BASTIONATA DEL BRAIOLA

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Transcript:

BASTIONATA DEL BRAIOLA Macigno Paradise DIFFICOLTÀ DISLIVELLO DURATA BELLEZZA D/D+ (V+) 400m (8 tiri) 6 (3/4 h la via) ITINERARIO: Salita della via Macigno Paradise alla Bastionata del Braiola DIFFICOLTÀ: D/D+ (Max V+, passi di V e V-. Spesso III e IV) ROCCIA: Macigno buono, qualche tratto instabile CHIODATURA: 5 chiodi sparsi nei tiri TIPOLOGIA ARRAMPICATA: Salti di roccia, varia MATERIALE: Materiale d arrampicata, dadi, serie di friend, chiodi e martello LOCALITÀ DI PARTENZA: Rifugio Mattei (MS) QUOTA PARTENZA - ARRIVO: 1149 m - 1500 m PUNTI D APPOGGIO: Rifugio Mattei (non gestito) SEGNAVIA: Sentiero CAI 128, 130, tracce ACQUA: Fontana all imbocco della strada per il Rif. Mattei BIBLIOGRAFIA: - CONSIGLIATA: Si! RED climber

Le vie della Bastionata del Braiola La via Macigno Paradise è situata in un angolo nascosto dell Appennino: il versante sud occidentale dell anticima ovest del Monte Braiola, costituito da una spettacolare sequenza di imponenti salti rocciosi. La via risale l articolato sperone posto al centro della porzione sinistra dell imponente parete che contraddistingue il versante SW dell anticima del Monte Braiola. Si tratta probabilmente della prima via di questo sperduto angolo d Appennino che, in quanto a severità dell ambiente, ha pochi rivali nell ambito dell Appennino Settentrionale. La via ha uno sviluppo di 300 m e si compone di 8 tiri abbastanza continui, lungo una serie di salti di roccia e ripiani erbosi comodi per le soste. La roccia è la classica arenaria macigno dell Appennino Settentrionale, complessivamente buona ma con qualche tratto instabile che richiede la massima attenzione. La via non è attrezzata, ci sono 5 chiodi lungo l intero percorso: tre nel terzo tiro, uno nel settimo ed uno nell ottavo tiro. E necessario avere il materiale per integrare: cordini, friend e dadi permettono un abbondante protezione grazie alle numerose debolezze della parete ma è bene disporre anche di qualche chiodo. Le difficoltà sono variabili; i primi due tiri facili, sul III grado con passi di IV, sono seguiti dal bello e impegnativo terzo tiro con passi tecnici (V+), quindi altri due tiri facili sul III grado seguiti dal sesto tiro più impegnativo, IV+ su roccia non troppo stabile nei passi più impegnativi e verticali. Gli ultimi due tiri (settimo ed ottavo) che salgono il torrione finale sono stupendi, su roccia ottima. Il primo sale una bella placca fessurata seguita da una spettacolare dulfer, il secondo risale uno strapiombante e atletico camino-diedro. Lo scomodo avvicinamento, l ambiente selvaggio, l arrampicata impegnativa lasciano questa via a pochi coraggiosi amanti delle arrampicate appenniniche. Primi salitori: A. Piazza e F. Rossetti il 18 aprile 2013 in circa 4,30 h. Usati 7 chiodi e protezioni veloci, lasciati 5. 2

ACCESSO Indicazioni stradali Dall uscita A15 di Pontremoli si seguono le indicazioni per Filattiera. Qualche chilometro prima del paese si prende a sinistra, indicazioni Serravalle Prati di Logarghena. Si sale per stradina superando il paesino di Serravalle e seguendo le indicazioni per i Prati di Logarghena. Nei pressi di un agriturismo la strada diventa sterrata e si prosegue per alcuni chilometri fino a un passo con fontana. Si prende a destra su strada sempre sterrata, a tratti molto sconnessa (impraticabile con macchine basse), e si raggiunge il Rifugio Mattei dove si lascia la macchina nello spiazzo. Può convenire lasciare la macchina al bivio (fontana) e salire a piedi (0.30 h). Avvicinamento A piedi si segue la carrareccia nella faggeta (Sentiero CAI 128). Oltrepassato un valico, si scende leggermente nella Val Caprio per poi risalire ad una sella, il Portile (1173 m 0,20 h) che separa il Monte Logarghena dalla cresta del Braiola. Si segue il sentiero verso il Monte Braiola per una cinquantina di metri fino a una carbonaia. Si abbandona il sentiero e si procede a mezzacosta a destra (verso N/NE) per tracce di animali nel bosco (ometti e bolli verdi poco visibili). Si attraversa un rio e si continua a mezzacosta fino alla base dello Sperone Sinistro, si attraversa un canalone incassato e si sale l opposto versante per ripidi prati verso la base dello sperone centrale. La via attacca nei pressi di placche appoggiate tra l erba, alla base dello sperone non molto pronunciato (0.45 h). LA VIA 1 tiro: dalla sosta su albero si sale verticalmente cercando di mantenere il filo dello spigolo non molto pronunciato (III). La cresta si fa affilata e si segue il filo dello spigolo, passo delicato, (IV-) fino a sostare su albero ( 40 m). 2 tiro: si sale lungo rocce instabili a sinistra della sosta (III), si supera un tratto erboso, quindi si supera una placca di buona roccia salendo verso destra (IV). Sosta su albero e chiodo (40 m). 3 tiro: verticalmente alla sosta con bel passaggio in dulfer, quindi si esce a destra sotto una sorta di strapiombo (V+). Si sosta sulle rocce sovrastanti a friend (10/15 m 2 chiodi) 4 tiro: si sale a sinistra della sosta lungo roccette (II), quindi superato un tratto erboso si scala una paretina appoggiata lungo una breve fessura (III), poi più facile lungo il filo. Sosta su pianta (50 m). Qui possibile uscire dalla via con due doppie da 60 m sul pendio a sinistra dello sperone da attrezzare su piantine. 3

5 tiro: si procede inizialmente su facili roccette instabili (I/II), quindi verticalmente su roccia ben appigliata (III) piegando leggermente a sinistra, puntando ad un gruppo di alberelli dove si sosta (30 m). 6 tiro: si sale a destra della sosta superando il primo salto roccioso con passo verticale di (IV), poi più facile, quindi si risale il secondo salto roccioso su rocce instabili appigliate (IV+, verticale), fino al ripiano sovrastante dove si sosta su spuntone (30 m). A questo punto si deve camminare su erba per circa 20 metri fino alla sosta successiva su pianta sopra un evidente ometto di pietre. In questo punto è possibile uscire dalla via a sinistra sfruttando una ripida cengia erbosa che conduce nel canale sottostante (NON VERIFICATO!!). 7 tiro: il tiro più bello della via. Si traversa a destra un risalto roccioso (III), quindi si piega a sinistra verso caratteristici spuntoni di rocce rotte (IV), si sale poi verso destra lungo una bella placca fessurata (IV, IV+ chiodo), quindi nuovamente a sinistra con bella dulfer rovescia (V-). Si sale poi verticalmente con arrampicata via via più facile fino a far sosta sotto caratteristici strapiombi, 1 chiodo (50 m 1 chiodo). 8 tiro: altro bel tiro; si sale a destra della sosta con passi delicati (V) fino ad uno stretto caminetto, inizialmente strapiombante ma ben appigliato (passo di V/V+). Il camino si trasforma subito in diedro (chiodo), via via più facile (IV) fino a sostare sulla sommità, da attrezzare (25 m 1 chiodo). DISCESA Si deve ora proseguire lungo la cresta erbosa fino ad un piccolo ometto di pietre, quindi bisogna attraversare a sinistra lungo una larga cengia erbosa su tracce di sentiero create dagli animali, quindi risalire il ripido versante a destra dell imbuto centrale della valletta lungo tracce erbose fino alla cresta dove si incontra il sentiero CAI 130. Si segue il ripido sentiero non molto evidente ma ben segnato fino alla sella (0,20 h). Da qui su carraia già percorsa all andata si raggiunge il Rifugio Mattei (0.40 h). 4

OSSERVAZIONI La via seppur dalle difficoltà contenute è a carattere alpinistico. Nella zona e lungo la via non troverete nessuno. L ambiente è spettacolare, tra creste e pareti rocciose, selvaggio ed isolato. La via, come già detto, non è attrezzata ad eccezione dei 5 chiodi che abbiamo lasciato. L arrampicata è discontinua ma ci sono alcuni passi più impegnativi (max V+) sempre obbligati. La roccia è globalmente buona ma ci sono parecchie pietre instabili anche di grandi dimensioni ed occorre verificare con attenzione tutti gli appigli e gli appoggi. Prestare sempre attenzione soprattutto nel 6 tiro! Siamo tornati più volte a ripetere la via e tutti gli amici con cui abbiamo condiviso la salita sono rimasti soddisfatti. Divertente è il commento di Antonio Bernard: non è lo Spigolo del Velo ma in Appennino.... Personalmente ogni volta la salgo con piacere, il terzo tiro offre la sequenza più impegnativa e se non la si azzecca non è così banale. Gli ultimi due tiri lungo un bel funghetto di pietra sono i più interessanti e continui. 5

Nella parte centrale della via La dulfer del 7 tiro 6