Gli annulli di Bagnara

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Gli annulli di Bagnara a- Epoca prefilatelica L Officina di Posta di Bagnara fu aperta nel 1820 e dotata di un timbro a stampatello maiuscolo col nome di BAGNARA, utilizzato fino al 1826. Per la corrispondenza che godeva di franchigia, fu dato in dotazione un altro timbro con la dizione DI R. L SERVIZIO ed infine di un timbro POSTA DI BAGNARA in negativo per la corrispondenza che veniva spedita dal Direttore dell Officina. Questi tipi di timbri, applicati sulla corrispondenza che godeva di franchigia, risultano essere stati utilizzati fino al 1851, quando furono sostituiti dal timbro FRANCA. Successivamente, nel 1854, l Officina fu dotata anche del timbro ASSICURATA, utilizzato per la corrispondenza che veniva spedita come Raccomandata. Nel 1826 il timbro a stampatello venne sostituito da un altro ove il nome di BAGNARA, realizzato in corsivo, era racchiuso in una cornice ovale

b- Epoca filatelica L OVALE prefilatelico restò in uso anche dopo l introduzione del francobollo insieme con il timbro ASSICURATA e con l ANNULLATO in cartella apposto sui francobolli, senza covrirne il prezzo. fino ai primi mesi del 1859. Nei primi mesi del 1859 furono ritirati tutti gli OVALI e sostituiti con timbri a cerchio, con l indicazione del nome dell Officina e con la data di impostazione al centro, restando in uso l ANNULLATO per obliterare il francobollo. Il riuso di francobolli già utilizzati, sovrapponendo di nuovo l impronta, costrinse l Amministrazione a fronteggiare la situazione e nel 1860 un incisore, Luigi Porta fu incaricato di preparare timbri annullatori in forme e caratteri differenti. Vennero così approntati 154 bolli, divisi in 36 tipi, e tutte le Officine di Posta vennero dotate di tali timbri che saranno poi detti a svolazzo. Qui di seguito si riportano solo gli svolazzi che furono utilizzati nelle Officine di Posta calabresi. La numerazione è riferita agli studi sugli svolazzi di Emilio Diena, Vittozzi ed infine Alberto Diena.

Bagnara non ebbe il suo annullo ed il perchè viene ipotizzato da Alberto Diena nella sua pubblicazione I bolli annullatori a svolazzo usati sui francobolli del Regno di Napoli e delle Province Napoletane, col fatto che all Officina di Gerace furono assegnati, evidentemente per un errore nella distribuzione, due svolazzi (i tipi nr. 18 e nr. 22 ), uno dei quali doveva essere quello destinato a Bagnara. Anche per Gioia Tauro ci dovette essere un errore nella distribuzione, dato che a questa Officina non fu assegnato lo Svolazzo, mentre a quello di Gioia del Colle ne risultano assegnati due. E così a Bagnara, eliminato l ANNULLATO, fu utilizzato il cerchio col nome dell Officina anche per annullare il francobollo. L uso del cerchio, detto borbonico, è continuato anche dopo l introduzione dei francobolli tipo Sardegna e di quelli definitivi tipo De La Rue.

Annullo a cerchio borbonico su francobollo borbonico Annullo a cerchio borbonico su francobollo tipo De La Rue

CLASSIFICAZIONE DEGLI ANNULLI Nel 1743 appaiono i bolli prefilatelici Napoletani. Una loro classificazione fino alla restaurazione borbonica del 1815 è stata fatta da numerosi studiosi fra i quali Giovanni Chiavarello (1971) e Paolo Volleimer (1979). Vanno citati anche gli studi di Enzo Vittozzi del 1916 nonchè l'importante monografia sui francobolli del regno di Napoli di Emilio Diena del 1932, studi, peraltro continuati ed approfonditi dai figli Mario ed Alberto e dal nipote Enzo. Le bollature postali del Regno di Napoli dalla Restaurazione Borbonica fino all'adozione dei francobolli (1815-1858) vengono suddivise da tali studiosi in genere in tre categorie: - Lineari fino al 1825; - Ovali dal 1826 al 1857; - Bolli nominativi delle Cancellerie Comunali fino al 1858. Relativamente al periodo che va tra il 1815 e il 1900 si possono distinguere per Bagnara: Bolli postali prefilatelici (1815-1826) lineari a caratteri diritti Bolli postali prefilatelici (periodo 1826-1857): bolli ovali con caratteri corsivi in cornice ellittica Annullamenti postali del regno di Napoli (1/1858-8/1860): Timbri: Annullato in cartella quale obliterazione dei francobolli; Ovale con il nominativo dell'officina di posta; Circolari con datario al centro.

Annullamenti postali delle Province Napoletane (14/2/1861-30/9/1862): Vengono emessi francobolli di nuovo tipo con l effige di Vittorio Emanuele ma con valori in tornesi e grana in quanto le popolazioni meridionali non avevano ancora accettato la monetizzazione italiana. L'uso di tali francobolli cessa il 30/9/1862. Timbri: Circolare borbonico senza fregi. Annullamenti postali su francobolli Sardo-Italiani (1862-1863) Annullamenti (1867) Doppio cerchio piccolo + numerale a punti n 373

Annullamenti (1877) Doppio cerchio borbonico + numerale a sbarre n 373 Annullamenti (1878-1889) Cerchio grande + numerale a sbarre Dal 1/1/1890 si usò esclusivamente per annullare i valori postali il cerchio grande. Dai primi del 900 entrarono in uso gli annulli a un cerchio riquadrato detto "con losanghe". Poi appariranno i cosiddetti "Guller" Questi portano il nome della ditta tedesca specializzata nella produzione di bolli postali. Le Poste italiane si ispirarono ai bolli prodotti da questa ditta e sono quelli a due cerchi con due lunette e datario centrale introdotti dal 1910, tutti realizzati in Italia.

Durante la 1 Guerra Mondiale si hanno annulli con la dicitura Posta Militare e a volte con il timbro "verificato per censura", o semplicemente "censura". Dopo la 1 Guerra Mondiale si hanno annulli a un cerchio con due mezze lune all'interno. Dopo la guerra le mezze lune vennero tratteggiate, in quasi tutta Italia, verticalmente fino a tutti gli anni venti. Dal 1931, nel resto d Italia appariranno annulli a un cerchio con diametro più grandi (32 e 35 mm.) e fra la data, un numero romano indicante gli anni trascorsi dalla marcia su Roma e l'ora dell'obliterazione all'ufficio postale. A Bagnara si continuò ad usare il classico Guller (29 mm.) e l indicazione dell era fascista era lasciata all iniziativa del mittente.

GLI ANNULLI NUMERALI È necessaria una piccola annotazione sulla nascita dei "numerali". Dopo l'unificazione del Regno d'italia, sui francobolli del Regno di Sardegna e sulle prime emissioni dentellate italiane, continuarono ad essere usati tutti gli annulli delle passate amministrazioni, reali, ducali, granducali, e di quelli annessi dopo gli indetti plebiscitari. Questi annulli vennero poi sostituiti con i bolli a doppio cerchio. La prima vera serie di francobolli del Regno d'italia vede la luce il 1 dicembre 1863. È la famosa "De La Rue" chiamata così perchè stampata dalla ditta De La Rue di Londra in attesa che venisse creato in Italia uno stabilimento tipografico attrezzato. Il cav. Costantino Perazzi che aveva seguito la produzione dei nuovi francobolli propose fin dal 1864 l'adozione di particolari annulli con il numero al centro distintivo "dell'officio Postale". L'inoltro di una lettera a quei tempi era costoso ed era un privilegio che pochi potevano permettersi anche per il livello d'istruzione. Vi erano anche molti tentativi di frodare, a parte i falsari, altri tentavano di cancellare il timbro sui francobolli per poterli riutilizzare. Furono perciò fatti degli studi sugli inchiostri e sul tipo di timbro. Finchè si giunse al 5 marzo 1866 con l'assegnazione e la distribuzione dei numerali agli esistenti uffici con le disposizioni di usarli a partire dal 1 maggio 1866. Molti uffici però disattesero le disposizioni e li usarono anticipatamente. I primi numerali erano di superficie rettangolare punteggiata ad angoli smussati, con al centro il numero distintivo dell'ufficio. Quello di Bagnara era il 373. Dal 1 gennaio 1877 i numerali a punti vennero gradualmente sostituiti con nuovi bolli a forma circolare appiattita costituita da grandi tratti rettilinei detti "sbarre". Si può senz'altro dire che con la completa distribuzione sul territorio dei numerali a sbarre, finalmente, l'unità postale italiana era fatta.

Annulli speciali Sono annulli emanati dalle poste in occasione di eventi particolari (anniversari, mostre filateliche, fiere ed altro) o su sollecitazione da parte delle autorità locali per ricordare o raffermare tradizioni e costumi tipici.