alatesta ebbe Fano quale vicariato temporale della Chiesa. Grande Condottiero, aveva prima ottenuto dai Visconti i domini di Brescia, Bergamo e Lecco grazie ai suoi servigi in arme. Quando nel 1421 vicende avverse lo costrinsero a ritirarsi a Fano, si consolò del perduto dominio raccogliendo antichi codici e mantenendo buone amicizie con intellettuali del suo tempo. orì nel 1427 lasciando la Città al figlio naturale Sigismondo Pandolfo. Il a fianco attesta forse la prima emissione fanese; lo si evince dallo stile della croce del verso, di chiara influenza lombarda. Lo zecchiere e incisore dei coni fu mastro Ambrogio da Como, che probabilmente Pandolfo aveva conosciuto nel suo periodo bresciano. Nella legenda del dritto spesso ritroviamo la, mentre nel rovescio la dicitura DNS FANI ETC indica i vari suoi domini. Quest altro invece è il malatestiano più noto perchè battuto in grande quantità sia da che da suo figlio Sigismondo; sembra infatti che per gran parte delle sue coniazioni questi utilizzasse gli stessi coni del padre, anche se come vedremo, alcuni esemplari con l iniziale del suo nome sono sopravvissuti. DNS FANI CNI 15-16 inv.1 g 0,35; Ø 14 mm i croce fiorata C 17 Ciav 2 DNS FAI CNI 15-16 inv.2 g 0,36; Ø 14 mm i croce fiorata C 17 Ciav 2 inv.3 g 0,45; Ø 13 mm i DNS FANI CNI 15-16 croce fiorata C 17 Ciav 2 11
12 -- DOINVS FANI inv.4 g 0,37; Ø 13 mm i D DOINVS FANI inv.5 g 0,29; Ø 14 mm i -- DOINVS FANI inv.6 g 0,36; Ø 14 mm i DOINVS FANI inv.7 g 0,50; Ø 14 mm i -- DOINVS FANI inv.8 g 0,52; Ø 13 mm i D DOINVS FANI inv.9 g 0,43; Ø 14 mm i D DOINVS FANI inv.10 g 0,31; Ø14 mm i D DOINVS FANI inv.11 g 0,42; Ø 14 mm i
D DOINVS FANI inv.12 g 0,45; Ø 14 mm i DOINVS FANI inv.13 g 040; Ø 14 mm i D DOINVS FANI inv.14 g 0,25; Ø13 mm i --NDVLFVS DOINVS FANI inv.15 g 0,40; Ø13 mm i D DOINVS FANI inv.17 g 0,40; Ø13 mm i DOINVS FANI inv.19 g 0,25; Ø14 mm i --NDVLFVS DOINVS FANI inv.20 g 0,40; Ø13 mm i DOINVS FANI inv.22 g 0,40; Ø14 mm i 13
--ANDVLFVS DOINVS FANI inv.23 g 0,38; Ø13 mm i DOINVS FANI inv.24 g 045; Ø13 mm i D DOINVS FANI inv.25 g 0,40; Ø14 mm i DOINVS FANI inv.26 g 0,40; Ø14 mm i - DOINVS FANI inv.27 g 0,40; Ø 13 mm i DOINVS FANI inv.28 g 0,40; Ø 14 mm i Sigismondo Pandolfo alatesta 1417-1468 Uno dei tre piccioli di Sigismondo Pandolfo alatesta (a fianco ingrandito). Soli esemplari noti, oltre a quello della collezione di Vittorio Emanuele III, del malatestiano di Fano emesso sotto Sigismondo Pandolfo. In queste monete l iniziale S di Sigismondo precede il patronimico. 14
Sigismondo Pandolfo 1417-1468 S DOINVS FANI CNI 2 inv.16 g 0,40; Ø 13 mm i C Ciav 2d Sigismondo Pandolfo 1417-1468 S DOINVS FANI CNI 2 inv.18 g 0,45; Ø 13 mm i C Ciav 2d Sigismondo Pandolfo 1417-1468 S DOINVS FANI CNI 2 inv.21 g 040; Ø 13 mm i C Ciav 2d Le emissioni autonome comunali 1463 1466 Dopo la cacciata di Sigismondo, il trattato di capitolazione onorevole concessa al Comune dal Cardinale Legato e dal comandante dell esercito pontificio, ci dice che vennero confermati alla città tutti i privilegi, concessioni e consuetudini anteriori. È del 1466 una delibera dei reggitori della Repubblica Fanese in cui si stabilisce la coniazione di denari piccoli, previa autorizzazione. Si dice che la moneta sarebbe dovuta essere della stessa lega dei vecchi piccioli e portare da un lato l arme della Chiesa e dall altro quella del Comune. I piccioli con l arme della città e il busto del Patrono che non mostrano ancora i segni del potere papale dovrebbero essere di poco antecedenti alla delibera accennata, quindi emessi tra il 1463 e il 1466. Picciolo autonomo comunale Città di Fano 1463-1466 CIVITAS FANI S.PATERNIANVS CNI 1 inv.29 g 0,55; Ø 13 mm i arme della città busto del Santo C4 Ciav 3 Città di Fano 1463-1466 CIVITAS FANI S.PATERNIANVS CNI 1 inv.30 g 0,50 Ø 13 mm i arme della città busto del Santo C4 Ciav 3 15
Le emissioni anonime pontificie 1466 1472 Dal 1466 in poi la Città fu obbligata a inserire i simboli pontifici nelle monete. Fano era ora gestita direttamente da Roma tramite un Governatore, che doveva essere un ecclesiastico. Sono monete di estrema rarità, conosciute in due o tre esemplari. Hanno al recto l arme della città con sopra le chiavi simbolo dell autorità pontificia e nel giro la scritta CIVITAS FANI, mentre nel verso è rappresentato San Paterniano col pastorale, la mitria e con la mano destra benedicente. La raffigurazione del Santo Protettore della città è usuale nelle monete dell epoca. Il n.31 segna probabilmente il passaggio dalle emissioni autonome a quelle pontificie, essendo stata coniata sia con le grosse chiavi sopra lo stemma cittadino che con una piccola croce al posto di queste. Rarissimo anonimo pontificio emesso con le chiavi papali. La stessa moneta esiste senza le chiavi; per questo riteniamo che costituisca il passaggio tra le emissioni comunali e quelle sotto l autorità papale. Picciolo anonimo pontificio con le chiavi sopra lo scudo con stemma comunale. Uno o due esemplari conosciuti. Città di Fano 1466-1472 CIVITAS FANI S PATR - IGNIAN CNI 4 inv.31 g 0,38; Ø 14 mm i arme e chiavi C5 Ciav 4b Città di Fano 1466-1472 CIVITAS FANI S PATE - RNIANVS CNI 4var inv.290 g 028; Ø 13 mm i arme e chiavi C Ciav 4a Alle pagine successive, Papa Sisto IV, in un affresco di elozzo da Forlì. Con lui cominciano le emissioni nel nome dei pontefici. 16
Le emissioni nel nome dei pontefici È nel 1472 che troviamo una autorizzazione del Cardinale Orsini ad emettere piccioli per una quantità corrispondente a 200 ducati d oro (oltre 150.000 monete). Probabilmente si tratta di quelli emessi da Sisto IV. Dai carteggi appare quindi evidente che dalla cacciata dei alatesta non fu autorizzata ufficialmente dalla Chiesa la produzione di moneta fino a quell anno. Le precedenti emissioni autonome vanno quindi considerate emissioni di necessità del Comune, pur se sotto la giurisdizione papale. Nel 1484, ancora sotto Sisto IV, avviene la stipula della convenzione tra il Comune e l orefice Ludovigo da Lugo per la coniazione di 200 ducati di denari piccioli. Dovrebbero essere stati emessi sotto papa Innocenzo VIII, visto che subito dopo Sisto IV morì. Questi piccioli riportano tutti nel dritto lo stemma di famiglia del pontefice e nel rovescio San Paterniano benedicente. Sisto IV 1471 1484 Francesco della Rovere Picciolo con la roverella dei Della Rovere al recto e S. Paterniano benedicente al verso. inv.291 Sisto IV g 0,30; Ø14 mm 1471-1484 i SIXTVS PAPA II (!) roverella CIVITA - FANI CNI 6 54-55 C 20 Ciav 6c Innocenzo VIII 1484 1492 Giovan Battista Cybo Picciolo con arme dei Cybo al recto e S. Paterniano benedicente al verso. Innocenzo VIII 1484-1492 PP INO VIII CIVIT - AS FANI CNI 1var 32 inv. 32 g 0,38; Ø13 mm i arme papale C 21 Ciav 7a 17
Alessandro VI 1492 1503 Rodrigo Borgia Picciolo con arme dei Borgia al recto e S. Paterniano benedicente al verso. Alessandro VI 1492-1503 ALEX - PAPA VI CIVITA-S FANI CNI 2 36 inv.33 g 0,50: Ø15 mm i arme papale C 22 Ciav 8 Giulio II 1503 1513 Giuliano della Rovere Picciolo con la roverella simbolo dei Della Rovere al recto e S. Paterniano benedicente al verso. 20 Giulio II 1503-1513 IVLIVS PAPA II CIVIT - AS FANI CNI 1 100 inv.34 g 0,40; Ø13 mm i roverella C 23 Ciav 9 Giulio II 1503-1513 IVLIVS PAPA II CIVIT - AS FANI CNI 1 100 inv.35 g 0,40; Ø14 mm i roverella C 23 Ciav 9