OSSERVATORIO NORD EST. I problemi della scuola visti da Nord Est

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Transcript:

OSSERVATORIO NORD EST I problemi della scuola visti da Nord Est Il Gazzettino, 16.09.2008

NOTA METODOLOGICA I dati dell'osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 7 e il 9 luglio 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1041 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli- Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati delle precedenti rilevazioni fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli- Venezia Giulia. Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it 2

IN CATTEDRA MENO POLEMICHE E PIÙ RISPOSTE di Giancarlo Corò Come ogni anno, quando le Scuole si apprestano a riaprire le porte, si riaccendono, puntualissime, le polemiche sulla qualità del sistema dell'istruzione in Italia. Ad alimentare il confronto sull'argomento sono inoltre intervenuti, in questa occasione, altri due episodi. Innanzitutto le decisioni assunte dal Governo per un drastico taglio del numero di insegnanti, anticipate dalla presa di posizione del Ministero dell'istruzione a favore del maestro unico. È stata poi resa pubblica l'ultima rilevazione internazionale dell'ocse sui livelli di apprendimento dei quindicenni, da cui verrebbe confermata la grave posizione dell'italia rispetto agli altri paesi. Sembra facile, a questo punto, imputare agli insegnanti la responsabilità di questo cattivo risultato. Quanto emerge dal sondaggio Demos per l'osservatorio Nord Est non lascia molti dubbi a proposito. Tuttavia, anche gli insegnanti hanno qualcosa da rivendicare. L'indagine dell'ocse documenta, infatti, che gli stipendi nella scuola sono in Italia tra i più bassi d'europa e che, diversamente da quanto avviene nei paesi più avanzati, la spesa diretta per studente sia da parte dello Stato, sia delle famiglie non aumenta in misura significativa con il progredire del percorso di studio. Queste polemiche non contribuiscono certo a risollevare la nostra Scuola dallo stato depressivo nel quale, da troppo tempo, sembra essere precipitata. Eppure, sappiamo perfettamente che proprio dalla Scuola dipende il nostro futuro economico e civile. Come uscire, allora, da una rincorsa di accuse che paralizza ogni seria e concreta possibilità di riforma? La prima operazione da fare è distinguere quanto nella Scuola italiana funziona bene. Ad esempio, com'è stato più volte discusso in questo giornale, i valori medi nazionali indicati dall'ocse nascondono profonde differenze regionali e per tipologie di scuole. Gli studenti dei licei del Nord Est, tanto per intenderci, misurano livelli di apprendimento equivalenti ai best performer europei. Mentre nel Mezzogiorno la situazione è molto più difficile. Anche in questo caso, tuttavia, la responsabilità non può essere imputata solo agli insegnanti. Ad influenzare le capacità di apprendimento sono, infatti, diversi fattori che sfuggono alla qualità dell'insegnamento: basti pensare al contesto economico e sociale, che può motivare o meno lo studente ad acquisire le 3

conoscenze offerte a Scuola; oppure anche le stesse qualità e lo stato di manutenzione degli edifici scolastici, la condizione dei laboratori, l'esistenza di collegamenti a banda larga, ecc. Oltre a questo, c'è un effetto di auto-selezione degli studenti che sta penalizzando in termini di quantità e qualità gli istituti tecnici e professionali, da cui dipende una parte significativa dell'offerta di lavoro per l'industria. Prestare attenzione alle differenze fra Scuole non ha solo un valore analitico. Può servire a capire come intervenire per migliorare, fin da subito, le prestazioni del sistema scolastico, incentivando la diffusione delle buone pratiche e facendo in modo che ciascuno, anche a livello locale, si prenda le proprie responsabilità, senza aspettare, inutilmente, l'ennesima riforma generale. Del resto, i margini di autonomia sul fronte gestionale, organizzativo e dell'offerta formativa a disposizione dei singoli istituti sono già oggi sufficientemente ampi da consentire sperimentazioni utili. E le risorse per l'innovazione didattica, dopo l'istituzione nel 1997 di uno specifico fondo, non dovrebbero affatto mancare. Si tratta, allora, di trasformare questi margini di autonomia in progettualità, premiando le innovazioni che portano a buoni risultati sia sul piano dell'apprendimento, sia su quello dell'integrazione sociale e dello sviluppo di relazioni con il sistema produttivo. Fra le azioni che possono essere avviate subito c'è quella di rendere trasparenti le valutazioni sulle singole Scuole, istituendo incentivi (non solo simbolici) a favore di chi dimostra di voler seriamente investire sulla qualità dell'insegnamento. La società civile famiglie, imprese, banche può impegnarsi direttamente a sostenere questi premi, ma anche a promuovere decisioni da parte delle istituzioni locali per orientare a favore della Scuola i bilanci pubblici. Sappiamo, del resto, che gli interventi sui complessi scolastici da cui, come si è detto, dipende non poco la capacità di apprendimento degli studenti sono a carico degli Enti locali. E' questo, perciò, un banco di prova sul federalismo come pratica di governo responsabile, sul quale si potrà dunque misurare, al di là dei soliti proclami, la volontà di una comunità locale di guardare davvero al proprio futuro. 4

SCUOLA: COSÌ IL NORD EST BOCCIA GLI INSEGNANTI di Fabio Bordignon Il Nord Est boccia gli insegnanti. Per una persona su quattro, la qualità dei docenti rappresenta il primo problema della scuola italiana. E quanto emerge dall ultima indagine dell Osservatorio sul Nord Est, che ha chiesto alla popolazione dell area di individuare le priorità del sistema educativo. Nella graduatoria suggerita dall inchiesta, la mancanza di fondi scende dal primo al secondo posto, quasi alla pari con la violenza negli istituti. Anche se il settore della scuola rimane, da tempo, un nervo scoperto, è difficile ricordare un ritorno sui banchi così caldo come quello per l anno scolastico 2008/09. Le molte riforme al varo, quelle annunciate per il prossimo futuro: ogni giorno una polemica, nelle ultime settimane, tra governo e opposizione, tra diverse anime della maggioranza (a livello sia nazionale che locale). E la rilevazione condotta da Demos per Il Gazzettino, sebbene conclusa a metà luglio, sembra riflettere le turbolenze degli ultimi mesi. Quantomeno, sembra echeggiare la campagna contro gli statali fannulloni lanciata dal ministro Brunetta. La scarsa qualità degli insegnanti, infatti, vede crescere notevolmente la propria salienza, tra i problemi lamentati dai rispondenti. E il dato si annoda, in modo stretto, alle opinioni politiche delle persone interpellate: sono innanzitutto gli elettori di centro-destra, infatti, ad esprimersi in questo senso, mentre chi vota a sinistra mette in cima alla lista altre questioni. Nel complesso della popolazione, è circa il 25% a puntare il dito contro la preparazione e la capacità dei nostri insegnanti. Del resto, se ricordiamo altri dati dell Osservatorio pubblicati nel 2007, i risultati di oggi stupiscono fino ad un certo punto: già un anno fa, la fiducia negli insegnanti era calata in modo brusco, rispetto al passato. Ad essere cambiata, però, è la graduatoria delle emergenze. La mancanza di fondi per la didattica, fino ad un anno fa, era indicata stabilmente come prima falla del sistema: oggi scende invece al secondo posto. Del resto, il rapporto annuale dell Ocse, pubblicato una settimana fa, indica come il principale male della scuola dell obbligo, in Italia, non risieda tanto nella mancanza di investimenti, ma piuttosto nel come vengono spesi i fondi stanziati. Essi si attestano sopra la media Ocse per quanto riguarda la scuola primaria e in linea con i valori medi per la secondaria (le cose vanno decisamente peggio nel caso dell Università). 5

Al terzo posto troviamo invece un altro tema cresciuto vistosamente, nell ultimo periodo, per rilevanza attribuita dall opinione pubblica nordestina. E il tema della violenza negli istituti e del bullismo, ripetutamente al centro di fatti di cronaca, nel corso degli ultimi anni. E complessivamente il 17% degli intervistati a individuarlo come prima emergenza, contro il 15% di dodici mesi fa (e il 4% del 2005). Seguono, nella lista emersa dal sondaggio, altre questioni di minore rilevanza: il 12% denuncia lo scarso collegamento con il mondo del lavoro (tema che solo tre anni fa figurava al secondo posto con il 20%); il 9% l inadeguatezza o l arretratezza dei programmi e una quota analoga la mancanza di sostegno economico per le famiglie più povere. 6

I PROBLEMI DELLA SCUOLA ITALIANA Qual è, secondo Lei, il principale problema della scuola italiana? (valori percentuali Nord Est) La scarsa qualità degli insegnanti 25.3 La mancanza di fondi, risorse per la didattica 17.9 La violenza negli istituti, il bullismo 16.5 Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro 11.8 L inadeguatezza, arretratezza dei programmi 9.2 La mancanza di sostegni economici per le famiglie, gli studenti più poveri 8.6 Nessuno di questi, altri 5.6 Non sa / non risponde 4.9 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Luglio 2008 (Base: 1000 casi) 7

COME SONO CAMBIATI NEL TEMPO Qual è, secondo Lei, il principale problema della scuola italiana? (valori percentuali Serie Storica Nord Est) Luglio 2008 Aprile 2007 Luglio 2005 La scarsa qualità degli insegnanti 25.3 16.9 17.8 La mancanza di fondi, risorse per la didattica 17.9 20.4 22.1 La violenza negli istituti, il bullismo 16.5 15.3 3.8 Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro 11.8 17.4 20.3 L inadeguatezza, arretratezza dei programmi 9.2 7.9 9.6 La mancanza di sostegni economici per le famiglie, gli studenti più poveri 8.6 10.3 14.5 Nessuno di questi, altri 5.6 6.2 2.9 Non sa / non risponde 4.9 5.6 9.1 Totale 100 100 100 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Luglio 2008 (Base: 1000 casi) 8

IL FATTORE ETA Qual è, secondo Lei, il principale problema della scuola italiana? (valori percentuali in base alla classe d età) 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più Tutti La scarsa qualità degli insegnanti 27.1 13.2 20.3 34.9 31.3 24.1 25.3 La mancanza di fondi, risorse per la didattica 23.2 24.5 24.7 11.6 9.1 14.8 17.9 La violenza negli istituti, il bullismo 13.2 13.3 15.0 15.6 16.0 22.5 16.5 Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro 17.3 24.7 10.1 12.4 9.9 6.0 11.8 L inadeguatezza, arretratezza dei programmi 15.0 11.9 10.5 9.1 7.7 4.1 9.2 La mancanza di sostegni economici per le famiglie, gli studenti più poveri 2.3 7.7 9.6 6.6 11.4 11.5 8.6 Nessuno di questi, altri 1.4 2.5 6.5 5.7 7.2 7.5 5.6 Non sa / non risponde 0.5 2.3 3.3 4.1 7.4 9.5 4.9 Totale 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Luglio 2008 (Base: 1000 casi) 9

IL FATTORE SOCIO-PROFESSIONALE Qual è, secondo Lei, il principale problema della scuola italiana? (valori percentuali in base alla categoria socio-professionale) Operaio Tecnico,impiegato funzionario Imprenditore, lav. autonomo Libero professionista Studente Casalinga Pensionato Tutti La scarsa qualità degli insegnanti 21.1 22.9 25.0 44.9 27.5 22.5 29.8 25.3 La mancanza di fondi, risorse per la didattica 17.3 26.7 9.5 15.8 23.1 15.1 10.7 17.9 La violenza negli istituti, il bullismo 16.9 10.5 14.3 2.7 10.1 31.5 17.5 16.5 Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro L inadeguatezza, arretratezza dei programmi La mancanza di sostegni economici per le famiglie, gli studenti più poveri 11.0 16.0 17.0 14.5 19.1 6.0 7.8 11.8 8.0 11.7 11.3 16.0 16.2 4.0 7.1 9.2 10.7 7.5 9.4 2.2 1.9 12.1 9.9 8.6 Nessuno di questi, altri 9.7 4.3 10.1 3.3 1.6 5.9 6.5 5.6 Non sa / non risponde 5.3 0.5 3.4 0.6 0.5 2.8 10.7 4.9 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Luglio 2008 (Base: 1000 casi) 10

LA VISIONE POLITICA DEI PROBLEMI DELLA SCUOLA Qual è, secondo Lei, il principale problema della scuola italiana? (valori percentuali in base all orientamento politico) Pd+IdV PdL+Lega Sinistra Arcobaleno Udc Altro partito Incerti, reticenti Tutti La scarsa qualità degli insegnanti 18.0 30.2 14.1 20.3 16.2 26.7 25.3 La mancanza di fondi, risorse per la didattica 28.9 15.6 16.4 8.2 25.9 14.0 17.9 la violenza negli istituti, il bullismo 14.6 17.9 9.2 17.0 7.6 16.9 16.5 Lo scarso collegamento con il mondo del lavoro 11.3 11.6 12.0 27.6 9.5 11.6 11.8 L inadeguatezza/arretratezza dei programmi 11.1 10.3 8.5 5.9 8.3 7.5 9.2 La mancanza di sostegni economici per le famiglie/gli studenti più poveri 6.9 7.0 5.0 5.6 1.5 12.0 8.6 Nessuno di questi / altri 6.7 6.1 2.6 3.4 25.3 3.5 5.6 Non sa / non risponde 2.4 1.4 32.3 11.9 5.6 7.7 4.9 Totale 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Luglio 2008 (Base: 1000 casi) 11