A menàida 03. U vángo Nino Aprea - Salvatore Argenziano
Oggi è Domenica di Pentecoste. Ancora otto giorni è sarà la Festa dell Uttava 1, la grande festa di Torre. Don Niculino Ascione è concentrato nella esecuzione del dipinto centrale dell altare, quello che caratterizza e dà il nome alla scena. È nascosto da un telo perché la scena sarà rivelata soltanto quando la processione dell Uttava, con il Santissimo in testa, sotto il pallio 2, farà sosta davanti all altare per lo scoprimento. S è scummigliáto l ardare. Autorità civili e religiose percorrono il corso, mentre la banda suona la Marcia Reale e Giovinezza. Con la folla faranno sosta per ammirare l opera maestosa. Il quartiere è tutto in festa con i cupertini stesi ai balconi. Avevamo lasciato mastu Ttore che montava a battagliola e lo ritroviamo a completare il lavoro della coperta. Per prima cosa si procede alla suddivisione degli spazi della coperta per la collocazione dei vánghi 3. Tre sono quelli centrali e il primo è posto a poppavia del centro barca di circa 70 centimetri. La struttura della coperta di prora è costituita dalla pólema i prora, cioè il primo vango della coperta, e da alcuni vangutiélli. Analogamente a poppa, a pólema i poppa e i vangutiélli. 1 Uttava: Festa dei Quattro Altari, così detta perché ricorrente dall ottavo giorno dopo la domenica di Pentecoste. 2 Pállio: Baldacchino costituito da aste che sorreggono un drappo di copertura. 3 Vángo: Baglio. U ángo. Struttura orizzontale della menaida. I vánghi sono tre e disposti a circa 70 centimetri l uno dall altro. Asse di collegamento e rinforzo delle due fiancate della barca. U vango serve a chiudere la struttura a semiguscio della barca, rendendola rigida come un elemento chiuso. In qualche dizionario napoletano u vango è definito erroneamente come sedile ma anche come struttura di supporto. Ritorna il concetto dell aiutante baiulus. etim. Da baiulus, servitore. Nino Aprea - Salvatore Argenziano. - 03. U vángo. 2
Prima della posa dei vánghi si pone in opera sul fondo a marrapéscia 4, all altezza del primo vángo. Vángo e marrapéscia delimitano la zona di poppa, destinata alle reti e alle attrezzature di bordo, dalla zona di prora, destinata in prevalenza alla voga. Sistemata la marrapesce, si procede alla posa in opera r i pperàgne 5, tavole longitudinali sulle quali si appoggio u pagliuólo 6. Intanto mastu Cciccio e mastu Ndulino procedono alle finiture di coperta. Si mettono in opera i bracciuoli tra vango e battagliola. Si tratta di mensole a sezione triangolare atte a dare maggior consistenza al vango per nel senso orizzontale. Ora sulle teste delle matère viene montata a fresata 7 Questa si prolunga dalla prua, fino a u vango i miezo, ed è sporgente verso l interno e prende il nome di curriduro 8. Dal curriduro sporgono i scarmuótti e su questi sarà fissata, sull esterno della fiancata, a farca, la tavola ultima superiore del fasciame. 4 Marrapéscia: Tavola verticale sagomata inferiormente secondo il profilo del fondo della menaide, accostata alla madera. Superiormente ha taglio diritto orizzontale. 5 Peràgna: Tavole di legno poste internamente sulle madere, all attacco con gli stamminali che si prolungano da poppa e prora fino alla marrapescia. 6 Pagliuólo: Pagliolo costituito da tavole mobili. 7 Fresata. Tavola orizzontale che copre le teste degli stamminali. 8 Curriduro. Corridoio. Camminando ncoppa û curriduro ci si può spostare rapidamente da prora al centro della barca. Nino Aprea - Salvatore Argenziano. - 03. U vángo. 3
Superiormente una tavola orizzontale di chiusura, u frisillo, completato esternamente da un listello semitondo, u retunniéllo. Due scarmuotti prossimi alla prua sono sporgenti ed hanno la funzione di colonnette di fissaggio di cime, quasi piccole bitte; prendono il nome di munachette 9. A farca parte dal secondo vango e arriva alla prua. Qui s incastra in una tavoletta trapezoidale, spesso incisa o decorata, posta dietro la ruota di prua. Il suo nome è a schiocca i prora. Intanto è passato u ficaiuolo cu na sporta i fiche, appena còvete. Mastu Ttore tira fuori na spasella e la fa riempire di fichi. Poi manda Angelo dalla putecara a ppuntone, a comprare quatto palatelle i pane. Tutti insieme con gli operai si fa merenda con pane e fichi. Un momento di pausa nella lunga giornata di lavoro. 9 Munachette: Monachelle. Bitte particolari alle quali si dà volta le rizze che tengono ferma l ancora a ceppo durante la navigazione. Nino Aprea - Salvatore Argenziano. - 03. U vángo. 4
Si riprende il lavoro appena interrotto. Dal secondo vango, in continuità della farca e prolungandosi fino alla poppa, si mette in opera u controfriso, un massello di legno duro che arriva fino alla ròta i poppa, alla quale viene fissato. U controfriso poggia sulla fresata di poppa, quella che è più stretta del curriduro di prora. Sotto questa fresata, tra una matèra e l altra, sono state collocate i pputtanelle 10, per il fissaggio r a fresata e r u controfriso. All esterno, nella parte alta r u controfriso, viene montata a centaròla, l equivalente r u retunniéllo di prua ma molto più grossa e fatta di legno duro, di lucìno 11, per resistere all attrito delle cime e delle reti nelle operazioni di sarpaggio 12. Sul frisillo e sulla centarola si pongono i nnòttole, assicelle di legno forate per contenere u scármo 13 al quale, mediante struóppolo 14 si attacca u rimmo 15. L attrito del remo sulle nòttole le consumerà e potranno essere sostituite, senza aver danneggiato frisillo e centaròla. 10 Puttanelle. Pezzi di legno posti tra le matere e fissati con chiodi alla cinta esterna e alla battagliola interna. (Vedi capitolo secondo: I mmatère). 11 Lucino. Leccio. Quercus ilex. 12 Sarpaggio. Operazione del salpare l ancora o le reti. 13 Scarmo. Scalmo, di legno o di ferro. 14 Struóppolo. Stroppo. Pezzo di cima conformata ad anello, per fermare il remo allo scalmo, consentendo il movimento. 15 Rimmo. Remo. Nino Aprea - Salvatore Argenziano. - 03. U vángo. 5
L ossatura della menaide è quasi completa. Tra poco inizia la posa in opera del fasciame, già pronto e stagionato. L anno scorso Salvatore, il nipote più grande è andato da Nicola u scarpariéllo ad affittá na carrettella. Ha caricato i tronchi belli diritti per portarli addù ron Mimì a segaria per il taglio. U munazzè non è ancora dotato di macchine elettriche, come la sega a nastro e la piallatrice. Le tavole segate sono state disposte su rastrelliere, distanziate tra loro per la stagionatura 16, nel munazzè areato. Dopo la posa r i curriduri si procede alla chiusura della coperta di prora con tavole orizzontali. Nella coperta si pratica un foro, a scassa i prora, per il passaggio dell albero della vela. Sottocoperta, a livello del pagliuólo si colloca a scassa i sotto, a sezione quadrata, nella quale l estremità dell albero, sagomata a sezione quadrata, si incastra per il fissaggio. La coperta di prora viene completata cu nu filariéllo, un righello su bordo della coperta e dei curriduri, per impedire all acqua di tracimare all interno della menaide. Si chiude quindi, anche la coperta di poppa, completa di filariello. Nino Aprea - Salvatore Argenziano 16 Stagionatura Il taglio degli alberi va eseguito d inverno e con luna calante (si dice che con luna calante gli umori della pianta tendano a scendere verso le radici). La stagionatura ha lo scopo di equilibrare l umidità interna del legno, per uniformare la tensione delle fibre. A tale scopo il tavolame viene rastellato, cioè sistemato opportunamente distanziato da listelli, e lasciato per un lungo periodo in ambiente asciutto e ben areato. L equilibrio delle tensioni interne evita i ccanniature, le lesioni. Nino Aprea - Salvatore Argenziano. - 03. U vángo. 6