R eato 16. d Opinione FRANCESCO. ELETTRICE PALATINA Anna Maria Luisa de Medici. il Papa rottamatore EDITORIA WEB IN TOSCANA

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R eato 16 d Opinione FRANCESCO il Papa rottamatore ELETTRICE PALATINA Anna Maria Luisa de Medici L italoargentino Jorge dal volto più umano che mai: Mario Bergoglio è il nuovo dal salutare tutti coloro che Vescovo di Roma. hanno partecipato alla Messa Papa Francesco, come ha al lavare i piedi a un detenuto scelto di chiamarsi, ha subito arrivando alla sedia e al pa- dato l impressione di essere nino dati a una guardia sviz- un Pontefice buono ed umile e di voler tagliare nettamente col passato fatto di ricchezze della Chiesa. Via la croce d oro al collo a favore di un crocifisso di zera dopo il turno di notte. Non è quindi un caso che il gesuita Bergoglio abbia scelto il nome del Santo di Assisi che aveva fatto di sorella povertà il proprio mo- Il 22 Marzo si è si è svolto, glio regionale e facente parte a Palazzo Bastogi, il Conve- delle iniziative della Festa gno su Anna Maria Luisa de della Toscana, ha ripercorso, Medici, Elettrice Palatina e il a 270 anni dalla sua morte, la Patto di famiglia. vita di Anna Maria Luisa de Presentato dal Consigliere Medici, l Elettrice che, grazie Segretario Questore della al Patto di famiglia, ha per- Regione Toscana Gian Luca messo la conservazione delle Lazzeri, il convegno, orga- opere presenti negli Uffizi e nizzato dall Associazione in Palazzo Pitti. (...) Giovani Toscani e dal Consi- EDITORIA WEB IN TOSCANA una serie di interviste per capirla meglio E poi tanti piccoli gesti che renza del sindaco di Firenze (...) Interviste ai maggiori siti web della regione per capire qual è il mondo dell informazione via web in Toscana. avvicinano i fedeli a un Papa continua a pagina 8 a pagina 4 e 5 ferro; via i segni distintivi della ricchezza di Santa Romana Chiesa; via il trono d oro a pro di una sedia bianca. dello di vita. Papa Francesco ha già fatto capire di essere il Renzi dello Stato Pontificio. E l auspicio è che, a diffe- continua a pagina 8

2 POLITICA - Federalismo o Centralismo? Come Darwin ci ha insegnato, l ordine del mondo biologico si evolve man mano che la selezione naturale sceglie fra le mutazioni casuali le forme rare e più utili. Secondo questa visione della storia della vita, gli organismi sono dei congegni messi insieme alla bell e meglio dalla selezione, artefice silente e opportunista. L uomo, prodotto dell evoluzione, ha bisogno di una organizzazione a livello sociale per mantenere un equilibrio con i propri simili: si può supporre che la vita sociale sia una caratteristica che ha permesso la sopravvivenza della nostra specie. «Il termine federalismo deriva da foedus, che significa patto, unione politica con finalità di collaborazione, di difesa ed indica un patto fondato sulla reciproca fiducia dei contraenti (fidere). In questo senso il federalismo serve ed è storicamente servito per unificare e superare i particolarismi e le contrapposizioni. Il fine che il federalismo si propone può apparire ambiguo se si pensa che si tratta di un sistema di governo teso ad unire, mantenendo la diversità; riguarda sia la struttura che i processi stessi di governo; si tratta di un mezzo, ma anche di un fine e, inoltre, lo potremmo definire un fenomeno sia politico che socioculturale. Ma perché in questi ultimi anni si parla tanto di Federalismo in Italia? Nel nostro Paese regna la politica diametralmente opposta del centralismo e dell unione a tutti i costi, come la storia ci insegna a partire da Garibaldi. Periodicamente il federalismo come impostazione politica nazionale si riaffaccia e solitamente questo accade perché attraversiamo un periodo di crisi a cui cerchiamo di far fronte trovando soluzioni a volte inadatte. Nel 2010 e 2011 sono stati emessi alcuni decreti legislativi che hanno timidamente tentato di applicare una filosofia federalista alla parte fiscale, ma che non hanno prodotto risultati pregevoli se non quelli di aumentare la confusione normativa e burocratica che già regna. Quali sono questi decreti? Il primo è il numero 85 del 2010 che introduce il federalismo demaniale, che indica un patrimonio autonomo rivolto ai Comuni alle Province alle Città Metropolitanee alle Regioni, togliendole dalla proprietà dello Stato. Poi troviamo il 216 del 2010 e il 68 del 2011 che individuano i costi e i fabbisogni standard per gli Enti locali e il 23 del 2011 che introduce il federalismo fiscale municipale. Alcuni Decreti Ministeriali chiudono il cerchio, come quello del 21 giugno 2011 sulla riduzione dei trasferimenti erariali e sull introduzione di un fondo sperimentale di riequilibrio. Ce EUROPA - Dopo i PIIGS, tocca a Cipro di Andrea Tavanti ne sarebbero ancora alcuni ma elencarli ci farebbe entrare in tecnicismi poco avvincenti. Ma allora se la legge prevede il federalismo (fiscale) perché non si riesce ad attuare? Semplicemente perché moltissimi amministratori, appartenenti a correnti politiche contrarie a quella che lo ha proposto, hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale la quale si è espressa più volte e in diverse occasioni negando, di fatto, la sua applicazione. In sostanza abbiamo cercato di dare all Italia un volto federalista quando il nostro Paese ha una Costituzione con anima centralista e, dato che la sua modifica è pressoché impossibile (contiamo i numerosi tentativi di referendum andati quasi deserti), da bravi italiani cerchiamo di aggirare delle regole che puntualmente i nostri magistrati ci ricordano e ci impongono. Che fare allora se il cuore dice una cosa e la mente ne dice un altra? Chi crede di avere una risposta può pensare di entrare nel mondo della politica e cercare di cambiare le cose. di Riccardo Rossanda Non bastavano i 5 paesi PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) a rappresentare le pecore nere, o meglio, i maiali d Europa. Ad essi si aggiunge Cipro, vitti ma di nuove e sempre più devastanti imposizioni comunitarie. Niente cambio di governo, niente tecnici, niente esecutivi imposti, nell isoletta che conta solo un milione di abitanti l Unione Europea tenta una nuova strada in tema di austerity, quella del prelievo forzoso. Il salvataggio delle banche cipriote passerà infatti attraverso un prestito dell Unione Europea di 10 miliardi di euro a cui potrebbe aggiungersi anche un contributo del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Al contempo, Cipro si impegna a ridimensionare il proprio sistema bancario e a raccogliere altri sette miliardi necessari al salvataggio del Paese. Il piano prevede la divisione della banca Laiki (il secondo istituto cipriota) in una good bank e in una bad bank. La parte buona confluirà nella Banca di Cipro (la banca principale del Paese), nella quale saranno trasferiti i depositi inferiori a 100mila euro, che non saranno toccati e verranno garantiti dall Unione Europea, mentre i depositi superiori a tale soglia resteranno congelati finché non sarà effettuata la ricapitalizzazione della banca. Tale ricapitalizzazione verrà fatta con un pieno contributo dei titolari di azioni e di obbligazioni e con una conversione dei depositi non garantiti in azioni. Ciò significa solo una cosa: prelievo forzoso con perdite per i correntisti con depositi di oltre 100 mila euro fino al 40%. Se da un lato l Europa gioisce per aver messo un altra toppa ad una unione monetaria che fa acqua da tutte le parti, dall altro lato non si interroga sui motivi della sempre crescente instabilità del sistema comunitario. Dijsselbloem, Presidente dell Eurogruppo, ha smentito che una misura così drastica possa essere attuata fuori dai confini di Cipro, sostenendo che tale intervento risultava invece inevitabile per l isola. Allo stesso tempo però Jörg Kramer, capo economi- s t a di Com- merzbank, in un intervista al quotidiano Handelsblatt ha suggerito di introdurre i n Italia un prelievo forzoso di addirittura il 15% su depositi e titoli per azzerare il debito pubblico. Per il momento non ci resta che aspettare, in fondo i n Italia un prelievo forzoso lo abbiamo già subito, la notte tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo Amato prelevo i l 6 per mille da tutti i depositi bancari.

PORTE DEL MORTO Magia e superstizione a Arezzo e provincia Passeggiando per Arezzo o in alcuni centri storici della provincia, come ad esempio Cortona, potrebbe capitarvi di notare, sulla facciata di una vecchia casa, i resti di quella che un tempo è stata una piccola, stranissima porta. In genere non rimane altro che la sagoma - alta, piuttosto stretta, culminante in un arco a sesto acuto -, poiché l apertura è stata evidentemente murata secoli fa. Si tratta di una delle cosiddette porte del morto. Realizzate in molte abitazioni medievali, avevano il solo scopo di far uscire di casa i defunti, e venivano utilizzate pochissimo: una volta condotto all esterno il corpo del morto, la porticina veniva immediatamente sprangata o addirittura murata, e poteva essere riaperta solo nel caso di un altro lutto. Secondo l usanza, infatti, i vivi non dovevano attraversare la porta del morto, così come i defunti non potevano esser fatti uscire dalla porta dei vivi. Questa tradizione, diffusasi durante il Medioevo non solo in Toscana, ma anche in Umbria, Lazio e Marche, trae le sue origini dal culto dei morti degli antichi Etruschi, e attinge in particolare ai rituali funebri che questi ultimi mettevano in atto per impedire il ritorno degli spiriti dal regno dell oltretomba. Le tombe etrusche erano di solito caratterizzate da una finta porta, disegnata o scolpita, che rappresentava un passaggio simbolico per lo spirito del defunto, ma era ovviamente impraticabile per i viventi, e indicava dunque la separatezza dei due mondi. L idea di un passaggio esclusivo ritorna nell Antica Roma: la soglia dell abitazione romana co- di Lenny Graziani stituiva un confine che il morto poteva varcare una sola volta, in uscita, perciò il ritorno degli spiriti era definitivamente scongiurato. Attraverso elaborazioni successive si diffuse la pratica delle porte del morto, che servivano a tenere lontano non le anime dei defunti, ma addirittura la Morte stessa. La cultura popolare medievale sosteneva infatti che la Morte abbandonasse la casa in compagnia del caro estinto e potesse rientrare soltanto attraverso la porta da cui era uscita. Realizzare un apertura apposita e sigillarla dopo l uscita della bara garantiva dunque protezione, impedendo il ripetersi di lutti in famiglia. O almeno così si credeva. Nel corso dei secoli, il desiderio di esorcizzare la paura della morte ha dato vita a numerose manifestazioni folcloristiche, e le porte del morto, utilizzate fino al 1600 (anche se in misura molto minore rispetto al Medioevo), sono un esempio davvero interessante di come la superstizione possa caratterizzare la vita di una civiltà, arrivando ad influenzare profondamente persino l architettura. L antica Via Francigena, che congiunge Canterbury a Roma, è un itinerario che nei secoli è stato percorso da migliaia di pellegrini, anime alla ricerca della Perduta Patria Celeste. Questa via è testimonianza del pellegrinaggio in epoca medievale: esso doveva essere percorso a piedi e toccare i luoghi santi della cristianità. La Via Francigena, passando per la Toscana, giunge fino alla cittadina di Camaiore, ai piedi delle Alpi Apuane. Qui nell VIII secolo d.c., proprio lungo la tale via, i monaci Benedettini fondarono l antica badia di San Pietro e l attiguo monastero, oggi andato quasi totalmente perduto, salvo alcune strutture inglobate in edifici privati. Qui fece tappa intermedia l arcivescovo di Canterbury, che tra il 990 e il 994 vi si fermò, ritornando in patria da Roma. Agli inizi del XII secolo la badia raggiunse il suo massimo splendore grazie ad una donazione della contessa Matilde di Canossa ed all iniziativa di alcuni monaci: la chiesa primitiva, che era costituita da una sola navata con il pavimento ad un piano ed un altare in pietra, subì una profonda trasformazione assumendo l attuale aspetto con l aggiunta di due navate laterali, il pavimento rialzato sul fondo e l aggiunta dell abside. La badia presenta ancora oggi i tratti romanici originali: la struttura in pietra massiccia a tre navate divise da colonne squadrate con semplici capitelli che sorreggono archi a tutto sesto ed il tetto 3 LUCCA - La Badia di Camaiore di Beatrice Rossi con capriate in legno, tratti questi assai tipici del romanico. L unica testimonianza visibile dell antico monastero è la porta in pietra che si apre sul prato antistante la chiesa, usato anticamente dai Benedettini come cimitero. All interno della Badia si trovano alcune pregevoli opere: un immagine trecentesca della Vergine, la Madonna della Pietà, che si salvò da incendi e saccheggi; un affresco rappresentante Santa Maria Egiziaca e l altare settecentesco. Degno di nota è anche l organo del 600 talmente caratteristico per timbro e struttura, da essere diventato protagonista del festival Organistico Internazionale Città di Camaiore che si svolge nella Badia a tra luglio ed agosto. Da dicembre sino all Epifania vi si svolge invece una mostra di presepi che vede oltre una trentina di presepi partecipanti. Presepi costruiti sapientemente a mano da artigiani e fedeli locali secondo la secolare tradizione lucchese e versiliese, ma strizzando un occhio all innovazione: non mancano infatti presepi spettacolarmente meccanizzati che danno suggestivi effetti di luce alternando giorno, notte, tramonto, alba, condizioni meteorologiche, suoni e movimenti dei personaggi; così come si possono trovare a seconda degli anni, presepi ambientanti in scenari esotici o di moderne città urbane. L ingresso alla mostra dei presepi è ad offerta libera.

4 INTERVISTE - Una finestra sull editoria web della Toscana di Carlo Casini Go news è il quotidiano online 22:00. errore perché chi compra un contratto di collaborazione, di riferimento dell Empolese Valdelsa e Valdarno Inferiore. Una piccola redazione nei locali della storica Lady Radio di Empoli, composta da cinque persone: un giornalista professionista, un pubblicista e tre collaboratori. Nasce ufficialmente nel 2007, da un progetto editoriale del Ma la carta stampata ha dunque i giorni contati? Dipende tutto dai grandi gruppi che hanno talmente tanta influenza da decidere loro se puntare sull online o rimanere sulla carta stampata. risponde Cioni I due maggiori gruppi sono il Corriere della Sera e L E- giornale non vuole spendere un 1,20 per rileggere ciò che ha sentito già al Tg; se puntassero sugli approfondimenti ci sarebbe sempre una parte di lettori interessati a leggerlo. Una curiosità: avete fatto caso che ultimamente stanno aumentando gli spazi bianchi ai bordi degli articoli? quindi ciò che hai scritto non ti viene riconosciuto per diventare pubblicista. Aggiunge Cioni: Questo è un mestiere che si può fare anche come secondo lavoro, e in quel caso non ci sono problemi. Chi lo vuole fare a livello professionale invece deve comin- giornalista Giacomo Cioni, Direttore della testata, in collaborazione con la Redazione di Lady Radio Radio 66, cui arrivava una mole di notizie impressionante, impossibile da mandare in onda nel radiogiornale: di qui l esigenza di un quotidiano. spresso Repubblica: dalle loro scelte aziendali dipende il futuro della carta stampata in Italia perché hanno troppo più potere contrattuale e giornalistico acquisito negli anni. Presenze come Go News e altre realtà come noi certo danno noia sul Questo è un indicatore della necessità delle redazioni di abbattere i costi, per la pesante crisi che si sta abbattendo sulla carta stampata. Un consiglio per chi voglia intraprendere la carriera giornalistica? ciare il prima possibile a rompere le scatole ai giornali, magari guardando se c è un particolare argomento che non è trattato e proporsi: per iniziare è molto utile, poi chiaramente deve mettere in conto un bel periodo di Ci racconta Cioni: Il primo giorno facemmo 500 contatti locale, ma noi siamo una piccola redazione con cinque per- Di cambiare idea: ci sono tanti di quei lavori a giro per il lavoro gratis e sperare che ci sia qualcuno che gli voglia bene. online. Il primo mese eravamo sone, questi gruppi hanno anche mondo! ironizza Dei Adesso Sfido chiunque a contraddirmi già a 2.000, numeri che alcuni quotidiani online fanno normalmente. Adesso siamo ad una media di 80.000 contatti infrasettimanali e 60.000 settimanali. La Redazione è fissa, La differenza sostanziale con la stampa sta nello strumento; ne consegue che non facciamo riunioni dodici redazioni con settanta persone l una, non c è concorrenza: se decidessero di buttarsi sull online locale, piccole realtà come la nostra sarebbero ammazzate. Il quotidiano cartaceo si può salvare se punta meno sui lanci e più sull approfondimento interviene Daniele Dei, Capo- è difficile trovare l opportunità anche per cominciare quasi non lavorano più neanche i collaboratori storici, figuriamoci chi comincia! Qualche anno fa collaborare con un giornale era molto più semplice: anche se eri alla prima esperienza, ma eri un ragazzo volenteroso, avevi la possibilità sul fatto che è un mondo di raccomandati, un mondo in cui se sei figlio di qualcuno riesci ad andare avanti e ad avere contratti: te lo dice uno che è stato otto anni a La Nazione e non gli hanno fatto un contratto!. Certo una delusione per i nostri soci e lettori che hanno an- di redazione, perché in un quo- redattore perché ultimamente di collaborare con un giornale e cora una visione romantica della tidiano online è tutto in divenire: facciamo aggiornamenti, cercando di dare continuità alle notizie almeno dalle 8.00 alle i quotidiani cartacei sembrano scimmiottare ciò che hanno detto il giorno prima i telegiornali e il web: questo è un grave diventare pubblicista; ora le testate si avvalgono soprattutto di stagisti universitari e non è detto neanche che poi ti facciano un professione giornalistica. Ma se omettessimo queste verità, non ci chiameremmo...

La Capoeira è un arte marziale brasiliana creata dai discendenti di schiavi africani deportati in Brasile, che somiglia molto ad una danza. Nel 1974 la Capoeira venne riconosciuta come sport nazionale brasiliano. Gli schiavi si esercitavano in tale lotta con l intento di conquistare la libertà, l apparenza di una danza tribale li avrebbe protetti dalla punizione dei padroni. La musica è un elemento costante della Capoeira : lo strumento simbolo è il berimbau che scandisce la lotta all interno di un cerchio di persone, la roda, che si forma attorno ai due capoeiristi che stanno giocando. Questa lotta è accompagnata anche da canti che, assieme al suono del berimbau e alla danza dei corpi dei capoeiristi producono un vero e proprio clima di effervescenza collettiva. Ogni scuola ha il suo particolare sistema di corde, equivalenti alle cinture del karate, la prima viene SPORT - La Capoeira, tra danza e arti marziali assegnata all allievo durante la cerimonia del batizado. Con l aiuto del capoeirista Cabeza Santos, da poco diventato Mestre di Capoeira, proviamo ad entrare più nel profondo della filosofia di questa disciplina. Cabeza ha iniziato Capoeira quando aveva 8 anni a Salvador de Bahia, egli considera questa disciplina una filosofia di vita. Cabeza ha collaborata con l associazione Trisonomia 21 dal 2002, si tratta del primo esperimento in Europa 5 di Noemi Bianchi per favorire l integrazione a ritmo di Capoeira dei ragazzi affetti da tale patologia. Non essendo una disciplina italiana molte persone sono ancora diffidenti afferma il mestre, le persone temono la grande crescita di questa disciplina perché può allontanare i giovani da altre attività, dato che si tratta di uno sport povero che non necessita di sacrifici economici. In questa lotta brasiliana occorrono solamente la volontà di imparare e di stare insieme, è uno sport che si esercita a piedi nudi e senza il bisogno di indumenti tecnici costosi. Inoltre il maestro collabora con l Università di Scienze motorie da 5 anni, favorendo l incontro e lo scambio culturale tra studenti di tutto il mondo. Infatti la peculiarità di questa attività è l incredibile potere di integrazione tra diverse culture, razze e religioni all insegna della legalità e della conoscenza dell altro. Negli incontri pervengono capoeiristi da tutti i paesi del mondo che si integrano parlando un unica lingua, quella della Capoeira. AREZZO NOTIZIE - Quotidiano grazie all attenzione mirata al chio di riguardo alla condivisione punti di forza e la differenza web d informazione locale principale dell Aretino, Arezzo Notizie nasce nel marzo del 2000. prima come portale d informazione prettamente turistica, poi, dopo circa un anno diventa un vero e proprio quotidiano d informazione a 360 gradi, andando a ccolmare una lacuna nel panorama dell informazione, dato che non vi erano altre realtà locali on line. Ne parliamo con Gino Perticai, Direttore Responsabile della testata : Abbiamo nostro territorio, segnalando il buono ed il meno buono della nostra realtà, dando ampio spazio ai nostri lettori e fornendo un informazione corretta e spesso in tempo reale; visibilità che stiamo ancora perfezionando cercando di raccontare al meglio il mondo che ci circonda, lavorando sulla sui social. La nostra è una redazione fissa supportata da segnalazioni che ci giungono anche dai nostri lettori, molto attivi. E proprio questo interazione tra redazione e lettore, unitamente alla massima elasticità negli orari ed altrettanta libertà di mo- sostanziale dell informazione online rispetto a quella cartacea. Informazione cartacea che può superare la pesante crisi che sta vivendo se riuscirà a rinnovarsi, la richiesta d informazione è in costante aumento e la rete è un opportunità per tutti. Un consiglio per tutti quei giovani che aspirano a diventare giornalisti? Crederci, non arrendersi, tanta umiltà, altrettanta gavetta e raggiunto un ottima visibilità qualità dei contenuti e con un oc- vimento per i collaboratori. sono niente peli sulla lingua.

6 SOCIALE - Giovani donne e mamme Cosa ci fa la crema per le gengive nella borsa di una ragazza così alla moda? Questo mese scrivo di giovani donne, vitali e lavoratrici alle prese con il ruolo di mamma, donne come tante altre, con le loro paure, le loro insicurezze e le aspirazioni serbate anche dopo la maternità. Ogni volta che nasce un bambino, nasce una mamma. E proprio vero. Dopo anni ed anni impegnati in mille attività, conciliando gli studi universitari con il lavoro, lo sport al fidanzato, si è disposti a stravolgere tutte le abitudini, gli equilibri ed i ritmi di coppia per dissodare finalmente le radici della propria famiglia. Quattro mesi fa, con la nascita di Giulio, ho iniziato una bellissima avventura cosi Serena, laureata in design e lavoratrice a tempo pieno, inizia a raccontare alle pagine di Reato D Opinione la sua nuova vita dopo la nascita del figlio. Difficile descrivere figurativamente la felicità nei suoi occhi quando parla di Giulio quando il suo braccino cerca le mie guance e quella faccina paffuta mi sorride riesce sempre a corrompermi! Cosa ha fatto scattare in Serena il desiderio di diventare madre? L amore per il mio compagno e quel forte desiderio naturale e biologico di completare la nostra famiglia. Vedevo i bambini delle mie amiche, adoravo la loro tenerezza e la felicità che portavano in casa... Nostalgia del passato? Non rimpiango nulla, è assolutamente questa la vita che ho sempre desiderato. Ora mi sento davvero completa. Da it girl a mamma, cosa ti manca ora? Banalmente non avere mai tempo per asciugare i capelli o semplicemente rilassarmi con un bel bagno caldo. Tutto ciò è diventato una vera e propria missione. 7 di Elena Salvarezza Come riesci a conciliare la famiglia ed il lavoro? Si fanno grandi salti mortali e si cerca di sorridere sempre anche davanti ai mille impegni giornalieri. Penso che per una donna lavorare per contribuire all economia familiare sia davvero importante. Che cosa mette Serena in valigia? Vestito comodo, infradito, canotta bianca, pinzetta per le sopracciglia e immancabilmente le scarpe col tacco: non le riesco mai ad indossare ma l idea di averle mi rassicura. Lo shopping? Acquisto tutto on line, dalla spesa ai vestiti, dalla tecnologia ai pannolini. Mi sono convertita all e-commerce per comodità e per mancanza di tempo, o meglio, ora il tempo libero lo dedico interamente al mio bambino. Che programma hai stasera? Bella domanda! Appena uscirò dall ufficio passerò a prendere il bimbo dalla zia, gli farò il bagnetto e preparò da mangiare. Poi sulle note di Jean de la lune scatterà il rito delle coccole. Per fare addormentare Giulio rischio sempre di addormentarmi anche io accanto a lui, ma è in assoluto il momento della giornata che io preferisco. Una vita totalmente diversa con pochi momenti di relax da dedicare a se stesse, ma certamente un bambino ha la capacità di insegnare ad una donna a vivere e renderla davvero felice: Sono diventata più matura ed ora riesco a prendere anche le decisioni più difficili - chiosa Serena - il piccolo Giulio ha cambiato le mie priorità ed i miei orari ma, l amore che provo per lui vince il tempo ed ogni forma di stanchezza. Spegne il computer dell ufficio, prende la borsa e si affretta alla macchina: si precipita dal suo bimbo Serena, corre dalla sua fonte di felicità: la famiglia. R Direttore responsabile: Marco G. Gargini Capo redattore: Riccardo Rossanda Progetto grafico: Francesco Acciai Hanno collaborato: Giovandomenico Guadagno Andrea Tavanti Riccardo Rossanda Carlo Casini Rossana Cremona Noemi Bianchi Beatrice Rossi Elena Salvarezza Claudio Capanni Lenny Graziani Mensile di informazione dell Associazione Giovani Toscani Piazza Pier Vettori 1/R 50143 Firenze (FI) Registrazione presso il tribunale di Firenze n 5860 del 18/01/2012 ANNO II - N 16 APRILE 2013 Copia gratuita Tipografia: Grafiche Cappelli S.r.l. Via Arno, 49 50019 Sesto Fiorentino (FI)

Viaggio nella Firenze di oggi: città in mano a degrado e criminalità di Giovandomenico Guadagno 7 Furti, scippi, rapine. I cosiddetti reati predatori ormai rappresentano la quotidianità di una Firenze che sembra precipitata in una spirale di violenza senza ritorno. La Firenze che, così come descritta dal sindaco-aspirante premier-amico di Maria, sembra un paradiso terrestre composto da asili nido ad ogni angolo, piani strutturali a volumi zero e pedonalizzazioni felici. Tutto questo, per chi vive quotidianamente la città, non è mai esistito. Anzi. Questi reati, a cui aggiungiamo gli atti vandalici, hanno il devastante effetto di far sentire i cittadini indifesi e impotenti. Infatti, se prima il sacro confine di casa propria era considerato inviolabile e inviolato, ora questo tabù è caduto. Anche i commercianti, piegati dalla crisi, spesso ricevono un terribile colpo di grazia subendo furti e rapine nei propri negozi. Sono entrati nelle cronache cittadine episodi che negli anni scorsi avremmo potuto immaginare solo nella trama di un film. Gli esempi più clamorosi sono il condominio di via Pisacane visitato dai ladri quattordici volte in pochi giorni, le novanta auto danneggiate un una notte di follia in zona Pistoiese e il passante percosso e minacciato solo perché aveva scoperto un ladro a Novoli. Inoltre è dato quasi per confermato il ritorno del piromane delle auto in zona Isolotto. I dati parlano da soli: nel 2012 è stato riscontrato un aumento dei furti in abitazione pari al 50%, un incremento superiore alla media nazionale del 20%. Questi dati sono stati diffusi dal Prefetto di Firenze Luigi Varratta. Oltre ai furti in appartamento, nel territorio fiorentino sono aumentati in generale tutti i reati di tipo predatorio, tra cui i borseggi (+ 39,3%), i furti nei negozi (+33,3%), i furti di auto (+20,5%) e gli scippi (+3,6%). Un disinteresse così sistematico nei confronti di tutta la città non si era mai visto da parte di nessuna amministrazione comunale. Campo di Marte, Statuto e Gavinana sono solo esempi di zone che fino a qualche anno fa raramente venivano citate nelle cronache cittadine. Anche i fiorentini, che sembravano in un primo momento assopiti e assuefatti ad un sindaco part time e di passaggio, si stanno risvegliando più infuriati che mai. Stanno prendendo piede in tutta la città iniziative volte a sensibilizzare le Istituzioni sul tema della sicurezza e della lotta al degrado. Una battaglia che non può essere combattuta solo dalle Forze dell Ordine, ma che necessita del fondamentale contributo dell amministrazione comunale. Dalle parti di Palazzo Vecchio per il momento tutto tace. Le parole rassicuranti si sprecano o si scarica tutta la responsabilità su Polizia e Carabinieri. E mentre la priorità di oggi è l appuntamento con i mondiali di ciclismo, la nostra Firenze si spegne lentamente avvolta da una cappa di degrado e violenza. SANITÀ - Il boom delle cure Low Cost di Claudio Capanni Sanità low cost, è boom di visite mediche in saldo. C è chi li accusa di vendere diagnosi a prezzi da discount, in picchiata anche dell 70 per cento rispetto a quelli di produzione e chi in loro vede la cura per combattere la crisi. L unica certezza è che i coupon sanitari, in riva d Arno, spopolano. A metterci lo zampino i morsi della crisi ma anche l impennata delle tariffe Asl che in cinque mesi ha fatto spendere al 44 per cento dei fiorentini circa 8 milioni di euro in più rispetto al 2011. Se infatti fino all anno scorso il conto per esami comuni come una Moc, la fotografia computerizzata per la diagnosi dell osteoporosi, era di circa 30 euro, da settembre 2012 ticket aggiuntivi e contributo per la digitalizzazione hanno fatto lievitare la cifra a quasi 50 euro. Un rincaro salato che ha spalancato le porte ai gruppi d acquisto online come Groupalia e Groupon. E da viaggi, ristoranti e massaggi a prezzi stracciati, il passo al camice bianco è stato breve. Basta infatti googolare in rete per trovare in vendita da strutture mediche private una Moc a 29 euro invece di 149. Quasi la metà di quanto chiesto dall Asl fiorentina. Un affare, prezzi alla mano, valido anche per un check up medico standard completo di esame delle urine e analisi del sangue piazzati online sempre a 29 anziché 96 euro. Roba che all Asl potresti pagarla quasi il doppio, senza contare il pericolo code. E quello che devono aver pensato i 2mila fiorentini che negli ultimi sei mesi si sono rivolti ai camici bianchi low cost. Una corsa nel privato che, spulciando i dati di un azienda come Groupalia, all 80 per cento ha riguardato campagne di medicina estetica e igiene orale ma anche mappatura dei nei, visite oculistiche e ossigenoterapia. Tra i più gettonati in ordine ci sono anche check up medici, ecografie, Pap test e radiografie appannaggio stavolta dell altro colosso del low cost, Groupon. Insomma dove i tempi della diagnostica pubblica zoppicano, è il low cost a fare da ammortizzatore sociale. Così a spalancare le porte ai coupon sono soprattutto i tempi d attesa delle strutture pubbliche, come i cento giorni che si possono attendere per una colonscopia, offerta mesi fa a metà prezzo dall Istituto Prosperius che vide esaurire i coupon in tempi record. Ma a chi conviene il coupon? Soprattutto ai clienti spiega Maria Rita Vannetti, odontoiatra, visto che da settembre a gennaio su 259 coupon venduti dal mio studio per un rx alle arcate dentarie a 29 euro, i clienti fidelizzati sono stati due o tre, ma dobbiamo mettere la tara Imu e recessione.