Un viaggio, quante avventure! Studente/i Università d origine - Giada Baldassari - Supsi Dipartimento Corso di laurea - DEASS - cure infermieristiche Anno accademico - 2018/2019, semestre autunnale Data 5.02.2019
2/5 Media gallery: Ultima sera prima della partenza verso la Svizzera, aperitivo con colleghi, poi diventati amici, sud americani conosciuti sul posto di lavoro. Un normale tramonto visto dal posto di lavoro, ogni sera un tramonto sul mare, ogni sera uno spettacolo diverso. La piazza principale della città di Trieste (piazza Unità d Italia) alla sera durante il periodo natalizio. Più di 40 alberi di natale decorati con luci.
3/5 Io in cima alla montagna Monte Grisa raggiunta dopo un escursione di 2.5 ore. Uno spettacolo della natura, il cielo si incontra con il mare nelle varie sfumature blu. Selfie con una collega argentina conosciuta sul posto di lavoro e con mia sorella. Io e mia sorella il primo giorno a Trieste, la prima cosa che abbiamo visto è stato il mare, che mi manca molto!
4/5 Una gita a Venezia durante un fine settimana e il sole che sempre ci ha accompagnate in questo viaggio. Non so bene da dove partire a raccontare la mia esperienza di mobilità, avrei tante cose da raccontare. Parto col dire che la voglia di partire e fare un esperienza lontana da casa e lontana dalle abitudini c è sempre stata, ho scelto di seguire il corso di laurea in cure infermieristiche alla Supsi appositamente perché si ha la possibilità di fare periodi di stage e/o scuola all estero. La mia voglia di partire e di fare un tirocinio all estero è nata dal fatto che sentivo il bisogno di fare qualcosa di significativo per me, sia a livello personale (perché parti che sei una persona e torni che sei un altra), sia a livello professionale. C è stata l opportunità di fare uno stage di 3 mesi a Trieste presso un centro di salute mentale, (quindi nell ambito della psichiatria, un mondo che da sempre mi affascina) e l ho colta subito. Con me è partita anche mia sorella, stesso tirocinio ma in un diverso centro di salute mentale. Per svolgere questa mobilità, una volta scelto il luogo di stage, ho dovuto compilare un formulario in cui si annuncia che si parte e da lì in poi è sempre stato facile a livello di documentazione, non si è mai lasciati da soli. Viene inviato e spiegato tutto per e-mail sia prima che dopo l incontro pre-partenza. Dove lavoravo io erano già informati di tutto quindi ho dovuto solo consegnare i fogli da firmare e tutto è andato perfettamente bene. Sebbene Trieste non sia molto lontano da casa mia (circa 600 km), la differenza si percepisce bene. Non ho avuto problemi con la lingua dato che si parla italiano, mentre con la mentalità e alcune usanze ho avuto qualche difficoltà inizialmente, tutta questione di abitudine alla fine. La città mi è piaciuta da subito, non è piccola ma nemmeno tanto grande, una cosa che mi manca molto è poter vedere il mare dalla finestra tutti i giorni. Sul posto di lavoro sono stati tutti, indipendentemente dal ruolo lavorativo molto disponibili e cordiali. Non solo mi hanno insegnato competenze inerenti il lavoro (cure infermieristiche), ma mi han pure raccontato storie sulla città, sulle loro vite, sulle loro feste ed usanze. Mi han suggerito i posti più belli da visitare e non solo quelli turistici. Non c è stato un singolo giorno in cui io abbia sentito la malinconia del Ticino e della mia routine. Sicuramente mi porto via molte più cose di quelle che ho lasciato, porterò con me per sempre i ricordi di tutte le persone che ho conosciuto in questo viaggio e che mi hanno insegnato qualcosa. Ho imparato tanto a livello professionale, umano e personale, è sicuramente un esperienza che rifarei altre 100 volte. I miei colleghi e tutor si son fidati da subito e perciò mi han permesso
5/5 di fare molte cose, tra cui la distribuzione dei farmaci sia in CSM che a domicilio, colloqui con psichiatri, visite mediche a domicilio, incontri con i diversi gruppi e attività. La consiglio a tutti, specialmente a chi è timido perché è un occasione per aprirsi con persone sconosciute ed imparare a non avere paura del giudizio. Si impara a vivere da soli o comunque con persone estranee, si impara l arte dell arrangiarsi. Tre mesi possono sembrare tanti ma in realtà passano molto veloce, quanto senti di far parte del mondo estero, è già ora di tornare a casa e quindi alla realtà. Se potessi tornare indietro l unica cosa che cambierei è la durata, avrei voluto durasse di più. Mi son sentita a casa pur essendo lontana. Ho conosciuto persone stupende, non solo italiane ma di diverse nazionalità e ancora oggi ci teniamo in contatto e ci scambiamo foto. Se siete in dubbio se partire in mobilità o meno, per quanto mi riguarda, vi consiglio di partire, non ve ne pentirete.