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15 Domenica del Tempo Ordinario Anno B Mc 6,7-13 Nel racconto di Marco (Mc 3,13-15) Gesù aveva scelto i Dodici perchè stessero con lui e per inviarli in missione. Lo stare con lui non indicava solo una vicinanza fisica ma anche l'accoglienza della sua Parola. E' interessante notare che durante il suo annuncio i Dodici non riescono a comprendere pienamente le parabole narrate da Gesù (Mc 4,10) e lui deve spiegargliele nuovamente.. Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole... Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa... (Mc 4,10.34). Il vangelo di oggi inizia con queste interessanti parole... chiamò a sé i Dodici. Il verbo chiamare indica l'autorità di Gesù e il fatto che i Dodici non hanno un messaggio proprio ma devono annunciare solo quello che ricevono da Dio. Per questo motivo Gesù convoca i Dodici testimoni della sua attività, dei suoi insegnamenti e decide di far fare a loro una nuova esperienza missionaria. Nelle sue istruzioni indica ai Dodici come dovrà essere il loro bagaglio personale e come dovranno comportarsi. Infatti nella loro predicazione gli apostoli incontreranno coloro che li accettano e coloro che li rifiutano. Prese a mandarli a due a due. Nella chiamata narrata nel primo capitolo del Vangelo di Marco Gesù aveva scelto due coppie di fratelli per significare la vita di comunione che deve esserci tra gli 1

apostoli. Inoltre essere inviati due per volta è un'affermazione di uguaglianza nella dignità della chiamata che esclude la subordinazione di uno nei confronti dell'altro. L'aiutarsi e la solidarietà reciproca diventano una necessaria esperienza nella comunità degli apostoli e dei discepoli. E' fondamentale considerare che questa loro azione pastorale li pone in diretto contatto con ogni condizione umana. Infatti l'obiettivo di Gesù è che essi si aprono al rapporto con ogni tipo di persone. Egli desidera che i Dodici e i futuri discepoli conoscano la realtà umana di qualsiasi persona senza fare differenze o esclusioni preventive. Nella mentalità del tempo c'era l'idea che i pagani, (i non ebrei) a meno che non si convertivano al giudaismo, erano condannati inesorabilmente da Dio. Questa azione universale di Gesù è profetica perchè ci insegna un atteggiamento iniziale di apertura e disponibilità. Dovremmo sempre riflettere come discepoli di Gesù sulla necessità di un contatto senza pregiudizi con ogni realtà umana insegnando sempre la verità del Vangelo. Per proseguire la nostra meditazione è molto bella e ricca spiritualmente l'omelia di Benedetto XVI che riportiamo... Nel Vangelo di questa domenica, Gesù prende l iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione (cfr Mc 6,7-13). In effetti il termine «apostoli» significa proprio «inviati, mandati». La loro vocazione si realizzerà pienamente dopo la risurrezione di Cristo, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. Tuttavia, è molto 2

importante che fin dall inizio Gesù vuole coinvolgere i Dodici nella sua azione: è una specie di «tirocinio» in vista della grande responsabilità che li attende. Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: cioè Egli non disdegna l aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati. Gesù li manda a due a due e dà loro istruzioni, che l Evangelista riassume in poche frasi. La prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alla comodità. Gesù poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo. Successo. Il successo lo lasciano a Dio. La prima Lettura proclamata ci presenta la stessa prospettiva, mostrandoci che gli inviati di Dio spesso non vengono accolti bene. Questo è il caso del profeta Amos, mandato da Dio a profetizzare nel santuario di Betel, un santuario del regno d Israele (cfr Am7,12-15). Amos predica con grande energia contro le ingiustizie, denunciando soprattutto i soprusi del re e dei notabili, soprusi che offendono il Signore e rendono vani gli atti di culto. Perciò Amasia, sacerdote di Betel, ordina ad Amos di 3

andarsene. Egli risponde che non è stato lui a scegliere questa missione, ma il Signore ha fatto di lui un profeta e lo ha inviato proprio là, nel regno d Israele. Pertanto, sia che venga accettato sia che venga respinto, egli continuerà a profetizzare, predicando ciò che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire. E questo rimane il mandato della Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il suo criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano. Similmente, nel Vangelo, Gesù avverte i Dodici che potrà accadere che in qualche località vengano rifiutati. In tal caso dovranno andarsene altrove, dopo aver compiuto davanti alla gente il gesto di scuotere la polvere sotto i piedi, segno che esprime il distacco in due sensi: distacco morale come dire: l annuncio vi è stato dato, siete voi a rifiutarlo e distacco materiale non abbiamo voluto e non vogliamo nulla per noi (cfr Mc 6,11). L altra indicazione molto importante del brano evangelico è che i Dodici non possono accontentarsi di predicare la conversione: alla predicazione si deve accompagnare, secondo le istruzioni e l esempio Gesù, la cura dei malati. Cura dei malati corporale e spirituale. Parla delle guarigioni concrete delle malattie, parla anche dello scacciare i demoni cioè purificare la mente umana, pulire, pulire gli occhi dell anima che sono oscurati dalle ideologie e perciò non possono vedere Dio, non possono vedere la verità e la giustizia. Questa duplice guarigione corporale e 4

spirituale è sempre il mandato dei discepoli di Cristo. Quindi la missione apostolica deve sempre comprendere i due aspetti di predicazione della parola di Dio e di manifestazione della sua bontà con gesti di carità, di servizio e di dedizione. Cari fratelli e sorelle, rendo grazie a Dio che mi ha mandato oggi a riannunciarvi questa Parola di salvezza! Una Parola che è alla base della vita e dell azione della Chiesa, anche di questa Chiesa che è in Frascati. Il vostro Vescovo mi ha informato circa l impegno pastorale che maggiormente gli sta a cuore, che è in sostanza un impegno formativo, rivolto prima di tutto ai formatori: formare i formatori. E proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il «tirocinio» missionario, perché fossero in grado di assumere la responsabilità apostolica nella Chiesa. Nella comunità cristiana, questo è sempre il primo servizio che i responsabili offrono: a partire dai genitori, che nella famiglia compiono la missione educativa verso i figli; pensiamo ai parroci, che sono responsabili della formazione nella comunità, a tutti i sacerdoti, nei diversi campi di lavoro: tutti vivono una prioritaria dimensione educativa; e i fedeli laici, oltre al ruolo già ricordato di genitori, sono coinvolti nel servizio formativo con i giovani o gli adulti, come responsabili nell Azione Apostolica e in altri movimenti ecclesiali, o impegnati in ambienti civili e sociali, sempre con una forte attenzione alla 5

formazione delle persone. Il Signore chiama tutti, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società. Importante è che la ricchezza dei doni trovi piena accoglienza, specialmente da parte dei giovani; che si senta la gioia di rispondere a Dio con tutto se stessi, donandola nella via del sacerdozio e della vita consacrata o nella via del matrimonio, due vie complementari che si illuminano a vicenda, si arricchiscono reciprocamente e insieme arricchiscono la comunità. La verginità per il Regno di Dio e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere. Come Maria: Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola (cfr Lc 1,38)... (Omelia del 15 Luglio 2012) 6