PIC INTERREG III A ITALIA FRANCIA ISOLE PROGETTO A.M.I.C.O. SCUOLA MEDIA G.CAPPAI SORSO CLASSE 1 C Il Barone di Sorso, il Palazzo e il labirinto All inizio del Progetto A.M.I.CO., gli alunni della 1 C della Scuola media G.Cappai hanno fatto una passeggiata nel paese, per mostrare alla Prof. di francese le bellezze e i monumenti locali, da fotografare come cartolina virtuale da inviare ai compagni di Bastia e di Cecina. E arrivati al Palazzo Baronale si è scoperto che circolavano miti e leggende sull esistenza di un labirinto sotterraneo Così i ragazzi hanno deciso di scrivere qualche riga immaginata su fantasmi, baroni, sul potere e sulla giustizia Buona lettura!!
La storia di Leonarda Negli anni passati al palazzo baronale viveva un barone molto ricco e forte, che comandava il palazzo. Tutti lo rispettavano perché era molto potente. Il barone viveva con la moglie e due ragazzi, era una famiglia di nobili, però lui era molto gentile e chiacchierone. Giustamente se uno non si comportava bene nei suoi confronti era molto dispettoso e comandava. Oltre al Barone e alla sua famiglia, su un piano del palazzo abitavano altre due famiglie molto povere, che in passato il Barone aveva voluto aiutare e a cui aveva deciso di non far mancare mai niente. E così fu. Un po di anni dopo, quando il Barone morì, rimase la moglie con i ragazzi, ma la moglie non era buona come il Barone e cacciò le due famiglie. Finché, alla sua morte, il palazzo fu governato dai ragazzi e le due famiglie tornarono a vivere con loro a palazzo. Tutti ricordano come il Barone era molto sensibile, e grazie a lui e ai suoi ragazzi ora le due famiglie vivono da benestanti. La storia di Maria Sara Quando Pietro Amato Gambella compì 29 anni divenne il Barone di Sorso. Egli era molto gentile e ogni domenica invitava il popolo a pranzo nella sua grandissima casa. In quel periodo vi era moltoa siccità ed era molto difficile trovare qualcosa da mangiare a causa della guerra. Il Barone aveva un segreto: sotto casa sua c era un labirinto che portava a un sotterraneo e passava sotto tutte le campagne e il fiume Silis. Un giorno il Barone fece scendere il popolo nel sotterraneo e li portò in una immensa sala dove c erano scaffali pieni di cibo e acqua. Il popolo passò anni e anni nel sotterraneo per paura di uscire. Dopo quattro anni nel sotterraneo non si sentirono più spari e bombe esplodere. Il Barone fece uscire il popolo dal sotterraneo e lasciò il cibo che era rimasto nel sotterraneo, per eventuali necessità. Così Sorso si salvò dalla guerra. Dopo tre anni il Barone si ammalò e morì. Da allora il sotterraneo non è più stato aperto. Gli archeologi non hanno ancora trovato la porta per entrare nel labirinto.
La storia di Giuseppe Tutto è iniziato tanto tempo fa. Una persona molto ricca decise di andare ad abitare in Sardegna, precisamente in un paesino che si chiama Sorso. Siccome questa persona era molto ricca, decise di costruirsi una casa molto grande nel centro del paese. Questa persona divenne subito una persona molto importante, già da diventare il Barone. Però era molto sgarbato e voleva avere sempre ragione lui. Si dice che nella sua casa avesse fatto costruire delle grotte sotterranee che portavano fino al mare; queste grotte servivano per fuggire se Sorso fosse stato colpito dalle bombe. Questa però è soltanto una leggenda che si trasmette di generazione in generazione. Un bel giorno il Barone di Sorso si ritrovò tutto il paese contro. Allora i politici fecero una riunione per decidere se mandare via il Barone. Questa riunione durò moltissime ore e infine decisero di mandarlo via in sella a un asino. Da allora non si ebbero La storia di Caterina Una leggenda dice che il Barone aveva fatto costruire un labirinto sotterraneo che partiva dal Palazzo Baronale e che arrivava fino alla Billellera. Questo tunnel serviva anche come difesa dal nemico o come passaggio segreto. Il palazzo è di rilevanza storica perché fu fatto costruire nel 1746 dal Barone di Sorso Pietro Amat Gambella. Il progetto di questa costruzione è stato curato dall ingegnere piemontese Crateri. Era tutto stabilito: il tipo di materiale utilizzato, i carichi di lavoro, i rispettivi compensi e ai maestri veniva offerto l alloggio. I materiali utilizzati erano pietre, cantoni, calce, acqua, mattoni, legname. Le fondamenta dovevano essere tanto profonde da arrivare fino alla roccia, cioè dovevano essere solide. Si stabiliva l uso di una canna lunga 10 palmi come unità di misura; i maestri che ci lavoravano erano tutti qualificati. Nel 1795 il palazzo venne saccheggiato e gravemente danneggiato. Qualche anno fa è stato restaurato e ora è in ottime condizioni.
La storia di Gian Marco Il Barone del palazzo maledetto. Marco e la terribile avventura. La strada era deserta, affiancata da grandi campi sui quali i papaveri primeggiavano con il loro splendido rossore. La macchina avanzava tentennando a causa delle buche della strada e in lontananza si vedeva una pineta. Marco attraverso il parabrezza della macchina vedeva la pineta venirgli incontro, come se si muovesse: sembrava essere misteriosa e avversa. A un tratto, sul bordo della strada, Marco intravide un uomo con un lungo mantello nero; era incappucciato. L uomo chiese a Marco con voce cupa e rauca: - Buonasera signore. Mi può dare un passaggio fino alla mia dimora? Marco, anche se era tarda notte accettò e diede un passaggio al misterioso uomo, che tenne il cappuccio per tutto il tragitto. Marco, mezzo assonnato, si inoltrò nella buia pineta illuminata dalla poca luce della luna piena. La macchina a un certo punto forò una gomma e i due si ritrovarono a piedi, da soli, o meglio, in compagnia dell ululato dei lupi e del gufare dei gufi. Marco ebbe paura, ma il suo compagno sembrava tranquillissimo. A un certo punto fra i fitti, alti e paurosi alberi si scorse un castello, quasi tutto distrutto, con le finestre aperte e le tende bianche che sventolavano all aria. Marco e il suo compagno d avventura bussarono al colossale e maestoso portone, ma si accorsero che era aperto. Allora silenziosamente si inoltrarono all interno del Palazzo. Nel castello c era un buio tempestoso. Marco vide una lunga e pericolante scala in legno che portava al piano superiore. C erano teste di cervi, di lupi, di tori, appese alle pareti. Il pavimento era polveroso e scricchiolante; a un certo punto i due videro una luce tenue provenire dalla cucina al piano superiore. Marco salì le scale e molto coraggiosamente andò a vedere cosa fosse quella luce; aprì la porta e vide il fantasma della cameriera del Barone che abitava il castello: indossava un grembiulino bianco sporco di sangue.
Marco alla vista del fantasma rabbrividì, allora velocemente scese giù per le scale, disse con voce agitata al misterioso uomo : - Ho ho ho visto un fantasma! Egli non rispose, si tolse il mantello e Marco scoprì che il suo amico non era altro che il fantasma del Barone di un antico paesino, Sorso, scomparso molti anni prima. Il fantasma della cameriera e quello del Barone lo seguirono fino alla pineta. Ma Marco correva così veloce che non si accorse di un burrone Quando Marco riaprì gli occhi, non riuscì a frenare e cadde nel burrone. Da quel giorno di Marco non si seppe più nulla e restò come una leggenda da brivido da raccontare nelle notti di luna piena, in campeggio. In quanto al Barone si dice che la sua anima sia in cerca di persone da uccidere. La storia di Laura Tanto tempo fa, a Sorso, c era un Barone e il suo nome era Antonio. Lui era un uomo non molto anziano, la sua età variava sui 60 anni. Era una persona maleducata e antipatica. Tutti i cittadini, stanchi di lui, decisero di dargli un soprannome, cioè la rovina, perché distruggeva case e ne costruiva nuove, faceva lavorare i cittadini più di quanto dovessero lavorare e faceva altre cose terribili. Un giorno Antonio si sentì male e prima di morire disse: Affido tutto al signore più saggio di Sorso: Lucas Lucas era un uomo anziano, simpatico, gentile e intelligente. Lui cambiò tutta Sorso e la fece diventare una cittadina allegra e spensierata.
La storia di Marilena Molto tempo fa a Sorso è arrivato un signore di mezza età: alto, robusto e ben vestito, tanto che quando passava per le vie del paese si distingueva tra tutti: lui era il Barone. Abitava in una grandissima casa chiamata il Palazzo Baronale dove prima di lui abitavano persone molto importanti e nel tempo si è scoperto che erano i suoi antenati. Il Barone viveva da solo, non era sposato e non aveva figli. Ogni giorno andava una signora per fagli le pulizie preparargli da mangiare. Lui passava molto tempo nel paese ma ogni tanto si spostava nella penisola per affari anche se nessuno ha mai scoperto quale fosse il suo mestiere. Rimase molto tempo nel paese, ha aiutato persone povere, ma un giorno partì e non tornò più. Oggi il Palazzo Baronale appartiene al Comune e ogni tanto ci sono mostre molto importanti e nel grande cortile che si trova nel retro della casa in estate sì proiettato film per adulti e bambini.