L EMANCIPAZIONE FEMMINILE La condizione della donna nella società è mutata nel corso dei secoli, a seconda dell evoluzione politica e giuridica dei popoli, della diversità dei fattori geografici e storici e della sua appartenenza ai vari gruppi sociali. Questo lavoro s incentra sulla biografia di una donna che a partire dalla Resistenza ha contribuito notevolmente all acquisizione della parità dei diritti tra uomo e donna.
UN AUTODIDATTA MOLTO PARTICOLARE Nelle memorie di Teresa non si parla del padre, si sa solo che si chiamava Pietro e che abbandonò la famiglia nella povertà più nera. La madre Rosa era una donna costretta a mantenere due figli con piccoli lavori. Vivevano in uno dei quartieri periferici più malfamati di Torino, che si chiamava «Ca niere». Teresa era intelligente, forte e testarda come poche, la povertà rafforzò in lei il desiderio di emanciparsi e il disagio si trasformò in un occasione di riscatto. Una volta arrivata in prima elementare, con tre mesi di ritardo a causa della tigna, entrò in classe calva e la maestra la fece sedere all ultimo banco, tra le «povere infelici» che facevano fatica ad apprendere; naturalmente passò dall ultimo al primo banco. Da quel momento tutto fu più facile grazie anche ai molti giornali che leggeva per acculturarsi e grazie ai quali sentì il bisogno di ribellarsi.
LA FORMAZIONE POLITICA L impegno politico divenne la sua unica ragione di vita: fu lei che guidò la rivolta delle donne sfruttate e per la prima volta in Italia si accetta di pagare un indennità di licenziamento. Creò il circolo giovanile socialista, di cui divenne segretaria, facendosi presto votare nel partito e non sentendosi inferiore agli intellettuali che lo guidavano i quali, anche se si erano dedicati molto allo studio non riuscirono a farsi capire dagli operai. Fu tra le prime a prendere la tessera della federazione giovanile comunista, nel quale lei riteneva fosse necessario lavorare insieme.
TERESA AD UN CONVEGNO
MADRE, ATTIVISTA E GIORNALISTA Teresa, nel suo iniziale percorso verso la politica, conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria che ricopriva già incarichi di responsabilità politica, mandato a Roma con il compito di redigere il giornale «Avanguardia». Decise di seguirlo e viaggiò per tutta l Italia. Lei e Longo non erano sposati, ma scoprì di essere incinta. La reazione del compagno fu pacata. All epoca non ci si poteva sposare prima del compimento di 25 anni senza il consenso della famiglia; i genitori di Longo non glielo avrebbero dato perché dicevano che Teresa era brutta, povera e comunista. Si sarebbero sposati 2 anni dopo; intanto Teresa partorì Luigi Libero e Pier Giuseppe, che morì poco dopo la nascita. Teresa e Longo volevano un loro giornale, decisero così di cambiare nome e redazione, il nuovo foglio si chiamò «Voce della Libertà». Poco dopo i due vennero arrestati e in seguito furono rilasciati senza particolari conseguenze.
TERESA E LA SUA FAMIGLIA
TERESA CONTINUA LA SUA CARRIERA POLITICA Nel 1924 non rinunciò a impegnarsi nella campagna elettorale; le donne non potevano votare e il fascismo voleva confinarle tra figli e cucina. Teresa va di casa in casa con suo figlio in braccio, spiegando alle operaie cosa fosse il fascismo, le esorta a far votare i propri mariti contro Mussolini: lei mira a rendere le donne soggetto politico attivo; intanto si svolgono le elezioni in un clima di violenza e terrore. Il 4 ottobre 1925 avviene a Firenze una strage. I Longo prendono la via dell esilio: si procurarono documenti falsi e scapparono in Russia.
ALCUNE DELLE SUE PIU GRANDI OPERE 1.Ma domani farà giorno; prefazione di Pietro Nenni, Milano, Cultura nuova, 1952 2.Le avventure di Layka, Milano, Gastaldi, 1960 3.Gioventù senza sole, Roma, Editori Riuniti, 1973 (prima ed. Parigi, 1938) 4.Rivoluzionaria professionale, Milano, la Pietra, 1974 (ultima ed. 2003) 5.Vivere in piedi, Milano, Mazzotta, 1978
ALCUNI DEI LIBRI PIU FAMOSI DI TERESA MA DOMANI FARA GIORNO GIOVENTU SENZA SOLE
LA SUA MORTE La separazione da Longo (1953) la segnò sia sul piano personale sia su quello politico. Sul piano personale venne a sapere dalle pagine del Corriere della Sera che Longo aveva ottenuto l annullamento del matrimonio a San Marino, falsificando la sua firma. Sul piano politico fu esclusa dalla direzione del partito a causa degli attriti che si erano venuti a creare fra lei e alcuni dirigenti che non avevano apprezzato la sua scelta di rivolgersi alla Commissione Centrale di Controllo del PCI per denunciare il metodo usato da Longo. Questa vicenda fu per Noce un trauma: nelle sue memorie lo descrisse come «grave e doloroso più del carcere, più della deportazione». Morì a Bologna il 22 gennaio 1980.