Sono don Andrea, rettore del Convitto Vescovile San Giorgio e vostro collega, inizio la 4 liceo, dopo aver fatto l Itis un po di anni fa È un piacere per me essere qui a poter condividere con voi questo momento di preghiera. Insegno da 4 anni al liceo Calini ed è un esperienza per me particolarmente formativa perché mi aiuta a entrare in un ambiente lavorativo dove costruire relazioni con colleghi oh capiamoci più o meno aperti più o meno disponibili quando vedono il prete! È l occasione di uno sguardo anche per un prete un po' più direttamente inserito nella realtà del lavoro. Questo è sicuramente un punto di vista adatto a scoprire la bellezza della condivisione a partire da chi condivide il Dipartimento di religione a quanti operano nel liceo È chiaro che tutto questo è unito alla profonda gratitudine che ho nei confronti del Signore per il privilegio di poter essere insegnante cioè di poter entrare in una relazione con quel patrimonio strabiliante che è la potenzialità che gli alunni hanno e che solo Dio fino in fondo conosce, ma che Egli ci lascia intravedere anche solo un'ora a settimana. Il brano che ho scelto narra di un incontro tra due generazioni c'è Samuele che è l'ultimo dei giudici Prescelto da Dio fin dalla giovinezza per essere suo profeta suo portavoce e che è incaricato di un momento solenne quello della consacrazione di un re. Egli va in cerca di un re che Dio gli ha detto si trova a Betlemme nella casa di Iesse. Il momento è complesso perché Samuele deve consacrare un re alternativo a quello scelto dagli uomini Saul che non si sta rivelando capace di poter condurre il popolo dentro la volontà di Dio. Nella mente di Samuele si trovano le argomentazioni, i metodi di misura dei suoi contemporanei e, arrivato alla casa di Iesse, cerca il più forte, il più valoroso, in più aitante dei figli di questo. Si presenta per primo Eliab, culturista di primo livello, bello, forte, simpatico, una buona immagine di leader niente non è lui Per IRC 2-9-17 1
Si presenta Abinadàb un po meno palestrato, un po meno carino, un po di stempiatura e pancetta ma potrebbe andare bene! Noooo neppure lui Allora arriva Sammà che insamma ecco ancora un po più tarchiatello e lo sguardo un po più perso, ma ben piazzato, vabbè niente neppure lui. E li fa passare tutti e sette. Dio non conferma nessuno e a questo punto quasi Samuele ci sperava e considera che magari ha capito male ma per sicurezza E Iesse, padre snaturato si ricorda dell ultimo della famiglia, il piccolo Davide Ma Dio ha criteri diversi e così, passati in rassegna i figli maggiori, Samuele si sente dire da Dio che egli vede diversamente dall'uomo, l'uomo dice vede l'apparenza ma il Signore vede il cuore. Come sappiamo la scelta cadrà sul più giovane che era a pascolare le greggi nei campi e Davide che per fortuna è anche un po presentabile viene unto re in maniera clandestina su indicazione di un Dio che non si fida dei parametri degli uomini. Ora, noi, come Samuele, ci troviamo, quando entriamo in classe, in una situazione di assoluto privilegio perché abbiamo la possibilità di annunciare uno sguardo che non necessariamente è uguale aa quello degli uomini del nostro tempo. Infatti quando arriviamo in una classe che sia di fanciulli o di giovani come può capitare a me nella scuola superiore incontriamo soggetti il cui cuore conosce solo il Signore, solo lui sa davvero che cosa sono le potenzialità e le capacità a cui lui sta chiamando quella sua figlia o quel suo figlio. Quando entro in classe c è un punto, lo stipite della porta che tocco regolarmente e faccio una brevissima invocazione allo Spirito Santo. Per me ogni aula è un tempio dove celebrare Dio che è verità. Noi entriamo dentro un mondo come quello della scuola portando uno sguardo che è nuovo. Per IRC 2-9-17 2
Ora, noi potremmo avvertire su tutto ciò pendente un processo. È il processo della modernità che ci chiede conto dei fondamenti epistemologici consolidati dall empirismo moderno, ad essi sappiamo rispondere con il più disarmante dei realismi ossia la nostra fede. È proprio da essa che noi traiamo il nostro mandato. È dalla fede cattolica che noi traiamo la pertinenza del nostro esistere nell ambiente scolastico. Sappiamo che abbiamo conosciuto, e testimoniamo, Dio che è incontrabile che è il fondamento dell'esistenza e che anche se in alcune occasioni può sembrare anche a noi un po meno evidente resta pur sempre fondativo dell'esistenza. Da Dio tutto viene e tutto l esistere è sostenuto da Lui. Di Samuele si dice una cosa nella Bibbia, una cosa che non si dice di nessun altro: Egli non lasciò andare a vuoto una sola delle parole del Signore (1Sam 3,19) Solo così ha imparato a fidarsi del modo di vedere di Dio. Pensiamo a cosa hanno visto i contemporanei di Gesù un altro Battista, un nuovo elia, l ennesimo rivoluzionario, un invasato Galileo, il figlio di un carpentiere, un usurpatore, un bestemmiatore Lo sguardo su Gesù partiva da una valutazione parziale su di Lui Ancora oggi c è chi guarda a Gesù per ridurlo ad un pensiero, ad una fazione politica, ad una icona religiosa o politicamente corretta Ma noi sappiamo che Egli, della stirpe di Davide è il Figlio di Dio, incarnato nato, morto, risorto. La rivoluzione dello sguardo che viene dal cristianesimo è l'annuncio di un Dio che noi abbiamo veduto, che noi abbiamo udito, la cui carne noi abbiamo contemplato. Noi non siamo testimoni di un'idea, di un ideologia, di una morale, di un pensiero tra i tanti, ma di un incontro di un volto, di un volto che ci ha conosciuti e che ci conosce più profondamente di noi stessi. È quel volto che noi abbiamo contemplato nel Salmo quando dicevamo: Per IRC 2-9-17 3
Signore tu mi scruti e mi conosci sai quando mi siedo e quando mi alzo la mia parola non è ancora sulla bocca e tu già la conosci tutta. Pensate quanto è grande Dio. Ci conosce e ci scruta dentro, è il più intimo all'uomo di quanto egli possa essere a se stesso (intimior intimo meo) (Conf. III, 6). Conosce e scruta più lontano e più profondamente di noi. Dio è assolutamente concreto, noi lo abbiamo sperimentato così, nella vita cristiana lo ascoltiamo, lo tocchiamo, lo mangiamo! È questo il segreto che qualifica il nostro insegnamento. Non tutti gli insegnanti di fisica hanno provato tutti gli esperimenti che sono contenuti nei loro libri, non tutti gli insegnanti di lettere hanno letto tutti i testi che sono nelle loro antologie e non tutti gli insegnanti di matematica hanno sperimentato è verificato tutti i teoremi e i corollari che insegnano, ma noi abbiamo veduto noi abbiamo ascoltato noi abbiamo toccato il verbo della vita! Siamo maestri e professori di materia che ci compete dentro la carne se ci pensate in primo luogo siamo noi stessi la materia del nostro insegnamento. Insegniamo la religione cattolica dentro la nostra esperienza carnale e comunitaria, membra vive della Chiesa di Cristo. Siamo testimoni degli effetti dell incarnazione. Conosciamo il nome che sottende a ciò che gli scienziati alla natura e altri destino questo nome è Gesù Cristo. L'evento Gesù Cristo e noi siamo la stessa cosa l effetto che corrisponde alla causa e non la tradisce. Questo significa che mentre entriamo in classe per insegnare qualcosa della storia della Chiesa o per fare un piccolo lavoro coi bambini sulle opere di misericordia o mentre ci troviamo tra i colleghi in un consiglio di classe o in una sala professori che odora di caffè, Per IRC 2-9-17 4
nervosismo, chiacchiere o recriminazioni noi siamo come Cristo in mezzo agli uomini. Questo plusvalore e il segreto della nostra identità e ciò che in qualche maniera non ci rende mai indifferenti. (esempi di sala professori. Tentativo di autismo alla finestra e poi quella che attacca bottone nel bene e nel male vuole sapere ) Abbiamo un modo realista e pieno di vedere È questo quello che vedono quelli che ci sottovalutano ci scherniscono e ci diffamano ed è questo quello che vedono quelli che vengono a cercarci a confrontarsi con loro a chiedere un consiglio o sfogarsi per qualche preoccupazione ho qualche difficoltà. Nessuno dei nostri colleghi sottovaluta la nostra religiosità perché è un fatto che corrisponde all'esigenza loro al cuore di tutti. Riprendiamo il salmo dove andare lontano dal tuo Spirito dove fuggire dalla tua presenza se salgo in cielo la tu sei se scendo negli inferi eccoti se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare anche la mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra per te le tenebre sono come luce. Nel salmo che abbiamo recitato troviamo la continuità di una presenza Dio. Egli non ci abbandona mai, non abbandona le nostre aule, le fatiche della preparazione delle lezioni, le incomprensioni con gli studenti, le soddisfazioni e consolazioni umane e didattiche dei risultati del nostro insegnamento. Dio è con noi e se Dio è con noi chi sarà contro di noi. (Rm 8,31) Per IRC 2-9-17 5
Molti di noi oggi ricevono un mandato alcuni per la prima volta alcuni anche per l'ultima. È il mandato di stare un anno nelle classi per entrare nella vita degli uomini come Samuele. Portiamo con noi la conoscenza della Parola, l olio della sapienza Infatti Dio ha pronta una corona di salvezza per tutti i suoi figli pronto ad ungere ciascuno di loro re. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce. (1Pt 5,4) Non con le corone che danno gli uomini che passano come quelle dei voti o dei successi scolastici o didattici Dio ha pronta per l'umanità una vita realizzata. Uno dei dubbi che potrebbe venirci è quello che forse Dio avrebbe scelto le persone sbagliate! Perché conosciamo le fragilità nostre sia come gruppo, come realtà istituzionale, e soprattutto la situazione di ciascuno. Questo potrebbe sembrare un argomento contro Dio che poteva scegliere meglio, ma questo ancora una volta va a dimostrare che solo Dio può decidere in una maniera così spregiudicata strumenti deboli per una comunicazione così grandiosa! Si realizza dentro il nostro mandato gli insegnanti quello che troviamo scritto nella lettera ai Corinzi 1 Cor 1,Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; I forti sono confusi dalla debolezza di Dio e dei suoi strumenti. È la croce che, appoggiata ai muri delle nostre aule, continua a ricordarcelo: nella debolezza Dio ci ha redenti. Noi strumenti deboli diventiamo efficaci testimoni della debolezza di Dio che vince i cuori con la sua tenerezza Per IRC 2-9-17 6
Chiediamo davvero al Signore di essere capaci di mostrare il suo volto di avere pronta una testimonianza franca di ciò in cui noi crediamo non per scelte morali o ideologiche, ma per esperienza di Lui. Siamo testimoni dell'incontro fatto con Dio e con la sua Chiesa, Dio che ha compiuto la sua opera di salvezza e che prosegue la sua opera di redenzione. Ultimo esempio: Maria: Dio ha guardato l umiltà della sua serva! Con la virtù dell umiltà ci mettiamo a sevizio della verità e dei progetti che Dio ha su noi, sui colleghi e su ognuno dei nostri alunni. Per IRC 2-9-17 7