DOMENICA 19^ DEL TEMPO ORDINARIO - 12 agosto 2012 Rembrandt, particolare de I pellegrini di Emmaus, 1648. Il Vangelo ci mostra ancora una reazione del Giudei alla rivelazione di Gesù: "I Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". Gesù tenta, invano ahimè, di far cambiare loro mestiere e dice: "Non mormorate tra di voi. In verità vi dico chi crede ha la vita eterna". Ecco cos'è la vita eterna: credere in colui che Dio ha mandato. Quindi la vita eterna non inizia dopo la morte, ma comincia nel momento stesso in cui crediamo in Gesù Cristo Figlio di Dio. E Gesù ribadisce ancora una volta, di essere lui il pane di vita, l'unico che sazia per sempre e dà la vita eterna. Uno dei quadri del pittore olandese Rembrandt, che raffigurano Cristo è esplicitamente presentato come se fosse stato dipinto «al naturale». L artista ha cercato per tutta la vita di dipingere il mistero di Dio che si è fatto uomo. La sua forza risiede nella problematica di partenza: come dipingere Cristo per renderlo contemporaneo all uomo del XVII secolo? Si capisce che il pittore olandese ha instancabilmente inseguito nel volto degli altri, dei suoi contemporanei, il volto di Cristo. La visione del pittore sembra anche profetica nel senso che il Gesù che Rembrandt annuncia non è il Gesù di ieri, né il Gesù di domani, non è il Gesù ebreo né il Gesù «che verrà» cristiano, ma il Gesù di ora. Il pittore l afferma con forza cercando di dipingere un Gesù per sempre. La vita eterna che noi tutti desideriamo dipende dalla fede in Cristo, da una fiducia e da un impegno costanti, che faranno cominciare la vita-risurrezione qui ed ora, garantendo la risurrezione dei corpi alla vita immortale. In attesa, i fedeli si nutrono del suo Corpo e del suo Sangue nella santa Eucaristia, costituendo a poco a poco in loro stessi una riserva di vita immortale. Scelta dell immagine e commento di Sara Veronesi
PREGHIERA Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo, sostienila con la forza del cibo che non perisce, perché, perseverando nella fede di Cristo, giunga a contemplare la luce del tuo volto. LECTIO SUL VANGELO «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Gesù promette di dare in un futuro non molto lontano il suo stesso corpo in cibo a coloro che con fede accolgono le sue parole. Dal Vangelo secondo Giovanni (6,41-51) Lettura leggo per capire cosa dice il Signore Il fatto avviene in Galilea, non in Giudea. Gv chiama Giudei quelli che non credono. Il rifiuto di Gesù si mostra non solo nel mormorare, ma soprattutto nel riportare Gesù nell ambito della sua umanità, senza cogliere i segni. C è una relazione, che si percepisce attraverso la fede, tra Gesù e il Padre. Questa relazione coinvolge quelli che credono: sono attirati a Gesù dal Padre, saranno resuscitati da Cristo. In quel tempo, 41 I Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: Sono disceso dal cielo?». 43 Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non La fede, quindi, apre alla vita eterna Pane in questo caso è in riferimento alla Parola, alla Sapienza (cf. Is 55,1; Sir 24,18-25) perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48 Io sono il pane della vita.
La manna dono di Dio nel deserto non fa giungere i padri alla Terra Promessa Il pane di Gesù che discende, al presente, perché ognuno possa saziarsi in ogni tempo 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di Carne è l umanità di Gesù offerta come dono estremo d amore questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Meditazione cosa Dio dice a me Preghiera cosa io posso dire a Dio Condivisione comunico ai fratelli quello che il Signore mi ha fatto capire Azione cosa può cambiare per me
PRIMA LETTURA Al profeta Elìa, stanco e sfiduciato fino a desiderare la morte, perché braccato dalla regina Gezabele, Dio invia il suo angelo che lo solleva e lo nutre con il dono del pane e dell acqua. Dal primo libro dei Re (19,4-8) In quei giorni, 4 Elia s inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». 5 Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». 6 Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. 7 Tornò per la seconda volta l angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». 8 Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l Oreb. SALMO RESPONSORIALE (SaI 33,2-9) Gustate e vedete com è buono il Signore Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato. Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, lo salva da tutte le sue angosce. L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia. SECONDA LETTURA Come figli carissimi dobbiamo riprodurre in noi i lineamenti del Padre camminando nella carità sull esempio di Cristo. Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,30 5,2) Fratelli, 30 non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31 Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. 32 Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. 5-1 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2 e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. PREGHIERA È buono come il pane, si diceva per indicare una persona buona, caritatevole. Noi, Signore, abbiamo ridotto il pane sulle nostre tavole.
Non ci piace più, ingrassa, non è più il pane di una volta. O forse siamo sazi di altri cibi, elaborati o contraffatti o esotici Come i tuoi ascoltatori, facciamo fatica a capire il senso del Pane vivo Pane della vita. Abbiamo bisogno di ascoltarti, di reagire alle tue provocazioni, di capire e di credere. Abbiamo bisogno di accettare che tu non sei e non vuoi essere il Dio di qualcuno, ma sei e desideri essere il Dio in noi. La nostra vera relazione si attuerà quando, nel dono dell Eucarestia, farà di noi, di ciascuno di noi, una sola cosa con te. La Parola e il Pane che tu ci doni sono e realizzano il nostro essere in te e tu in noi. Forse non capiamo la profondità di queste espressioni, ma comprendiamo benissimo che non ti basta e non ci basta avere un Dio accanto, vicino,
sopra di noi. Tu ci sarai veramente Dio quando ti permetteremo d essere in noi. Fa Signore che l Eucarestia, ogni Eucarestia che celebriamo ci aiuti a sentire che noi siamo in te e tu in noi. Ci permetta di penetrare il mistero del tuo linguaggio: Pane vivo, pane della vita Pane che vince la morte. Partecipare alla Messa, ricevere la comunione è sentire veramente che Cristo è in te o rischia di essere un gesto rituale che non cambia la tua relazione con il Signore?