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Istruzioni per l uso CONSIGLI UTILI DA NON SALTARE Alla luce del dono ricevuto dalla Chiesa con l esperienza del Giubileo e muovendo dagli ultimi documenti magisteriali, abbiamo voluto proporre alla nostra diocesi i seguenti spunti per un itinerario di preparazione alla Professione di Fede (PdF). Il Giubileo dei Giovani e la Missione Giovani hanno riproposto con decisione l importanza dell impegno per il mondo giovanile. Il Papa subito dopo la GMG di Roma ha invitato le diocesi a «non disperdere» la ricchezza dell esperienza vissuta a Tor Vergata, ricordandoci che «l urgenza della pastorale giovanile è la più evidente e pressante». Anche nell ultima lettera apostolica parla ancora dei giovani dicendo che essi sono «un nuovo talento che il Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciamo fruttificare» 1. I Vescovi continuano sulla stessa linea dicendo che nei confronti dei giovani «le nostre comunità sono chiamate a una grande attenzione e a un grande amore» 2. In questo senso vediamo nell esperienza della Professione di Fede dei Diciottenni una grande sfida e una grande opportunità. L esperienza di questi anni ci offre una conferma circa la bontà dell iniziativa; non tanto per i risultati che di volta in volta si 1 Novo Millennio Ineunte, 40 (sui giovani vedi anche i numeri 9 e 41). 2 cfr. Cei, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 51.

sono veduti quanto per la provocazione pastorale a cui non vogliamo rinunciare e che avvertiamo come un importante stimolo missionario per le parrocchie, le associazioni e i movimenti. In questa breve introduzione vorremmo perciò richiamare lo spirito e il metodo che devono guidare la nostra azione. a. Lo spirito La nota sinodale ci ricorda che l attenzione ai Diciottenni é da «vedere all'interno di un'ottica missionaria» 3. Sappiamo quanto alta sia la percentuale degli abbandoni dopo la Cresima. Questo fatto che interroga anche il nostro modo di far catechesi, non può lasciarci indifferenti. Il diciottesimo anno di età si presenta come occasione per ricercare quanti si sono allontanati, per mostrare loro il nostro interesse, per tentare un nuovo contatto nella speranza di suscitare un riavvicinamento a Dio e alla Chiesa. Lo spirito perciò è prettamente missionario, connotato da quegli atteggiamenti di gratuità e di fiducia nell azione dello Spirito tipici dell evangelizzatore. Guai se ci impegnassimo solo in quelle cose in cui sappiamo di riuscire, guai se ci bloccasse la paura del fallimento o dell inutilità. Dobbiamo perciò scommettere ancora su questa scelta pastorale investendovi persone ed energie. Oltre all aspetto missionario, primo ed irrinunciabile, l esperienza degli anni passati ci ha mostrato un altro motivo di impegno. Infatti la PdF si è rivelata un ottima occasione per l approfondimento e il consolidamento della fede di quei giovani che già frequentano le parrocchie e i gruppi. Offrire la possibilità di riappropriarsi della propria fede, di ri-sceglierla davanti alla comunità segna per i giovani una tappa significativa e incisiva del loro cammino cristiano. Inoltre l anno della maturità si presenta particolarmente indicato per gli scopi delineati. Infatti si riscontra nei giovani prossimi alla maggiore età una particolare tensione dovuta all avvicinarsi di tale traguardo, cui si accompagna il desiderio di 3 Diocesi di Fiesole, Liber Sinodalis, 80. 2

trovare un significato più profondo per ciò che si vive. Molti, anche se stentano ad ammetterlo apertamente, già sperimentano un senso di delusione e di noia. A partire da ciò essi si muovono alla ricerca, talora confusa, di qualcosa che possa rispondere ai loro desideri più profondi. b. Il metodo Vorremmo offrire di seguito alcune indicazioni di metodo frutto dell intuizione iniziale, descritta nel Libro sinodale 4, e della verifica fatta in Consulta con alcuni animatori di gruppi di diciottenni. - Gli animatori. Ogni parrocchia dovrà individuare un paio di persone che raccolgano questa sfida e spendano tempo per questo. Dove, per l esiguità del numero dei diciottenni o degli animatori, ciò non è possibile, ci si preoccupi di collaborare per Unità Pastorali o per Vicariati. E comunque necessario che in ogni Vicariato nasca una piccola equipe composta da un sacerdote, da qualche religiosa o religioso presente nel territorio, da un rappresentante di eventuali associazioni o movimenti e possibilmente da un educatore per ogni parrocchia. L'équipe, in aiuto ai parroci, dovrà impostare l'itinerario ed seguirne l attuazione nel corso dell anno, stimolare le parrocchie, coordinare le iniziative e preoccuparsi delle realtà più piccole. L equipe avrà anche cura di preparare gli animatori e facilitare il confronto e la verificare del metodo seguito. - La costituzione del gruppo dei Diciottenni. E molto importante e richiede un attenzione tutta particolare la costituzione del Gruppo dei Diciottenni. Innanzi tutto è necessario reperire un elenco esatto dei Diciottenni residenti nella Parrocchia. Vista la mobilità delle famiglie è consigliabile non affidarsi ai registri dell archivio parrocchiale ma rivolgersi all Anagrafe comunale. Si raccomanda di invitare tutti: crediamo importante che ogni giovane riceva un segnale di interesse nei suoi 4 cfr. Diocesi di Fiesole, Liber Sinodalis, 80 3

confronti e che si senta cercato. Anche la modalità dell invito merita di essere attentamente considerata: può essere l unico contatto che si ha con quei giovani, quindi è da pensare in modo che comunque lasci un segno. Si sconsiglia per questo la sola lettera spedita a casa favorendo invece un contatto il più personale possibile. E senz altro più efficace una consegna a mano con qualche parola di presentazione e di amicizia. I più indicati a fare questo sono i giovani stessi per cui è bene motivare gli animatori o, meglio ancora, quei diciottenni che fanno già parte dei nostri gruppi affinché siano loro ad invitare gli amici. Può essere utile pensare con chi farà l invito un modo opportuno che eviti lo stile postino. Il clima degli incontri sia accogliente e aperto: questi atteggiamenti vanno stimolati in quei giovani che già sono impegnati in altri gruppi e quindi possono essere abituati alla condivisione e al confronto. Gli animatori devono preoccuparsi che chi viene per la prima volta si senta accolto. E opportuno nei primi incontri impiegare la prima parte della riunione per facilitare la conoscenza e il clima di amicizia tra i componenti del gruppo e l inserimento dei nuovi. Come per l equipe anche per il gruppo può essere preferibile, in alcune zone, fare un unico gruppo per Unità pastorale o per Vicariato. E' bene, inoltre, che nel Gruppo si invitino i giovani ultra diciottenni che ancora non hanno fatto la professione di fede. Questo suggerimento deve essere tenuto in maggiore considerazione: non tutti i diciottenni rispondono subito al primo invito, e tra quelli che rispondono non tutti scelgono subito di fare la PdF. Può darsi che alcuni debbano essere ancora chiamati, come altri, pur avendo avviato l'itinerario, si decidano per la PdF solo più tardi. - L itinerario proposto I temi e le proposte che si trovano in questo quaderno sono stati pensati con un taglio esistenziale: troviamo infatti domande da porre e provocazioni a cui rispondere. Si è cercato di cogliere alcuni 4

elementi del cammino di fede nonché di far riscoprire momenti fondamentali della vita spirituale (vedi per esempio la necessità di recuperare l importanza di appartenere alla Chiesa o della Confessione, spesso messe in discussione nell adolescenza). Nel rivedere la prima edizione, pur ritenendone ancora validi i contenuti, si è tenuto conto di alcune esperienze di gruppi che hanno utilizzato questo itinerario e della nascita, proprio in occasione della scorsa Veglia di Pentecoste, del sito diocesano di Pastorale Giovanile 5. - I diciottenni e la pastorale giovanile ordinaria La proposta rivolta ai diciottenni non è separata dalla pastorale ordinaria: da essa scaturisce come attenzione particolare, ad essa deve ricondurre come approdo naturale. In ogni parrocchia o zona ci si preoccuperà di armonizzare gli incontri di preparazione alla PdF con i cammini ordinari: anche se il Gruppo dei Diciottenni non si sostituisce a questi è importante offrire un itinerario specifico in vista di un appuntamento così importante. A tal proposito devono essere utilizzati nella preparazione alla PdF quegli appuntamenti che scandiscono la Pastorale giovanile diocesana. Ricordiamo gli Incontri in seminario (in particolare il fine settimana che li conclude dove si dà rilievo ai diciottenni); il Convegno annuale nella Festa di don Bosco; gli Esercizi spirituali; l incontro con il Vescovo la sera della Domenica delle Palme; le varie esperienze estive. La PdF viene effettuata alla fine dell anno pastorale e il cammino che proponiamo si preoccupa della sua preparazione. Affidiamo perciò alle varie equipe che si occuperanno dei diciottenni il compito di pensare al dopo-pdf : alla ripresa del nuovo anno pastorale i giovani andranno ricontattati e indirizzati ad esperienze che li aiuteranno a non lasciar cadere nel vuoto il cammino fatto col gruppo dei diciottenni. 5 Puoi visitare www.jomix.org: Il porto delle giovani idee. 5

- La Festa Giovani e il Compagno di viaggio Il legame con la pastorale ordinaria è evidenziato dalla decisione di qualche anno fa di spostare la Festa diocesana dei giovani dal sabato delle Palme (rivolta ai bambini e ai ragazzi) alla Vigilia di Pentecoste. La Veglia di Pentecoste con il pomeriggio di festa che la precede, costituisce dunque la Festa Giovani diocesana, il momento centrale della Pastorale giovanile che si rivolge a tutti i giovani e giovanissimi. Per i Diciottenni che faranno la PdF è importante che in quella occasione si sentano circondati e sostenuti dal calore e dalla fede di molti giovani. A sottolineare questo fatto, dallo scorso anno, si è istituita la figura del Compagno di viaggio, una sorta di padrino che affianchi ciascun giovane nel momento della sua PdF. Ogni giovane quindi è invitato a scegliere una persona (possibilmente giovane) che lui ritiene significativa per il suo cammino di fede da cui desidera essere accompagnato nel momento solenne della PdF. - Il ruolo delle Associazioni, dei Movimenti e della Scuola Le varie aggregazioni laicali sono invitate a dare il loro prezioso contributo. Coinvolte nella pastorale ordinaria anch esse sono chiamate ad impegnarsi offrendo animatori al servizio dell equipe vicariale e promuovendo tra i loro amici l Itinerario di preparazione per i Diciottenni. Ai giovani che devono fare la PdF e che frequentano gli incontri da esse organizzati chiediamo di partecipare con gli altri all itinerario di preparazione: sarà un occasione di conoscenza reciproca e di scambio di ricchezza. Inoltre esse possono offrire la possibilità di appartenenze forti utili soprattutto nella fase successiva alla PdF presentandosi come possibili terreni adatti per la continuità. Pensando alla realtà valdarnese, vorremmo dare particolare attenzione anche alla scuola, uno degli ambienti di vita principali dei giovani a cui si rivolge questa proposta. Hanno un ruolo particolare 6

i professori di religione che, per quanto possibile, possono collaborare nella proposta dell iniziativa e dei temi indicati. c. Conclusione Al termine di quest introduzione vorremmo ringraziare quanti in questi anni si sono adoperati a favore dei giovani. Più volte in Consulta Giovani ci siamo ripetuti che lo spirito che deve guidarci è quello del seminatore e non del raccoglitore: è l invito che rivolgiamo a tutti nella fiducia che lo Spirito Santo ha cominciato il suo lavoro prima di noi. La Consulta Giovani Nota su come utilizzare il materiale Il materiale che trovi a disposizione è superiore a quello necessario per animare un incontro. Per ogni argomento trovi: la descrizione del tema; dei riferimenti biblici; delle proposte per l incontro (tecniche di animazione, ecc.); dei testi e delle vignette. E bene leggere attentamente il materiale in nodo da poter fare delle scelte in base alla vostra sensibilità, ai ragazzi che si hanno e alla disponibilità che hanno all animazione piuttosto che alla riflessione. Si consiglia per ogni incontro di consegnare una fotocopia (rielaborata da voi) sia per l incontro stesso, che come suggerimento per approfondire da soli i temi trattati (consegnando quei testi che per opportunità o per lunghezza non sono stati utilizzati nella riunione). Indicativamente i tempi di attuazione dovrebbero essere: Ottobre: si richiamano i diciottenni, gli si propone qualche gruppo. Qualcuno particolarmente motivato potrebbe addirittura collaborare nella preparazione dei futuri diciottenni; 7

Novembre: si riunisce l equipe e s imposta il lavoro del vicariato e delle parrocchie. Si raccolgono gli indirizzi e si pensa al primo contatto Gennaio-maggio: Incontri col gruppo dei diciottenni N.B. A marzo: si spediscono gli indirizzi dei diciottenni alla segreteria della consulta in modo che il vescovo possa invitarli personalmente con una lettera alla Veglia di pentecoste. Buon lavoro con l aiuto di Dio --------------- PRIMO INCONTRO CHE CERCHI? N.B. Prima dell incontro vero e proprio dedicare la prima mezz ora alle conoscenze attraverso semplici giochi di conoscenza ; questo è necessario per creare il giusto clima di gruppo. TEMA: Dio ti cerca: tu cerchi Dio? Si tratta di porre una domanda, di suscitare o risvegliare il desiderio di Dio; di uscire dalla distrazione e chiedersi che cosa sto cercando davvero nella mia vita? Dio è essenziale per me? Anche le prime parole di Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni, sono una domanda: Che cercate? Questo è l inizio del cammino della Fede. RIFERIMENTI BIBLICI: Gv 1,35ss; Gen 3, 8-9. Sottolineare le due grandi domande: Che cercate? e Dove sei?. 8

PROPOSTE PER L INCONTRO CANTANDO, CANTANDO Fornire ad ogni ragazzo il testo della canzone Hai un momento Dio di Ligabue oppure La linea d ombra di Jovanotti (oppure altri testi significativi). Dare ad ognuno una penna e, mentre si ascolta la canzone, invitare i ragazzi a sottolineare le frasi che più li colpiscono. Dopo aver ascoltato anche più volte la canzone chiedere di condividere ciò che hanno sottolineato spiegando il perché. Questo momento servirà agli animatori per rendersi conto che tipo di gruppo ha davanti. CENTRARE IL BERSAGLIO Scopo: Far emergere cosa sta al centro della mia vita, cos'è per me davvero importante e dove colloco la "fede". Svolgimento: Consegnare un foglio bianco e una penna ciascuno. Far disegnare al centro del foglio un "bersaglio" di otto cerchi concentrici della grandezza sufficiente per scrivere al loro interno. Chiedere di far scrivere in ordine le cose che si ritengono più importanti nella proprio vita: al centro quella a cui non si rinuncerebbe, la più cara, e poi le altre in proporzione di valore. A questo punto si confrontano i vari bersagli; se il numero dei ragazzi è elevato meglio fare piccoli gruppi di sei, sette persone, e si scambiano le prime impressioni (le cose più condivise, le originalità di qualcuno, ecc). Poi si torna tutti insieme: a questo punto, l'animatore dovrà essere bravo nel notare dove è stata collocata la fede o Dio e prendere spunto da questo, facendo domande e stimolando i giovani al confronto, avviare una discussione sulla fede, la difficoltà di credere, l'importanza di rinnovare insieme con altri giovani il mio desiderio di credere e fare la mia professione di Fede. 9

BRANO PER LA RIFLESSIONE: Dio domanda ad Adamo: Dove sei? (Gen 3,8). Ogni volta che Dio pone una domanda di questo genere non è perché l uomo gli faccia conoscere qualcosa che lui ancora ignora: vuole invece provocare nell'uomo una reazione suscitabile per l'appunto solo attraverso una simile domanda, a condizione che questa colpisca al cuore l'uomo e che l uomo da essa si lasci colpire al cuore. Adamo si nasconde per non dover rendere conto, per sfuggire alla responsabilità della propria vita. Così si nasconde ogni uomo, perché ogni uomo è Adamo e nella situazione di Adamo. Per sfuggire alla responsabilità della vita che si è vissuta, l'esistenza viene trasformata in un congegno di nascondimento. Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo nascondimento "davanti al volto di Dio", l'uomo scivola sempre, e sempre più profondamente, nella falsità. Si crea in tal modo una nuova situazione che, di giorno in giorno e di nascondimento in nascondimento, diventa sempre più problematica (...) Per quanto ampio sia il successo e il godimento di un uomo, per quanto vasto sia il suo potere e colossale la sua opera, la 10

sua vita resta priva di un cammino finché egli non affronta la voce. Adamo affronta la voce, riconosce di essere in trappola e confessa: "Mi sono nascosto". Qui inizia il cammino dell'uomo. (da Il cammino dell'uomo di M. Buber) 4) DAL SITO DI JOMIX: Nella sezione In viaggio con Jomix, cerca le pagine dal titolo Navigatori o naufraghi : potrai recuperare altro materiale su questa tematica. ( www.jomix.org/argoind.asp) SUGGERIMENTO Alla fine dell incontro si suggerisce di finire con una preghiera magari leggendo questa storia. Come conclusione lasciarla scritta su un cartoncino come regalo. 11

Un Discepolo andò dal suo maestro e gli disse: "Maestro, voglio trovare Dio". Il maestro sorrise. E siccome faceva molto caldo, invitò il giovane ad accompagnarlo a fare un bagno nel fiume. II giovane si tuffò, e il maestro fece altrettanto. Poi lo raggiunse e lo agguantò, tenendolo a viva forza sott'acqua. II giovane si dibatté alcuni istanti, finché il maestro lo lasciò tornare a galla. Quindi gli chiese che cosa avesse più desiderato mentre si trovava sott'acqua. "L'aria", rispose il discepolo. "Desideri Dio allo stesso modo?", gli chiese il maestro. "Se lo desideri così, non mancherai di trovarlo. Ma se non hai in te questa sete ardentissima, a nulla ti gioveranno i tuoi sforzi e i tuoi libri. Non potrai trovare la fede, se non la desideri come l'aria per respirare". (dagli Apoftegmi dei Padri del deserto) ---------------- SECONDO INCONTRO CHI SCEGLI? 12

TEMA: Scegliete per Cristo Il desiderio di Dio ha bisogno di essere coltivato e difeso attraverso scelte continue, piccole e grandi. Ognuno avverte non solo l invito di Gesù a seguirlo e le sue promesse, ma anche il fascino di tante altre promesse, che spesso affievoliscono o addirittura sopprimono lo slancio verso Dio. Cosa scegli? O meglio: Chi scegli? Il brani scelti riguardano le Tentazioni di Gesù e di Adamo perchè la strategia del Maligno è sempre la stessa: la bugia e la mistificazione; così come i punti deboli sono sempre riferiti a tre radici profonde del cuore dell uomo: il desiderio del piacere; il bisogno di valere e l attrattiva dell avere (o del potere). RIFERIMENTI BIBLICI: Mt 4, 1-11; Gen 3,6. PROPOSTE PER L INCONTRO 1) Testimonianza diretta di qualche giovane, se possibile del proprio territorio, che ha scelto per Cristo (per es: un seminarista, un novizio o una novizia, una giovane coppia di fidanzati o sposati). 2) Vedere un film dove il protagonista sceglie per Cristo. Consigliato il film Romero. 3) Commentare uno dei seguenti brani: gli altri si possono fotocopiare e dare, dopo una debita presentazione, per la riflessione personale da fare a casa. Dal discorso del Papa per la XVI G.M.G. Cari giovani, non vi sembri strano se, all'inizio del terzo millennio, il Papa vi indica ancora una volta la croce come cammino di vita e di autentica felicità. La Chiesa da sempre crede e confessa che solo nella croce di Cristo c'è salvezza. Una diffusa cultura dell'effimero, che assegna valore a ciò che piace ed appare bello, vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un 13

successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri. Aprite però bene gli occhi, cari giovani: questa non è la strada che fa vivere, ma il sentiero che sprofonda nella morte. Dice Gesù: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà". Gesù non ci illude: "Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc 9, 24-25). Con la verità delle sue parole, che suonano dure, ma riempiono il cuore di pace, Gesù ci svela il segreto della vita autentica (cfr Discorso ai giovani dì Roma, 2 aprile 1998). Non abbiate paura, dunque, di camminare sulla strada che il Signore per primo ha percorso. Con la vostra giovinezza, imprimete al terzo millennio che si apre il segno della speranza e dell'entusiasmo tipico della vostra età. Se lascerete operare in voi la grazia di Dio, se non verrete meno alla serietà del vostro impegno quotidiano, farete di questo nuovo secolo un tempo migliore per tutti. N.B. I tre brani che seguono si riferiscono alle tre tentazioni di 14

Gesù nel deserto e vogliono aiutare nella loro attualizzazione. 1. PIACERE: da Occasione o tentazione? di S. Fausti. Se ti lasci dominare dai tuoi istinti, schiavo del "mi piace, non mi piace", se non cerchi di uscire dal tuo egoismo, se sei chiuso in te stesso senza interesse per gli altri e per l'altro, in una parola, quando vai di male in peggio, il nemico parla adescandoti col piacere. Ma è apparente, perché esiste più nell immaginazione che nella realizzazione, e cessa comunque dopo l'azione, lasciandoti più vuoto e affamato di prima: è come le Sirene, che seducono e fanno naufragare. In questa situazione Dio invece parla col rimorso, che è un dispiacere o disagio interiore, presagio della sciagura che ti stai procurando con le tue stesse mani e dalla quale vuoi distoglierti. Quindi, quando fai il male, il linguaggio del piacere apparente è dal nemico, quello del dispiacere da Dio: il primo ti vuoi impantanare del tutto, il secondo tirare fuori. Il male cerca sempre di apparire bene, ma non ci riesce del tutto. Alla fine si rivela menzognero: non mantiene ciò che promette, e lascia un'insoddisfazione che non diminuisce, anzi cresce, anche se cerchi con affanno di rimuoverla o di colmarla con altra ricerca di piacere. Il nemico è un comunicatore seducente. Come ogni venditore, soprattutto di cattivi prodotti, rende appetibile il suo veleno falsificando la realtà, facendola apparire il contrario di quella che è: il male deve apparire bene e il bene male. Attualmente può godersi. un po' di ferie, perché ben sostituito dai mezzi di comunicazione. Gli spettacoli, la pubblicità, la stessa letteratura, tutto fa leva sugli istinti più immediati per indurre al consumo, unico problema di una società che tutto può produrre, a condizione che si venda. Il piacere ha sempre l'apparenza di un bene appetibile ai sensi, ma non sempre è bene. Non confondere piacere e felicità Il piacere è soddisfazione dei propri bisogni - oltre quelli del corpo, ci sono anche quelli della mente e del cuore! -, prescindendo dalla relazione con l'altro. La felicità è la soddisfazione che viene da una relazione: é apertura, 15

amore verso l'altro. Nessun piacere appaga l uomo perché è fatto per amare. Non fare quindi una cosa solo perché ti dà piacere immediato. il piacere è criterio sufficiente di azione per l'animale, programmato dall'istinto per la conservazione dell'individuo e della specie mediante il cibo e il sesso. Anche l'uomo è sensibile al piacere, e giustamente. Tuttavia è chiamato a viverlo in modo umano, addirittura divino. Per lui anche gli atti "animali" hanno di valore di relazione e amore. AIlora, oltre che piacere, danno anche felicità. Diversamente sono abbrutimenti che allettano sul momento; ma poi lasciano l amaro in bocca. Quando piacere e felicità coincideranno, allora sarà "bello": ii bene, piacerà e anche il piacere sarà bene, non apparenza. Fin che viviamo, o non siamo perfetti, accettiamo la conflittualità, almeno iniziale, tra i due. Il piacere cercato in sé, al dì fuori di una relazione positiva, crea frustrazione, assuefazione e, alla fine, meccanismi autistici, come la droga. Se ti piace bere due bottiglie di whisky, vedi come stai il giorno dopo. Se ti piace farti una "canna'', pensa se non è altro ciò che cerchi. Se gusti l'ebbrezza dei volo, non buttarti dai decimo piano: è un piacere che, dopo pochi istanti, ti spiacerebbe assai. Anche il piacere del sesso, cercato come fine, è la, fossa dell'amore provoca insoddisfazione e infelicità, oggi piú che in altri tempi il piacere peró non è da demonizzare. L'ha fatto Dio e l'ha connesso innanzitutto ai mangiare e ai generare - e poi ai capire e all'amare -, necessari per mantenere e trasmettere la vita. Senza piacere, chi la farebbe? Ma tieni presente che il tuo mangiare non sia con Ia testa nella mangiatoia, prototipo dei fast food, bensi attorno alla mensa. Il cibo è relazione d'amore tra famigliari, che ii Signore ha preso come segno della comunione con lui nell eucaristia. La stessa sessualità non è semplice accoppiamento, ma rapporto d'amore tra maschio e femmina, relazione di alterità, immagine di Dio. E il mistero grande (Ef 5,32), sacramento dell'unione tra Dio e uomo in Cristo. Per capire se ciò che ti attira è bello o brutto, dolce a amaro, bene o male, canto delle Sirene o di Orfeo, vedi sempre "il dopo", anche dall'esperienza 16

altrui, oltre che dalla tua: se dà gioia anche dopo, è da Dio, se dà rimorso, è dal nemico. Il bene lo paghi subito, ma meno di quello che pare; il male lo paghi dopo, e ben piú di quanto supponi. Il bene lo paghi prima, ma poco, e ti appaga tanto; il male è offerto gratis, ma lo paghi dopo e tanto, e non ti appaga per niente. L'eccesso di cibo e di alcool, l'infedeltà ai partner, la prostituzione, l uso di droga, certo danno piacere sul momento. Ma di sicuro non danno felicità. Non fanno che accumulare a catena frustrazioni e dispiaceri, senza via d' uscita, e dopo tante pene. La caduta di Adamo, prototipo di ogni altra, descrive con finezza psicologica come si infiltra la suggestione del nemico: ti adesca al male facendolo apparire «buono, bello e desiderabile» (Gen 3,6). Nessuno lo farebbe, se sapesse prima che é cattivo, brutto e indesiderabile. Dio, che fa verità, lo fa apparire male: attraverso il rimorso esci dall'inganno, riconoscendo di aver sbagliato. Il rimorso, inteso come responsabilità del male, é un gran buon segno: é la medicina amara contro la menzogna. Distingui bene tra colpa e rimorso. I sensi di colpa che hai, perché non sei quello che vorresti o dovresti essere, sono bloccanti e mortiferi. Tacitali, se puoi, o fatti aiutare, se necessario. Se non riesci a peccare, va' dallo psicologo e curati; se hai peccato, va' dal prete e riconciliati. Il rimorso invece, che hai per il male fatto, ti distingue dall'animale. Non tacitarlo, ma ascoltalo. È stimolante e salutifero: é tristezza che viene da Dio e porta alla vita, a differenza della depressione che il nemico tenta di inocularti per rinchiuderti nel tuo bozzolo di morte (cfr. 2 Cor 7, 8-10). A questa regola, come poi a tutte le successive, applica Ia premessa: avverti e riconosci la voce del nemico, avverti e riconosci la voce di Dio per accogliere questa e per respingere quella». 2. VALERE: da Dove osano le aquile di A. De Mello. Moltissime persone vivono una vita vuota e priva di un'anima 17

perché si nutrono di popolarità, apprezzamento, lode, di "io sono OK, tu sei OK", guardami, stammi vicino, sostienimi, apprezzami; si nutrono di potere; di vittorie: Voi vi nutrite di questo? Se è così siete morti. Avete perso l'anima. Nutritevi di materiali diversi, più sostanziosi. Allora assisterete alla trasformazione. 3. AVERE: dal salmo 49 (48) traduzione interconfessionale. Ascoltate, o popoli, le mie parole, state a sentire, abitanti del mondo; persone semplici e gente nobile, ricchi e poveri insieme! Sagge parole usciranno dalla mia bocca. Il mio cuore medita pensieri intelligenti. Farà attenzione agli enigmi dei saggi, canterò sulla cetra la mia risposta. Perché spaventarmi nei giorni difficili, quando la malizia dei 18

cattivi mi circonda? Essi hanno fiducia nei loro beni, si vantano delle loro grandi ricchezze. Nessuno può redimere un altro uomo o pagare a Dio il proprio riscatto. Troppo alto è il prezzo di una vita e il denaro non basterebbe mai. Non si può vivere per sempre, senza mai vedere la tomba. Si sa che muoiono anche i saggi. Periscono insieme gli sciocchi e gli stolti e i loro beni finiscono ad altri. La tomba diventa loro dimora per sempre, loro abitazione perenne. Eppure c'è gente che crede di possedere per sempre le sue terre. Con tutte le sue ricchezze, l'uomo non dura; è simile al bestiame da macello. Questa è la sorte di chi ha fiducia in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi. Sprofondano nel mondo dei morti, la morte li pasce come un gregge. Il mattino dopo i giusti li calpestano, svanisce ogni traccia di loro, lontano dalle loro lussuose dimore. Ma Dio riscatta la mia vita, mi sottrae al potere della morte. Non temere se un uomo arricchisce e il benessere della sua casa aumenta; alla sua morte non porta nulla con sé, non lo seguirà La sua ricchezza! Da vivo si compiaceva fra sé: Vedi, sei ammirato perché tutto ti va bene!. Anche lui raggiungerà i suoi padri che mai più vedranno la luce. Con tutte le sue ricchezze, l'uomo non capisce che è simile a bestiame da macello. -------------------- TERZO INCONTRO 19

CON CHI STAI? TEMA: animati dallo Spirito per una Chiesa più giovane. E frequente nei giovani lo strappo fra Vangelo e Chiesa. Sensibili alle incoerenze vorrebbero una Chiesa diversa, più evangelica: restano scandalizzati dagli atteggiamenti dei cristiani, fanno fatica ad avvicinarsi e a credere alla voce dei suoi uomini. Spesso è un atteggiamento ideologico, tipico dell adolescenza, o una giustificazione per non decidersi per Dio. L incontro vorrebbe aiutarli a comprendere la necessità della Chiesa, voluta dal Signore, e a superare quei pregiudizi che pretendono una Chiesa impeccabile. Il cammino verso Dio non si fa da soli. E bene iniziare a presentare la figura del Compagno di viaggio, in modo che inizino a pensare chi potrebbe accompagnarli il giorno della Professione di Fede e non solo. RIFERIMENTI BIBLICI: 1Cor 12,12-27. PROPOSTE PER L INCONTRO Si propone di meditazione in silenzio e condivisione sui brani che seguono e su quello che ci hanno detto. Ecco alcune domande per stimolare la condivisione: Noi come ci sentiamo all interno della Chiesa? Cosa facciamo per migliorarla? Cosa vorrei cambiare? ecc. Importante dare risposte convincenti. 20

MATERIALE: 1. Un brano da Dio che viene di C. Carretto: Quanto mi sei contestabile, Chiesa. eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità. Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello. Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure. No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un'altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti. perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia chiesa, non più quella dì Cristo. Qui sta il mistero della Chiesa di Cristo, vero, impenetrabile mistero. Ha il potere di darmi la santità ed è fatta tutta quanta, dal primo all'ultimo, di soli peccatori, e che peccatori! Ha la fede onnipotente e invincibile di rinnovare il mistero eucaristico, ed è composta di uomini deboli che brancolano nel buio e che si battono ogni giorno contro la tentazione di perdere la fede. Porta un messaggio di pura trasparenza ed è incarnata in una pasta sporca, come è sporco il mondo. Parla della dolcezza del Maestro, della sua non-violenza, e nella storia ha mandato eserciti ha sbudellare infedeli e torturare eretici. Trasmette un messaggio di evangelica povertà e non fa che cercare danaro e alleanze con i potenti. E' inutile voler cercare altro dalla Chiesa se non questo mistero di infallibilità e di fallibilità, di debolezza e di coraggio, di credibilità e di non credibilità. Coloro che sognano cose diverse da questa realtà non fanno che perdere tempo e ricominciare sempre da capo. E in più dimostrano di non aver capito 1'uomo. Perché quello è l'uomo, proprio come lo rende visibile la Chiesa, nella sua cattiveria e nello stesso tempo nel suo coraggio invincibile che la fede in Cristo gli ha dato e la 21

carità del Cristo gli fa vivere. Quando era giovane non capivo perché Gesù, nonostante il rinnegamento di Pietro, lo volle Papa, suo successore, primo papa. Ora non mi stupisco più e comprendo sempre meglio che avere fondato la Chiesa sulla tomba di un traditore, di un uomo che si spaventa per le chiacchiere dì una serva, era come un avvertimento continuo per mantenere ognuno di noi nell'umiltà e nella coscienza della propria fragilità. No, non vado fuori di questa Chiesa fondata su una pietra cosi debole, perché ne fonderei un'altra su una pietra ancora più debole che sono io. E poi cosa contano le pietre? Ciò che conta è la promessa di Cristo. E ciò che conta è il cemento che unisce le pietre, che è Io Spirito Santo. Solo lo Spirito Santo è capace di fare la Chiesa con te pietre mal tagliate come siamo noi! Solo lo Spinto Santo può tenerci uniti nonostante noi, nonostante la forza centrifuga che ci è data dal nostro orgoglio senza lmiti. 22

No. non è male contestare la Chiesa quando la si ama; è male contestarla sentendosi al di fuori come dei puri, No, non è male contestare il peccato e le cose brutte che vediamo; è male accollarle agli altri e credersi innocenti, poveri, mansueti. No. non sono le pietre che dobbiamo guardare quando pensiamo alla Chiesa: sia la pietra Pietro, sia la pietra Giacomo, sia la pietra Paolo... Sì, appartengono alla Chiesa anche i ladri, i prepotenti, gli sfruttatori, i capitalisti, cioè coloro che sono come dei malati da guarire, degli indemoniati da liberare, dei ciechi da salvare, dei morti da resuscitare. E appartengono alla Chiesa non perché a me piacciono o dispiacciono, la pensano come me o mi combattono: appartengono alla Chiesa perché lo sguardo di amore di Dio, che è lo Spirito Santo, da fiducia a loro e li vuole salvi. Qui sta davvero il mistero più grande della Chiesa, a cui rinuncio chiudendo il mio cuore al fratello nemico ed erigendomi a giudice dell assemblea dei figli di Dio. E il mistero sta qui. Questo impasto di bene e di male, di grandezza e di miseria, di santità e di peccato che è la Chiesa, infondo sono io. ( ) Direi proprio, pensando alla Chiesa e alla mia anima, che Dio è più grande della nostra debolezza. Ma poi c'è ancora un'altra cosa che forse è la più bella: Io Spirito Santo, perché è l'amore, è capace di vederci santi, immacolati, belli. anche se vestiti da mascalzoni e adulteri. Il perdono di Dio, quando ci tocca. fa diventare trasparente Zaccheo, il pubblicano, e immacolata La Maddalena, la peccatrice. E' come se il male non avesse potuto toccare la profondità metafisica dell'uomo. E' come se l'amare avesse impedito di lasciare imputridire L'anima lontana dall'amore. " Io ho buttato i tuoi peccati dietro le mie spalle, dice Dio a ciascuno di noi che il perdono continua."ti ho amato di amore eterno; per questo ti ho riservato la mia bontà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai edificata, vergine Israele" (Ger 3I., 3-4). Ecco, ci chiama "vergini" anche quando siamo di ritorno dall'ennesima prostituzione nel corpo. nello spirito e nel cuore. In questo, Dio é veramente Dio, cioè l'unico capace di fare le "cose nuove". Perché non m'importa che lui faccia i cieli e la terra 23

nuova, è più necessario che faccia "nuovi" i nostri cuori. E questo è il lavoro di Cristo. E questo é l'ambiente divino della Chiesa. Volete voi impedire questo far nuovi i cuori" scacciando qualcuno dall'assemblea del popolo di Dio? O volete voi. cercando altro luogo più sicuro, mettervi in pericolo di perdere lo Spirito? 2. Da un testo indiano: Quand'ero giovane le mie preghiere a Dio dicevano: Signore, dammi la forza di cambiare il mondo! Quando fui vicino alla mezza età mi resi conto che non avevo cambiato niente. la mia preghiera allora diceva: Signore, dammi la grazia di cambiare quelli che mi sono vicini, la famiglia e gli amici! Ora che sono vecchio, la mia preghiera è: Signore, fammi la grazia di cambiare me stesso! E se dall'inizio avessi pregato per questo non avrei sprecato la vita!. 4) DAL SITO DI JOMIX: Nella sezione In viaggio con Jomix, cerca le pagine dal titolo Pecore o Salmoni : potrai recuperare altro materiale su questa tematica. ( www.jomix.org/argoind.asp) collegati a 24

----------------- QUARTO INCONTRO E SE SBAGLI? Si propone di fare un uscita con il gruppo nel fine settimana per affrontare con tranquillità, un tema molto importante, difficile da far passare, ma necessario da trattare. TEMA: Il perdono di Dio. Il clima in cui viviamo non ci aiuta a fare i conti con le nostre debolezze e i nostri sbagli: la necessità di apparire belli e accettabili, ci negano il contatto con i nostri limiti meglio truccarli. Il Papa a Tor Vergata ci ha ricordato: Dia ci ama anche quando noi lo deludiamo!. Accogliere il perdono di Dio e farne esperienza profondo è una grazia che dobbiamo cercare di restituire ai nostri giovani. Parlare apertamente del Sacramento della Riconciliazione (Confessione) e offrire la possibilità di riscoprire la bellezza e l efficacia di questo dono di Dio che perdona e rinnova. RIFERIMENTI BIBLICI: Lc 15. PROPOSTE PER L INCONTRO Come guida per tutta l uscita proponiamo la parabola del Padre misericordioso. 25

1) Se fossi il padre Come lancio iniziale l animatore può raccontare la parabola fino al punto in cui il figlio decide di tornare dal padre. A quel punto si invita i ragazzi ad immaginare che il figlio scriva una lettera al padre dicendogli che vorrebbe ritornare a casa da lui, ma prima di tornare aspetta una risposta dal padre. L animatore invita ognuno ad immedesimarsi nella figura del padre e, fornendo carta e penna, chiede di scrivere la lettera di risposta al figlio. Dopo aver raccolto tutte le lettere, che possono rimanere anonime, l animatore inizia a leggerle commentandole. 2) Altro gioco di animazione: si suggerisce una tecnica di animazione che, sfruttando il rapporto a due, favorisce la comunicazione su temi che altrimenti in gruppo vengono fuori con difficoltà. Spiegazione del Gioco di animazione Scopo del qioco:. Questa tecnica aiuta anche la reciproca accoglienza, facilita la comunicazione, migliore la capacità di ascolto nel gruppo e favorisce il mettersi nei panni degli altri". Svolqimento: In cerchio. II capogruppo presenta il gioco di conoscenza. Chiede che vengano seguite le istruzioni che saranno date man mano che si procede con l'incontro. Si spiega che saranno fatte delle coppie secondo un criterio preciso. Le coppie si "apparteranno" e dovranno parlare per circa 20 minuti. facendo in modo che. alla fine del tempo. ogni persona abbia parlato 10 minuti (va detto che ci possono essere persone che tendono a parlare molto ed altre a stare più zitte: sarà importante per la coppia riuscire ad essere equilibrati ed aiutarsi con domande o commenti a parlare in modo equo). Il tema del dialogo in coppie è preciso e non si deve andare fuori tema: in questo caso il loro rapporto con la confessione (che difficoltà hanno, com è cambiato nel tempo, ecc) A questo punto si formano le coppie nel seguente modo: si enuncia il criterio costitutivo che dovrà essere seguito dai partecipanti e cioè "scelgo la persona che conosco meno" (va 26

detto che non vuol dire: più o meno simpatica. più o meno interessante, ecc. ma semplicemente quella che conosco meno e non importa per quali motivi è così). Sono i ragazzi che scelgono: si fa iniziare uno a caso (magari uno che sappiamo ha qualche amico nel gruppo) e si chiede di scegliere quello che conosce meno (prima coppia): chi è stato scelto indica chi deve essere il secondo a fare la scelta e così via fino a che non si sono formate le coppie (in caso di numero dispari l'ultima coppia sarà un terzetto). E bene fare in modo che almeno alcune coppie siano miste. Fatte le coppie si da il tempo del dialogo di coppia e si da appuntamento all'ora in cui ci si deve ritrovare di di nuovo in gruppo. Ritornati in gruppo si spiega come si procede: ognuno dovrà presentarsi ma non sarà più se stesso ma l'altro con cui era in coppia. cioè con un inversione di ruolo (es. se io ero con Maria inizierò a parlare dicendo "mi chiamo Maria "e tutto quello che ricordo che Maria mi ha detto nel dialogo precedente), parlando in prima persona ed eventualmente usando il femminile anche se sono un maschio. Queste ultime due osservazioni sono fondamentali e vanno fatte rispettare in modo assoluto. Il capogruppo può interrompere le presentazioni se necessario e richiamare all'uso della prima persona e del sesso giusto. E' importante dire che, tornando all esempio. mentre io parlo. Maria non deve in nessun modo commentare o correggere (questo va impedito ed è probabile che durante la prima presentazione si trasgrediscano un po' queste regole che vanno richiamate subito per tutti). Dopo che uno ha parlato indica la persona successiva che deve riferire il suo pensiero, fino a che tutti non si sono presentati Finito il giro si dà la possibilità a chi vuole. ciascuno riprendendo la sua vera identità (questo momento va esplicitamente detto e sottolineato), di correggere eventuali errori o aggiungere cose a cui si tiene e che magari non sono state dette dal compagno di coppia. A questo punto si domanda come si sono sentiti durante il gioco, cosa hanno provato mentre l'altro parlava di loro in prima persona e 27

ripetendo quello che loro gli avevano detto, come si sono sentiti nei panni di un altro (interessante è domandare a chi nel gioco ha dovuto cambiare sesso). Generalmente emergono sentimenti di piacevolezza calore dell'accoglienza, anche qualche imbarazzo, sensazione di essere capiti e conosciuti ecc.. è bene stimolare questa parte che crea molto affiatamento nel gruppo. Il gioco si conclude sottolineando alcuni valori che sono emersi: il silenzio e la capacità di ascolto, l importanza di mettersi nei panni degli altri, l accoglienza reciproca che è frutto di quest'insieme di cose, l'impegno e la responsabilità di far tesoro di quello che è venuto fuori e fare di quel particolare gruppo un esperienza significativa dove si cercherà di mantenere sempre un clima di ascolto, disponibilità, accoglienza e confronto. A questo punto a partire da ciò che è emerso si riprendono i temi sulla confessione: si chiariscono dubbi, si fa presente come il Vangelo parla del perdono e di come Gesù ha affidato questo compito alla Chiesa. 3) Liturgia Penitenziale con la meditazione del brano Il sacramento del perdono di A. Gasparino. Importante è la presenza di un sacerdote per la confessione. Passiamo ora alla pagina più commovente del Vangelo dove Cristo ci presenta la sua catechesi personale sul sacramento del perdono. È il cap. 15 di Luca, la pagina cosiddetta del figliol prodigo e della pecorella smarrita. La possiamo proprio chiamare così: la più spettacolare catechesi sul sacramento del perdono. Perché: È la parabola che forse supera tutti i discorsi dì Gesù e li congloba tutti perché va diritta al tema più centrale della fede, in modo profondissimo, ma anche semplicissimo: Dio è Padre! Dio è Padre tenerissimo verso il peccatore pentito. Si potrebbe dire che è anche la storia della redenzione, il dramma dell'uomo che si alza dalla sua miseria e va verso Dio. È una parabola così ricca di calore umano da spezzare anche i cuori di 28

pietra. È una parabola da leggere solo in ginocchio, assaporandone tutti i particolari: ogni particolare è un ritocco che abbellisce e completa i particolari precedenti. È una composizione a trittico, una parabola incomposta: c'è il pannello centrale che potrebbe avere questo titolo; Com'è fatto il cuore di un padre ; ci sono due pannelli laterali: la pecora smarrita e la dramma perduta. Ciò che non è contenuto nel pannello centrale è suggerito dai pannelli laterali. Bisogna decidersi a mai più accostarci al sacramento del perdono senza aver preso in mano questa pagina di Vangelo. Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Il padre poteva irrigidirsi, era nei suoi diritti; ma Dio è rispetto, Dio è finezza. Dio è resistenza disarmata, è amore che non contesta. Dio è dolcezza. Sapeva ove sarebbero finite le sue sostanze, conosceva bene l incoscienza del richiedente. Erano sostanze faticate, sudate, sofferte: ma il padre non resiste. Dio è silenzio che ama. Dio è finezza. Dio è anche silenzio che parla. Dopo pochi giorni partì per un paese lontano e là visse da dissoluto sperperando tutto. Svende e parte. E il padre lo guarda mentre dilapida tutto il patrimonio creato con una vita intera di sacrifici. Ma non proibisce, non parla. Soffre soltanto e si lascia lacerare, perché Dio è tolleranza infinita. Non è mai condiscendenza al male, ma è attesa. L'amore sa attendere, resiste a tutte le impazienze. L amore è resistenza nella sofferenza. Dio è tutto questo non per un figlio insensato, ma per i miliardi di figli traditori. L'umiltà dell'amore è sconcertante. L'amore è umiltà sconcertante. Quando ebbe speso tutto, in quei paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. II protagonista della parabola non è tanto il figlio, è soprattutto il padre. A un certo momento Dio, nel suo silenzio, interviene. Come? 29

Aiutando a riflettere. Senza riflessione non c'è conversione. La prova! Dio aiuta con la prova, una prova proporzionata, che provochi la riflessione, che aiuti a rinsavire, una prova che tiri fuori dalla melma. Il primo mezzo per salvare lo sventurato è costringerlo a sentirsi perduto. Scialacquava, spendeva, faceva Io spensierato: ora prova la fame. Non stimava la fatica, il lavoro, ora comincerà a capire com'è prezioso un pezzo di pane. La prova è medicina. Sin qui Gesù ha spiegato che il Padre è pazienza infinita, è rispetto, è generosità senza limiti, è amore che sa soffrire in silenzio, è amore che sa soffrire senza pesare, è amore operante, è attesa rispettosa, è tenerezza che sa sanguinare e tacere, è creatività per raggiungere l'uomo in fondo all'abisso, è volontà di salvezza. Si mise a servizio di un padrone che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube dei porci ma nessuno gliene dava. Lui l indipendente, che disprezzava le fatiche del vecchio padre, è obbligato a guadagnarsi il pane. Lui che non conosceva la preziosità del denaro deve umiliarsi al lavoro più degradante. Le cose che si sanno, non si sanno affatto finché non si provano. È amore anche questa permissione di Dio, amore operante: Dio che conduce per mano, che fa vedere, che insegna con infinita pazienza. E fa anche provare la fame: solo così il sapore del pane acquista pregio e valore. Lui il sensuale, il ghiottone... gli basterebbe il cibo dei porci, ma nemmeno quello gli è dato. Padre, tu non abbandoni proprio nessuno, anzi insegui con più intensità chi è nel bisogno: sono le parabole parallele della pecorella smarrita e della dracma perduta che lo confermano. Il trittico si completa: la parabola va letta in trittico, quel che tace o sottintende la parabola centrale lo completano le altre due parabole: aggiungono colori nuovi alla descrizione della tenerezza di Dio, spiegano che Dio corre dietro al peccatore, non l'abbandona alla sua incoscienza. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti garzoni in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò e andrò da mio padre.... 30

La fame spezza le resistenze dell'insensato. Trionfa la ragione. Obbliga a pensare e poi a decidere. È la prova che aiuta a rinsavire e a vedere quelle cose che l'egoismo non lasciava vedere. La prova fa cadere le bende dagli occhi. Padre, siamo insensati come bambini e tu con pazienza ci conduci. Grazie per l'arte finissima nel condurci nel trasformarci fino a far scaturire quel sì che non riusciva a venir fuori. Mi alzerò e andrò da mio padre e dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non son più degno di essere chiamato tuo figlio. Padre, ad un certo momento tu fai tornare in cuore il ricordo della tenerezza che avevi usato, la pazienza, la tolleranza. l'amore che si era calpestato... e spunta anche la coscienza del tradimento. La riflessione sfocia nelle decisioni concrete, scatta la volontà. Padre, la tua è pazienza a misura infinita, è un lavoro di cesello sull'animo umano che non capiremo mai; situazioni dure, vergogna, umiliazioni, confronti; il tuo amore è creativo e inesauribile. Trattami come uno dei tuoi garzoni... Partì e s'incamminò. Il pentimento significa riparazione. Padre, anche questo lavoro nell'interno della volontà è la tua grazia che lo compie, il pentimento deve consolidarsi e diventare efficace, il 31

pentimento è azione e riparazione. Padre, tu non perdoni soltanto: tu ricostruisci con pazienza infinita l'amore. Prima era amore interessato; con la sofferenza e la riflessione diventa amore consistente e vero. Padre, non sei soltanto amore, sei il costruttore, il formatore, il forgiatore dell'amore in noi. Quando era ancora lontano, il padre lo vide. Lo attendevi Sei sempre in attesa di noi peccatori. I tuoi occhi non ci abbandonano mai, perché il tuo cuore è sempre con noi. Conti i passi del ritorno. Stai in ansia per i nostri ritardi, i nostri arresti. Incoraggi con i tuoi occhi ogni passo verso di te. Lo faciliti anche. Potresti fare l'assente, fare il papà ferito; offeso, che vuole una rivalsa; invece hai dimenticato tutto, aspetti... prepari l'incontro. Sei tenerezza. Dimentichi. Ami soltanto. Non la fai mai pagare: l'amarezza, la solitudine, la sozzura del male non è già una paga che basta? E commosso gli corse incontro. Commosso, perché? Perché il figlio nel suo egoismo si era fatto tanto male da sentire il bisogno del ritorno. 32