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Report mensile sulla qualità dell aria provincia: periodo di riferimento: 01/11/2017 -. Il mese di novembre, dopo un ottobre siccitoso, è stato caratterizzato dal passaggio di perturbazioni atlantiche alternate a momenti più stabili, che hanno portato precipitazioni superiori alle attese ed alle prime ondate di freddo e neve anche a basse quote. Di norma i primi freddi soprattutto in pianura, scaturiscono da situazioni di inversione termica che causano accumulo degli inquinanti in atmosfera. Il particolato PM10 continua a rimanere su valori elevati, anche se inferiori al mese di ottobre, compresi tra i 39 µg/m 3 di mensile a ed i 43 µg/m 3 in pianura, mentre nella da traffico di V.le Timavo la concentrazione mensile raggiunge i 54 µg/m 3. Elevato anche il numero dei superamenti del valore limite giornaliero: 13 nella da traffico urbana e 7-8 superamenti nelle stazioni di fondo. Più o meno invariate le concentrazioni di biossido d azoto con valori orari compresi tra i 30 e 110 µg/m 3, e concentrazioni medie mensili superiori ai 30 µg/m 3, unica eccezione anche in questo caso V.le Timavo dove si conferma una concentrazione di 49 µg/m 3. Con l aumentare del freddo aumentano lievemente anche la concentrazione di benzene (con medie massime giornaliere che hanno raggiunto i 7.6 µg/m 3 ) e monossido di carbonio (con medie massime sulle 8 ore di 2.7 mg/m3). Giorno critico: Sabato 4 novembre durante il quale si è registrati valori superiori a 100 µg/m 3 in tutte le stazioni della rete di monitoraggio dell aria, con un picco massimo di 143 µg/m 3 presso la di V.le Timavo. pag.1 di 10

Stazioni di monitoraggio stazioni di monitoraggio 1 2 S. Rocco 3 Febbio 4 S. Lazzaro 5 Timavo 2 5 4 1 3 zone Appennino Pianura Ovest Figura 1: Stazioni di monitoraggio. nome S. Rocco Febbio S. Lazzaro Timavo Comune Guastalla Villa Minozzo Reggio Nell emilia Reggio Nell emilia tipo Fondo Fondo Fondo Fondo Traffico tipo zona Suburbana Rurale Rurale Urbana Urbana Tabella 1: Stazioni di monitoraggio. La rete regionale di monitoraggio della qualita dell aria e pag.2 di 10

inquinante descrizione elaborazione soglia superamenti consentiti PM10 Valore limite giornaliero Media giornaliera 50 µg/m 3 35 in un anno PM2.5 Valore limite su base annua Media giornaliera 25 µg/m 3 - NO 2 Valore limite orario Media oraria 200 µg/m 3 18 in un anno O 3 Soglia d informazione Media oraria 180 µg/m 3 - Soglia d allarme Media oraria 240 µg/m 3 - Valore obiettivo Massima delle medie mobili su 8 ore 120 µg/m 3 75 in 3 anni CO Valore limite Massima delle medie mobili su 8 ore 10 mg/m 3 - SO 2 Valore limite giornaliero Media giornaliera 125 µg/m 3 3 in un anno SO 2 Valore limite orario Media oraria 350 µg/m 3 24 in un anno C 6H 6 Valore limite su base annua Media giornaliera 5 µg/m 3 - Tabella 2: Limiti di riferimento per gli inquinanti monitorati (D.Lgs.155/2010). pag.3 di 10

PM10 Il particolato è l inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa. Il termine PM10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm (1 µm = 1 millesimo di millimetro). Le particelle PM10 penetrano in profondità nei nostri polmoni. Il loro effetto sulla nostra salute e sull ambiente dipende dalla loro composizione. Alcune particelle vengono emesse direttamente nell atmosfera, ma la maggior parte si formano come risultato di reazioni chimiche che coinvolgono i gas precursori (anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca e composti organici volatili). Gran parte delle particelle emesse direttamente derivano dalle attività umane, principalmente dalla combustione di combustibili fossili e biomasse. I gas precursori sono emessi dal traffico veicolare, dall agricoltura, dall industria e dal riscaldamento domestico. min max 50 90 95 98 % % % % superamenti 100 8 113 39 34 75 79 94 7 Febbio 93 < 5 19 7 7 13 15 17 0 S. Lazzaro 100 < 5 121 43 37 84 95 109 8 S. Rocco 100 < 5 106 43 40 90 99 103 7 Timavo 100 6 143 54 46 103 119 132 13 Tabella 3: PM10, statistiche del periodo. superamenti 31 47 24 30 Febbio 10 0 9 1 S. Lazzaro 32 59 27 23 S. Rocco 33 55 27 21 Timavo 39 73 32 31 Tabella 4: PM10, confronto con l anno precedente. superamenti 150 PM10 (µg m 3 ) 100 50 Febbio S. Lazzaro S. Rocco Timavo Figura 2: Concentrazioni giornaliere di PM10. pag.4 di 10

PM2.5 Il termine PM2.5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2.5 µm (1 µm = 1 millesimo di millimetro). L inquinamento da particolato fine è composto da particelle solide e liquide così piccole che penetrano in profondità nei nostri polmoni ed entrano anche nel nostro flusso sanguigno. Il particolato è l inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa. Alcune particelle vengono emesse direttamente nell atmosfera, ma la maggior parte si formano come risultato di reazioni chimiche che coinvolgono i gas precursori (anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca e composti organici volatili). Gran parte delle particelle emesse direttamente derivano dalle attività umane, principalmente dalla combustione di combustibili fossili e biomasse. I gas precursori sono emessi dal traffico veicolare, dall agricoltura, dall industria e dal riscaldamento domestico. min max 50 90 95 98 % % % % 100 6 94 30 26 57 62 75 S. Lazzaro 100 < 5 88 32 28 60 75 82 S. Rocco 100 < 5 90 35 31 79 82 87 Tabella 5: PM2.5, statistiche del periodo. 22 17 S. Lazzaro 22 17 S. Rocco 25 19 Tabella 6: PM2.5, confronto con l anno precedente. PM2.5 (µg m 3 ) 100 80 60 40 20 S. Lazzaro S. Rocco Figura 3: Concentrazioni giornaliere di PM2.5. pag.5 di 10

Ozono L ozono (O 3 ) è una forma speciale e altamente reattiva di ossigeno. Nella stratosfera l ozono ci protegge dalle radiazioni ultraviolette. Ma nello strato più basso dell atmosfera la troposfera l ozono è dannoso per la salute e l ambiente. Riduce la capacità fotosintetica delle piante, ne indebolisce la crescita e la riproduzione. Nel corpo umano provoca infiammazioni ai polmoni e ai bronchi. Per le persone che già soffrono di disturbi cardiovascolari o respiratori, picchi di ozono possono essere debilitanti e persino fatali. L ozono si forma come risultato di reazioni chimiche complesse tra gas precursori (ossidi di azoto, composti organici volatili COV, monossido di carbonio). Tali precursori sono emessi prevalentemente dalle combustioni (industria, traffico), dai solventi e dall evaporazione di carburanti. I COV hanno anche importanti sorgenti naturali (in Emilia-Romagna circa il 20%). Le reazioni chimiche che producono ozono sono catalizzate dalla radiazione solare, di conseguenza questo inquinante è tipicamente estivo. min max 50 90 95 98 sup. 180 sup. 120 % % % % (ore) (giorni) 100 < 10 76 22 20 45 51 60 0 0 Febbio 96 31 93 61 62 76 79 86 0 0 S. Lazzaro 100 < 10 71 13 < 10 36 42 53 0 0 S. Rocco 100 < 10 81 16 < 10 46 57 66 0 0 Tabella 7: Ozono, statistiche del periodo. sup. 180 (ore) sup. 120 (giorni) sup. 180 (ore) 61 75 78 55 28 69 Febbio 81 0 23 75 0 11 S. Lazzaro 48 26 62 43 5 50 S. Rocco 52 39 72 48 10 59 Tabella 8: O3, confronto con l anno precedente. sup. 120 (giorni) pag.6 di 10

150 O 3 (µg m 3 ) 100 50 Febbio S. Lazzaro S. Rocco Figura 4: Concentrazioni massime giornaliere di ozono. 150 O 3 (µg m 3 ) 100 50 Febbio S. Lazzaro S. Rocco Figura 5: Massimi giornalieri della di 8 ore di ozono. pag.7 di 10

Biossido di azoto Il biossido di azoto (NO 2 ) è un gas reattivo, di colore bruno e di odore acre e pungente. L esposizione a breve termine all NO 2 può causare diminuzione della funzionalità polmonare, specie nei gruppi più sensibili della popolazione, mentre l esposizione a lungo termine può causare effetti più gravi come un aumento della suscettibilità alle infezioni respiratorie. Inoltre determina effetti negativi sugli ecosistemi, contribuendo all acidificazione e all eutrofizzazione. È precursore dell ozono, del PM10 e del PM2,5. Le maggiori sorgenti di NO 2 sono i processi di combustione ad alta temperatura (come quelli che avvengono nei motori delle automobili specie diesel o nelle centrali termoelettriche). min max 50 90 95 98 % % % % superamenti 100 < 12 80 31 30 50 54 60 0 Febbio 100 < 12 23 < 12 < 12 < 12 < 12 13 0 S. Lazzaro 100 < 12 75 34 34 50 55 61 0 S. Rocco 100 < 12 58 27 28 41 46 49 0 Timavo 100 < 12 110 49 49 72 80 87 0 Tabella 9: Biossido di azoto, statistiche del periodo. 20 17 Febbio 4 3 S. Lazzaro 24 22 S. Rocco 18 16 Timavo 41 38 Tabella 10: NO2, confronto con l anno precedente. 200 NO 2 (µg m 3 ) 150 100 50 Febbio S. Lazzaro S. Rocco Timavo Figura 6: Concentrazioni massime giornaliere di NO 2. pag.8 di 10

Benzene Il benzene (C 6 H 6 ) è una sostanza chimica liquida e incolore dal caratteristico odore aromatico pungente. L Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) classifica il benzene come sostanza cancerogena di classe I. La maggior parte del benzene oggi prodotto (85%) trova impiego nell industria chimica, per produrre plastiche, resine, detergenti, pesticidi, intermedi per l industria farmaceutica, vernici, collanti, inchiostri e adesivi. Il benzene è inoltre contenuto nelle benzine. min max 50 90 95 98 % % % % superamenti Timavo 96 < 0.5 7.6 2.1 1.8 3.7 4.4 5.9 0 Tabella 11: Benzene, statistiche del periodo. Timavo 1.3 1.2 Tabella 12: C6H6, confronto con l anno precedente. 5 C 6 H 6 (µg m 3 ) 4 3 2 1 Timavo Figura 7: Concentrazioni medie giornaliere di benzene. pag.9 di 10

Monossido di carbonio Il monossido di carbonio (CO), incolore e inodore, è un prodotto derivante dalla combustione. A bassissime dosi il CO non è pericoloso, mentre a livelli di concentrazione nel sangue pari al 10-20% il soggetto avverte i primi sintomi, quali lieve emicrania e stanchezza. La principale sorgente di CO è il traffico veicolare (circa l 80% a livello mondiale), in particolare i veicoli a benzina. L emissione è connessa alle condizioni di funzionamento del motore: si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo e in fase di decelerazione. L evoluzione delle tecnologie ha determinato una significativa riduzione delle emissioni. min max 50 90 95 98 superamenti % % % % Timavo 100 < 0.6 2.7 0.8 0.7 1.2 1.5 1.9 0 Tabella 13: Monossido di carbonio, statistiche del periodo. Timavo 0.5 0.5 Tabella 14: CO, confronto con l anno precedente. 5 CO (mg m 3 ) 4 3 2 1 Timavo Figura 8: Massimi giornalieri della di 8 ore di monossido di carbonio. pag.10 di 10