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29 gennaio 2012: Un germoglio fiorirà Il rinnovamento catechistico nelle nostre Chiese: dalle priorità alle sperimentazioni Racconto di un esperienza di rinnovamento dell Iniziazione Cristiana: il completamento dell Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi secondo il progetto catechistico della Diocesi di Concordia Pordenone Dal sogno al progetto 1. Introduzione: nell attuale situazione pastorale le motivazioni della proposta 2. Presentazione del progetto catechistico diocesano: indicazioni e caratteristiche 2.2. Il Percorso di Iniziazione Cristiana attorno alla Cresima 2.2.1. Destinatari e persone coinvolte 2.2.2. Idee guida contenutistiche 2.2.3. Obiettivi da raggiungere 2.2.4. Modalità da tenere 2.2.5. Tempi e luoghi 3. Risultati e ricadute per la vita pastorale 3.2. I risultati raccontati guardando lo sviluppo storico: una sintesi, alcuni numeri 3.3. Le ricadute alimentano il sogno che continua ad animare il progetto 1. Introduzione NELLA ATTUALE SITUAZIONE PASTORALE LE MOTIVAZIONI DELLA PROPOSTA Chi è l equipe Iniziazione Cristiana dell Ufficio Catechistico della Diocesi di Concordia Pordenone? E un gruppo di incendiari che gira per il territorio incontrando catechisti diversissimi tra loro e provando a far ardere anche in loro un sogno un sogno iniziato ormai più di 15 anni fa e diventato via via un progetto a tutti gli effetti. Padre Armando Matteo racconta nel suo libro la storia dei giovani di oggi definendoli come la prima generazione incredula, come i grandi presenti nei discorsi di tutti, come i grandi assenti nei privilegi ancora saldi nelle mani degli adulti. E nel suo raccontare ci interroga: davanti ad una generazione incredula, che non si pone contro Dio o contro la Chiesa, ma che sta imparando a vivere senza che fare? Davanti ad una generazione incredula a cui nessuno ha testimoniato la forza e la bellezza e la rilevanza umana della slide 1 slide 2

fede che fare? Davanti ad una generazione che nessuno ha aiutato a sviluppare il senso della trascendenza, dell invocazione, della preghiera che fare? In un tempo in cui tutti siamo alla ricerca della formula magica Don Armando la regala ai suoi lettori: «la formula magica di ogni processo educativo è quel semplice tu mi interessi che l adulto deve testimoniare al giovane». Bene: un punto di partenza e allora partiamo da qui. Io catechista dico a te ragazzo che sei qui per prepararti a ricevere il Sacramento della Cresima: tu mi interessi!, oltre a dirlo occorre poi dimostrarlo. E allora ecco il sogno: una catechesi meno intellettualistica e più comunicativa, più comprensibile nel linguaggio e più fedele all uomo e al suo bisogno di incontrare Dio con tutte le dimensioni della sua personalità: intelligenza e corporeità, affettività e operatività. Il sogno diviene progetto nel 1996 quando si ascolta il territorio e da qui si inizia a lavorare su un nuovo progetto catechistico diocesano per introdurre una catechesi in vista dell educazione alla fede che favorisca l incontro con la figura di Gesù e faccia passare dal sapere (conoscenza) al saper essere (atteggiamento) e saper fare (comportamento). slide 3 2. Presentazione del progetto catechistico diocesano INDICAZIONI E CARATTERISTICHE Consapevole della situazione ora descritta, l UCD, a partire dal 1996 si è impegnato nella proposta di un itinerario di Iniziazione Cristiana, inizialmente attorno all Eucarestia e successivamente attorno alla Cresima. Entrambi gli itinerari erano accomunati da alcune indicazioni e caratteristiche imprescindibili. Infatti, scoperto le tre difficoltà da superare: Passare da una catechesi per i sacramenti, ad una catechesi per la vita; L esodo del Post Cresima; Avvicinare fede e vita; ascoltando il territorio e confrontandosi in equipe oltre che con esperti esterni alla diocesi, il progetto iniziò a prendere piede attorno a tre perle preziose: I genitori; Il catecumenato; La comunità parrocchiale; e queste perle richiedevano di essere incontrate: con un linguaggio comprensibile; in tempi lunghi; in un coinvolgimento reciproco. Realizzando gli obiettivi attraverso le quattro vie classiche o i quattro momenti metodologici fra loro dipendenti, che sono la conversione, la catechesi, i riti liturgici e la testimonianza di vita 1. Grazie alle parrocchie e ai catechisti che aderirono prese il via la sperimentazione di questi due itinerari strutturati in percorsi diversi con caratteristiche comuni. Erano infatti percorsi di catechesi: in vista della vita cristiana (l obiettivo non è la celebrazione del sacramento ma la vita cristiana che nasce con il sacramento: vivere nel mondo da cristiani) fondati sul primo annuncio (annunciare Gesù: solo un autentico incontro con Lui fa un cristiano) con il gruppo come contesto educativo e luogo di prima esperienza di Chiesa slide 4 slide 5 slide 6a slide 6b slide 6c slide 7 1 Consiglio episcopale permanente della CEI, L iniziazione cristiana. 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 30 marzo 1997, 26.

con il coinvolgimento della famiglia con il catechista accompagnatore (l esempio da tenere presente è il brano evangelico di Emmaus; il catechista accompagna il gruppo in tutte le sue tappe lavorando in equipe e fino alla fine; la fine non è il sacramento della cresima ma la mistagogia che segue, ovvero il dopo cresima; dopo il post cresima spetta alla pastorale giovanile proseguire rendendo reale l inserimento nelle comunità; due linee di pensiero: c è chi dice che il catechista deve variare con l età per cui c è un cambio di accompagnatore nel salto elementari medie e nel salto mediecresima, ma c è anche chi dice che in questo momento storico è bene pur senza forzare i catechisti che non se la sentono che ci sia la continuità di una figura educativa il problema non si pone là dove non c è un catechista che opera personalizzando ogni cosa/gruppo ma c è un catechista che opera in equipe riconoscendosi parte di un gruppo catechisti e di una comunità, creando occasioni di incontro tra il gruppo di catechesi e queste realtà che non si possono considerare solo sfondo ) inseriti nella vita della comunità cristiana (è bene che vi siano occasioni, proporzionate alla maturità del gruppo, di partecipazione e servizio alla vita della parrocchia) 2.1. Il Percorso di Iniziazione Cristiana attorno alla Cresima LA CRESIMA: SACRAMENTO DA RIVEDERE Oggi tralasciamo l itinerario attorno al Sacramento dell Eucarestia per scandagliare invece quello attorno al sacramento della Cresima. La sperimentazione in questo caso prese il via con il titolo provocatorio ancora attualissimo: Cresima: Sacramento da rivedere. Perché questo idea? Perché troppo spesso, invece di esprimere una continuità ed un approfondimento del "cammino di fede", sospende l'adesione alla fede: "non sacramento dell'avvio ma dell'addio!"; lo si celebra dopo la "Prima Comunione" quando invece l'ordine dei sacramenti dell'iniziazione Cristiana è un altro: Battesimo, Cresima ed Eucaristia; in Diocesi risultano piuttosto confusi e poco condivisi sia i temi trattati lungo l'arco di preparazione (ed anche del "post cresima" là dove c'è) che i ruoli svolti dai vari partecipanti (vedi soprattutto genitori e padrini) come pure le modalità seguite (oltre al tempo assegnato, obiettivi e metodi molto diversi). Inoltre, non solo nel 1996, la cresima interessava ragazzi in età di evidente cambiamento, dinanzi alla quale i genitori spesso si sentono come sospesi ed inadeguati, si può capire come tale revisione possa essere sollecitata (e attesa) anche da una esigenza di meglio accompagnare i ragazzi alla loro maturità umana oltre che cristiana. L'esperienza e le ricerche ed i confronti promossi dicono che l'iniziazione Cristiana nelle nostre comunità procede in maniera tale da non garantire uno sviluppo lineare e conclusivo. Si apre il cammino con il Battesimo, lo si riprende con la "Prima Comunione" e con la Cresima per poi lasciarlo il più delle volte sospeso. Per giunta, con delle diversificazioni notevoli da parrocchia a parrocchia, che non riguardano semplicemente l'età della celebrazione. Eccoci allora alla domanda: E' possibile un percorso lineare che, nel rispetto di legittime diversificazioni, approdi ad un risultato soddisfacente? Proviamo! slide 8 2.1.1. Destinatari e persone coinvolte La proposta è rivolta ai ragazzi (12 16 anni) della diocesi Concordia Pordenone che vivono questa età quasi come un tempo di rifondazione, che coinvolge il loro modo di interpretare la realtà che li circonda e il loro modo di interpretarsi, in particolare nei

confronti degli adulti, genitori compresi. E il tempo della revisione critica, più o meno consapevole e motivata, e delle prima scelte personali di un certo rilievo, anche nel campo religioso. E dentro la comunità, attraverso il suo coinvolgimento, che i ragazzi maturano la fede, avendo come riferimenti immediati i genitori, quindi i padrini ed i catechisti. Ma concretamente chi fa cosa? 1. La comunità, innanzitutto. E nella comunità che vengono celebrati i sacramenti e la fede educata e conservata. Ma c è di più: come prima esplicitato anche dal Vescovo Lucio, nel contempo che la comunità celebra e annuncia viene generata ad essere presenza viva di Cristo e testimone del suo amore nella società e nella storia. 2. I ragazzi. Seppure il più delle volte indirizzati dai genitori, sono sempre i ragazzi i soggetti principali del cammino processo di Iniziazione Cristiana e della cresima. A loro viene chiesto: di iscriversi all inizio del cammino; di seguire le proposte via via fatte e di partecipare ai vari momenti di incontro; di determinarsi per accogliere la forza dello Spirito e impostare la vita sulla compagnia e sugli insegnamenti del Signore Gesù. 3. I genitori. E nella famiglia che si imparano i primi e fondamentali passi della fede, con i genitori come i primi maestri della fede (CEI, Direttorio di Pastorale Familiare, 144). La loro parola e più ancora il loro esempio sono i due pilastri sui quali viene sviluppata la maturazione ad una fede convinta e generosa. Seguire un figlio alla cresima rappresenta oltretutto un opportunità per intensificare la propria fede o per riprenderla in seria considerazione. In ogni caso i genitori devono trovare il modo di collaborare, evitando se non altro di frapporre ostacoli alla maturazione alla fede del figlio. Là dove ci sono, è bene che siano coinvolti anche gli altri familiari, compresi i nonni. 4. I padrini. Non sono tanto gli amici di famiglia quanto invece i garanti per la comunità che i ragazzi sono ben orientati rispetto il sacramento della cresima, sapranno cioè vivere con coraggio e coerenza la fede proclamata. Purtroppo l interpretazione della Chiesa antica dei padrini non è più attuale. Questo però non legittima la scelta di padrini che non abbiano chiara consapevolezza della specificità del loro ruolo per la maturazione alla fede del figlioccio, fondamentalmente un ruolo di sostegno e di esempio e talvolta anche di richiamo. 5. I catechisti. Di fatto sono loro oggi i veri padrini. A nome della comunità e con la collaborazione dei genitori sono per i ragazzi, in questa fase della loro vita piuttosto delicata, i più prossimi educatori alla fede. E doveroso che siano preparati, sia dal punto di vista dei contenuti da trasmettere che delle modalità da seguire che dal punto di vista di un effettiva testimonianza di vita cristiana. La comunità deve molto a loro, proprio per questo deve stare loro vicina, in particolare favorendo la loro formazione. Sarebbe bene che i ragazzi venissero affidati ad almeno due catechisti per gruppo, di cui uno rappresenti la componente più adulta della comunità. 2.1.2. Idee guida contenutistiche Il contesto sociale nel quale i ragazzi sono inseriti, ad iniziare tante volte dalla famiglia stessa, non favorisce il passaggio all autenticità; è più preoccupato di fornire mezzi piuttosto che orientamenti, occasioni piuttosto che progetti. L incontro con Dio necessariamente richiede di essere accompagnato innanzitutto sulla base di esperienze significative benché non disgiunte da momenti di riflessione, via via più intensi. Partendo da questa osservazione, l itinerario attorno al sacramento della Cresima è dunque diviso in tre/cinque anni, precisamente: slide 9 slide 10

- attorno alla persona di Gesù (primo anno); - nella sua comunità che è la Chiesa (secondo anno celebrazione del Sacramento); - per uno stile di vita basato sull amore: i doni dello Spirito Santo (post Cresima terzo quarto quinto anno) Un grande rilievo hanno le traditio/consegne 2, per cui i tre/cinque anni possono venir così contraddistinti: - il primo anno con consegna e l accoglienza del Vangelo, in particolare della preghiera del Padre Nostro ; - il secondo con la consegna e l accoglienza del Credo e di un libretto di preghiera, preferibilmente ritmato sulla preghiera dei salmi; - il terzo con consegna e l accoglienza delle Beatitudini (o del testo dei frutti dello Spirito Santo) e di un documento della Chiesa locale o universale. Rimane utile e doveroso il collegamento con i catechismi della CEI (Sarete miei testimoni o Vi ho chiamato amici), anche se talvolta il collegamento è vago o solo di rimando. 2.1.3. Obiettivi da raggiungere Nell arco di questo itinerario si vuole rispettivamente: 1. intensificare la conoscenza e l incontro con Gesù, soprattutto attraverso il Vangelo; 2. aprire alla vita della comunità, soprattutto alla liturgia; 3. accompagnare per la maturazione di una decisione di fede per una vita sempre più coerente e capace di esprimere e testimoniare la forza dello Spirito Santo; Si vuole cioè arrivare a questi risultati: - primo anno: accompagnamento ad un incontro più personale e decisivo con il Signore Gesù; - secondo anno: inserimento più esplicito nella comunità cristiana, in vista anche di un orientamento di scelta vocazionale (al termine di questo secondo anno si potrebbe collocare la celebrazione della cresima); - post Cresima: apertura alla testimonianza concreta di vita cristiana. 2.1.4. Modalità da tenere Dopo il primo anno i catechisti sono invitati a fare una verifica piuttosto seria, che permetta di capire la validità della parte del percorso già svolto, come pure la maturazione della scelta dei ragazzi a proseguire. Con l inizio del secondo anno, o durante questo secondo anno, i ragazzi vengono iscritti fra coloro che chiedono di ricevere il sacramento della cresima, con domanda stesa dai soli ragazzi (in questo modo il loro coinvolgimento diventa più responsabile). L iscrizione viene richiamata nelle vicinanze della celebrazione della cresima come espressione di una receptio ritenuta sufficiente per accostarsi al sacramento con un adeguata 2 Le «traditiones» hanno due momenti (consegna e riconsegna) e un tempo intermedio di acquisizione o appropriazione. Per la loro struttura risultano essere un geniale modo di far procedere l iniziazione, una «logica» che l attraversa, un «metodo» o «dinamica» della pedagogia divina. Esse mettono in evidenza che «l itinerario dell iniziazione cristiana si sviluppa in ogni momento in forma dialogica tra Cristo e gli iniziandi, sotto l azione dello Spirito». Per questo suo modo di svilupparsi «l iniziazione educa alla comunità e alla fede della Chiesa, creando il dialogo in cui ognuno fa spazio alla parola (al logos) dell altro, del fratello (comunità) e di Dio (fede). Il mono logo in cui ognuno esaurisce il dicibile, chiudendosi a Dio e ai fratelli, è esattamente il contrario, è quella solitudine mortale a cui la Pasqua di risurrezione ha voluto porre fine. È allora lecito affermare che l iniziazione apre alla vita cristiana, prima ancora che per le parole ricche di contenuti teologici, per lo scambio di parole, per il fatto stesso di essere dialogo. Tutte le celebrazioni liturgiche, a cui abilita l iniziazione, sono questo scambio, questo dialogo, in cui si scopre che l identità della Chiesa è la differenza d amore dei suoi membri». (Venturi, L iniziazione cristiana è un itinerario, in Rivista Litugica 2004/1)

predisposizione. Il post Cresima, di carattere chiaramente mistagogico, è la naturale e necessaria conseguenza del sacramento ricevuto. Non va considerato un anno in più quanto invece l anno di raccordo fra la celebrazione e la vita. Risponde all esigenza di tradurre nella vita di ogni giorno i doni dello Spirito Santo ricevuti il giorno della cresima. Nel proporre quest itinerario si tenga presente che La catechesi per la vita cristiana esige che anche per i fanciulli e per i ragazzi sia superato il tradizionale modello scolastico dell incontro catechistico : Andrea e Anna Maria prima ci hanno detto che la modalità con cui si è formati è quella con cui più semplicemente si forma ed ecco che allora cambiare la modalità di incontro dei bambini e ragazzi durante la catechesi è una delle sfide degli incendiari! Ma c è bisogno di favorire un esperienza globale che investe tutta la vita nelle varie dimensioni e offre una ricchezza di possibilità: il gruppo dei coetanei in primo luogo, vera prima esperienza di chiesa, dove matura la comunione, l amicizia e il dialogo; esperienze celebrative e di preghiera; occasione di gioco e di attività proprie dell età, di cui prima Marinella ci ha dato esempi significativi e concreti, impegni di solidarietà e di testimonianza missionaria; un effettiva e permanente collaborazione e intesa tra i diversi ambienti educativi: famiglia, scuola, gruppi e associazioni 3. 2.1.5. Tempi e luoghi L itinerario prevede una durata di tre/cinque anni che corrisponde per il ragazzo alla seconda terza media prima seconda terza quarta superiore. Due anni precedono la celebrazione della Cresima e un altro anno aiuta i ragazzi a rivisitare il mistero celebrato per viverlo nella loro vita. Il luogo privilegiato per la realizzazione del progetto è la comunità parrocchiale all interno della quale il ragazzo fa esperienza di una fede da conoscere, da celebrare, da vivere grazie ai momenti catechistici, liturgici e caritativi, sempre sostenuto dall esempio dei genitori. Le indicazioni dell itinerario sono sempre orientative, richiedono quindi un applicazione adatta al singolo gruppo e creative, di cui tenere conto in fase di verifica per un arricchimento della proposta stessa. 3. Risultati e ricadute per la vita 3.1. I risultati raccontati guardando lo sviluppo storico: una sintesi, alcuni numeri La proposta è stata fatta nell ottobre del 1997, mentre si predisponeva il piano pastorale per il secondo anno verso il grande Giubileo del 2000 o l anno dello Spirito Santo, del sacramento della Cresima e della virtù della speranza. Inizialmente vi hanno aderito 17 parrocchie di cui 10 al termine dell anno sono passate al secondo anno. Oggi possiamo dire che praticamente tutte le parrocchie della Diocesi in qualche modo hanno preso a confrontarsi con questa proposta. Anche se quelle in cui la proposta viene seguita in maniera attiva è un numero diverso sia per gruppi contattati che per parrocchie coinvolte. Quello che fa di questo sogno un progetto in cui investire ancora energie sono le costruzioni realizzate là dove in questo sogno si è creduto e si crede. Specificamente: 1. i ragazzi Nonostante la lontananza dagli interessi legati alla maturazione religiosa, è stato notato che la proposta ha visto i ragazzi più coinvolti ed attivi. Certamente il partire da loro o comunque il tenere presente il loro mondo risulta doppiamente vantaggioso: per l interesse che può suscitare ma anche per dare alla fede risvolti chiaramente legati alla vita. Come pure il ricorso a diversi mediatori didattici che richiede un adeguata 3 Ufficio Catechistico Nazionale, il Catechismo per l Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, n.3.

formazione dei catechisti. Il gruppo rimane una via valida di incontro con i ragazzi, anche se va curata la relazione con i singoli. Esperienze forti come qualche uscita o il campeggio di fine anno sono quanto mai opportune. Inoltre si è notato che i ragazzi che arrivano al post Cresima con questo cammino alle spalle poi decollano (in una percentuale che varia di parrocchia in parrocchia fino ad arrivare a oltre l 80% con continuità di anno in anno) verso i vari gruppi parrocchiali (liturgico, caritas, catechisti, animazione, etc.) trovando il loro posto nella Chiesa o inventandoselo pur di starci dentro; i genitori sono presenti agli incontri. 2. i genitori La risposta dei genitori è risultata varia e diversificata: in qualche caso buona, in altri ancora difficile. Ogni percorso prevede circa un incontro al mese: uno per ogni tematica affrontata con il gruppo dei ragazzi. Si richiede di continuare ad avvicinarli con una duplice preoccupazione: informarli bene sulla proposta stessa, sul suo significato per la maturazione dei loro figli e sulla sua impostazione globale; arrivare a coinvolgerli per un personale ripensamento sulla propria vita di fede. Le resistenze relativa ad un tempo eccessivamente lungo di accompagnamento dei figli alla Cresima, addirittura di un cammino che continua, in genere si sono dimostrate facilmente superabili. Alcune proposte, come la domanda di inserimento dei loro figli nel cammino di preparazione alla Cresima o la presentazione del Padre nostro o la proposta di incontri paralleli rispetto a quelli dei figli inserendo dei momenti di confronto sono risultate molto efficaci. 3. la comunità parrocchiale Il percorso prevede dei momenti di impatto con la comunità, via via più assidui. In qualche caso è stato possibile raggiungere un certo inserimento, in altri meno. Ciò dipende da tanti fattori, non ultimo la modalità con cui viene sviluppata la catechesi in parrocchia. Spesso il rapporto è stato soltanto accennato o unidirezionale, senza che la comunità venisse informata e coinvolta. Sotto questo aspetto è tuttora aperto un passaggio di grande importanza: la partecipazione alla celebrazione eucaristica domenicale, che va oltre a una pura formalità da svolgere magari nelle vicinanze delle Cresima. Il rapporto con il parroco richiede di venire maggiormente personalizzato, come con il padre della comunità e il responsabile primo della maturazione alla fede di tutti i suoi membri, se piccoli in particolare. 4. i catechisti La proposta li ha trovati molti incuriositi ma anche impreparati. Là dove c era una tradizione di un lavoro d insieme è stato piuttosto facile inserirla, non così dove poteva risultare una delle tante novità impossibili. La varietà dei mediatori didattici, il ricorso alle testimonianze, la proposta di alcune uscite sono risultati tutti aspetti metodologici validi. In qualche caso la proposta non ha trovato il consenso degli altri catechisti e neppure del parroco, per cui c è stata anche questa difficoltà da superare. Il confronto con altri catechisti della diocesi e l operare in parrocchia non da soli ma con qualcun altro, preferibilmente giovane, sono stati accolti come due garanzie per la stessa riuscita della proposta. Molti catechisti si sono avvertiti non adeguati al compito a cui venivano chiamati, senza però sentirsi abbandonati. Da qui anche tutta una serie di richieste per completare la propria formazione e per un accompagnamento in loco. 3.2. Le ricadute alimentano il sogno che continua ad animare il progetto Inutile negare che si tratta di una proposta che, per venire accolta nella sua capacità di rinnovamento della catechesi, dovrebbe avere alle spalle tutta una serie di favori e fattori che invece non ci sono. Non c è, per esempio, una progettualità catechistica diffusa. Spesso non c è un inserimento della catechesi nella vita della comunità. Spesso non ci sono catechisti che sappiano andare oltre a una trasmissione della fede soltanto contenutistica. Talvolta non c è un coinvolgimento dei laici nella slide 11

catechesi dei cresimandi poiché il parroco desidera incontrarli lui. E poi non ci sono ragazzi di un tempo, soprattutto non c è l ambiente di un tempo per cui la fede oggi va raccontata in ben altra maniera, quasi in forma concorrenziale rispetto alle mille attrazioni che travolgono tutto, anche i valori più grandi e i sentimenti più profondi. Se non c è tutto questo, che cosa si deve fare? Aspettare che arrivi? Ecco il significato profondo di questa proposta: è essa stessa che cerca di favorire l emergere di tutto quello che non c è, quasi una forma di contestazione responsabile e coraggiosa. Non c era più tempo da perdere ed alcuni risultati ottenuti, simili ad alcune piste aperte, incoraggiano ad andare avanti, allargando l accoglimento della proposta a più gruppi di parrocchie e operando quei giusti correttivi che la rendono feconda per una vita di fede accolta e vissuta nella più grande libertà e gioia, dentro una comunità di persone tutte responsabili di una eredità ricevuta e che richiede di venire riproposta in maniera sempre affascinante: si tratta infatti del Vangelo di Gesù e che egli affida ai suoi amici perché continui ad essere ascoltato.