PIANO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE



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Liceo Scientifico "P. Ruggieri" Via Falcone n. 14-91025 Marsala (TP) Telefono: 0923/718295 Fax: 0923/951730 Internet: -www.liceoscientificomarsala.it Cod. Fis. 82006020810 PIANO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE LUOGO e DATA: Marsala, 01/09/2014 REVISIONE: 01/2014 DESCRIZIONE: PIANO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE IL DATORE DI LAVORO (Prof.ssa Fiorella Florio) IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (Arch. Gianluca Riggio) IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (Prof. Biondo Diego)

PIANO DI EMERGENZA E DI EVACUAZIONE INTRODUZIONE Generalità Il presente Piano di Emergenza e di Evacuazione, in seguito denominato Piano, è emanato dal Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico Statale Pietro Ruggieri di Marsala, Prof.ssa Fiorella Florio, ai fini e per gli effetti dell art. 43 del D.Lgs. n. 81/08 (che sostituisce di fatto l art. 12 del D.Lgs. 626/94), del D.M. 10/03/1998 e del D.M. 26/08/1992. Identificazione e riferimenti della Struttura Nome Struttura: Liceo Scientifico Statale Pietro Ruggieri Unità produttiva: Plessi Pietro Ruggieri Indirizzo: Via G. Falcone n. 14-91025 Marsala (TP) Dirigente Scolastico: Prof.ssa Fiorella Florio R.S.P.P.: Arch. Gianluca Riggio Addetti alla gestione dell emergenza: Laudicina Nicolò (Collaboratore Tecnico) Casano Vito (collaboratore scolastico) Sammartano Nicolò (collaboratore scolastico) Messina Tommaso (collaboratore scolastico) Pocorobba Baldassare (collaboratore scolastico) Addetti al primo soccorso: Salvatore Bossolo (collaboratore scolastico) Vito Casano (collaboratore scolastico) Tommaso Messina (collaboratore scolastico) Baldassare Rosario Licari (collaboratore scolastico) Baldassare Pocorobba (collaboratore scolastico) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: Biondo Diego (docente) Medico competente: ------------------------- Strutturazione del Piano Nel presente documento sono definiti: gli ambiti di applicazione, gli obiettivi ed i criteri generali di organizzazione; 2

l organizzazione della gestione dell emergenza all interno dell unità produttiva e la definizione dei soggetti coinvolti: quelli presenti al momento dell incidente (chiunque, squadra di emergenza, addetti al primo soccorso) ed i soggetti esterni (agenti del Soccorso Pubblico, ecc.); i comportamenti e gli interventi per tipici scenari di incidente: incendio, allagamento, blackout, crolli, terremoto, ecc.). Al presente documento fanno capo una serie di appendici esplicative e di allegati, in cui sono presentati: attività di prevenzione dell emergenza: sorveglianza, controlli periodici e manutenzione dei dispositivi di sicurezza ed antincendio (App. A); criteri di analisi del rischio ai fini della stesura del piano di emergenza (App. B); requisiti di idoneità degli addetti alla Squadra di Emergenza (App. C); contenuto del presidio di emergenza (App. D); procedure per l evacuazione delle persone disabili (App. E); numeri telefonici utili e schema di chiamata dei soccorsi (App. F); segnalazioni di emergenza (App. G); norme e documenti di riferimento (App. H); modulo per la designazione dei componenti delle squadre di emergenza e di primo soccorso (All. I). Nel Documento di Valutazione dei Rischi, steso a parte, sono contenute tutte le informazioni riguardanti i rischi presenti, le specifiche misure di prevenzione e protezione adottate, i nominativi delle persone addette all emergenza, all evacuazione e alla lotta antincendio e altri documenti. Fanno inoltre parte integrante del presente Piano tutte le planimetrie di orientamento che sono state opportunamente preparate e posizionate nei locali della Struttura. Nelle planimetrie sono in particolare riportate le seguenti informazioni: Ubicazione delle uscite di emergenza; Individuazione dei percorsi di fuga; Ubicazione delle attrezzature antincendio; Individuazione delle aree di raccolta esterne; Individuazione dei locali; Ubicazione delle cassette di primo soccorso; Ubicazione dei telefoni per le chiamate di emergenza. Ambito di applicazione 3

Il Piano è rivolto a tutto il personale facente capo all Istituzione Scolastica, a quello di eventuali Ditte esterne, che possono trovarsi nei luoghi di lavoro. Il personale afferente a tali Ditte è tenuto pertanto ad osservare le stesse prescrizioni previste nel Piano per il personale della Scuola ed i relativi Responsabili sono tenuti a coordinarsi con il Dirigente. Di seguito la Scuola e le Ditte esterne saranno definiti unitariamente Strutture. Allo stesso modo il personale della Scuola eventualmente ospitato presso Ditte esterne, ai sensi dell art. 10 del D.M. n. 363 del 05/08/1998, dovrà attenersi al piano di emergenza redatto da queste ultime e dovrà fornire loro tutte le informazioni e la collaborazione necessaria. In caso di affidamento di lavori all interno di una Struttura, la Ditta appaltatrice dovrà ricevere dal Committente le informazioni sulla gestione dell emergenza. Qualora due o più Strutture fruiscano di locali comuni ovvero siano ubicate all interno di un medesimo insediamento, i rispettivi Responsabili si devono coordinare al fine di garantire l applicazione del Piano. Infine il Piano è valido anche per il pubblico presente (nel caso specifico soprattutto parenti degli alunni). Obiettivi del Piano Gli obiettivi generali del Piano sono quelli del controllo dell emergenza e consistono nel: salvaguardare la vita umana, garantendo la tutela della sicurezza e della salute di tutte le persone; minimizzare i danni all insediamento, ai materiali, ai beni ed agli impianti in esso presenti; salvaguardare l ambiente esterno; ricondurre il sistema allo stato di normalità o di non nocività il più velocemente possibile; essere attuabile in tutte le possibili situazioni contingenti e ragionevolmente prevedibili. A tali obiettivi generali si può giungere da un lato disponendo di strutture a norma, sistemi di allarme e planimetrie dettagliate degli edifici e dall altro definendo in modo chiaro ed univoco obiettivi specifici, quali: individuare le attività maggiormente a rischio, tali da poter creare situazioni di emergenza; predisporre le risorse e i mezzi adeguati ed efficienti per fronteggiare l emergenza; definire compiti e ruoli dei soggetti incaricati della gestione dell emergenza; stabilire chiare procedure organizzative ed operative; attuare un programma di formazione degli addetti e di informazione del personale. Definizioni Valgono le seguenti definizioni: 4

Addetto al Primo Soccorso: persona con preparazione specifica a cui rivolgersi in caso di infortunio o di malore per avere le prime immediate cure. Emergenza: situazione anomala che presenta un pericolo potenziale immediato o in atto per gli occupanti dell insediamento ovvero per le cose o per l ambiente. Si può suddividere in due stati in funzione della gravità della situazione: 1. emergenza di primo grado o stato di pre-allerta (attivazione della squadra di emergenza, primo intervento); 2. emergenza di secondo grado o stato di evacuazione (attivazione degli assistenti all emergenza, evacuazione parziale o totale dell edificio, chiamata dei soccorsi esterni). Insediamento: edificio o parte di esso occupato da una Struttura. Luogo di raccolta esterno: luogo sicuro all esterno dell insediamento, ove si raccolgono le persone evacuate. Soccorso Pubblico: Enti esterni deputati alle attività di pronto intervento, di primo soccorso e di ordine pubblico (es. Vigili del Fuoco, Soccorso Sanitario, Carabinieri, Polizia, ecc.). Squadra di Emergenza (Squadra): gruppo di persone incaricato di attuare le misure di prevenzione incendi, di lotta antincendio e di gestione delle emergenze durante l orario di attività della Struttura. Ha il compito di garantire il primo intervento in caso di emergenza fino all eventuale arrivo degli agenti del Soccorso Pubblico. I componenti sono nominati dal Dirigente Scolastico. Struttura: l unità produttiva della Scuola o un altra qualsivoglia Ditta ospitata, che opera presso l insediamento oggetto del Piano. 5

CRITERI GENERALI DI ORGANIZZAZIONE Competenze La realizzazione e l attuazione del Piano, oltre al personale della Struttura interessata, coinvolgono più soggetti, tra cui necessariamente il Dirigente Scolastico, il soggetto redattore del Piano e, se presente, anche il Medico Competente. Altri soggetti potranno essere di volta in volta individuati in base a situazioni specifiche. Compiti del Dirigente Scolastico Il Dirigente Scolastico è responsabile per l attuazione del Piano presso la propria Struttura, e può avvalersi a tale scopo di referenti di plesso a tale scopo designati tra i lavoratori presenti nel medesimo insediamento. Inoltre, qualora vi siano situazioni gravi e di pericolo immediato, il Dirigente Scolastico può disporre, in via cautelare, gli eventuali provvedimenti di urgenza compresa la sospensione delle attività in corso. Premesso quanto sopra, i compiti del Dirigente Scolastico sono: eventuale nomina di referenti di plesso; designazione dei lavoratori addetti all emergenza, all evacuazione e alla lotta antincendio; aggiornamento dell elenco nominativo dei componenti della Squadra di Emergenza; definizione delle turnazioni dei componenti della Squadra di Emergenza e dei limiti temporali di validità, in modo tale che siano sempre in numero sufficiente, durante l orario di lavoro ed in funzione delle attività svolte; definizione dell orario di attività della Struttura ai fini della predisposizione dei turni della Squadra; definizione ed attuazione di un programma di formazione ed informazione per i componenti della Squadra, con il coinvolgimento di eventuali esperti nei diversi settori; predisposizione di quanto previsto per eventuali attività a rischio che debbano essere svolte fuori orario, ivi comprese manifestazioni e/o convegni; effettuazione delle esercitazioni di simulazione dell emergenza, con la collaborazione del Servizio di Prevenzione e Protezione; predisposizione ed attuazione degli adempimenti previsti dal Piano, per quanto di competenza, di concerto con i Responsabili delle Strutture eventualmente presenti nello stesso insediamento, compresa la concessione di autorizzazioni all ingresso nell insediamento fuori orario ovvero allo svolgimento di particolari attività a rischio; 6

accordarsi con le Ditte esterne appaltatrici/fornitrici in attività presso la Struttura di competenza, ai fini del coordinamento delle attività in sicurezza, comprese le procedure da adottare in caso di emergenza; segnalare preventivamente al soggetto redattore del Piano e al Servizio di Prevenzione e Protezione situazioni che possono comportare la revisione del Piano; provvedere affinché siano effettuate le verifiche periodiche di cui all App. A e sia compilato il registro dei controlli periodici e di manutenzione antincendio; informare il personale sul Piano e sui nominativi dei componenti la Squadra di Emergenza, compresi i numeri telefonici cui possono essere rintracciati durante l orario di lavoro; disporre (se necessario insieme al referente di plesso) l eventuale evacuazione dell insediamento o di parte di esso; disporre (se necessario insieme al referente di plesso) l eventuale intervento del Soccorso Pubblico (Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Carabinieri, Soccorso Sanitario, ecc.) o di altri soggetti; ordinare la ripresa dell attività lavorativa al termine di un emergenza; realizzare gli interventi necessari al fine della predisposizione del Piano. Compiti del soggetto redattore del Piano I compiti del soggetto redattore del Piano sono: redazione ed aggiornamento, per quanto di competenza, del Piano di Emergenza e di Evacuazione del Settore (delle singole unità produttive), e in particolare definizione del ruolo e dei compiti in capo ai soggetti addetti all emergenza, all evacuazione e alla lotta antincendio, e definizione delle procedure di emergenza, evacuazione e primo soccorso, di concerto con le figure preposte; supporto al Dirigente Scolastico nella definizione ed attuazione di un programma di formazione ed informazione per i componenti della Squadra, con il coinvolgimento di eventuali esperti nei diversi settori; programmazione delle esercitazioni periodiche di simulazione dell emergenza, da effettuarsi a cura della Struttura; predisposizione di tutte le planimetrie relative alla situazione esistente nell insediamento; comunicazione ed aggiornamento dei propri numeri telefonici di reperibilità in caso di emergenza; intervento, se e quando richiesto. Compiti del Medico Competente I compiti del Medico Competente (se presente) sono: 7

collaborare con il soggetto redattore alla stesura del Piano, ove necessario; esprimere i giudizi di idoneità allo svolgimento dell incarico di componente della Squadra di Emergenza e per l effettuazione dei corsi pratici di addestramento antincendio. Analisi dei rischi Il Piano è dimensionato sul singolo insediamento, in relazione al tipo di edificio, alle attività svolte al suo interno e segnalate dalle Strutture e alle misure di prevenzione e protezione ivi adottate. In Appendice B vengono definiti i criteri generali di individuazione delle possibili fonti di pericolo, mentre si rimanda al Documento di Valutazione dei Rischi per la situazione particolare dell insediamento. Formazione e informazione Il personale individuato a formare la Squadra di Emergenza riceve una specifica formazione, come previsto nel D.M. 10/03/1998, sulla base del rischio presente nella Struttura. Al termine dei corsi di formazione potrà essere accertata l idoneità tecnica dei partecipanti, come previsto dalla normativa vigente. Esercitazioni periodiche Tutto il personale presente nell insediamento deve partecipare alle esercitazioni periodiche, senza esclusione di alcuno, se non previamente autorizzato dal Dirigente Scolastico, sentito il Servizio di Prevenzione e Protezione. Le esercitazioni e le relative osservazioni sono annotate a cura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione sul registro antincendio. Aggiornamento del Piano Il Piano è aggiornato a cura del soggetto redattore, in seguito a modifiche sostanziali nell organizzazione dell emergenza, che si rendessero necessarie a fronte di esercitazioni con simulazione o dopo un emergenza, e comunque dopo aver consultato tutti gli altri soggetti competenti. Il Piano adotta procedure aggiornate in caso di modifiche apportate al Documento di Valutazione dei Rischi, sentito il Servizio di Prevenzione e Protezione e su iniziativa del Dirigente Scolastico, in funzione delle variazioni apportate all edificio o agli impianti ovvero alle attività che vi si svolgono. Il Dirigente Scolastico ed il Servizio di Prevenzione e Protezione hanno pertanto l obbligo di segnalare tempestivamente tali variazioni al soggetto redattore per le necessarie modifiche al Piano. 8

LA GESTIONE DELL EMERGENZA Premessa Si ricorda che un intervento di emergenza deve anzitutto garantire la salvaguardia della vita umana ed impedire la propagazione di una situazione di pericolo grave ed immediato; ogni altro intervento può diventare di secondaria importanza. Fondamentale è quindi la tempistica di intervento: in una situazione di emergenza ogni istante può essere molto prezioso. Gli interventi eseguiti nei primi momenti sono quelli maggiormente determinanti per il contenimento del danno finale; pertanto, chiunque rilevi una situazione di emergenza ha il dovere: 1. di avvisare immediatamente il personale della Struttura; 2. di intervenire immediatamente, se in grado, con i mezzi a disposizione per circoscrivere l evento fino all arrivo dei soggetti incaricati della gestione dell emergenza, ma solo qualora possa farlo senza pregiudizio per la propria o altrui incolumità. Emergenza durante l orario di attività L orario di attività è definito dal Dirigente Scolastico, di concerto con i Responsabili delle Strutture eventualmente presenti nel medesimo insediamento. All interno di tale orario è attiva la Squadra di Emergenza interna (Squadra), le cui caratteristiche e funzioni sono delineate in seguito. Emergenza al di fuori dell orario di attività Poiché al di fuori del normale orario di attività non si può escludere a priori la presenza di persone, la gestione dell emergenza in tale circostanza è rivolta soprattutto alla protezione delle persone eventualmente presenti, mentre per gli interventi ci si deve basare sull ipotesi che non ci siano altre persone disponibili ad intervenire. Al di fuori degli orari di attività nella Struttura possono essere presenti solo persone direttamente autorizzate dal Dirigente Scolastico, che adotta i necessari provvedimenti di sicurezza, qualora si svolgano attività comportanti un certo pericolo. In caso di attività di qualunque tipo che comportino elevata presenza di persone, ovvero un particolare rischio, il Dirigente Scolastico deve provvedere ad attuare i necessari provvedimenti per garantire il pronto intervento. Chiunque rileva una situazione di emergenza fuori dagli orari di attività interviene per quanto possibile e, ove non è in grado di provvedere personalmente, se del caso, attiva il Soccorso Pubblico i Emergenza (113) o i Vigili del Fuoco (115) e notifica direttamente la situazione di allarme, fornendo le informazioni di cui allo Schema di chiamata dei soccorsi. 9

Soggetti incaricati della gestione dell emergenza Squadra di emergenza I componenti della Squadra di Emergenza interna (in seguito definita Squadra) sono individuati univocamente dal Dirigente Scolastico con apposito ordine di servizio, utilizzando il modulo di cui all Allegato H o altro equivalente. I componenti della Squadra sono adeguatamente formati sulle procedure di intervento e sull uso dei dispositivi di protezione. Essi sono in possesso di particolari requisiti (App. C), sono sottoposti alla preventiva e periodica visita di idoneità all incarico e non possono rifiutare la designazione. L incarico di addetto alla Squadra è obbligatorio per legge (art. 20, comma 2, lettera a, del D.Lgs. n. 81/08) e, in quanto tale, prescinde dalle funzioni e dalle mansioni del singolo lavoratore. Tutti i dipendenti possono essere chiamati a rivestire tale ruolo, secondo quanto stabilito dal Dirigente Scolastico. La Squadra ha il compito di gestire il primo intervento in caso di emergenza fino all eventuale arrivo del Soccorso Pubblico, garantendo le seguenti funzioni, ma solo qualora possa farlo senza pregiudizio per la propria o altrui incolumità: interviene con i mezzi disponibili per circoscrivere la situazione e mette in sicurezza possibili sorgenti di rischio (bombole, sostanze infiammabili, contaminanti, ecc.); interviene sugli impianti tecnologici, arrestando l erogazione di acqua, gas, energia elettrica, ecc. dell area in emergenza; dirama lo stato di emergenza e attiva le chiamate di soccorso; decide come intervenire in caso di emergenza e valuta quali procedure attuare; si adopera affinché non insorga panico; assicura l eventuale evacuazione del personale, correggendo atteggiamenti scorretti, che possono derivare dal panico e indicando i percorsi da seguire per raggiungere le uscite di sicurezza utilizzabili; presta aiuto a persone in difficoltà e a portatori di handicap; mette in sicurezza eventuali beni materiali di valore da salvaguardare; si mette a disposizione del Soccorso Pubblico per fornire tutte le informazioni necessarie sull insediamento e in particolare sull ubicazione dei dispositivi di emergenza (estintori, manichette, idranti) e di primo soccorso, nonché sulle vie e uscite di emergenza, mettendo a disposizione le planimetrie dell insediamento, per indicare la natura dell emergenza, le cause che l hanno generata e la sua evoluzione nel tempo, e per indicare se e dove vi sono persone infortunate o bloccate all interno dell insediamento; predispone, ad emergenza terminata, un dettagliato rapporto, raccogliendo le informazioni necessarie; segnala al Dirigente Scolastico eventuali comportamenti non corretti occorsi durante lo svolgimento dell emergenza. 10

Per fronteggiare l evento, la Squadra è dotata delle attrezzature (presidi di emergenza, mezzi di estinzione, ecc.), messe a disposizione dal Dirigente Scolastico e verificate periodicamente a cura del personale incaricato (App. A). Addetti al primo soccorso Gli addetti al primo soccorso sono allertati durante un emergenza nel caso vi siano persone infortunate o colpite da malore. Gli addetti al primo soccorso hanno il compito di: intervenire in caso di infortunio o malore; procedere alla chiamata del soccorso sanitario esterno. Essi non devono somministrare farmaci o effettuare manovre chirurgiche di alcun tipo. Soccorso Pubblico Gli agenti del Soccorso Pubblico (Vigili del Fuoco, Soccorso Sanitario, Carabinieri, ASL, ecc.) al loro arrivo assumono la direzione delle operazioni e possono richiedere la collaborazione del personale presente e in particolare della Squadra. Altri soggetti Altri soggetti (ditte esterne, liberi professionisti, ecc.) potranno essere di volta in volta coinvolti in relazione alla situazione specifica. Procedure di emergenza Le procedure di seguito descritte sono da riferirsi ad emergenze durante l orario di attività. Per emergenze al di fuori di detto orario vale quanto detto in precedenza. I comportamenti e gli interventi da porre in atto in caso di emergenza sono descritti in seguito. Segnalazione e intervento immediato Chiunque si accorgesse del manifestarsi di una qualsiasi situazione di pericolo (principio di incendio, abbondante presenza di fumo, rilevante versamento di sostanze pericolose, ecc.) all interno o nell area esterna dell insediamento deve: 1. intervenire immediatamente con i mezzi a disposizione per circoscrivere l evento fino all arrivo della Squadra di Emergenza, ma solo qualora possa farlo senza pregiudizio per la propria o altrui incolumità; 2. segnalare l emergenza, nel caso non fosse riuscito a contenerla, direttamente o tramite interposta persona alla Squadra; qualora vi fossero infortunati deve avvisare contemporaneamente anche l Addetto al primo soccorso. Nella segnalazione deve precisare (App. F): 11

il proprio nome, cognome e, se necessario, qualifica; la natura dell emergenza; il luogo esatto ove si è verificata l emergenza; l eventuale presenza di infortunati. Chi riceve la telefonata richiede all interlocutore, nel caso ciò non avvenga, le precisazioni di cui sopra e quindi allerta, direttamente o tramite interposta persona, la Squadra. Nel caso si verifichi soltanto una situazione di infortunio, ma non di emergenza, chiunque sia presente deve avvertire direttamente l Addetto al primo soccorso; quest ultimo, considerata la gravità dell infortunio, chiama il Soccorso Sanitario. Solo in caso di estrema urgenza e qualora non riesca a rintracciare la Squadra, chiunque rileva una situazione di emergenza può effettuare direttamente la chiamata al Soccorso Pubblico. Intervento della Squadra di Emergenza La Squadra, ricevuta la segnalazione di emergenza: si reca prontamente sul luogo dell emergenza, valuta la gravità della situazione e la possibilità di intervento; preleva dal presidio di emergenza (App. D) la necessaria attrezzatura per fronteggiare l evento; interviene per circoscrivere e risolvere l evento; dirige tutti gli interventi fino ad emergenza cessata ovvero fino all arrivo del Soccorso Pubblico. Norme comportamentali generali Nel corso di un emergenza tutti devono: mantenere la calma e, per quanto possibile, non farsi prendere dal panico; rispettare le disposizioni impartite dalla Squadra; non riprendere assolutamente l attività lavorativa senza autorizzazione del Dirigente Scolastico; attenersi alle procedure previste nel Piano. Nel caso di evacuazione: prima di allontanarsi, mettere in sicurezza, nei limiti del possibile, eventuali attrezzature o materiali che possono creare situazioni di pericolo; avviarsi senza correre verso l uscita di emergenza più sicura, seguendo le eventuali indicazioni fornite dalla Squadra; aiutare eventuali persone in difficoltà e portatori di handicap, facendosi preferibilmente aiutare da un componente della Squadra, debitamente avvertito; 12

chiudere le porte dietro di sé, accertandosi che non vi siano altre persone all interno; raggiungere il luogo di raccolta esterno. I componenti della Squadra, al termine dell evacuazione, si reca presso il luogo di raccolta esterno e raccoglie eventuali testimonianze utili per l intervento degli agenti del Soccorso Pubblico. Al Dirigente Scolastico spetterà poi stabilire, eventualmente sentiti componenti della Squadra, quando riprendere l attività e rientrare nell edificio. Percorsi di esodo I punti di raccolta sono tre, distinti e separati: Campo di calcetto: punto di raccolta per il personale della zona direzione-segreteria e per alcune classi dei piani terra, primo e secondo poste sull ala sinistra da raggiungere scendendo la scala d emergenza vicino l aula magna; Cortile d ingresso: punto di raccolta per le classi poste ai piani superiori poste sull ala sinistra e zona centrale da raggiungere scendendo la scala interna e attraversando l atrio d ingresso. Palestra: punto di raccolta per le classi dei piani terra, primo e secondo poste sull ala destra da raggiungere alcuni attraverso la scala interna e altri tramite la scala d emergenza posta vicino la palestra. Per la definizione dei percorsi di esodo relativi a ciascun locale fanno fede esclusivamente le singole planimetrie presenti nelle aule, che sono parte integrante del presente Piano. 13

INCIDENTI POTENZIALI: COMPORTAMENTI ED INTERVENTI Di seguito sono riportate le procedure di intervento e i comportamenti da seguire in caso di eventi accidentali comuni. Tali procedure contengono semplici indicazioni che possono risultare banali, ma necessarie per una corretta gestione dell emergenza. INCENDIO Come comportarsi: mantenere la calma; chiamare direttamente o tramite interposta persona uno dei componenti della Squadra, riferendo l accaduto; intervenire, se possibile, ma senza compromettere l incolumità di alcuno; allontanarsi al più presto dalla zona dell incendio o satura di fumo, anche abbandonando senza esitazione eventuali effetti personali; chiudere le porte tagliafuoco, se presenti, dietro di sé, accertandosi che non vi sia più nessuno dietro; in caso di presenza di fumo molto denso, camminare abbassati, vicino al pavimento, con un fazzoletto bagnato sulla bocca e sul naso; in caso di scarsa visibilità, spostarsi con estrema prudenza, saggiando il pavimento, le scale e i pianerottoli prima di avventurarvisi sopra; spostarsi lungo i muri, anche discendendo le scale; evitare di scappare salendo al piano superiore; raggiungere ordinatamente il luogo sicuro più vicino, seguendo i percorsi di emergenza indicati o le istruzioni impartite dalla Squadra. Se il fuoco è all esterno del locale in cui ci si trova e non è possibile uscirne: chiudersi dentro; sigillare ogni fessura per impedire l ingresso del fumo; segnalare la propria presenza con ogni mezzo. Come intervenire: togliere tensione al locale in cui è scoppiato l incendio; interrompere l erogazione di gas metano; allontanare eventuali sostanze combustibili (carta, legno, ecc.), bombole, ecc.; se in grado, azionare il più vicino estintore sul focolaio di incendio; 14

non usare acqua su parti elettriche in tensione; in caso di pericolo accertato, evacuare ordinatamente il locale seguendo le vie di fuga segnalate; verificare che all interno del locale non siano rimaste bloccate persone; impedire l ingresso al locale a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza; prestare il primo soccorso ad eventuali persone infortunate; predisporre le attrezzature per l arrivo dei Vigili del Fuoco e prepararsi per indirizzarli sul luogo interessato dall incendio. Quando gli abiti di una persona prendono fuoco bisogna: evitare che corra; distenderla a terra; spegnere le fiamme avvolgendola con coperta antincendio o con indumenti; non utilizzare estintori. In caso di infortunio o intossicazione: avvisare l Addetto al primo soccorso. Se l incendio non è domato in breve tempo: il Dirigente Scolastico (o il referente di plesso) dispone la chiamata dei Vigili del Fuoco e ordina l evacuazione dell edificio. Prima di riprendere l attività lavorativa: accertarsi che il focolaio sia completamente spento e le cause dell evento siano state rimosse; accertarsi che il locale sia agibile; se è stato utilizzato gas inerte per lo spegnimento, aerare il locale. TERREMOTO Come comportarsi: mantenere la calma; proteggersi, durante il sisma, dalle cadute di oggetti riparandosi sotto tavoli o in corrispondenza di architravi individuate; in caso di scarsa visibilità, spostarsi con estrema prudenza, saggiando il pavimento, le scale e i pianerottoli prima di avventurarvisi sopra; spostarsi lungo i muri, anche discendendo le scale; 15

evitare di scappare salendo al piano superiore; raggiungere ordinatamente il luogo sicuro più vicino, seguendo i percorsi di emergenza indicati o le istruzioni impartite dalla Squadra. Come intervenire: togliere tensione ai locali; interrompere l erogazione di gas metano; in caso di pericolo accertato, evacuare ordinatamente il locale seguendo le vie di fuga segnalate; verificare che all interno del locale non siano rimaste bloccate persone; impedire l ingresso al locale a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza; prestare il primo soccorso ad eventuali persone infortunate. ALLAGAMENTO Come comportarsi: chiamare direttamente o tramite interposta persona uno dei componenti della Squadra, riferendo l accaduto; se possibile, togliere tensione ai locali in emergenza e non effettuare nessuna altra operazione con attrezzature elettriche; in caso di effettivo pericolo, evacuare ordinatamente il locale, seguendo le vie di fuga segnalate; verificare che all interno del locale non siano rimaste bloccate persone; impedire l accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza; verificare se vi sono cause accertabili della perdita d acqua (rubinetti aperti, rottura di tubazioni, ecc.); in caso di perdita da una tubazione, interrompere immediatamente l erogazione dell acqua dal rubinetto generale, avvisando eventuali utenti collegati; porre al sicuro materiali e apparecchiature delicati e/o pericolosi (es. con teli di plastica). Se la Squadra non è in grado di risolvere il problema in breve tempo: il Dirigente Scolastico (o il referente di plesso) dispone la chiamata dei Vigili del Fuoco e ordina l evacuazione dell edificio. Prima di riprendere l attività lavorativa: assicurare il drenaggio dell acqua dal pavimento; verificare che i pavimenti siano asciutti e non scivolosi; 16

verificare che l acqua non abbia raggiunto quadri, apparecchi elettrici e scatole di derivazione; se questo è avvenuto non riattivare l energia elettrica fino al completamento delle relative attività di manutenzione; assicurare la pulizia e la decontaminazione (nel caso si tratti di acque nere) dei locali; accertarsi che le cause della perdita siano state rimosse completamente. MANCANZA IMPROVVISA DI CORRENTE ELETTRICA Come comportarsi: verificare se il black-out riguardi uno o più locali o l intero edificio; verificare che tutte le apparecchiature collegate alla linea interrotta siano spente (OFF); muoversi lentamente e non correre, onde evitare cadute; attendere istruzioni da parte della Squadra. Se il problema non è risolto in breve tempo: il Dirigente Scolastico (o il referente di plesso) dispone la chiamata all ENEL (segnalazione guasti). Prima di riprendere l attività lavorativa: verificare che la mancanza di corrente elettrica non sia stata causata da un corto circuito, che potrebbe avere innescato focolai di incendio; verificare che la mancanza di corrente elettrica non abbia provocato guasti ad apparecchiature e strumentazioni; verificare che gli operatori addetti abbiano ripristinato eventuali apparecchiature elettriche che necessitano di riavvio controllato. CROLLI STRUTTURALI (muri, soffitti, intonaci, ecc.) O DI GROSSE SCAFFALATURE Come intervenire: sospendere le attività lavorative; sezionare gli impianti tecnologici (acqua, energia elettrica) dell area colpita, agendo sugli appositi dispositivi di intercettazione (valvole, interruttori, ecc.); allontanarsi ordinatamente dalla zona pericolosa, evitando atteggiamenti da panico; verificare che nella zona colpita non siano rimaste persone bloccate e/o ferite; interdire l accesso alla zona incidentata a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza; prestare il primo soccorso ad eventuali persone infortunate. 17

Prima di riprendere l attività lavorativa: accertarsi che l area colpita sia agibile (se necessario richiedere un sopralluogo dei Vigili del Fuoco). TELEFONATA TERRORISTICA, SEGNALAZIONE DI ORDIGNO ESPLOSIVO Pur essendo imputabile a scherzo nella maggior parte dei casi, si devono prendere appositi provvedimenti. Chi riceve una telefonata terroristica deve: mantenere la calma; non interrompere l interlocutore; cercare di dialogare e richiedere all interlocutore il maggior numero di informazioni possibili; informare, al termine della telefonata, la Squadra ed il Dirigente Scolastico. Come intervenire in caso di segnalazione di ordigno: in caso di segnalazione telefonica, non effettuare ricerche per individuare l ordigno: ispezionare soltanto i percorsi di emergenza prima dell evacuazione; in caso di presenza di contenitore sospetto, non rimuoverlo; su disposizione del Dirigente Scolastico (o del referente di plesso) evacuare ordinatamente l edificio, seguendo i percorsi di emergenza segnalati, evitando di passare, se possibile, davanti all eventuale contenitore sospetto; verificare che all interno dell edificio non siano rimaste bloccate persone; impedire l accesso all edificio a persone non addette all emergenza; sezionare gli impianti tecnologici (acqua, corrente elettrica, ecc.). Il Dirigente Scolastico: dispone la chiamata dei Carabinieri ovvero della Questura; avvisa il Sindaco o un suo sostituto. NUBE TOSSICA ESTERNA Si tratta del caso in cui all esterno dell edificio sia segnalata una nube tossica estesa. Come intervenire: chiudere immediatamente porte e finestre; sospendere ogni attività; disattivare i sistemi di condizionamento dell aria e di ventilazione; 18

predisporre l immediata evacuazione dei locali seminterrati, convogliando, se possibile, le persone ivi presenti ai piani superiori; evitare che le persone escano all esterno; prestare il primo soccorso ad eventuali persone infortunate o colte da malore; rimanere in attesa di istruzioni. Marsala, Il soggetto redattore e R.S.P.P. (Arch. Gianluca Riggio) Il Dirigente Scolastico (Prof.ssa Fiorella Florio) 19

APPENDICE A - Sorveglianza, controlli periodici e di manutenzione dei dispositivi di sicurezza e antincendio Il Dirigente Scolastico contestualmente alla nomina assegna, con atto formale, agli addetti antincendio, componenti la Squadra, i compiti di sorveglianza, controlli periodici e di manutenzione, da effettuare direttamente o indirettamente, con la frequenza indicata. Detti incaricati, pertanto, fanno riferimento al Dirigente Scolastico per qualsiasi situazione di eventuale pericolo (malfunzionamenti, ecc.) o di inosservanza di cui vengano a conoscenza. L attività di verifica si può suddividere in: 1. sorveglianza interna alla Struttura; 2. controlli periodici e di manutenzione con annotazione su apposito registro. A1 - Sorveglianza interna alla Struttura L attività di sorveglianza consiste nel verificare, con cadenza almeno mensile, che: i percorsi, le vie di esodo e le uscite di emergenza siano sgombre, utilizzabili, funzionanti e non chiuse a chiave o con catene in presenza di personale; le porte di compartimentazione antincendio presenti siano in perfetta efficienza e siano generalmente chiuse; la segnaletica di sicurezza relativa ai rischi generici e specifici presenti nei locali sia ben visibile, provvedendo a collocarla qualora mancasse; la segnaletica relativa ai percorsi di evacuazione e di emergenza sia ben visibile, segnalando al Dirigente Scolastico qualora mancasse; i presidi di emergenza siano riforniti e pronti per l uso, reintegrando eventuali attrezzature mancanti o danneggiate; gli impianti antincendio siano nelle normali condizioni operative (estintori collocati al giusto posto, manichette visivamente in ordine, ecc.); le attività particolarmente pericolose siano svolte nel rispetto delle norme di sicurezza; il deposito dei liquidi infiammabili e di altro materiale infiammabile sia conforme a tutti i criteri di sicurezza previsti. A2 - Controlli periodici e di manutenzione con annotazione sul registro antincendio I controlli periodici e gli interventi di manutenzione in questione sono indicati nella sezione introduttiva del registro antincendio, predisposto dagli uffici competenti. 20

APPENDICE B - Criteri di analisi del rischio B1 - Rischi connessi all edificio I rischi connessi agli edifici che ospitano l unità produttiva in esame sono stati esaminati accuratamente in fase di redazione del Documento di Valutazione dei Rischi e sono stati messi a conoscenza dei lavoratori presenti. B2 - Rischi connessi alle attività Attività potenzialmente pericolose: possibilità di elevato numero di persone nei locali; utilizzo di corrente elettrica per il funzionamento di apparecchiature; immagazzinamento di grandi quantità di materiale infiammabile (es. carta); uso di macchine utensili ed altre attrezzature pericolose. Possibili eventi dannosi: incendio; esplosione; fughe di gas; carenze di ossigeno; infortuni durante lo svolgimento delle attività (lesioni fisiche, asfissie, intossicazioni, shock elettrici); infortuni durante lo sfollamento (lesioni fisiche, malori). B3 - Misure di prevenzione e protezione Le misure di prevenzione e protezione adottate per contenere gli effetti dannosi connessi a situazioni di emergenza (sia legati alle caratteristiche degli edifici, sia al tipo di attività effettuate) sono descritte nel Documento di Valutazione dei Rischi adottato dal Liceo Scientifico Statale Pietro Ruggieri. 21

APPENDICE C - Requisiti di idoneità per i componenti della Squadra di Emergenza I componenti della Squadra di Emergenza devono essere in possesso di particolari requisiti: preferibilmente sono volontari; si ricorda comunque che i lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione (art. 43, comma 3, del D.Lgs. 81/08), qualunque sia la loro mansione; preferibilmente hanno avuto passate esperienze in squadre di emergenza, Vigili del Fuoco, pronto soccorso (ex pompieri, infermieri, medici, volontari CRI, ecc.); hanno età superiore ai 18 e preferibilmente inferiore ai 55 anni; sono sottoposti a visita preliminare atta ad accertare l idoneità all incarico e al corso di addestramento; conoscono l insediamento in cui lavorano (principali rischi, dispositivi di sicurezza, vie e uscite di emergenza, funzionamento degli impianti tecnologici, ecc.); hanno buone capacità di comunicazione sia verso i colleghi che verso estranei; sostengono un addestramento specifico (lotta antincendio, pronto intervento, evacuazione) con verifica finale. 22

APPENDICE D - Contenuto del presidio di emergenza La dotazione minima del presidio di emergenza è la seguente, salvo diversa indicazione del Dirigente Scolastico: quanto disposto dal D.M. n. 388/2003 (gruppo B); una copia completa del Piano di Emergenza e di Evacuazione. Il numero e la posizione dei presidi di emergenza sono definiti dal Dirigente Scolastico, sentito il parere del Servizio di Prevenzione e Protezione. 23

APPENDICE E PROCEDURA PER L EVACUAZIONE DELLE PERSONE DISABILI Questa procedura fornisce indicazioni per il soccorso e l evacuazione delle persone disabili in situazioni di emergenza. L evenienza di trasportare o semplicemente assistere disabili in caso d incendio o altro tipo di emergenza richiede metodiche e comportamenti specifici ed appropriati da parte dei soccorritori. Da qui l idea di redigere una procedura semplice che supporti l azione di chi porta aiuto, mettendolo in guardia sugli errori da evitare e suggerendogli i modi fra i più corretti per intervenire. La possibile presenza di persone disabili in una struttura scolastica, può essere data da colleghi di lavoro o da persone presenti occasionalmente (studenti, visitatori, ecc.). Inoltre, bisogna aggiungere i lavoratori e gli studenti che, anche per periodi brevi, si trovano in uno stato di invalidità anche parziale (es. donne in stato di gravidanza, persone con arti fratturati, ecc.). Sarà cura delle persone che si trovano nelle condizioni appena citate di avvertire i colleghi Addetti Antincendio per segnalare la propria situazione; tale segnalazione permette agli Addetti stessi di poter meglio intervenire e di poter meglio gestire la situazione di emergenza. Si deve, inoltre, ricordare che una persona non identificabile come disabile in condizioni ambientali normali, se coinvolta in una situazione di crisi potrebbe non essere in grado di rispondere correttamente, adottando, di fatto, comportamenti tali da configurarsi come condizioni transitorie di disabilità. Affinché un soccorritore possa dare un aiuto concreto è necessario che sia in grado di comprendere i bisogni della persona da aiutare, anche in funzione del tipo di disabilità che questa presenta e che sia in grado di comunicare un primo e rassicurante messaggio in cui siano specificate le azioni basilari da intraprendere per garantire un allontanamento celere e sicuro dalla fonte di pericolo. Gli elementi che possono determinare le criticità in questa fase dipendono fondamentalmente: dalle barriere architettoniche presenti nella struttura edilizia (scale, gradini, passaggi stretti, barriere percettive, ecc.) che limitano o annullano la possibilità di raggiungere un luogo sicuro in modo autonomo; dalla mancanza di conoscenze appropriate da parte dei soccorritori e degli Addetti Antincendio, sulle modalità di percezione, orientamento e fruizione degli spazi da parte di questo tipo di persone. Queste condizioni si possono verificare contemporaneamente e, pertanto, vanno affrontate e risolte insieme mediante una corretta pianificazione degli interventi da apportare nel tempo all edificio e formando in modo specifico il personale incaricato. 24

MISURE DA ATTUARSI PRIMA DEL VERIFICARSI DELL EMERGENZA Il primo passo da compiere è quello di individuare, sia attraverso la conoscenza dell ambiente di lavoro che durante l effettuazione delle prove di evacuazione periodiche, le difficoltà di carattere motorio, sensoriale o cognitivo che l ambiente può determinare. Gli elementi che possono determinare le criticità in questa fase dipendono fondamentalmente: dagli ostacoli di tipo edilizio presenti nell ambiente, quali ad esempio: la presenza di gradini od ostacoli sui percorsi orizzontali; la non linearità dei percorsi; la presenza di passaggi di larghezza inadeguata e/o di elementi sporgenti che possono rendere tortuoso e pericoloso un percorso; la lunghezza eccessiva dei percorsi; la presenza di rampe delle scale aventi caratteristiche inadeguate, nel caso di ambienti posti al piano diverso da quello dell uscita; dagli ostacoli di tipo impiantistico o gestionale, quali ad esempio: presenza di porte che richiedono uno sforzo di apertura eccessivo o che non sono dotate di ritardo nella chiusura (sistema che consentirebbe un utilizzo più agevole da parte di persone che necessitano di tempi più lunghi per l attraversamento delle porte stesse); organizzazione/disposizione degli arredi, macchinari o altri elementi in modo da non determinare impedimenti ad un agevole movimento degli utenti; mancanza di misure alternative all esodo autonomo lungo le scale, nel caso di ambienti posti al piano diverso da quello dell uscita. 25

MISURE DA ATTUARSI AL MOMENTO DEL VERIFICARSI DELL EMERGENZA I criteri generali da seguire nell evacuazione delle persone disabili sono i seguenti: attendere lo sfollamento delle altre persone; accompagnare, o far accompagnare, le persone con capacità motorie o sensoriali ridotte all esterno dell edificio; se non è possibile raggiungere l esterno dell edificio, provvedere al trasporto del disabile fino ad un luogo idoneo, possibilmente un locale dotato di finestra, in attesa dei soccorsi (infatti, se nell edificio non sono presenti spazi calmi *, né adeguata compartimentazione degli ambienti, nell eventualità che le scale siano inaccessibili e impraticabili si dovrà trovare/individuare un luogo sufficientemente lontano dal focolaio d incendio e dotato di finestra accessibile dall esterno dove attendere l arrivo dei soccorsi). segnalare al Centralino di Emergenza o ad un altro Addetto Antincendio l avvenuta evacuazione del disabile o l impossibilità di effettuarla. Si ricorda che è importante impartire ordini chiari, precisi e con tono di voce deciso. Scelta delle misure da adottare La scelta delle misure da adottare è diversa a secondo della disabilità: 1) Disabili motori: scegliere un percorso di evacuazione accessibile (privo di ostacoli, gradini, ecc.) e fornire assistenza nel percorrerlo. 2) Disabili sensoriali: Uditivi: Visivi: facilitare la comunicazione (lettura labiale, frasi brevi, frasi scritte); manifestare la propria presenza, definire il pericolo, definire le azioni, guidarli in luogo sicuro. 3) Disabili cognitivi: assicurarsi della percezione del pericolo, fornire istruzioni semplici. Si ricorda che i docenti che stanno svolgendo lezioni nelle aule e/o le esercitazioni nei laboratori didattici, allertati dalla squadra di emergenza, o dal sistema di allarme presente nella struttura (ottico - acustico; megafoni; vocale, ecc.) provvedono a far uscire gli studenti e a condurli in un luogo sicuro ( punto di raccolta ). * Definizione di spazio calmo: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito; tale spazio non deve costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo e deve avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa di soccorsi. 26

.. Liceo Scientifico Statale Pietro Ruggieri - Via G. Falcone n. 14 91025 Marsala (TP) 1) Disabilità motoria:. La movimentazione di un disabile motorio dipende fondamentalmente dal grado di collaborazione che questo può fornire. Pertanto, per effettuare un azione che garantisca il corretto espletamento della prestazione richiesta e che, nel contempo, salvaguardi l integrità fisica del soccorritore, è necessario: individuare in ogni persona tutte le possibilità di collaborazione; essere in grado di posizionare le mani in punti di presa specifici, per consentire il trasferimento della persona in modo sicuro; assumere posizioni di lavoro corrette, che salvaguardino la schiena dei soccorritori; essere in grado di interpretare le necessità della persona da affiancare ed offrire la collaborazione necessaria. 2) Disabilità sensoriali: Disabilità uditiva Nell assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell attuare i seguenti accorgimenti: per consentire al sordo una buona lettura labiale, la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo; il viso di chi parla deve essere illuminato in modo da permetterne la lettura labiale; nel parlare è necessario tenere ferma la testa e, possibilmente, il viso di chi parla deve essere al livello degli occhi della persona sorda; parlare distintamente, ma senza esagerare, avendo cura di non storpiare la pronuncia: la lettura labiale, infatti, si basa sulla pronuncia corretta; la velocità del discorso inoltre deve essere moderata: né troppo in fretta, né troppo adagio; usare possibilmente frasi corte, semplici ma complete, esposte con un tono normale di voce (non occorre gridare). Non serve parlare in modo infantile, mentre è necessario mettere in risalto la parola principale della frase usando espressioni del viso in relazione al tema del discorso; non tutti i suoni della lingua sono visibili sulle labbra: fare in modo che la persona sorda possa vedere tutto ciò che è visibile sulle labbra; quando si usano nomi di persona, località o termini inconsueti, la lettura labiale è molto difficile. Se il sordo non riesce, nonostante gli sforzi, a recepire il messaggio, anziché spazientirsi, si può scrivere la parola in stampatello su di un foglio; anche se la persona sorda porta le protesi acustiche, non sempre riesce a percepire perfettamente il parlato, occorre dunque comportarsi seguendo le regole di comunicazione appena esposte; per la persona sorda è difficile seguire una conversazione di gruppo o una conferenza senza interprete. Occorre quindi aiutarlo a capire almeno gli argomenti principali attraverso la lettura labiale, trasmettendo parole e frasi semplici e accompagnandole con gesti naturali. 27

Disabilità visiva Nel caso di presenza di persone ipovedenti o prive della vista l addetto o la persona che collabora con gli Addetti Antincendio prenderà sottobraccio la persona interessata e la accompagnerà, avendo cura di non tirare e di non spingere la stessa fornendo tutte le indicazioni su eventuali ostacoli o sul percorso che si sta effettuando. Nell assistenza a persone con questo tipo di disabilità il soccorritore dovrà porre attenzione nell attuare i seguenti accorgimenti: annunciare la propria presenza e parlare con voce ben distinta e comprensibile fin da quando si entra nell ambiente in cui è presente la persona da aiutare; parlare naturalmente, senza gridare, e direttamente verso l interlocutore, senza interporre una terza persona, descrivendo l evento e la reale situazione di pericolo; non temere di usare parole come vedere, guardare o cieco ; offrire assistenza lasciando che la persona vi spieghi di cosa ha bisogno; descrivere in anticipo le azioni da intraprendere; lasciare che la persona afferri leggermente il braccio o la spalla per farsi guidare (può scegliere di camminare leggermente dietro per valutare la reazione del corpo agli ostacoli); lungo il percorso è necessario annunciare, ad alta voce, la presenza di scale, porte ed altre eventuali situazioni e/o ostacoli; nell invitare un non vedente a sedersi, guidare prima la mano di quest ultima affinché tocchi lo schienale del sedile; qualora si ponesse la necessità di guidare più persone con le stesse difficoltà, invitatele a tenersi per mano; una volta raggiunto l esterno è necessario accertarsi che la persona aiutata non sia abbandonata a se stessa ma rimanga in compagnia di altri, fino alla fine dell emergenza. In caso di assistenza di un cieco con cane guida: non accarezzare od offrire cibo al cane senza il permesso del padrone; quando il cane porta la guida (imbracatura) vuol dire che sta svolgendo le sue mansioni; se non volete che il cane guidi il suo padrone, fate rimuovere la guida ; accertarsi che il cane sia portato in salvo con il padrone; nel caso la persona da soccorrere chieda di badare al cane, questo va sempre tenuto al guinzaglio e non per la guida. 28