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S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A XVII LEGISLATURA Doc. CLXXXII n. 10 R E L A Z I O N E DEL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, PER LA PARTE DI PROPRIA COMPETENZA, SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE RECANTE NORME PER LA MESSA AL BANDO DELLE MINE ANTIPERSONA (Secondo semestre 2016) (Articolo 9, comma 2, della legge 29 ottobre 1997, n. 374, e successive modificazioni) Presentata dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale (ALFANO) Comunicata alla Presidenza il 31 maggio 2017

PAGINA BIANCA

3 RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE N. 374 DEL 29.10.1997 "Norme per la messa al bando delle mine antipersona" (II semestre 2016) Nel quadro dell'attuazione della legge n. 374 del 29 ottobre 1997, nel secondo semestre 2016, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha continuato ad assicurare l'impegno dell'italia nella realizzazione degli obblighi previsti dalla Convenzione di Ottawa sulla messa al bando delle mine antipersona, garantendo il massimo sostegno alle attività di sminamento umanitario. 1. Rafforzamento della Convenzione Sia sul piano internazionale che su quello nazionale, l'azione svolta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale si è ispirata ai tradizionali obiettivi perseguiti dall'italia nell'ambito della Convenzione di Ottawa, ovvero l'universalizzazione della Convenzione stessa ed il rafforzamento della sua attuazione. Al 31 dicembre 2016, la Convenzione contava 162 Stati membri. Lo Sri Lanka ha firmato la Convenzione il 3 marzo 2016, ma non l'ha ancora ratificata. Sul piano internazionale, è proseguito il dibattito sul perseguimento dell'obiettivo, posto dalla Convenzione, di eliminare le mine antipersona entro il 2025. In particolare, alla fine del secondo semestre 2016, 4 Stati Parte avevano ancora obblighi pendenti in relazione alla distruzione delle scorte (ex art. 4 della Convenzione) e 32 Stati Parte avevano ancora obblighi pendenti relativi alla bonifica di territori contaminati (ex. art. 5) 1 1 Nello specifico, gli Stati che non hanno ancora ultimato la distruzione delle scorte sono: Bielorussia, Grecia, Oman, Ucraina. Quelli che non hanno terminato la bonifica dei territori sono: Afghanistan, Algeria, Angola, Argentina, Bosnia-Erzegovina, Cambogia, Ciad, Cile, Colombia, Croazia, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Eritrea, Etiopia, Iraq, Mauritania, Niger, Oman, Peru, Senegal, Serbia, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tajikistan, Tailandia, Turchia, Ucraina, Regno Unito, Yemen, Zimbabwe. Alla Terza Conferenza di riesame della Convenzione di Ottawa (Maputo, Mozambico, 23-27 giugno 2014) gli Stati Parte hanno approvato 31 azioni specifiche (il cosiddetto "Maputo Action Plan") per l'attuazione e la promozione della Convenzione in vista della quarta conferenza di riesame del 2019, con specifico riferimento alle azioni di bonifica, alla distruzione delle scorte e all'assistenza alla vittime. 3

4 Nel periodo di riferimento, si è tenuta a Santiago del Cile la 15/\ Conferenza degli Stati Parte della Convenzione (28 novembre - 2 dicembre), preceduta da un incontro informale a Ginevra il 16 settembre. In occasione della Conferenza degli Stati Parte, la Polonia ha annunciato di aver terminato la distruzione delle scorte di mine antipersona ad aprile 2016, con più di un anno di anticipo rispetto alla scadenza prefissata (giugno 2017). Nella stessa occasione, l'ecuador ha presentato richiesta di estensione della scadenza per il completamento delle operazioni di bonifica, a seguito del terremoto che ha colpito il Paese nel 2016. La richiesta è stata approvata, così come quelle di Peru e Niger presentate nella riunione intersessionale di maggio 2016. Particolare preoccupazione è stata espressa per la situazione in Ucraina: il Paese è stato formalmente invitato a procedere con un'analoga richiesta di estensione in relazione ai suoi obblighi ex art. 5 della Convenzione. Numerose delegazioni hanno inoltre espresso preoccupazione per l'utilizzo, da parte di attori non statali, sia di mine antipersona sia di ordigni esplosivi improvvisati, circostanza che si sarebbe verificata in vari Stati (Afghanistan, Colombia, Iraq, Libia, Myanmar, Nigeria, Pakistan, Siria, Ucraina e Yemen). La delegazione italiana è intervenuta alla Conferenza sia nel dibattito generale, sia nei segmenti dedicati a cooperazione e assistenza internazionali e assistenza alle vittime. In particolare, l'italia ha posto l'accento sulla necessità di sviluppare le sinergie tra la Convenzione di Ottawa contro le mine antipersona e gli altri strumenti affini, primi fra tutti la Convenzione di Oslo sul bando delle munizioni a grappolo (CCM) e la Convenzione su certe armi convenzionali (CCW), sia a livello programmatico che operativo. Italia e Cile, in quanto coordinatori per l'assistenza alle vittime della Convenzione contro le munizioni a grappolo (CCM), hanno organizzato un side event insieme ai coordinatori per la Cooperazione internazionale della medesima Convenzione ed ai Comitati competenti per l'assistenza alle vittime della Convenzione contro le mine antipersona e del Protocollo V della Convenzione su Certe Armi Convenzionali (CCW). Durante l'evento è stata presentata la "Guidance on Vzctim Assitance Reporting", sviluppata nel quadro della Convenzione di Ottawa, e la "Guidance on an integrated approach to Vzctim Assistance", prodotta nell'ambito della CCM. I partecipanti all'evento hanno espresso l'auspicio che entrambi i documenti possano essere utilizzati dai Paesi membri dei tre accordi che prevedono obblighi in materia di assistenza alle vittime, in linea con l'approccio sinergico all'attuazione degli stessi di cui da tempo il nostro Paese è sostenitore. Proprio su iniziativa della delegazione italiana, è stato possibile ottenere l'inserimento nel documento finale dell'evento di un nuovo paragrafo che incoraggia lo scambio di informazioni ed esperienze tra diversi strumenti internazionali in materia di Vzctim Assistance (VA). Inoltre, nel secondo semestre 2016, l'italia ha continuato ad agire come Presidente del Gruppo di Sostegno all'azione contro le Mine (Mine Action Support Group - MASG), ruolo che ricopre dal mese di gennaio 2016 e che proseguirà nel corso dell'intero biennio 2016-2017. Il Gruppo coordina i programmi d'azione per lo sminamento e l'assistenza umanitaria dei principali donatori, tramite l'armonizzazione delle priorità e la razionalizzazione degli interventi nelle aree geografiche scelte. Il 16 ottobre 2016 il MASG si è riunito a New York. Sul piano degli impegni nazionali a sostegno della lotta alle mine, i 4

5 grandi tradizionali donatori, come Stati Uniti, UE, Germania, Giappone ed in misura minore Australia, Canada, Paesi Bassi, Svizzera, oltre che Italia, hanno fatto stato di costanti, ed in taluni casi crescenti, risorse allocate per la soluzione del problema. In ambito nazionale, il disegno di legge per il divieto di finanziamento alle imprese che svolgono attività di produzione, commercio, trasporto e deposito di mine, munizioni e submunizioni a grappolo è stato approvato al Senato in prima lettura il 6 ottobre 2016 ed è al momento in corso d'esame da parte della Commissione Finanze della Camera. Esso costituisce un ulteriore tassello a complemento della regolamentazione introdotta con le leggi di ratifica delle Convenzioni di Ottawa ed Oslo. 2. Sminamento umanitario Nel corso del 2016, il "Fondo per lo sminamento umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici esplosivi" ex lege 58/2001 è stato finanziato per un importo pari a 2.390.215 euro, comprensivi di fondi assegnati dalla Legge di Stabilità 2016, residui di stanziamento dell'esercizio 2015 e fondi assegnati dal Decreto Missioni 2016. A tale importo si è aggiunto quello, pari a 959.785 euro, assegnato alla neo-istituita Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in base alle disposizioni della Legge 125/2014 istitutiva dell'agenzia. Le risorse complessive per il 2016 a valere sul Fondo per lo sminamento umanitario sono risultate, pertanto, pari a 3.350.000 euro. L'identificazione dei progetti è stata, come di consueto, basata su tre esigenze: in primo luogo, finanziare progetti in Paesi parte della Convenzione di Ottawa; in secondo luogo, sostenere progetti in Paesi e aree geografiche di interesse per l'italia e per la nostra Cooperazione allo Sviluppo; in terzo luogo, identificare iniziative in linea con l'evoluzione del regime di Ottawa, miranti a privilegiare sempre più interventi di assistenza alle vittime e di educazione al rischio rispetto alle attività tradizionali di sminamento e bonifica. Si è tenuto conto, quindi, dell'evoluzione della stessa natura del Fondo, che ad oggi consente di finanziare anche interventi in attuazione delle clausole di assistenza alle vittime e di cooperazione internazionale previste dalla Convenzione di Ottawa, dal V Protocollo sui residuati bellici esplosivi della Convenzione su Certe Armi Convenzionali (CCW) e dalla Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo. A fronte delle risorse e delle esigenze summenzionate, la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo ha provveduto - di intesa con la Direzione Generale per gli Affari Politici (DGAP) e con la Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali (DGMO) - all'individuazione degli interventi da realizzare nel corso dell'anno (i risultati di tale esercizio, condotto d'intesa con AICS, sono stati presentati agli esponenti della società civile, del mondo accademico e dell'imprenditoria in occasione della riunione annuale del Comitato Nazionale per l'azione Umanitaria contro le Mine Antipersona CNAUMA, tenutasi il 17 giugno del 2016 presso il Ministero degli Affari Esteri e della 5

6 Cooperazione Internazionale e presieduta dal Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova). Nel corso del secondo semestre 2016 si è, pertanto, proceduto alla predisposizione dei seguenti interventi, in aggiunta ad un progetto a favore di UNMAS ( United Nations Mine Action Service) nel settore dello sminamento umanitario in Iraq, già approvato nel corso del primo semestre (500.000 euro): Contributo di 500.000 euro a favore di CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa) per l' Afghanistan. Attraverso questa iniziativa si è inteso continuare a sostenere il programma di Riabilitazione Fisica e Reinserimento Sociale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), attraverso il progetto "ICRC Physical Rehabilitation in Afghanistan 2016". Il CICR opera nel Paese dal 1998 attraverso sette centri di riabilitazione; ogni anno circa 9.300 nuovi pazienti vengono registrati. Per favorirne il reinserimento sociale, i centri ortopedici formano e assumono solo persone disabili attraverso una politica di "discriminazione positiva"; Contributo di 200.000 euro a favore di UNMAS (United Nations Mine Action Service) per la Colombia. Il contributo ha consentito di finanziare il progetto "Humanitarian Demining Capacity Enhancement and Strategie Guidance in support of Peacebuilding" per sostenere le attività di bonifica. Grazie al sostegno italiano si potranno realizzare Non Technical Survey (NTS) 2 e attività di bonifica di mine ed altri ordigni esplosivi, nonché attività di assistenza tecnica e pianificazione del Protection Cluster sulla Mine Action, che racchiude gli enti istituzionali attivi nel settore a livello di coordinamento ed operativo; Contributo di 75.000 euro a favore di OSA (Organizzazione degli Stati Americani) per la Colombia. Il contributo ha consentito di sostenere il progetto "Landmine survivor assistance and Socio-economie reinsertion in Colombia" volto a migliorare la qualità della vita delle persone vittime di mine o altri ordigni esplosivi attraverso la fornitura di servizi di riabilitazione fisica e psicologica e l'erogazione di corsi di formazione professionale o assistenza nell'avvio di piccole attività produttive, in coerenza con l'approccio di assistenza integrata promosso dall'italia; Contributo di 70.000 euro a favore dell'istituto Italo Latino Americano (IILA) per il Progetto "Sostegno dell'italia al Governo Colombiano per il rafforzamento dell' AICMA - Azione Integrale Contro le Mine Antipersona - FASE 2". Il contributo, deciso nel 2016 ed erogato a febbraio 2017 a valere sui fondi della legge n. 180/1992 sulla partecipazione dell'italia alle iniziative di pace ed umanitarie in sede internazionale, è rivolto alle attività di assistenza tecnica e formazione delle Forze Armate colombiane impegnate nello sminamento umanitario; Contributo di 150.000 euro da veicolare, tramite UNMAS, alla Sezione Italiana della Intemational Campaign to Ban Landmines ( c.d. Campagna Italiana contro 2 Si tratta di indagini svolte tramite mezzi definiti "non tecnici" come, ad esempio, visite sul luogo, per raccogliere informazioni al fine di effettuare una valutazione sullo stato di presenza delle mine su un territorio. 6

7 le Mine - CICM), per continuare ad assicurare attraverso UNMAS il sostegno alla Campagna Italiana contro le Mine, membro italiano della International Campaign to Ban Landmines - Cluster Munition Coalition (ICBL-CMC). La Campagna è attiva su diversi temi, con un focus su relazione tra società civile e rappresentanze parlamentari e di governo attraverso azioni di advocacy, nonché attraverso attività di formazione e divulgazione in ambito scolastico e universitario. L'associazione partecipa attivamente a tutte le attività e alle iniziative della Rete Internazionale ICBL-CMC e collabora, inoltre, alla ricerca internazionale e alle attività di monitoraggio volte alla redazione annuale dei Landmines e Cluster Monitor Report. Anche grazie al contributo italiano potranno proseguire piccoli interventi di cooperazione realizzati dalla CICM, come l'attività pilota realizzata in Giordania nel corso del biennio 2015-2016; Contributo di 190.000 euro a favore del Geneva Intemational Centre for Humanitarian Demining (GICHD), per sostenere l'universalizzazione degli strumenti di diritto internazionale in materia di sminamento umanitario, nonché per veicolare, attraverso il Centro, anche il sostegno ad altri organismi ginevrini operanti nel settore. Nello specifico, il contributo è stato ripartito come segue: 85.000 euro per le attività del Centro; 57.500 euro per la Implementation Support Unit (ISU) della Convenzione di Ottawa sulle mine antipersona; 33.500 euro per la ISU della Convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo; 7.500 euro per il sostegno alle attività dell'ong svizzera Geneva Call di advocacy verso i gruppi armati non statali. Infine, una quota minore di 6.500 euro per l'associazione Gender & Mine Action Program (GMAP), unica organizzazione interamente dedicata all'integrazione della prospettiva di genere nel settore della lotta contro le mine; Contributo di 250.000 euro a favore di UNMAS per il Sudan. Il contributo mira a sostenere le attività di sminamento condotte da UNMAS nel Paese, con particolare attenzione allo Stato di Kassala dove, peraltro, la Cooperazione italiana è già presente con numerose attività. Il contributo italiano consentirà di realizzare operazioni di bonifica volte a liberare circa 75.000 metri quadrati di territori che potranno essere così utilizzati per lo sviluppo economico e sociale, il ritorno sicuro di rifugiati e sfollati, nonché attività agricole e di allevamento. Inoltre, sono state realizzate attività di assistenza per il reintegro socioeconomico e psicologico delle vittime; Contributo di 200.000 euro a favore di UNMAS per la Palestina, volto ad assicurare sostegno alle attività di educazione al rischio da mine e ordigni inesplosi realizzate da UNMAS nella Striscia di Gaza nel quadro del progetto denominato "Mitigation of the threat posed by explosive hazards in Gaza" volto a ridurre i rischi e l'impatto dovuto alla contaminazione del territorio di residuati bellici esplosivi (ERW) a seguito dell'operazione "Piombo Fuso" del 2008-2009. In particolare, verranno sostenute le attività di UNMAS in materia di coordinamento ed assistenza tecnica per l'individuazione e la rimozione di ordigni o altri manufatti esplosivi. Saranno inoltre realizzate attività di educazione al rischio rivolte sia a civili, personale operativo impiegato nelle attività di rimozione e ricostruzione, scuole e minori; 7

8 Contributo di 500.000 euro a favore di CICR per la Somalia, dove si continua a dare sostegno agli interventi in ambito medico-sanitario, con specifiche attività di riabilitazione delle vittime da mine e ordigni inesplosi. In particolare, una quota di 420.000 euro è stata indirizzata al sostegno degli interventi sanitari per l'assistenza e la fornitura di cure mediche a feriti e malati. Si potranno sostenere 32 strutture sanitarie attraverso la fornitura di medicinali, materiali di consumo, attrezzature, attività di formazione ed assistenza tecnica. La restante quota di 80.000 euro è stata invece destinata al Fondo Speciale Disabili di CICR, per il sostegno di attività di formazione e assistenza tecnica nei centri di riabilitazione di Hargeisa, Mogadiscio e Galkayo, al fine di migliorare le tecniche ortopediche locali; Contributo di 259. 785 euro sul canale bilaterale, gestito dall'ambasciata d'italia a Sarajevo, per la prosecuzione dell'attività di sminamento. Il contributo consentirà di completare - in continuità con le iniziative realizzate in precedenza - la bonifica delle aree a suo tempo già segnalate dall'ente bosniaco che sovraintende alle attività di sminamento nel Paese (Bosnia and Herzegovina Mine Action Centre - BHMAC). Le attività potranno essere realizzate da operatori accreditati presso il BHMAC e attivi localmente nelle attività di sminamento e bonifica del territorio. Si segnala, infine, che in data 27 dicembre 2016 il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Alfano ha approvato un contributo di 500.000 euro a favore di UNMAS per la Libia. L'erogazione del contributo non è stata resa possibile dalla chiusura imminente dell'esercizio finanziario e sarà dunque finalizzata da parte dell'agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nel corso del 2017. *171820019710* *171820019710* 8