RASHI ALLA GENESI CAPITOLO VENTIDUE
v. 1: Ora avvenne che, dopo queste parole, Dio tentò Abramo e gli disse: Abramo!. Rispose: Eccomi!. Dopo queste parole Alcuni nostri maestri dicono: Dopo le parole di Satana; egli accusava Abramo davanti a Dio, dicendo: Di tutto quel banchetto che Abramo ha fatto, non ti ha offerto un solo toro o montone! Dio gli rispose: Abramo ha fatto tutto per amore di suo figlio; eppure, se io gli dicessi: Sacrificalo a me, egli non me lo rifiuterebbe (bsanhedrin 89b; Genesi rabbah LV, 4). Eccomi Questa è la risposta dei pii: l espressione indica sottomissione e
Il tuo figlio Abramo obiettò: Io ho due figli! Dio gli disse: Il tuo unigenito. Abramo rispose: Questi è l unico figlio per sua madre, e quello è l unico figlio per sua madre! Dio gli disse: Quello che ami. Abramo replicò: Io li amo entrambi! Dio allora gli disse: Isacco! Per quale motivo Dio non gli rivelò ciò fin dall inizio? Per non gettarlo improvvisamente nello sconforto, confondendolo e turbandogli la mente. E anche per rendergli più caro il suo comandamento, e per dargli ricompensa per ciascuna parola (Ib.). v. 2: Riprese: Prendi, ti prego, tuo figlio, il tuo unigenito, quello che ami, Isacco, e vattene nel territorio di Moria, e fallo salire là in olocausto, su di un monte che io ti dirò!. Prendi, ti prego (na) La particella na esprime una supplica. Dio disse ad Abramo: Ti supplico, supera, per me, anche questa prova, perché non si dica che le precedenti prove non erano vere (bsanhedrin 89b).
v. 3: Abramo si alzò di buon mattino, sellò il suo asino, prese con sé i suoi due ragazzi e il figlio Isacco, spaccò la legna dell olocausto, si alzò e andò verso il luogo che Dio gli aveva detto. Abramo si alzò di buon mattino Egli fu sollecito nel compiere il comandamento divino (bpesachim 4a). Sellò il suo asino Lo sellò lui stesso, senza darne l incarico a uno dei suoi servi. L amore, infatti, induce l uomo a trascurare il suo rango (Genesi rabbah LV, 8; bsanhedrin 105b).
v. 4: Al terzo giorno Abramo alzò gli occhi e vide il luogo da lontano. Vide il luogo da lontano Vide una nube fissata sul monte (Tanchuma, Wa-yera 23).
v. 5: Allora Abramo disse ai suoi ragazzi: Rimanete qui con l asino; io e il ragazzo andremo fin là, adoreremo e ritorneremo da voi. Fin là (koh) L espressione indica quel piccolo tratto di cammino che ci separa dal luogo che ci sta davanti. Il midrash aggadico, invece, dice: Io disse Abramo vado a vedere che ne sarà di quello che mi ha detto Dio: Tale (koh) sarà la tua discendenza (Gen 15, 15; cfr. Genesi rabbah LVI, 2 e Tanchuma, Wa-yera 23). Ritorneremo da voi Egli profetizzò che sarebbero ritornati tutti e due (Ib.)
v. 6: Abramo prese la legna dell olocausto e la pose su Isacco, suo figlio; prese poi in mano il fuoco e il coltello, e andarono tutti e due insieme. Il coltello (maakelet) Il termine significa coltello. E chiamato così, perché esso divora la carne. Altra interpretazione. Questo coltello è chiamato maakelet, per il fatto che Israele mangia ancora della ricompensa data per esso (Genesi rabbah LVI, 3).
v. 6: Abramo prese la legna dell olocausto e la pose su Isacco, suo figlio; prese poi in mano il fuoco e il coltello, e andarono tutti e due insieme. Andarono tutti e due insieme Abramo, che sapeva di andare a immolare suo figlio, andava con la stessa buona volontà e con la stessa gioia di Isacco, che non aveva alcuna idea della cosa.
vv. 7-8: Isacco si rivolse a suo padre Abramo e disse: Padre mio!. Rispose: Eccomi, figlio mio. Riprese: Ecco qui il fuoco e la legna; ma dove è l agnello per l olocausto?. Abramo rispose: Dio si provvederà da sé l agnello per l olocausto, figlio mio!. E andarono tutti e due insieme. Dio si provvederà (yireeh) da sé l agnello per l olocausto, figlio mio Dio vedrà (yireeh) e si sceglierà da sé l agnello; e se non vi sarà alcun agnello per l olocausto, sarai tu, figlio mio, l agnello per l olocausto. Sebbene allora Isacco comprendesse che andava ad essere sgozzato, essi andarono
vv. 9-11: Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva detto; lì Abramo edificò l altare, collocò la legna, legò Isacco suo figlio e lo depose sull altare, al di sopra della legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l angelo del Signore lo chiamò e gli disse: Abramo! Abramo!. Rispose: Eccomi!. Abramo! Abramo! La ripetizione del nome di Abramo esprime l affetto che Dio aveva per lui (Genesi rabbah LVI, 7; Sifra Lv 1, 1).
v. 12: Riprese: Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli male! Perché ora io so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito!. Perché ora io so D ora in poi io so che cosa rispondere a Satana e alle nazioni che mi domandavano con stupore perché io avessi tanto amore per te. Ora io ho una risposta, perché essi vedono che tu temi Dio.
v. 13: Allora Abramo alzò gli occhi e guardò; ed ecco un ariete, dopo, impigliato in un cespuglio con le corna. Abramo andò a prendere l ariete e lo offrì in olocausto al posto di suo figlio. Ecco un ariete Esso era destinato a questo scopo fin dai sei giorni della creazione (Tanchuma, Shelach 14). Al posto di suo figlio Dal momento che sta già prima scritto: Lo offrì in olocausto, non vi era bisogno che il testo aggiungesse altro! Quale è allora il senso delle parole al posto di suo figlio? Abramo, per ogni atto sacrificale che compiva sull ariete, pregava e diceva: Possa Dio volere considerare tale atto come se io lo compissi su mio figlio: come se fosse mio figlio ad essere immolato; come se fosse il suo sangue ad essere sparso; come se fosse lui ad essere scorticato; come se fosse lui ad essere bruciato e ridotto in cenere (Ib.).
v. 14: Abramo chiamò il nome di quel luogo il Signore provvederà, così che oggi si dica: Sul monte il Signore appare. Oggi Nei giorni futuri. Ha lo stesso significato posseduto sempre, nella Scrittura, dall espressione fino ad oggi. Tutte le generazioni future, leggendo questo testo, riferiranno l espressione fino ad oggi al giorno in cui esse vivono. Il midrash aggadico invece dice: Il Signore possa vedere questo legamento di Isacco per perdonare a Israele ogni anno e per risparmiargli il castigo, così che si dica oggi cioè in tutte le generazioni future sul monte del Signore appare la cenere di Isacco, raccolta e posta in espiazione (Tanchuma, Wa-yera 23).