Guida del pellegrino di Medjugorje



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Transcript:

Guida del pellegrino di Medjugorje

Collana: Maria parla ancora

Fondazione di Religione Santi Francesco d Assisi e Caterina da Siena, per gentile concessione Mir - Centro Informazioni Medjugorje Editrice Mir d.o.o. Titolo: Guida del pellegrino di Medjugorje Autori: Padre Jozo Zovko ofm, padre Slavko Barbarić ofm Foto di: Jacopini - Bonifacio - Jozo Boras - Benedetti Nome e sede editore: Editrice Mir d.o.o. Medjugorje bb 88260 Bosnia Herzegovina Tel. 00387 36 65 17 16 Distributore per l Italia Editrice Shalom via Galvani, 1 60020 Camerata Picena (An) Tel. 071. 74 50 440 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 Fax 071. 74 50 140 sempre attivo in qualsiasi ora del giorno e della notte e-mail: ordina@editriceshalom.it sito: www.editriceshalom.it Anno di pubblicazione: 1993 Anno di stampa: 2011 Anno di stampa: 2013 Numero copie: 3000 ISBN 978-9958-825-00-2 COBISS.BH-ID 18073606 Medjugorje 2013

Indice Una guida con la G maiuscola...8 Prepararsi al pellegrinaggio Mettiamoci sulle orme di Cristo! Pellegrini non turisti!..14 La meta del pellegrinaggio: Medjugorje...22 Incontrare Qualcuno, più che vedere qualcosa...24 Per capire il luogo dell incontro...26 La Regina della pace appare...40 I primi giorni delle apparizioni...40 I veggenti...49 Come avviene l apparizione...52 I messaggi...53 La parrocchia...61 Programma di preghiera settimanale: invernale...66 Programma di preghiera settimanale: estivo...69 Per orientarsi nel luogo dell incontro...72 Padre Slavko Barbarić...80 I frutti di Medjugorje...85 Inviti e consigli della Gospa a Medjugorje...87 Monito ai pellegrini...88 Monito ai sacerdoti...90 Vivere il pellegrinaggio Benedizione dei pellegrini all inizio del pellegrinaggio...94 Benedizione dei pellegrini al termine del pellegrinaggio...99 Preghiere secondo lo spirito di Medjugorje...107 Lodi, Vespri e Compieta...141 Domenica...141 Lunedì...168 Martedì...184 Mercoledì...199 Giovedì...215

Venerdì...231 Sabato...248 Santa Messa della B.V.M. Regina della pace...257 Indice dei canti...263 Il santuario di San Giacomo...299 Il sacramento del Perdono...300 Il santo Rosario...310 Santa Messa internazionale...318 La Comunione eucaristica...328 Benedizione degli oggetti sacri...339 Adorazione eucaristica in santuario...340 Adorazione e preghiera alla santa Croce...341 Cappella per l adorazione eucaristica silenziosa...343 Ora di adorazione...344 La statua del Risorto...357 Preghiera a Gesù risorto...358 I misteri della luce...362 La Collina delle apparizioni (Podbrdo)...369 Il santo Rosario...371 Novena alla Regina della pace...390 Il Monte della croce (Križevac)...411 La Via Crucis...413 Adorazione silenziosa della croce...463 Gesù Misericordioso a Šurmanci...479 Sui passi di padre Jozo...484 La Madonna di Tihaljina...484 Santuario Madonna Assunta in cielo a Široki Brijeg...487 Novena ai Martiri di Široki Brijeg...493 Al ritorno dal pellegrinaggio Quando ritorni a casa...514 Come accostarsi ai messaggi...518 La Mamma del cielo...521 Preghiera per invocare Maria...521

La pace...523 Riconciliazione fraterna...526 Regola d oro: perdonare...527 La fede...529 La conversione...534 La Confessione...537 La preghiera...543 Ricominciare a pregare alla scuola della Vergine...545 Il santo Rosario...547 La Sacra Scrittura...550 L apice della preghiera: la santa Messa...553 Adorazione eucaristica...555 Il digiuno...557 Preghiera nel giorno del digiuno...560 I destinatari: «Cari figli»...565 La famiglia...566 I giovani...569 I malati...574 I sacerdoti...576 Vivere i messaggi...581 Appendice Cosa dice la Chiesa...582 La Commissione internazionale d inchiesta su Medjugorje...584 «Se i frutti sono buoni anche l albero è buono»...587

Una guida con la G maiuscola Non si tratta di presunzione, perché la Guida con la G maiuscola non è certo la presente bensì Qualcuno Sì, perché la vera Guida del pellegrino a Medjugorje è solo lei: la beata Vergine Maria, Regina della pace. È lei la stella luminosa del nostro cammino e ci ama, ci parla, ci spinge, ci sollecita, ci incoraggia, ci abbraccia e ci sostiene. Come ogni madre (e lei è la più perfetta) desidera il nostro bene e la nostra salvezza, la nostra pace e la nostra felicità. Per questo ci chiama a Medjugorje servendosi di ogni mezzo, magari anche quello che sembra più lontano (c è chi, addirittura, è andato in pellegrinaggio la prima volta solo per dimostrare che il miracolo Medjugorje era una semplice bufala, frutto di creduloneria o di ignoranza ed è tornato a casa come il più convinto sostenitore, perché trasformato da quell incontro materno). È lei che attraverso i suoi messaggi guida alla conversione ed è lei che continua a starci accanto e a prendersi cura di noi una volta tornati a casa, richiamandoci con i suoi inviti e messaggi a far fruttificare quell incontro benefico in terra bosniaca, poiché il suo infinito amore di Madre la spinge a volerci felici su questa terra e beati in cielo, per godere in eterno con lei, le glorie del Paradiso. Per cui Maria ci guida prima, durante e dopo il pellegrinaggio nel nostro quotidiano cammino di fede. Allora, lo scopo del presente libro è quello di essere una guida con la g minuscola, cioè un semplice e umile strumento mediante il quale il pellegrino può prepararsi, vivere e fare tesoro del pellegrinaggio, quale itinerario di pace e spiritualità alla scuola di Maria. Entrando nello specifico del libro, esso è diviso in tre parti: 8

1. Prepararsi al pellegrinaggio Come la Madonna ci chiama a Medjugorje e prepara la strada al nostro pellegrinaggio, facendoci superare difficoltà e ostacoli che a volte sembrano insormontabili, così questo volume introduce, nella sua prima parte, il senso e il valore del pellegrinaggio, accenna brevemente alla storia e al contesto socioculturale e religioso della Bosnia-Erzegovina, racconta i primi giorni delle apparizioni, presenta i veggenti e illustra i messaggi fondamentali, poi approfonditi nella terza parte. Questa prima parte si conclude con una serie di informazioni tecniche che possono tornare utili nell organizzazione del pellegrinaggio e una presentazione dei luoghi per iniziare a orientarsi. Infine si presentano la Comunità Cenacolo e Nuovi Orizzonti, frutti del miracolo di Medjugorje e tappe immancabili per i pellegrini che, ascoltando le loro testimonianze, si sentono incoraggiati a intraprendere un serio cammino di conversione. 2. Vivere il pellegrinaggio La Madonna che ci ha chiamati a Medjugorje, non può, una volta arrivati, lasciarci soli! Se, infatti, venire qui non vuol dire fare un semplice viaggio di piacere, ma intraprendere un vero e proprio itinerario spirituale di conversione e di pace, allora, per orientarsi non servirà una guida turistica comune, ma un vero e proprio PROGRAMMA DI PRE- GHIERA. È così, infatti, che il pellegrinaggio diventa un esperienza unica, perché significa vivere un incontro che dà senso e sapore alla vita, che la cambia e la trasforma. Ma questo come può avvenire? Solo immergendosi appieno nell intensa attività di revisione e ristrutturazione spirituale che caratterizza ogni angolo di Medjugorje. Per questo la seconda parte del libro offre una vera e propria guida di preghiera. Inizia con le Preghiere secondo lo spirito di Medjugorje (preghiere del 9

mattino, durante il giorno e della sera); la Liturgia delle Ore (Lodi, Vespri e Compieta). Il centro del programma quotidiano di preghiera si svolge nel santuario per cui c è una sezione dedicata (santo Rosario, santa Messa e Comunione eucaristica, Confessione, adorazione eucaristica o adorazione della croce). Altri luoghi importanti che immergeranno il pellegrino ancora di più nello spirito di preghiera sono il Podbrdo, luogo delle prime apparizioni (santo Rosario) e infine il monte Križevac (Via Crucis e adorazione silenziosa della croce). 3. Al ritorno dal pellegrinaggio Se la guida è stata lo strumento inseparabile del pellegrino che, attraverso di essa, ha potuto gustare appieno l esperienza di pace e conversione a Medjugorje, perché abbandonarla una volta a casa? È lì, infatti, che la Madonna ci accompagna nella sfida più difficile, quella del quotidiano, quella del rimanere fedeli, del far fruttificare il pellegrinaggio, mettendo in pratica i suoi messaggi e perseverando nella fede, attraverso la preghiera assidua e la partecipazione ai sacramenti. Non basta rammentare il pellegrinaggio, cioè lasciarlo nella mente come in una sorta di archivio polveroso, ma morto, da riaprire nostalgicamente ogni tanto; e nemmeno ricordarlo, cioè tenerlo nel cuore in modo sentimentale o sdolcinato. Il pellegrinaggio va rivissuto nel senso che se quell Incontro ha davvero cambiato la nostra vita deve trasfigurarla completamente nel quotidiano. Dobbiamo, cioè, leggere, capire, meditare e approfondire i messaggi della Vergine per metterli in pratica. In realtà, basterebbe viverne uno solo, perché la vita cambi radicalmente. Lasciamoci prendere per mano, uno a uno, dalla nostra Madre e lei ci guiderà sulla strada della pace. Suo Figlio Gesù è la meta finale. 10

Guarda la stella, invoca Maria Chiunque tu sia, che ti vedi trascinato dalla corrente di questo mondo, e ti sembra di navigare fra burrascose tempeste piuttosto che camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle difficoltà. Se si levano i venti delle tentazioni, se incorri negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria Se, turbato dal pensiero dell enormità dei tuoi peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, cominci a essere sommerso nel baratro della tristezza, nell abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Non uscirai dal cammino, se la segui, non dispererai, se la preghi, non ti perderai, pensando a Lei. Se Ella ti tiene per mano, non cadrai, se ti difende, non avrai nulla da temere; se Ella ti è guida, non ti affaticherai, con la sua protezione giungerai facilmente al porto. San Bernardo di Chiaravalle 11

Prepararsi al pellegrinaggio

Mettiamoci sulle orme di Cristo! Pellegrini non turisti! Cercare e trovare Dio è un esigenza vitale per l uomo. Le domande, a volte consapevoli e più spesso inespresse, che riguardano la nostra esistenza, il nostro desiderio di felicità, il nostro destino e il senso di ciò che siamo e facciamo, nascondono il bisogno innato di scoprire Dio. Cercare Dio è uno slancio del desiderio d assoluto che è stato posto nel nostro cuore dal Signore stesso. Ogni giorno il discepolo poneva la stessa domanda: «Come posso trovare Dio?». E ogni giorno riceveva la stessa misteriosa risposta: «Devi desiderarlo». «Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, allora perché non lo trovo?». Un giorno il maestro si stava bagnando nel fiume con il discepolo. Spinse la testa del giovane sott acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi. Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conversazione: «Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott acqua?». «Perché cercavo disperatamente aria». «Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente Dio come cercavi l aria, lo avrai trovato». Certamente esistono tanti modi privilegiati per incontrare Dio: per esempio attraverso la creazione, la Sacra Scrittura, i sacramenti, attraverso gli altri, attraverso le esperienze quotidiane, ecc. Ci sono anche dei luoghi fisici che possono favorire l incontro con il Signore, essi sono principalmente le chiese e i santuari. Una pausa di ristoro nei luoghi dello spirito Dal punto di vista teologico, la chiesa e il santuario sono un segno della presenza attiva e salvifica del Signore nella 14 Io pellegrino /

storia e un luogo di sosta dove il popolo di Dio, pellegrinante per le vie del mondo verso la città futura (Eb 13,14), riprende vigore per proseguire il cammino. Il santuario infatti, come le chiese, è icona della tenda di Dio con gli uomini (Ap 21,3) e rinvia al mistero del Tempio che si è compiuto nel corpo di Cristo (Gv 1,14; 2,21), nella comunità ecclesiale (1Pt 2,5) e nei singoli fedeli (1Cor 3,16-17; 6,19; 2Cor 6,16). Secondo la rivelazione cristiana il supremo e definitivo santuario è Cristo risorto (Gv 2,18-21; Ap 21,22), attorno al quale si raduna e si organizza la comunità dei discepoli, che a sua volta è la nuova casa del Signore (1Pt 2,5; Ef 2,19-22). Agli occhi della fede i santuari sono: - per la loro origine, talvolta, memoria di un evento ritenuto straordinario che ha determinato il sorgere di manifestazioni di duratura devozione, o testimonianza della pietà e della riconoscenza di un popolo per i benefici ricevuti; - per i frequenti segni di misericordia che vi si manifestano, luoghi privilegiati dell assistenza divina e dell intercessione della beata Vergine, dei santi o dei beati; - per la posizione, spesso elevata e solitaria, per la bellezza, ora austera ora amena dei luoghi in cui sorgono, segno dell armonia del cosmo e riflesso della divina bellezza; - per la predicazione che vi risuona, richiamo efficace alla conversione, invito a vivere nella carità e a incrementare le opere di misericordia, esortazione a condurre una vita improntata alla sequela di Cristo; - per la vita sacramentale che vi si svolge, luoghi di consolidamento nella fede e di crescita nella grazia, di rifugio e di speranza nell afflizione; - per l aspetto del messaggio evangelico che esprimono, peculiare interpretazione e quasi prolungamento della Parola; - per l orientamento escatologico, monito a coltivare il senso della trascendenza e a dirigere i passi, attraverso le 15

strade della vita temporale, verso il santuario del cielo (Eb 9,11; Ap 21,3). Sempre e dappertutto, i santuari cristiani sono stati o hanno voluto essere segni di Dio, della sua irruzione nella storia. Ognuno di essi è un memoriale del mistero dell incarnazione e della redenzione. Nei santuari, si offrono più abbondantemente ai fedeli i mezzi della salvezza, annunciando con zelo la Parola di Dio, favorendo convenientemente la vita liturgica, in specie con l Eucaristia e la celebrazione della Penitenza, nonché coltivando forme approvate di pietà popolare. Nel nostro tempo, tentato in diversi modi dalla secolarizzazione, occorre che gli alti luoghi dello spirito, costruiti lungo i secoli e spesso per iniziativa dei santi, continuino a parlare alla mente e al cuore di tutti, credenti o non credenti, perché tutti risentono dell asfissia di una società chiusa in se stessa e talvolta disperata. I santuari più frequentati dovrebbero diventare altrettante case di famiglia, dove ciascuno di quelli che vi passano o vi restano possa trovare il senso della propria esistenza e il gusto della vita, dopo avervi in qualche modo sperimentato la presenza e l amore di Dio. La vocazione tradizionale, e sempre attuale, di ogni santuario è quella di essere come un antenna permanente della Buona Novella della salvezza. Tutti siamo in cammino per le vie del mondo verso la nostra ultima destinazione, che è la patria celeste. Quaggiù siamo solo di passaggio. Per questa ragione, nulla può darci il senso profondo della nostra vita terrena, lo stimolo a viverla come una breve fase di sperimentazione e insieme di arricchimento, quanto l atteggiamento interiore di sentirci pellegrini. 16 Io pellegrino /

Tappe sulla strada che porta a Cristo Molti santuari sono stati dedicati a Maria, perché l umile Vergine di Nàzaret ha generato, per opera dello Spirito Santo, lo stesso Figlio di Dio, Salvatore universale; e perché il suo ruolo è sempre quello di presentare, alle generazioni che si succedono, il Cristo ricco di misericordia. I santuari mariani, sparsi in tutto il mondo, sono come le pietre miliari poste a segnare i tempi del nostro itinerario sulla terra: essi consentono una pausa di ristoro nel viaggio, per ridarci la gioia e la sicurezza del cammino, insieme alla forza di andare avanti, come le oasi nel deserto, nate per offrire acqua e ombra. I santuari mariani, in particolare, sono luoghi che testimoniano la costante presenza di Maria nella vita della Chiesa. Essi fanno parte del patrimonio spirituale e culturale di un popolo e possiedono una grande forza attrattiva e irradiante. In essi come il beato Giovanni Paolo II ha scritto nell Enciclica Redemptoris Mater «non solo individui o gruppi locali, ma a volte intere nazioni e continenti cercano l incontro con la Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto». Per questo, egli ha aggiunto, si potrebbe forse parlare di una «specifica geografia della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, il quale cerca l incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di colei che ha creduto, il consolidamento della propria fede». I santuari mariani sono come la casa della Madre, tappe di sosta e di riposo nella lunga strada che porta a Cristo; sono delle fucine, dove, mediante la fede semplice e umile dei poveri in spirito (Mt 5,3), si riprende contatto con le grandi ricchezze che Cristo ha affidato e donato alla Chiesa, in particolare i sacramenti, la grazia, la misericordia, la carità verso i fratelli sofferenti e infermi. I santuari mariani sono autentici cenacoli, ove tutte le ca- 17

tegorie di fedeli hanno la gioiosa possibilità di immergersi nella preghiera intensa insieme con Maria, la Madre di Gesù (At 1,14), non solo nella preghiera liturgica ma anche in quelle sane forme della pietà popolare, che non di rado manifestano il genio religioso di tutto un popolo, raggiungendo talvolta un impressionante acume teologico, unito a una straordinaria ispirazione poetica. Riflettendo sulla loro storia e sul messaggio spirituale dei santuari mariani, i fedeli cercano di cogliere il senso profondo dell esperienza dei loro pellegrinaggi, per viverlo e realizzarlo nella realtà quotidiana. Il pellegrinaggio Il pellegrinaggio è un espressione tipica della pietà popolare, strettamente connessa con il santuario, della cui vita costituisce una componente indispensabile. I pellegrinaggi sono una costante nella storia delle religioni. Anche il cristianesimo ha fatto propria questa pratica profondamente radicata nella mentalità popolare e rispondente al bisogno di trovare uno spazio religioso là dove il divino si è manifestato. Vi sarebbe senza dubbio di che scrivere una storia molto interessante sui pellegrinaggi cristiani, cominciando dai primissimi, che ebbero per meta Gerusalemme e i Luoghi Santi, Roma e Compostela sino a quelli della nostra epoca, verso Assisi, Lourdes, Fatima, Guadalupe, Częstochowa, San Giovanni Rotondo, Loreto e tanti altri luoghi. Spiritualità del pellegrinaggio Nonostante i mutamenti subiti nel corso dei secoli, il pellegrinaggio mantiene, anche nel nostro tempo, i tratti essenziali che ne determinarono la spiritualità. Dimensione escatologica. Essa è essenziale e originaria: il pellegrinaggio, cammino verso il santuario, è momento 18 Io pellegrino /

e parabola del cammino verso il Regno; il pellegrinaggio infatti aiuta a prendere coscienza della prospettiva escatologica in cui si muove il cristiano, homo viator: tra l oscurità della fede e la sete della visione, tra il tempo angusto e l aspirazione alla vita senza fine, tra la fatica del cammino e l attesa del riposo, tra il pianto dell esilio e l anelito alla gioia della patria, tra l affanno dell attività e il desiderio della serena contemplazione. L evento dell esodo, cammino di Israele verso la terra promessa, si riflette anche nella spiritualità del pellegrinaggio: il pellegrino sa che non abbiamo quaggiù una città stabile (Eb 13,14), perciò, al di là della meta immediata del santuario, avanza, attraverso il deserto della vita, verso il cielo, vera Terra promessa. Dimensione penitenziale. Il pellegrinaggio si configura come un cammino di conversione : camminando verso il santuario, il pellegrino compie un percorso che va dalla presa di coscienza del proprio peccato e dei legami che lo vincolano a cose effimere e inutili al raggiungimento della libertà interiore e alla comprensione del significato profondo della vita. Come è stato detto, per molti fedeli la visita al santuario costituisce un occasione propizia, spesso ricercata, per accostarsi al sacramento della Penitenza e il pellegrinaggio stesso è stato inteso e proposto nel passato ma anche nel nostro tempo come un opera penitenziale. Peraltro, quando il pellegrinaggio è compiuto in modo genuino, il fedele ritorna dal santuario con il proposito di cambiare vita, di orientarla più decisamente verso Dio, di dare a essa una più marcata prospettiva trascendente. Dimensione festiva. Nel pellegrinaggio la dimensione penitenziale coesiste con la dimensione festiva: anch essa è, infatti, nel cuore del pellegrinaggio, in cui si riscontrano non pochi motivi antropologici della festa. La gioia del pellegrinaggio cristiano è prolungamento del- 19

la letizia del pio pellegrino di Israele: Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore» (Sal 122,1); è sollievo per la rottura della monotonia quotidiana nella prospettiva di un momento diverso; è alleggerimento del peso della vita, che per molti, soprattutto per i poveri, è fardello pesante; è occasione per esprimere la fraternità cristiana, per dare spazio a momenti di convivenza e di amicizia, per liberare manifestazioni di spontaneità spesso represse. Dimensione cultuale. Il pellegrinaggio è essenzialmente un atto di culto: il pellegrino cammina verso il santuario per andare incontro a Dio, per stare alla sua presenza, rendendogli l ossequio della sua adorazione e aprendogli il cuore. Nel santuario il pellegrino compie numerosi atti di culto appartenenti alla sfera sia della liturgia sia della pietà popolare. La sua preghiera assume forme varie: di lode e adorazione al Signore per la sua bontà e la sua santità; di ringraziamento per i doni ricevuti; di scioglimento di un voto a cui il pellegrino si era obbligato nei confronti del Signore; di implorazione di grazie necessarie per la vita; di richiesta di perdono per i peccati commessi. Molto spesso la preghiera del pellegrino è rivolta alla beata Vergine, agli angeli e ai santi, riconosciuti validi intercessori presso l Altissimo. Peraltro le icone venerate nel santuario sono segno della presenza della Madre e dei santi accanto al Signore glorioso, sempre vivo per intercedere (Eb 7,25) in favore degli uomini e sempre presente nella comunità riunita nel suo nome (Mt 18,20; 28,20). L immagine sacra del santuario, sia essa di Cristo, della Vergine, degli angeli o dei santi, è segno santo della divina presenza e dell amore provvidente di Dio; è testimone della preghiera che di generazione in generazione si è levata davanti a essa come voce supplice del bisognoso, gemito dell afflitto, giubilo riconoscente di chi ha ottenuto grazia e misericordia. Dimensione apostolica. L itineranza del pellegrino ripro- 20 Io pellegrino /

pone, in un certo senso, quella di Gesù e dei suoi discepoli, che percorrono le strade della Palestina per annunciare il Vangelo di salvezza. Sotto questo profilo il pellegrinaggio è un annuncio di fede e i pellegrini divengono «araldi itineranti di Cristo» (Apostolicam actuositatem, 14). Dimensione comunionale. Il pellegrino che si reca al santuario è in comunione di fede e di carità non solo con i compagni con i quali compie il viaggio, ma con il Signore stesso, che cammina con lui come camminò al fianco dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35); con la sua comunità di provenienza e, attraverso di essa, con la Chiesa dimorante nel cielo e pellegrinante sulla terra; con i fedeli che, lungo i secoli, hanno pregato nel santuario; con la natura, che circonda il santuario, di cui ammira la bellezza e che si sente portato a rispettare; con l umanità, la cui sofferenza e la cui speranza si manifestano variamente nel santuario, e il cui ingegno e la cui arte hanno lasciato in esso molteplici segni. Svolgimento del pellegrinaggio Come il santuario è un luogo di preghiera, così il pellegrinaggio è un cammino di preghiera. In ogni sua tappa la preghiera dovrà animare il pellegrinaggio e la Parola di Dio esserne luce e guida, nutrimento e sostegno. Il buon esito di un pellegrinaggio e gli stessi frutti spirituali che da esso si attendono sono assicurati dalla preghiera liturgica e dalla preghiera personale. 21

La meta del pellegrinaggio: Medjugorje La meta scelta per il nostro pellegrinaggio è Medjugorje, un piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, divenuto uno dei centri mariani più frequentati del mondo, con decine di milioni di pellegrini e diverse migliaia di sacerdoti che vi sono confluiti da ogni parte della terra. Qui, la Madonna è viva e presente in modo tutto speciale e la gente che vi si reca sperimenta la sua vicinanza materna nelle grazie straordinarie di conversione e di consolazione che vi riceve. L autenticità dei fenomeni di Medjugorie non è ancora stata accertata dalla Chiesa, ma è anche vero che i sacerdoti vengono esortati ad accompagnare i propri fedeli in pellegrinaggio, seguendo il principio che non può esserci un frutto buono da un albero cattivo. Nel 2012 sono raddoppiati i confessionali (ora sono una sessantina) e, nonostante tutto, le file di fedeli sono lunghissime e i sacerdoti non sono mai sufficienti a soddisfare in breve tempo la richiesta di ricevere il sacramento della Riconciliazione. La Chiesa non potrà pronunciarsi sulla autenticità del fenomeno fino a quando non saranno cessate le apparizioni, ma la quantità di conversioni che si verificano è segno di una forte presenza materna che il cuore avverte come un mare di tenerezza al quale abbandonarsi. Ma qual è il significato del nostro pellegrinaggio a Medjugorje? Medjugorje è un fiume di grazia dove la Madonna stessa attraverso i suoi messaggi, chiamandoci «Cari figli», ci invita a un cammino di conversione. Come rispondere a questo invito? È semplice: con la preghiera! Non importa se non sappiamo pregare, se non lo abbiamo mai fatto o se non ce lo ricordiamo più perché è da tanto, forse troppo tempo, che non lo facciamo, Maria ci ha chiamati a Medjugorje e ci ringrazia ogni volta che iniziamo a pregare o che almeno proviamo a farlo. 22 Io pellegrino /

Chi va a Medjugorje risponde a una specifica chiamata della Madonna e nessuno lascia questo luogo senza portare con sé un souvenir speciale: il desiderio della propria conversione. La Madonna, infatti, continua a venire sulla terra per risvegliare la nostra fede assopita e per rincuorare i nostri animi doloranti e affaticati. Medjugorje è un oasi di pace, alla quale possiamo abbeverarci, attingendo la grazia necessaria per vivere la nostra vita di ogni giorno, fatta di momenti felici e di momenti dolorosi; così anche le fatiche quotidiane potranno essere affrontate con la consapevolezza che c è una Mamma amorevole che ci sostiene e ci guida nel cammino della vita, per raggiungere l amore infinito che è Gesù Cristo. Ciò che più conta non è come si va a Medjugorje, ma come si ritorna da Medjugorje, cioè con il cuore aperto e pronto a mettere Dio al primo posto e a sceglierlo come la roccia in ogni situazione della nostra vita. Per questo si può dire che Medjugorje non è un movimento della Chiesa, ma la Chiesa in movimento, perché andando in questo villaggio ogni pellegrino riscopre la dimensione più autentica e vera della vita intesa come continuo peregrinare, come continuo ritorno alla casa del Padre. Facciamo nostro l invito con cui padre Slavko (vedi pag. 80) si rivolgeva ai pellegrini: «Caro pellegrino, cercatore di Dio! Quando ti rechi in pellegrinaggio a Medjugorje, sei invitato a pregare in chiesa, a partecipare alla santa Messa, a confessarti, a metterti in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, a salire sul Križevac (il monte che ci richiama alla mente la passione di Cristo, la nostra sofferenza e la nostra croce) e a pregare sul Podbrdo, la Collina delle apparizioni. Credo che hai fatto tutto questo, che hai rinnovato la tua fede, il tuo amore e la tua speranza, e che ti sei convinto quanto Dio ti è vicino. È questo il motivo del tuo viaggio a Medjugorje». 23