IL LAVORO E L IDEALE. Tratto da Il lavoro e l ideale- Il Ciclo delle formelle del Campanile di Giotto Mariella Carlotti

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IL LAVORO E L IDEALE Tratto da Il lavoro e l ideale- Il Ciclo delle formelle del Campanile di Giotto Mariella Carlotti

Con il cristianesimo nasce un antropologia nuova e un originale concezione del lavoro, non come attività servile ma come creativa espressione di un uomo libero.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cos è l uomo perché te ne ricordi e il figlio dell uomo perché te ne curi? Eppure l hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato; gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

L uomo è mosso dal desiderio di conoscere: il metodo è quello dell impegno con la totalità del reale. Il lavoro risulta così essere il gesto cosciente dell uomo che collabora al gesto creativo di Dio. Nella quotidiana fatica del lavoro emerge questo nostro misterioso destino di uomini, segnati da una fragilità mortale, ma allo stesso tempo chiamati ad un compito nella storia e nel mondo. L uomo è così fragile che sembra quasi un nulla eppure L hai fatto poco meno degli angeli.

Tutti facciamo esperienza di essere limitati, molto fragili (per un nonnulla moriamo), eppure avvertiamo anche una strana signoria sulla realtà: non siamo niente eppure siamo signori. Questo è l uomo che lavora. In modo particolare il cristiano, fatto nuovo dall incontro con Cristo, affronta la realtà e la trasfigura e questa trasfigurazione si chiama lavoro.

Gli uomini del Medioevo sono consapevoli che il lavoro, mentre realizza il destino del singolo uomo, edifica la civiltà, rende il tempo storia. In tante città europee, sul portale della cattedrale di Chartres o a Modena, troviamo tanti cicli dedicati al lavoro. A Firenze questo ciclo è svolto in modo originale: svincolato dalla scansione dei mesi.

IL CAMPANILE DÌ GIOTTO

La costruzione del campanile ebbe inizio nel 1334, quando Giotto fu chiamato all opera di Santa Maria del Fiore. La costruzione fu ultima in trent anni. Giotto ideò l alto e ricco campanile: morì però solo dopo tre anni dall inizio dei lavori. Andrea Pisano collaborò alla realizzazione dei bassorilievi e delle formelle i cui disegni (e la realizzazione delle prime) sono con ogni probabilità del grande maestro. Ispiratore del ciclo scultoreo fu fra Remigio de Girolami, teologo domenicano discepolo di san Tommaso d Aquino e maestro di Dante.

Sulle mura del Campanile di Giotto il nesso lavoro tempo è espresso attraverso la descrizione storica di tutte le attività umane. Il ciclo delle formelle è pensato come un lungo viaggio nella storia, teatro del dialogo tra Dio e l uomo, chiamato a collaborare alla creazione e perciò a forgiare nel tempo il suo destino eterno. Il ciclo si articola su due livelli con formelle esagonali sul primo ordine e romboidali nel secondo, a eccezione del lato nord che originariamente aveva solo quelle romboidali. Le formelle esagonali sono totalmente in marmo, quelle romboidali hanno il fondo in maiolica.

Il ciclo parte definendo cos è l uomo e cos è il lavoro dell uomo. La risposta si trova in Genesi: l uomo è creatura, fatto da Dio, a sua immagine e somiglianza. Dio è l eterno lavoratore che crea dal nulla tutte le cose e chiama l uomo a collaborare alla creazione. In questa collaborazione consiste tutta la dignità del lavoro umano. Come detto nel Salmo 8 nella concezione giudaicocristiana dell uomo si colgono le due dimensioni costitutive del suo essere: la piccolezza che lo rende prossimo al nulla e la grandezza che lo fa prossimo a Dio.

Sopra i rilievi, dedicati alla storia della Genesi la cui forma esagonale ricorda che sei sono i giorni della creazione e il sesto giorno Dio creò l uomo a sua immagine e somiglianza- sono raffigurati i sette pianeti, disposti secondo l ordine tolemaico. Il senso di lettura degli esagoni procede da sinistra a destra mentre i rombi sono ordinati da destra, probabilmente per mettere il cielo di Saturno l Empireo- verso la cattedrale.

Il realismo medioevale ci impone la meditazione del grande lavoro di Dio che è la creazione, il cui vertice è l uomo, la creatura, fatta a immagine e somiglianza del creatore.

La creazione di Eva L uomo è simile a Dio, cioè è fatto come comunione: Dio non crea l uomo solo, Dio è un Mistero di comunione e fa l uomo come mistero di Comunione.

Adamo, curvo verso il suolo lavora la terra, Eva, al fianco, regge il fuso. Il lavoro non è la conseguenza del peccato originale, ma deriva dal fatto che l uomo è simile a Dio: come il Padre è l Eterno Lavoratore così l uomo è il lavoratore. Dio ha creato un essere simile a sé che continuasse il suo lavoro.

In questo ciclo di Firenze non è rappresentato il Peccato Originale, ma è mostrata la sua principale conseguenza: la fatica del lavoro, ben adombrata nella schiena curva di Adamo. con dolore ne trarrai il cibo spine e cardini produrrà Eppure, anche se la ferita originale lascia questa traccia di dolore e di fatica nell operosità umana, nel lavoro si esprime l alta vocazione dell uomo nel tempo.

Un uomo che all inizio della notte sta seduto sulla soglia della tenda a vegliare sul suo gregge. Bisogna guardare la dignità di quest uomo che è un pastore: perché l uomo recupera la sua immagine originale nel lavoro, tant è che l arte traduce questo nel dare a questo uomo la stessa faccia del Dio che l ha creato. E nel lavoro che l uomo recupera il suo volto originale di essere fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Il biblico personaggio è tutto intento a modulare una voce non sua, che dia forma espressiva alla sua interiorità. Il cosmo intero è governato dalle leggi della musica e nelle civiltà di tutti i tempi essa è presente

padre di quanti lavorano il rame e il ferro Nella sua bottega il fabbro, Tubalcain, forgia i metalli, costringe la materia ad assecondare i suoi bisogni.

Per il pensiero classico con la lavorazione dei metalli finiva l era dell armonia dell uomo con il creato e iniziava un tempo di violenza, la cui espressione suprema era la guerra. Non c è traccia di questa negatività nell atteggiamento di questo artigiano, assorto nella sua opera che segna invece il passaggio ad uno stadio più evoluto nell umana civiltà: emerge qui il senso positivo del tempo, del progresso umano che il cristianesimo ha dato all Europa.

La formella non sottolinea tanto il peccato di Noè, quanto la scoperta positiva: i due terzi del bassorilievo sono occupati dalla vite piena di grappoli e dalla botte in cui Noè ha appena inventato il vino. Questa formella, ultima di questo lato, è vicino a piazza della Signoria, perché la viticoltura era ed è tanta parte della ricchezza della Toscana. In Noè inizia l alleanza dell uomo con Dio destinata ad essere eterna. La sua invenzione, il vino, sarà insieme al pane il segno scelto da Cristo per rimanere presente nella storia.

Sopra le sette formelle esagonali sono collocate le losanghe con la personificazione dei pianeti La Luna ha le sembianze di una fanciulla seduta sulle Acque, con una fontana nella Mano destra Saturno tiene nella sinistra suo figlio Crono (il tempo) e nella mano destra la ruota del tempo.

Su questo lato del campanile è rappresentato l uomo naturale, come esce dalle mani di Dio, ferito dalla sua originale ribellione, dominato dai pianeti, dalle forze naturali della necessità. Per la cultura cristiana medioevale l uomo, pur influenzato dalle stelle, non ne è determinato essendo, grazie alla sua libertà, ultimo artefice del proprio destino. Dante, nel XVI canto del Purgatorio, si oppone ad ogni determinismo dell umano destino e sostiene questa concezione dell uomo creato libero e dotato di un cuore capace di riconoscere il bene e il male.