Il clima nell Italia Centro Settentrionale nel 2015

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Transcript:

Il clima nell Italia Centro Settentrionale nel 2015 Gruppo di lavoro ArCIS Osservare il clima e gli eventi meteo-climatici, inserendoli nel contesto del clima passato, è una delle attività istituzionali dei servizi meteorologici regionali. Le regioni che partecipano al Gruppo di Lavoro ARCIS si pongono l obiettivo di analizzare con il presente contributo le anomalie climatiche che hanno caratterizzato il 2015 e di descrivere i principali eventi idro-meteorologici che hanno interessato il territorio dell Italia centro settentrionale. Come la NOAA 1, il WMO 2 e molti centri meteo-climatici nazionali e internazionali hanno evidenziato, il 2015 è stato probabilmente l anno più caldo da quando sono disponibili misurazioni climatiche globali. Complice una fase molto intensa di El Niño, le temperature superficiali del Pacifico tropicale sono state nettamente superiori alla media. I flussi di calore tra atmosfera e oceano su un area molto vasta e cruciale per il clima mondiale si sono così ridotti drasticamente favorendo un incremento particolarmente intenso della temperatura dell aria a livello globale. Secondo la NOAA la temperatura media globale del 2015 è stata di 0,90 C superiore alla media del periodo 1901-2000, risultando l anno più caldo dal 1880. In Europa, il 2015 è risultato il secondo anno più caldo dopo il 2014 con anomalie positive osservate sostanzialmente ovunque. In Spagna, e Finlandia è stato l anno più caldo in assoluto dall inizio delle osservazioni, in Austria e Germania il secondo, in Francia il terzo. Secondo la NOAA il mese di dicembre 2015 è risultato davvero eccezionale: per la prima volta dall inizio delle osservazioni è stata osservata un anomalia di temperatura media mensile superiore a 1 C, superando il precedente record del mese di ottobre 2015, caratterizzato da un anomalia di poco inferiore a 1 C (0.99 C). In questo quadro generale, anche nelle regioni dell Italia centro settentrionale, sono state registrate anomalie termiche particolarmente intense. La Figura 1 presenta la serie di anomalie di temperature medie annuali dell Italia Settentrionale rispetto al trentennio 1961-90, ottenute a partire dalla rete osservativa termometrica. In particolare, i dati dal 1961 al 2005, in blu, sono stati ottenuti a partire dagli Annali Idrologici, mentre quelli posteriori al 2005, in rosso, sono stati ottenuti a partire dai dati di temperatura delle reti di monitoraggio ambientale meteo-climatico gestite dai singoli servizi meteorologici regionali. Come possiamo vedere da questo grafico, nelle nostre regioni la temperatura sta crescendo con una certa continuità a partire da metà degli anni 80 e quest anno ha segnato un netto aumento, raggiungendo il massimo valore e superando il precedente record del 2014. L anomalia positiva non è però risultata particolarmente intensa in tutto il territorio analizzato né è rimasta costante per tutto l anno, ma ha presentato segnali differenti al variare delle stagioni. Particolarmente miti sono risultati l inverno e l estate, grazie soprattutto ad un luglio tra i più caldi mai osservati. Anche primavera e autunno sono stati più caldi della norma. Il mese di novembre è stato caratterizzo da anomalie termiche positive molto intense in quota, e in molte località sciistiche o di alta montagna il paesaggio è rimasto autunnale fino alla fine dell anno. In pianura, complici le inversioni termiche, l anomalia è stata invece molto contenuta e, proprio per questo, il 2015, in tali aree è risultato un anno decisamente meno anomalo. A Bologna, ad esempio, novembre 2015 è risultato solo il 17 più caldo per le temperature medie, ma l 8 più caldo per le massime. 1 National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA-USA) 2 World Meteorological Organization

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 Anomalia Tmed ANN C Le anomalie termiche eccezionalmente intense sono quindi proseguite a dicembre, rendendo il periodo di fine anno molto anomalo, non soltanto dal punto di vista delle temperature ma anche, come vedremo, delle precipitazioni, determinando sui rilievi un inizio di inverno molto tardivo e un manto nevoso decisamente scarso. 2.5 2 1.5 1 0.5 0-0.5-1 Figura 1: Serie temporale delle anomalie di temperatura media annuale sul Nord Italia ( C). In blu valori ottenuti dalle osservazioni pubblicate sugli Annali, in rosso valori ottenuti dalle osservazioni delle reti di monitoraggio meteoclimatico dei servizi meteorologici regionali. La Figura 2 mostra la distribuzione delle anomalie climatiche estreme nelle regioni che contribuiscono al gruppo di Lavoro ArCIS: il pannello a mostra la distribuzione geografica del numero di giorni con gelo (T min <0 C) nel mentre il pannello b focalizza l attenzione sul numero di giorni estivi, ovvero con temperatura massima superiore a 30 C. Dall analisi di queste mappe si nota come nelle pianure e nelle colline delle regioni centrali la temperatura minima sia stata quasi sempre superiore a 0 C, e come nelle regioni settentrionali, sulle prime colline, il numero di giorni con gelo sia risultato esiguo. Confrontando tale comportamento con quanto verificatosi in passato, appare evidente l intensità dell anomalia: nel trentennio 1961-90, in gran parte della pianura padana, si osservavano infatti tra 40 e 60 giorni con gelo mentre, nelle pianure e colline delle regioni centrali, se ne osservavano tra 10 e 40. a) b) Figura 2: a) Media annuale del numero totale di giorni con gelo (Tmin<0 C); b) Media annuale del numero totale di giorni estivi (Tmax>30 C).

Sul valore dell indice del numero di giorni estivi ha sicuramente influito l intensa ondata di calore dei mesi di luglio e agosto, che ha comportato un deciso incremento del conteggio in gran parte delle aree vallive e di pianura fin oltre i 60 giorni, e localmente anche oltre gli 80 giorni, sia in Pianura Padana sia nelle pianure e colline delle regioni centrali. Anche in questo caso è d obbligo tener presente che i valori di riferimento per il trentennio 1961-90 erano di circa 30-50 giorni in Pianura Padana, tra 20 e 30 nei fondo valle alpini e tra 30 e 60 nelle pianure e colline delle regioni centrali. Per quanto riguarda le precipitazioni, il 2015 ha presentato caratteristiche altalenanti, con precipitazioni molto abbondanti nella prima metà dell anno, ma totali mensili da minimi storici nel corso degli ultimi mesi, quando, in alcune regioni, non sono state rilevate precipitazioni se non quelle dovute alla nebbia o a qualche sparuto piovasco. La mappa della precipitazione cumulata sui mesi di novembre e dicembre descrive in modo molto esplicito le condizioni di grave anomalia pluviometrica osservate in questi mesi. In Piemonte, ad esempio, a partire da fine ottobre e per tutto novembre e dicembre, non sono state registrate precipitazioni medie giornaliere superiori ai 5 mm. Questo periodo siccitoso si è concluso solo a Febbraio 2016, e i 100 giorni secchi consecutivi, oltre a rappresentare in Piemonte il 4 periodo più lungo degli ultimi 60 anni, hanno determinato e anche ridotto drasticamente le riserve idriche: in inverno, le portate dei corsi d acqua della regione sono state ben confrontabili con i minimi storici del periodo: presso la sezione idrometrica di Isola S. Antonio (AL), il 19 gennaio, è stata registrata una portata del fiume Po di circa 103 mc/s, che rappresenta il minimo storico invernale negli ultimi 20 anni. Anche in Trentino da fine ottobre agli inizi di gennaio 2016 si è registrata un assenza di precipitazioni costituendo per molte stazioni il periodo più lungo di giorni secchi consecutivi. Spicca in particolare l anomalia del mese di novembre che ad esempio per Trento Laste è risultato l unico privo di precipitazioni dal 1921. La distribuzione dei totali annuali di precipitazione,riportata in Figura 3 a, presenta massimi di oltre 2300 mm in Friuli Venezia Giulia, una delle regioni più piovose d Italia, ma anche valori di tutto rispetto, oltre i 1600 mm, sulle Alpi Centro Orientali, sull Appennino Tosco-Emiliano, su quello Ligure e Marchigiano. Le anomalie di precipitazione risultano prevalentemente negative, nonostante i totali annuali siano comunque risultati superiori alle attese sui settori Adriatici romagnoli e marchigiani e nella parte più interna delle Alpi. a) b) Figura 3: a) Precipitazione cumulata totale annuale e b) annuale cumulata sui mesi di novembre e dicembre, anno 2015 (mm).

Molti gli eventi idro-meteorologici che hanno interessato il centro nord Italia nel corso dell anno. Tra gli eventi più rilevanti si ricorda ad inizio anno, la nevicata del 4-6 febbraio in Emilia-Romagna, quando sulla provincia di Bologna sono caduti circa 30cm di neve caratterizzata da densità particolarmente alta a causa delle temperature superiori a 0 C. La neve ha pertanto provocato numerose cadute di rami e di cavi della tensione, causando chiusura di strade e un black-out locale, durato in alcuni comuni fino a due settimane. In contemporanea, i forti venti da est hanno innalzato il livello del mare lungo la costa Romagnola e Marchigiana fino ad 1m, impedendo ai fiumi di scaricare in mare pioggia gli abbondanti deflussi con conseguenti diffusi allagamenti sia sulla costa sia nelle zone più interne. Piogge particolarmente intense con cumulate su 72 ore superiori al 100mm sono state osservate nelle Marche tra il 4 e il 6 marzo. Il territorio già provato dalle precedenti piogge insistenti, è stato interessato da vari eventi di piena e dall esondazione del fiume Potenza. Negli stessi giorni in Umbria e in Toscana sono stati osservati venti molto intensi, con massimi di 121 Km/h registrati a città di Castello (PG), 147 km/h a Norcia (PG), 167 km/h Candia Scutarola (150 m, provincia di Massa) e 159 km/h sul Passo del Giogo (880 m, FI), classificate nella scala Beaufort come uragano. Presso la stazione meteo aeronautica di Firenze Peretola l intensità di raffica ha raggiunto il valore di 130 km/h, evento più intenso degli ultimi 20 anni. Le alte temperature registrate nel corso dei mesi estivi in concomitanza dell avvicinamento di fronti freddi sono state responsabili di temporali e rovesci intensi talvolta accompagnati da importanti raffiche di vento. Si segnala la tromba d aria dell 8 luglio nelle provincie di Venezia e Padova con intensità di raffica oltre i 270.0 km/h (dato stimato in base alla classificazione EF4 data all evento), che ha causato una vittima, e la tromba d aria a Firenze del 1 agosto. Tra i fenomeni precipitativi di maggior rilievo si segnala un temporale che ha colpito le aree orientali dell Emilia-Romagna il 27 giugno, caratterizzato da intensità di precipitazione massima di 34.4 mm in 15 minuti a Pianoro (BO) e venti con intensità dell ordine di 70-80km/h ed),l evento ha causato la caduta di diversi alberi, danni alle proprietà e l interruzione di un concerto a Bologna. In Veneto, un intenso temporale è stato osservato il 6 agosto a Cancia, in Cadore, nel corso del quale sono state rilevate intensità di 5.0mm in 5 minuti, 17.7mm in 10 minuti, 26.8mm in 15minuti, 33.7mm in 20 minuti, 38.0mm in 30 minuti, 38.1mm in 1h, 44.6mm in 24h, ma i radar hanno rilevato massimi di maggiore intensità. Le piogge intense hanno causato 3 vittime. In Toscana le giornate del 24 e 25 agosto sono state caratterizzate da precipitazioni intense accompagnate da scrosci di particolare intensità: a Monticiano (SI) è stata rilevata una cumulata di 328.6mm in 24h, mentre a Monteroni d'arbia (SI) la cumulata ha raggiunto i 226.4mm. A causa delle forti precipitazioni sono state registrate esondazioni del torrente Ombrone a Bonconvento e degli affluenti Merse, Pavone e Gretano. Sull arco alpino, durante le giornate più calde in concomitanza dell avvicinarsi di correnti fredde, si segnalano numerosi eventi temporaleschi, localizzati ma particolarmente intensi, responsabili dell esondazione di altrettanti torrenti montani e di fenomeni di debris flow che, in alcuni casi, hanno interferito con la viabilità locale provocandone il danneggiamento o l ostruzione causandone la momentanea interruzione. In autunno, sono stati osservati eventi meteorologici associati a valori estremamente alti di intensità di pioggia, che hanno causato danni ad infrastrutture e, in qualche caso, vittime. Un esempio è rappresentato dalle precipitazioni che si sono riversate sulla valle del Trebbia e sui vicini bacini Liguri tra il 13 e il 14 settembre. E stato valutato che il tempo di ritorno associato a tali precipitazioni sia di circa 500 anni: sono state infatti registrate intensità di 108.4 mm/1h e 229.6 mm/3h alla stazione di Alpe di Gorreto, e addirittura valori record pari a 123.6 mm/1h e 189.0 mm/3h a Cabanne e 107.6 mm/1h e 201.8 mm/3h a Salsominore. Le piogge hanno gravemente danneggiato le case a ridosso del ponte di Farini sul Trebbia e

trascinato con sé la statale che costeggiava il fiume a Bettola, mentre, purtroppo, una macchina era in transito. Il 2015 è risultato quindi un anno ancora una volta caratterizzato da clima anomalo per le nostre regioni, molto più caldo della media e interessato da numerosi eventi meteorologici estremi. Figura 4: Gli eventi meteo-climatici più rilevanti del 2015 nell Italia centro-settentrionale.