Febbraio 2010 1 Lavori in corso notizie da Progetto Sviluppo Liguria Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza per ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. Primo Levi 6.5.2009 Bovienzo, primo respingimento in mare. Foto: Enrico Dagnino
Febbraio 2010 2 Da 16 anni Progetto Sviluppo Liguria lavora con quella che all'inizio era prevalentemente una prospettiva ma di anno in anno costituisce sempre più la realtà di un intervento integrato e a più dimensioni verso le persone del Sud e del Nord del pianeta. Se da una parte siamo più che consapevoli della dimensione quantitativamente ridotta della nostra azione, per altro verso lavoriamo in un'ottica che promuova l'acquisizione di potere da parte delle persone e, di conseguenza, restituisca loro dignità. Siamo convinti che il percorso esistenziale di ogni donna e ogni uomo - dovunque viva - si basi su tre fondamenti: una personalità forte e integrata, la capacità di costruire relazioni, il suo capitale sociale, e la possibilità di partecipare attraverso il lavoro all'opera di ri-creazione del mondo e della Storia. Chi è carente anche solo in una di queste dimensioni difficilmente riesce a costruire il proprio progetto di vita o, talvolta, si ammala dentro. Questo sfondo culturale, politico e valoriale ci accompagna da sempre e trova negli ultimi anni un'espressione sempre più integrata e, per noi, entusiasmante. Educazione alla mondialità: perché? Rio Sumpul, El Salvador. Foto: Progetto Sviluppo Liguria Rio Sumpul: un esempio di ri-nascita Nel 1980, durante la guerra civile, è teatro del massacro di 600 salvadoregni da parte delle forze armate. Oggi è il luogo in cui i bambini disabili coinvolti nei nostri progetti di cooperazione internazionale fanno attività di riabilitazione acquatica. I progetti di Cooperazione Internazionale al Sud trovano un corrispettivo al Nord attraverso il lavoro di Educazione alla Mondialità, di formazione degli adulti e di supervisione che continuiamo nelle realtà in cui siamo radicati da 15 anni, come in quelle nuove che via via chiedono il nostro contributo. Formare significa per noi appunto, dare forma: offrire a ogni ragazza, ragazzo o adulto la possibilità di accedere al suo personale percorso esistenziale, confrontarlo con dati, scenari, strumenti alternativi al pensiero unico dominante in modo che - ri-costruendosi progressivamente - possa crescere nell'autostima e nella fiducia di poter incidere con la sua azione sulla propria vita e sul contesto sociale che la/lo circonda. Cerchiamo insomma di promuovere processi di empowerment, non facciamo 'lezioni', piuttosto apriamo domande e suggeriamo strategie e percorsi che, appunto, facciano acquisire potere alle persone di essere protagonisti - per sé e per gli altri - di un'alternativa al suadente orrore che ci circonda.
Febbraio 2010 3 nessuna donna e nessun uomo è illegale Migranti attraversano il Sahara. Foto: Roberto Neumiller Come sapete dell'italia si parla oggi - in Europa e nel mondo - anche per quello strumento disumano, quel mostro giuridico rappresentato dal cosiddetto 'pacchetto sicurezza'. Una società costantemente tenuta - da destra come spesso anche da sinistra - con il piede della paura sul collo, si abbevera quotidianamente alla sorgente dell'insicurezza e, poco a poco, si rinchiude in sé stessa e diventa sempre più feroce e alienata: vorrà dire qualcosa, ad esempio, che la maggioranza dei cattolici praticanti voti per un governo che è quanto di più anticristiano ci sia e - anche solo laicamente - malvagio; che conferma e promuove la lotta tra i poveri e l'odio verso chi commette reato per il solo fatto di essere straniero. Quando i russi sfondarono le porte dei lager nazisti una delle prime cose che fecero fu di obbligare gli abitanti dei paesi che li circondavano a vedere quello che - quando vedevano entrare i treni e i carri zeppi di ebrei, vedevano uscire il fumo dalle ciminiere dei forni crematoi, sentivano l'odore acre di carne bruciata - non avevano voluto vedere e neppure considerare. Crediamo - amiche e amici - di dover lavorare oggi, perché i nostri figli non ci rinfaccino un giorno di sapere e non avere fatto nulla, perché non "torcano il viso" da noi. Anche in questo senso prosegue il nostro lavoro di consulenza - con un ottica di psicologia sociale - a educatori professionali che operano nell ambito del disagio minorile. L intervento di supervisione educativa è rivolto ad educatori che gestiscono Centri Socio Educativi e/o Comunità residenziali rivolti a minori e giovani adulti con un grado medio e medio-alto di sofferenza psichica. In tali strutture - com è intuibile - la percentuale di minori stranieri è elevata, arrivando facilmente a superare la soglia del 50%, laddove sono rappresentate le comunità straniere maggioritarie a Genova, prima fra tutte quella ecuadoriana.
Febbraio 2010 4 Non molti delle cittadine e dei cittadini genovesi sono consapevoli del fatto che tale fenomeno rappresenta essenzialmente una risposta - considerata la forte componente di persone anziane della popolazione locale - alla rilevante richiesta esistente di personale disponibile a lavori di accudimento della persona, con notevoli carichi di lavoro e complesse gestioni dei tempi di vita; lavori per i quali ben difficilmente gli autoctoni sono disponibili. L arrivo in pochi anni di un considerevole numero di donne ecuadoriane, il ricongiungimento dei loro figli, e successivamente - ma non sempre - dei coniugi, la concentrazione di tale comunità in alcuni quartieri che presentavano dinamiche sociali complesse (San Pier d Arena, Campasso, Cornigliano), la difficoltà a trovare lavoro da parte della componente maschile, tutto ciò ha provocato forme di disagio psicosociale e situazioni di conflitto latente e in cui le/i giovani - quali anelli deboli dei vari sistemi relazionali (famiglia, scuola, quartiere, città) di cui fanno parte - sono le prime vittime. Questa terra è la mia terra (2009-2010) Partito il nuovo progetto di educazione alla mondialità e cittadinanza partecipata destinato a studenti liguri, insegnanti ed educatori professionali. Per ottenere questi risultati noi mettiamo passione, responsabilità e impegno quotidiano. A te chiediamo fiducia e un sostegno concreto: Redazione: Lara Camia, Giorgio Ferroni, Elena Gritti dona il tuo 5x1000! Ricorda che le donazioni a nostro favore sono fiscalmente deducibili. Codice IBAN: IT 08 I 06175 01400 00000 5859880 Questa terra è la mia terra è il programma formativo multidisciplinare con cui proseguiamo, anche quest anno, il costante lavoro educativo volto a contrastare forme di disagio sempre più diffuse nelle città in cui viviamo; cerchiamo di immaginare - insieme a studenti, insegnanti, genitori ed educatori professionali - strumenti e percorsi originali verso un mondo più giusto e capace di futuro. Il nuovo progetto è iniziato a ottobre e prevede la realizzazione di 282 ore di laboratorio, in cui incontreremo circa 950 studenti di 38 classi in 11 scuole, un gruppo di insegnanti di sostegno e 6 gruppi di educatori professionali di 3 cooperative sociali, attivi nella prevenzione e nel trattamento del disagio minorile. Ringraziamo la Regione Liguria e i comuni di Genova, Savona e La Spezia, che cofinanziano il progetto. piazza Acquaverde, 5-16126 Genova - tel. 010 2478588 - prosvil.liguria@liguria.cgil.it - www.prosviliguria.it
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