QUESTIONE PASTORALE N 7 104 La malattia e la morte: luoghi abitati dall annuncio Il pianto di Gesù LA MALATTIA E LA MORTE: LUOGHI ABITATI DALL ANNUNCIO Dalla lettera sinodale n. 7 Nelle situazioni in cui il mondo è distratto, ha fretta, non ha tempo e passa oltre, le comunità fermano lo sguardo e l attenzione, come ha fatto il Samaritano. Ci sono realtà che ne hanno particolare bisogno perché possano essere esperienza umana abitata dall annuncio cristiano: la malattia e la morte. La morte: quale sconcerto! La malattia: quale esperienza di impotenza! Gesù ha fatto suo tutto il senso di abbandono che morte e malattia provocano. Come ha profetato Isaia, Gesù è l uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. Per il credente, che non è esente dall esperienza della desolazione, le oscurità della vita hanno una compagnia, una luce che rompe il muro alto della morte: è la risurrezione di Gesù, di cui la comunità diffonde e porta la speranza. Si può tornare a vedere Gesù, a toccare le sue piaghe, le nostre piaghe. La grazia della fede, la presenza di qualcuno che si avvicina, la preghiera della comunità sono le vie misteriose che riaprono gli occhi. Il malato può diventare in realtà un convincente evangelizzatore: il suo corpo crocifisso è annuncio di salvezza, perché è memoria di Gesù che si è identificato con l umanità sofferente, ed è amore che consola, solleva, trasforma. INVITO ALLA LETTURA e all approfondimento personale LE SORGENTI: LA PAROLA DI DIO Dal Vangelo di Giovanni 11, 17-27 Gesù è la risurrezione e la vita Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betania distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Gli rispose Marta: So che risorgerà nella risurrezione dell ultimo giorno. Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo? Gli rispose: Sì o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo.
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA Dal Vangelo di Marco 1, 40-45 Gesù guarisce un lebbroso. Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: Se vuoi, puoi purificarmi! Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato! E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente lo cacciò via subito e gli disse: Guarda di non dire niente a nessuno; va invece a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Dal Libro di Giobbe 19, 13-19 I miei fratelli si sono allontanati da me I miei fratelli si sono allontanati da me, persino i miei familiari mi sono diventati estranei. Sono scomparsi vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa; da estraneo mi trattano le mie ancelle, sono un forestiero ai loro occhi. Chiamo il mio servo ed egli non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca. Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio ribrezzo ai figli del mio grembo. Anche i ragazzi mi disprezzano: se tento di alzarmi, mi coprono di insulti. Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti: quelli che amavo si rivoltano contro di me. Salmo 41 Beato l uomo che ha cura del debole 105 LE SORGENTI: IL MAGISTERO DELLA CHIESA Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes Il mistero della morte n. 18 Di fronte alla morte l enigma della condizione umana diventa sommo. Non solo si affligge, l uomo, al pensiero dell avvicinarsi del dolore e della dissoluzione del corpo, ma anche, ed anzi più ancora, per il timore che tutto finisca per sempre. Ma l istinto del cuore lo fa giudicare rettamente, quando aborrisce e respinge l idea di una totale rovina e di un annientamento definitivo della sua persona. Il germe dell eternità che porta in sé, irriducibile com è alla sola materia, insorge contro la morte. Tutti i tentativi della tecnica, per quanto utilissimi, non riescono a calmare le ansietà dell uomo: il prolungamento della longevità biologica non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore che sta dentro invincibile nel suo cuore.
QUESTIONE PASTORALE N 7 106 Francesco, Evangelii Gaudium La malattia e la morte: luoghi abitati dall annuncio 76. Sento una gratitudine immensa per l impegno di tutti coloro che lavorano nella Chiesa. Non voglio soffermarmi ora ad esporre le attività dei diversi operatori pastorali, dai vescovi fino al più umile e nascosto dei servizi ecclesiali. Mi piacerebbe piuttosto riflettere sulle sfide che tutti loro devono affrontare nel contesto dell attuale cultura globalizzata. Però, devo dire in primo luogo e come dovere di giustizia, che l apporto della Chiesa nel mondo attuale è enorme. Il nostro dolore e la nostra vergogna per i peccati di alcuni membri della Chiesa, e per i propri, non devono far dimenticare quanti cristiani danno la vita per amore: aiutano tanta gente a curarsi o a morire in pace in precari ospedali, o accompagnano le persone rese schiave da diverse dipendenze nei luoghi più poveri della Terra, o si prodigano nell educazione di bambini e giovani, o si prendono cura di anziani abbandonati da tutti, o cercano di comunicare valori in ambienti ostili, o si dedicano in molti altri modi, che mostrano l immenso amore per l umanità ispiratoci dal Dio fatto uomo. Ringrazio per il bell esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro vita e il loro tempo con gioia. Questa testimonianza mi fa tanto bene e mi sostiene nella mia personale aspirazione a superare l egoismo per spendermi di più. Commissione Episcopale CEI per il servizio della carità e la salute, Nota pastorale: Predicate il vangelo e curate i malati 10. Nella mentalità di molte persone, infatti, non è più sufficiente non ammalarsi e guarire, ma è necessario tendere verso una pienezza in cui siano soddisfatti non solo i bisogni primari ma anche quelli subordinati, sconfinando impercettibilmente nel dominio del desiderio. 11. Una delle conseguenze negative è identificabile con la tendenza a rimuovere gli aspetti faticosi dell esistenza: la sofferenza è considerata scomoda compagna di cui l uomo diventa silenzioso spettatore impotente; la malattia è vissuta come evento da cui liberarsi più che evento da liberare; il naturale processo di invecchiamento è rifiutato, dal momento che la vecchiaia viene considerata un tempo dopo la vita vera e non tempo della vita, la morte è vista come evento indicibile e inaudito; la disabilità è considerata più come ostacolo che non come provocazione, più come bisogno assistenziale che non come domanda di riconoscimento esistenziale.
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QUESTIONE PASTORALE N 7 108 PRIMO INCONTRO La mia esperienza - IO PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO La malattia e la morte: luoghi abitati dall annuncio INTRODUZIONE Scrive Luciano Manicardi, monaco di Bose, nel suo testo intitolato L umano soffrire: «La malattia si presenta come evento spirituale anzitutto in quanto fa emergere o risveglia nei malati stessi una dimensione spirituale prettamente antropologica che si pone sul piano del senso della vita e dei valori dell esistenza. Mostrando che l uomo non ha potere su di sé, che la vita e la salute non sono realtà scontate, né dovute, né immediatamente disponibili, la malattia guida l uomo ad un ri-centramento, a considerare ciò che nella vita è veramente serio ed essenziale. Nella malattia può emergere la domanda sul senso della vita, o meglio, l uomo stesso si manifesta come domanda di senso, come bisogno di riconoscimento personale, come appello che chiede ascolto, come desiderio di gratuità, come esigenza di presenza». In una cultura in cui la morte viene rimossa dalla scena sociale e spesso ridotta a fenomeno individuale, nascosta, celata, strappata ai luoghi del vivere e relegata a luoghi asettici, siamo chiamati come cristiani e ridare umanità e dignità al morire, cosicché la morte possa essere vissuta come un atto umano che non solo pone fine alla vita, ma che la porta anche al suo compimento. L accompagnamento del morente e la condivisione con i suoi familiari è dunque un occasione di annuncio del Vangelo, di testimonianza di una vicinanza che rimanda a Colui che è la Risurrezione e la vita, perché vivendo la morte come dono supremo della vita, ha vinto la morte facendo sprigionare la vittoria dell amore più forte della morte. LEGGI NELLA TUA VITA Nella tua esperienza personale di malattia e di vicinanza a persone malate o morenti, che cosa hai desiderato e chiesto per te stesso e per gli altri? In queste situazioni hai sentito l accompagnamento della comunità? Quali persone ti hanno sostenuto e ti hanno aiutato a cercare luce? Come?
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA CONDIVIDI E RACCONTA: Primo giro: ciascun componente racconta brevemente la sua storia o la propria esperienza Secondo giro: ciascuno riprende, senza riferirsi all autore, alcune esperienze degli interventi di altri che l hanno colpito e prova a spiegarne il motivo Conclusione: il moderatore propone una sintesi dei vari interventi senza trascurare nessuna delle cose che sono state espresse. Chi vuole può integrare eventuali dimenticanze. 109 PREGHIERA FINALE
QUESTIONE PASTORALE N 7 110 SECONDO INCONTRO Le nostre esperienze - NOI La malattia e la morte: luoghi abitati dall annuncio PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO RICORDIAMO viene letta la sintesi, frutto della riflessione della scorsa riunione, in modo che a tutti i presenti sia possibile ricordare il punto a cui -assieme- si è giunti. ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO dal Vangelo di Giovanni (11, 32-44) In questo brano l evangelista Giovanni racconta l ultimo e il più grande segno di chi è Gesù e di che cosa dona a coloro che credono in Lui: camminando verso la morte di croce, richiama alla vita il suo amico Lazzaro. Gesù si commuove, piange, partecipa intensamente al dolore delle sorelle di Lazzaro, prega il Padre e con la potenza della sua Parola risveglia Lazzaro dalla morte e lo chiama fuori dal sepolcro di morte. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: Signore, se tu fosso stato qui, mio fratello non sarebbe morto!. Gesù allora quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: Dove lo avete posto?. Gli dissero: Signore, vieni a vedere!. Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: Guarda come lo amava!. Ma alcuni di loro dissero: Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?. Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro; era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: Togliete la pietra!. Gli rispose Marta, la sorella del morto: Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni. Le disse Gesù: Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto ma l ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che Tu mi hai mandato. Detto questo, gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori!. Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: Liberatolo e lasciatelo andare!. RIFLETTIAMO PERSONALMENTE Il brano del Vangelo cosa dice alla nostra esperienza? Cosa sottolinea, modifica o corregge? Segue un momento prolungato di silenzio in cui ciascuno rilegge più volte il brano.
SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA CONDIVIDIAMO Primo giro: ciascuno si esprime a livello personale Secondo giro: ciascuno riprende, senza riferirsi all autore, alcune esperienze degli interventi di altri che l hanno colpito e prova a spiegarne il motivo Conclusione: il moderatore propone una sintesi dei vari interventi senza trascurare nessuna delle cose che sono state espresse. Chi vuole può integrare eventuali dimenticanze. 111 PREGHIERA FINALE
QUESTIONE PASTORALE N 7 TERZO INCONTRO: Guidati dallo Spirito Santo, si tiene consiglio PREGHIERA DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO La malattia e la morte: luoghi abitati dall annuncio RICORDIAMO una persona, che si è preparata allo scopo, fa memoria dei due incontri precedenti facendo notare il cammino del gruppo dal primo al secondo incontro. ALLA LUCE DELLE RIFLESSIONI CONDIVISE, CERCHIAMO UN CONSIGLIO DA DARE ALLA NOSTRA CHIESA. Come le comunità cristiane possono essere vicine ai malati e a chi vive il lutto, e testimoniare la presenza di Gesù che offre speranza? 112
CONDIVIDI E RACCONTA: Primo giro: ciascuno formula un suo consiglio SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA Secondo giro: ciascuno sottolinea o riprende, senza riferirsi all autore, quali consigli sentiti da altri l hanno colpito e ne spiega il motivo. Conclusione: Il moderatore formula una sintesi delle riflessioni scaturite cercando di mettere in luce il consiglio sul quale s è sviluppato il maggior consenso. Inoltre si annotano eventuali attenzioni che si intende sottolineare. Una volta trovato un consenso unanime, insieme, consigliamo 113 PREGHIERA FINALE