IL BAMBINO E LA TROMBA Maria Cosentino Agosto 1945 Firenze, 14 anni Caro Mario, fratello mio, son vivo, rassicura il babbo e la mamma e Cetta. Son partito con gli americani. Serve un trombettista. Torno presto. Beppe
Settembre 1951, Taranto, incrociatore Garibaldi, 20 anni Caro Mario, fratello mio, oggi sono di stanza a Taranto. Come stanno il babbo e la mamma? E la Cetta a scuola studia? Mando foto per chi sempre mi pensa. Beppe
Novembre 1951, Taranto, incrociatore Garibaldi, 20 anni Caro Mario, fratello mio. Un grullo m'ha rotto il naso durante un incontro di pugilato, sicchè non lavoro e non suono. Arriverò giorno 20 per licenza malattia. Dillo a babbo e mamma. Beppe
Aprile 1954, Caltagirone, 23 anni Caro Mario, fratello mio. Mi son innamorato. Ho conosciuto la figlia della cugina del babbo, la Giovanna. Ella è du' anni più grande di me. Bella. Lascio la Marina Militare. Il babbo ed io ritorniamo il primo giugno. Saluta la Cetta e la mamma da parte mia e del babbo. Beppe
1 Giugno 1957, Genova, 26 anni Caro Mario, fratello mio. T'ho lasciato da du giorni e in tre settimane saremo in Venezuela. La Giovanna e i bimbi son rimasti a casa. Mi manca la piccina. I fratelli della Giovanna son positivi, io son un po' abbacchiato. Qui ci son diversi bischeri che ummi garban pe niente. Te? Saluta tutti, Beppe.
26 Giugno 1957, Oceano Atlantico, 26 anni Caro Mario, fratello mio. Il viaggio è lungo e c'è sizza, ma io mi ci sono abituato. Il mare calmo o tempestoso sempre mare è, lo dicono i fratelli della Giovanna. Mi son innamorato..qui in su la nave. Un se pole fa nulla, ammenochè de buscanne. Ti racconterò. Manderò foto. Saluta il babbo, la mamma e la Cetta. 25 Giugno 1958, Venezuela, 27 anni Caro Mario, fratello mio. Qui un si pole più vivere. A gennaio c'è stato lo sbaraglio. La bottega di elettrotecnica andrebbe anche ma non posso rimanere. Torno. I fratelli della Giovanna hanno fatto le carte, dopodomani si parte su 'n trabiccolo. Lascio qui la mia musica. Spero che questa mia ti arrivi. Dì a tutti che sto bene. Beppe
Settembre 1961, Caltagirone, 30 anni Caro Mario, fratello mio. Mi manca il castagnaccio di via San Zanobi. La Giovanna ha provato a vivere a Firenze ma era sempre abbacchiata e le mancava la su mamma e Mimma. Il viaggio è stato lungo, ci han fermato i carabinieri per i controlli. Tutto a posto. I bimbi tutto il tempo a ceccotoccami. Adesso viviamo a casa con la Tana. La Elena fa la primina, il Cesco la terza. Lavoro. La tu moglie Germana e i figlioli? Cetta e Vittorio?Mando foto. Saluta tutti. Beppe
Aprile 1963, Caltagirone, 32 anni Caro Mario, fratello mio. La casa la si è comprata. La bottega da elettrotecnico è aperta sotto l'arco. I quattrini vanno e vengono. Le televisioni si vendono. Quaggiù la rai si vede. Il tempo è bello, i bimbi crescono e il babbo e la mamma m'han detto che arriveranno presto. Saluta tutti e i nipoti dal loro zio Beppe
Settembre 1974, Caltagirone, 43 anni Caro Mario, fratello mio. La Elena si sposa. Ti chiamo. T'aspetto te e i tuoi. Beppe
Ottobre 1976, Caltagirone, 45 anni Caro Mario, fratello mio. Il Cesco si sposa. Ti chiamo. T'aspetto te e i tuoi. Beppe
Aprile 1980, sul treno di ritorno da Firenze, 50 anni Caro Mario, fratello mio. L'anni passano e anche noi. La casa del babbo rimane sempre uguale. La pasticceria di via San Zanobi ha chiuso. La colombina è piaciuta a Mariù e si è mangiati una coppa di fragole con panna ogni giorno. Caro Mario, le cose che ognuno c' ha dentro il cuore un si possono dire così, neanche per lettera. Ci si dovrebbe leggè nel pensiero che a volte la vita va come non dovrebbe andare e, nonostante tutto, va avanti e un ci si pente di nulla. La musica te sai dove è rimasta ma un me ne faccio un cruccio. Ritornare nella casa del babbo m'ha fatto effetto e ogni volta non è più come quando si è andati via. Mancano alcune cose e ci son cose nove. La vita è tutta qui, in un pugno e una penna. Saluta tutti. Tuo fratello, sempre. Beppe
Questo è il racconto di pezzetti di vita di mio nonno, il mio eroe. Non c'è momento in cui, pensandolo, non mi venga da piangere per la sua assenza. Poeta disegnatore e musicista. Quando io e le mie sorelle andiamo nel suo laboratorio segreto sentiamo ancora il suo profumo. Giorno dopo giorno ha insegnato a me, e a tutti i suoi nipoti, il profondo rispetto per le genti, le piante e le culture. Tutto ciò che è stato scritto in forma di lettera è assolutamente vero, narrato in racconti, come i nomi delle persone, gli avvenimenti occorsi, i modi di dire che fanno parte ancora della lingua familiare..come quando uso il verbo bighellonare, cosa che lui mi diceva ridendo quando ero piccola.