RAVENNA,dove il GIUBILEO della MISERICORDIA si fa VANGELO



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7- TURISMO RELIGIOSO VIAGGIO NEI MOSAICI DI RAVENNA, ESPRESSIONE DI FEDE E CULTURA RAVENNA,dove il GIUBILEO della MISERICORDIA si fa VANGELO Ravenna è uno scrigno d arte, di storia e di cultura di prima grandezza, il suo passato glorioso: fra V e VIII secolo fu tre volte capitale e la magnificenza di quel periodo ha lasciato rilevanti testimonianze giunte fino a noi. Ravenna è la città del mosaico: l arte del mosaico non ha avuto origine qui, ma qui ha trovato la sua più alta espressione in una commistione di simbolismo e realismo, di influenze romane e bizantine ed ancora oggi questo antico sapere delle mani rivive nelle scuole e nelle botteghe. Tra le sue antiche mura si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell umanità risalente al V e al VI secolo. Per questa ragione i suoi edifici religiosi paleocristiani e bizantini sono stati riconosciuti patrimonio mondiale da parte dell Unesco: il semplice involucro del Mausoleo di Galla Placidia nasconde uno scrigno di stelle infinite; la raffinata composizione che decora il Battistero Neoniano si ispira a una colta tradizione ellenistica, ripresa anche dal Battistero degli Ariani; la regalità della Basilica di Sant Apollinare Nuovo rivela le sue origini di chiesa palatina, eretta da Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti; oltre cento deliziosi piccoli uccelli introducono nell intimità della Cappella di Sant Andrea, dove si celebra il Cristo trionfante; maestoso il Mausoleo di Teodorico, coperto dal poderoso sasso della cupola;la Basilica di San Vitale, massimo tesoro dell età paleocristiana, custodisce il ritratto della corte imperiale bizantina; fuori città, elegantissima, la Basilica di Sant Apollinare in Classe esalta nell abside Cristo e Sant Apollinare, primo vescovo e patrono. L offerta culturale a Ravenna inizia dagli 8 monumenti riconosciuti patrimonio dell Umanità dall Unesco nel 1996 e da questi trova stimolo di continua crescita ed innovazione. Gli esempi sono molteplici ed evidenti nella vita e nella produzione culturale della nostra città che negli ultimi anni ha visto importanti mutamenti: dal recupero delle storia romana di Ravenna all apertura di nuovi siti archeologici, dalle nuove stagioni espositive ai grandi eventi di spettacolo, alla cultura che pervade tutto il territorio.

La bellezza dei mosaici quindi ma non solo: a Ravenna si può passeggiare tra le torri campanarie e chiostri monastici, passando dal romanico al gotico, dagli affreschi giotteschi di Santa Chiara al barocco dell abside di S. Apollinare Nuovo; dalla testimonianze dell ultimo rifugio di Dante Alighieri ai Palazzi che videro gli amori di Lord Byron. Chi la incontra se ne innamora oggi come avvenne nel passato a Boccaccio, che vi ambientò una delle sue più belle novelle, a Gustav Klimt che ne trasse ispirazione manifestamente, ad Hermann Hesse che la visitò dedicandovi alcuni versi. Ravenna è romana, gota, bizantina, ma anche medioevale, veneziana e infine contemporanea, civile e ospitale, ricca di eventi culturali e manifestazioni di prestigio internazionale che la rendono proiettata verso il futuro. I MOSAICI DI RAVENNA ESPRESSIONE DI FEDE E CULTURA La Chiesa deve comunicare il messaggio. All origine della sua storia c è un imperativo che costituisce la motivazione al suo esistere: Andate e predicate il Vangelo ad ogni creatura (Matteo 28,19). La comunicazione avviene nella storia e con gli uomini concreti che la abitano. A quel concreto si intende dare due significati: anzitutto che la comunicazione investe tutto l uomo e quindi non soltanto la sua intelligenza, ma anche la sua corporeità ed emotività; e poi che la comunicazione è interessata non all uomo ideale, ma a quel soggetto specifico, appunto l uomo concreto con le sue effettive capacità di recezione ed espressione. La sacra mentalità della Chiesa, alla sua origine ha questa preoccupazione ed esprime essenzialmente questa capacità: il suo è un linguaggio totale (raggiunge sensibilità e razionalità) e l incontro con l uomo avviene partendo effettivamente da quello che lui è. La nota introduttiva andrebbe sviluppata ed approfondita; l accento comunque è necessario per capire bene il significato del nostro tema. Ma procediamo con ordine. LA BIBBIA DEI POVERI. Biblia pauperum è una delle più felici espressioni che da antica epoca hanno connotato in modo specifico le raffigurazioni musive di Ravenna, ma che può essere generalizzata ad ogni immagine di cui la Chiesa si è servita per dare sostanza alla comunicazione verbale del messaggio. L espressione Bibbia dei poveri dice bene la necessità di parlare alla totalità della persona: intelligenza ed emotività e indica l intenzione di aiutare a capire i contenuti in un midi facile alla portata di tutti: il linguaggio delle immagini. Siamo nel V secolo, la cultura tra il popolo è trasmessa ancora per narrazione; i libri sono privilegio delle biblioteche rarissime e quasi inaccessibili e di quei pochissimo che li sanno leggere. Le raffigurazioni musive mettono insieme l esigenza di conoscere la parola di Dio e di legarla non solo alla memoria, ma a riferimenti obiettivi verificabili, che, data la cultura del tempo non possono essere i libri e diventano immagine o il mosaico. I poveri guardano le raffigurazioni musive e da quelle risalgono al messaggio. La cosa che stupisce è il modo di come esse siano state realizzate. Negli autori l intenzione evidente non è tanto quella di rendere visibile dei fatti (i racconti biblici) quanto piuttosto di spiegarli e manifestarli nei loro contenuti. Ci troviamo più di fronte ad una teologia e ad una catechesi che ad una narrazione.

Dal punto di vista del linguaggio delle immagini la tecnica usata è quella della sequenza e del montaggio. La preoccupazione è evidente: accostare insieme vari episodi in modo da far cogliere non tanto la successione cronologica quanto piuttosto il messaggio rivelato. Sono, quindi, immagini per capire e per credere. L affermazione ne contiene un altra. C è un unico modo per poter comprendere la Biblia pauperum e non è certo la modalità estetica. Parlare dei mosaici di Ravenna utilizzando criteri estetici moderni è estremamente pericoloso. L estetica delle raffigurazioni nei mosaici è estremamente funzionale, vuole cioè in modo quasi didascalico dire e dimostrare qualche cosa, cioè il contenuto di fede. La comprensione di queste immagini passa attraverso la necessità di sposarle all intenzione che sta alla base del loro esistere. Gli artisti che le hanno composte sono partiti dal desiderio di comunicare la fede e con l intento di aiutare altri a maturare nella fede. Questa chiave di lettura è tanto importante da essere, se non l unica, certo la prima. Qualche esempio per dimostrare le affermazioni. La descrizione sarà certamente incompleta. Vedere i mosaici lascerebbe spazio ad intuizioni molto più profonde e complete. UNA STORIA TRA DUBBIO E CERTEZZA Nella Basilica di San Vitale, guardando l altare, sulla parete di sinistra c è una lunetta. In tre semplici momenti posti in successione da sinistra a destra si può leggere la storia di Abramo. Sara, moglie di Abramo, sulla porta di una capanna agreste; Abramo nell atto di porgere a tre personaggi seduti ad una mensa, del cibo; Abramo nel gesto di uccidere con la spada il figlio Isacco, secondo l ordine ricevuto dal Signore; la mano di Dio che spunta dalle nubi in segno di accettazione dell intenzione di quel sacrificio e per fermare il gesto di Abramo. Letta così quella lunetta ripropone i passi più significativi della narrazione dal libro della Genesi (cap.18,21 e22); Nei particolari, però la raffigurazione non racconta sola, ma sollecita e guida ad una interpretazione. Sara è raffigurata in atteggiamento di dubbio: mano alzata e dito steso vicino al viso ad indicare incertezza: Sara rise dentro di sé e disse Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio?" (cf 18,12); Abramo, dall altra parte è certo della fiducia posta nel Signore: sta sacrificando il figlio della promessa, l unico. Dubbio da una parte, certezza dall altra, in mezzo la promessa di Dio: C è forse qualche cosa impossibile al Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un Figlio (Genesi 18, 13). Questa lunetta non è solo una storia, ma è la Storia come storia di alleanza e di fiducia nel Dio fedele; perché tu hai fatto questo saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terr, perché tu hai obbedito alla mia voce (Genesi 22,15-8).

La lunetta di San Vitale allora nel modo di come è raffigurata più che la storia di Abramo è l interpretazione di quella storia. Si provi, per averne conferma, a leggere con pazienza tutto il capitolo IV della lettera ai Romani: sembra la descrizione in chiave interpretativa di quella raffigurazione. IL DIAVOLO E COME UN ANGELO A S. Apollinare Nuovo, sempre a Ravenna, c è una raffigurazione sconcertante. Cristo è colto nell atto di dividere le pecore dai capri nel giudizio finale (cfr Matteo 25,21-22). Ai lati di Cristo due angeli di diverso colore: l uno, quello a destra tutto bianco, l altro, quello a sinistra azzurro-violetto. L artista che ha raffigurato i due angeli chiaramente si è impegnato di più con l angelo di sinistra che scatta in bellezza rispetto all altro. La cosa è così evidente che, nelle immagini riprodotte, quando si sceglie il particolare, la scelta cade sempre sull angelo azzurro. Ebbene quell angelo è una delle più antiche (V VI secolo) raffigurazione del demonio che l arte cristiana servi. Il modo di immaginar il demonio nelle classiche rappresentazioni medioevali (corna, zampetti di capra, coda pronunciatissima ) a Ravenna è completamente sconosciuto: il demonio è anzi il più bello tra gli angeli. Evidentemente la Bibbia è letta e raffigurata in senso letterale: Lucifero era il più bello degli angeli, ma nel modo di raffigurare il demonio è implicito anche un altro insegnamento: le categorie psicologiche mostrano il male come realtà gradita, bella e alettante: allora la donna (Eva) vide che l albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile (Genesi 3, 6). La provocazione catechistica è evidente e non occorre spiegarla o approfondirla. E si potrebbe continuare con gli esempi. Quelli citati dovrebbero dare un idea del metodo implicito nella Biblia pauperum. Per approfondire ulteriormente il metodo occorre, però, cogliere altri aspetti che sono fondamentali. Almeno all apparenza le immagini dei primi secoli della storia della Chiesa sono senza didascalia. Il loro messaggio è affidato ( ripetiamo sembra) alla sola forza dell immagine. Se di didascalia si deve parlare questo vale appena per qualche nome posto sopra alcuni personaggi e per alcune espressioni che, più che vera e propria didascalia sono una indicazione per affermare con più forza ciò che l immagine di per se stessa dice già. Immagini senza spiegazioni allora? Il messaggio della Chiesa non può correre il rischio di essere affidato solo a delle intuizioni: la parola, il segno comunicativo più perfetto dell uomo deve intervenire a indirizzare, precisare e chiudere il discorso dentro ambiti precisi. C è poi la necessità che la salvezza si sposi con l attualità viva della comunità nell adesso storico. La necessità di una parola che si aggiunga è rappresentata dalla celebrazione liturgica. La Biblia pauperum acquista il suo valore catechistico in un contesto liturgico. E la liturgia la didascalia delle immagini. Una liturgia, a questo punto, che interpreta con i gesti e con le parole di una comunità circa ciò che le immagini manifestano. Tra immagine e liturgia allora si apre un rapporto dialettico e integrativo e l uomo viene ad essere investito nella totalità della sua persona.

Bibbia dei poveri e liturgia sono a pieno titolo un audiovisivo della fede, un discorso, quindi, totale, come totale è il discorso della catechesi e della salvezza. L audio (liturgia) e il Video (raffigurazione) si sposano insieme e coinvolgono l uomo nella sua capacità intellettiva ed emotiva. La conclusione al discorso ci sembra ovvia e la poniamo in termini interrogativi. Il visitatore più o meno distratto che ammira i mosaici di Ravenna aiutato da quel tipo di spiegazione più che altro descrittiva, potrà effettivamente penetrare la ricchezza implicita di ciò con cui si sta confrontando? Ma anche lo studioso che si accinge a penetrare la valenza estetica di quelle immagini potrà farlo senza porsi seriamente il criterio della funzionalità implicito all idea che le ha motivate? Di qualsiasi parte si ponga il problema è impossibile non dover fare i conti con fede e spiritualità, elementi costitutivi della cultura che ha espresso i mosaici di Ravenna. scarica dal ns.sito www.ctacli.ra.it le quattro lezioni catechistiche ispirate alla lettura dei mosaici. Ravenna e i suoi monumenti paleocristiani Dott. Giuseppe Cortesi Visita alla Basilica di Sant'Apollinare in Classe Dott. Riccardo Ricci La "Passione" in Sant'Apollinare Nuovo Maestro Cesare Tenani Il senso teologico dei mosaici ravennati Mons. Roberto ZAGNOLI PROPOSTE di PACCHETTI 1-Acquilea-Ravenna-Assisi-Roma. 2-Bologna-Ravenna-Arezzo-Assisi-Roma. 3-Ferrara-Pomposa-Ravenna-Roma. 4-Parma-Fidenza-Modena-Bologna-Ravenna-Roma. 5-Urbino-Cesena-Faenza-Ravenna-Roma. 6-Loreto-Ravenna-Roma.