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La Via dei Monasteri Comunalie interessate : S.Vincenzo Rovinaglia, S.Maria Valdena, Baselica, Pontolo Consorzi interessati : Monte Croce di Ferro Lunghezza: Durata media:8 ore e 35 minuti Livello di difficoltà: Medio L antico cammino dei pellegrini romei, tra le cime che furono culla della comunità di Borgotaro, in cerca delle tracce dell antica ospitalità riservata ai devoti camminatori. È questo uno dei tanti antichi percorsi che pellegrini, eserciti, viandanti, prelati, commercianti provenienti dal nord, seguivano per recarsi a Roma. L intero itinerario collegava Piacenza con Pontremoli toccando Castell Arquato, il Monastero di Val di Tolla, Bardi, il Monastero di Gravago e Borgotaro, le cui origini altomedioevali si identificano con l importante Corte di Torresana, dipendente dal Monastero di San Colombano di Bobbio. Da Borgotaro, attraverso il Passo del Borgallo, il percorso giungeva a Pontremoli e s innestava sulla più nota strada di Monte Bardone (poi Cisa), per arrivare a Roma attraverso Lucca e Siena. Il percorso qui descritto parte dalla località Ramata, al confine tra Borgotaro e Bardi, sulla strada comunale Passo di S. Donna Osacca, e termina al Passo del Borgallo, raggiungibile con una comunale sterrata dal Passo del Brattello (sulla strada Borgotaro Pontremoli). Il sentiero punto per punto... 1 Ramata 2 Pradetto 3 Veraso 4 Maestà di Caffaraccia 5 Lago buono 6 La Rola 7 San Cristoforo 8 San Pietro 9 Bivio Cappella (Pilone) 10 Cappella 11 Vona 12 Madonna di Caravaggio 1

13 San Rocco 14 La galoppina 15 San Vincenzo 16 La camminà 17 Valdena 18 Vaccareccia 19 Passo del Borgallo 2

2 Pradetto Subito dopo aver attraversato il torrente Noveglia giungiamo in loc. Predetto, ex prato pascolo ormai quasi del tutto colonizzato da bosco. E situato in un crocevia dove a nord si va verso Osacca e a sud si scende a Caffaraccia; noi proseguiamo diritti, verso la Maestà. 3

3 Veraso Lungo il sentiero, che si snoda lungo il crinale tra boschi di faggio, cerri e pinete, è facile incontrare formicai di formica rufa, utili contro gli insetti. 4

5 Lago buono Scesi dalla Maestà si giunge alla radura di Pradonico, vasto prato dominato da una chiesetta bianca, costruita a memoria dei caduti della Resistenza. Da lì è possibile raggiungere Lago Buono, piccolo specchio d acqua alimentato da polle sotterranee. Il nome del Lago deriva dal fatto che nel periodo invernale, quando il livello dell'acqua aumenta, il lago Buono riversa le sue acque in un vicino invaso, quasi sempre arido, denominato lago bagnato. Questo fenomeno è interpretato dai montanari come gesto di grande bontà. 5

6 La Rola Proseguendo lungo la Val Vona si arriva in località La Rola, balconata sospesa sulla valle del Taro dalla quale si può osservare uno spettacolare paesaggio, con Ostia Parmense ai piedi dell imponente groppo di Gorro e della cima del Molinatico. Nelle giornate più limpide, lo sguardo si spinge sino al M. Prinzera e alla Pianura Padana. 6

7 San Cristoforo La chiesa di San Cristoforo, posta nel contesto di questa Curtis, fu certamente fondata dai monaci bobbiensi e rappresentò un punto di riferimento per i viandanti che dalla pianura, attraverso il monastero longobardo di Gravago e il passo del Borgallo, si recavano a Pontremoli e da lì a Lucca e Roma. L edificio attuale della Chiesa di San Cristoforo sorge a oltre 760 m s.l.m. nei pressi delle sorgenti del Vona; ha una forma architettonica tipica di molte chiesette del nostro Appennino: aula rettangolare, campanile quadrato a nord e abside rettangolare a parete est rettilinea. Le murature sono state realizzate con pietre provenienti da cave vicine, generalmente semplicemente sbozzate, anche se non mancano esemplari squadrati, soprattutto nel campanile. In una memoria scritta che si trova su di un registro parrocchiale, si legge che la chiesa subì un intervento di restauro nel 1017, per ordine di Plato Platoni, signore della zona. 7

9 Bivio Cappella (Pilone) Risalendo la strada asfaltata si giunge in loc. Pilone, presso una maestà del secolo XIX presso la quale, secondo la tradizione popolare, si verificano misteriosi fenomeni; da qui dobbiamo imboccare il sentiero che conduce alla Cappella. Se invece seguiamo la strada principale risaliamo verso le varie località di San Pietro. Lungo il sentiero incontriamo, dopo circa 700 metri, un bivio che scende verso Vadonnino, antica corte dei marchesi Manara. 8

11 Vona Il torrente Vona è un affluente (di sinistra) del fiume Taro; riceve le sue acque da numerosi rii (di termi, Tre Fontane, delle Quaglie, di Carriago, delle Mura, delle Piastre, della Camminata, Grande); durante le piene si può ammirare la suggestiva cavalcata continua e divertente interrotta di scivoli e saltelli. La strada scorre lungo il torrente garantendo uno spettacolo particolare. Nelle vicinanze, all inizio della località Spiagge, troviamo un maestoso palazzo, sulla cui facciata spicca una suggestiva Maestà, una formella in marmo bianco; in alto rilievo è rappresenta la fuga in Egitto. 9

13 San Rocco Passiamo vicino alla secentesca chiesa di San Rocco, che ospita in una sala dedicata una Via Crucis di Gaspare Traversi, e ci avviamo in salita verso il cimitero monumentale. La chiesa pare che sia sorta nel 1542 ad opera del maestro comacino Martino da Lugano che in questo periodo era impegnato a fortificare il castello di Borgotaro. La pianta presenta una sola navata e la facciata in stile barocco. Nel 1927, dopo un restauro, la chiesa viene riaperta al culto. All interno, da notare un grande quadro raffigurante il Crocifisso (copia eccellente di una tela di Guido Reni), in fondo alla chiesa un quadro di Maria Immacolata (autentico tesoro d arte), un Crocifisso ligneo molto pregevole e Via Crucis del Traversi (composta da 14 notevoli tele). Da notare il Sacrario dedicato ai partigiani caduti e alle vittime civili della II Guerra Mondiale. Sulla sinistra una strada porta al Mulino dell Aglio, che fino a pochi anni fa funzionava ancora ad acqua, con tre macine dedicate a castagne, melica e frumento. 10

14 La galoppina Proseguiamo lungo una strada di campagna, in località Galoppina: il nome deriva dal fatto che questo era l ultimo tratto in cui poter spronare i cavalli prima della salita sull Appennino. Il percorso è quasi pianeggiante, attraverso prati suddivisi da antiche siepi di biancospino e prugnolo. Lungo il sentiero attraversiamo un piccolo gruppo di case, chiamato Valleto, situato poco sopra la strada provinciale del Brattello che collega Borgotaro con Pontremoli. 11

15 San Vincenzo San Vincenzo (m 663) conserva un raro esempio di architettura trecentesca: La Costa, un insieme di case in pietra disposte intorno a corti, i cui accessi sono sottolineati da portali ed archi. Attraverso un sentiero che taglia la viabilità principale che conduce al paese di San Vincenzo, si giunge alla Chiesa del paese. 12

17 Valdena Proseguendo a destra verso la chiesa, andiamo ad attraversare l antico borgo di Valdena, una piccola frazione della Val Tarodine. Poco dopo si raggiunge la Chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, ove è possibile ammirare la statua di un pellegrino di ritorno da Santiago di Compostela (lo dimostrano la mantellina, il bordone ed una conchiglia, segno distintivo di coloro che erano stati alla tomba di San Giacomo). 13

19 Passo del Borgallo Attraverso castagneti, pinete e faggete si arriva ad una brughiera di vetta nella cui cima si trova il Passo del Borgallo, meta della nostra lunga escursione. La via del Borgallo, il cui Passo si trova ad un altezza di 1017 metri, è di origine altomedievale; il comune di Pontremoli la doveva tenere aperta per le soldatesche di passaggio che si volevano allontanare dal borgo. Dal passo il panorama è stupendo, sia verso la Toscana, con le Apuane, sia verso il parmense, con le catene montuose tosco ligure emiliane poste a raggera e con Borgo Val di Taro in primo piano. 14

1 Ramata Il percorso prende l avvio in località La Ramata, sul confine col comune di Bardi. Il territorio borgotarese qui valica il crinale e scende nella valle del Ceno. Risaliamo il versante in vista dei prati di Ceredasco, fino al crinale in località Pradetto. 15

4 Maestà di Caffaraccia Piccola cappella in pietra risalente agli inizi del secolo scorso, della quale si narra fosse stata costruita da un prigioniero austriaco del contingente addetto a costruire la strada della Val Vona. Da questo punto partono diverse strade, essendo un importante riferimento viario con strade da e per Bardi, Borgotaro, Valmozzola e Varsi; noi dobbiamo scendere verso destra. 16

8 San Pietro La frazione di San Pietro è composta da vari nuclei abitativi e ben due chiese; i gruppi di case sono disposti lungo il versante meridionale della montagna, esposti al sole e ben riparati nella stagione invernale. 17

10 Cappella Località situata sopra Borgo Val di Taro, in cima alle pendici denominate Spiagge, il cui nome è l italianizzazione del termine che indica un versante particolarmente ripido. Il pendio è esposto a sud ed era sede delle coltivazioni più esigenti di caldo, come i vigneti, dai quali si produceva un vino a bassa gradazione tipico della zona. 18

12 Madonna di Caravaggio L edificio presenta un arcone (una sorta di portico) e stipiti in pietra; dal tetto in piane svetta una croce. All interno vi sono un piccolo altare e un affresco della Madonna di Caravaggio. Detta anche Maestà del Vona, è meta tradizionale di devozione da parte dei borgotaresi. Le prime attestazioni archivistiche del complesso risalgono al 1774. Questo tratto coincide con la nuova pista ciclabile di Borgo Val di Taro. 19

16 La camminà Attraversata San Vincenzo si arriva alla località Camminà: edifici rurali, da cui spiccano architravi in arenaria con croci delle quali una, particolarmente interessante, reca scolpita l'insegna della corporazione dei fabbri ferrai. Da lì si scende lungo un sentiero sino al ponte sul torrente Tarodine e, una volta attraversato, si prosegue lungo la strada asfaltata sino al paese di Valdena. 20

18 Vaccareccia Nei pressi della Chiesa si lascia l asfalto per imboccare una pista forestale che si inoltra in un bosco di annosi castagni. Il castagneto era una coltura tipica del versante esposto a nord del fiume Taro. Ancor oggi, nonostante l abbandono della coltivazione, che ha portato alla ceduazione di parecchi boschi, sono presenti numerosi esemplari di vecchi castagni, un tempo indispensabili per la sopravvivenza delle popolazioni montanare. Si segnala, in particolare, la presenza, lungo il tracciato, di un enorme esemplare di acero montano. 21