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1 Anno XXX - N. 40 Spedizione in abb. post. art. 2, comma 20/c - Legge 662/96 REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LOMBARDIA MILANO - GIOVEDÌ, 10 FEBBRAIO º SUPPLEMENTO STRAORDINARIO AL N. 6 SOMMARIO Deliberazione Giunta regionale 29 dicembre 1999 n. 6/47675 [3.2.0] Tempi di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali: determinazioni per l anno SERVIZI SOCIALI / Sanità

2 [BUR ] [3.2.0] D.g.r. 29 dicembre 1999 n. 6/47675 Tempi di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali: determinazioni per l anno 2000 LA GIUNTA REGIONALE Premesso che il d.lgs. 29 aprile 1998 n. 124, all art. 3 comma 10, stabiliva che le Regioni individuassero dei criteri secondo i quali i direttori generali delle ASL e delle Aziende Ospedaliere determinassero iltempo massimo di attesa per l effettuazione delle prestazioni in regime ambulatoriale; Preso atto che la Regione Lombardia, con la d.g.r del25 settembre 1998, ha ottemperato a quanto stabilito dal suddetto decreto, in particolare a quanto previsto dai commi 10, 12, 13, 14, 15 dell art. 3; Preso atto che la suddetta Delibera Regionale è stata integrata ed aggiornata dalla d.g.r del 24 giugno 1999, rettificata per mero errore materiale con d.g.r del 30 luglio 1999; Tenuto conto che durante l anno 1999 sono state messe in atto, da parte delle strutture erogatrici, in collaborazione con le ASL, le azioni previste dalle delibere regionali suddette in modo da poter attuare quanto stabilito dalle stesse; Tenuto conto che durante tale periodo la Direzione Generale Sanità, in collaborazione con le ASL e con le strutture erogatrici, ha monitorato l attuazione di quanto previsto, promuovendo molteplici incontri ed effettuando due indagini di prevalenza nei mesi di luglio e di ottobre; Considerato peraltro che è attivo ilsistema di monitoraggio dei tempi di attesa, effettuato da Servizio Sistema Informativo e controllo qualità come previsto dalla Circolare 28/SAN e seguenti; Considerato che tali indagini hanno permesso di rilevare lo stato di sviluppo delle principali azioni previste e in particolare i seguenti aspetti: i tempi di attesa reali l accesso diretto per le prestazioni di laboratorio la refertazione degli esami strumentali entro 3 giorni lavorativi l apertura delle liste di prenotazione l attuazione dell area a pagamento l utilizzo della via di accesso «urgente differibile» l attuazione del Piano di Comunicazione; Preso atto che tali rilevazioni hanno evidenziato che il processo iniziato con la d.g.r /98 si sta ampiamente sviluppando e sono in atto tutti i meccanismi per promuovere miglioramenti, sia dal punto di vista organizzativo sia per quanto riguarda l accessibilità; Preso atto che nell arco dell anno 1999 si è verificata una forte sensibilizzazione sull argomento da parte delle strutture erogatrici, delle ASL e dei cittadini e tale aspetto ha permesso una reale diminuzione delle liste di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali; Considerata l importanza della corretta identificazione della tipologia di prestazione richiesta, in particolare quelle ordinarie e di controllo, e del ruolo che l ASL può svolgere, in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, al fine di individuare le stesse al momento della prescrizione; Tenuto conto che le d.g.r. già citate sull argomento, prevedevano che le ASL rideterminassero, entro il 31 dicembre 1999, sulla base dei dati disponibili e sulla rilevazione dei tempi di attesa relativi al 1999, sia le tipologie di prestazioni oggetto della rilevazione sia la relativa tempistica, con la collaborazione della Direzione Generale Sanità, sentiti i Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere, i Responsabili legali degli IRCSS, pubblici e privati, degli ospedali classificati e delle strutture private accreditate, attraverso anche la Conferenza dei Direttori Generali delle ASL prevista dalla d.g.r. 4 febbraio 1998 n punto 8), con l obiettivo di abbattere sensibilmente i tempi di attesa per l esecuzione delle prestazioni specialistiche; Considerato che le suddette d.g.r. prevedevano che, in particolare, le ASL determinassero i tempi massimi di attesa validi su tutto il territorio, ai quali le strutture accreditate esistenti nello stesso ambito devono far riferimento, in modo che venisse garantita l erogazione delle prestazioni nei tempi stabiliti, tenendo conto anche di aree di particolare eccellenza, di rilevanza regionale o nazionale; Ravvisata la necessità che la Direzione Generale Sanità fornisca criteri per mettere nelle condizioni le ASL, in collaborazione con le strutture erogatrici, di poter ottemperare a quanto stabilito, in modo da assicurare ai pazienti un adeguata ed omogenea accessibilità su tutto ilterritorio regionale; Tenuto conto delle indicazioni emerse durante l anno 1999, e in particolare delle indagini di prevalenza effettuate, che hanno evidenziato alcune criticità che non permettevano di rilevare alcuni dei fenomeni presenti; Ritenuto opportuno procedere ad una rideterminazione delle tipologie di prestazione oggetto di rilevazione e della tempistica relativa, evidenziando in maniera più specifica alcune prestazioni che le precedenti d.g.r. accorpavano, tenendo conto dei dati rilevati durante l anno 1999; Considerato che le strutture erogatrici devono tendere all ulteriore riduzione dei tempi di attesa determinati come o- biettivo per l anno 1999 e che le deroghe a loro concesse dalle ASL potranno essere riconfermate solo in casi particolari, soddisfacendo entrambi i seguenti criteri: che la struttura effettui prestazioni di particolare complessità tali da rappresentare un centro di riferimento nazionale o regionale per le stesse; che sia garantita una compatibilità territoriale delle strutture di erogazione, cioè che sia possibile assicurare l erogazione della prestazione, in un tempo comunque di norma riferibile alle indicazioni della Regione e dell ASL, in almeno una struttura presente sulterritorio, tenendo in considerazione la reale accessibilità da parte dei pazienti, tramite le rete viaria e i mezzi di comunicazione relativi; Tenuto conto della necessità di prevedere, per le strutture complesse, quali le Aziende Ospedaliere e altre paragonabili per la particolare articolazione o specializzazione nell ambito dell ortopedia e della riabilitazione, la possibilità di concedere deroghe, ulteriori rispetto a quelle sopra riportate, per le Aree relative alla Medicina Fisica e Riabilitazione e alla Terapia Fisica, vista la criticità di erogazione di tali prestazioni; Considerato che, per superare tale criticità, sarebbe opportuno che le ASL si attivassero per concordare, per le strutture complesse così come indicato nel precedente punto, in collaborazione con le stesse e con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, la definizione di percorsi specifici per l effettuazione delle prestazioni relative alle Aree della Medicina Fisica e Riabilitazione e della Terapia Fisica, anche sottoponendole alla valutazione preventiva dello specialista; Considerato che le ASL, per la definizione dei tempi di attesa massimi validi sul territorio di competenza, devono tenere come riferimento i tempi di attesa obiettivo regionale riportati nelpresente documento; Ritenuto che le ASL possono attivare, in accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, percorsi e protocolli volti ad assicurare l appropriatezza delle richieste di prestazioni di diagnosi e cura; Ritenuto comunque che i contenuti delle d.g.r /98 e 43818/99 debbano essere ribaditi e riconfermati nella loro sostanza, fatto salvo quanto previsto dalla d.g.r. «Approvazione schema-tipo di contratto per la definizione dei rapporti giuridici ed economici tra l Azienda Sanitaria Locale e i soggetti erogatori di prestazioni in regime di Servizio Sanitario Regionale ai sensi dell art. 12, comma 5 della legge regionale n. 31/97.», per quanto concerne gli oneri economici, in capo alle Aziende Ospedaliere, derivanti dalla esecuzione di prestazioni in regime libero professionale; Preso atto delle motivazioni del Dirigente del Servizio proponente; Vagliate ed assunte come proprie dette valutazioni; A voti unanimi espressi nelle forme di Legge; DELIBERA Per tutte le motivazioni espresse in premessa: 1. di approvare l Allegato 1, parte integrante del provvedimento, che riporta i criteri fondamentali e le modalità operative per mettere le ASL nelle condizioni di procedere nel senso indicato dalle d.g.r /98 e 43818/99. Nello stesso allegato sono riportate le tabelle dove sono evidenziate le aggregazioni delle prestazioni e i tempi di attesa relativi, che rappresentano il riferimento e l obiettivo regionale per l anno 2000; 2. Di stabilire che, come previsto, le ASL provvederanno, con le modalità evidenziate nell Allegato 1, a determinare i 2

3 tempi massimi di attesa validi sul territorio di competenza, ai quali le strutture accreditate esistenti nello stesso devono far riferimento, in modo che venga garantita l erogazione delle prestazioni nei tempi stabiliti, tenendo conto anche di aree di particolare eccellenza, di rilevanza regionale o nazionale. Le ASL devono concordare con i Direttori Generali delle A- ziende Ospedaliere, i responsabili legali degli IRCSS, pubblici e privati, degli ospedali classificati e delle strutture private accreditate, i tempi di attesa massimi per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali per le strutture presenti sul territorio di competenza, definendo le eventuali deroghe, tenendo conto di quanto riportato sulseguente provvedimento; 3. Di stabilire che l obiettivo principale è quello di abbattere ulteriormente i tempi di attesa per l esecuzione delle prestazioni specialistiche; 4. Di definire che le deroghe concesse dalle ASL alle strutture erogatrici potranno essere riconfermate solo in casi particolari, soddisfacendo entrambi i seguenti criteri: che la struttura effettui prestazioni di particolare complessità tali da rappresentare un centro di riferimento nazionale o regionale per le stesse; che sia garantita una compatibilità territoriale delle strutture di erogazione, cioè che sia possibile assicurare l erogazione della prestazione, almeno in un tempo comunque di norma riferibile alle indicazioni della Regione e dell ASL, in una struttura presente sulterritorio, tenendo in considerazione la reale accessibilità da parte dei pazienti, tramite le rete viaria e i mezzi di comunicazione relativi; 5. Di prevedere, per le strutture complesse, quali le Aziende Ospedaliere e altre paragonabili per la particolare articolazione o specializzazione nell ambito dell ortopedia e della riabilitazione, la possibilità di concedere deroghe, ulteriori rispetto a quelle sopra riportate, per le Aree relative alla Medicina Fisica e Riabilitazione e alla Terapia Fisica, vista la criticità di erogazione di tali prestazioni; 6. Di stabilire che le ASL si attivino per individuare, in collaborazione con i medici prescrittori e le strutture erogatrici, coinvolgendo la Direzione Generale Sanità, criteri per la prescrizione di prestazioni che, per la specificità e per illoro impatto nelsistema, possono comportare criticità particolari, individuando in prima istanza quelle contenute nelle aree tematiche relative alla radiologia diagnostica, alla medicina fisica e riabilitazione e alla terapia fisica, così come riportato nell allegato 1; 7. Di impegnare le ASL in modo che si attivino per concordare, per le strutture complesse così come indicato alpunto 4), in collaborazione con le stesse e con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, la definizione di percorsi specifici per l effettuazione delle prestazioni relative alle Aree della Medicina Fisica e Riabilitazione e della Terapia Fisica, anche sottoponendole alla valutazione preventiva dello specialista; 8. Di stabilire che le ASL si attivino a collaborare con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta al fine di poter individuare correttamente la tipologia di prestazione richiesta, in particolare quelle ordinarie e di controllo, prevedendo di catalogare la stessa al momento della prescrizione, apponendo una dicitura specifica; 9. Di stabilire che le ASL attivino in accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta percorsi e protocolli volti ad assicurare l appropriatezza delle richieste di prestazioni di diagnosi e cura; 10. di Stabilire che le ASL trasmettano alla Direzione Generale Sanità i tempi di attesa concordati con le strutture accreditate presenti sul territorio, con le modalità previste nell Allegato 1; 11. Di stabilire che le strutture erogatrici si impegnino a rispettare i tempi di attesa massimi definiti come obiettivo per le stesse, in accordo con le ASL, anche utilizzando modalità alternative come quelle citate nell Allegato 1; 12. Di stabilire la necessità che la costante rilevazione dei tempi di attesa effettuata tramite i dati rilevati dalla Circolare 28/SAN e successive sia affiancata da indagini puntuali che la Direzione Generale Sanità, in collaborazione con le ASL, effettuerà nell arco dell anno. Le ASL dovranno nel contempo monitorare costantemente il fenomeno, in collaborazione con le strutture erogatrici. 13. di impegnare nuovamente i Direttori Generali delle A- ziende Sanitarie Locali e Ospedaliere, i Rappresentanti legali delle strutture private accreditate a comunicare e a diffondere agli utenti i tempi massimi di attesa per le prestazioni specialistiche; 14. di prevedere, fra i criteri per la valutazione dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, così come previsto al6º comma dell art. 1 della Legge 590/94, l attuazione di quanto previsto dalpresente provvedimento; Ilsegretario: Maurizio Sala Tempi di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali: determinazioni per l anno 2000 allegato 1 Nell anno 1999 è iniziato un processo che ha permesso di porre una particolare attenzione sui tempi di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali e ha comportato una grande sensibilizzazione sull argomento da parte delle strutture sanitarie e dei cittadini. La problematica è sicuramente complessa e i miglioramenti che possono essere ottenuti sono ilfrutto di un intensa opera di riorganizzazione promossa dalle strutture sanitarie, a fronte della riforma del sistema sanitario promossa della Regione Lombardia. Notevoli risultati sono stati raggiunti durante l arco di quest anno ma chiaramente il processo di miglioramento comporta tempi lunghi di realizzazione, in quanto l impatto e l interesse sull argomento è molto alto da parte dei cittadini e proprio per tale ragione l impegno deve essere costante e deve tendere a migliorare ulteriormente l accessibilità dei pazienti nelle strutture sanitarie della Regione Lombardia ed incrementare l indice di soddisfazione espresso dagli stessi. È comunque da evidenziare che anche l esistenza di tempi di attesa non particolarmente brevi per alcune prestazioni ha comunque permesso, in questi anni, di soddisfare sempre le richieste presenti, salvaguardando innanzitutto la salute dei pazienti. Infatti l obiettivo è quello che i cittadini della Regione Lombardia abbiano sempre una risposta adeguata ai bisogni espressi, utilizzando le varie forme organizzative esistenti, quali il sistema urgenza-emergenza, la modalità delle «urgenze-differibili» e la via ordinaria per accedere alle prestazioni ambulatoriali. I tempi di attesa per queste ultime non devono rappresentare un fattore critico per l accessibilità alsistema ma devono essere adeguati e fornire garanzie almedico prescrittore, anche se non permettono l esecuzione delle prestazioni stesse nell arco di pochi giorni. Infatti è l intero sistema che deve garantire l assistenza e il medico prescrittore, in base alla rilevanza dell aspetto clinico del paziente, deve utilizzare la modalità ritenuta più idonea alcaso stesso. Questo allegato riassume i criteri e le modalità operative per la determinazione dei tempi di attesa per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali per l anno Innanzitutto viene confermato che l ambito di analisi è concentrato su tutte le prestazioni svolte in regime ambulatoriale, eccetto quelle di laboratorio, secondo quanto stabilito dal d.m. del 22/7/1996, pubblicato sulla G.U. n. 216 del 14/9/1996, recepito dalla Regione con d.g.r. n del 27 settembre 1996 e modificato con d.g.r. n del23 aprile Non sono considerate come oggetto di rilevazione le prestazioni riferite ai controlli programmati (visite e prestazioni specialistiche di controllo) successivi alla prima prestazione specialistica, che devono essere inserite in parti riservate delle agende di prenotazione e le prestazioni inserite nei programmi regionali di screening effettuati a scopo preventivo. Inoltre non sono oggetto di rilevazione dei tempi di attesa le prestazioni svolte in Pronto Soccorso e quelle definite «urgenti-differibili», che comportano un tempo di esecuzione definito, immediato per le prime, entro 72 ore dalla presentazione della richiesta per le seconde. Al fine di poter individuare correttamente la tipologia di prestazione richiesta, in particolare quelle ordinarie e di controllo, è opportuno che le ASL si attivino a collaborare con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta al fine di individuare le stesse al momento della prescrizione. Infatti, se la richiesta fosse già catalogata all arrivo presso la struttura erogatrice, apponendo una dicitura specifica (per es. P.O. per identificare le prestazioni ordinarie), il personale addetto alle prenotazioni sarebbe facilitato e la rilevazione dei tempi di attesa si concentrerebbe sui soli primi accertamenti, con un miglioramento sensibile della rilevazione del dato e dell ero- 3

4 gazione del servizio. La collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta risulta fondamentale in quanto la prima prescrizione è, di prassi, effettuata dagli stessi e la corretta identificazione relativa permette di non disperdere risorse e di concentrare l attenzione sulle prestazioni di tipo ordinario. Sono inoltre ribadite e devono essere attuate le seguenti procedure: 1. l accesso diretto dei pazienti senza prenotazione per effettuare i prelievi ematici e la raccolta di materiale biologico, cioè a tempo di attesa pari a zero. Tale prassi deve essere garantita da tutte le strutture e i punti che effettuano tali prestazioni, in modo da garantirne il libero accesso sull intero territorio regionale; 2. la consegna dei referti degli esami strumentali entro 3 giorni lavorativi, fatta eccezione per quelle procedure che comportano particolari tempi tecnici; 3. le liste di prenotazione aperte, al fine di rilevare correttamente i tempi di attesa e di facilitare l accessibilità alle strutture, in modo da garantire la «trasparenza» delle liste di attesa e di fornire sempre una risposta ai bisogni espressi dai pazienti; 4. i sistemi di prenotazione presenti nelle varie strutture devono consentire di rilevare in via informatizzata la totalità delle prenotazioni e quindi delle prestazioni effettuate. Inoltre deve essere implementato il sistema CUP aziendale in modo da facilitare l accessibilità alle strutture sanitarie da parte delcittadino, prevedendo anche integrazioni delsistema attraverso ilcoinvolgimento di più strutture presenti nell ASL; 5. deve essere implementato l utilizzo dell «overbooking», inteso come uno strumento gestionale che permette di aumentare il numero di prenotazioni possibili in base al calcolo statistico delnumero di persone prenotate che non si sono presentate all appuntamento, in modo da saturare totalmente i posti disponibili. Tale modalità deve essere programmata dalla struttura tenendo conto dei dati medi di «mortalità» delle agende di prenotazione. Rimane in atto la possibilità di rendere a carico delpaziente che non si presenta per l effettuazione della prestazione prenotata il pagamento della quota di partecipazione prevista, ove non esente, qualora non ne abbia comunicato l impossibilità. Si è verificato che tale procedura risulta per le stesse strutture erogatrici controproducente, essendo i costi per il recupero dei crediti superiori alla quota spettante. Pertanto si ritiene che la riduzione della «mortalità» delle liste di prenotazione si possa ottenere sensibilizzando gli utenti sulla problematica e mettendo a disposizione strumenti per facilitare le disdette, come per esempio, un numero verde; 6. la possibilità della via di accesso differenziata per le prestazioni «urgenti differibili» è ormai una realtà consolidata e conosciuta anche dai pazienti. Come è noto tale modalità di accesso è uno strumento ulteriore che il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta può utilizzare per casi selezionati, salvaguardando l autonomia professionale, non in alternativa all accesso urgente, per il quale il paziente deve sempre essere inviato alle strutture preposte. Le strutture erogatrici devono organizzarsi in modo che tali prestazioni siano effettuate entro 72 ore dalla presentazione della richiesta, che deve avvenire entro 48 ore dalla prescrizione della stessa. Le impegnative contenenti tali prescrizioni sono riconoscibili per la presenza di un etichetta di colore verde che il medico deve apporre sulle stesse, che è fornita alle ASL dalla Direzione Generale Sanità. 7. al fine di diminuire ulteriormente i tempi di attesa le strutture erogatrici devono prevedere meccanismi di incentivazione del personale, utilizzando forme di remunerazione legate al risultato, nell ambito della contrattazione decentrata con le OO.SS. In seconda istanza, nel caso in cui si presenti un manifestato e dimostrato esaurimento delle capacità produttive dell Unità Operativa coinvolta, può essere prevista la cosiddetta «Area a Pagamento», cioè una contrattazione diretta tra la struttura accreditata e gli operatori coinvolti per lo svolgimento della prestazione, in termini di volumi, di tempi, di modalità di esecuzione e delrelativo compenso. Ilpersonale interessato può essere dipendente o non della struttura che attiva tale modalità. L aumento dell offerta permesso da tale sistema, ulteriore a quello garantito dall attività istituzionale, permette all utente lo svolgimento della prestazione con tempi di attesa ridotti, nell ambito del Servizio Sanitario Re- gionale, con l unico onere della partecipazione alla spesa (ticket), quando dovuta. Spetta alla struttura accreditata l individuazione delle modalità attuative ritenute più idonee per risolvere la problematica dei tempi di attesa, contrattando anche con l ASL le condizioni relative; 8. la struttura erogatrice si deve impegnare, su richiesta delpaziente, qualora non fosse rispettato iltempo di attesa stabilito come obiettivo relativo alla prestazione, ad erogare la stessa in regime libero professionale entro il medesimo tempo, facendosi carico dell intera tariffa, detratto l eventuale ticket che risulta a carico del paziente. Infatti si ritiene che, dopo il primo anno di attuazione delle Delibere di Giunta relative ai tempi di attesa, si debba procedere verso una responsabilizzazione diretta del produttore, che, concordando i tempi di attesa massimi con l ASL, è tenuto alrispetto degli stessi. Per le Aziende Ospedaliere costituite da più strutture, che hanno concordato con l ASL di competenza la definizione di tempi di attesa «aziendali», non sussiste l impegno ad erogare la prestazione in regime libero professionale nel momento in cui tali tempi siano rispettati in almeno una delle strutture che fanno parte dell Azienda stessa. Nel caso in cui si verificasse un utilizzo eccessivo di tale modalità, la Direzione Generale Sanità si attiverà per coinvolgere l ASL di appartenenza del paziente, al fine di contribuire alla spesa sostenuta dalla struttura erogatrice; 9. ilreiterato mancato rispetto dei tempi concordati è oggetto di valutazione da parte della Regione nei confronti del Direttore Generale della Azienda Sanitaria, nell ambito dell attività di vigilanza e controllo di cui all art 32 comma 9 della Legge 449/97 e le strutture private accreditate che non rispetteranno i tempi stabiliti potranno essere oggetto di revoca per quanto riguarda l accreditamento relativo alla branca specialistica interessata; L esperienza maturata durante l anno 1999 ha fatto emergere la necessità di procedere ad una riclassificazione delle prestazioni per la definizione dei tempi di attesa massimi, in modo da poter individuare meglio alcune prestazioni che con la classificazione precedente erano accorpate ad altre. Inoltre sono state stralciate dall elenco delle prestazioni alcune di esse che non sono oggetto di rilevazione del tempo di attesa relativo in quanto erogate solo in regime di urgenza-emergenza (ad esempio le procedure relative ad una frattura di arto) o con caratteristiche molto specifiche (ad esempio i trattamenti dialitici). Tale riclassificazione ha comportato la necessità di rivedere i tempi di attesa massimi definiti dalla Regione come l obiettivo per l anno Per la determinazione dei tempi sono stati tenuti in considerazione i seguenti elementi: il tempo di attesa stabilito nelle precedenti d.g.r. il tempo di attesa reale, desunto dall elaborazione dei dati della circolare 28/SAN e successive, collocati al cinquantesimo e al settantacinquesimo percentile. In particolare sono stati determinati i tempi di attesa per ogni singola prestazione rilevati per il 50 % e il 75% dei pazienti sottoposti alla stessa. i risultati delle due indagini di prevalenza effettuate nell arco dell anno 1999, che hanno dimostrato un miglioramento dei tempi di attesa garantiti dalle strutture erogatrici e nel contempo la necessità di rivedere alcuni tempi di particolari prestazioni; la rilevanza delle singole prestazioni in termini di numerosità delle stesse, che dimostra in maniera diretta un bisogno espresso dalla popolazione. Infatti proprio per le prestazioni maggiormente richieste, che sono quelle per le quali è più critico assicurare un tempo uguale a quello determinato dalla Regione come obiettivo, è importante che vengano migliorati i tempi di attesa, in modo da facilitare l accesso alle strutture sanitarie e di rispondere ad un esigenza espressa. I tempi di attesa stabiliti dalla Regione come obiettivo sono stati determinati per Area e tipologia di prestazione (Tabella 1). L Area rappresenta una modalità per classificare le varie tipologie di prestazione e non modifica la suddivisione in branche specialistiche presenti sul nomenclatore tariffario regionale; quindi quella presente nelle tabelle allegate è una suddivisione per aree tematiche alle quali far confluire le varie tipologie di prestazioni che a loro volta raggruppano singole prestazioni (Tabella 2). La scelta della Regione Lombardia è quella di garantire al paziente tempi di attesa certi per ogni prestazione specialistica. Infatti tale impostazione permette al paziente di conosce- 4

5 re, in analogia con quanto verificatosi nel1999, iltempo di attesa per qualsiasi prestazione specialistica per tutte le strutture erogatrici della Regione. Chiaramente esistono alcune prestazioni, come evidenziato precedentemente, rappresentate da quelle maggiormente richieste, che saranno oggetto delle indagini puntuali che la Direzione Generale Sanità effettuerà, in collaborazione con le ASL, durante l anno Le prestazioni oggetto delle indagini rappresentano circa l 80 % della casistica di tutte le prestazioni effettuate in Regione. Le Aree e le tipologie di prestazioni oggetto di interesse per le rilevazioni specifiche sono le seguenti: Area cardiologia cardiologia cardiologia dermatologia endoscopia medicina fisica e riabilitazione medicina nucleare neurologia neurologia oculistica odontoiatria odontoiatria ostetricia e ginecologia ostetricia e ginecologia otorinolaringoiatria pneumologia radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radiologia diagnostica radioterapia visita generale Tipo prestazione ecg holter ecg sforzo elettrocardiogramma test allergologici gastroscopia rieducazione motoria scintigrafia elettromiografia visita neurologica visita oculistica odontoiatria conservativa odontoiatria protesica ecografia ost gin visita ginecologica audiometria spirometria ecografia addominale ecografia muscolotendinea ecografia osteoarticolare ecografia vascolare mammografia radiografia del torace radiografia ossa e articolazioni rmn tac radioterapia 1º visita specialistica Come stabilito in Delibera le ASL si devono attivare per individuare, in collaborazione con i medici prescrittori e le strutture erogatrici, i criteri per la prescrizione di prestazioni che, per la specificità e per illoro impatto nelsistema, possono comportare particolare criticità. L interesse deve essere concentrato, in prima istanza, nelle prestazioni contenute nelle aree tematiche relative alla radiologia diagnostica, alla medicina fisica e riabilitazione e alla terapia fisica. Le ASL, in base ad un analisi degli ambiti critici presenti sul territorio, dovranno individuare le prestazioni e mettere in atto le azioni di miglioramento relative, che saranno comunicate alla Direzione Generale Sanità che, a sua volta, provvederà a diffondere a tutte le ASL le esperienze in corso, in modo da condividere criteri e metodologie. I contenuti di tale provvedimento rappresentano i criteri per mettere nelle condizioni le ASL di individuare i tempi di attesa massimi per l effettuazione delle prestazioni nell ambito territoriale di competenza, concordando con le strutture erogatrici i tempi massimi di attesa per ogni prestazione. Potranno essere concesse deroghe, della durata massima di dodici mesi, alle strutture che presentano entrambi i criteri presenti in delibera. Si ritiene che le deroghe, vista l esperienza pregressa, dovranno essere molto limitate e che strutture particolarmente specializzate in campi specifici difficilmente potranno mai raggiungere i tempi di attesa massimi stabiliti come obiettivo dalla Regione e dall ASL. Tale aspetto comunque non può condizionare ilfatto che l ASL debba assicurare l accessibilità alle strutture presenti sul territorio, garantendo la libera scelta, e rendendo disponibili le prestazioni oggetto di deroghe in altre strutture limitrofe. Le deroghe potranno interessare tipologie di prestazioni e non singole prestazioni, fatta eccezione per la 1º visita specialistica, per la quale dovrà essere indicato il codice di branca relativo, come da circolare 28/SAN. È previsto che l ASL, per le strutture complesse, quali le Aziende Ospedaliere e altre paragonabili per la particolare articolazione o specializzazione nell ambito dell ortopedia e del- la riabilitazione possa concedere ulteriori deroghe, per le Aree relative alla Medicina Fisica e Riabilitazione e alla Terapia Fisica, vista la criticità di erogazione di tali prestazioni. Inoltre è opportuno che le ASL si attivino per concordare, per le strutture complesse sopra citate, in collaborazione con le stesse e con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, la definizione di percorsi specifici per l effettuazione delle prestazioni relative alle Aree della Medicina Fisica e Riabilitazione e della Terapia Fisica, anche sottoponendole alla valutazione preventiva dello specialista; Nel dettaglio si conviene di stabilire le seguenti procedure: le ASL prendono atto di quanto contenuto nella presente delibera e, in base all esperienza maturata e alla domanda rilevata durante l anno 1999, individuano i tempi di attesa stabiliti come obiettivo nell ambito territoriale, in maniera analoga con quanto riportato nella tabella 1. I tempi stabiliti dall ASL non potranno essere, di norma, superiori a quelli regionali riportati nel seguente provvedimento. Se, per alcune tipologie di prestazioni, molto selezionate, l ASL ritenesse opportuno esporre un tempo di riferimento superiore a quello regionale dovrà comunque impegnarsi a rientrare in quest ultimo entro l anno 2000, concordando le modalità con le strutture erogatrici. La determinazione di un tempo di riferimento superiore a quello regionale dovrà essere concordato con la Direzione Generale Sanità; le ASL promuovono un confronto con tutte le strutture erogatrici presenti sulterritorio, in modo da informare le stesse sui contenuti delpresente provvedimento; le ASL concordano con le strutture erogatrici i tempi di attesa massimi per l effettuazione delle prestazioni ambulatoriali. La definizione concordata dei tempi di attesa deve tenere presente la domanda espressa nel territorio di competenza, in termini complessivi, dai cittadini lombardi e non nell anno 1999 e la quota soddisfatta dalle singole strutture, in modo da poter correlare la tempistica alla possibilità di sviluppo produttivo; i tempi di attesa massimi, suddivisi per area e tipologia di prestazione, possono essere individuati o per singola struttura o per azienda, nelcaso in cui quest ultima sia costituita da più strutture, con l impegno di garantire i tempi stabiliti in almeno una di queste; le ASL definiscono e formalizzano con provvedimento deliberativo i tempi di attesa concordati con le strutture erogatrici e le eventuali deroghe, tenendo conto di quanto contenuto nelpresente documento; le ASL trasmettono, entro e non oltre il 29 febbraio 2000, i provvedimenti deliberativi suddetti e i tempi di attesa concordati con le strutture alla Direzione Generale Sanità, tramite supporto informatico che quest ultima provvederà ad elaborare e a consegnare alle stesse; le ASL, le strutture erogatrici e la Direzione Generale Sanità mettono in atto, ognuno per le proprie competenze, un piano di comunicazione per informare compiutamente i cittadini dei tempi di attesa massimi stabiliti. Fino all esaurimento del percorso sopra definito rimangono in vigore i tempi di attesa stabiliti dalle strutture erogatrici, e validati dall ASL e dalla Direzione Generale Sanità, per l anno

6 TABELLA 1 Tempo Area Tipo prestazione di attesa massimo ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA 20 ANESTESIA OSSIGENAZIONE IPERBARICA 10 CARDIOLOGIA ECG HOLTER 23 CARDIOLOGIA ECG SFORZO 27 CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA 30 CARDIOLOGIA ELETTROCARDIOGRAMMA 20 CARDIOLOGIA HOLTER PRESSORIO 15 CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA 20 CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA 19 DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA 15 DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI 20 DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE 25 ENDOSCOPIA COLONSCOPIA 19 ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA 20 MEDICINA FISICA E LOGOPEDIA 25 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E ORTOTTICA 18 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA 20 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E RIEDUCAZIONE MOTORIA 20 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E RIEDUCAZIONE RESPIRATORIA 20 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E VALUTAZIONE PROTESICA 15 RIABILITAZIONE MEDICINA FISICA E MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE 20 RIABILITAZIONE ALTRO MEDICINA NUCLEARE SCINTIGRAFIA 15 NEUROLOGIA ELETTROENCEFALOGRAMMA 12 NEUROLOGIA ELETTROMIOGRAFIA 27 NEUROLOGIA TEST NEUROLOGIA 25 NEUROLOGIA VISITA NEUROLOGICA 16 OCULISTICA CAMPO VISIVO 18 OCULISTICA FLUORANGIOGRAFIA 29 OCULISTICA FUNDUS OCULI 25 OCULISTICA INTERVENTI OCULISTICA 22 OCULISTICA LASER OCULISTICA 30 OCULISTICA LASER OCULISTICA PER VIZI DI 90 REFRAZIONE OCULISTICA VISITA OCULISTICA 25 ODONTOIATRIA INTERVENTI ODONTOIATRIA 18 ODONTOIATRIA ODONTOIATRIA ALTRE PROCEDURE 27 ODONTOIATRIA ODONTOIATRIA CONSERVATIVA 27 ODONTOIATRIA ODONTOIATRIA PROTESICA 40 ODONTOIATRIA ORTODONZIA 30 ONCOLOGIA CHEMIOTERAPIA 16 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA FASCIATURA-BENDAGGIO 12 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA INTERVENTI ORTOPEDIA 14 OSTETRICIA E GINECOLOGIA ACCERTAMENTI PRE NATALI 15 OSTETRICIA E GINECOLOGIA CARDIOTOCOGRAFIA 10 OSTETRICIA E GINECOLOGIA COLPOSCOPIA 14 OSTETRICIA E GINECOLOGIA ECOGRAFIA OST GIN 25 OSTETRICIA E GINECOLOGIA INTERVENTI OST -GIN 17 Tempo Area Tipo prestazione di attesa massimo OSTETRICIA E GINECOLOGIA VISITA GINECOLOGICA 15 OTORINOLARINGOIATRIA AUDIOMETRIA 16 OTORINOLARINGOIATRIA IMPEDENZOMETRIA 16 OTORINOLARINGOIATRIA INTERVENTI ORL 15 OTORINOLARINGOIATRIA POTENZIALI EVOCATI 16 OTORINOLARINGOIATRIA TEST VESTIBOLARE 20 PNEUMOLOGIA BRONCOSCOPIE 8 PNEUMOLOGIA SPIROMETRIA 15 PSICHIATRIA COLLOQUIO PSICHIATRICO 25 PSICHIATRIA COLLOQUIO PSICOLOGICO 25 PSICHIATRIA TEST PSICHIATRIA 25 PSICHIATRIA PSICOTERAPIA 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA CLISMA OPACO 10 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA DENSITOMETRIA OSSEA (MOC) 25 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA ADDOMINALE 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA CAPO E COLLO 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA DELLA MAMMELLA 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA MUSCOLOTENDINEA 25 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA OSTEOARTICOLARE 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA TRANSRETTALE 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA VASCOLARE 35 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ECOGRAFIA ALTRO 30 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA INTERVENTISTICA RADIOLOGICA 14 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA LASERDOPPLERGRAFIA 25 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA MAMMOGRAFIA 40 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ORTOPANTOMOGRAFIA 10 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA RADIOGRAFIA DEL TORACE 7 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA RADIOGRAFIA DELL ADDOME 10 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA RADIOGRAFIA OSSA E ARTICOLAZIONI 7 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA RMN 35 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA TAC 25 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA UROGRAFIA 10 RADIOLOGIA DIAGNOSTICA RADIOLOGIA DIAGNOSTICA ALTRO 13 RADIOTERAPIA RADIOTERAPIA 20 TERAPIA FISICA DIATERMIA AD ONDE CORTE E 20 MICROONDE TERAPIA FISICA ELETTROTERAPIA 20 TERAPIA FISICA FOTOTERAPIA 20 TERAPIA FISICA INFRAROSSI 15 TERAPIA FISICA IONOFORESI 20 TERAPIA FISICA LASER TERAPIA ANTALGICA 20 TERAPIA FISICA MAGNETOTERAPIA 25 TERAPIA FISICA MASSOTERAPIA 25 TERAPIA FISICA PARAFFINOTERAPIA 20 TERAPIA FISICA TRAZIONE SCHELETRICA 20 TERAPIA FISICA ULTRASONOTERAPIA 20 TERAPIA FISICA TERAPIA FISICA ALTRA 20 UROLOGIA CISTOSCOPIA 28 UROLOGIA INTERVENTI UROLOGIA 21 UROLOGIA UROFLUSSOMETRIA 30 VISITA GENERALE 1º VISITA SPECIALISTICA 16 6

7 TABELLA 2 ANESTESIA OSSIGENAZIONE IPERBARICA OSSIGENAZIONE IPERBARICA ANESTESIA OSSIGENAZIONE IPERBARICA OSSIGENAZIONE IPERBARICA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA ALTRA AGOPUNTURA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA AGOPUNTURA PER ANESTESIA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA MESOTERAPIA (inclusa antalgica) ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA IPNOTERAPIA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA CONTROLLO E PROGRAMMAZIONE NEUROSTIMOLATORE SPINALE ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA INIEZIONE DI ANESTETICO NEI NERVI SIMPATICI PER ANALGESIA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA INIEZIONE DI ANESTETICO IN NERVO PERIFERICO PER ANALGESIA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA INIEZIONE DI ANESTETICO IN NERVO PERIFERICO PER ANALGESIA ANESTESIA PROCEDURE ANESTESIA INIEZIONE DI ANESTETICO NEL CANALE VERTEBRALE PER ANALGESIA CARDIOLOGIA ECG HOLTER ELETTROCARDIOGRAMMA DINAMICO CARDIOLOGIA ECG SFORZO A TILTING TEST CARDIOLOGIA ECG SFORZO ALTRI TEST CARDIOVASCOLARI DA SFORZO CARDIOLOGIA ECG SFORZO TEST CARDIOVASCOLARE DA SFORZO CON CICLOERGOMETRO CARDIOLOGIA ECG SFORZO TEST DA SFORZO DEI DUE GRADINI DI MASTERS CARDIOLOGIA ECG SFORZO TEST CARDIOVASCOLARE DA SFORZO CON PEDANA MOBILE CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA ECOCARDIOGRAMMA FETALE CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA ECO(COLOR)DOPPLERGRAFIA CARDIACA TRANSESOFAGEA CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA ECOCOLORDOPPLERGRAFIA CARDIACA CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA ECODOPPLERGRAFIA CARDIACA CARDIOLOGIA ECOGRAFIA CARDIACA ECOGRAFIA CARDIACA CARDIOLOGIA ELETTROCARDIOGRAMMA MONITORAGGIO ELETTROCARDIOGRAFICO CARDIOLOGIA ELETTROCARDIOGRAMMA ELETTROCARDIOGRAMMA CARDIOLOGIA HOLTER PRESSORIO MONITORAGGIO CONTINUO [24 Ore] DELLA PRESSIONE ARTERIOSA CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA PLETISMOGRAFIA DI UN ARTO CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA PLETISMOGRAFIA DI ALTRI DISTRETTI CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA PLETISMOGRAFIA PENIENA CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA PLETISMOGRAFIA AD OCCLUSIONE VENOSA DEGLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA PLETISMOGRAFIA AD OCCLUSIONE VENOSA DEGLI ARTI SUPERIORI O INFERIORI CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA FOTOPLETISMOGRAFIA DI ALTRI DISTRETTI CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA FOTOPLETISMOGRAFIA DEGLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI CARDIOLOGIA PLETISMOGRAFIA FOTOPLETISMOGRAFIA DEGLI ARTI SUPERIORI O INFERIORI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INIEZIONE PERIARTERIOSA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO DALL ARTO INFERIORE ECCETTO IL PIEDE, CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO DAL PIEDE, SENZA INCISIONE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO DALL ARTO SUPERIORE ECCETTO LA MANO, CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO DALLA MANO, SENZA INCISIONE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI ALTRO CORPO ESTRANEO DAL TRONCO ECCETTO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO SUPERFICIALE DA TESTA E COLLO, CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO, NAS CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIDUZIONE MANUALE DI PROLASSO RETTALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA DILATAZIONE DELLO SFINTERE ANALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA DILATAZIONE DEL RETTO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA CORREZIONE DI CICATRICE O BRIGLIA RETRATTILE DELLA CUTE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIPARAZIONE DI DIFETTI DEL VISO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA REVISIONE DI LEMBO PEDUNCOLATO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA TRASFERIMENTO DI LEMBO PEDUNCOLATO IN ALTRE SEDI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA TRASFERIMENTO DI LEMBO PEDUNCOLATO SULLA MANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA AVANZAMENTO DI LEMBO PEDUNCOLATO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ALLESTIMENTO E PREPARAZIONE DI LEMBI PEDUNCOLATI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ALTRO INNESTO DI CUTE NELLA MANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INNESTO DI CUTE A PIENO SPESSORE NELLA MANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INNESTO CUTANEO, NAS CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA 86.4 ASPORTAZIONE RADICALE DI LESIONE DELLA CUTE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA CURETTAGE DI UNGHIA, MATRICE UNGUEALE O PLICA UNGUEALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI UNGHIA, MATRICE UNGUEALE O PLICA UNGUEALE 7

8 CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INCISIONE CON RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO DA CUTE E TESSUTO SOTTOCUTANEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INCISIONE CON DRENAGGIO DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INCISIONE DI CISTI O SENO PILONIDALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INFILTRAZIONE DI CHELOIDE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA SCLEROSI DI FISTOLA PILONIDALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPIRAZIONE DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPIRAZIONE PERCUTANEA DI CISTI DELLA MAMMELLA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE LOCALE DI LESIONE DELLA MAMMELLA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE DI TESSUTO DELLA MAMMELLA, NAS CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] DELLA MAMMELLA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA 85.0 MASTOTOMIA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INIEZIONE DI SOSTANZE TERAPEUTICHE AD AZIONE LOCALE ALL INTERNO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA ECO-GUIDATA DEI TESSUTI MOLLI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DEI TESSUTI MOLLI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ALTRA INCISIONE DEI TESSUTI MOLLI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INIEZIONE DI SOSTANZA TERAPEUTICA NELL ARTICOLAZIONE TEMPOROMANDIBOLARE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA DRENAGGIO TC-GUIDato PERCUTANEO ADDOMINALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA DRENAGGIO PERCUTANEO ADDOMINALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] ECO-GUIDATA DI MASSA INTRAADDOMINALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] DI MASSA INTRAADDOMINALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DEL PERITONEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DELLA PARETE ADDOMINALE O DELL OMBELICO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [AGOBIOPSIA] [PERCUTANEA] [ASPIRAZIONE] DEL PANCREAS CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [AGOBIOPSIA] [PERCUTANEA] [ASPIRAZIONE] DEL PANCREAS CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA PERCUTANEA DELLA COLECISTI E DEI DOTTI BILIARI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPIRAZIONE PERCUTANEA DEL FEGATO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] DEL FEGATO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] DEL FEGATO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA SFINTEROTOMIA ANALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA RIMOZIONE DI EMORROIDI TROMBIZZATE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE DELLE EMORROIDI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA LEGATURA DELLE EMORROIDI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INIEZIONI DELLE EMORROIDI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE DI CONDILOMI PERIANALI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ALTRA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO DELL ANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE ENDOSCOPICA O DEMOLIZIONE DI LESIONE O TESSUTO DELL ANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DELL ANO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA FISTULOTOMIA ANALE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ALTRA INCISIONE DI TESSUTI PERIANALI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPORTAZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO DEL RETTO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [AGOBIOPSIA] DEL MIDOLLO OSSEO CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA AGOBIOPSIA LINFONODALE TC-GUIDATA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA AGOBIOPSIA LINFONODALE ECO-GUIDATA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DI STRUTTURE LINFATICHE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA INIEZIONE INTRAVENOSA DI SOSTANZE SCLEROSANTI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA PUNTURA DI ARTERIA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA MINISTRIPPING DI VENE VARICOSE DELL ARTO INFERIORE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ANGIOSCOPIA PERCUTANEA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DELLA PLEURA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA] [AGOBIOPSIA] DEL POLMONE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA DELLE PARATIROIDI CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA] [AGOBIOPSIA] DELLA TIROIDE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA] [AGOBIOPSIA] DELLA TIROIDE CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA ASPIRAZIONE NELLA REGIONE TIROIDEA CHIRURGIA INTERVENTI CHIRURGIA BIOPSIA [PERCUTANEA][AGOBIOPSIA] DEI NERVI PERIFERICI DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE INDAGINI FOTOBIOLOGICHE PER FOTODERMATOSI [FOTOTEST] DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE INDAGINI FOTOBIOLOGICHE PER FOTODERMATOSI [FOTO PATCH TEST] 8

9 DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE ESAME ALLERGOLOGICO STRUMENTALE PER ORTICARIE FISICHE DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE VALUTAZIONE DELLA SOGLIA DI SENSIBILITÀ VIBRATORIA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE OSSERVAZIONE DERMATOLOGICA IN EPIDIASCOPIA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE OSSERVAZIONE DERMATOLOGICA IN EPILUMINESCENZA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE MISURA DELLA PERDITA TRANSEPIDERMICA DI ACQUA (TEWL) DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE CORNEOMETRIA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE SEBOMETRIA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE ELASTOMETRIA DERMATOLOGIA DERMATOLOGIA PROCEDURE RICERCA DEL TREPONEMA AL PARABOLOIDE DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO CUTANEO E DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO CUTANEO E DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO CUTANEO E DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA DERMOABRASIONE DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA CHEMIOCHIRURGIA DELLA CUTE DERMATOLOGIA INTERVENTI DERMATOLOGIA 64.2 ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE DI LESIONE DEL PENE DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI IMMUNIZZAZIONE PER ALLERGIA DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI TEST DI TOLLERANZA CON FARMACI E DI PROVOCAZIONE ORALE CON ALIMENTI ED ADDITIVI (per singola dose) DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI TEST PERCUTANEI E INTRACUTANEI A LETTURA IMMEDIATA (Fino a 12 allergeni) DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI TEST EPICUTANEI A LETTURA RITARDATA [PATCH TEST] (fino a 20 allergeni) (per singolo allergene) DERMATOLOGIA TEST ALLERGOLOGICI SCREENING ALLERGOLOGICO PER INALANTI (Fino a7allergeni) ENDOSCOPIA COLONSCOPIA RIMOZIONE DI CORPO ESTRANEO INTRALUMINALE DA RETTO E ANO, ENDOSCOPIA COLONSCOPIA ANOSCOPIA ENDOSCOPIA COLONSCOPIA MANOMETRIA ANO-RETTALE ENDOSCOPIA COLONSCOPIA BIOPSIA [ENDOSCOPICA] DEL RETTO ENDOSCOPIA COLONSCOPIA PROCTOSIGMOIDOSCOPIA CON ENDOSCOPIO RIGIDO ENDOSCOPIA COLONSCOPIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO DELL INTESTINO ENDOSCOPIA COLONSCOPIA POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA DELL INTESTINO CRASSO ENDOSCOPIA COLONSCOPIA MANOMETRIA DEL COLON ENDOSCOPIA COLONSCOPIA BIOPSIA [ENDOSCOPICA] DELL INTESTINO CRASSO ENDOSCOPIA COLONSCOPIA SIGMOIDOSCOPIA CON ENDOSCOPIO FLESSIBILE ENDOSCOPIA COLONSCOPIA COLONSCOPIA ILEOSCOPIA RETROGRADA ENDOSCOPIA COLONSCOPIA COLONSCOPIA CON ENDOSCOPIO FLESSIBILE ENDOSCOPIA COLONSCOPIA BIOPSIA [ENDOSCOPICA] DELL INTESTINO TENUE ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA ESOFAGOGASTRODUODENOSCOPIA [EGD] CON BIOPSIA ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA ESOFAGOGASTRODUODENOSCOPIA [EGD] ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA BREATH TEST PER HELYCOBACTER PYLORI (UREA C13) ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO DELLO STOMACO ENDOSCOPIA GASTROSCOPIA ph METRIA ESOFAGEA (24 ORE) GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA MANOMETRIA ESOFAGEA 24 Ore GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA MANOMETRIA ESOFAGEA GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA BREATH TEST AL LATTOSIO GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA BREATH TEST PER DETERMINAZIONE DI COLONIZZAZIONE BATTERICA ANOMALA GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA BREATH TEST PER DETERMINAZIONE TEMPO DI TRANSITO INTESTINALE GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA SONDAGGIO GASTRICO FRAZIONATO GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA BIOPSIA [ENDOSCOPICA] DELLO STOMACO GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE LOCALE DI LESIONE O TESSUTO DELLO STOMACO GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA ASPORTAZIONE DI LESIONE O TESSUTO ESOFAGEO O RICANALIZZAZIONE ENDOSCOPICA GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA ASPORTAZIONE O DEMOLIZIONE ENDOSCOPICA DI LESIONE O TESSUTO ESOFAGEO GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA TEST DI BERNSTEIN GASTROSCOPIA GASTROSCOPIA BIOPSIA [ENDOSCOPICA] DELL ESOFAGO MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE LOGOPEDIA TRAINING PER DISFASIA (LOGOPEDIA) MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE LOGOPEDIA TRAINING PER DISFASIA (LOGOPEDIA) MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE LOGOPEDIA TRAINING PER DISCALCULIA 9

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