LE GROTTE TURISTICHE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA



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Transcript:

FULVIO GASPARO LE GROTTE TURISTICHE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Estratto da: Rassegne Speleologica Italiana - Anno XXV- Fesc. 1-4 - Gennaio-Dicembre 1973

FULVIO GASPARO (Commissione Grotte "E. Boegan" - Società Alpina delle Giulie) LE GROTTE TURISTICHE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA (l) Nel periodo fra le due guerre la Venezia Giulia contava il maggior numero di grotte turistiche in Italia. Le Grotte di Postumia, tappezzate ovunque da magnifiche concrezioni, e quelle di San Canziano dove scorre il primo tratto ipogeo del Timavo, erano famose in tutto il mondo e venivano visitate annualmente da centinaia di migliaia di turisti; un'altra decina di cavità era accessibile al pubblico. Con i nuovi confini di stato, definiti dopo l'ultimo conflitto mondiale, tutte sono rimaste in territorio jugoslavo, ad eccezione della Grotta Gigante. Attualmente le grotte turistiche nella Regione Friuli-Venezia Giulia sono quattro: la Grotta di S. Giovanni d'antro, le Grotte Verdi di Pradis di Sotto e la Grotta Nuova di Villanova in provincia di Udine, la Grotta Gigante in provincia di Trieste. GROTTA DI S. GIOVANNI D'ANTRO - Fr 43 La grotta si apre presso il paese di Antro nella Valle del Natisone, a 15 chilometri da Cividale. L'ingresso naturale è modificato da una serie di opere in muratura che insieme alla volta ed al primo tratto della caverna formano il presbiterio di una cappella, una sacrestia, una loggetta, il pavimento della Sala di S. Giovanni, parapetti ed opere accessorie. In un piano inferiore si trova la galleria costruita nei secoli XII e XIII con mirabile perizia, allo scopo di impedire che le acque, anche durante le piene più violente, raggiungano il piano superiore dove si trovano le più interessanti opere murarie. Un recente dissesto del terreno soprastante la grotta aveva provocato seri danni al presbiterio della cappella, già provato dal passare dei secoli e rischiava di provocarne maggiori, forse irreparabili. Fortunatamente, grazie soprattutto all'interessamento del parroco di Antro, don Walter Zaban, è stato approvato dall'ente Regione con delibera n. 2969 del 30 dicembre 1965 un progetto di restauro e di attrezzatura turistica della grotta. I1 progetto per questi lavori prevede: (2) a) anzitutto opere di riassetto dei terreni sul pendio montano soprastante la grotta, per arrestarne le frane e deviare lo scorrimento delle acque pluviali; b) interventi di restauro, di consolidamento, di risanamento delle opere artisticamente più pregevoli e storicamente più autentiche; C) gli apprestamenti e le attrezzature per rendere agevole anche al comune turista la visita ai recessi naturali più interni della grotta; d) la sistemazione paesaggistica lungo il percorso che collega l'abitato di Antro alla località rupestre dove si apre la grotta. Una ripida e lunga scalinata di pietra costruita sotto la parete del dirupo, porta alla grotta e alla scala che conduce al piano superiore. Gli scalini, prima dei restauri, risultavano scolpiti come ex-voto o portavano date riguardanti la costruzione della rampa il cui periodo d'allestimento è tuttora discusso; sembra tuttavia che (1) Lavoro presentato al X Congresso Nazionale di Speleologia, Roma, 1968. (2) Dal lavoro citato in bibliografia.

l'opera sia stata fatta intorno ai secoli XI-XII, mentre la costruzione della cappella dovrebbe essere avvenuta, secondo comune opinione, nel 1477. Attualmente la grotta può essere visitata dal turista per circa 250 metri lungo la galleria principale. Questo tratto, aperto di recente, supera lateralmente numerosi laghetti fino a raggiungere la biforcazione dei rami della cavità. L'affluenza annuale dei visitatori si aggira sulle 500 unità. SIMONITTI V. Z., MUTINELLI C., DEL BASSO G. M., BROZZI C.: 1966 - La Grotta di S. Giovanni d'antro, Tipografia Arti Grafiche Friulane, Udine. GROTTE VERDI DI PRADIS DI SOTTO - Fr 116 Le grotte si trovano presso l'abitato di Gerchia, a 30 minuti d'auto da Spilimbergo. Sono costituite da una serie di caverne orizzontali e ripari sotto roccia che si sviluppano in lunghezza per una sessantina di metri. Alla fine della caverna maggiore venne posta una Madonna quale protettrice del luogo. Presso la grotta, che di per sé offre un limitato interesse, si trova la forra del Torrente Cosa, uno dei più interessanti fenomeni carsici della regione. La forra, profonda in alcuni punti oltre 40 metri, è stata resa accessibile con una serie di scalinate e sentieri in calcestruzzo, accompagnati da solidi parapetti, in modo da poter essere visitata anche dalle persone anziane e dai bambini. I1 fondo è percorso dal Torrente Cosa, che vi scorre attraverso una serie di rapide, cascatelle e laghetti; uno di questi è attraversato da un robusto ponticello che conduce al sentiero che Grotte di Pradis. Fondo dell'orrido [Foto Ghedina)

accompagna il corso d'acqua per un lungo tratto. Lateralmente si aprono tre caverne, percorribili per tutta la loro lunghezza con un minimo d'attrezzatura. Questo spettacolare orrido venne reso accessibile al pubblico, insieme alle Grotte Verdi, nel 1962 per opera del parroco di Gerchia Don Terziano Cattaruzza, grazie al volonteroso aiuto dei suoi parrocchiani. Egli, continuando l'opera idealmente iniziata dal suo predecessore Don Giacomo Bianchini, intuì l'interesse che il fenomeno poteva offrire anche al visitatore non iniziato ai misteri della speleologia ed il conseguente vantaggio che poteva ricavarne il paese. Le grotte vengono visitate annualmente da oltre 50.000 visitatori provenienti da tutte le parti d'italia. BUSSANI M., 1966: Le Grotte Verdi di Pradis di Sotto, Alpi Giulie, Trieste. GROTTA NUOVA DI VILLANOVA - Fr 323 Si trova presso il paese omonimo, sull'altipiano del M. Bernadia, 25 km a nord di Udine. La grotta venne scoperta nel 1925 dal signor Pietro Negro, attuale custode della cavità, che vi effettuò le prime esplorazioni assieme ad alcuni compaesani. L'ingresso era costituito da un pozzo profondo 22 metri, aprentesi nell'abitato di Zaiama. In seguito ad una serie di lavori e soprattutto al breve traforo eseguito per offrire un più comodo accesso alla cavità, la grotta venne aperta al pubblico nell'aprile del 1926. Sentieri e brevi scalinate di arenaria conducono attraverso 700 metri di galle- Grotta Nuova di Villanova. (Foto Brisighetti)

ria, quasi sempre accompagnata da un modesto torrente, fino alla bellissima Saletta del Paradiso, posta a 125 metri di profondità. Purtroppo alcuni fra gli angoli più pittoreschi della grotta, come la Sala Margherita, la Cripta indiana, il Grande altare ed altri di non minore bellezza non sono accessibili al grande pubblico. Si pensò allora di allargare alcuni passaggi stretti e di scavare altri sentieri in modo da rendere percorribile la cavità fino alla Sala Margherita (-225). I1 piano dei lavori recentemente approvato dall'ente Regione comprende inoltre un nuovo ingresso che porterà direttamente alla Sala del Prefetto, posta a 130 metri di profondità, evitando così un lungo tratto di nuda galleria di scarso interesse per il turista. L'amuenza annuale dei visitatori si aggira sulle 500 unità. La cavità presenta inoltre un notevole interesse dal lato speleologico e speleobiologico. La grotta si apre in una zona molto interessante per i fenomeni di carsismo ipogeo che vi si trovano. La Grotta Doviza lunga oltre 2500 metri, il sistema Viganti- Pre Oreak profondo 250 metri e la Grotta di Vedronza sono gli esempi morfologicamente ed idrologicamente più vistosi dell'altopiano di Villanova. FERUGLIO E., 1954: La regione carsica di Villanova in Friuli, Tipografia V. Bona, Torino. GROTTA GIGANTE - VG 2 Si apre nei pressi di Borgo Grotta Gigante sul Carso Triestino, a mezz'ora d'auto da Trieste. Venne scoperta ed esplorata, secondo una diffusa opinione popolare, nel 1839 da Federico Lindner, che pochi anni dopo doveva legare il suo nome all'esplorazione Grotta Gigante. La Palma. (Foto Astra)

dell'abisso di Trebiciano che, con i suoi 329 metri di profondità, rimase per oltre ottant'anni l'abisso più profondo del mondo. Dopo 43 anni la grotta venne riscoperta dalla Commissione Grotte (7 e poco più tardi esplorata dal Club Turisti Triestini che decise, a causa delle sue spettacolari dimensioni, di renderla accessibile al pubblico. Un sentiero inaugurato nel 1908, dopo il superamento di non poche diflìcoltà, soprattutto di carattere finanziario, percorreva tutta la cavità. Dopo la prima guerra mondiale, la grotta venne ceduta dal Club Turisti Triestini alla Società Alpina delle Giulie. Purtroppo nel periodo fra le due guerre, la grotta venne trascurata dalla Società, impegnata nel potenziamento turistico delle Grotte di S. Canziano. Saltuariamente venivano organizzate grandi illuminazioni usando oltre 3000 candele. Dopo la seconda guerra mondiale, la Società Alpina delle Giulie decise di indirizzare tutti i suoi sforzi verso la Grotta Gigante, l'unica rimasta di sua proprietà dopo la perdita dei territori dell'lstria, della Carniola Inferiore e di una buona parte del Carso Triestino. Vennero rifatti o restaurati i sentieri e le scalinate che avevano subito seri danni durante la guerra e fu migliorato l'impianto d'illuminazione ad acetilene. Nel 1957 fu allestito un impianto elettrico provvisorio a cura dell'ente Provinciale per il Turismo, finché nel 1959 venne inaugurato l'impianto elettrico fisso approntato con un notevole sforzo finanziario dalla Società Alpina delle Giulie. Le attrezzature della grotta vengono continuamente restaurate e migliorate in modo da rendere sempre più agevole la visita al turista. Presso l'imbocco si trova il Museo di speleologia, inaugurato, primo in Italia, nel 1963, dotato di numerose collezioni paleontologiche, paletnologiche e biologiche. La cavità risulta inoltre funzionante dal 1950 come stazione sperimentale di meteorologia ipogea. La frequenza annua, che supera le 30.000 presenze, ha costretto la Commissione Grotte «E. Boegan)), amministratrice della cavità, a studiare un nuovo tracciato di sentieri capace di sopportare il maggiore amusso di turisti che nelle punte dei mesi estivi raggiunge il limite di saturazione della ricettività. I1 nuovo progetto prevede la costruzione di un sentiero che, con ardita concezione tecnica, procedendo sotto la volta della caverna, raggiungerà l'ingresso alto della cavità ora non accessibile al pubblico. VIANELLO M., 1971: La Grotta Gigante presso Trieste: centro turistico e scientifico d'importanza mondiale, Actes du IV Congrès International de Spéléologie (Ljubljana, 1965), Ljubljana. (3) Ora Commissione Grotte «E. Boegam.