PROGETTARE BIOEDILE. Giovanni Tona [LEPITTURE] Le principali differenze tra le diverse tipologie e i metodi di applicazione



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2014 PROGETTARE BIOEDILE Giovanni Tona [LEPITTURE] Le principali differenze tra le diverse tipologie e i metodi di applicazione

LE PITTURE All'interno di questa utile guida verranno spiegati i metodi più comuni per riconoscere diverse tipologie di pitture su edifici preesistenti; il più delle volte su questi ultimi sono presenti segni di tinteggiature sovrapposte, alcune delle quali si riconoscono per evidenti differenze di colore o diversi valori di opacità e trasparenza. Anzitutto appare utile fare una chiara distinzione tra le terminologie più usate per identificare un colore su una parete; a tal proposito, la norma UNI 8752 del 1985 e la raccomandazione Normal 23/87 differenziano in modo chiaro i termini pittura, tinta e vernice. Per «pittura» si intende una decorazione colorata con prodotto coprente filmogeno; per «tinta», invece, una decorazione colorata con prodotto coprente non filmogeno e per «vernice» una decorazione protetta con prodotto trasparente filmogeno; in sostanza le tinte non generano una pellicola sulla superficie interessata, ma appaiono rigide e dunque più fragili; in tal modo si comportano la calce, la tempera e i silicati. Le pitture, invece, generano uno strato superficiale di pellicola elastica; tali sono le lavabili, le acriliche e le idropitture. Anche con le vernici si ha una pellicola superficiale, ma queste hanno un più largo utilizzo nel settore del legno. Esse sono dunque costituite da un componente filmogeno con caratteristiche adesive (legante), da un solvente che lo rende fluido e da un plastificante utile a migliorarne le caratteristiche elastiche. Per analizzare i diversi comportamenti dei tre prodotti prima citati, le tinte tendono a sbiadire a causa del dilavamento della pioggia che asportando parte del pigmento di cui sono costituite riducono la saturazione; inoltre a causa del degrado si genera una povere superficiale e si generano piccole perdite diffuse del materiale di rivestimento, comunque poco percepibili a distanza. Le pitture e le vernici invece hanno una maggiore quantità di materiale distaccato dalla superficie (per via della maggiore adesione tra le singole particelle), il che rende molto più evidente il degrado in stato di avanzamento. Le pellicole non traspiranti in sostanza con il tempo si fessurano, si sollevano a brandelli e si spellano; le pellicole costituite da resine naturali svolgono invece un'azione coesiva con il supporto, consumandosi lentamente senza spellarsi. Le pitture sintetiche, sottoposte al calore della fiamma, perdono consistenza diventando molli, annerendosi e sviluppando fumo; invece le tinte hanno solo un lieve cambiamento cromatico, mantenendo intatta la loro composizione. Anche all'interno delle tinte ci sono chiare differenze sulle reazioni agli agenti esterni. A contatto con l'acqua, la calce ha una resistenza molto superiore rispetto alla tempera; calce e tinta ai silicati sono invece distinguibili per via della loro diversa adesione all'intonaco di fondo; infatti la calce penetra talmente in profondità da amalgamarsi totalmente con lo strato sottostante a tal punto da generare una soluzione di totale continuità. Con la tecnica dell'affresco il colore, costituito da pigmenti miscelati in acqua, è 2

applicato sullo strato di finitura dell'intonaco quando quest'ultimo è stato applicato da meno di 4 ore. Il pigmento si fonde al grassello dell'intonaco attraverso la carbonatazione della calce a contatto con l'anidride carbonica, che causa perdita di acqua e formazione di carbonato. Con le pitture acriliche al quarzo è invece possibile effettuare ritocchi anche successivamente, in quanto i colori, a differenza dell'affresco, non si mescolano. La presenza dell'olio nella loro composizione rende inoltre i colori acrilici molto più brillanti. Hanno poi un'eccellente elasticità rispetto alle tinte, oltre ad essere impermeabili. Le idropitture hanno tra i requisiti una maggiore idrorepellenza rispetto alle tinte a calce; aderiscono ottimamente al supporto su cui vengono applicate, hanno inoltre una buona resistenza agli agenti atmosferici. Sono costituite da una dispersione acquosa di polimeri o copolimeri, con pigmenti organici e inerti. Non sono consigliate in ambienti umidi come cucine e bagni, essendo per lo più impermeabili al vapore. Le idropitture richiedono una diluizione in acqua prima dell'uso. Si acquistano in latte di prodotto bianco e concentrato al quale si aggiungono pigmenti colorati per ottenere le tonalità richieste. Oltre ai pigmenti spesso si applicano anche additivi e antimuffe per migliorarne le prestazioni. Riassumendo, è possibile ottenere idropitture con differenti caratteristiche a seconda delle necessità: -traspiranti; -lavabili, additivate con resine acriliche in emulsione, cellulose, battericidi e pigmenti pregiati; -superlavabili, adatte anche agli ambienti esterni; -termoisolanti, additivate con microsfere cave di vetro che evitano formazione di condense. Le tinte a calce, ossia le più tradizionali, sono altamente traspiranti e naturali, oltre a non rilasciare in atmosfera sostanze potenzialmente nocive; possono essere applicate su ogni superficie trattata precedentemente con intonaco di calce e hanno una buona trasparenza. A seguito dell'applicazione della tinta, il colore schiarisce leggermente, aumentando al contempo il potere coprente. La tinta a calce è costituita da una miscela di calce idrata o grassello, pigmenti ed eventuali fissativi. Tali tinte sono oggi presenti sul mercato in stato premiscelato, spesso con aggiunta di resine acriliche, per migliorare l'adesione al supporto, e prodotti idrofobi. Il grassello di calce oltre ad essere un legante può essere utilizzato come tinta, a seguito di accurata diluizione in acqua. Ha alte proprietà fungicide e significativa traspirazione. Con aggiunta di pigmenti si ottengono inoltre vari colori. Le tinte a tempera, pur avendo una enorme varietà cromatica e pur consentendo ritocchi e sovrapposizioni di colori, hanno minore resistenza rispetto alle altre tinte, esfoliandosi e polverizzandosi con il passare del tempo, oltre ad essere spesso attaccate dalle muffe. Sono mediamente traspiranti. 3

Le tinte ai silicati, a base di silicato di potassio, reagiscono con l'anidride carbonica e con gli elementi che compongono l'intonaco, formando uno strato compatto resistente nel tempo; non generano una pellicola e sono traspiranti, ma sono difficili da applicare al supporto, per via della scarsa compattezza che il più delle volte genera colature e fenomeni di ritiro. Si applicano su fondo totalmente asciutto e sul quale non siano state applicate precedentemente pitture polimeriche. In genere, soprattutto se il fondo si presenta eccessivamente liscio, è opportuno applicare uno strato di fissativo. Il fondo ideale sul quale applicare tale tinta è quello cementizio o a base di calce, evitare di applicarle invece su fondo di gesso, su pareti in cartongesso, su legno e su precedenti pitture sintetiche che ne limitano l'aderenza. Sono indicate anche per gli ambienti esterni per via della loro impermeabilità nonché dell'elevata resistenza a calore, gelo e pioggia battente. Hanno inoltre un'ottima azione fungicida. COME DIPINGERE -Rivestire gli arredi presenti all'interno dell'ambiente interressato con teli di nylon e le prese, itelaieibattiscopaconnastriadesivi. -Carteggiare adeguatamente il supporto in caso di precedentemente tinteggiatura con tempera (tale passaggio può essere evitato in caso di precedente tinteggiatura con idropittura). -Stuccare adeguatamente eventuali lesioni presenti nelle pareti con una spatola o un raschietto, appianando poi eventuali imperfezioni anche con carta abrasiva -Applicare apposito fissativo sulla superficie da pitturare. -Applicare la pittura su 2 o tre mani, a seconda del livello di concentrazione del prodotto utilizzato, con una diluizione maggiore per le prime mani, partendo dagli angoli nei quali è necessario lavorare a pennello, proseguendo poi con il soffitto e procedendo verso il basso. A seguito dell'asciugatura della mano precedente si procede poi con l'applicazione di quella successiva, in senso perpendicolare rispetto alla prima. FISSATIVO QUANDO APPLICARLO? - Sulle murature nuove, così da uniformare l'assorbimento della successiva pittura; - Su murature intonacate con scagliola, in quanto quest'ultima solitamente ha un elevatissimo grado di assorbimento che renderebbe inattuabile una pitturazione senza fissativo intermedio; - Sulle grosse stuccature; - Precedentemente all'applicazione delle pitture lavabili su tempera. Ricordarsi di applicarlo solo su muratura nuova o in caso di presenza di precedenti finiture incompatibili con la pittura scelta; in altri casi evitare di utilizzarlo, per non eliminare definitivamente l'assorbimento della muratura stessa. 4

COME APPLICARLO? - Occorre diluire il prodotto con acqua o solvente(non limitarsi nella diluizione, per evitare di avere un prodotto troppo concentrato che potrebbe portare ad una definitiva chiusura dei pori della parete); - Si spazzolano le pareti prima di procedere all'applicazione del prodotto con rullo o pennello; - Attendere circa 8 ore prima della successiva applicazione della pittura scelta. 5