VIAGGIO IN SENEGAL. Dispensa formativa per viaggiatori in partenza. Icir Mimina Di Muro



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VIAGGIO IN SENEGAL Dispensa formativa per viaggiatori in partenza Icir Mimina Di Muro Coordinamento di In collaborazione con 1

Geografia 3 Storia e politica 4 Lèopod Sédar Senghor L Isola di Gorée 6 Siti Storici e architettonici Economia 8 Popolazione, lingue evarietà culturale 9 I Wolof e i cantastorie tradizionali (i griots) I Peul e la Pulaaka I Sereer e la parentela per scherzo I Joola e il sincretismo religioso I Bassarì e le altre minoranze Religione 13 L Islam senegalese Festività islamiche in Senegal Il cristianesimo in Senegal La religione tradizionale Medicina tradizionale 16 Il Ndeup, una pratica terapeutica tradizionale Il Baobab Uso delle diverse parti del Baobab La famiglia senegalese 20 Le donne senegalesi La cucina senegalese 22 Cereali Pesce e Carne Legumi e tuberi Frutta Bevande Ataya, il the senegalese Alcuni piatti tipici Musica e Danza 27 Strumenti musicali tradizionali Arte e Artigianato 29 Alcune tecniche artistiche locali Sport 31 Lalotta senegalese La pesca tradizionale Il calcio Trasporti 34 Trasporti urbani Trasporti extraurbani Il treno Le navi Turismo 37 Il turismo responsabile o ecoturismo in Senegal Strutture di albergazione turistica Stereotipi e realtà 40 SOMMARIO 2

GEOGRAFIA Generalità Nome completo: Repubblica del Senegal Capitale: Dakar, 550 km², è il punto più occidentale di tutta l Africa continentale Superficie Totale: 196.722 km² Percentuale delle acque: 2,1 % Popolazione Totale (2009): 13.711.597 abitanti Densità: 69,7 abitanti km² Divisione Amministrativa 12 regioni che prendono il nome dai rispettivi capoluoghi: Dakar, Diourbel, Fatick, Kaolack, Kolda, Louga, Matam, Saint Louis, Tambacounda, Thiès, Ziguinchor Il nome Senegal deriva dall espressione wolof sunu gaal, ossia le nostre piroghe. Il Senegal situato nell estrema punta occidentale del continente africano è un vero caleidoscopio di paesaggi che si estendono tra il Sahel a nord, la foresta tropicale a sud, e l oceano atlantico a ovest. Il paesaggio desertico che caratterizza la zona settentrionale del Senegal, man mano che ci si sposta verso il centro si trasforma in savana arborea disseminata di acacie, di baobab secolari e di mangrovie. La parte meridionale del paese è invece caratterizzata dalla foresta tropicale con enormi fromagers, maestose palme borasso, imponenti piante di mango e di karité e tante altre piante tipiche del paesaggio tropicale. I fiumi più importanti sono il fiume Senegal che segna il confine settentrionale con la Mauritania, il fiume Saloum a sud di Dakar celebre per le sue acque molto pescose, il fiume Casamence che scorre nell omonima regione situata nella parte meridionale del Senegal, il fiume Gambia che nasce dal massiccio del Fouta Djalon in Guinea e attraversa il Senegal e la Gambia 1. Il Senegal è uno dei paesi più soleggiati al mondo (più di 3.000 ore di sole l anno) con un clima di tipo tropicale, caratterizzato da due stagioni: la stagione delle piogge (l hivernage): da giugno a ottobre, caratterizzate da piogge e acquazzoni di breve durata (da 30 minuti a 1 ora), con una temperatura che varia tra i 24 e i 30 gradi. In questa stagione la vegetazione rinasce con dei colori sgargianti e la temperatura dell acqua del mare è più elevata; la stagione secca (la saison sèche): da novembre a maggio con clima caldo secco durante il giorno e fresco durante la notte. In questa stagione la temperatura varia tra i 22 25 gradi durante il giorno, e i 14 19 gradi durante la notte. La temperatura dell Oceano in prossimità della costa varia da 24 a 30 gradi nella stagione delle piogge, e da 19 a 28 gradi nella stagione secca. 1 La Gambia è il paese più piccolo dell Africa continentale e forma un enclave all interno del Senegal di circa 300 Km di lunghezza 3

STORIA E POLITICA Prima dell arrivo dei coloni europei il Senegal era abitato da popolazioni consolidatesi in regni, guidati da leader locali carismatici e temerari che tentarono di resistere e di opporsi alla penetrazione europea. La conquista coloniale del Senegal iniziò nel 1442 con i portoghesi, dopo la scoperta delle sue terre da parte del navigatore veneziano Cadamosto. Il primo insediamento stabile di europei risale al 1500 e fu sull isola di Gorée di fronte a Dakar. Nel 1659 i francesi stabilitisi sulla terra ferma fondarono la città di Saint Louis (sulla costa settentrionale), che diventò capitale dell Africa Occidentale Francese (AOF) 2. Nel 1677 i francesi occuparono anche l isola di Gorée e fecero del Senegal uno dei principali centri africani della tratta atlantica degli schiavi. Nel 1904 la capitale dell Africa Occidentale francese divenne Dakar. Nel 1958 il Senegal ottenne lo statuto di repubblica autonoma, e il 4 aprile 1960 ottenne l indipendenza piena dai francesi. Leopold Sédar Senghor venne eletto primo presidente del Senegal nel settembre 1960. Egli fu un grande illuminato che restò al potere per 20 anni. Nel 1981 si ritirò dalla vita politica del paese e la presidenza passò al suo successore Abdou Diouf, che rimase capo del governo fino al 2000, anno in cui venne sconfitto dal leader dell opposizione Abdoulaye Wade, tuttora presidente della repubblica senegalese. Il Senegal è uno dei paesi più stabili dell Africa, non ci sono mai stati colpi di stato, e il suo modello politico è spesso considerato un esempio per gli altri stati africani. É una Repubblica democratica presidenziale, multipartitica, laica e sociale. La sua costituzione tutela l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione d'origine, di razza, di sesso, di religione. La sovranità nazionale appartiene al popolo che la esercita attraverso i suoi rappresentanti o per via referendaria. Il primo presidente del Senegal, Léopold Sedar Senghor, uomo politico saggio e carismatico, contribuì alla stabilità del paese insistendo su principi democratici e sulla valorizzazione della cultura locale. Léopol Sédar Senghor presidente e poeta Léopold Sédar Senghor (1906 2001) oltre ad essere il primo presidente del Senegal indipendente, è stato anche un grande poeta e un intellettuale illuminato apprezzato dal mondo intero. Nasce nel 1906 a joal Fadiouth, un piccolo villaggio di pescatori situato ad un centinaio di kilometri a sud est di Dakar. È in questo ambiente rurale che Senghor trascorre la sua infanzia ed è educato alla maniera sereer. I Sereer sono un gruppo etnico senegalese che abita prevalentemente sulla petite côte 3, e che vive seguendo usi e costumi tradizionali legati al rispetto di regole e di valori ancestrali. Senghor dopo aver frequentato la scuola primaria in un istituto francese di Dakar, dove si distingue molto presto nello studio del francese, del latino, del greco e dell algebra, ottiene una borsa di studio che gli permette di continuare la sua formazione in Francia. Si laurea in lettere a Parigi nel 1935 e per dieci anni insegna in qualità di professore nelle università e nei licei francesi. È in questo periodo che conosce l intellettuale delle Antille, Aimé Césaire, con il quale diventa portavoce della Négritude, un movimento 2 L Africa Occidentale Francese era una federazione di colonie francesi che tra il 1895 e il 1958 tentò di coordinare sotto la stessa autorità la penetrazione coloniale francese sul territorio africano. Era composta da 8 stati: la Mauritania, il Senegal, il Mali, il Niger, la Guinea, la Costa d Avorio, il Burkina Faso e il Benin. 3 Zona costiera a sud di Dakar. 4

letterario che tenta di celebrare i valori della cultura nera e delle tradizioni africane, svolgendo un ruolo importante nella lotta per l indipendenza degli stati africani. Nel 1960 Senghor è eletto primo presidente della repubblica senegalese, in questa veste pur tra gravi difficoltà ed ambiguità politiche dovute alla recente indipendenza del Senegal dalla Francia, Senghor tenta di realizzare un socialismo umanistico e contribuisce in modo decisivo alla stabilità del Senegal, che tutt ora può vantare di essere uno dei rari paesi africani che non ha mai avuto colpi di stato o problemi di trasferimento del potere. Senghor è stato il primo africano diventato membro dell Académie française (la prestigiosa istituzione francese fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu con il compito di perfezionare la lingua francese). Egli è considerato uno dei più importanti intellettuali africani del XX secolo che ha contribuito con le sue opere alla riscoperta della cultura e della tradizione africana. Per Senghor la cultura è lo zoccolo dello sviluppo e attraverso la sua poesia, essenzialmente simbolista, sviluppa il suo pensiero sul metissage culturel, facendo elogio dell ibridazione e della contaminazione culturale. Ecco qui di seguito una poesia di Léopold Sédar Senghor scritta nel 1945 giusto dopo la guerra. In questa poesia indirizzata a Pablo Picasso, Senghor mette in evidenza le relazioni tra l arte contemporanea europea e la cultura nera, incantatoria e fatta di oralità Maschera Negra a Pablo Picasso Lei dorme, riposa sul candore della sabbia. Kumba Tam dorme. Una palma verde vela la febbre dei capelli, color rame la fronte curva Le palpebre chiuse, coppa duplice e sorgenti sigillate, Questa falce sottile di luna, questo labbro più nero e appena tumido dov'è il sorriso della donna complice? Le patene delle gote, il disegno del mento cantano l'accordo muto. Viso di maschera chiuso all'effimero, senz'occhi senza materia Testa di bronzo perfetta con la patina del tempo Che non imbrattano beretti né rossetto né rughe, né tracce di lacrime o di baci O viso tale come Dio t'ha creato prima della memoria stessa delle età Viso dell'alba del mondo, non ti aprire come una gola tenera per commuovere la mia carne. Io ti adoro, o Bellezza, col mio occhio monocorde! Léopold Sédar Senghor (1945) 5

L ISOLA DI GORÉE L isola di Gorée, detta anche l isola degli schiavi, è situata a circa 3,5 km al largo di Dakar, è un piccolo affioramento di 900 m di lunghezza per 300 m di larghezza. Tutta l isola è costituita dal basalto, una roccia vulcanica, con la quale sono stati costruiti i suoi edifici. I primi europei a mettere piede sull isola furono i portoghesi nel 1444, poi l isola venne occupata dalle diverse potenze coloniali europee: gli olandesi, i francesi e per un breve periodo dagli inglesi. Gorée è sempre stata un punto strategico per il commercio triangolare degli schiavi. Le navi negriere che partivano dall Europa, arrivavano sulle coste dell Africa occidentale dove scambiavano le loro merci con schiavi locali che venivano deportati in America. I luoghi come Gorée servivano per il transito degli schiavi e per un ultima selezione prima del lungo viaggio senza ritorno. Da qui migliaia e migliaia di schiavi vennero imbarcati per le Americhe in condizioni pietose. La tratta atlantica degli schiavi, durata tre secoli (dal 1550 al 1850 circa), ha segnato profondamente il continente africano privandolo di milioni e milioni di uomini, donne e bambini, trasportati con forza in un altro continente. Per non parlare dei decessi dovuti alla disumanità del trattamento e delle condizioni di vita imposte. La tratta continuò fino al 1848, anno in cui venne abolita la schiavitù. Isola di Gorée Foto presa da: kabavoyages.com Gorée, testimone di questa triste memoria, dal 1978 è stata proclamata patrimonio mondiale dell Unesco e isola storica della tratta negriera. Le costruzioni dell isola in stile coloniale, usate in passato per il transito degli schiavi e come residenze coloniali, sono oggi importanti siti di memoria storica che attraggono infiniti turisti dal mondo intero. Infatti, attualmente l'isola vive prevalentemente di turismo e di commercio, offrendo un buon numero di strutture ricettive e di ristorazione alla gente che la visita. Gli abitanti dell isola sono circa 2.000, con una significativa presenza di artisti: pittori, scultori, musicisti che traggono ispirazione da quest isola e dalla sua storia. Siti storici e architettonici di Gorée La maison des esclaves: è la celebre casa degli schiavi e rappresenta la principale attrazione dell isola. Questo edificio è stato costruito nel 1776 dagli olandesi, è un abitazione signorile composta da una residenza in stile europeo al primo piano e da un magazzino al piano terreno diviso in stanze che servivano per stipare gli schiavi e le merci. La casa degli schiavi ha un cortile interno con una scala a ferro di cavallo dove si svolgevano gran parte delle attività domestiche e commerciali, qui mercanti e 6

acquirenti negoziavano e facevano affari dalla balconata. Foto presa da: flickr.com/photos/robinelaine 102330015/ Nelle stanze inferiori, uomini, donne e bambini venivano stipati in celle separate, in attesa di essere pesati e catalogati in base alle caratteristiche fisiche ed etniche per poi essere imbarcati per le Americhe. Il museo storico del Senegal: è un museo dedicato alla storia generale del paese. È collocato nel forte Estrées, costruito tra il 1852 e il 1856 per proteggere Gorée dagli abbordaggi. Nel 1950 il forte è trasformato in prigione, e dal 1989 in seguito ad un restauro diventa uno dei musei storici dell IFAN (Institut Fondamental d Afrique Noir). Questo museo illustra e ripercorre attraverso le sue esposizioni temporanee e permanenti la storia del Senegal dai regni storici ai giorni nostri. Si trova nell estrema punta settentrionale dell isola. Tredici sale restaurate ospitano più di 500 oggetti e cartine storiche. Foto presa da: www.flickr.com/photos/attawayjl /3335650716/ Il museo della donna: si trova in una costruzione che risale al 1776 e che serviva da dimora a Victoria Albis, una ricca signares. Le signares erano le giovani donne meticcie, nate solitamente da un matrimonio misto tra un uomo portoghese e una donna senegalese. Questo edificio è un altro esempio di casa di tratta, ornata da balconi in legno e lunghe verande. Nel corso degli anni questa costruzione ha ospitato il tribunale, la prigione dell isola, il Museo Storico dell'ifan e dal 1994, data del suo ultimo restauro, è sede del Museo della Donna (primo museo al femminile in Africa). Lo scopo principale del museo della donna è quello di mettere in evidenza il ruolo centrale della donna nella società senegalese ed africana in generale, attraverso l illustrazione dell organizzazione sociale, dei riti, delle arti popolari e delle tradizioni locali. Il museo del mare: è all interno di una costruzione del XVIII secolo completamente restaurata nel 1995. In questo museo sono esposti fossili marini, utensili tradizionali per la pesca e rappresentazioni di popoli pescatori. Il Castel: è il nome della parte alta a sud dell isola, è uno spiazzo da cui si gode di un bel panorama che apre un ampia visuale sull isola e sulla terra ferma. Il Castel era una zona strategica dove sorgevano gli antichi forti olandesi e in seguito quelli francesi. Sulla piazzola centrale, in cima al Castel, si trova una coppia di cannoni della corazzata Vergniaud, costruita all inizio del 900 prima della prima guerra mondiale. L antico palazzo del governatore: è un palazzo costruito nel 1864 nella parte occidentale dell isola, che serviva come residenza al vecchio governatore di Gorée. L antica scuola William Ponty: questo edificio prende il nome da William Ponty, governatore francese dell Africa Occidentale, e dal 1913 al 1937 servì per la formazione dei diversi amministratori delle regioni senegalesi. 7

ECONOMIA Il Senegal è un paese povero, ma grazie alla sua stabilità politica e alla sua posizione geografica la sua economia si sta lentamente sviluppando. Gli investimenti di capitali stranieri, soprattutto francesi, sono numerosi. Il settore agricolo occupa il 60% della popolazione. Fino ad una ventina di anni fa circa, la coltura principale era quella delle arachidi; adesso si sono sviluppate altre colture alimentari come la manioca e i vari cereali (miglio, sorgo, riso e mais) che costituiscono la base dell agricoltura di sussistenza di gran parte della popolazione. Un altro settore importante per l economia del paese è la pesca, che ha dato un forte impulso allo sviluppo industriale con la nascita di numerosi impianti per la lavorazione e conservazione del pesce. La pesca è solitamente gestita da un organizzazione famigliare che fornisce i mercati e le industrie locali. Consistente è l allevamento di bovini, caprini e ovini, e recentemente anche quello di pollame. Le industrie principali sono quelle alimentari e tessili, mentre le attività industriali in crescita sono: quella chimica, quella meccanica, quella legata alla produzione di olio (prevalentemente di arachidi), quella per la lavorazione della canna da zucchero e del sale marino. Il sottosuolo fornisce fosfati, minerali di titanio, e recentemente sono stati trovati giacimenti petroliferi. Un fattore sempre più importante che influenza l economia del paese riguarda le rimesse provenienti dalla diaspora senegalese nel mondo. Diverse ricerche stimano che il flusso finanziario generato dall emigrazione senegalese all estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, è pari alla quantità di aiuti della cooperazione internazionale. Queste rimesse rappresentano una risorsa rilevante a livello microeconomico, in quanto raggiungono direttamente le famiglie che vivono nelle aree rurali e urbane. Esse vengono impiegate per i consumi primari, per le attività di carattere produttivo, ma anche per lo sviluppo del capitale umano attraverso la spesa per l istruzione e la salute. Le rimesse contribuiscono dunque alla riduzione della povertà e allo sviluppo del paese, incrementando un attività produttiva che parte dal basso e che favorisce la microeconomia e la gestione famigliare delle risorse. Molte attività economiche che alimentano questa produttività dal basso sono gestite da donne che in modo intraprendente si sono imposte nell economia senegalese. Esse hanno il monopolio di diverse attività commerciali, e molte di loro sono a capo di iniziative innovative che favoriscono lo sviluppo locale e la produzione di risorse economiche per l intero paese. 8

POPOLAZIONE, LINGUE E VARIETÀ CULTURALE La popolazione del Senegal è di circa 12 milioni di abitanti, presenta molte analogie demografiche con quella di molti paesi africani: significativi divari nella ripartizione sul territorio, esodo rurale, bassa densità di popolazione totale, un tasso elevato di crescita e in conseguenza una popolazione molto giovane. I gruppi etnici che vivono in Senegal sono più di una ventina, nonostante tendano a conservare usi, costumi, abitudini e lingue diverse, vivono in modo pacifico sullo stesso territorio, rispettando regole implicite che favoriscono l interazione e lo scambio culturale. Le lingue parlate in Senegal sono circa una ventina, tra le quali sei si pregiano dello statuto di lingue nazionali dal 1971: il wolof, il pulaar, il sereer, il mandinka, il joola, il soninké. Il francese è la lingua ufficiale ed è usata per le comunicazioni con l amministrazione e per l istruzione formale, mentre il wolof è la lingua locale più parlata, circa il 70% della popolazione lo parla ed è la lingua veicolare usata per comunicare in ambienti urbani. Per un senegalese è normale parlare diverse lingue, anche quattro o cinque, questo è dovuto all enorme varietà culturale e linguistica presente in questo paese e all alta percentuale di matrimoni misti tra persone appartenenti a gruppi etnici diversi. I wolof e i cantastorie tradizionali (i griots) I Wolof sono circa il 43% della popolazione, si concentrano soprattutto nella parte occidentale del paese delimitata dal fiume Senegal a nord e dal fiume Gambia a sud. La loro diffusione sul territorio senegalese ha permesso l imposizione del wolof come lingua nazionale. Essi sono tradizionalmente un popolo di agricoltori (coltivano soprattutto arachidi) che col tempo è diventato anche commerciante. La maggior parte dei wolof è di religione mussulmana, anche se il sincretismo con le religioni tradizionali autoctone è molto forte, infatti, l uso di talismani protettori, l esercizio di riti che rendono omaggio ai defunti, e l uso di pratiche terapeutiche che prevedono l intervento degli spiriti, i djinns, sono molto diffusi anche fra i wolof che si professano mussulmani o cristiani. Un aspetto particolare che caratterizza la cultura wolof è l esistenza dei cosiddetti griots, i cantastorie tradizionali. I griots sono i detentori della tradizione orale, e al tempo dei regni dell Africa precoloniale servivano al re come consiglieri o come portavoce dell autorità presso il popolo. La tradizione dei griots è nata e si è sviluppata in contesti storici privi di scrittura tant'è che il griot stesso era, ed è, considerato il depositario della tradizione orale, colui che conosce la storia sin dal suo inizio. In genere il mestiere di griot è di tipo familiare, si trasmette cioè di padre in figlio o comunque all'interno della stessa famiglia nucleare. Le conoscenze di un griot spaziano saperi più svariati: la storia, la politica, la geografia, la cosmogonia, la genealogia, la mitologia I suoi repertori variano in base al contesto nel quale si trova ad operare e la sua abilità si basa su di un uso poliedrico della narrazione e della musica. È una figura a metà strada fra l'attore, il musicista, il narratore, e il poeta. L'accompagnamento musicale nell arte dei griots riveste un ruolo particolarmente importante, egli, infatti, si avvale spesso di strumenti tradizionali come la Cora, il balafon, e il sabar e in alcune circostanze può avvalersi anche del canto. Molti griots contemporanei hanno sviluppato soprattutto l'aspetto musicale di quest'arte tradizionale, ottenendo un considerevole successo anche fuori dall Africa. 9

I Peul e la Pulaaka I peul in Senegal sono circa il 20%della popolazione locale. Questo popolo di pastori nomadi è uno dei più conosciuti d Africa in quanto sono presenti in tutta l Africa occidentale e nell Africa centrale, e proprio per questo motivo vengono designati con termini diversi a seconda di dove si trovano (peul in Senegal, pulaar in Guinea, fulani nell Africa anglofona ). Nonostante questa loro grande dispersione in molti stati d Africa, la loro lingua rimane la stessa ed anche i loro usi e costumi si sono conservati nel tempo e nello spazio. I peul possono essere considerati il più grande gruppo nomade del mondo, vivono di pastorizia e di commercio di bestiame. Attraverso il loro stile di vita nomade hanno creato molte vie di commercio in Africa occidentale. Attualmente solo una piccola parte di loro ha abbandonato il nomadismo per uno stile di vita sedentario. In Senegal i peul vengono spesso designati come popolo bianco perché hanno la pelle chiara, le labbra sottili e i capelli lisci, e vengono per questo a volte scambiati per meticci. Non esiste una società Peul, ma diverse società peul in continuo mutamento e adattamento, che nonostante il nomadismo hanno saputo e sanno tuttora conservare il loro sostrato culturale e preservare la loro lingua. Un elemento molto importante della cultura peul che ha favorito il perpetrarsi degli usi e dei costumi di questo popolo è il concetto di Pulaaka, la vera essenza peul, ossia un insieme di regole morali e sociali cui i peul si devono attenere. La Pulaaka consiste dunque in una serie di comportamenti che si basano sulla modestia, sulla riservatezza, sulla pazienza, sulla forza, sulla cura della persona e sulla riflessione che ogni individuo deve seguire per essere peul. Un altro elemento importante per questa cultura è il senso estetico, il culto della bellezza,che emerge nella cura dell aspetto fisico, nei costumi e nelle elaborate acconciature tradizionali, ornate a volte con perline, conchiglie o monete. Donna peul al mercato. Foto presa da: flickr.com/photos/hdptcar/2399255986/ I Sereer e la parentela per scherzo I sereer sono circa il 13% della popolazione sono presenti nella parte centrale del paese, nella regione del Sine Saloun, e sulla Petite Côte (la costa a sud di Dakar). Sono principalmente coltivatori ma anche pescatori. Una particolarità dei serre è il rapporto che hanno con gli altri gruppi etnici; essi, infatti, intrattengono con le altre popolazioni locali dei rapporti di parenté à plaisanterie, la parentela per scherzo che consente la critica reciproca fra individui appartenenti a culture diverse, in un clima sereno che agevola il confronto fra culture e la pacifica risoluzione dei problemi. I sereer credono nell immortalità dell anima e nell influenza degli spiriti nella vita degli uomini, essi ritengono sia opportuno rispettare i defunti e ricordarsi di loro con periodiche offerte e cerimonie. In questa società gli antenati hanno un importanza basilare perché si ritiene che facciano da intermediari fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti e permettono di comunicare con la divinità. Il legame con gli antenati è mantenuto attraverso delle offerte e dei riti periodici agli spiriti dei defunti che possono risiedere in riva al 10

mare, alle foci di un fiume o negli alberi come il Baobab, considerato pianta sacra da molte popolazioni locali. Attualmente molti sereer si dicono cristiani o mussulmani, ma continuano parallelamente a praticare la religione tradizionale nella vita di tutti i giorni, alimentando il sincretismo religioso che caratterizza le diverse popolazioni senegalesi. Léopold Sédar Senghor, grande poeta e primo presidente del Senegal, era d origine sereer. Nei suoi scritti elogia spesso i valori culturali di questo popolo e la bellezza naturale dei paesaggi sereer. I joola e il sincretismo religioso I joola sono circa il 6% della popolazione, vivono soprattutto in Casamance (regione molto verde situata nella parte meridionale del Senegal, a sud del Gambia). La cultura di questo popolo si fonda su valori ancestrali che celebrano l autonomia e la libertà dell individuo, l essere umano per i joola non può essere venduto né obbligato a fare determinate cose con la forza. Da sempre questo popolo si è opposto ad ogni tipo di dominazione, ne è un esempio la resistenza al sistema coloniale avvenuta in Casamance all inizio del XX secolo e ancora prima la feroce opposizione al commercio di schiavi durante la tratta atlantica. I joola sono agricoltori e da secoli coltivano il riso con tecniche tradizionali, nel rispetto della terra e dell ambiente. La maggior parte dei joola si dice cristiana ma parallelamente segue i riti e i culti della tradizione, alimentando un sincretismo religioso forte e vivace, tipico di gran parte delle società africane. Per i joola tutti gli elementi della natura hanno una forza vitale che va rispettata e tenuta in considerazione per le decisioni importanti della comunità. Le maschere hanno un importanza basilare nella società joola e incarnano gli spiriti della natura e gli spiriti ancestrali, consentendo agli uomini di comunicare con la divinità. Molte di queste maschere sono protagoniste di riti e cerimonie che hanno spesso luogo nei boschi sacri dove si trovano numerosi feticci protettori della comunità. I feticci sono oggetti sacri che permettono all uomo di comunicare con il trascendente e di modificare l andamento degli eventi, attraverso richieste e offerte agli spiriti. Ogni villaggio ha un bosco sacro che va rispettato e preservato; spesso la custodia di questi luoghi è affidata alle donne che in questa società hanno molto potere. L organizzazione di questa società si basa sulla divisione in classi di età; il passaggio da una classe di età all altra avviene attraverso rituali particolari che gradualmente insegnano alle donne e agli uomini come comportarsi nella società. I valori culturali di questo popolo insistono molto sulla valorizzazione della libertà individuale, sull uguaglianza degli uomini, e sul rifiuto di ogni tipo di sottomissione. Ciò spiega in parte i costanti conflitti esistenti tra la Casamance, regione abitata dai joola, e la capitale Dakar che con fatica riesce ad imporre il suo potere amministrativo. I Bassari e le altre minoranze In Senegal oltre ai quattro gruppi etnici più numerosi, appena citati, esistono tante altre minoranze che hanno mantenuto tradizioni proprie e autonome come i mandingue, i soninké, i coniagui, i bedik, i bassari ecc. Questi gruppi formano il restante 10% della popolazione arricchendo con i loro riti e i loro costumi il panorama culturale senegalese. I bassari ad esempio sono una piccola popolazione del Senegal sud orientale conosciuta per il loro forte attaccamento alla tradizione e ai culti ancestrali. Un tempo cacciatori, raccoglitori, e coltivatori di tuberi, hanno subito un rapido cambiamento, che pur non trasformandoli culturalmente li ha tramutati da cacciatori raccoglitori in agricoltori. La società bassari è di tipo matrilineare si basa sulla parentela uterina, i 11

figli prendono il cognome della madre, la quale diventa il punto di riferimento della discendenza e dei gruppi di parentela. L organizzazione della collettività si fonda su un sistema di gradi di età, questa maniera di concepire la struttura sociale implica per ogni gruppo di età degli obblighi, delle prestazioni, delle cerimonie, dei divertimenti e dei rituali di passaggio che contribuiscono ad assicurare una forte coesione sociale. Nella società bassarì le maschere hanno un importanza basilare. Esse rappresentano il veicolo attraverso il quale gli spiriti si rendono visibili e tangibili nel mondo degli esseri umani. Le maschere sono dunque i protagonisti delle cerimonie e dei riti collettivi, la loro costante presenza durante l anno favorisce il perpetuarsi della tradizione e dei valori culturali locali. L uscita delle maschere è sempre accompagnata da esibizioni di danze femminili, in quanto si ritiene che la presenza delle donne aiuta il diffondersi della forza spirituale nella comunità. Questo perché la donna è considerata l emblema della fertilità Una delle cerimonie più importanti per questa popolazione è il Nitch, ossia l iniziazione maschile che ha luogo tutti gli anni all inizio della stagione delle piogge (nel mese di maggio). Durante questo rituale i giovani ragazzi che si apprestano a diventare uomini adulti, dopo aver dimostrato il loro coraggio lottando contro le maschere, vengono simbolicamente divorati dal Camaleonte, il padre degli uomini iniziati, che li rimette al mondo adulti. È così che sparisce per sempre il bambino e nasce l adulto, figlio del Camaleonte. Questi neonati adulti hanno dimenticato tutto della loro vita precedente e devono tutto riapprendere, gli vengono ripresentati i genitori, gli viene insegnato a parlare da adulti, gli viene insegnato come comportarsi da adulti. Danza maschile Bassarì (okereke). Foto presa da viajarasenegal.com 12

RELIGIONE La popolazione senegalese è composta da mussulmani per il 92%, da cristiani per il 6% e da animisti per il restante 2%. Molti senegalesi che si professano musulmani o cristiani sono in realtà legati anche a forme di religione tradizionale. Un profondo processo di sincretismo ha reso possibile la coesistenza delle religioni tradizionali con quelle rivelate. L intesa tra le diverse comunità religiose è molto cordiale, e i matrimoni inter religiosi sono molto frequenti. La religione in Senegal è vissuta in modo pratico, come qualcosa che fa parte della vita quotidiana, coinvolge tutti gli aspetti del vivere e valorizza le relazioni sociali. Lo spirito religioso crea legami tra gli individui e le forze della natura, tra i vivi e i morti e tra il visibile e l invisibile. L Islam senegalese Tutti i musulmani credono ad Allah, al profeta, ma la pratica dell islam è diversa in Senegal rispetto al mondo arabo. Qui la religione musulmana fa riferimento a confraternite guidate da capi spirituali e saggi locali, i marabout. Capire l islam senegalese significa capire come funzionano le diverse confraternite. Una confraternita è un insieme di credenze caratterizzate da regole religiose precise, che fanno riferimento ad una guida spirituale, il marabout. Questo modo di concepire la religione musulmana è unica al mondo e segue principi e norme proprie che a volte vanno contro i precetti fondamentali dell Islam. Ad esempio in Senegal la rappresentazione grafica delle guide spirituali è ammessa, ed è normale vedere muri tappezzati da foto o immagini di marabout. Ciò si scontra con il divieto dell islam di rappresentare iconograficamente personaggi religiosi. Questo è forse dovuto al forte sincretismo religioso presente in Senegal e al particolare modo di vivere l islam in questo paese. Ecco qui di seguito le principali confraternite musulmane presenti in Senegal e le loro caratteristiche: La Tidjaniyah: è una confraternita sunnita, è la più rappresentata, gli adepti sono circa il 48% della popolazione senegalese, e i suoi principi si basano su un insegnamento pacifico dell islam. Il fondatore di questa confraternita fu Sidi Ahmed Al Tidjani e i suoi seguaci furono El Hadji Omar Tall, El Hadji Malick Sy, El Hadj Abdoulaye Niasse, El Hadj Abdoulaye Cissé ecc. Le città rappresentative dei Tidjanes sono Tivaouane a est di Dakar e Kaolack spostata più a sud, qui si trovano due moschee importanti per questa confraternita. La Mouridiya: è una confraternita sufita che ha meno adepti della Tdjaniyah, circa il 30% della popolazione senegalese, ma è molto più visiva. La mouridiya o muridismo è un insieme di pratiche di culto e di regole di condotta basate sull amore e sull imitazione della vita del profeta Muhammed e il cui fine è il perfezionamento spirituale. Il centro religioso dei mourid è Touba (una città a est di Dakar verso l interno), dove si trova la moschea più grande del Senegal. Il fondatore della moschea è stato il marabout Cheikh Ahmadou Bamba Mbacké (1853 1927), che è riuscito a raggruppare attorno a sé un numero elevato di adepti. Temuto dai coloni per la sua crescente popolarità negli anni, è stato esiliato prima in Gabon dal 1895 al 1902, e poi in 13

Mauritania dal 1903 al 1907, per poi far ritorno in Senegal. Moschea di Touba Foto presa da: le senegal.net Nonostante l esilio di Cheikh Amadou Bamba il mouridismo continuò a crescere in modo esponenziale in Senegal e si creò addirittura un sottogruppo, quello dei Baay Fall capeggiato da Cheikh Ibrahima Fall (discepolo di Cheikh Ahmadou Bamba). I Baay Fall (Baay in wolof significa padre e Fall è un cognome tipico) hanno una concezione particolare e liberale dell islam, vivono mendicando e lavorano per il loro capo spirituale. Capita spesso di vederli per le strade di Dakar, solitamente in gruppo, vestiti con un grand boubou (l abito tradizionale) fatto di patchwork colorato e con i capelli rasta. Durante la stagione delle piogge coltivano i campi di arachidi del loro marabout, e negli altri periodi dell anno chiedono la carità sempre per il loro capo spirituale in cambio di vitto e alloggio. Gli individui che aderiscono a questa confraternita sono per lo più giovani uomini che privi di lavoro vedono in questa devozione al marabout una maniera di dare senso alla loro vita. Oltre a queste due confraternite ve ne sono altre due con meno adepti: la confraternita Qadiriyya, una confraternita sufita molto antica fondata in medio oriente nel XII secolo e che arriva in Senegal nel XVIII secolo; e la confraternita Laayèn fondata nel 1884 dal pescatore senegalese Libasse Thiaw soprannominato Limaloulay che sostiene di reincarnare il profeta Muhammed. Festività islamiche in Senegal Le feste in Senegal sono un occasione di ritrovo collettivo indipendentemente dalla fede religiosa, proprio per questo motivo vengono festeggiate da tutti. Le ricorrenze islamiche senegalesi hanno un significato sia spirituale sia comunitario, sono celebrate con preghiere che ricordano e rendono omaggio ad Allah, e con banchetti comunitari che rafforzano la coesione sociale e i legami tra gli individui. Ecco qui di seguito le principali festività islamiche senegalesi: La Tabaski: è la festa del montone, quella che commemora il sacrificio di Ibrahim (Abramo). Questa è una delle feste più importanti del Senegal, durante la quale chi può permetterselo deve ripetere le gesta di Ibrahim sacrificando un montone che viene consumato in famiglia e donato ai vicini e agli amici. La data varia di anno in anno, si festeggia solitamente nel mese di dicembre, circa settanta giorni dopo il Ramadan. La Tamxarit: è il capodanno musulmano. Questa festa ricorda il giorno in cui il profeta Muhammed arrivò a Medina dopo aver lasciato la Mecca dove era stato perseguitato con i suoi compagni. Durante questa celebrazione si usa mangiare il céré, il cous cous locale fatto col miglio. Questo piatto viene donato ai parenti, agli amici e ai vicini. Queste donazioni di cibo innescano una serie di scambi reciproci che rinforzano i legami di parentela e la coesione sociale. La sera della Tamxarit (solitamente nel mese di gennaio) può capitare di assistere ad un curioso spettacolo, infatti la tradizione vuole che i giovani uomini si vestano da donna, e che viceversa le giovani ragazze indossino abiti maschili, e con questi travestimenti vadano di casa in casa danzando e suonando a chiedere in dono cereali, dolci o soldi. La Korité: è la festa che segna la fine del Ramadan, durante questo avvenimento i musulmani si recano nelle moschee per celebrare la fine del digiuno. Come le altre celebrazioni la data varia di anno in anno, ma il mese è quello di ottobre. La tradizione vuole che in quest occasione ci si vesta con abiti nuovi, i bambini ricevano regali, e si vada a trovare amici, parenti e vicini. Il cristianesimo in Senegal 14

Il cristianesimo arriva in Senegal con i coloni portoghesi nel XV secolo che si stabiliscono sull isola di Gorée, da lì inizia a diffondersi nel resto del paese. Al suo arrivo questa religione incontra notevoli resistenze perché è percepita come religione dei conquistatori e veicolo dei valori del mondo occidentale. In Senegal la sua diffusione avviene soprattutto grazie ai frati missionari canadesi che edificano delle chiese e delle scuole un po ovunque nel paese. Un luogo simbolico per i senegalesi cristiani è Popenguine (a sud di Dakar sulla petite côte), un importante luogo di pellegrinaggio in cui si ritiene che la Madonna sia apparsa nel XVIII secolo. Questa cittadina è stata fondata più di tre secoli fa dall etnia mandingues, e il termine pop nguine significa venire a nascondersi, in riferimento alle colline che servivano come rifugio alle popolazioni locali ai tempi delle guerre tribali. Secondo altre supposizioni il termine popnguine deriverebbe invece dal wolof bopp jin, ossia la testa dello spirito, in riferimento ai credi tradizionali e agli spiriti protettori locali. Oggi in Senegal la presenza simultanea di cristiani e musulmani è ben accetta, e sovente i due credi coesistono all interno di una stessa famiglia. I matrimoni tra coniugi di religione diversa sono molto frequenti e i figli hanno la possibilità di conoscere entrambe le religioni e di fare liberamente le loro scelte. La laicità dello stato senegalese è un principio condiviso e difeso da tutti, ed è forse per questo motivo che in Senegal non ci sono stati finora conflitti religiosi. La religione tradizionale Un aspetto interessante del modo di vivere la religione in Senegal è la presenza di un forte sincretismo religioso che fa coesistere i credi tradizionali con le religioni rivelate. Infatti, quasi tutti i senegalesi che si definiscono musulmani o cristiani, praticano parallelamente culti e cerimonie tradizionali, e sono molto attenti al rispetto dei principi tradizionali. Esistono in Senegal alcuni gruppi etnici come i Bassarì, i Bedik, i Coniagui, i Joola e altri ancora, che detengono molte conoscenze ancestrali e vivono seguendo gli usi e i costumi delle credenze tradizionali. Il loro concetto di religione può essere definito con il termine animismo (dal latino animus, ossia spirito, anima), e consiste nel credere che ogni essere vivente ed ogni elemento naturale (vento, pietra, acqua, albero, fuoco ) sia animato da uno spirito, da una forza vitale. Per gli animisti la realtà va oltre il percepibile, essi ritengono che esista un mondo invisibile popolato da forze e da spiriti che influenzano attivamente il quotidiano e proteggono la comunità, è per questo motivo che gli spiriti, in particolare quelli dei defunti, vanno ricordati e ringraziati con offerte e cerimonie periodiche in loro onore. Questi riti di ringraziamento avvengono sovente sotto un albero sacro, come il Baobab considerato dalla maggior parte dei senegalesi simbolo di vita e residenza degli spiriti antenati. Un'altra caratteristica di queste cerimonie è la presenza di maschere che incarnano gli spiriti invisibili e permettono agli uomini di comunicare con il trascendente e con la divinità. Se l animismo è praticato in modo consuetudinario solo da una parte della popolazione, i restanti senegalesi, che si definiscono musulmani o cattolici, sono comunque legati a queste pratiche e ciò lo si nota dall abitudine diffusa di usare i gris gris, gli amuleti protettivi che vengono indossati per proteggere la persona o messi in luoghi strategici per tenere lontano gli spiriti malvagi e la mala sorte. Il gran numero di amuleti e di lozioni protettive vendute sui banchi del mercato Tilène di Dakar ne è un esempio. 15

MEDICINA TRADIZIONALE In Senegal la medicina tradizionale è molto diffusa e una parte molto consistente della popolazione la usa per curare malattie e patologie di diverso genere. Secondo la definizione dell Organizzazione Mondiale della Sanità (1976), la medicina tradizionale in Africa è l insieme di tutte le conoscenze, che comprende: l utilizzo di sostanze, di misure e di pratiche spiegabili e non, basate sulle fondamenta socio culturali e religiose di una specifica comunità, che si appoggiano esclusivamente sulle esperienze vissute e le osservazioni trasmesse di generazione in generazione, oralmente e per iscritto, ed utilizzate per diagnosticare, prevenire o eliminare un disequilibrio del benessere fisico, mentale e sociale. Le pratiche terapeutiche tradizionali riuniscono tutta una serie di competenze e di saperi basati sulle conoscenze della natura, sulle teorie di cura, sull importanza dell esperienza e dell osservazione, sulla trasmissione famigliare del sapere, nel tentativo di preservare la salute degli individui e il loro rapporto con l ambiente e la società in cui vivono. Il terapeuta tradizionale è un istituzione per i senegalesi, ed anche le persone che vivono in città danno molta importanza a questa figura che si prende cura dei malati e tenta di salvaguardare il loro benessere psico fisico, cercando di capire da dove proviene il male e da che cosa è causato. I trattamenti tradizionali abbinano spesso l uso concreto di piante medicinali all esecuzione di rituali e di formule verbali che concorrono a conferire al rimedio naturale il suo potere terapeutico. Questo modo di curare è dunque un associazione di tecniche farmacologiche, religiose, rituali, magiche, che acquisiscono senso dalla loro interazione. La medicina tradizionale risulta essere per il Senegal una risorsa di grande valore a disposizione della popolazione. Per questi motivi diverse ONG e associazioni che si occupano della salvaguardia della cultura locale si stanno impegnando anche nella conservazione delle pratiche terapeutiche tradizionali e nello studio delle piante usate per produrre rimedi naturali. Una delle piante medicinali maggiormente usate in Senegal per la cura di malattie di diverso genere è il Baobab, una pianta maestosa onnipresente nel paesaggio senegalese. Il Ndeup una pratica terapeutica tradizionale Il Ndeup è un rituale terapeutico molto antico praticato dai Lébou, un sottogruppo dei Wolof ancora molto legato alle pratiche terapeutiche e religiose tradizionali. Questo rito centenario è sopravvissuto all avvento dell islam e della colonizzazione, trasmettendosi di generazione in generazione, ed è tuttora praticato da uomini e donne di tutte le età anche nei quartieri urbani. Il Ndeup risponde ad un bisogno di protezione e di esteriorizzazione di un malessere individuale che disturba la persona mentalmente e fisicamente. Questo rituale tenta di dare una spiegazione ai disequilibri psico fisici dell individuo, ricostruendo le sue relazioni sociali e proteggendolo dagli spiriti malvagi. I Lébou ritengono che l intrusione non controllata di fattori esterni nella vita di un individuo possano essere la causa di gravi disturbi mentali. Questi fattori esterni sono principalmente di due tipi: l azione malvagia degli uomini che praticano la stregoneria ai danni di altri, oppure l intrusione di spiriti malvagi, i djinn, che in seguito a trasgressioni di regole etiche e morali destabilizzano la serenità delle persone. 16

Ogni villaggio Lébou ha i suoi spiriti antenati che proteggono la comunità, essi devono costantemente essere ricordati con sacrifici e cerimonie in loro onore, se ciò non avviene e se qualcuno si dimentica di loro rischia di perdere il suo equilibrio psico fisico e di ammalarsi. I sintomi di questo malessere sono molteplici: disturbi mentali, disturbi fisici, disturbi alimentari, visioni, allucinazioni, sogni strani, epilessia ecc. Il rituale Ndeup coinvolge l intera famiglia del malato nel percorso terapeutico tentando di dare una spiegazione e un significato ai disagi della persona. Così afferma l etnopsichiatra francese Andras Zemplèni a proposito di questa pratica: la malattia di un parente è il segno della malattia di tutto il gruppo. Questa citazione mette bene in evidenza come per i Lébou la responsabilità del malessere individuale sia sempre sociale, e la partecipazione della famiglia e dell intera comunità nel percorso terapeutico sia indispensabile per la guarigione. Le sedute di Ndeup sono ancora molto frequenti in Senegal e sono un efficace rimedio ai disturbi psico fisici di molte persone. Queste cerimonie sono pubbliche, avvengono per strada o in riva al mare e sono gestite da guaritori e guaritrici che curano i malati attraverso lavaggi terapeutici e trance liberatorie. Il coinvolgimento della famiglia del malato e dell intera comunità è fondamentale per la cura e per il reinserimento dell individuo nella normalità del sociale. Etnopsichiatri e ricercatori di tutto il mondo riconoscono l efficacia di questo antico rituale terapeutico, tentando a volte di metter insieme questo modo tradizionale di curare i disagi delle persone con le pratiche moderne della medicina occidentale. Diversi medici dell ospedale psichiatrico Fann di Dakar studiano il Ndeup e ne riconoscono la sua efficacia. Il Baobab (Andasonia Digitata) Il Baobab è un albero che resiste a temperature altissime ed è onnipresente nel paesaggio senegalese. Questa pianta è studiata e analizzata dai ricercatori di ogni parte del mondo per le sue caratteristiche e per l uso che le popolazioni locali fanno delle sue diverse parti. Risorsa materiale per il popolo senegalese, il Baobab è simbolicamente importante per tutte le popolazioni locali che lo considerano sacro 4 e lo usano in svariati modi. Il termine Baobab deriva dall arabo "bu hibab", ossia il frutto dai molteplici semi. In effetti, i suoi frutti ovali contengono centinaia di piccoli semi avvolti da una polpa bianca molto nutriente. I senegalesi utilizzano diverse espressioni per designare questo albero: Albero Magico: perché si ritiene che in esso risiedano gli spiriti protettori del villaggio e per questo motivo non può essere abbattuto dall uomo ma solo dagli eventi naturali. Albero Farmacista: perché le sue diverse parti sono usate per scopi terapeutici nella medicina tradizionale. 4 Presso alcune popolazioni solo determinati individui hanno il diritto di arrampicarvisi (es. iniziati o saggi). 17

Baobab. Foto presa da: whisky.centerblog.net Albero "à palabre": perché sotto l ombra del Baobab avvengono le palabre, ossia le riunioni dei saggi del villaggio per discutere dei problemi della comunità o per prendere decisioni importanti. Albero al contrario : perché sembra girato al contrario con le radici rivolte verso l alto, questo è dovuto alla scarsità delle sue foglie, sparpagliate su una corona irregolare di rami. "Pane delle scimmie": perché le scimmie adorano i frutti di questa pianta. Il Baobab è molto longevo, si ritiene possa vivere fino a 6.000 anni. Vista la sua longevità si dice che ospita gli spiriti degli antenati e permette agli uomini di comunicare con il trascendente, facendo da tramite tra i vivi e i morti, e tra il visibile e l invisibile. Per quanto riguarda le sue dimensioni può arrivare fino a 25 metri di altezza e 12 metri di diametro, per questo motivo si ritiene che unisca la terra al cielo, in segno di attaccamento culturale ai valori terreni e di apertura verso il cielo, verso gli altri e verso il lontano. Il baobab è così l emblema di una delle caratteristiche della cultura senegalese, la Teranga, ossia l ospitalità e l apertura che, secondo la tradizione, i senegalesi devono avere nei confronti dell ospite, dello straniero, del lontano e del diverso. Uso delle diverse parti del Baobab Questa pianta viene utilizzata in ogni sua parte e fornisce all organismo un importante apporto nutrizionale grazie alla forte componente di calcio, ferro, lipidi, proteine e vitamine. Ecco qui di seguito l uso che le popolazioni locali fanno delle sue diverse parti. Radici: la polvere di radice secca serve per curare la malaria mentre l infuso di radice è usato nel bagno dei bambini per rendere la pelle più morbida e levigata. Corteccia: è ricca di ferro, serve per curare il mal di denti e le infiammazioni dell apparato digerente, ma anche per produrre cordame, cestini, reti, filo da pesca, corde per strumenti musicali, fibre per tessuti, amache, stuoie ecc. Tronco: i tronchi cavi possono essere impiegati come serbatoi di acqua, un grosso albero può contenere fino a 9.000 litri di acqua. Legno: leggero e spugnoso viene usato per costruire canoe leggere, galleggianti per reti da pesca, piatti, vassoi ecc. Foglie: sono simili ad una mano umana, possono essere consumate bollite oppure seccate, polverizzate e inserite in zuppe e salse o usate come legante nei cereali (lalo in wolof). Vengono utilizzate anche come foraggio per le bestie durante la stagione secca. Le foglie sono ricche in minerali, proteine, vitamina C e in zuccheri, sono usate come antiinfiammatorio per curare il mal di pancia, l asma, le malattie delle vie urinarie e del sangue, ed anche e per i morsi di insetti e parassiti (ad esempio per l espulsione del verme della Guinea che s infila sotto la pelle). Frutto: ha una forma ovoidale di circa 30 cm di lunghezza e 15 cm di diametro, contiene centinaia e centinaia di semi avvolti da una polpa bianca. Ricchissimo in vitamina B e vitamina C (contiene 6 volte la 18

quantità di vitamina C presente in un arancia) è un ottimo integratore alimentare e viene usato dai terapeuti tradizionali per curare la dissenteria, la varicella, il morbillo e altre patologie. La polpa del frutto seccata da origine ad una farina bianca che può essere conservata anche per due anni, essa viene usata per preparare una tipica bevanda senegalese rinfrescante e dissetante, e per fare una gustosa crema ghiacciata (la crème glace come si dice in Senegal), oppure abbinata al latte e trasformata in gelato al Baobab. Ricetta per preparare 1 litro di succo di baobab 50 gr di polvere di polpa; 50 gr di zucchero; 80 cl di acqua calda; 20 cl di latte. Frutto del Baobab Foto presa da: kassoumay.com Versare in un contenitore la polpa di baobab, aggiungere l acqua calda mescolando bene la polpa. Aggiungere il latte e lo zucchero mescolando bene. Mettere in frigo e lasciare raffreddare bene. Il succo può prevedere diverse varianti in base ai gusti. Si può aumentare o ridurre lo zucchero, ridurre la quantità di acqua per un succo più denso, variare la quantità di latte o non metterlo proprio. Il succo può essere profumato con l aggiunta di essenze, come la vaniglia, la cannella o i fiori di arancio. 19

LA FAMIGLIA SENEGALESE Come nel resto dell Africa, la famiglia rappresenta l essenza della società senegalese, essa può essere definita un nucleo famigliare allargato composto da numerose persone imparentate fra loro: il marito, una o più mogli, i figli, e parenti vari (nonni, zii, cugini ). Le famiglie possono essere composte da una ventina di persone che risiedono tutte nello stesso posto con legami parentali molto più stretti rispetto a come si percepiscono in occidente. All interno della famiglia esistono regole di convivenza e gerarchie precise che devono essere rispettate da tutti, e che si possono percepire se si osserva l ordine usato per servire il cibo o quello usato nei saluti. Gli anziani sono gli individui più importanti della famiglia, vengono interpellati per le decisioni importanti e per i consigli, questo vale sia per le donne che per gli uomini. In tutte le famiglie senegalesi, sia quelle che vivono in città che quelle che vivono nei villaggi, il peso della tradizione è forte e si ritiene che l anziano è colui che permette il perpetrarsi dei valori e dei costumi tradizionali, ed è per questo che va rispettato e tenuto sempre in considerazione. Inoltre per molte popolazioni locali gli anziani si occupano dell educazione dei bambini e degli adolescenti, trasmettendo alle generazioni più giovani i valori e i costumi della tradizione. La vecchiaia concede privilegi famigliari e sociali agli anziani, aumentando il rispetto che gli altri membri della famiglia hanno nei loro confronti. Un anziano non può mai essere contraddetto e i suoi desideri devono essere in qualche modo sempre esauditi. In Senegal esiste la poligamia, ossia il matrimonio tra un uomo e diverse donne, questa unione è riconosciuta dalla legge che stabilisce un massimo di 4 mogli, anche se nei villaggi può capitare che il numero di spose sia superiore. Questa legge però impone al marito un trattamento egualitario delle consorti da parte del marito, in caso contrario esse possono tranquillamente separarsi e interrompere il matrimonio. Nelle famiglie poligamiche i figli vengono educati e cresciuti dalle diverse mogli, e ciò favorisce la coesione famigliare e l altruismo dei bambini, che fin da piccoli devono imparare a condividere i beni. In una società come quella senegalese, formata da famiglie allargate, i figli sono considerati una ricchezza, soprattutto per le popolazioni rurali che vivono di agricoltura e di allevamento, avere numerosi figli equivale ad avere più braccia per lavorare. Nellee famiglie che vivono in città è la donna che si occupa dell educazione dei figli, mentre l uomo deve provvedere al mantenimento e ai bisogni famigliari. Nei villaggi invece oltre alla madre anche la comunità partecipa all educazione dei figli, questo modo di prendersi cura dei figli aumenta la coesione sociale e la solidarietà comunitaria. Le donne senegalesi Le donne senegalesi gioiscono di un indipendenza e di un autonomia non indifferente, esse sono molto intraprendenti e questa loro efficienza la si può notare dalla loro presenza in tutti gli stadi della vita sociale, economica e politica del paese. Nella famiglia la donna ha un elevato potere decisionale soprattutto per ciò che riguarda l educazione dei figli, nel commercio ha il monopolio di diversi tipi di merce, nella politica può occupare posti di grande rilevanza, nel sistema finanziario è molto attiva e perspicace grazie all adozione di sistemi comunitari di finanziamento, come la Tontine. La Tontine è un sistema popolare di risparmio e di credito, che permette di dividere più equamente le risorse della comunità e di aiutare le famiglie in difficoltà. I partecipanti a questo sistema comunitario di finanziamento sono solitamente donne, che costantemente versano una somma predeterminata e a turno beneficiano di questa somma, innescando un sistema ciclico di credito e di beneficio, basato sul risparmio 20