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a cura di MONTE GIOVI Fulmini e saette : da luogo di culto a fortezza d altura nel territorio di Fiesole etrusca con contributi di Eleonora Bechi,,, Filippo Fineschi, Veronica Pazzi, Christian Pelacci,, Lorenzo Poggiali, Marco Sofia All Insegna del Giglio

Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) Sezione di Archeologia e Antico Oriente IdA Insediamenti d Altura, II Direzione della collana:. Progettazione e direzione scientifica dello scavo:. Coordinamento scientifico del volume:. Progetto grafico e cura redazionale:. La documentazione grafica dei reperti, la pulitura e il restauro, l elaborazione dei dati e dei rilievi di scavo sono stati condotti dal Laboratorio di Archeologia Classica ed Etruscologia del Dipartimento S.A.G.A.S dell Università degli Studi di Firenze. Documentazione grafica dei reperti: Bianca Ravalli (puntinati); Anna Maria Nardon (matite). Elaborazione dei rilievi di scavo:, Christian Pelacci. Fotografie dello scavo e dei reperti:,. Restauro dei reperti: Sara Biagini, Giulia Peri. Il presente volume è stato finanziato dal Comune di Pontassieve e da fondi di ricerca dedicati allo studio degli Insediamenti d altura dell Etruria antica (Dipartimento S.A.G.A.S. Università degli Studi di Firenze). In copertina: Panorama dalla vetta di Monte Giovi. ISSN 2385-166X ISBN 978-88-7814-787-4 e-isbn 978-88-7814-788-1 2017 All Insegna del Giglio s.a.s. Edizioni All Insegna del Giglio s.a.s via del Termine, 36; 50019 Sesto Fiorentino (FI) tel. +39 055 8450 216; fax +39 055 8453 188 e-mail redazione@edigiglio.it; ordini@edigiglio.it sito web www.insegnadelgiglio.it Stampato a Firenze nel maggio 2017. Tecnografica Rossi

INDICE Premessa..........................................7 Presentazione........................................ 9 Ringraziamenti.......................................10 I. IL SITO, LA STORIA, LE RICERCHE 1. Il rilievo di Monte Giovi: cenni storici e topografici..................13 2. Aspetti geologici del comprensorio di Monte Giovi................. 16 Veronica Pazzi 3. Monte Giovi: storia delle ricerche.......................... 18 4. Tra il 2010 e il 2015: le ricerche dell Università di Firenze.............. 20 5. I ritrovamenti degli Anni 70: un deposito votivo a Monte Giovi?.......... 36 Marco Sofia II. CATALOGO. I REPERTI DALLE RICERCHE 2010-2015 Norme e abbreviazioni per la consultazione del Catalogo dei reperti e delle tabelle...... 46 6. Analisi delle paste ceramiche............................ 47 Lorenzo Poggiali 7. Ceramica di impasto grezzo non tornita....................... 49 Eleonora Bechi 8. Ceramica grezza tornita............................... 66 Lorenzo Poggiali 9. Ceramica vacuolata................................. 76 Lorenzo Poggiali 10. Altri impasti..................................... 84 Lorenzo Poggiali 11. Impasto di tradizione ligure............................. 86 12. Impasto bruno................................... 87 13. Bucchero...................................... 90 14. Ceramica depurata di tradizione orientalizzante e arcaica..............108 15. Ceramica etrusco corinzia.............................. 111 Christian Pelacci 16. Ceramica etrusca dipinta a motivi ornamentali................... 112 Christian Pelacci 17. Ceramica depurata acroma............................. 129 18. Ceramica grigia...................................138 19. Ceramica attica a figure rosse............................142

20. Ceramica etrusca a figure rosse........................... 145 21. Ceramica etrusca sovraddipinta...........................148 22. Ceramica a vernice nera............................... 149 23. Elementi di copertura................................153 24. Industria litica.................................... 157 25. Oggetti di ornamento personale........................... 159 26. Instrumenta.....................................165 27. Reperti in ferro................................... 170 28. Reperti in bronzo..................................173 29. Segni alfabetici, analfabetici e iscrizioni.......................175 30. Dopo il periodo etrusco............................... 180 Filippo Fineschi III. CONCLUSIONI 31. Monte Giovi: riflessioni...............................187 32. Èxegì monumèntum àere perènnius : note su Giovanni Francesco Tinti......199, Filippo Fineschi Concordanze.......................................204 Riferimenti bibliografici................................. 205 Riferimenti e referenze fotografiche............................ 231 Tavole.......................................... 233

Il secondo volume della collana «IdA» vuole offrire un analisi critica delle evidenze archeologiche emerse sulla vetta di Monte Giovi e presentare alcune considerazioni sulla natura del sito etrusco che, nel nome come nelle testimonianze, rimanda indubbiamente alla sfera religiosa. Più che un punto di arrivo, gli studi racchiusi in questo volume vogliono rappresentare un incipit verso futuri approfondimenti rivolti sia alla conoscenza di Monte Giovi sia, più in generale, del comprensorio mugellano e dell intero territorio di Fiesole. Negli ultimi decenni importanti ricerche hanno modificato profondamente il quadro delle conoscenze di questo territorio posto nella parte più settentrionale dell Etruria propria, terra di passaggio e giunzione con il mondo padano. La nuova fase della ricerca archeologica, iniziata da Giuliano De Marinis negli anni Novanta del secolo scorso, dopo le indagini a I Monti (San Piero a Sieve) si è intensificata con gli scavi pluriennali condotti a Poggio Colla (Vicchio) e a San Martino a Poggio (Frascole), entrambi compresi nella valle del Mugello e contemporanei alle scoperte e alle ricerche effettuate sul versante fiorentino, come quelle a Pietramarina e a Gonfienti. Accanto agli isolati nuclei dell aristocrazia orientalizzante nel territorio fiesolano sono così apparsi nuovi insediamenti e santuari, diversificate produzioni artigianali e importazioni; tutte rivelano nel loro insieme un quadro culturale complesso in parte ridefinito dalla recente pubblicazione di varie carte archeologiche. In questa ottica, l edizione delle ricerche di Monte Giovi vuole essere un utile termine di confronto verso lo studio e l auspicabile presentazione di tutti questi importanti contesti che non potranno che modificare e aggiornare molte delle considerazioni qui contenute. 7

Il volume Monte Giovi. Fulmini e saette : da luogo di culto a fortezza d altura nel territorio di Fiesole etrusca è frutto di un lungo percorso di ricerca che ha coinvolto il nostro Ateneo in stretta collaborazione con il Ministero dei Beni Ambientali e Culturali. Va subito premesso che, accanto alla ricerca archeologica, il gruppo degli studiosi che ha costituito l équipe ha fortemente voluto un integrazione sostanziale con i giovani in formazione presso la nostra Università, studenti delle lauree triennali, magistrali e della Scuola di Specializzazione. Questa virtuosa commistione fra ricerca e didattica ai tre livelli accademici rappresenta davvero una cifra di grande rilevanza culturale che promuove il progetto e la pubblicazione che ne è scaturita come esemplare di una visione di Università quale luogo in cui è impossibile scindere le sue due missioni. Altro grande merito della campagna e degli studi ad essa connessi è la dichiarata intenzione che dal volume emerge con nettezza di un approccio interdisciplinare. Storia, scavo, geologia, topografia, attenzione alle proprietà dei materiali, tecniche di restauro: tutto si fonde in un caleidoscopio di competenze che si integrano coerentemente, senza protagonismi, con la consapevolezza che si perviene a risultati importanti, innovativi e significativi attraverso un dialogo proficuo fra le varie discipline. Altro aspetto di notevole interesse che vale la pena porre all attenzione dei lettori è la collaborazione fra istituzioni pubbliche (Università, Soprintendenze, Musei, Comuni, etc.) e associazioni della zona in una logica di sinergia per la valorizzazione dello straordinario patrimonio archeologico presente sul territorio. L archeologia esercita indubbiamente un fascino del tutto singolare rispetto ad altre branche legate al patrimonio culturale: la capacità di far riemergere da un passato quasi irreale lacerti, invece, di un vissuto reale. Le cose archeologiche danno corpo e sostanza alle vicende degli umani in modo tangibile, facendoci scoprire la vivezza di un mondo che sembra appartenere a un universo di anime che parrebbero, di primo acchito, non essere mai vissute. Insomma, la lettura di questo resoconto spero possa far riflettere i lettori sulla straordinaria potenza dell archeologia di far rivivere il passato remoto in modo originale, un po alla stregua del tenero messaggio di Giannina nel Prologo de Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani, la quale, dopo un breve scambio di battute col padre durante una visita alla necropoli etrusca di Tarquinia, così conclude: Però, adesso che dici così, mi fai pensare che anche gli Etruschi sono vissuti, invece, e voglio bene anche a loro come a tutti gli altri. Luigi Dei Magnifico Rettore Università degli Studi di Firenze 9

Ringraziamenti Le ricerche dell Università degli Studi di Firenze sono state condotte in regime di collaborazione con l allora Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana di Firenze nel 2010. Dal 2011 si sono svolte in regime di Concessione ministeriale, prima al Dipartimento SAMERL poi, dal 2012, al Dipartimento SAGAS dell Ateneo fiorentino. Le campagne di scavo e le indagini condotte in questi anni su Monte Giovi rientrano nel più vasto progetto di ricerca sugli Insediamenti d altura dell Etruria settentrionale, che ha visto, nel 2014, la pubblicazione del volume dedicato alle ricerche su Poggio Civitella (Montalcino, Siena), primo della collana IdA (Insediamenti d Altura dell Etruria Antica). Al finanziamento delle ricerche e del progetto hanno partecipato, oltre al Dipartimento SAGAS (Università degli Studi di Firenze), l Unione dei Comuni Valdarno-Valdisieve e il Comune di Pontassieve. Le campagne di scavo sono state l indispensabile esperienza di formazione per vari studenti dei corsi di laurea in Storia e Tutela dei Beni Archeologici (L-1) e in Archeologia (LM-2) e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell Università degli Studi di Firenze. Per la realizzazione delle indagini, il supporto logistico e operativo alle ricerche, si ringrazia l ex Soprintendenza Archeologia della Toscana (ora Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato) nelle persone di Luca Fedeli e del Soprintendente Andrea Pessina e, dal 2014, di Susanna Sarti; il Comune di Rufina (nella persona del Sindaco Mauro Pinzani); il Museo Archeologico Comprensoriale del Mugello e della Valdisieve (Laura Paoli); il Gruppo Archeologico di Dicomano (Piero Bruni, Silvano Salvadori); il Gruppo Archeologico di Sant Agata (Paolo Gucci) e gli amici della comunità di Acone che ci hanno adottato in questi bellissimi anni e che ricordiamo con grande affetto. Per le proficue discussioni e i numerosi consigli sugli studi confluiti nel presente volume, si ringraziano a vario titolo Adriano Maggiani, Luigi Donati, Fabio Martini, Enrico Benelli, Gregory Warden, Ulf Hansson, Maurizio Harari, Marta Scarrone, Laura Michetti, Daniele Federico Maras, Biancamaria Aranguren, Orlando Cerasuolo, Luca Pulcinelli, Christoph Reusser, Martin Mohr, Giacomo Baldini, Carla Buoite, Lorenzo Zamboni, Mariangela Turchetti. Per la pulitura e il restauro degli strumenti in ferro, un particolare ringraziamento va a Roberto Bonaiuti; per la pulitura delle frecce e delle punte provenienti dalle ricognizioni De Marinis, si ringraziano Carlo Alberto Garzonio, direttore del Laboratorio Materiali Lapidei e Geologia Applicata al Paesaggio dell Università di Firenze, e Daniele De Luca. Per alcune notizie sui ritrovamenti degli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo, un grazie a Vittorio Ferrini, Renzo Sabatelli che, insieme agli amici di Dicomano, parteciparono alle ricognizioni con Giuliano. 10