SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA



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SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA n. 175 RISPOSTE SCRITTE AD INTERROGAZIONI (Pervenute dal 17 al 23 novembre 2005) INDICE AYALA ed altri: su notizie relative ad un traffico internazionale di rifiuti tossici radioattivi (4-09066) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio) Pag. 10131 BATTISTI: sul monopolio del servizio del soccorso stradale (4-08872) (risp. Martinat, vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti)) 10133 BERGAMO: sulla programmazione dei flussi d ingresso dei lavoratori extracomunitari (4-08594) (risp. Maroni, ministro del lavoro e delle politiche sociali)) 10135 BETTONI BRANDANI: sulla Direzione scolastica regionale della Toscana (4-09551) (risp. Siliquini, sottosegretario di stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10137 COMPAGNA: sul Consorzio tra alcuni comuni della Campania (4-09056) (risp. Zinzi, sottosegretario di Stato per la salute)) 10142 CORTIANA, BRUTTI Paolo: sull istituzione del parco regionale del fiume Tevere (4-05897) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio)) 10146 CUTRUFO: sulla vicenda di un invalido civile (4-08840) (risp. Maroni, ministro del lavoro e delle politiche sociali)) 10151 DANIELI Franco: sulla presenza di residuati bellici a carica chimica nel Mare Adriatico (4-07306) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio)) 10152 DE PAOLI: su problemi ambientali verificatisi nel comune di Podenzano (4-08288) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio) Pag. 10156 FASOLINO: sull obbligo di esporre il tricolore italiano e la fotografia del Presidente della Repubblica negli uffici della Polizia di Stato (4-09068) (risp. Saponara, sottosegretario di Stato per l interno)) 10164 sul collegamento tra l autostrada A3 e la strada statale n. 18 (4-09374) (risp. Martinat, vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti)) 10165 FAVARO ed altri: sui finanziamenti alle scuole paritarie (4-07423) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10167 FIRRARELLO: sui canoni dovuti dall ENEL ai comuni del bacino imbrifero per la produzione di forza motrice (4-08726) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio)) 10170 GARRAFFA ed altri: sullo svolgimento di un concorso (4-08479) (risp. Castelli, ministro della giustizia)) 10172 GUERZONI: sulla sezione femminile di una Casa circondariale (4-08631) (risp. Castelli, ministro della giustizia)) 10174 TIPOGRAFIA DEL SENATO (350)

10130 MALABARBA: sul progetto di costruzione di una centrale termoelettrica (4-08525) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio) Pag. 10176 MALABARBA, SODANO Tommaso: sulla vicenda di un detenuto (4-07991) (risp. Castelli, ministro della giustizia)) 10179 MALABARBA ed altri: sui diritti sociali dei nomadi (4-08275) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10181 MONTALBANO: sul contratto di un dirigente scolastico (4-05134) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10184 PACE: sul trasferimento di un corso di un liceo scientifico (4-09363) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10186 PAGANO, BRUTTI Massimo: sul finanziamento di una cooperativa di Napoli (4-09192) (risp. Castelli, ministro della giustizia)) 10188 PETERLINI ed altri: sul bilinguismo nella Provincia autonoma di Bolzano (4-09087) (risp. D Alia, sottosegretario di Stato per l interno) Pag. 10190 SODANO Tommaso: sulla gestione degli enti parco (4-08993) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio)) 10191 STANISCI: sulle graduatorie degli insegnanti soprannumerari (4-04536) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10196 sugli insegnanti precari (4-09310) (risp. Aprea, sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca)) 10198 TREU: sulla mobilità dei dipendenti di Telecom Italia (4-08181) (risp. Maroni, ministro del lavoro e delle politiche sociali)) 10201 TURRONI: sulla gestione degli enti parco (4-08810) (risp. Matteoli, ministro dell ambiente e per la tutela del territorio)) 10203 VERALDI: sull organico presso il tribunale di Catanzaro (4-08800) (risp. Castelli, ministro della giustizia)) 10214

10131 AYALA, D ANDREA, COVIELLO, GRUOSSO, DI SIENA. Al Ministro dell ambiente e per la tutela del territorio. Premesso che: nei numeri 22 e 23 del 9 e 16 giugno 2005 il settimanale «L Espresso» ha divulgato i contenuti di un memoriale indirizzato alla Direzione nazionale antimafia, redatto da un esponente di punta della ndrangheta calabrese, già collaboratore di giustizia, che ricostruisce l inquietante scenario nel quale, tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, si sarebbe svolto un traffico internazionale di rifiuti tossici radioattivi; nel documento vengono citati in maniera circostanziata fatti, luoghi e persone coinvolte in tali traffici e viene indicato il territorio sito nel comune di Pisticci, in Basilicata (località Costa della Cretagna, lungo l argine del fiume Vella), come luogo di interramento di fusti contenenti rifiuti tossici radioattivi; tutta la vicenda è oggetto di indagini giudiziarie promosse dalla DDA della Basilicata nonché di accertamenti da parte della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che ha effettuato una tempestiva missione nei luoghi interessati, acquisendo elementi importanti; la Regione Basilicata ha prontamente istituito una task force, composta da personale dell ARPAB e del CNR, incaricata di verificare lo stato dei siti indicati, anche dal punto di vista delle eventuali tracce di radioattività, si chiede di conoscere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda promuovere, per quanto di competenza, a garanzia della salute pubblica ed a salvaguardia del territorio e dell ambiente. (4-09066) (13 luglio 2005) Risposta. In merito a quanto indicato nell interrogazione relativa a quanto pubblicato dal settimanale «L Espresso» sui contenuti di un memoriale di un esponente della ndrangheta, secondo il quale, tra la fine degli anni ottanta e novanta, si sarebbe svolto un traffico internazionale di rifiuti tossico-radioattivi con l interramento degli stessi nel territorio del Comune di Pisticci, in Basilicata, località Costa della Cretagna, lungo l argine del fiume Vella, si rappresenta quanto segue. L Ufficio del Centro regionale per la radioattività (CRR) ambientale dell Agenzia regionale protezione ambientale Basilica dell Agenzia regionale protezione ambiente Basilicata (ARPAB) è coinvolto su vari fronti nelle attività messe in atto per il controllo e il monitoraggio della radioattività ambientale sul territorio e sulle coste regionali.

10132 In particolare, la Regione Basilicata ha istituito un Gruppo tecnico ad hoc con delibera n. 1181 del 3 giugno 2005, composta oltre che da funzionari della stessa amministrazione regionale, da personale dell ARPAB e del Cnr; inoltre il citato ufficio (CRR) è impiegato quale supporto tecnico dal Coordinamento provinciale di Matera del Corpo forestale dello Stato delegato dell indagine dalla Procura distrettuale antimafia presso il Tribunale di Potenza e lo stesso ufficio dell ARPAB ha recentemente ricevuto una delega di indagine dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro (Potenza) per verificare lo stato della radioattività ambientale nell ambiente marino di Matera. A tal fine l ARPAB, oltre ad effettuare i rilievi radiometrici ambientali richiesti di volta in volta dagli organi di polizia giudiziaria nel corso delle loro indagini, ha avviato un piano di lavoro, con lo scopo di verificare lo stato della radioattività ambientale della zona «Cretagna/Torrente Vella/Torrente Calandrella» agro di Pisticci/Ferrandina (Matera) e sulla costa tirrenica regionale nei pressi di Maratea (Potenza), attraverso: la mappatura della zona con rilievi radiometrici della dose gamma ambientale in superficie; il prelievo e analisi di radioattività ambientale con spettrometria gamma su alcuni campioni di terreno e di altre matrici ambientali nei punti più rappresentativi presso i torrenti Vella e Sandrella; la mappatura della costa tirrenica regionale intorno a Maratea con rilievi radiometrici gamma ambientale; la campagna di monitoraggio dell ambiente marino di Maratea con prelievo e analisi di spettrometria gamma sulle matrici più rappresentative (sedimenti, alghe e pesce); eventuali ulteriori rilievi ed analisi in relazione all esito degli accertamenti investigativi o di altra natura effettuati dagli altri organismi e istituzioni coinvolti. Anche il Consiglio nazionale delle ricerche, per il Tramite dell Istituto di metodologie per le analisi ambientali (IMAA), con sede a Tito Scalo (Potenza), partecipa alle attività del Gruppo tecnico di supporto alla Giunta regionale, costituito con la deliberazione n. 1181 del 3 giugno 2005 dalla Giunta regionale della Basilicata. Nell ambito del suo mandato il Gruppo ha posto in essere azioni di monitoraggio e controllo di siti potenzialmente interessati dalla presenza di rifiuti e/o sostanze inquinanti sepolti, con particolare riguardo all area di costa della Cretagna. Nell ambito delle attività del gruppo, l IMAA sta effettuando sia analisi multitemporali di immagini satellitari e foto aeree dell area in oggetto, sia campagne di misura in situ mediante tecniche elettromagnetiche non invasive. L area di indagine ha riguardato l alveo del torrente Vella, a partire dalla zona dove esso confluisce nel Basento, fino a valle dell abitato di Ferrandina e, precisamente, in località Costa della Cretagna.

10133 Da quanto detto, le vicende evidenziate nell interrogazione sono all attenzione dei vari organi giudiziari che la seguono ormai da tempo, così come sono all attenzione della Commissione parlamentare d inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Qualora i risultati delle indagini in corso dovessero confermare la presenza dei rifiuti tossici radioattivi di cui si è trattato, il Ministero dell ambiente e per la tutela del territorio porrà in essere tutte le azioni per la salvaguardia della salute e del territorio, senza tralasciare l avvio della procedura per la promozione dell azione di risarcimento del danno ambientale, ai sensi dell art. 18 della legge 349/86. Il Ministro dell ambiente e per la tutela del territorio Matteoli (8 novembre 2005) BATTISTI. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Premesso: che il soccorso stradale costituisce un importante servizio per la sicurezza dei cittadini e delle nostre strade; che l utente ha il diritto di rivolgersi alla impresa di soccorso stradale autorizzata di propria fiducia; che ciò non è possibile nei percorsi autostradali perché il servizio di soccorso è praticamente monopolizzato da un paio di società in virtù di requisiti aziendali di carattere finanziario e geografico, come la presenza dell azienda su tutto il territorio nazionale e un fondo capitale da multinazionale, non attinenti alla sicurezza, alla professionalità e alla competenza del servizio; che tali «criteri» escludono ingiustamente decine di aziende serie a livello regionale, compromettono una corretta concorrenza, instaurano un vero e proprio regime di monopolio anche tariffario e privano l utente del diritto di scegliere l impresa a cui affidare il proprio mezzo, si chiede di conoscere: se si ritenga legittimo e giustificato il monopolio nel soccorso autostradale mentre in tutti i settori anche di erogazione di pubblici servizi si introduce un regime di libero mercato per favorire la libera e corretta concorrenza a favore della efficienza dei servizi stessi e della loro economicità a favore degli utenti; quali iniziative si intenda assumere per introdurre anche nel servizio di soccorso autostradale, una volta garantiti i requisiti di sicurezza, serietà e competenza da parte delle imprese, i criteri che valgono per tutta la rete stradale del paese, dove la sicurezza del servizio richiede altrettanta se non maggiore affidabilità dei soggetti autorizzati. (4-08872) (15 giugno 2005)

10134 Risposta. In riferimento all interrogazione parlamentare 4-08872, si comunicano i seguenti elementi di risposta trasmessi dall ANAS Spa. Sulla rete autostradale il servizio di soccorso meccanico è affidato sulla base del disposto dell articolo 374 del Regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica 16/12/1992 n. 495) del nuovo Codice della strada, della direttiva Ministero dei lavori pubblici del 24/ 05/1999 e della delibera 4/10/2001 della Commissione di garanzia per la legge 146/1990 nel caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali, a soggetti in possesso di specifici requisiti fissati dalle società concessionarie e approvati da questo Ministero e da ANAS. La struttura dei rapporti tra il concessionario dell autostrada ed i soggetti autorizzati allo svolgimento del servizio di soccorso meccanico è stata rivista nell anno 1996 al fine di garantire il pluralismo nella erogazione dei servizi nel rispetto delle predette regole di settore. La società stradale informa che a seguito di una espressa indicazione dell Autorità garante della concorrenza del mercato, le società concessionarie autostradali hanno previsto un assetto del servizio di soccorso meccanico tale da consentire l accesso allo svolgimento del servizio a tutti i soggetti in grado di garantire il rispetto dei livelli minimi di servizio fissati in un regolamento. Tali livelli riguardano i tempi di arrivo sul posto di intervento da parte del mezzo a seguito della chiamata, la disponibilità di un adeguato numero di mezzi di soccorso leggeri e pesanti, la sussistenza di una centrale operativa funzionante nell arco di 24 ore per 365 giorni l anno ecc.. Tale nuovo assetto, strutturato sulla base di unità territoriali minime predeterminate, è stato sottoposto all esame dell Autorità garante della concorrenza del mercato che lo ha favorevolmente valutato, prendendo atto delle nuove misure adottate che sono state ritenute idonee. L organizzazione che ne faccia richiesta e che risulti in possesso di requisiti minimi fissati viene autorizzata a svolgere il servizio di soccorso meccanico sulle unità territoriali per le quali ha fatto richiesta. Per ottenere l autorizzazione allo svolgimento del servizio ciascun operatore deve impegnarsi a garantirne lo svolgimento 365 giorni all anno 24 ore su 24 nei confronti dell universalità degli utenti stradali. Gli operatori interessati non devono strutturarsi per offrire il servizio in tutta la rete autostradale ma possono limitarsi ad offrire il servizio, ove siano in possesso dei requisiti, solo nell ambito di una o più tratte autostradali. Il servizio è affidato alle organizzazioni con un documento autorizzativo, di durata limitata, nei quale sono disposte le modalità e i tempi di intervento, le tariffe e i mezzi impiegati (numero, caratteristiche e distribuzione sul territorio), che garantisce l impegno dell organizzazione circa la qualità del servizio erogato. Tale documento è a disposizione di tutte le organizzazioni che fanno richiesta di autorizzazione all espletamento del servizio. Attualmente i soggetti che, avendo fatto richiesta, sono risultati in possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento del servizio di soccorso

10135 meccanico sulla rete gestita da Autostrade per l Italia sono ACI Global e Europe Assistance VAI per l intera rete di competenza e ad ESA per la sola competenza della Direzione 6ª Tronco Cassino della A1. (17 novembre 2005) Il Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Martinat BERGAMO. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Premesso che: il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17.12.2004, concernente «Programmazione transitoria dei flussi d ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato per l anno 2005», fissa, come anticipazione delle quote annuali d ingresso, una quota massima di 79.500 stranieri extracomunitari da ammettere nel territorio dello Stato, ripartita tra ingressi per lavoro subordinato anche a carattere stagionale, e per lavoro autonomo; con circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 1 del 25 gennaio 2005 si sono precisate le modalità di presentazione delle domande di autorizzazione al lavoro e di attestazione per conversione riferite a cittadini extracomunitari; la circolare esige che le domande siano presentate mediante invio postale per lettera raccomandata da spedire esclusivamente da uffici della Società Poste Italiane; inoltre stabilisce che le domande saranno esaminate e definite «secondo l ordine cronologico d invio della raccomandata, tenuto conto della data e dell orario di spedizione risultanti dal timbro postale»; in Veneto l orario di apertura degli uffici postali è fissato alle 8.30 del mattino. Le lunghe code e l esiguità delle quote assegnate quest anno in sede di ripartizione regionale avrebbero generato un fenomeno di «migrazione» verso gli uffici postali delle regioni limitrofe con orario di apertura anticipato rispetto agli uffici postali veneti, si chiede di sapere: se rientri tra gli intendimenti del Ministro in indirizzo lo svolgimento di una verifica in merito all effettiva mancanza di uniformità dell orario di apertura degli uffici postali dislocati nelle diverse aree del Paese; se e quali azioni intenda intraprendere per disporre che, per quanti concorrono per le domande di autorizzazione al lavoro e di attestazione per conversione riferite a cittadini extracomunitari in una determinata regione, sia fatto l obbligo di inviare la richiesta solo ed esclusivamente tramite gli uffici postali della stessa regione per la quale si fa richiesta. (4-08594) (3 maggio 2005)

10136 Risposta. In relazione alla interrogazione parlamentare concernente le modalità di richiesta delle autorizzazioni al lavoro dei lavoratori extracomunitari, di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 17 dicembre 2004, si fa presente che con le circolari nn. 1 e 2 del 25 gennaio 2005, emanate da questo Ministero, si è provveduto a fissare, tra l altro, le modalità di presentazione delle richieste di autorizzazione al lavoro da parte dei datori di lavoro, mediante l invio per posta raccomandata, metodo, peraltro, già sperimentato per la programmazione dei flussi di ingresso dei lavoratori cittadini dei nuovi Stati membri della Unione europea, di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 aprile 2004 e dell 8 ottobre 2004. Con tali circolari, in particolare, si stabilisce che la presentazione delle domande di autorizzazione al lavoro debba essere effettuata «esclusivamente mediante raccomandata, spedita da un ufficio postale dotato di affrancatrice che attesti oltre alla data anche l orario di invio». La scelta di avvalersi dell invio tramite posta è stata determinata dalla necessità di evitare il ripetersi di disagi per cittadini e funzionari degli uffici, ma anche dell insorgere di problemi di sicurezza e di ordine pubblico. A rafforzare la scelta è stata la considerazione che mentre le Direzioni provinciali del lavoro sono soltanto poco più di un centinaio, gli uffici di Poste Italiane S.p.A. sono circa 14.000 sul territorio nazionale. Si ritiene opportuno precisare, al riguardo, che Poste Italiane S.p.A., concessionaria del servizio postale universale, ai sensi dell articolo 1, comma 2, lettera o), del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, in quanto organismo che fornisce l intero servizio postale su tutto il territorio nazionale, risulta riservataria degli invii raccomandati attinenti le procedure amministrative e giudiziarie, ai sensi dell articolo 4, comma 5, del citato decreto legislativo. Per procedure amministrative si intendono le procedure relative all attività della pubblica amministrazione e le gare ad evidenza pubblica. In ordine, poi, alle modalità di esercizio del servizio postale universale, si rileva che Poste Italiane S.p.A. gode di autonomia organizzativa ed in tale autonomia rientra anche la definizione degli orari di apertura al pubblico dei circa 14.000 uffici presenti sul territorio nazionale. Per quanto attiene, infine, all eventualità di una limitazione «territoriale» delle spedizioni relative alle richieste di autorizzazione al lavoro, si chiarisce che la stessa non è stata ritenuta praticabile. Inoltre, si fa presente che, il 1º febbraio 2005 ossia prima della pubblicazione del cosiddetto «decreto flussi», la società Poste Italiane ha diramato un comunicato stampa per indicare che la spedizione raccomandata poteva essere effettuata esclusivamente da un ufficio postale (non necessariamente nel comune di residenza) e da chiunque si fosse presentato allo sportello, invitando gli utenti ad informarsi su indirizzi ed orari di apertura di tutti gli

10137 uffici postali tramite l apposito numero verde oppure consultando il sito Internet della medesima società. (16 novembre 2005) Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Maroni BETTONI BRANDANI. Al Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca. Premesso che: risulta all interrogante che da alcuni giorni si sta verificando negli uffici regionali e nei centri amministrativi della direzione scolastica della Toscana una grave situazione di disagio conseguente a provvedimenti adottati dal Direttore generale; in particolare l operazione di riordino degli uffici scolastici sta avvenendo con una scarsa trasparenza, tramite il conferimento di incarichi dirigenziali adottati ancor prima di aver individuato i relativi uffici ai quali assegnare i dirigenti responsabili; a tutt oggi l organigramma non è stato mai pubblicato, né è stata data informativa alle organizzazioni sindacali, e i dirigenti scolastici hanno chiesto al sopracitato Direttore generale quale sia la struttura dei rispettivi uffici di assegnazione; solo in data 25 gennaio 2005, ossia molto dopo i provvedimenti di assegnazione dei dirigenti, sono stati stabiliti gli organici del personale dei vari uffici. Si è quindi verificata una situazione di disagio crescente per il fatto che sono state variate le competenze sia territoriali che organizzative senza che l utenza ne sia stata informata; a titolo di esempio l ufficio V (reclutamento, formazione e valutazione dei dirigenti scolastici) è stato diviso in due e da Arezzo, ove aveva la sede, è stato trasferito a Firenze. Di tutto ciò le scuole non sanno nulla e non sanno con chi rapportarsi e a chi far riferimento; pratiche, documenti e quant altro viaggiano da un ufficio all altro senza che sia stata ufficialmente varata e pubblicata la nuova organizzazione amministrativa. Infatti c è già più di un ricorso al Giudice del lavoro da parte degli stessi dirigenti, che si vedono spostare da una sede all altra senza alcun preavviso e soprattutto senza alcuna logica organizzativa; vi è un caso specifico e grave che riguarda la provincia di Arezzo, alla quale è stata assegnata la Dr.ssa Quadretti, già in servizio a Firenze e che, abitando a Roma, viene a trovarsi in difficoltà per raggiungere quotidianamente la nuova sede, mentre il Dr. Caruso da Arezzo, dove risiede, è stato assegnato a Firenze senza essere mai stato interpellato e senza essere stato neppure ricevuto dal Direttore generale, più volte sollecitato in tal senso; si tratta di uno scambio di sedi non richiesto e non voluto da nessuno dei due; al termine di un convegno sulla disabilità nel mondo del lavoro, tenutosi ad Arezzo sabato 29 gennaio 2005, il Sottosegretario di Stato per il lavoro Maria Grazia Sestini, presente nella sua veste istituzionale,

10138 in merito all avvicendamento aretino, si sarebbe espressa nei confronti del Dr. Caruso dicendo che lo stesso aveva sbagliato criticando la riforma nella sua veste di provveditore. Secondo il Sottosegretario, egli avrebbe potuto scrivere quello che pensava come libero cittadino, non nella sua funzione istituzionale. Ella concludeva di averlo aiutato, essendo stata coinvolta in merito alla faccenda, affinché non venisse iniziato un procedimento disciplinare nei suoi confronti ma nel caso semplicemente si procedesse con un assegnazione diversa al momento del rinnovo dei contratti; da queste affermazioni, se confermate, apparirebbe evidente che il trasferimento del Dr. Caruso è frutto di considerazioni di natura non professionale; a ciò si aggiunga che i provvedimenti della Direzione generale scolastica della Toscana sono stati a parere dell interpellante così maldestri e palesemente contraddittori che interi segmenti istituzionali e della collettività aretina sono insorti contro questo metodo poco democratico, che non tiene minimamente conto neanche delle esigenze del territorio; da giorni, infatti, alcune pubbliche amministrazioni a vari livelli, Consulte degli studenti, dei genitori, Sindacati, il collegio dei Presidi, quasi tutti i parlamentari aretini e alcune associazioni stanno esternando pubblicamente, a mezzo stampa, la propria contrarietà al modo con il quale la Direzione regionale amministra la pubblica istruzione nella Regione Toscana, si chiede di sapere: se e quali provvedimenti si intenda assumere o sollecitare nei confronti della direzione regionale al fine di ristabilire in Toscana un clima sereno, collaborativo e rispettoso del principio secondo il quale ogni funzionario dello Stato deve adempiere ai doveri del suo ufficio nell interesse dell amministrazione per il pubblico bene; se e quali provvedimenti si intenda adottare in relazione alla specifica posizione del Dr. Alfonso Caruso e specificatamente in ordine all avvenuto trasferimento a Firenze, che l interpellante insiste nel definire inaccettabile quanto al metodo e alle motivazioni, sicuramente non utili per la società aretina. (4-09551) (19 ottobre 2005) Risposta. Si risponde all atto parlamentare con il quale l interrogante chiede chiarimenti in merito a provvedimenti adottati dal Direttore generale dell Ufficio scolastico regionale per la Toscana e si comunica quanto segue. Il riordino degli uffici in cui si articola l Ufficio scolastico in parola è stato operato dal Direttore generale regionale a seguito dell entrata in vigore del Regolamento di organizzazione del Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca, emanato con decreto del Presidente della Repubblica 11 agosto 2003, n. 319. Questo Regolamento stabilisce che il Ministro, sentite le organizzazioni sindacali aventi titolo a partecipare alla contrattazione, determina

10139 le linee guida per l organizzazione degli uffici scolastici regionali sul territorio e, su proposta avanzata dal dirigente preposto all ufficio scolastico regionale, sentite le organizzazioni sindacali regionali, in coerenza con le linee guida, emana il decreto ministeriale di natura non regolamentare per l individuazione degli uffici di livello dirigenziale non generale e la definizione dei relativi compiti. Considerata l esigenza di introdurre elementi di omogeneità nella struttura dei 18 Uffici scolastici regionali, in connessione con il predetto atto regolamentare di organizzazione, il Ministro, in data 30 aprile 2004, ha emanato le relative linee guida, che sono state oggetto anche di specifiche istruzioni ai Direttori generali regionali in successiva conferenza di servizio. In applicazione delle linee guida, come prescritto dall articolo 8, comma 8, del citato Regolamento, ciascun Direttore generale regionale ha formulato al Ministro proposta di articolazione del rispettivo Ufficio scolastico regionale. Il Ministro ha quindi determinato le articolazioni con singoli decreti, notificati ai Direttori generali regionali in apposita conferenza di servizio tenutasi presso il Ministero nel novembre 2004. In particolare, l Ufficio scolastico regionale per la Toscana è stato ristrutturato con decreto del Ministro del 27 luglio 2004, registrato alla Corte dei conti il 4 ottobre 2004. Successivamente, come previsto dall articolo 8, comma 8, del Regolamento, con proprio decreto del 31 dicembre 2004, il Direttore scolastico regionale per la Toscana ha dato attuazione al nuovo assetto, che si compendia in n. 10 Uffici presso la Direzione generale regionale e n. 10 presso i Centri servizi amministrativi istituiti nelle province. Nel nuovo assetto non è stata più prevista la precedente dislocazione presso i Centri servizi amministrativi di Arezzo, Livorno, Pistoia e Prato di quattro Uffici della Direzione generale. Si è in tal modo superato quanto previsto dal precedente decreto di organizzazione dell Ufficio scolastico regionale, che era stato adottato in via transitoria, in data 12 aprile 2002, dal Direttore generale regionale pro tempore; tale dislocazione territoriale era motivata, all epoca, da carenza di personale e di locali, in quanto al tempo la Direzione generale era ospitata nell edificio sede del Centro servizi amministrativi di Firenze. In attuazione del suddetto decreto di ristrutturazione dell Ufficio scolastico regionale per la Toscana, il Direttore generale regionale ha poi provveduto, in data 31 dicembre 2004, nell ambito della propria competenza, al conferimento dei consequenziali incarichi dirigenziali. Va a questo proposito evidenziato che la quasi generalità degli incarichi dirigenziali preesistenti, in Toscana, giungeva a naturale scadenza alla medesima data. Tanto il nuovo assetto dell Ufficio scolastico regionale che i criteri che il Direttore generale regionale avrebbe seguito nell assegnazione degli incarichi dirigenziali e nell assegnazione del personale ai singoli uffici sono stati oggetto di specifica informativa alle organizzazioni sindacali del comparto Ministeri in data 23 dicembre 2004.

10140 Va chiarito che l atto emanato il 25 gennaio 2005, menzionato nell interrogazione, concerne l assegnazione di personale agli uffici ed ha riguardato il solo personale in servizio presso la Direzione generale (32 dipendenti del comparto Ministeri sui 335 in servizio nell Ufficio scolastico regionale per la Toscana), per il quale è stata confermata, nella sostanza, la precedente assegnazione di specifiche competenze amministrative, al fine di garantire la necessaria continuità dell azione amministrativa. Contrariamente a quanto affermato nell interrogazione, il trasferimento di competenze non ha dato luogo ad alcuna disordinata trasmigrazione di atti, salvo che per tale non si intenda il passaggio di alcuni cosiddetti «faldoni» dal Centro servizi amministrativi di Arezzo alla Direzione generale in Firenze, avvenuto a mezzo di una autovettura. In merito al conferimento degli incarichi di funzioni dirigenziali, va premesso che in base all art. 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni e integrazioni, ed al vigente Contratto collettivo nazionale del lavoro del personale dirigente dell Area 1 in sede di conferimento degli incarichi stessi si tiene conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati, delle attitudini e delle capacità professionali di ciascun dirigente, valutate anche con riferimento agli obiettivi fissati nella direttiva annuale e negli altri atti di indirizzo del Ministro; i criteri generali relativi all affidamento, al mutamento ed alla revoca degli incarichi di direzione di uffici dirigenziali sono oggetto di informazione preventiva alle organizzazioni sindacali rappresentative. In particolare, l articolo 19 del suddetto Contratto collettivo nazionale del lavoro prevede, tra l altro, che, nelle ipotesi di ristrutturazione e riorganizzazione che comportano la modifica o la soppressione delle competenze affidate all ufficio o una loro diversa valutazione, si provvede ad una nuova stipulazione dell atto di incarico, assicurando al dirigente l attribuzione di un incarico equivalente. Ciò premesso, per quanto riguarda specificamente la posizione del dott. Caruso, va fatto presente che, nel pregresso assetto dell Ufficio scolastico regionale per la Toscana, il dotto Alfonso Caruso era stato destinatario di incarico principale di dirigente dell Ufficio V, dislocato in Arezzo (in scadenza il 31 dicembre 2004), con competenze sul reclutamento, l organizzazione, la gestione e la valutazione dei dirigenti scolastici. Al medesimo erano stati altresì attribuiti incarichi dirigenziali, aggiuntivi, presso i Centri servizi amministrativi di Arezzo e Siena. Ciò esclusivamente a motivo della carenza di personale dirigente. La natura aggiuntiva dei suddetti incarichi, a fronte dell incarico principale presso la Direzione generale, risulta espressamente dagli atti citati che, peraltro, erano stati debitamente sottoscritti per adesione dal dott. Alfonso Caruso. Nel nuovo assetto dell Ufficio scolastico regionale per la Toscana, definito con il suddetto provvedimento del 31 dicembre 2004, al dott. Alfonso Caruso era stato conferito l incarico di dirigente dell Ufficio II della Direzione generale, con competenze su: a) nuovi ordinamenti, programmi e curricula scolastici, valutazione degli apprendimenti, esami, scrutini, certificazioni; b) parità scolastica e vigilanza sulle scuole e corsi di istru-

10141 zione non statale e sulle scuole straniere in Italia. Trattasi quindi di incarico di rilevante importanza e prestigio, notificato al dott. Caruso in data 12 gennaio 2005. Con separati analoghi decreti, di pari data, erano stati altresì conferiti, rispettivamente, incarico di dirigente del Centro servizi amministrativi di Arezzo alla dott.ssa Franca Quadretti (già dirigente del precedente ufficio I) ed incarico di reggenza del Centro servizi amministrativi di Siena, a norma del vigente Contratto nazionale collettivo del lavoro del personale del comparto «Ministeri», al dott. Tommaso Amerighi, Direttore coordinatore (area funzionale C, posizione economica C3), in servizio presso l Ufficio scolastico regionale per la Toscana. Nel caso concreto, atteso che l ex Ufficio V, già affidato al dott. Alfonso Caruso, rientrava tra quelli per i quali la ristrutturazione dell Ufficio scolastico regionale ha comportato la modifica delle competenze affidate, riportate ex novo al ristrutturato Ufficio VI, era dovuta, ai sensi dell articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dall articolo 13 del vigente Contratto collettivo nazionale del lavoro, l attribuzione di altro incarico come sopra indicato. Ciò, peraltro, ha trovato applicazione anche nei confronti degli altri dirigenti dell Ufficio scolastico regionale interessati da analoga condizione. Queste sono le linee ed i criteri cui ha inteso attenersi il Direttore generale regionale, nell ambito della propria competenza, in sede di conferimento degli incarichi di funzioni dirigenziali, incluso il criterio della rotazione degli incarichi finalizzata a garantire la più efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse in relazione al mutato assetto organizzativo. A tale proposito, va rilevato che il dott. Caruso si trova nella sede di Arezzo dai primi anni Novanta. Il Direttore generale regionale ha precisato che, diversamente da quanto affermato nell interrogazione, non v è stata alcuna divisione in due dell ex Ufficio V, che è stato invece accorpato. Il medesimo Direttore generale ha inoltre riferito che, lungi dall essersi rifiutato di ricevere il dott. Caruso, lo ha al contrario sollecitato ad assumere servizio presso la Direzione generale e a sottoscrivere il connesso contratto individuale di lavoro. Quanto all affermazione secondo cui vi sarebbe «più di un ricorso al Giudice del lavoro», risulta agli atti il solo ricorso ex articolo 700 del codice di procedura civile proposto dal dirigente in parola presso il Tribunale di Arezzo. Il dott. Caruso ha infatti impugnato presso il Tribunale di Arezzo l incarico a suo tempo conferitogli, di direzione dell Ufficio II della Direzione generale al quale, come già detto, non ha fatto seguito assunzione in servizio e sottoscrizione del connesso contratto individuale di lavoro. La controversia è pendente. Nel frattempo, in esecuzione di ordinanza emessa dallo stesso Tribunale in fase cautelare, al dott. Caruso è stato conferito incarico principale presso l Ufficio IX della Direzione generale (assistenza legale, gestione del contenzioso, attività di conciliazione, consulenza contrattuale e legale

10142 sulle tematiche di competenza delle istituzioni scolastiche) ed incarichi aggiuntivi di direzione dei Centri servizi amministrativi di Arezzo e Siena. Ciò per mero ripristino della situazione antecedente al conferimento dell incarico contestato. (10 novembre 2005) Il Sottosegretario di Stato per l istruzione, l università e la ricerca Siliquini COMPAGNA. Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell interno, della giustizia, per gli affari regionali e della salute. Premesso che: a seguito di richiesta di accesso ad atti amministrativi rivolta al Comune di Caivano (Provincia di Napoli) formulata ai sensi della legge 241/1990, in data 8 giugno 2005 si è avuta cognizione dell atto costitutivo di un «Consorzio intercomunale per i servizi socio-sanitari» in sigla «C.I.SS.», tra i Comuni di Caivano, Castelvolturno, Cercola, Gricignano di Aversa, Palma Campania, Poggiomarino, Roccabascerana, Sant Arpino e Terzigno, avvenuto con registrazione notarile in Napoli del 21 gennaio 2004; come specificato dall articolo 3 del suddetto atto costitutivo, «il Consorzio ha per scopo la realizzazione, l organizzazione e la gestione di qualsiasi servizio socio-sanitario che abbia carattere di pubblica utilità e che rientra negli scopi, nelle finalità e nelle competenze proprie degli enti locali, ad esclusione di quelli rientranti nell ambito della legge 328/ 00, affinché, operando in forma consortile, si consenta l istituzione dei servizi medesimi laddove già non siano sorti, si contribuisca al loro allargamento territoriale ed alla loro diffusione e penetrazione nei cittadini/ utenti, coinvolgendone od interessandone il più possibile, li si semplifichi nelle loro fasi e nei loro momenti organizzativi, se ne ottimizzi il risultato, si ricavino risparmi di spesa sempre utili alla collettività.» Nello specifico, il Consorzio è diretto all organizzazione ed espletamento dei seguenti servizi: l informazione e l educazione sanitaria rivolta ai cittadini; la promozione di rapporti e di collaborazioni con associazioni anche di volontariato operanti nel settore socio-assistenziale nonché socio-sanitario; le campagne di igiene e prevenzione; studi e ricerche nel campo epidemiologico anche con associazioni e/o strutture universitarie; la pubblicità di settore in tutte le sue forme; la diffusione ed eventuale pubblicazione di libri, riviste e testi; l informatizzazione di strutture e centri socio-sanitari; l organizzazione di manifestazioni di sensibilizzazione socio-sanitaria soprattutto presso scuole ed istituti di ricerca e/o presso i luoghi di lavoro; la consegna a domicilio di farmaci e parafarmaci; l installazione di apparecchiature medicali e simili anche informatiche per la prevenzione sanitaria; la partecipazione alle iniziative in ambito sanitario organizzate da o in collaborazione con altri enti, anche privati; l erogazione di ogni prodotto o

10143 servizio collocabile per legge attraverso il canale della distribuzione al dettaglio nel settore dei farmaci e dei parafarmaci; la gestione di farmacie e depositi; la dispensazione delle specialità medicinali, anche veterinarie e dei preparati galenici, officinali, omeopatici, di erboristeria, di prodotti parafarmaceutici, dietetici, integratori alimentari ed alimenti speciali, cosmetici e per l igiene della persona, la fornitura di materiali di medicazione, di presidi medico-chirurgici, di reattivi di diagnostici; la realizzazione e la gestione di centri e/o corsi anche a distanza e/o tramite sistemi informatici di aggiornamento per operatori socio-sanitari; i Comuni consorziati previa adozione di specifica delibera assembleare potranno affidare altri servizi al Consorzio non contrastanti con lo scopo sopra indicato; il Consorzio, previa deliberazione dell Assemblea dei consorziati a maggioranza assoluta, in luogo di una gestione imprenditoriale in via diretta, autonoma ed esclusiva, potrà costituire e/o partecipare ad altri consorzi e/o a società di capitale pubblico o miste (a prevalente capitale pubblico o privato) cui affidare l espletamento di tutte o in parte le attività rientranti nello scopo del Consorzio stesso, ovvero attività afferenti, strumentali o di supporto a quelle previste nel suo scopo; l adesione di un Comune al Consorzio, se richiesta ed accettata dopo che il Consorzio abbia già affidato a detti altri consorzi e/o a dette società pubbliche, miste e/o private, l espletamento di tutte o in parte delle attività rientranti nel suo scopo sociale, comporta per il Comune nuovo consorziato l automatico trasferimento all indicato Consorzio e/o alla medesima società degli stessi servizi già affidati a loro dal Consorzio, per quanto di sua competenza; tutte le attività del Consorzio potranno essere estese mediante convenzione ad altri Enti non consorziati, salvo le limitazioni e/o le procedure imposte dalla legge per determinati pubblici servizi, rientranti, pretesi, nella competenza esclusiva di determinati Enti pubblici; sempre a seguito della richiesta di accesso ad atti amministrativi, si è avuta altresì cognizione di ulteriori documenti inerenti gli atti conseguenziali posti in essere dal suddetto Consorzio, culminati in una gara di appalto per la scelta del socio privato di maggioranza per la costituzione di una società mista di capitale pubblico e privato (denominata S.p.A. Inco-Farma) per la gestione integrata del servizio di farmacia comunale nei comuni consorziati, gara aggiudicata alla SPA SOC.I.GE.SS.; sul Bollettino ufficiale della regione Camapania del 20 giugno 2005 è stato pubblicato il bando di concorso indetto dalla Inco-Farma S.p.A. per l assunzione a tempo determinato di otto farmacisti direttori di farmacie destinati ad essere preposti quali responsabili delle farmacie comunali di cui al precitato consorzio; l atto costitutivo del Consorzio intercomunale per i servizi sociosanitari e altri atti allo stesso connessi sarebbero inficiati da gravi irregolarità, visto che la Corte Costituzionale con sentenza n. 275 del 24 luglio 2003 ha dichiarato costituzionalmente illegittimo 1 art. 8, comma 1, lettera a), della legge 8 novembre 1991, n. 362, sancendo conseguentemente

10144 l incompatibilità tra partecipazione a società di gestione di farmacie comunali e qualsiasi altra attività nel settore della produzione, distribuzione, intermediazione ed informazione scientifica del farmaco; l oggetto sociale del Consorzio C.I.SS. come testualmente innanzi riportato ed emergente dal relativo atto costitutivo sarebbe in contrasto con tale assetto normativo prevedendo lo svolgimento simultaneo di attività di gestione di farmacie e di ulteriori attività nel settore della produzione, distribuzione, intermediazione ed informazione scientifica del farmaco; la disposizione contenuta all art. 77 della Direttiva n. 2001/83/CEE prevede la facoltà degli Stati membri di consentire o non consentire il cumulo in unica persona della fornitura al dettaglio di farmaci al pubblico con l attività di grossista e a tal riguardo il legislatore italiano ravvisando il rischio di un conflitto di interessi tra le due attività innanzi citate avrebbe vietato tale simultaneo esercizio di attività; per converso, in contrasto con tale assetto normativo, l atto costitutivo del Consorzio C.I.SS., gli atti conseguenziali ed in particolare la procedura della gara di appalto per la scelta del Socio privato di maggioranza in favore della spa SOC.I.GE.SS. che viene ad assumere il ruolo di società di distribuzione intermedia come partner di maggioranza per la gestione delle farmacie comunali evidenziano una commistione, che sembrerebbe vietata dalla legge, tra attività di commercio al dettaglio ed all ingrosso di farmaci; dall oggetto sociale emerge che il Consorzio si propone di gestire ed organizzare anche servizi che non appartengono ai Comuni e come tali non sarebbero cedibili a terzi; gli atti di adesione al Consorzio dei Comuni consorziati sembrerebbero illegittimi in quanto acriticamente ed immotivatamente adottati senza alcuna istruttoria atteso che dagli stessi emerge solamente la determinazione di aderire al Consorzio per la pretesa convenienza dell operazione, senza che i relativi deliberati siano neppure supportati da studi di fattibilità tecnico-economica giustificativi dell adesione deliberata e la generica previsione che la gestione della sede farmaceutica comunale avverrà a mezzo del Consorzio; l operazione emergente dagli atti citati apparirebbe poi in palese contrasto con il codice deontologico dei farmacisti approvato dal Consiglio Nazionale dei Farmacisti il 2 febbraio 1996, giusta circolare della Federazione Ordini Farmacisti Italiani n. 4885/1996, atteso che tutte le attività previste dall art. 3 dell atto costitutivo innanzi citato risultano autonomamente decise in sede di costituzione del Consorzio senza alcuna consultazione con l Ordine dei Farmacisti e con le organizzazione di categoria; sul Bollettino ufficiale della regione Campania del 20 giugno 2005 risulterebbe pubblicato il bando di concorso per l assunzione di farmacisti nell ambito del suddetto Consorzio con scadenza 25 giugno 2005 e che tale bando prevederebbe quale modalità di selezione dei candidati «un esame per titoli e colloquio» con punti 10 attribuibili ai titoli e punti 20 attribuibili al colloquio, apparendo in tutta evidenza il carattere anomalo

10145 del bando di concorso in questione sia per le modalità di selezione, sia per il brevissimo termine previsto per la presentazione delle domande (appena cinque giorni) da parte degli aspiranti; le presunte illegittimità e anomalie nella procedura scaturita dalla costituzione del Consorzio sarebbero all attenzione della magistratura amministrativa a seguito di iniziative contenziose già promosse ed in itinere, e sono state inoltre oggetto di denuncia penale sulla quale sarebbero in corso indagini degli organi inquirenti, e di esposti ad altre Autorità dello Stato (Procura della Corte dei Conti, Prefetto di Napoli, Assessorato Regionale alla Sanità, Ministero dell interno, Ministero della salute); sembrerebbe che ci sia stata una larga richiesta, da parte di farmacisti, di acquisto di partecipazioni della S.p.A. SOC.I.GE.SS. con quotazioni lievitate in brevissimo tempo al fine di conseguire la titolarità delle farmacie; è di interesse generale assicurare che le assegnazioni delle sedi farmaceutiche avvengano attraverso procedure legittime e trasparenti, e nel pieno rispetto della normativa vigente, l interrogante chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza della vicenda sopra riassunta e quali iniziative intenda promuovere per porre fine alle gravi irregolarità sopra prospettate. (4-09056) (12 luglio 2005) Risposta. Con riferimento ai quesiti posti dall atto parlamentare in esame e a seguito di richiesta di elementi informativi da parte del Ministero della salute, l Assessore alla sanità della Regione Campania ha precisato che sono attualmente in corso verifiche per quanto di competenza regionale in ordine all applicazione della specifica normativa di settore e che l apertura delle farmacie comunali viene autorizzata dall ente Regione e non dall Amministrazione comunale. Nelle more del completamento delle suddette verifiche da parte dell ente Regione, si sottolinea che dall atto costitutivo del «Consorzio intercomunale per i servizi socio-sanitari» formalizzato per atto Notar Del Balzo, repertorio 139369, racc. 18469 registrato a Napoli il 21 gennaio 2004 al n. 167/1, si ricavano in maniera analitica i servizi alla cui organizzazione ed espletamento è diretto il suddetto Consorzio costituito tra i Comuni di Caivano, Castelvolturno, Cercola, Gricignano di Aversa, Palma Campania, Poggiomarino, Roccabascerana, Sant Arpino e Terzigno. Risultano annoverati tra tali attività numerosi servizi anche extra farmaceutici che il Consorzio si propone di gestite ed organizzare, i quali non appartengono ai Comuni consorziati e come tali non sono dagli stessi cedibili al Consorzio: sicché appaiono di dubbia legittimità e viziati da carenza di potere gli atti dei Comuni che aderendo al Consorzio gli attribuiscono la gestione di servizi che non sono propri dell ente e che conseguentemente l ente non può delegare a terzi.

10146 È altresì macroscopica l illegittimità dell atto costitutivo del consorzio laddove prevede nell oggetto sociale la gestione di farmacie comunali e di depositi di materiale farmaceutico ed ulteriori molteplici attività finalizzate alla produzione, distribuzione, intermediazione ed informazione scientifica del farmaco, in evidente contrasto con quanto sancito dalla Corte costituzionale con sentenza n. 275 del 24 luglio 2003 che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l articolo 8, primo comma, lettera a), della legge 8 novembre 1991 n. 362 dichiarando conseguentemente l incompatibilità tra partecipazione a società di gestione di farmacie comunali e qualsiasi altra attività nel settore della produzione, distribuzione, intermediazione ed informazione scientifica del farmaco. Nell istruttoria trasmessa dalla Regione Campania non vi è alcun cenno in ordine alla circostanza che gli atti di adesione al Consorzio dei singoli Comuni siano stati adottati a seguito di adeguata istruttoria e sulla scorta di studi di fattibilità tecnico-economica giustificativi dell adesione deliberata, sicché tale carenza non consente di individuare l iter logico-giuridico né le valutazioni economiche e tecniche che hanno indotto gli Enti ad aderire al Consorzio. (15 novembre 2005) Il Sottosegretario di Stato per la salute Zinzi CORTIANA, BRUTTI Paolo. Al Ministro dell ambiente e della tutela del territorio. Premesso che: il territorio del comune di Perugia adiacente al fiume Tevere è notoriamente di alto pregio paesaggistico e ambientale e, in particolare, quello compreso tra Ponte S. Giovanni e Ponte Felcino presenta elementi di indubbio interesse per la naturalità preservata nonostante la vicinanza alla città di Perugia, per l esistenza di una suggestiva viabilità storico-rurale su cui si distribuiscono numerosi beni storici culturali (si vedano la Torre medievale di Pretola, i molini di Ponte Felcino, numerose case rurali antiche), per l alto pregio paesistico delle colline che delimitano questo territorio costellato di ville e parchi storici, tutti rigorosamente soggetti a vincolo; tale elevata qualità è individuata e tutelata in numerosi atti pianificatori e normativi di diverse istituzioni: l Unione europea ha classificato l Ansa degli Ornari, situata tra Ponte S.Giovanni e Pontevalleceppi sito di interesse comunitario, Zona SIC.IT 5210025, e la Regione Umbria, la Provincia di Perugia, il Comune di Perugia, la USL n.2, ii presidente della VII Circoscrizione comunale e il presidente del Comitato di cittadini "I Molini di Fortebraccio", nell ambito degli accordi del Protocollo d intesa sottoscritto il 28 febbraio 1998, hanno assunto l impegno di avviare la progettazione del parco fluviale del Tevere; la Regione Umbria, con decreto del Presidente della giunta regionale 61/98, "Approvazione del Piano regionale delle aree naturali protette"

10147 articolo 5 della legge regionale 9/95, ha inserito tale territorio tra le «Aree di proposta e di studio», recepite nel «Piano urbanistico territoriale» con legge regionale n. 27/2000 e con lo stesso decreto del presidente della giunta regionale, all art. 4 delle norme regolamentari, ha disposto che la Giunta Regionale elabori «proposte progettuali dettagliate di istituzione di parchi o aree protette o comunque programmi di tutela ambientale-paesaggistica per le suddette aree di proposta e di studio, coordinati con il sistema parchi e le norme del PUT», da proporre al Consiglio regionale; la Provincia di Perugia, nel Piano territoriale di coordinamento provinciale all art. 38, punto 8, delle norme di attuazione, prevede che «all interno delle aree di studio (di cui al punto precedente) sono consentiti solo interventi che non alterino l equilibrio dell ambiente naturale esistente, quelli ricompresi in piani pubblici di settore, quelli di aree di valenza regionale, purché tali interventi vengano autorizzati ai sensi dell art.139 del decreto legislativo n. 490/99», ha classificato un ampio ambito di tale territorio, comprensivo dell area SIC, come Oasi di protezione faunistica e ha inserito la maggior parte di tale territorio nelle «zone di salvaguardia paesaggistica dei corsi d acqua d importanza territoriale»; il Comune di Perugina nel Piano regolatore generale, Cap. 23 obiettivi strutturali, Spazi aperti, prescrive che "l area tra la zona C.A.I. di PonteValleceppi e il Tevere, per le sue elevate qualità ambientali e paesaggistiche, va tutelata nel modo più forte»; le Conferenze programmatiche di Perugia e Terni il 9 ottobre 2003 hanno approvato e inviato per l approvazione definitiva all Autorità di bacino il Piano regionale per l assetto idrogeologico PAI, il cui principio fondante è garantire la protezione e il recupero della naturale dinamica fluviale, attraverso l inibizione dell occupazione e dell utilizzo degli alvei fluviali e delle aree golenali e inondabili per la sicurezza delle zone di monte e di valle, per cui vengono individuate ampie aree non edificabili; le Associazioni ambientaliste hanno da sempre promosso la creazione del parco fluviale del Tevere ravvisando l opportunità di estendere il parco esistente all intero corso del fiume coinvolgendo le regioni interessate. In particolare i cittadini, i comitati e le associazioni locali in più occasioni hanno ribadito l importanza di realizzare il parco fluviale nel comune di Perugia, per la conservazione di identità, nonché per la possibilità di un nuovo sviluppo economico sostenibile, data la posizione strategica di tale territorio tra i centri d arte e cultura di Perugia e Assisi; ricordato che: la regione con il disegno di legge n. 1953 del 9 febbraio 2000 ha individuato il «Sistema territoriale di interesse naturalistico-ambientale del fiume Tevere e delle sue Valli", comprensivo di detto territorio, e la II Commissione Consiliare ha attuato la partecipazione con incontro consultivo pubblico il 25 febbraio 2000; il comune di Perugia ha commissionato nel 99 il metaprogetto «Piano delle aree naturali protette del monte Tezio e del Fiume Tevere» con fondi pubblici, presentato in assemblea pubblica, riscuotendo larghi consensi;

10148 evidenziato che: le proposte della Regione e del Comune sopra citate non hanno avuto fino ad ora nessun esito operativo e che a tutt oggi nessun disegno di legge per l istituzione del parco fluviale del Tevere è stato presentato in Consiglio regionale, né è stato approvato il progetto comunale in materia nonostante il grande valore della zona, riconosciuto da tutte le istituzioni e in contrasto con i vincoli imposti dalle stesse negli atti di competenza; sono in previsione e, in parte, in via di realizzazione interventi parcellizzati e contraddittori che non solo non delineano un progetto organico di qualificazione del territorio fluviale ma addirittura rischiano di comprometterne irrimediabilmente il paesaggio e la fruibilità; previsioni e interventi ricadono in aree a rischio di esondazione e, in particolare, vengono compromesse le uniche aree di una certa ampiezza rimaste libere e utili per l espansione del fiume a vantaggio della sicurezza dei centri abitati; troppo spesso l informazione preventiva e la decisione condivisa sono state ignorate rendendo vani i tentativi delle associazioni ambientaliste, dei cittadini, delle circoscrizioni di richiamare l attenzione sulla necessità di individuare criteri e norme di salvaguardia paesaggistica e della flora e fauna, e di mettere in atto una progettazione integrata e di qualità entro cui convogliare e qualificare gli eventuali interventi necessari per la messa in sicurezza; tenuto conto che: il Comune di Perugia, nel territorio fluviale tra Pontevalleceppi e Ponte Felcino, in contrasto con i vincoli imposti dal PTCP e gli stessi obiettivi strutturali del PRG, ha in corso di approvazione-attuazione: nell area sopracitata, che «va tutelata nella maniera più forte» e parzialmente esondabile, un consistente ampliamento (18 ettari) dell insediamento industriale esistente, con possibilità di inserire industrie insalubri di 10 classe (la categoria più inquinante) e di realizzare capannoni di superfici e altezze tali da eliminare non solo il carattere agrario del luogo ma anche qualsiasi visuale dalla strada rurale storica Valvitiano (un vero e proprio belvedere di pianura) verso i profili collinari, vincolati dalla legge n. 1497/39, e definiti, nella stessa relazione del PRG, da preservare per la loro elevata qualità; contigua alla precedente, un area a parco privato attrezzato, davanti alla pineta di Ponte Felcino e dentro la fascia di rispetto fluviale/ambientale, che ha realizzato alberghi e impianti con alte densità da sottrarre a qualsivoglia spazio verde; tutto costruito contemporaneamente e adiacente a due nuovi capannoni industriali, trasformando un suggestivo paesaggio agrario mediterraneo fluviale in una periferia disordinata inquinata da traffico e rumore; davanti alla precedente area, la modifica del tracciato della strada storica Valvitiano (vincolato dalle stesse norme del PRG e da quelle del PTCP ) e la realizzazione di un parcheggio con scomparsa del contesto agrario della pineta e della strada rurale, e riduzione della fascia di libera espansione del fiume prevista dal PAI;