Insegnare agli ignoranti

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7 Insegnare agli ignoranti 1. Papa Francesco È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli (MV, 15). In obbedienza al Papa, umilmente riflettiamo su un opera di misericordia, Insegnare agli ignoranti, attingendo luce dalla Parola di Dio. Chiediamo allo Spirito Santo di illuminarci di amore, e di condurci alla Verità tutta intera, Gesù, il Misericordioso. In raccoglimento accogliamo Gesù che viene con il vangelo di Marco 4,1-9. 2. Ascoltiamo la Parola (Gesù) 1 cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5 Un altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7 Un altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti». 3. Approfondiamo un po Nella sinagoga di Nazareth, Gesù, citando il profeta Isaia ha espresso con chiarezza la sua missione: Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio (Lc 4,18), ai poveri e a tutti, ebrei e pagani: nessuno viene escluso. Per questo, quando i discepoli gli chiedono di fermarsi perché c è tanta gente che lo cerca, Marco afferma: E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe (Mc 1,37-39). Gesù è venuto a portare il messaggio lieto dell amore di Dio alle persone stanche e oppresse (Mt 11,28). Gesù passa dalla sinagoga al colloquio personale, all insegnamento all aperto raccontando parabole e poi alla riflessione con i discepoli in casa. Il brano scelto è riportato dai Sinottici. Grandi folle si radunavano attorno a Gesù (Mc 3,7ss). Si accalcavano intorno a lui sulla riva del lago. «Egli salì su una barca e la restò seduto, stando in mare mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole». (Mc 4,1 ss). La tradizione locale ha tenuto fermo come luogo di questa predica sul lago una caratteristica insenatura che offre a questa storia uno sfondo vivo e adatto. L'insenatura detta anche insenatura delle parabole, si trova a metà strada tra Tabgha e Cafarnao. La riva si piega come un teatro romano intorno all'insenatura. Ancora oggi quest'opera della natura offre una acustica sbalorditiva esaminata anche scientificamente dagli Israeliani. Si ritiene che la voce di Gesù da quel pulpito galleggiante abbia raggiunto facilmente un migliaio di persone. Nella sua prima parabola Gesù parla del seme, gettato dal seminatore, di cui una parte cadde lungo la strada, una parte sul terreno sassoso o tra le spine e una parte sul terreno buono. Gli ascoltatori avevano qui a disposizione lo sfondo naturale per potersi immaginare in maniera del tutto viva le sue parole, poiché di lì passava la strada per Cafarnao lungo la quale c'è del terreno sassoso e una gran quantità di spine e di cardi. La terra nera è particolarmente fertile poiché proviene dalla disgregazione di pietra lavica (basalto). (Quinto Vangelo, B. Pixner, pag. 41) 4. Incontriamo dal vivo Gesù vivo Sono in mezzo alla folla sulla riva del mare. Ho scelto un punto da cui vedo bene Gesù e soprattutto lo ascolto con attenzione. Egli parla con voce chiara e forte: tutti lo sentiamo e lo capiamo bene perché il suo linguaggio è semplice, va al cuore, interroga e chiama a conversione: che attenzione do al suo insegnamento? Contemplo Gesù: mi pare che guardi proprio me! Dal suo sguardo mi lascio guidare soprattutto nel capire quanto è importante la sua parola per me: un seme che fa la spiga e poi il pane! Il pane è vita! Io sono il pane della vita. Le mie parole sono spirito e vita. Oggi voglio chiedere perdono per la mia povera conoscenza delle sacre Scritture e per la scarsità di impegno nell attingervi la vita. * Insegnava loro molte cose 1

Gesù, dopo trent anni di silenzio, ha messo il mantello del rabbi, è entrato nelle sinagoghe, ha raggiunto villaggi, si è fermato nelle case, ha sostato in mezzo a gruppi: sempre per insegnare e ammaestrare. Non una dottrina sua ma quello che ascoltava dal Padre suo: Le cose che ho udito dal Padre, le dico al mondo (Gv 8,26). Gesù invitava all ascolto tutti, non escludeva nessuno dai suoi messaggi, anzi privilegiava i piccoli, gli ignoranti (Mt 11,25-30), le donne, i poveri tutta gente esclusa dai rabbi ebrei! E parlava in modo semplice, comprensibile da chiunque, partendo dalla vita quotidiana, da ciò che osservava nella natura, dai fatti della vita. S. E. Mons. Lambiasi, Vescovo di Rimini, definisce il parlare di Gesù con sette aggettivi: Lampeggiante (frasi incisive), Originale (a nome proprio e non delle scuole), Tagliente (estrema chiarezza nella verità), Concreto (si rifà a ciò che tutti vedono), Coerente (lui per primo fa ciò che annuncia), Liberante (parole che denunciano il male e lo purificano), Incandescente (scalda il cuore): perché egli parlava continuamente con Dio e parlava sempre di Dio, anche nei problemi quotidiani dell uomo (Ma tu chi sei?, Rimini 2012). Gesù vuol istruire, educare, formare tutti, nessun escluso. Parlava alle folle e cercava di farsi capire bene sia facendo domande, sia usando il linguaggio delle parabole, sia rifacendosi alla vita di tutti i giorni e sia, soprattutto con i Dodici, aggiungendo per loro spiegazioni una volta rimasti soli o arrivati a casa (Mc 4,10). Ha da comunicare il messaggio del Padre: Il Regno di Dio è in mezzo a voi, Il Padre vi ama, Il Padre vi vuole suoi figli, Il Padre vi perdona sempre, perché è misericordia. Lui ha parole che sono Spirito e vita, parole di vita eterna (Gv 6,63.69). Chi crede in me ha la vita eterna (Gv 6,40). Con quali sentimenti mi pongo ogni giorno davanti alla Parola di Dio e sosto in meditazione? * Una parte cadde La parabola ascoltata mette in evidenza tutte le categorie di persone che in qualche modo si pongono in ascolto della Parola di Gesù. Sono quattro aspetti che evidenziano altrettanti tipi di ignoranza, cioè il nostro non conoscere le cose di Dio. La strada mi fa pensare all ignoranza di coloro la cui mente è percorsa da immaginazioni, progetti umani, terreni, se non addirittura contrari al pensiero di Dio. La loro ignoranza è chiusura totale al messaggio divino. Eppure anche per loro il Signore predispone momenti e occasioni in cui, se vogliono, possono aprirsi a Dio. Il terreno sassoso fa pensare all ignoranza di quanti sono mossi da curiosità, da emotività dei propri sentimenti o dall euforia di certi messaggi. Ma poi ritornano al quotidiano, al normale della vita e, non avendo una volontà davvero forte di fare quella conoscenza, vanificano anche quel piccolo assaggio di comprensione, che si era sviluppata in un momento particolare. I rovi mi fanno pensare all ignoranza di chi è benintenzionato, desideroso di conoscere, di ascoltare Gesù e la sua parola. Egli cerca occasioni e tempo da dedicare all ascolto della parola di Dio, scopre messaggi importanti per la sua vita. Ma poi le preoccupazioni, il da fare, gli imprevisti del lavoro prendono il sopravvento e finiscono per rimandare sia la meditazione e sia soprattutto la messa in pratica di quel messaggio che lo aveva colpito. Rimane un certo desiderio, ma manca la costanza. Il terreno buono è l ignoranza di quanti hanno capito a fondo il bisogno di mettersi in ascolto di Gesù per dare senso alla vita e dare speranza al futuro. Allora si sforzano di trovare tempo, di creare l ambiente di raccoglimento, di trovare una Bibbia con un buon commento, di coinvolgere altre persone (soprattutto in famiglia) per capire il messaggio che Gesù vuol comunicare, sacrificando altri interessi e rimandando altri progetti. E ancora si sforzano di mettere in pratica quanto hanno compreso. In tutto questo ci è di esempio la Madonna, Serva della Parola, Beata perché ha ascoltato la Parola di Dio e l ha messa in pratica (Lc 2,19.51; 11,28). In quale tipo di ignoranza io mi ritrovo? Cosa faccio per vincerla e farla vincere a persone care? * Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti Questa conclusione di Gesù sottolinea una costatazione: Chi ha orecchi per ascoltare. Ciò mi fa capire che occorre dotarsi di orecchi speciali. Quelli che ci fornisce madre natura sono adatti a percepire i suoni, le voci, i rumori, le frasi. Ma non c è più sordo di chi non vuol sentire. In genere quel che ci interessa lo ascoltiamo con molta attenzione; altre cose, anche se importanti, rimbalzano negli orecchi o passano da un orecchio all altro. Per arrivare agli orecchi speciali necessari per ascoltare Gesù e vincere la nostra spirituale ignoranza, occorrono almeno quattro condizioni: Un posto raccolto: davanti all Eucaristia in chiesa, oppure nella propria casa. L importante è che ci siano silenzio esterno e concentrazione della mente. Una forte preghiera allo Spirito Santo: è lui che ci guida alla verità intera, cioè a Gesù e alla sua parola di quel giorno. Occupare tutti gli spazi della mente, ponendo attenzione alle parole del vangelo, cercando di capire ogni singola parola nel suo vero significato, le immagini, il luogo, gli atteggiamenti di Gesù, cogliere le reazioni degli Apostoli e della folla. Far entrare in funzione il cuore: e quindi lasciarsi guidare dalla parola stessa in ciò che ci colpisce, ci fa impressione, ci dà pace, guarisce le nostre ferite, sollecita la nostra preghiera, i sentimenti di gratitudine, di gioia, le richieste di perdono, e porta a prendere una decisione, piccola e concreta, da ricordare e mantenere nella giornata, con fedeltà. Se ci si dimentica, si cercherà di tornare al testo. In ordine alla parola di Dio anch io ho ancora tante cose da imparare e da vivere: quale programma mi sono dato per lasciarmi guidare da Gesù? 2

5. Per concludere e passare all oggi Insegnare agli ignoranti. È importante sottolineare due aspetti: il primo, che ancora io ho molte cose da imparare e da vivere; secondo, che il vero, l unico Maestro, sicuro e fedele è Gesù; non ce ne sono altri affidabili come lui. Attenti ai falsi maestri, attenti ai predicatori di novità, attenti alle guide stravaganti, attenti a chi insegna e non vive Insegnare agli ignoranti: Gesù lo fa verso di noi. Però dobbiamo imparare anche noi a vivere quest opera di misericordia, soprattutto rivolgendo il nostro impegno verso le persone di casa (figli e nipoti o fratelli ) e approfittando di opportunità che la parrocchia o gruppi ecclesiali mettono a disposizione o utilizzando e suggerendo buoni testi di formazione. Gesù, la tua parola è preziosa, il tuo messaggio è vita. Voglio pregare il Salmo 12(11) per lodare il Signore e ringraziarlo per il dono della sapienza. Preghiera per chiedere la Divina Sapienza Dio dei Padri, Signore Misericordioso, Spirito di Verità, io povera creatura, prostrata dinanzi alla tua Divina Maestà, sono consapevole di trovarmi in estremo bisogno della tua Divina Sapienza, che ho perduto con i miei peccati. Fiducioso che manterrai fedelmente la promessa di dare la Sapienza a quanti te la domanderanno, senza esitare te la chiedo oggi con viva insistenza e profonda umiltà. Manda a noi, o Signore, questa Sapienza che è sempre presente dinanzi al tuo trono e racchiude tutti i tuoi beni. Essa sostenga la nostra debolezza, illumini le nostre menti, infiammi i nostri cuori, ci insegni a parlare ed agire a lavorare e soffrire con te. Diriga i nostri passi e colmi le nostre anime delle virtù di Gesù Cristo e dei doni dello Spirito Santo. Padre Misericordioso, Dio di ogni consolazione, Per la bontà materna di Maria, per il Sangue prezioso del tuo diletto Figlio, per il tuo immenso desiderio di comunicare i tuoi beni alle creature, ti chiediamo il tesoro infinito della tua Sapienza. Ascolta ed esaudisci questa mia preghiera. Amen (S. Luigi Maria di Grignion) 3

Insegnare agli ignoranti Gesù insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro (Marco 4, 1-9). Ci soffermiamo sull opera di misericordia spirituale: Insegnare agli ignoranti. Nella preparazione al matrimonio gli sposi, ormai da tempo, frequentano un percorso formativo. In genere è ritenuto utile dai partecipanti e molti di loro erano disposti a continuare in qualche modo quella riflessione. Anche per la vita coniugale c è molto da imparare. Insegnare agli ignoranti chiama gli sposi ad una formazione permanente per vivere meglio la loro relazione. Anzitutto c è lo SPECIALIZZARSI. Gli sposi possono essere paragonati a dei professionisti che devono conoscere alla perfezione il loro mestiere. Quindi non basta una conoscenza normale, spontanea riguardo al matrimonio. Ẻ necessaria una conoscenza approfondita di me stesso e della persona con cui voglio costruire la vita. È indispensabile conoscere a fondo ciò che la vita a due comporta, ciò che il matrimonio cristiano offre e chiede agli sposi, quali vie percorrere per rendere la relazione sempre più armoniosa e gioiosa. Ci può essere la tentazione di fermarsi a ciò che la natura ci dona spontaneamente, oppure a quello che abbiamo sentito in casa o dagli amici, oppure a quanto i mezzi di comunicazione affermano riguardo all amore e al matrimonio. Ma questo non basta perché è di parte. Insegnare agli ignoranti invita ad approfondire la conoscenza del matrimonio nel piano di Dio e secondo l insegnamento della Chiesa, per avere una visione completa. Poi c è da considerare la FORMAZIONE. Di qui nasce il bisogno di una formazione approfondita per conoscere la bellezza e la ricchezza di valori e di grazia che il matrimonio cristiano mette in gioco per gli sposi. Ẻ importante conoscere soprattutto i valori e le condizioni del matrimonio cristiano. Insegnare agli ignoranti comporta formarsi una mentalità secondo la quale ho bisogno di approfondire quella conoscenza, perché chi più sa, più scopre la bellezza del matrimonio. Insegnare agli ignoranti chiede di approfondire insieme la conoscenza del matrimonio, partecipando ad iniziative offerte, ad esempio, dalla parrocchia, seguendo movimenti di spiritualità coniugale. Insegnare agli ignoranti ricorda che questa formazione non è una perdita di tempo, ma un bene per noi due. Infine c è da tenere presente l AGGIORNAMENTO. Diciamo che è importante anche che questa formazione non si limiti ai primi tempi del matrimonio o ai tempi in cui i figli si preparano ai sacramenti. C è bisogno di ravvivare continuamente la conoscenza del bene del matrimonio per continuare a costruirlo in modo che ci soddisfi e ci dia gioia. Insegnare agli ignoranti è dunque partecipare agli incontri che la parrocchia propone ai genitori dei ragazzi che si preparano ai sacramenti, e al Gruppo Famiglie. Insegnare agli ignoranti è conoscere quanto la Chiesa continuamente dice sul matrimonio. Insegnare agli ignoranti chiede agli sposi di aiutarsi per ravvivare motivazioni e trovare tempo per questa formazione permanente, che accompagna le stagioni della vita insieme e le rende serene. Conoscere il progetto di Dio sull amore, sul matrimonio e sulla famiglia: cosa faccio per migliorare le mie conoscenze e per aiutare il mio coniuge in questo? Insegnare agli ignoranti è un opera di misericordia che chiama gli sposi ad un lavoro troppo spesso dato per scontato: Sappiamo come vivere il matrimonio. Invece quanto c è da imparare per conoscere le ricchezze del matrimonio e per viverlo con più gioia! Vi porto nella preghiera. Pregate per me! Maggio 2016 Don Piero 4

Movimento Fac - Centro Nazareth - Via Portuense, 1019-00148 Roma - tel. 06/65000247 5