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Atti 10 (At 10, 1-4) Le tue preghiere sono salite innanzi a Dio [1] C'era in Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte Italica, [2] uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio. [3] Un giorno verso le tre del pomeriggio vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: "Cornelio!". [4] Egli lo guardò e preso da timore disse: "Che c'è, Signore?". Gli rispose: "Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite, in tua memoria, innanzi a Dio. (CCC 327) La professione di fede del Concilio Lateranense IV afferma che Dio fin dal principio del tempo, creò dal nulla l'uno e l'altro ordine di creature, quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre; e poi l'uomo, quasi partecipe dell'uno e dell'altro, composto di anima e di corpo [Concilio Lateranense IV: DS 800; Concilio Vaticano I: DS 3002; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8]. (CCC 350) Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: Ad omnia bona nostra cooperantur angeli Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene [San Tommaso d'aquino, Summa theologiae, I, 114, 3, ad 3]. (CCC 351) Gli angeli circondano Cristo, loro Signore. Lo servono soprattutto nel compimento della sua missione di salvezza per tutti gli uomini. (CCC 352) La Chiesa venera gli angeli che l'aiutano nel suo pellegrinaggio terreno, e che proteggono ogni essere umano. (CCC 335) Nella Liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo [Messale Romano, Sanctus ]; invoca la loro assistenza (così nell' In Paradisum deducant te angeli In Paradiso ti accompagnino gli angeli della Liturgia dei defunti, o ancora nell' Inno dei Cherubini della Liturgia bizantina), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi). (At 10, 5-8) Fà venire un certo Simone detto Pietro [5] E ora manda degli uomini a Giaffa e fà venire un certo Simone detto anche Pietro. [6] Egli è ospite presso un tal Simone conciatore, la cui casa è sulla riva del mare". [7] Quando l'angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un pio soldato fra i suoi attendenti e, [8] spiegata loro ogni cosa, li mandò a Giaffa. (CCC 336) Dal suo inizio [Mt 18,10] fino all'ora della morte [Lc 16,22] la vita umana è circondata dalla loro protezione [Sal 34,8; 91,10 13] e dalla loro intercessione [Gb 33,23 24; Zc 1,12; Tb 12,12]. Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita [San Basilio Magno, Adversus Eunomium, 3, 1: PG 29, 656]. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio. (CCC 2462) L'elemosina fatta ai poveri è una testimonianza di carità fraterna: è anche un'opera di giustizia che piace a Dio. (CCC 2447) Le opere di misericordia sono le azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali [Is 58,6 7; Eb 13,3]. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell'ospitare i senza

tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti [Mt 25,31 46]. Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri [Tb 4,5 11; Sir 17,17] è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio: [Mt 6,2 4]. Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto (Lc 3,11). Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, e tutto sarà puro per voi (Lc 11,41). Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? (Gc 2,15 16) [1Gv 3,17]. (At 10, 9-15) Alzati, Pietro, uccidi e mangia! [9] Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare. [10] Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi. [11] Vide il cielo aperto e un oggetto che discendeva come una tovaglia grande, calata a terra per i quattro capi. [12] In essa c'era ogni sorta di quadrupedi e rettili della terra e uccelli del cielo. [13] Allora risuonò una voce che gli diceva: "Alzati, Pietro, uccidi e mangia!". [14] Ma Pietro rispose: "No davvero, Signore, poiché io non ho mai mangiato nulla di profano e di immondo". [15] E la voce di nuovo a lui: "Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo più profano". (CCC 522) La venuta del Figlio di Dio sulla terra è un avvenimento di tale portata che Dio lo ha voluto preparare nel corso dei secoli. Riti e sacrifici, figure e simboli della Prima Alleanza (Eb 9,15), li fa convergere tutti verso Cristo; lo annunzia per bocca dei profeti che si succedono in Israele; risveglia inoltre nel cuore dei pagani l'oscura attesa di tale venuta. (CCC 528) L' Epifania è la manifestazione di Gesù come Messia d'israele, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana [Solennità dell'epifania del Signore, Antifona al Magnificat dei secondi Vespri, Liturgia delle Ore, I] essa celebra l'adorazione di Gesù da parte dei magi venuti dall'oriente [Mt 2,1]. In questi magi, che rappresentano le religioni pagane circostanti, il Vangelo vede le primizie delle nazioni che nell'incarnazione accolgono la Buona Novella della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei giudei [Mt 2,2] mostra che essi, alla luce messianica della stella di Davide [Nm 24,17; Ap 22,16], cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni [Nm 24,17 19]. La loro venuta sta a significare che i pagani non possono riconoscere Gesù e adorarlo come Figlio di Dio e Salvatore del mondo se non volgendosi ai giudei [Gv 4,22] e ricevendo da loro la promessa messianica quale è contenuta nell'antico Testamento [Mt 2,4 6]. L'Epifania manifesta che la grande massa delle genti entra nella famiglia dei Patriarchi [San Leone Magno, Sermo 33, 3: PL 54, 242] e ottiene la dignità israelitica [Veglia pasquale, Orazione dopo la terza lettura, Messale Romano]. 30 (At 10, 16-23) Eccomi, sono io quello che cercate [16] Questo accadde per tre volte; poi d'un tratto quell'oggetto fu risollevato al cielo. [17] Mentre Pietro si domandava perplesso tra sé e sé che cosa significasse ciò che aveva visto, gli uomini inviati da Cornelio, dopo aver domandato della casa di Simone, si fermarono all'ingresso. [18] Chiamarono e chiesero se Simone, detto anche Pietro, alloggiava colà. [19] Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo

Spirito gli disse: "Ecco, tre uomini ti cercano; [20] alzati, scendi e và con loro senza esitazione, perché io li ho mandati". [21] Pietro scese incontro agli uomini e disse: "Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?". [22] Risposero: "Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutto il popolo dei Giudei, è stato avvertito da un angelo santo di invitarti nella sua casa, per ascoltare ciò che hai da dirgli". [23] Pietro allora li fece entrare e li ospitò. Il giorno seguente si mise in viaggio con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono. (CCC 781) In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la sua giustizia. Tuttavia piacque a Dio di santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un Popolo, che lo riconoscesse nella verità e santamente lo servisse. Si scelse quindi per sé il popolo israelita, stabilì con lui un'alleanza e lo formò progressivamente Tutto questo però avvenne in preparazione e in figura di quella Nuova e perfetta Alleanza che doveva concludersi in Cristo cioè la Nuova Alleanza nel suo sangue, chiamando gente dai Giudei e dalle nazioni, perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9]. (At 10, 24-29) Per quale ragione mi avete fatto venire? [24] Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi. [25] Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. [26] Ma Pietro lo rialzò, dicendo: "Alzati: anch'io sono un uomo!". [27] Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: [28] "Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. [29] Per questo sono venuto senza esitare quando mi avete mandato a chiamare. Vorrei dunque chiedere: per quale ragione mi avete fatto venire?". (CCC 1989) La prima opera della grazia dello Spirito Santo è la conversione, che opera la giustificazione, secondo l'annuncio di Gesù all'inizio del Vangelo: Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino (Mt 4,17). Sotto la mozione della grazia, l'uomo si volge verso Dio e si allontana dal peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall'alto. La giustificazione non è una semplice remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell'uomo interiore [Concilio di Trento: DS 1528]. (CCC 1990) La giustificazione separa l'uomo dal peccato che si oppone all'amore di Dio, e purifica dal peccato il suo cuore. La giustificazione fa seguito alla iniziativa della misericordia di Dio che offre il perdono. Riconcilia l'uomo con Dio. Libera dalla schiavitù del peccato e guarisce. (At 10, 30-33) Per ascoltare ciò che Dio ti ha ordinato [30] Cornelio allora rispose: "Quattro giorni or sono, verso quest'ora, stavo recitando la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste [31] e mi disse: Cornelio, sono state esaudite le tue preghiere e ricordate le tue elemosine davanti a Dio. [32] Manda dunque a Giaffa e fà venire Simone chiamato anche Pietro; egli è ospite nella casa di Simone il conciatore, vicino al mare. [33] Subito ho mandato a cercarti e tu hai fatto bene a venire. Ora

dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo qui riuniti per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato". (CCC 1991) La giustificazione è, al tempo stesso, l'accoglienza della giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo. Qui la giustizia designa la rettitudine dell'amore divino. Insieme con la giustificazione, vengono infuse nei nostri cuori la fede, la speranza e la carità, e ci è accordata l'obbedienza alla volontà divina. (CCC 1993) La giustificazione stabilisce la collaborazione tra la grazia di Dio e la libertà dell'uomo. Dalla parte dell'uomo essa si esprime nell'assenso della fede alla Parola di Dio che lo chiama alla conversione, e nella cooperazione della carità alla mozione dello Spirito Santo, che lo previene e lo custodisce: Dio tocca il cuore dell'uomo con l'illuminazione dello Spirito Santo, in modo che né l'uomo resterà assolutamente inerte subendo quell'ispirazione, che certo può anche respingere, né senza la grazia divina, con la sua libera volontà, potrà prepararsi alla giustizia dinanzi a Dio [Concilio di Trento: DS 1529]. (At 10, 34-38) Dio non fa preferenze di persone [34] Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, [35] ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. [36] Questa è la parola che egli ha inviato ai figli d'israele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesù Cristo, che è il Signore di tutti. [37] Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; [38] cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. (CCC 761) La convocazione del Popolo di Dio ha inizio nel momento in cui il peccato distrugge la comunione degli uomini con Dio e quella degli uomini tra di loro. La convocazione della Chiesa è, per così dire, la reazione di Dio di fronte al caos provocato dal peccato. Questa riunificazione si realizza segretamente in seno a tutti i popoli: Chi teme Dio e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto (At 10,35) [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9; 13; 16]. (CCC 453) Il nome Cristo significa Unto, Messia. Gesù è il Cristo perché Dio lo consacrò in Spirito Santo e potenza (At 10,38). Egli era colui che doveva venire, [Lc 7,19] l'oggetto della speranza d'israele (At 28,20). (CCC 486) Il Figlio unigenito del Padre, essendo concepito come uomo nel seno della Vergine Maria, è Cristo, cioè unto dallo Spirito Santo [Mt 1,20; Lc 1,35], sin dall'inizio della sua esistenza umana, anche se la sua manifestazione avviene progressivamente: ai pastori [Lc 2,8 20], ai magi [Mt 2,1 12], a Giovanni Battista [Gv 1,31 34], ai discepoli [Gv 2,11]. L'intera vita di Gesù Cristo manifesterà dunque come Dio [lo] consacrò in Spirito Santo e potenza (At 10,38). (At 10, 39-44) Lo Spirito Santo scese sopra tutti [39] E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, [40] ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, [41] non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. [42] E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che

egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. [43] Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome". [44] Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. (CCC 679) Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha acquisito questo diritto con la sua croce. Anche il Padre ha rimesso ogni giudizio al Figlio (Gv 5,22) [Gv 5,27; Mt 25,31; At 10,42; 17,31; 2Tm 4,1]. Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare [Gv 3,17] e per donare la vita che è in lui [Gv 5,26]. È per il rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso, [Gv 3,18; 12,48] riceve secondo le sue opere [1Cor 3,12 15] e può anche condannarsi per l'eternità rifiutando lo Spirito d'amore [Mt 12,32; Eb 6,4 6; 10,26 31]. (CCC 852) Lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la missione ecclesiale [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 21]. È lui che conduce la Chiesa sulle vie della missione. Essa continua e sviluppa nel corso della storia la missione del Cristo stesso, inviato a portare la Buona Novella ai poveri; sotto l'influsso dello Spirito di Cristo, essa deve procedere per la stessa strada seguita da Cristo, la strada cioè della povertà, dell'obbedienza, del servizio e del sacrificio di sé, fino alla morte, da cui uscì vincitore con la risurrezione [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 5]. È così che il sangue dei martiri è seme di cristiani [Tertulliano, Apologeticus, 50, 13: PL 1,603]. 31 (At 10, 45-48) Pietro ordinò che fossero battezzati [45] E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; [46] li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. [47] Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?". [48] E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni. (CCC 1226) Dal giorno della Pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: Pentitevi, e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a chiunque crede in Gesù: giudei, timorati di Dio, pagani [At 2,41; 8,12 13; 10,48; 16,15]. Il Battesimo appare sempre legato alla fede: Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia, dichiara san Paolo al suo carceriere a Filippi. Il racconto continua: Subito [il carceriere] si fece battezzare con tutti i suoi (At 16,31 33). (CCC 683) Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo (1Cor 12,3). Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! (Gal 4,6). Questa conoscenza di fede è possibile solo nello Spirito Santo. Per essere in contatto con Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo. È lui che ci precede e suscita in noi la fede. In forza del nostro Battesimo, primo sacramento della fede, la Vita, che ha la sua sorgente nel Padre e ci è offerta nel Figlio, ci viene comunicata intimamente e personalmente dallo Spirito Santo nella Chiesa: Il Battesimo ci accorda la grazia della nuova nascita in Dio Padre per mezzo del Figlio suo nello Spirito Santo. Infatti coloro che hanno lo Spirito di Dio sono condotti al Verbo, ossia al Figlio; ma il Figlio li presenta al Padre, e il

Padre procura loro l'incorruttibilità. Dunque, senza lo Spirito, non è possibile vedere il Figlio di Dio, e, senza il Figlio, nessuno può avvicinarsi al Padre, perché la conoscenza del Padre è il Figlio, e la conoscenza del Figlio di Dio avviene per mezzo dello Spirito Santo [Sant'Ireneo di Lione, Demonstratio praedicationis apostolicae, 7].