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Transcript:

A menàida 01. A mpustata Nino Aprea - Salvatore Argenziano

Oggi è domenica. Bella fresca, e ho voglia di andare abbasciammare 1. Dalle scale della Ripa 2 vedo già l impalcato dell ardare i fravica 3 in costruzione. La cancellata della ferrovia è aperta e non devo aspettare che passi il treno, oppure fare il giro pe ssott û ponte i gavino 4. Mi fermo a salutare Aniello, il figlio di Gennarino a fungella 5, che sta spiccianno i cliénti nel negozio, aperto solo mezza giornata di domenica. Vado verso il mare, passando tra il palazzo di ron Marianno u prèvete e quello della scuola elementare, dove c è il munazzè 6 di mast Aniello u nasillo. Passo di lato all ardare e arrivo ammontuscaro 7. 1 Abbasciammare: Il quartiere della marina che si sviluppa intorno al Corso Garibaldi. 2 Ripa: Largo Comizi. Ncopp â ripa. Ripa come riva e non rupe. Così era detta la località prima della eruzione storica del 1631, quando il mare arrivava fin là sotto e il luogo era la riva di Torre. 3 Ardare i fravica: L altare costruito per la festa dell Uttava, detta pure Festa dei Quattro Altari. Questo di vasciammare era l unico realizzato in opera, su un impalcato di legno ricoperto di intonaco (a fravica) e dipinto ad affresco. 4 Ponte i gavino: Uno dei due ponti della ferrovia al Largo Gabella del Pesce. I ponti furono costruiti dopo il 1840, quando la ferrovia Napoli Portici, arrivata a Torre del Greco, prolungò il suo percorso per Castellammare, dove giunse nel 1842. 5 Gennarino a fungella: Gennaro Cuccurullo, detto a fungella, dal nome della madre Alfonsa, > Alfonsella > Fonsella > Funsella > Fungella. 6 Munazzè: Detto pure munazzèro. Cantiere di barche di piccola taglia, gozzi, menaide, lanze, motoscafi e anche paranze. 7 Ammontuscáro: La zona a levante di via Principal Marina, tra Corso Garibaldi e il mare. Scaro sta per scalo, approdo e quindi riva. N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 2

Sono sulla nera scuglièra, il fronte lavico della eruzione del 1794. A destra i ruderi di una vecchia costruzione, u cantiere, già più volte ripristinato e poi ancora scarrubbato dalle libecciate. La punta del porto, con la lanterna, non protegge questo lato della costa dalle mareggiate di sud-ovest. A ridosso della palazzata che si affaccia al mare, il suolo è in terra battuta e ncoppa â cchistu spiazzale, all aperto, si svolge l attività dei costruttori di barche. Dall alba al tramonto il sole è signore di questa officina all aria aperta, da quando nasce sui Monti Lattari di Sorrento, a levante, a quando tramonta, verso Napoli, dietro la torre del Mulino di Calastico. L attività al coperto è svolta nei funnachi 8 del palazzo i pietucane 9, tre profondi locali con copertura a volta. Capri è lì, di fronte, con la sua sagoma inconfondibile, come una scroccola 10 galleggiante. 8 Fùnnaco: Fondaco, magazzino. I fùnnachi erano il ricovero delle curalline, durante l inverno e i depositi degli ardegni della pesca. 9 Pietucane: Strangianomme della famiglia dei discendenti di Pietro Loffredo. Il palazzo fu costruito agli inizi del 1800, dopo l eruzione del 1794, quando fu realizzata la Via Marina, poi rinominata Corso Garibaldi, dopo l Unità d Italia. 10 Scròccola: Scròcca. Scruóccolo. Zoccolo di legno con tomaia in pelle adoperata dai pescatori. Il taglio della tomaia sul calcagno, consente la fuoruscita dell acqua. N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 3

C è tanta gente per una bella funzione fuori û munazzè i mastu Ttore 11 u surrentino. Stanno preparando a mpustata 12 di una menaide 13 e c è folla intorno a mastu Cciccio e mastu Ndulino, i figli di mastu Ttore che preparano il lavoro. Eredi della tradizione di grande artigianato navale, ci sono pure alcuni nipoti 14, già in età di lavoro, dopo le scuole primarie. La cerimonia di questa mattina è a mpustata, e rappresenta l inizio ufficiale del lavoro di costruzione della barca. In realtà la cerimonia è stata preceduta da un lavoro di preparazione dell anima della barca, della sua spina dorsale. Per prima cosa la preparazione e posa della chiglia 15. Poi la realizzazione dei due diritti, a ròta i prora 16 e a ròta i poppa 17 e l assemblaggio di queste alla chiglia. 11 Mastu Ttore: Salvatore Aprea, nato a Sorrento il 1877, fu il capostipite della famiglia di costruttori di barche detti i surrentini. Si trasferì a Torre da Sorrento nel 1920, ma già nel 1905 aveva eseguito lavori a Torre. Il figlio Gennaro, alla fine degli anni trenta si stabilì a Terracina, proseguendo la professione paterna. Francesco e Antonino gestirono il cantiere paterno ammontuscaro. 12 Mpustàta: L operazione che dà inizio ad un opera. Nel nostro caso la posa in opera della chiglia della menaide. 13 Menàide: Gozzo lungo a quattro e sei remi. Prende nome dalla rete per la pesca di sarde e alici detta menaide, nella quale il pesce resta imprigionato per la testa. La menaida classica poteva essere di tre tipi: da 23, da 27 e da 32 palmi. Il palmo era uguale cm. 26,4. 14 Nipoti: I figli di Francesco Aprea che proseguirono l attività familiare furono Salvatore, Angelo, Umberto e Ettore. Quelli di Antonino Aprea: Salvatore, Vittorio e Nino. 15 Chiglia: Trave longitudinale che parte dalla ruota di prua e arriva a quella di poppa e che costituisce la base dell ossatura della carena. Il legname adoperato è a licìna, il leccio (Quercus ilex) oppure u suóvero, il sorbo (Sorbus domestica). La chiglia è fermata ai supporti fatti con cavalletti mediante zippi e mmurzette (zeppe e morse) in modo tale da ottenere un perfetto allineamento longitudinale. Nel senso verticale viene data alla chiglia una leggera contromonta, concavità verso l alto, per evitare l ammussata (il puntare in basso) nella rena, durante il tiro in secco. 16 Ròta i próra: L'elemento strutturale che costituisce la continuazione della chiglia nella prua dello scafo. Il legname è quello del gelso rosso, (Morus Nigra) u ciévezo russo, lavorato secondo le fibre. 17 Ròta i póppa: L'elemento strutturale che costituisce la continuazione della chiglia nella poppa dello scafo. N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 4

Mastu Ttore dà un ultima occhiata alla chiglia e fa scorrere una mano sopra, come per togliere un granello di segatura ma, forse è per accarezzarla. Personalmente è andato in campagna a scegliere il piezzo 18 di licìno 19 dal quale è stata ricavata la chiglia. Il munazzè non ha seghe elettriche né piallatrici e per le operazioni di taglio dei tronchi e per la piallatura delle tavole, si va alla segheria che è nell ultimo palazzo a levante, verso u ponte i gavino; il proprietario è don Mimì a segheria. Ma per questa operazione di taglio della chiglia, mastu Ttore ha preferito l opera dei segaturi 20. Su alti scanni il piezzo è stato posto per essere sfellato. Uno curvo sopra, attento a seguire il filo e l altro sotto a tirare per mordere con i denti della lama il duro legno, i due segaturi hanno ricavato dal piezzo la parte centrale, il cuore dell albero. Poi. per giorni e giorni, quell anima di legno ha avuto il bagno in mare, legata ad uno scoglio dello scarillo 21, affinché prendesse confidenza con l elemento nel quale avrebbe proseguito la sua esistenza, l acqua salata. 18 Piézzo: Tronco d albero che i segaturi ridurranno in barre o tavole. 19 Licìno: Leccio. (Quercus ilex Linneo) detto anche elce. 20 Segaturi: Segantini. Lavoravano in coppia, uno sopra e l altro sotto al tronco da segare. 21 Scarìllo: Lo scarillo era un insenatura del fronte lavico, prospiciente il munazzè, colmato con scogli per arretrare il mare dal palazzo i pietucane. N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 5

Poi i guagliuni 22 hanno preparato il piano di appoggio costituito da cavalletti bassi e scannetiélli, (cavalletti) sui quali è stata fissata e nzippata 23 la chiglia della menaide per la sua preparazione. Infine si è proceduto all assemblaggio dei diritti alla chiglia mediante incastri a ppalelle 24 e fissaggio con perni di ottone in fori predisposti e acciuttáti 25. Alla chiglia sono già stati rutti i cánti 26 e sulle ruote sono già state fatte i ppàsciame 27. 22 Guaglione: Ragazzo. Nei cantieri il guaglione era l aiutante. etim. dal latino Basilejus. Da notare la parentela etimologica di guaglione, vaglione, vaglio, baglio e vángo. 23 Nzippá: Fermare stabilmente con i zippi, (zeppe) per la rettifica assiale e la lavorazione. 24 Palélla: Palélla (o parella) Tipo di incastro usato nelle costruzioni navali in legno per il collegamento di punta di due pezzi di grandi dimensioni. La giunzione a ppalella si esegue con un taglio obliquo (generalmente di pochi gradi) dell estremità di un asse di legno, realizzato allo scopo di unirla, mediante fissaggio con perni o chiodi, a un altra asse, con l estremità tagliata secondo il medesimo angolo, per il collegamento a pari dei due pezzi. Tra le battute centrali dei due tagli a ppalella si interpone una zeppa, a chiave r a palella, che serve a far meglio combaciare i tagli estremi dei due pezzi, eventualmente scarsi. etim. La giunzione a ppalella è pure quella di due tavole sottili. In questo caso le estremità delle tavole sono smussate al massimo, come due palette e poi sovrapposte e incollate. 25 Acciuttá: Realizzare la svasatura, l allargamento, della parte terminale inferiore del foro per consentire l introduzione a scomparsa della testa del perno. L attrezzo per l esecuzione era la ùbbia, gùbbia, sgorbia. etim. Probabilmente da ciuótto, grasso, nel significato di abbondante. Foro acciuttáto = foro abbondante in testata. 26 Cánto: Spigolo. Rompere i cánti: Smussare gli spigoli. 27 Pàsciama: Avvallamento, infossamento. La pàsciama si esegue, con scalpello e ascia, sulle ruote di poppa e di prua per dare un contrasto al fasciame ed evitare l allontanamento della tavola dalla ruota in fase di calafataggio, data la non perpendicolarità tra il fasciame e la struttura della ruota. Nella menaide la pàsciama non si esegue sulla chiglia, data la perpendicolarità tra la spiga (tavola terminale, torello) e la chiglia. etim. Da abbassamento, l abbasciamiénto, contratto in l abbàsciamo o l avàsciamo. Per deglutinazione della vocale iniziale /a/, che diventa articolo femminile, si ottiene a bbàsciama oppure a vàsciama, con conseguente cambio del genere, (come l arecheto, maschile, si modifica in a recheta, femminile). Segue il rotacismo V/P come da vapore a papore. N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 6

Tatonno a vriala 28, u piscatore, che è stato il committente della menaide, ha portato na guantiera i pastarelle e ddui buttigliuni i vino. E ppure na butteglia i vermuth, si no pare brutto sulo u vino. La folla è tutta raccolta intorno e pure dalla loggia del palazzo i pietucane c è gente affacciata al parapetto per partecipare alla funzione. Mastu Ttore si avvicina alla ruota di prua e pone in cima una croce di legno. Poi versa in una ciotola del vino dal buttiglione e la dà in consegna al nipote Salvatore che lo accompagna come chierico servente. Si accosta alla chiglia. Versa alcune gocce di vino con gesto benedicente e recita: 28 Vriàla: Succhiello. Qui è lo strangianomme del committente Antonio N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 7

Benerico chella terra ca t ha crisciuta. Benerico chilla serra 29 ca t ha secata. Benerico chella chianozza 30 ca t ha allisciata. Ad ogni frase i presenti, a capo chino, rispondono in coro: Beneritta. Asperge vino e poi si accosta alla ruota di poppa e recita: Benerico chillu ciévezo 31 ca t ha pasciuta e cchillu chianuzziello stuorto ca t ha attunnata. Si sposta verso prua, fermandosi là dove a ròta i poppa si attacca alla chiglia. Pone la mano sulla giunzione e recita: Benerico chesti ppalélle ca v hanno nzurate e cchisti pierni attone ca v hanno azziccate Prosegue verso la prua e stringe con le due mani la ruota di prora. come per una vibrante raccomandazione e recita. Benerico sta bella ròta i próra ca sempe a via i terra, sempe priata, ha dda pigliá. Te benerico. 29 Sèrra: Sega. 30 Chianozza: Pialla. Nella lavorazione delle barche in legno si adoperano diversi tipi di chianozze. 1. A chiana. Piallone. Di lunghezza cm. 60 circa e provvisto di maniglia aperta o chiusa posteriore. 2. A chianozza. Pialletto per finiture. Lunghezza 20/25 cm. 3. U chianuzziéllo stuórto. Come la chianozza ma con la superficie del fondo convessa. 4. U chianuzziéllo miézo stuorto. Come il precedente ma con il fondo di minore convessità. 5. Chianozza a bbastone. Come la chianozza ma con lama curva, a mezza luna, convessa. 6. A spinaròla. Sponderuola. Pialletto dal corpo stretto e lama diritta. 7. Chianozza a ccurdone.come la spinaròla ma con lama curva, a mezza luna, concava. 31 Ciévezo: Legname di gelso rosso, (Morus Nigra Linneo). N. Aprea S. Argenziano. 01 - A mpustata. 8