diversa è la situazione nella scuola secondaria dove, in alcuni casi, la collocazione oraria sembra funzionale all uscita anticipata o all ingresso ritardato con conseguente riduzione della necessità di attività alternative. L effetto lamentato da alcuni genitori è che alcuni alunni chiedono insistentemente alle famiglie di poter uscire anticipatamente coi compagni. Riguardo alle attività alternative sono escluse le attività curricolari comuni a tutti gli alunni (c.m. 368 del 85) ed è compito del collegio dei docenti (fatta eccezione per la scuola primaria, in cui spetta ai consigli di interclasse) determinarne le modalità all inizio di ogni anno scolastico e comunque entro il primo mese dall inizio delle lezioni ( c.m. 129/86). Devono essere escluse scelte fantasiose per lo svolgimento delle attività alternative come, ad esempio, l affidamento degli alunni a personale inidoneo (per le implicazioni anche legali che questo comporta) come fantasiosa deve essere considerata l opzione di lasciare all interno dell aula gli alunni non avvalentisi durante lo svolgimento dell ora di religione (tanto sono pochi). Quest ultimo caso impedisce di fatto il regolare svolgimento dell insegnamento per il dovuto rispetto a chi professa altre religioni. In alcuni casi viene segnalato il mancato coinvolgimento degli organi collegiali. Le scelte previste possono essere per attività didattiche e formative, attività di studio e/o di ricerca individuale con assistenza di personale docente (anche senza assistenza per le superiori) e non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica. La non frequenza pone il problema dell uscita anticipata degli alunni (nella quasi totalità minorenni) su cui è opportuno richiamare la nota 7873 del 21 maggio 2002 dell ufficio scolastico regionale in merito alla vigilanza sugli alunni. e relative responsabilità. In merito ai docenti di Religione Cattolica deve essere ricordato che fanno parte, con i medesimi diritti e doveri degli altri insegnanti, del Consiglio di Classe e partecipano a pieno titolo alla valutazione finale degli alunni avvalentisi, alla determinazione del credito scolastico nel percorso per l ammissione agli esami di stato. Vengono segnalati alcuni casi di impossibilità a partecipare ai consigli di classe in quanto convocati in orari coincidenti. Questa situazione, chiaramente, non può verificarsi e risulta fortemente lesiva dei diritti dell alunno e del docente a cui, tra l altro, viene impedito di adempiere ad un preciso dovere. Le situazioni citate sono state oggetto di alcune verifiche da parte dell amministrazione scolastica ed hanno reso necessaria un intervento dell ufficio scolastico regionale, con nota 1761 del 18 febbraio 2015, in particolare sullo svolgimento delle attività alternative all insegnamento della religione cattolica. La nota è particolarmente interessante e merita attenzione anche per le osservazioni contenute. Benini Lamberto 7

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16 Brevissime. Supplenti: ritardo cedolino febbraio Il mef tramite NoiPA, con il messaggio 22 del 16 febbraio 2015, ha informato che la pubblicazione dei cedolini relativi all'emissione speciale di febbraio 2015 per le retribuzioni dei contratti di supplenza breve, subirà ritardo a causa della diffusione delle Certificazioni Uniche Ricorso precari Presso i nostri uffici continuano a presentarsi persone interessate al ricorso relativo all esecuzione della sentenza della Corte Europea sui supplenti con almeno 36 mesi di servizio. Per ridurre i tempi invitiamo gli interessati a contattare direttamente i nostri legali Ragazzini Silvia (cellulare ) e Boschi Carlotta presso lo studio di Forlì (via Fratti Antonio 18 - telefono ). Commissioni degli esami di Stato Con la cm 5 del 26 febbraio 2015 il ministero ha dettato le istruzioni per la formazione delle commissioni degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d istruzione secondaria di secondo grado per l anno scolastico 2014/15. CISL Scuola Romagna Orari delle sedi dal 9 febbraio 2015 sede di Forlì piazza Del Carmine 21 - telefono lunedì 16: mercoledì 16: venerdì 16: sede di Ravenna via Vulcano 78/80 - telefono martedì 16: giovedì 16: venerdì sede di Rimini via Caduti di Marzabotto 30 - telefono lunedì 16:00 18:30 martedì 16: giovedì 16: ufficio di Cesena via Renato Serra 15 - telefono martedì 16: giovedì 9:00 11:30 venerdì 16: ufficio di Cesenatico viale Mazzini 119/h - telefono venerdì (il 1 ed il venerdì del mese) ufficio di Faenza piazza XI Febbraio 2- telefono mercoledì ufficio di Lugo corso Matteotti 47 - telefono lunedì ufficio di Morciano via Della Resistenza 5 - telefono mercoledì ufficio di Novafeltria piazza Roma 22 - telefono venerdì La Segreteria nazionale della CISL Scuola ha attivato un servizio di news che consente di ricevere sulla propria mail le ultime notizie. Il servizio può essere attivato dal sito cislscuola.it. Sempre dal sito, per i soli dirigenti scolastici iscritti, può essere richiesto l invio della mail settimanale di informazione. Invio del notiziario La spedizione del nostro notiziario avviene utilizzando la posta elettronica. Se sei iscritto e non lo ricevi o conosci iscritti che non lo ricevono comunicaci la mail all indirizzo cislscuola.romagna@cisl.it indicando nominativo e provincia di servizio. Attenzione! Per aprire gli allegati è sufficiente cliccare sul testo sottolineato inserito nel paragrafo con un colore diverso (di solito marrone) supplemento a CISL Notizie Ravenna Settimanale di informazione, formazione, studi e documentazione Direttore responsabile: Cinzia Ghirardelli Direttore: Cinosi Antonio Proprietà: U.S.P. CISL Ravenna Speciale Scuola Romagna edizione web A cura della CISL Scuola Romagna Comitato di redazione: Garoia Giancarlo, Casali Patrizia, Consoli Maura, Tani Katjuscia, Benini Lamberto Responsabile edizione: Benini Lamberto Redazione e direzione: via Vulcano 78/ Ravenna cislscuola.romagna@cisl.it Sito web: n. g. 37

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Apertura SPORTELLO PRECA ARI Area Metropolitana Torino Canavese Notiziario n. 7 del 23 febbraio 2015 ELEZIONI RSU - 3-4 - 5 MARZO 2015 Visitate la pagina sul sito della CISL Scuola Nazionale con tutte le informazioni e i materiali

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