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Gli anni della 1885- gioventù 1916 Michele Vincenzo Aimino nacque a Borgofranco d Ivrea il 24 febbraio 1885, figlio di Secondo e Mercando Maria, secondo di sei fratelli. Diversamente dai fratelli, i quali proseguirono le attività familiari di commercio ed agricoltura, entrò in seminario ad Ivrea e dopo otto anni di studi, il 29 giugno 1913 venne ordinato Sacerdote ad Aosta ed il 6 luglio dello stesso anno officiò la prima messa nel paese natale. Il 19 dello stesso mese si allontanò da Borgofranco per assumere la carica di vice-parroco a Rhemes Saint Georges (Aosta) per non fare più ritorno a Borgofranco, se non per brevi periodi, fino al 1950, anno del pensionamento. Con il periodo di Sacerdozio a Rhemes Saint Georges iniziarono per Don Aimino tre anni di continui spostamenti nella Diocesi di Aosta, in diverse parrocchie nelle quali prestò servizio in qualità di 1907, Borgofranco,Via Marini vice-parroco. Servì a Montjovet, Pont Saint Martin, Etroubles e nuovamente a Borgofranco, anche se solamente per pochi giorni durante il mese di luglio del1916. Durante questi tre anni, allacciò una rete di amicizie e conoscenze che mantennero con lui un proficuo scambio epistolare continuato anche nei duri anni della guerra. 1915, Pont Saint Martin, cartolina al vice-parroco

LO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE La scintilla che portò allo scoppio della Grande Guerra si ebbe quando, il 28 giugno 1914, lo studente serbo Gavrilo Princip, affiliato alla società segreta ultra nazionalista Mano Nera, assassinò l Arciduca Francesco Ferdinando, nipote di Francesco Giuseppe ed erede al trono d Austria-Ungheria, e sua moglie. L Impero Austro-Ungarico utilizzò l accaduto come pretesto per muovere guerra alla Serbia, seguito presto dalla Germania che si contrappose a Francia, Impero Russo e Regno Unito (Triplice Intesa). Il Regno d Italia, formalmente legato sin dal 1882 all Impero Austro-Ungarico e alla Germania dal patto denominato Triplice Alleanza, sfruttò gli intenti aggressivi delle altre due nazioni per mantenersi invece neutrale ed entrare in guerra solamente un anno più tardi, il 24 maggio 1915, a fianco però delle potenze della Triplice Intesa, con l intento di ottenere i territori ancora non annessi durante le guerre d indipendenza. 1913, Borgofranco,ricordino della prima Messa La Grande Guerra 1916-1918 1916-18, ritratto di Don Aimino Dopo le visite mediche ad Ivrea ed il conseguente addestramento a Torino, il 19 settembre 1916 Don Aimino venne assegnato all Ospedale da Campo 014 a Perteole (Udine), ove prestò soccorso a feriti e ammalati e si prodigò, nel frattempo, nel trasferimento delle salme dei caduti nel Carso. A giugno dell anno seguente venne nominato Cappellano del VI Reggimento Alpini, Battaglione Monte Baldo, IX Gruppo, impegnato sull Altipiano di Asiago, dove stazionerà fino al dicembre 1917, quando conseguentemente alla rotta di Caporetto, dovrà arretrare fino alla linea di resistenza sul Piave. A gennaio 1918 il Btg. Monte Baldo fu impegnato nei tre giorni della Prima Battaglia dei Tre Monti, che rappresentò la prima vittoria offensiva italiana dopo Caporetto. Qui, Don Aimino, grazie alle azioni compiute in località Case Ruggi, venne insignito della Medaglia d Argento al Valore Militare, che gli venne consegnata dal Re Vittorio Emanuele III in persona. A settembre, dopo che un offensiva nemica scatenata durante l estate aveva fatto arretrare l esercito italiano, il Battaglione ritornò nuovamente sull Altopiano di Asiago e Don Aimino, durante la resistenza ad un attacco nemico, si distinse al punto da essere proposto per una seconda medaglia al valore.

LE BATTAGLIE DEI TRE MONTI Il Col del Rosso, il Col d Echele e il Monte Val Bella, sull Altipiano d Asiago, furono teatro di due grandi battaglie avvenute a gennaio e giugno 1918, che rappresentarono la prima vittoria offensiva ottenuta dall esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto. Le battaglie dei Tre Monti sono ricordate per essere state il più grande scontro tra artiglierie campali di tutta la Prima Guerra Mondiale. In esse si fronteggiarono quasi 2000 pezzi di artiglieria dei due schieramenti tra i quali le bombarde italiane che utilizzavano le munizioni del tipo prodotto nello stabilimento di Borgofranco. Durante tale battaglia venne decorato con la medaglia d oro al Valor Militare (alla memoria) il caporale Roberto Sarfatti di Bologna, figlio di Margherita, scrittrice e futura biografa di Benito Mussolini. Per approfondire: Michele Righino, 1915-1918 La Cheddite. La Fabbrica di bombe a Borgofranco, 2015 Paolo Volpato, Vittoria ad ogni costo. Altopiano dei Sette Comuni 1917-1918 le battaglie dei Tre Monti, 2009 1918, maggio, sosta nelle retrovie Tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre l Esercito, rinforzato anche da reparti alleati, sferrò un importante offensiva: il Btg. Monte Baldo attraversò il Piave tra Pederobba e Valdobbiadene (TV) e respinse il nemico fino a Belluno, ponendo termine, il 4 novembre 1918, a tre anni e mezzo di sanguinosa guerra. 1919, autorizzazione al porto delle decorazioni 1918, Chiesa di Sasso d Asiago e Col d Echele. A metà costa, la località Case Ruggi

I sacrari militari della Grande Guerra Con la fine dei combattimenti, il btg. Monte Baldo venne assegnato a compiti di presidio della frontiera, almeno fino a giugno 1919 quando, a Tolmino, il Battaglione venne sciolto. Don Aimino fu riassegnato al btg. Bassano di stanza a Caporetto e contemporaneamente iniziò la ricerca delle salme negli improvvisati cimiteri del fronte per dare loro una sepoltura più dignitosa. 1931, Bassano del Grappa, I Compagnia C.O.S.C.G. Nell aprile 1920 venne trasferito presso il Comitato Onoranze Salme Caduti di Guerra (C.O.S.C.G.) ed operò lungo tutta la linea del fronte, coniugando il lavoro di ricerca delle salme e mantenendo i contatti con le famiglie dei dispersi. Abolì i cimiteri sparsi e fece confluire le salme nei più grandi cimiteri di Prepotto (Udine) e Sonzia, Plezzo, Caporetto e Tolmino, ora in Slovenia. Tra il 1923 ed il 1924, prima di essere inviato presso l Ambasciata Italiana a Parigi per coordinare i lavori di rimpatrio delle salme italiane sparse tra Belgio e Francia, si occupò di esumazioni lungo tutta l ampia linea del fronte orientale per potere infine consegnare le salme alle famiglie nei luoghi d origine. 1921, 4 agosto, Cima Grappa, Commemorazioni alla presenza del Generale Giardino (al centro)

Anni 30, Bassano del Grappa, ricomposizione di salme nel Tempio Ossario Il sacrario di Cima Grappa Tra il 24 ottobre 1917 e il 4 novembre 1918, il Monte Grappa fu teatro di tre decisivi scontri per le sorti della Prima Guerra Mondiale. I numerosi morti delle battaglie vennero sepolti in una miriade di piccoli cimiteri disposti lungo le sue pendici o nelle retrovie, vicino agli ospedali da campo, ma con l avvento del fascismo e la sua visione eroica del primo Conflitto Mondiale, i piccoli cimiteri vennero smantellati e le salme fatte confluire in Sacrari monumentali appositamente realizzati. Il Sacrario Militare di Cima Grappa venne iniziato nel 1925, con la costruzione di un mausoleo sotterraneo nella già esistente Galleria Vittorio Emanuele. Anni 20, Cima Grappa, Cap. Brindisi, Gen. Faracovi e Don Aimino all imbocco dell Ossario inizialmente progettato in Galleria.

La costruzione del sacrario venne però subito interrotta a causa delle numerose infiltrazioni d acqua. Nel 1932 venne perciò affidato un nuovo progetto all architetto Giovanni Greppi (che realizzò anche il più grande Sacrario di Redipuglia) ad allo scultore Giannino Castiglioni: la costruzione, che si sviluppa lungo il costone di Cima Grappa e comprende anche un viale di 250 metri chiuso ai lati da sette coppie di grandi cippi di pietra recanti i nomi dei principali luoghi di battaglia del Grappa, venne inaugurata il 23 settembre 1935 alla presenza del Maresciallo d Italia e Comandante dell Armata del Grappa Gaetano Giardino, il quale verrà anch egli sepolto nel cimitero accanto ai suoi soldatini. Il Sacrario raccoglie 12.615 salme di soldati italiani, di cui 2.283 identificate, e 10.295 salme di soldati austro-ungarici, di cui solamente 295 identificate, per un totale di 22.910 caduti di cui soltanto 2.578 recanti un nome. Anni 30, Altopiano di Asiago, esumazione di caduti Don Aimino prestò servizio presso il Sacrario Militare ed il Tempio Ossario di Bassano del Grappa ininterrottamente fino al 1950. La Seconda Guerra Mondiale ed il ritorno a Borgofranco Durante la Seconda Guerra Mondiale, avuta notizia della costituzione prima del C.S.I.R. (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e poi dell A.R.M.I.R. (Armata Italiana in Russia), Don Aimino fece domanda di assegnazione ai reparti alpini in partenza per il Don, richiesta che venne rigettata a causa della sua età ormai troppo avanzata. Nel 1943, dopo aver ricevuto l anno precedente la Croce d Oro per Anzianità di Servizio, Don Aimino venne arrestato poiché aveva aiutato alcuni dissidenti a fuggire dalle persecuzioni nazi-fasciste; si salvò dalla deportazione solamente grazie all intervento di amicizie che ottennero la sua scarcerazione. Dopo la guerra, pur continuando il suo servizio come Cappellano Militare, prestò la sua attività pastorale nelle parrocchie di Bassano. Nel 1950 venne infine collocato a riposo per anzianità di servizio e fece così ritorno al paese natale. Insignito del titolo di Monsignore, prestò aiuto nella Parrocchia di Borgofranco, fino alla morte avvenuta, dopo una breve malattia, il 1 giugno 1975.

Il Milite Ignoto Subito dopo il termine del primo Conflitto Mondiale, il governo francese diede istruzioni per commemorare le spoglie di un soldato scelto a caso tra le salme non identificate (e non identificabili), il quale verrà tumulato nel 1920 sotto l Arco di Trionfo di Parigi. Il colonnello Giulio Douhet l anno seguente propose di attuare la stessa iniziativa in Italia, cercando undici salme, tra le quali sceglierne una da tumulare a Roma nel Vittoriano, il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II. Don Aimino ricevette l incarico di individuare tre salme sul Monte Nero, Monte Merzli e Monte Rombon; quest ultima fu scelta ed unita alle altre. Le altre dieci salme furono raccolte sul Passo del Tonale, sul Pasubio, sul monte Ortigara, in una piccola valletta lungo le pendici del Monte Grappa, sul Montello, in un piccolo cimitero sul 1921, 28 ottobre, Aquileia, la salma del Milite Ignoto viene issata sul treno monte Crepa (Cadore), sul Monte San Michele, Castagnevizza (lungo un percorso che conduceva fino al mare per poter commemorare anche i Caduti della Marina), Cavazzuccherina (l attuale Jesolo) ed infine lungo il corso del fiume Timavo. Le undici salme il 20 ottobre 1921 vennero composte in altrettante bare bianche tutte uguali, senza alcun segno possibile di identificazione, ed iniziarono il loro viaggio, sempre accolte da ali di folla commossa, verso la Chiesa di Sant Ignazio a Gorizia, scelta proprio perché gravemente danneggiata dalla guerra e perciò anch essa simbolo delle ferite e delle mutilazioni subite dal popolo italiano. Dopo aver sostato alcuni giorni a Gorizia, il 28 ottobre le salme furono finalmente traslate nella Basilica di Aquileia, 1921, Cartolina commemorativa accolte da mille bambini delle scuole elementari intonanti la canzone del Piave e da una numerosissima folla, composta sia da civili che da militari, nonchè da numerose autorità, tra le quali spiccavano Gabriele d Annunzio ed il Duca d Aosta Emanuele Filiberto, comandante dell Invitta Terza Armata.

Le salme furono disposte ai lati dell altare maggiore, cinque da un lato e sei dall altra, mentre un tumulo collocato nella navata centrale attendeva di accogliere la salma prescelta. Dopo una solenne cerimonia, celebrata dal mons. Angelo Bartolomasi, conclusa con la benedizione delle salme con l acqua del fiume Timavo, venne scelta, all interno di un piccolo gruppo di madri e vedove vestite a lutto, la signora Maria Bergamas di Trieste, madre del volontario irridentista Antonio, morto sul fronte nel giugno 1916 e mai ritrovato. La sig.ra Bergamas, sorretta da quattro ufficiali decorati con la Medaglia d Oro al Valor Militare, si avvicinò ai feretri e dopo pochi passi crollò dinnanzi al secondo da destra, lasciando cadere il velo nero che le cingeva il capo sopra di esso e piangendo ed invocando il nome del figlio. La scelta del Milite Ignoto era compiuta. Nel pomeriggio la salma fu collocata su di un affusto di cannone trainata da sei cavalli bianchi ed accompagnata alla stazione ferroviaria di Aquileia, dove fu issata su un treno speciale allestito per l occasione, aperto sui lati, per compiere il suo viaggio terminale verso Roma. Furono caricati sul treno anche tutti i fiori e le ghirlande giunte nel frattempo da ogni parte, che diventarono ben presto una montagna. La scorta del treno era affidata esclusivamente a giovanissimi reduci nati nel 1899 e nel 1900. La mattina seguente il treno si mise lentamente in moto verso Roma, salutato da persone provenienti da ogni dove. Giunto, pochi giorni dopo, al fiume Piave, vicino a Conegliano, il convoglio rallentò e vennero gettati fiori nel Fiume sacro alla Patria, mentre intanto il Re Vittorio Emanuele III conferiva al Milite Ignoto la Medaglia d Oro al Valor Militare. Il viaggio verso Roma durò sei giorni, durante i quali interminabili ali di folla accolsero il treno, senza alcuna distinzione di credo politico, in una sorta di unione che ebbe del prodigioso. 1921, 4 novembre, Roma, Il Milite Ignoto raggiunge il Vittoriano La salma raggiunse Roma il 4 novembre 1921, terzo anniversario del termine della Guerra, ed alla presenza delle massime autorità statali, compreso il Re con la sua consorte, venne tumulata nella cripta del monumento costruito dieci anni prima in onore di Vittorio Emanuele II, dal quel momento conosciuto anche come Altare della Patria. 2015, Roma, L Altare della Patria oggi