AVVENTO 2014 «Io sono con voi tutti i giorni» COMMENTI AI VANGELI - QUINTA SETTIMANA



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AVVENTO 2014 «Io sono con voi tutti i giorni» COMMENTI AI VANGELI - QUINTA SETTIMANA V DOMENICA DI AVVENTO 14 dicembre (Gv 1, 19-28) In quel tempo. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me, ed era prima di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. In questa domenica ascoltiamo un brano che ha come protagonista Giovanni il Battista, proprio come nel Vangelo della seconda domenica d Avvento. Giovanni, ultimo tra i profeti che prepara gli uomini ad accogliere la venuta del Messia, viene interrogato da sacerdoti e leviti. Anche noi, quando testimoniamo il messaggio di Dio, dobbiamo essere pronti a rispondere alla domanda Tu, chi sei?. Giovanni non evita questa domanda, non cerca altre risposte, non si costruisce una falsa identità; è pronto a mostrarsi nella sua autentica natura. Chiediamo in questo Avvento a Gesù, di aiutarci a testimoniarlo in coerenza, mostrando veramente chi siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti, con le nostre consapevolezze e con i nostri dubbi, assumendo quel compito, quel ruolo che ci chiede. La consapevolezza dei nostri limiti, delle nostre fragilità non deve essere un alibi al nostro essere testimoni perché il Signore non vuole testimoni infallibili ma testimoni che, nella loro umiltà, riconoscono di essere sempre in cammino e bisognosi di Lui. Dove faccio più fatica a dirmi cristiano e perché? Giovanni Battista ci invita a rendere diritta la via del Signore. Che cosa ancora devo togliere nella mia vita perché il mio cammino verso il Signore sia più diritto? Ho sperato nel Signore, egli mi ha ascoltato; ecco: la nostra salvezza è vicina. Ha dato ascolto al mio grido, ha reso sicuri i miei passi. 1

V SETTIMANA DI AVVENTO Lunedì 15 dicembre (Mt 21, 33-46) In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: c'era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d'angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Il Vangelo che ascoltiamo oggi, lunedì della quinta settimana di Avvento, è una parabola raccontata da Gesù, è un altra parabola. Un altra: come a voler dire che ancora gli uomini non comprendono il messaggio di Gesù, e hanno bisogno di un altra parabola ancora. Cristo parla di un padrone che, preso un campo, messo a posto e coltivato, lo lascia in affitto a dei contadini, ma questi, al momento di consegnare i frutti del campo, uccidono i servi mandati dal padrone e uccidono persino suo figlio. Emerge chiaramente che questo figlio della parabola è Gesù stesso. Cosa dunque farà il padrone a questi contadini malvagi? Se torniamo indietro, all inizio della parabola, si dice che il padrone, dopo aver messo tutto a posto, affitta, cioè AFFIDA ai contadini ciò che è suo, è una fiducia estrema che ripone in ogni singolo contadino. Ma i contadini si dimostreranno infedeli, non come i servi, fedeli al padrone fino alla morte. Si può notare che il padrone è buono. Saputo dell uccisione dei servi ne manda altri, per raccogliere i frutti, e allo stesso tempo per offrire loro un opportunità di rimediare a quanto fatto. Ma i contadini rifiutano quest opportunità datagli più volte. Rifiutano anche il figlio, lo uccidono! Cosa farà a quei contadini? Il messaggio di Gesù è chiaro, ci sarà un giorno il giudizio da parte del padrone. Un giudizio di misericordia che è il dono della vita di Gesù per tutti, anche per quelli che lo rifiutano. Anche a noi oggi è chiesto un atteggiamento di accoglienza verso il Signore, mentre ci prepariamo a celebrare il suo Natale. Chi sono io? Sono un cristiano capace di essere fedele sempre, anche nelle situazioni peggiori? Come mi pongo davanti al Vangelo? Lo ascolto e basta o provo a comprendere ciò che la Parola dice oggi, a me? Signore, fa di noi servi fedeli, pronti a portare il tuo messaggio di salvezza anche là dove è rifiutato, perché non abbia mai a mancare la possibilità di conversione per chi non ti ama. 2

COMMEMORAZIONE DELL ANNUNCIO A SAN GIUSEPPE Martedì 16 dicembre (Mt 1, 18-24) In quel tempo. Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Oggi la liturgia ci fa celebrare la commemorazione dell annuncio a san Giuseppe. L evangelista Matteo narra che Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo e Giuseppe pensa di ripudiarla in segreto. Ma ecco che gli apparve in sogno un angelo, gli spiega ciò che agli occhi dell uomo è inspiegabile. Egli entra nella Storia della Salvezza, d un tratto Giuseppe si trova a dover assumere la paternità di questo bambino; è anche dal suo sì che passa questa storia; è l uomo dei fatti, agisce sempre compiendo la volontà di Dio, come un servo buono e fedele. È dal sogno che inizia il tempo dell Avvento, non un tempo di passaggio, ma anzi un tempo di desiderio, che si arricchisce nell attesa, fino a giungere all Avvenimento più importante della storia. Giuseppe è un uomo giusto, decide di ripudiare Maria in segreto, mentre avrebbe potuto umiliarla, accusandola pubblicamente; una donna promessa sposa che si ritrova incinta è qualcosa che giustamente si reputa inaccettabile. Giuseppe è uomo giusto perché capace di riconoscere un azione di Dio in Maria e quindi anche in lui. Riconosce a Dio il primato ed è disponibile a cambiare radicalmente i suoi piani. Se li lascia sconvolgere da Dio. E allora la prima domanda che ognuno di noi può fare a sé stesso è quella di chiedersi: Ma io sono giusto?. Quali sono i miei piani? Sono capace di farmeli sconvolgere da Dio? Sono capace di mettermi in ascolto, tramite la preghiera o anche tramite le circostanze che ci sono nella mia vita? E prese con sé la sua sposa, questo è l inizio della Storia di Cristo. Un sì. Siamo nel tempo dell Avvento, come sto vivendo questa attesa? O Dio di bontà e di misericordia, tu che offri alla tua Chiesa questi giorni di Avvento, aiutaci a viverli con la rinnovata speranza della venuta di Gesù Cristo nostro Signore, nella certezza della salvezza per mezzo di Lui. 3

I FERIA PRENATALIZIA «DELL ACCOLTO» Mercoledì 17 dicembre (Lc 1, 1-17) Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso. Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Oggi iniziamo le ferie prenatalizie, il tempo più prossimo al Natale. Ascolteremo i vangeli che precedono la nascita di Gesù. Luca inizia il suo Vangelo parlando della storicità degli avvenimenti narrati. Si può già cogliere che non stiamo parlando di una favola, questa storia è un fatto, è un avvenimento, è reale! Questo brano sembra a prima vista non centrare nulla con Gesù, parla di Zaccaria ed Elisabetta, di un offerta al tempio, di una donna Elisabetta sterile. Ma Dio sceglie di partire da qui. È un fatto che ci deve far riflettere. Nascerà un bambino, e sarà Giovanni il Battista, che annuncerà la venuta di Gesù! Ecco allora che questa storia, che sembra slegata con l Avvento di Gesù Cristo, è determinante, è il primissimo passo: l annuncio della salvezza parte da qui. La tua preghiera è stata esaudita. Zaccaria si sente dire queste parole dall angelo. Bellissimo. Chissà con che fede pregava Zaccaria! Egli sarà grande davanti al Signore. Ma cosa vuol dire? Giovanni sarà un predicatore, andrà nel deserto, è una figura molto lontana dai grandi dell epoca, dai re, dall imperatore. Eppure DAVANTI A DIO sarà grande. Dobbiamo smetterla di guardare tutto e tutti con gli occhi della società moderna, dovremmo iniziare a guardare ogni persona e ogni cosa con gli occhi amorevoli del Padre, cambiare il nostro sguardo, perché assomigli di più a quello di Dio. Con che fede prego io? Sono consapevole che il Signore mi ascolta e che mi esaudisce, se davvero glielo chiedo con fede? Come penso di essere davanti al Signore?..... Gioiscano tutti, Signore, quanti confidano in te; esultino senza fine, quando sarai con loro; in te si allieteranno quanti amano il tuo nome. 4

II FERIA PRENATALIZIA «DELL ACCOLTO» Giovedì 18 dicembre (Lc 1, 19-25) In quel tempo. L'angelo disse a Zaccaria: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Sono capace io di portare letizia agli altri? Sto custodendo il silenzio nelle mie giornate come modo migliore per prepararmi al Natale? Elisabetta conclude ringraziando, Ecco cosa ha fatto per me il Signore ; sono capace io di ringraziare, di capire che nulla mi è dovuto e che tutto mi è dato? E con gli altri, amici o sconosciuti che siano, sono capace di testimoniare Colui in cui credo? Il Vangelo di oggi, seconda feria prenatalizia, è la continuazione di quanto abbiamo ascoltato ieri nella narrazione di Luca; Zaccaria riceve l annuncio dell angelo e rimane incredulo, pensa che una cosa così grande come l avere un figlio da una moglie sterile sia impossibile. Proprio per questa sua incredulità rimarrà muto fino al compimento della promessa; fuori dal tempio intanto il popolo lo aspetta, meravigliato dalla sua prolungata permanenza nel tempio. La narrazione di Luca è conclusa con il ringraziamento di Elisabetta a Dio Padre. Zaccaria rimarrà muto fino al compimento delle promesse, perché incredulo, ma possiamo anche pensare che forse l unica reazione davanti alla grandezza di Dio è proprio il silenzio, non un silenzio vuoto, ma pieno di gratitudine (chissà quante volte Zaccaria avrà ringraziato per il dono ricevuto!), un silenzio che evidenzia come nessuna parola possa descrivere quanto Dio fa per noi, esclusivamente per amore! L angelo parla di un lieto annuncio, la Provvidenza sempre porta letizia, anche se magari costa un po inizialmente, come costa per Zaccaria il silenzio prolungato. Ti chiediamo Signore la Grazia di non dubitare mai di Te, di fortificare la nostra debole fede e di essere capaci di saperti riconoscere lungo il nostro cammino 5

III FERIA PRENATALIZIA «DELL ACCOLTO» Venerdì 19 dicembre (Lc 1, 39-46) In quei giorni. Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore». Sono capace di guardare la mia realtà con gli occhi di un bambino, per riconoscere la presenza divina nella mia vita? A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?. È la domanda di Elisabetta, che riconosce la sua piccolezza, che riconosce che nulla le è dovuto, ma tutto le è donato. Sono in grado di fare la stessa domanda a Cristo: A che cosa devo che il Signore venga sulla terra PER ME?..... Nel Vangelo che ascoltiamo oggi, terza feria prenatalizia, si parla di un altro incontro. Nei giorni precedenti abbiamo ascoltato il sogno (che possiamo definire incontro) di Giuseppe con l angelo, l annuncio a Zaccaria, sempre da parte di un angelo, oggi ci viene narrato l incontro tra la Madonna ed Elisabetta. Maria ha già ricevuto l annuncio dall Angelo Gabriele, Vangelo che mediteremo Domenica prossima. Del racconto della visitazione mi colpisce questo fatto straordinario: al saluto di Maria il bambino sussultò nel grembo di Elisabetta, come a dire che il piccolissimo Giovanni già riconosce la presenza del Mistero che si fa uomo e che viene ad abitare sulla terra. Per riconoscere Gesù che viene allora dobbiamo allenarci a guardare la realtà con gli occhi di un bambino, perché è con questi occhi che riusciremo a trovarlo realmente. È un sussulto che Elisabetta definisce di gioia, è il riconoscere la Presenza vera di Dio in mezzo a noi, presenza reale, tanto che Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed inizia a lodare Maria, definendola benedetta. Signore, ci stiamo sempre più avvicinando al Natale, aiutaci a capire che tutto questo sta avvenendo davvero, per ognuno di noi. Aiutaci a riconoscerti in ogni ambito della nostra vita. 6

IV FERIA PRENATALIZIA «DELL ACCOLTO» Sabato 20 dicembre (Lc 1, 57-66) In quel tempo. Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Oggi, quarto giorno delle ferie prenatalizie, ci sentiamo ormai prossimi al grande giorno in cui Gesù viene al mondo in punta di piedi: il Natale. Il vangelo di ieri ci ha ricordato l esultanza di Elisabetta per la visita di Maria. Anche la nostra gioia non deve essere una gioia in punta di piedi, essa deve essere come quella dei parenti di Elisabetta: una gioia che si rallegra. Questa gioia deve testimoniare al mondo il bello di ricevere un dono che non si lascia scartare come i comuni regali, ma una gioia che lentamente scarta il nostro cuore da quell involucro di negatività che spesso ci accompagna. Più che un dono da aprire, il Signore è un dono che ci apre alla gioia! Elisabetta e Zaccaria non hanno sprecato il dono di Dio, hanno saputo valorizzarlo. È questo il compito che ci viene lasciato in questo momento dell Avvento: esaltare e benedire i doni di Dio. Sei disposto a lasciarti scartare dalla novità radicale che Cristo porta nel Natale? Pensi mai hai regali che Dio ti fa ogni giorno o sei impegnato a criticare il giorno stesso? Aiutaci, o Signore, a non essere egoisti, la gioia che tu metti nei nostri cuori, non sia un fatto privato. Rendici capaci di rallegrarci in comunione con il mondo. I doni che ci offri non siano come i giochi per i bambini, abbandonati dopo pochi giorni perché ne desiderano altri. Fa che diventino il nostro pane quotidiano da diffondere il più possibile. 7