Le nozze di Figaro COMMEDIA PER MUSICA IN QUATTRO ATTI. Libretto di Lorenzo Da Ponte. Musica di W. A. Mozart KV 462

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Transcript:

Le nozze di Figaro COMMEDIA PER MUSICA IN QUATTRO ATTI Libretto di Lorenzo Da Ponte Musica di W. A. Mozart KV 462 IL DI ALMAVIVA basso LA SSA DI ALMAVIVA soprano, promessa sposa di Figaro soprano basso CHERUBINO, paggio del Conte soprano MARCELLINA soprano BARTOLO, medico dl Siviglia basso BASILIO, maestro di Musica tenore DON CURZIO, giudice tenore BARBARINA, figli di Antonio soprano ANTONIO, giardiniere del Conte, e Zio di Susanna basso Coro di paesani Coro di villanelle Coro di vari ordini di persone

ATTO PRIMO Camera non affatto ammobiliata, un seggiolone in mezzo. SCENA PRIMA Figaro con una misura in mano e Susanna allo specchio che si sta mettendo un cappellino ornato di fiori. (misurando) Cinque... dieci... venti... trenta... Trentasei... quarantatré... (fra se stessa, guardandosi nello specchio) Ora si ch'io son contenta; Sembra fatto inver per me. (seguitando a guardarsi) Guarda un po', mio caro Figaro, Guarda adesso il mio cappello. Si mio core, or é più bello, Sembra fatto inver per te. e Ah il mattino alle nozze vicino mio Quanto é dolce al tenero sposo tuo Questo bel cappellino vezzoso Che Susanna ella stessa si fé. Cosa stai misurando, Caro il mio Figaretto? - lo guardo se quel letto Che ci destina il Conte Farà buona figura in questo loco. SUSA NNA In questa stanza?... Certo: a noi la cede Generoso il padrone.

Io Per me te la dono. 4 E la ragione? - (toccandosi la fronte) La ragione l'ho qui. (Facendo lo stesso) Perché non puoi Far che passi un po' qui? - Perché non voglio. Sei tu mio servo o no? Ma non capisco Perché tanto ti spiace La più comoda stanza del palazzo. Perch'io son la Susanna, e tu sei pazzo. Grazie; non tanti elogi! guarda un poco Se potriasi star meglio in altro loco. Se a caso Madama La notte ti chiama, Din din; in due passi Da quella puoi gir. Vien poi l'occasione Che vuolmi il padrone, Don don; in tre salti Lo vado a servir. Cosi se il mattino Il caro Contino, Din din; e ti manda Tre miglia Iontan, Don don; e a mia porta Il diavol Io porta, Ed ecco in tre salti...

Susanna, pian pian. Ascolta... Fa' presto... Se udir brami il resto, Discaccia i sospetti Che torto mi fan. Udir bramo il resto, I dubbi, i sospetti Gelare mi fan. Orbene; ascolta e taci! (inquieta) Parla, che c'è di nuovo? - Il signor Conte, Stanco di andar cacciando le straniere Bellezze forestiere, Vuole ancor nel castello Ritentar la sua sorte, Né già di sua consorte, bada bene, Appetito gli viene... E di chi, dunque? Della sua Susannetta. (con sorpresa) Di te? Di me medesma; ed ha speranza Che al nobil suo progetto Utilissima sia tal vicinanza. Bravo! tiriamo avanti.

Queste le grazie son, questa la cura Ch'egli prende di te, della tua sposa. Oh guarda un po' che carità pelosa! Chétati: or viene il meglio: Don Basilio, Mio maestro di canto, e suo mezzano, Nel darmi la lezione Mi ripete ogni di questa canzone. Chi? Basilio? oh, birbante! E tu credevi Che fosse la mia dote Merto del tuo bel muso! Me n'era lusingato. Ei la destina Per ottener da me certe mezz'ore... Che il diritto feudale... Come? ne' feudi suoi Non l'ha il Conte abolito? Ebben, ora é pentito, e par che tenti Riscattarlo da me. Bravo! mi piace: Che caro signor Conte! Ci vogliam divertir: trovato avete... (si sente suonare un campanello) Chi suona? la Contessa. Addio, addio, addio, Figaro bello. Coraggio, mio tesoro. E tu, cervello. (parte)

SCENA SECONDA Figaro solo. (passeggiando con foco per la camera e fregandosi le mani) Bravo, signor padrone!... Ora incomincio A capir il mistero... e a veder schietto Tutto il vostro progetto: a Londra, é vero? - voi ministro, io corriera, e la Susanna... Secreta ambasciatrice: Non sarà, non sarà. Figaro il dice. Se vuol ballare, Signor Contino, Il chitarrino Le suonerò. Se vuol venire Nella mia scuola La capriola Le insegnerò. Saprò... ma piano, Meglio ogni arcano, Dissimulando, Scoprir potrò! L'arte schermendo, L'arte adoprando, Di qua pungendo, Di là scherzando, Tutte le macchine Rovescerò. (parte) SCENA TERZA Bartolo e Marcellina con un contratto in mano. BARTOLO Ed aspettaste il giorno Fissato a le sue nozze Per parlarmi di questo? - MARCELLINA lo non mi perdo Dottor mio di coraggio: Per romper de' sponsali Più avanzati di questo Bastò spesso un pretesto: ed egli ha meco,

Oltre a questo contratto, certi impegni... So io... basta... conviene La Susanna atterrir. Convien con arte Impuntigliarla a rifiutare il Conte. Egli per vendicarsi Prenderà il mio partito, E Figaro così fia mio marito. BARTOLO Bene, (prende il contratto dalle mani di Marcellina) Io tutto farò: senza riserve Tutto a me palesate. (da sé) (Avrei pur gusto Di dar per moglie la mia serva antica A chi mi fece un di rapir l'amica.) La vendetta, oh la vendetta! E un piacer serbato ai saggi: obliar l'onte, gli oltraggi, E' bassezza, é ognor viltà. Coll'astuzia... coll'arguzia... Col giudizio... col criterio... Si potrebbe... il fatto é serio... Ma credete si farà. Se tutto il codice Dovessi volgere, Se tutto l'indice Dovessi leggere, Con un equivoco, Con un sinonimo Qualche garbuglio Si troverà. Tutta Siviglia Conosce Bartolo: Il birbo Figaro Vostro sarà! (parte) SCENA QUARTA Marcellina, poi Susanna can una cuffia da donna, un nastro e un abito da donna. MARCELLINA Tutto ancor non ho perso: Mi resta la speranza: Ma Susanna si avanza: io vo' provarmi... (piano)

Fingiam di non vederla... ( forte) E quella buona perla La vorrebbe sposar! (da sé, resta indietro) (Di me favella.) MARCELLINA Ma da Figaro alfine Non può meglio sperarsi: argent fait tout. (da sé) (Che lingua! Manco male Ch'ognun sa quanto vale.) MARCELLINA Brava! questo é giudizio! Con quegli occhi modesti, Con quell'aria pietosa, E poi... (da sé) (Meglio é partir.) MARCELLINA (da sé) (Che cara sposa!) (vanno tutte due per partire, e s'incontrano alla porta) MARCELLINA ( facendo una riverenza) Via resti servita, Madama brillante. SU SAN NA ( facendo una riverenza) Non sono si ardita, Madama piccante. MARCELLINA (riverenza) No, prima a lei tocca. (riverenza) No, no, tocca a lei. e MARCELLINA (riverenza)

Io so i dover miei, Non fo inciviltà. MARCELLINA (riverenza) La sposa novella! (riverenza) La dama d'onore! MARCE LLINA (riverenza) Del Conte la bella! (riverenza) Di Spagna l'amore! MARCELLINA I meriti! L'abito! MARCELLINA Il posto! - L'età! MARCELLINA (infuriata) Per Bacco precipito, Se ancor resta qua! (minchionandola) Sibilla decrepita, Da rider mi fa. Marcellina parte infuriata, SCENA QUINTA Susanna e poi Cherubino. Va' là, vecchia pedante, Dottoressa arrogante, Perché hai letti due libri, E seccata Madama in gioventù...

(mette il vestito sopra il seggiolone) CHERUBI NO (esce in fretta) Susannetta sei tu? Son io; cosa volete? CHERUBINO Ah cor mio, che accidente! Cor vostro! Cosa avvenne? CHERUBINO Il Conte ieri Perché trovommi sol con Barbarina, Il congedo mi diede; E se la Contessina, La mia bella comare, Grazie non m'intercede, io vado via, (con ansietà) Io non ti vedo più, Susanna mia! Non vedete più me! Bravo! Ma dunque Non più per la Contessa Secretamente il vostro cor sospira? - CHERUBINO Ah che troppo rispetto ella m'ispira! Felice te, che puoi Vederla quando vuoi, Che la vesti il mattino, Che la sera la spogli, che le metti Gli spilloni, i merletti... (con un sospiro) Ah, se in tuo loco... Cos'hai lì? - dimmi un poco... (imitandolo) Ah il vago nastro, e la notturna cuffia Di comare si bella. CHERUBINO Deh dammelo sorella, Dammelo, per pietà! (toglie il nastro di mano a Susanna) Presto quel nastro! (vuol riprenderglielo)

CHERUBINO (egli si mette a girare intorno al seggiolone) Oh caro, oh bello, o fortunato nastro! (bacia e ribacia il nastro) Io non te 'l renderò che con la vita! (séguita a corrergli dietro, ma poi si arresta come fosse stanca) Cos'è quest'insolenza? CHERUBINO Eh via, sta cheta! In ricompensa poi Questa mia canzonetta io ti vo' dare. E che ne debbo fare? CHERUBINO Leggila alla padrona: Leggila tu medesma; Leggila a Barbarina, a Marcellina; (con trasporti di gioia) Leggila ad ogni donna del palazzo! Povero Cherubin, siete voi pazzo? - CHERUBINO Non so più cosa son, cosa faccio, Or di fuoco, ora sono di ghiaccio, Ogni donna cangiar di colore, Ogni donna mi fa palpitar. Solo ai nomi d'amor, di diletto, Mi si turba, mi s'altera il petto, E a parlare mi sforza d'amore Un desio ch'io non posso spiegar. Parlo d'amor vegliando, Parlo d'amor sognando, All'acque, all'ombra, ai monti, Ai fiori, all'erbe, ai fonti, All'eco, all'aria, ai venti Che il suon de' vani accenti Portano via con sé. E, se non ho chi m'oda, Parlo d'amore con me. Cherubino va per partire, e vedendo il Conte da lontana, torna indietro impaurito e si nasconde

dietro il seggiolone. SCENA SESTA Cherubino, Susanna e poi il Conte. CHERUBINO [Ah, son perduto!] (cerca mascherar Cherubino) Che timor! - Il Conte! - Misera me! Susanna, tu mi sembri Agitata e confusa. Signor... io chiedo scusa... Ma... se mai... qui sorpresa... Per carità! partite. Un momento, e ti lascio, (si mette a sedere sul seggiolone, prende Susanna per la mano) Odi. SU S AN NA (si distacca con forza) Non odo nulla. Due parole. Tu sai Che ambasciatore a Londra Il re mi dichiarò; di condur meco Figaro destinai. (timida) Signor, se osassi... (sorge) Parla, parla mia cara, (con tenerezza, e tentando di riprenderle la mano) E con quel dritto Ch'oggi prendi su me finché tu vivi Chiedi, imponi, prescrivi. (con smania) Lasciatemi signor; dritti non prendo,

Non ne vo', non ne intendo... oh, me infelice! Ah no Susanna, io ti vo' far felice! (come sopra) Tu ben sai quanto io t'amo: a te Basilio Tutto già disse: or senti, Se per pochi momenti Meco in giardin, sull'imbrunir del giorno... Ah per questo favore io pagherei... BASILIO (dentro la scena) E uscito poco fa. Chi parla? Oh Dei! Esci, e alcun non entri. (inquietissima) Ch'io vi lasci qui solo? BASILIO (dentro) Da Madama ei sarà, vado a cercarlo. (addita il seggiolone) Qui dietro mi porrò. Non vi celate. Taci, e cerca ch'ei parta. Oimé! che fate? Il Conte vuoi nascondersi dietro il sedile: Susanna si frappone tra il paggio e lui: il Conte la spinge dolcemente. Ella rincula, intanto il paggio passa davanti al davanti del sedile, si mette dentro in piedi, Susanna il ricopre colla vestaglia. SCENA SETTIMA Detti e Basilio.

BASILIO Susanna, il ciel vi salvi: avreste a caso Veduto il Conte? E cosa Deve far meco il Conte? - animo uscite. BASILIO Aspettate, sentite, Figaro di lui cerca. (da sé) Oh cieli! (a Basilio) Ei cerca Chi dopo voi più l'odia. (da sé) (Veggiam come mi seme.) BASILIO Io non ho mai nella moral sentito Ch'uno ch'ama la moglie odi il marito. Per dir che il Conte v'ama... Sortite, vil ministro Dell'altrui sfrenatezza: (con risentimento) lo non ho d'uopo Della vostra morale, Del Conte, del suo amor... BASILIO Non c'è alcun male. Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea Che preferir doveste per amante, Come fan tutte quante, Un signor liberai, prudente, e saggio, A un giovinastro, a un paggio... (con ansietà) A Cherubino! BASILIO A Cherubino! a Cherubin d'amore, Ch'oggi sul far del giorno, Passeggiava qui intorno Per entrar...

(con forza) Uom maligno, Un'impostura è questa. BASILIO E un maligno con voi chi ha gli occhi in testa. E quella canzonetta? Ditemi in confidenza: io sono amico, E ad altrui nulla dico: E per voi, per Madama? (mostra dello smarrimento) Chi diavol gliel'ha detto? BASILIO A proposito, figlia, Istruitelo meglio: egli la guarda A tavola si spesso, E con tale immodestia, Che se il Conte s'accorge... ehi, sul tal punto, Sapete, egli è una bestia. Scellerato! E perché andate voi Tai menzogne spargendo? BASILIO Io! che ingiustizia! Quel che compro io vendo. A quel che tutti dicono Io non aggiungo un pelo. (sortendo) Come! Che dicon tutti? BASILIO Oh bella! Oh cielo! (a Basilio) Cosa sento! tosto andate, E scacciate il seduttor. BASILIO In mal punto son qui giunto, Perdonate, oh mio signor.

Che ruina, me meschina, (quasi svenuta) Son oppressa dal dolor. e BASILIO (sostenendola) Ah, già svien la poverina! Come oddio! le batte il cor! BASILIO (approssimandosi al sedile in atto di farla sedere) Pian pianin su questo seggio. Dove sono? (rinviene) Cosa veggio! (staccandosi da tutti due) Che insolenza, andate fuor. Siamo qui per aiutarti, Non turbarti, oh mio tesor. BASILIO (con malignità) Siamo qui per aiutarvi: E sicuro il vostro onor. (al Conte) Ah del paggio quel ch'ho detto Era solo un mio sospetto! E un'insidia, una perfidia, Non credete all'impostor. Parta parta il damerino! BASILIO e Poverino! (ironicamente) Poverino! Ma da me sorpreso ancor. Come! BASILIO

Che! Da tua cugina L'uscio ier trovai rinchiuso; Picchio, m'apre Barbarina Paurosa fuor dell'uso. lo dal muso insospettito, Guardo, cerco in ogni sito, Ed alzando pian pianino Il tappeto al tavolino, Vedo il paggio... (imita il gesto colla vestaglia, e scopre il Paggio) (con sorpresa) Ah! cosa veggio! (con timore) Ah! crude stelle! BASILIO (con riso) Ah! meglio ancora! Onestissima signora! Or capisco come va! Accader non può di peggio: Giusti Dei! che mai sarà! BASILIO Cosi fan tutte le belle; Non c'è alcuna novità! Basilio, in traccia tosto Di Figaro, volate: Io vo' ch'ei veda... (addita Cherubino che non si muove di loco) (con vivezza) Ed io che senta: andate. (a Basilio) Restate: (a Susanna) Che baldanza! e quale scusa, Se la colpa è evidente?

Non ha d'uopo di scusa un'innocente. Ma costui quando venne? Egli era meco Quando voi qui giungeste, e mi chiedea D'impegnar la padrona A intercedergli grazia: il vostro arrivo In scompiglio lo pose, Ed allor in quel loco si nascose. Ma s'io stesso m'assisi Quando in camera entrai! CHERUBINO (timidamente) Ed allora di dietro io mi celai. E quando io là mi posi? CHERUBINO Allor io pian mi volsi, e qui m'ascosi. (a Susanna) Oh ciel! dunque ha sentito Quello ch'io ti dicea? CHERUBINO Feci per non sentir quanto potea. Oh perfidia! BASILIO Frenatevi: vien gente. (a Cherubino) E voi restate qui, picciol serpente! (io tira giù dai seggiolone) SCENA OTTAVA Figaro, contadini e contadine, i suddetti. Figaro con bianca veste in mano. Coro di contadine e di contadini vestiti di bianco che spargono fiori, raccolti in piccioli panieri, davanti ai Conte, e cantano il seguente:

CORO Giovani liete Fiori spargete Davanti il nobile Nostro signor. Il suo gran core Vi serba intatto D'un più bel fiore L'almo candor. (a Figaro con sorpresa) Cos'è questa commedia? (piano a Susanna) (Eccoci in danza: Secondami cor mio.) (da sé) (Non ci ho speranza.) Signor non isdegnate Questo del nostro affetto Meritato tributo: or che aboliste Un dritto si ingrato a chi ben ama... Quel dritto or non, vé più) cosa si brama? Dalla vostra saggezza il primo frutto Oggi noi coglierem: le nostre nozze Si son già stabilite: or a voi tocca Costei, che un vostro dono Illibata serbò, coprir di questa, Simbolo d'onestà, candida vesta. (da sé) (Dabolica astuzia! Ma fingere convien.) (ad aita voce) Son grato, amici, Ad un senso si onesto! Ma non merto per questo Né tributi né lodi; e un dritto ingiusto Né miei feudi abolendo, A natura, al dover [or dritti io rendo.

TUTTI Evviva, evviva, evviva! (malignamente) Che virtù! Che giustizia! (a Figaro e Susanna) A voi prometto Compier la cerimonia: Chiedo sol breve indugio; io voglio in faccia De' miei più fidi, e con più ricca pompa, Rendervi appien felici; (da sé) Marcellina si trovi. (ad aita voce) Andate, amici. I contadini ripetono il Coro, spargendo il resto dei fiori, e partono. Evviva! Evviva! BASILIO Evviva! (a Cherubino) E voi non applaudite? E afflitto poveretto! Perché il padron lo scaccia dal castello! Ah in un giorno si bello! SU SAN NA in un giorno di nozze! Quando ognuno v'ammira! CHERUBINO (s'inginocchia) Perdono mio signor...

Nol meritate. Egli é ancora fanciullo! Men di quel che tu credi. CHERUBINO É ver, mancai; ma dal mio labbro alfine... (lo alza) Ben ben; io vi perdono. Anzi farò di più: vacante é un posto D'uffizial nel reggimento mio; Io scelgo voi; partite tosto: addio. Il Conte vuoi partire, Susanna e Figaro l'arrestano. e Ah fin domani sol... No, parta tosto. CHERU BI NO (con passione e sospirando) A ubbidirvi signor son già disposto. Via, per l'ultima volta La Susanna abbracciate. (da sé) (Inaspettato é il colpo.) Cherubino abbraccia la Susanna, che rimane confusa. Ehi capitano A me pure la mano. (piano a Cherubino) (Io vo' parlarti Pria che tu parta.) (ad alta voce, con finta gioia) Addio Piccolo Cherubino; Come cangia in un punto il tuo destino. Non più andrai farfallone amoroso Notte e giorno d'intorno girando; Delle belle turbando il riposo,

Narcisetto, Adoncino d'amor. Non più avrai questi bei pennacchini, Quel cappello leggero e galante, Quella chioma, quell'aria brillante, Quel vermiglio donnesco color. Tra guerrieri poffar Bacco! Gran mustacchi, stretto sacco, Schioppo in spalla, sciabola al fianco, Collo dritto, muso franco, O un gran casco, o un gran turbante, Molto onor, poco contante, Ed invece del fandango, Una marcia per il fango, Per montagne, per valloni, Con le nevi e i solloni, Al concerto di tromboni, Di bombarde, di cannoni, Che le palle in tutti i tuoni All'orecchio fan fischiar. Cherubino, alla vittoria; Alla gloria militar. (partono tutti alla militare)

ATTO SECONDO Camera ricca con alcova a tre porte. SCENA PRIMA La Contessa soia; poi Susanna, e poi Figaro. SSA Porgi amor qualche ristoro Al mio duolo, a' miei sospir. O mi rendi il mio tesoro, O mi lascia almen morir. Vieni, cara Susanna: Finiscimi l'istoria. (entra) É già finita. SSA Dunque volle sedurti? Oh il signor Conte Non fa tai complimenti Colle donne mie pari; Egli venne a contratto di danari. SSA Ah il crudel più non m'ama! E come poi E geloso di voi? SSA Come lo sono I moderni mariti: per sistema Infedeli, per genio capricciosi, E per orgoglio poi tutti gelosi. Ma se Figaro fama... ei sol potria... (cantando entro la scena) La, la la la, la la la, la la la, La, la la la, la la la, la, la, la. Eccolo: vieni, amico. Madama impaziente...

(con ilare disinvoltura) A voi non tocca Stare in pena per questo. Alfin di che si tratta? Al signor Conte Piace la sposa mia, Indi secretamente Ricuperar vorria Il diritto feudale. Possibile é la cosa, e naturale. SSA Possibil! Natural! Naturalissima. E se Susanna vuol possibilissima. Finiscila una volta. Ho già finito. Quindi prese il partito Di sceglier me corriero, e la Susanna Consigliera secreta d'ambasciata: E perch'ella ostinata ognor rifiuta Il diploma d'onor ch'ei le destina Minaccia di protegger Marcellina. Questo é tutto l'affare. Ed hai coraggio di trattar scherzando Un negozio si serio? Non vi basta Che scherzando io ci pensi? Ecco il progetto: Per Basilio un biglietto lo gli fo capitar, che l'avvertisca Di certo appuntamento (alla Contessa) Che per l'ora del ballo A un amante voi deste... SSA O ciel! Che sento! Ad un uom si geloso! Ancora meglio: Così potrem più presto imbarazzarlo, Confonderlo, imbrogliarlo, Rovesciargli i progetti,

Empierlo di sospetti, e porgli in testa Che la moderna festa, Ch'ei di fare a me tenta, altri a lui faccia; Onde qua perda il tempo, ivi la traccia. Cosi, quasi ex abrupto, e senza ch'abbia Fatto per frastornarci alcun disegno, Vien l'ora delle nozze, (segnando la Contessa) E in faccia a lei Non fia, ch'osi d'opporsi ai voti miei. É ver, ma in di lui vece S'opporrà Marcellina. (a Susanna) Aspetta: al Conte Farai subito dir, che verso sera Atténdati in giardino: Il picciol Cherubino, Per mio consiglio non ancor partito, Da femmina vestito, Faremo che in tua vece ivi sen vada. Questa é l'unica strada Onde Monsù, sorpreso da Madama, Sia costretto a far poi quel che si brama. SSA (a Susanna) Che ti par? Non c'è mal. SSA Nel nostro caso... Quand'egli é persuaso... e dove é il tempo? - Ito é il conte alla caccia; e per qualch'ora Non sarà di ritorno. (sempre in atto di partire) Io vado e tosto Cherubino vi mando; lascio a voi La cura di vestirlo. SSA E poi?

E poi... Se vuoi ballare, Signor Contino, Il chitarrino Le suonerò. (parte) SCENA SECONDA La Contessa, Susanna, poi Cherubino. CO NT ESSA Quanto duolmi, Susanna, Che questo giovinotto abbia del Conte Le stravaganze udite? Ah tu non sai!... Ma per qual causa mai Da me stessa ei non venne?... Dov'è la canzonetta? Eccola: appunto Facciam che ce la canti. Zitto, vien gente: é desso. Avanti avanti: Signor uffiziale. CH ERUBINO Ah, non chiamarmi Con nome si fatale! ei mi rammenta Che abbandonar degg'io Comare tanto buona... E tanto bella! CHERUBINO (sospirando) Ah si... certo... (Imitandolo) Ah si certo Ipocritone! Via presto la canzone Che stamane a me deste A Madama cantante SSA (aprendola) Chi n'è l'autor? (additando Cherubino) Guardate: ha due braccia Di rossor sulla faccia. SSA Prendi la mia chitarra, e l'accompagna.

CHERUBINO Io sono si tremante... Ma se Madama vuole... Lo vuole, si lo vuol. Manco parole. La Susanna fa il ritornello sul chitarrino. CHERUB IN O Voi che sapete Che cosa é amor Donne vedete S'io l'ho nel cor. Quello ch'io provo Vi ridirò; É per me nuovo, Capir nol so. Sento un affetto Pien di desir, Ch'ora é diletto. Ch'ora é martir. Gelo, e poi sento L'alma avvampar, E in un momento Torno a gelar. Ricerco un bene Fuori di me Non so chi 'l tiene, Non so cos'è. Sospiro e gemo Senza voler, Palpito e tremo Senza saper, Non trovo pace Notte né di, Ma pur mi piace Languir così. Voi che sapete Che cosa é amor, Donne vedete S'io l'ho nel cor.

SSA Bravo! che bella voce! Io non sapea Che cantaste si bene. SUSA NNA Oh in verità Egli fa tutto ben quello ch'ei fa. Presto a noi bel soldato: Figaro v'informò... CHERUBINO Tutto mi disse. Lasciatemi veder. (si misura con Cherubino) Andrà benissimo: Siam d'uguale statura... giù quel manto, (gli cava il manto) SSA (a Susanna) Che fai? Niente paura. SSA E se qualcuno entrasse? Entri: che mal facciamo? La porta chiuderò. (chiude la porta) Ma come poi Acconciargli i capelli? - SSA Una mia cuffia Prendi nel gabinetto presto! Susanna va nei gabinetto a pigliar una cuffia; Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia veder la patente che terrà in petto; la Contessa la prende, la apre, e vede che manca il sigilla. Che carta é quella? CHERUBINO La patente. SSA Che sollecita gente! CHERUBINO L'ebbi or da Basilio. SSA (gliela rende)

Dalla fretta obliato hanno il sigillo. (sorte) Il sigillo di che? SSA Della patente. SUSA NN A Cospetto! che premura! Ecco la cuffia. SSA (a Susanna) Spicciati: va bene. Miserabili noi, se il Conte viene. Venite inginocchiatevi: (prende Cherubino e io fa inginocchiare davanti, poco discosto dalla Contessa che siede) Restate fermo li. (io pettina da un lato, poi io prende pel mento e io volge a suo piacere) Pian piano or via giratevi: Bravo, va ben così. (Cherubino, mentre Susanna io sta acconciando, guarda la Contessa teneramente) La faccia ora volgetemi, Olà quegli occhi a me. (seguita ad acconciarlo ed a pargli la cuffia) Drittissimo: guardatemi. Madama qui non é. Più alto quel colletto... Quel ciglio un po' più basso... Le mani sotto il petto... Vedremo poscia il passo Quando sarete in piè. (piano alla Contessa) Mirate il bricconcello! Mirate quanto é bello! Che furba guardatura! Che vezzo, che figura! Se l'amano le femmine, Han certo il lor perché. SSA Quante buffonerie!

Ma se ne sono lo medesma gelosa! (prende pei mento Cherubino) Ehi serpentello, Volete tralasciar d'esser si bello? SSA Finiam le ragazzate: or quelle maniche Oltre il gomito gli alza, Onde più agiatamente L'abito gli si adatti. (eseguisce) Ecco. SSA Più indietro. Cosi: (scoprendo un nastro, onde ha fasciato il braccio) Che nastro é quello? - E quel ch'esso involommi. SSA (stacca il nastro) E questo sangue? CHE RUBINO (turbato) Quel sangue... io non so come... Poco pria sdrucciolando... In un sasso... la pelle io mi graffiai... E la piaga col nastro io mi fasciai. Mostrate: non c'è mal. Cospetto! ha il braccio Più candido del mio! qualche ragazza... SSA E segui a far la pazza? - Va' nel mio gabinetto, e prendi un poco D'inglese taffetà, ch'è sullo scrigno; Susanna parte in fretta. In quanto al nastro... (guarda un poca il suo nastro) Cherubino inginocchiata la osserva attentamente. Inver... per il colore

Mi spiacea di privarmene... (entra e le da il taffetà e le forbici) Tenete: E da legargli il braccio? - CON TE SSA Un altro nastro Prendi insiem col mio vestito. Susanna parte per la porta ch'è in fondo e porta seco il mantello di Cherubino. CHERUBINO Ah più presto m'avria quello guarito! - SSA Perché? - questo é migliore! CHERUBINO Allor che un nastro... Legò la chioma... ovver toccò la pelle... D'oggetto... SSA (interrompeiidolo) Forastiero, E' buon per le ferite! non é vero? Guardate qualità ch'io non sapea! CHERUBINO Madama scherza; ed io frattanto parto. SSA Poverin! che sventura! CHERUBINO Oh me infelice! SSA (con affanno e commozione) Or piange... CH ERUBINO O crei! perché morir non lice! Forse vicino all'ultimo momento... Questa bocca oseria! SSA (gli asciuga gli occhi coi fazzoletto) Siate saggio: cos'è questa follia? Si sente picchiare alla porta. Chi picchia alla mia porta?

(fuori della porta) Perché chiusa? - SSA Il mio sposo, o Dei! son morta! Voi qui senza mantello! In quello stato! un ricevuto foglio... La sua gran gelosia! (con più forza) Cosa indugiate? SSA (confusa) Son sola... anzi... son sola... E a chi parlate? SSA A voi... certo... a voi stesso... CHERUBINO Dopo quel ch'è successo, il suo furore... Non trovo altro consigliol (entra nei gabinetto, e chiude) SSA Ah mi difenda il cielo in tal perigliol (prende la chiave) SCENA TERZA La Contessa ed il Conte vestito da cacciatore. (entrando) Che novità! non fu mai vostra usanza Di rinchiudervi in stanza! SSA E' ver; ma io Io stava qui mettendo Via, mettendo... CON T ESSA Certe robe... era meco la Susanna... Che in sua camera é andata.

CO NTE Ad ogni modo Voi non siete tranquilla. Guardate questo foglio. SSA (da sé) Numi! é il foglio Che Figaro gli scrisse... Cherubino fa cadere un tavolino, ed una sedia in gabinetto, con molto strepito. Cos'è codesto strepito? SSA [Strepito?...] in gabinetto Qualcosa é caduta. SSA lo non intesi niente. Convien che abbiate gran pensieri in mente. SSA Di che? Là v'è qualcuno. SSA Chi volete che sia? Lo chiedo a voi. Io vengo in questo punto. SSA Ah si, Susanna... appunto... Che passò mi diceste alla sua stanza! SSA Alla sua stanza, o qui -non vidi bene... Susanna! - e donde viene Che siete si turbata?

SSA (con un risolino forzato) Per la mia cameriera? Io no so nulla: Ma turbata senz'altro. SSA Ah questa serva Più che non turba me, turba voi stesso. É vero, è vero: e lo vedrete adesso. La Susanna entra per la porta ond'è uscita, e si ferma vedendo il Coti te, che dalia porta dei gabinetto sta favellando. Susanna or via sortite, Sortite io così vo'. SSA (al Conte, affannata) Fermatevi... sentite... Sortire ella non può. Cos'è codesta lite! Il paggio dove andò! E chi vietarlo or osa? SSA Lo vieta l'onestà. Un abito da sposa Provando ella si sta. Chiarissima é la cosa: L'amante qui sarà! SSA Bruttissima é la cosa: Chi sa cosa sarà. Capisco qualche cosa: Veggiamo come va.

Dunque parlate almeno, Susanna se qui siete... SSA Nemmen nemmen nemmeno, Io v'ordino tacete. (si nasconde entro l'alcova) Oh cielo un precipizio, Un scandalo, un disordine Qui certo nascerà. e SSA mia, Consorte Giudizio, mio, Uno scandalo, un disordine Schiviam, per carità. Dunque, voi non aprite? SSA E perché deggio Le mie camere aprir? Ebben, lasciate, L'aprirem senza chiavi: ehi gente... SSA Come? Porreste a repentaglio D'una dama l'onore? É vero, io sbaglio: Posso senza rumore, Senza scandalo alcun di nostra gente, Andar io stesso a prender l'occorrente: Attendete pur qui... ma perché in tutto Sia il mio dubbio distrutto anco le porte Io prima chiuderò. (chiude a chiave la porta che conduce alle stanze delle cameriere) SSA (a parte) (Che imprudenza!) Voi la condiscendenza Di venir meco avrete. (con affettata ilarità)

Madama, eccovi il braccio, andiamo. SSA (con ribrezzo) Andiamo. (accenna il gabinetto) Susanna starà qui finché torniamo. (partono) SCENA QUARTA Susanna e Cherubino. (uscendo dall'alcova in fretta) Aprite, presto, aprite; (alla porta del gabinetto) Aprite: é la Susanna. Sortite, via, sortite, Andate via di qua. CHERUBINO (confuso e senza fiato) Oimé che scena orribile! Che gran fatalità! Partite, non tardate Di qua, di qua, di là. e CHERUBINO (accostandosi or ad una, or ad un'altra porta) Le porte son serrate. Che mai, che mai sarà! CHERUBINO Qui perdersi non giova. V'uccide, se vi trova. CHERUBINO M'uccide, se mi trova. (affacciandosi alla finestra) Veggiamo un po' qui fuori, ( facendo moto di saltar giù ) Da proprio nel giardino. (trattenendola)

Fermate, Cherubino! Fermate, per pietà! CHERUBINO (tornando a guardare) Un vaso o due di fiori, Più mal non avverrà. (trattenendolo sempre) Tropp'alto per un salto. Fermate per pietà! CHERUBINO (si scioglie) Lasciami: pria di nuocerle, Nel foco volerei. Abbraccio te per lei - Addio: (salta fuori) Cosi si fa. Ei va a perire oh Dei! Fermate, per pietà! (mette un alto grido, siede uff momento, poi va al balcone) oh guarda il demonietto! come fugge! E già un miglio lontano. Ma non perdiamoci invano: Entriam nel gabinetto: Venga poi lo smargiasso, io qui l'aspetto. (en tra in gabinetto e si chiude dietro la porta.) SCENA QUINTA La Contessa, il Conte coti martello e tenaglia in mano; al suo arrivo esamina tutte le parte. tutto é come il lasciai: volete dunque Aprir voi stessa, (in atto di aprir a forza la parta) O deggio... SSA E ascoltatemi un poco. Aimé fermate; Il Conte getta il martello e la tenaglia sopra una sedia. Mi credete capace

Di mancar al dover? - Come Vi piace. Entro quel gabinetto Chi v'è chiuso vedrò. SSA (timida e tremante) Si lo vedrete... Ma uditemi tranquillo. (alterato) Non é dunque Susanna! SSA (come sopra) No ma invece é un oggetto Che ragion di sospetto Non vi deve lasciar: per questa sera... Una burla innocente... Di far si disponeva... ed io vi giuro... Che l'onor... l'onestà... Chi é dunque! Dite... (più alterato) L'ucciderò. SSA (come sopra) Sentite. Ah, non ho cor. Parlate. CO NT ESSA É un fanciullo... Un fanciul!... SSA Si... Cherubino... (da sé) (E mi farà il destino Ritrovar questo paggio in ogni locol) ( forte) Come? non é partito? Scelleratil Ecco i dubbi spiegati: ecco l'imbroglio,

Ecco il raggiro, onde m'avverte il foglio. SCENA SESTA La Contessa, il Conte. (alla porta del gabinetto con impeto) Esci ormai garzon malnato, Sciagurato, non tardar. SSA (ritirandolo a forza dai gabinetto) Ah signore, quel furore Per lui fammi il cor tremar. E d'opporvi ancor osate? SSA No, sentite: Via parlate. SSA Giuro al ciel ch'ogni sospetto... (treman te e sbigottita) E lo stato in che il trovate... Sciolto il collo... nudo il petto... Nudo il petto! Seguitate. SSA Per vestir femminee spoglie... Ah comprendo indegna moglie, Mi vo tosto vendicar. (s'appressa al gabinetto e poi torna indietro) SSA (can forza) Mi fa torto quel trasporto, M'oltraggiate a dubitar. Qua la chiave. CONT ESSA Egli é innocente, Voi, sapete...

Non so niente. Va lontan dagli occhi miei. Un'infida, un'empia sei E mi cerchi d'infamar. SSA Vado... si... ma... Non ascolto. SSA Non son rea. Vel leggo in Volto! - Mora, mora, e più non sia Ria cagion del mio penar. SSA Ah la cieca gelosia Qualche eccesso gli fa far... Il Conte apre il gabinetto, e Susanna esce sulla porta tutta grave, ed ivi si ferma. SCENA SETTIMA I suddetti e la Susanna ch'esce dai gabinetto. e SSA (con maraviglia) Susanna! Signore, Cos'è quel stupore? (con ironia) Il brando prendete, Il paggio uccidete, Quel paggio malnato Vedetelo qua. (da sé) Che scola! la testa Girando mi va. SSA (da sé) Che storia è mai questa; Susanna v'è là.

(da sé) Confusa han la testa, Non san come va. Sei sola? Guardate: Qui ascoso sarà. Guardiamo, guardiamo, Qui ascoso sarà. (entra nel gabinetto) SCENA OTTAVA [Susanna, la Contessa e poi il Conte. ] SSA Susanna, son morta: Il fiato mi manca. (allegrissima, addita alla Contessa la finestra onde é saltato Cherubino) Più lieta, più franca, In salvo é di già. (esce confuso dai gabinetto) Che sbaglio mai presi! - Appena lo credo; Se a torto v'offesi, Perdono vi chiedo; ya far burla simile E poi crudeltà. SSA e (la Contessa col fazzoletto alla bacca per celar il disordine di spirito) Le vostre follie Non mertan pietà. lo v'amo. SSA (rinvenendo dalla confusione a poco a poco) Nol dite. Vel giuro!

SSA Mentite! (con forza e collera) Son l'empia, l'infida Che ognora v'inganna. Quell'ira, Susanna, M'aita a calmar. Cosi si condanna Chi può sospettar. SSA (con risentimento) Adunque la fede D'un'anima amante Si fiera mercede Doveva sperar? e (in atto di preghiera) Signora! Rosina! SSA (al Conte) Crudele! Più quella non sono; Ma il misero oggetto Del vostro abbandono Che avete diletto Di far disperar. e Confuso, pentito, Son troppo punito: E' Abbiate pietà. SSA Soffrir si gran torto. Quest'alma non sa. Ma il paggio rinchiuso? SSA Fu sol per provarvi.

Ma i tremiti, i palpiti?... SSA Fu sol per burlarvi. E un foglio si barbaro? SSA e Di Figaro é il foglio, E a voi per Basilio... Ah perfidi, io voglio!... CO NTESSA e SU SANNA Perdono non merta Chi agli altri nol dà. (con tenerezza) Ebben, se vi piace, Comune é la pace; Rosina inflessibile Con me non sarà. SSA Ah quanto, Susanna, Son dolce di core! Di donne al furore Chi più crederà! Cogli uomin, signora, Girate, volgete, Vedrete che ognora Si cade poi là. (con tenerezza) Guardatemi. SSA Ingrato. Ho torto: e mi pento. (bacia e ribacia la mano della Contessa), SSA e Da questo momento vi

Quest'alma a conoscermi la Apprender potrà. SCENA NONA I suddetti e Figaro. FIGA RO Signori, di fuori Son già i suonatori: Le trombe sentite, I pifferi udite. Tra canti, tra balli De' vostri vassalli, Corriamo, voliamo Le nozze a compir! (prende Susanna sotto il braccia) (trattenendolo) Pian piano, men fretta. La turba m'aspetta. Un dubbio toglietemi In pria di partir., SSA, e (sottovoce) La cosa é scabrosa; Com'ha da finir! Con arte le carte Convien qui scoprir. (a Figaro) Conoscete, signor Figaro, (mostrandogli il foglio) Questo foglio chi vergò? (fingendo d'esaminarlo) Nol conosco... nol conosco... Nol conosci? SSA Nol conosci?

Nol conosci? (a tutti tre, l'un dopo l'altro, con risolutezza) No, no, no! E nol desti a Don Basilio... SSA Per recarlo... Tu c'intendi... Oibó, oibó. E non sai del damerino... SSA Che stasera nel giardino... Già capisci... Io non lo so. Cerchi invan difesa e scusa, Il tuo ceffo già t'accusa: Vedo ben che vuoi mentir. (al Conte) Mente il ceffo, io già non mento. SSA e (a Figaro) Il talento aguzzi invano. Palesato abbiam l'arcano: Non v'è nulla da ridir. Che rispondi?

Niente, niente. Dunque, accordi? Non accordo. SSA e (a Figaro) Eh via, chetati, balordo: La burletta ha da finir. Per finirla lietamente E all'usanza teatrale (prendendo Susanna sotto il braccio) Un'azion matrimoniale Le faremo ora seguir. SSA, e (al Conte) Deh signor nol contrastate: miei Consolate i desir lor (da sé) Marcellina, Marcellina! Quanto tardi a comparir! SCENA DECIMA La Contessa, il Conte, Susanna, Figaro e Antonio. Entra Antonio, il giardiniere, mezzo ubriaco, portando un vaso di garofani schiacciato. ANTONIO (infuriato) Ah signore... signor... (con ansietà) Cosa é stato?... ANTONIO Che insolenza! Chi 'l fece! chi fu!, SSA, e

(con ansietà) Cosa dici, cos'hai, cosa é nato? ANTONIO (come sopra) Ascoltate., SSA, e Via, parla, di' su. ANTONIO Dal balcone che guarda in giardino Mille cose ogni di gettar veggio, E poc'anzi, può darsi di peggio? Vidi un uom, signor mio, gittar giù. (con vivacità) Dal balcone? ANTONIO (additandogli il vaso di fiori schiacciato) Vedete i garofani? In giardino? ANTONIO Si. SSA e (piano a Figaro) Figaro all'erta! Cosa sento! SSA, e (da se) Costui ci sconcerta: (ad alta voce) Quel briaco che viene a far qui? (ad Antonio con fuoco) Dunque un uom... Ma dov'è, dov'è gito? ANTONIO Ratto ratto il birbone é fuggito E ad un tratto di vista m'uscì.

(sottovoce a Figaro) Sai che il paggio... (sottovoce a Susanna) So tutto, lo vidi. (ride forte) Ah, ah, ah! Taci là. ANTONIO (a Figaro) Cosa ridi? (ad Antonio) Tu sei cotto dal sorger del di. (ad Antonio) Or ripetimi: un uom dal balcone... ANTONIO Dal balcone... In giardino... ANTONIO In giardino... SSA, e Ma signore, se in lui parla il vino! (ad Antonio) Segui pure: né in volto il vedesti? ANTONIO No, nol vidi. SSA e (sottovoce a Figaro) Olà, Figaro, ascolta! (ad Antonio) Via piangione sta' zitto una volta: (toccando con disprezzo i garofani) Per tre soldi far tanto tumulto: Giacché il fatto non può stare occulto,

Sono io stesso saltato di li. Chi? voi stesso? - SSA e (da sé) Che testa! che ingegno! FIGA RO (al Conte) Che stupori! Già creder nol posso. ANTONIO (a Figaro) Come mai diventaste si grosso? - Dopo il salto non foste così. FIGA RO A chi salta succede così. ANTONIO Chi 'l direbbe? SSA e (da sé) Ed insiste, quel pazzo! (ad Antonio) Tu che dici? ANTONIO E a me parve il ragazzo. (con fuoco) Cherubin! SSA e (da sé) Maledettol Esso appunto. (ironicamente) Da Siviglia a cavallo qui giunto, Da Siviglia ov'ei forse sarà. ANTON IO (con rozza semplicità) Questo no, questo no, ché il cavallo

Io non vidi saltare di là. Che pazienza! Finiam questo ballo SSA e (da sé) Come mai, giusto ciel! finirà? (a Figaro) Dunque tu... (con disinvoltura) Saltai giù. Ma perché? il timor... Che timor? (additando te camere dette serve) Là rinchiuso, Aspettando quel caro visetto... Tippe tappe, un susurro fuor d'uso... Voi gridaste.., lo scritto biglietto... Saltai giù dal terrore confuso... (fingendo d'aversi stroppiato il piede) E stravolto m'ho un nervo del piè! ANTONIO Vostre dunque saran queste carte (porgendo a Figaro alcune carte chiuse) Che perdeste... (togliendogliele) Olà, porgile a me. (piano alla Contessa e a Susanna) Sono in trappola. SSA e (piano a Figaro) Figaro all'erta! (apre il foglio e io chiude tosto) Dite un po', questo foglio cos'è?

Tosto tosto... n'ho tanti, aspettate. (cavando di tasca alcune carte per guardare) ANTONIO Sarà forse il sommario de' debiti. FIGA RO No, la lista degli osti. (a Figaro) Parlate. (ad Antonio) E tu lascialo! SSA, e lo Lascia e parti... mi ANTONIO Parto si, ma se torno a trovarti. (parte) Vanne, vanne, non temo di te. (riapre la carta e poi tosto la chiude) (a Figaro) Dunque?... SSA (piano a Susanna) O ciel! la patente del paggio! (piano a Figaro) Giusti Dei! la patente!... (a Figaro, ironicamente) Coraggio! - ( fingendo di risovvenirsi) Uh, che testa! - Quest'è la patente Che poc'anzi il fanciullo mi die.

Per che fare? (imbrogliato) Vi manca... Vi manca? - SSA (piano a Susanna) Il suggello. (piano a Figaro) Il suggello! Rispondi? finge di pensare) E l'usanza... Su via ti confondi? E l'usanza di porvi il suggello. (guarda, e vede che manca il sigillo; guasta il foglio e con somma collera lo getta) (Questo birbo mi toglie il cervello; Tutto, tutto é un mistero per me.) CONT ESSA e SU SAN NA (da sé) (Se mi salvo da questa tempesta, Più non avvi naufragio per me.) (da sé) (Sbuffa invano, e la terra calpesta; Poverino, ne sa men di me.) SCENA UNDICESIMA ED ULTIMA I suddetti, Marcellina, Bartolo e Basilio. MARCELLINA, BARTOLO e BASILIO (al Conte) Voi signor, che giusto siete, Ci dovete or ascoltar. (da sé) Son venuti a vendicarmi.

io mi sento a consolar. SSA, e (da sé) Son venuti a sconcertarmi, Qual rimedio ritrovar? (al Conte) Son tre stolidi, tre pazzi. Cosa mai vengono a far? Pian pianin, senza schiamazzi Dica ognun quel che gli par. MARCELLINA Un impegno nuziale Ha costui con me contratto: E pretendo che il contratto Deva meco effettuar. SSA, e Come! Come! Olà, silenzio: lo son qui per giudicar. BA RTOLO Io da lei scelto avvocato Vengo a far le sue difese, Le legittime pretese Io qui vengo a palesar. SSA, e É un birbante!... Olà, silenzio: lo son qui per giudicar. BASILIO lo, com'uom al mondo cognito, Vengo qui per testimonio Del promesso matrimonio Con prestanza di danar. SSA, e Son tre matti! Lo Vedremo, Il contratto leggeremo

Tutto in ordin deve andar., MARCELLINA, BARTOLO e BASILIO che bel colpo, che bel caso! E cresciuto a tutti il naso, Qualche Nume a noi propizio li Qui ha fatti capitar. ci SSA, e a, a, Son confus son stordit o, o, a, a. Disperat sbalordit o, o. Certo, un diavol dell'inferno Qui li ha fatti capitar.

ATTO TERZO Sala ricca con due troni e preparata a festa nuziale. SCENA PRIMA li Conte solo che passeggia. Che imbarazzo é mai questo! un foglio La cameriera in gabinetto chiusa... [anonimo.. La padrona confusa... un uom che salta Dal balcone in giardino... un altro appresso Che dice esser quel desso... Non so cosa pensar. Potrebbe forse Qualcun de' miei vassalli.., a simil razza É comune l'ardir, ma la Contessa... Ah, che un dubbio l'offende.., ella rispetta Troppo se stessa; e l'onor mio... l'onore... Dove diamin l'ha posto umano errore! SCENA SECONDA il suddetto, la Contessa e Susanna; s'arrestano in fondo alla scena, non vedute dai Conte. SSA Via, fàtti core: digli Che ti attenda in giardino. Saprò se Cherubino Era giunto a Siviglia: a tale oggetto Ho mandato Basilio... Oh cielo! e Figaro? SSA A lui non dei dir nulla: in vece tua Voglio andarci io medesma. Avanti sera Dovrebbe ritomar... Oh Dio.., non oso! SSA Pensa ch'è in tua mano il mio riposo. (si nasconde)

E Susanna? chi sa ch'ella tradito Abbia il secreto mio... Oh, se ha parlato, Gli fo sposar la vecchia. (s'avanza) (Marcellina!) Signor... (serio) Cosa bramate? Mi par che siete in collera! Volete qualche cosa? Signor... la vostra sposa Ha i soliti vapori, E vi chiede il fiaschetto degli odori. Prendete. Or Vel riporto. Eh no: potete Ritenerlo per voi. Per me? [Scusate,] Questi non son mali Da donne triviali. Un'amante, che perde il caro sposo Sul punto d'ottenerlo Pagando Marcellina Con la dote che voi mi prometteste... Ch'io vi promisi? quando? Credea d'averlo inteso.

Si, se voluto aveste Intendermi Voi stessa. E' mio dovere: E quel di sua Eccellenza é il mio volere. Crudel! Perché finora Farmi languir così? Signor, la donna ognora Tempo ha di dir di si. Dunque in giardin verrai? Se piace a voi, verrò. E non mi mancherai? No, non vi mancherò. (Mi sento dal contento Pieno di gioia il cor.) (Scusatemi se mento, Voi che intendete amor.) E perché fosti meco Stamattina si austera? SUSA N NA Col paggio ch'ivi c'era... CO NTE Ed a Basilio, Che per me ti parlò? Ma qual bisogno Abbiam noi che un Basilio... E' vero, é vero, E mi prometti poi... Se tu manchi, oh cor mio.. Ma la Contessa Attenderà il fiaschetto.

Eh fu un pretesto: Parlato io non avrei senza di questo. (le prende la mano) Carissima! (si ritira) Vien gente. E mia senz'altro. Forbitevi la bocca, oh signor scaltro. SCENA TERZA Figaro, Susanna e subito il Conte. Ehi, Susanna, ove vai? Taci: senza avvocato Hai già vinta la causa. (parte) Cosa é nato? (la segue) SCENA QUARTA Il Conte solo. Hai già vinta la causa! cosa sento! In qual laccio cadea! Perfidi! io voglio Di tal modo punirvi... a piacer mio La sentenza sarà... Ma s'ei pagasse La vecchia pretendente? Pagarla! in qual maniera! E poi v'è Antonio Che a un incognito Figaro ricusa Di dare una nipote in matrimonio. Coltivando l'orgoglio Di questo mentecatto... Tutto giova a un raggiro... Il colpo é fatto. Vedrò, mentr'io sospiro, Felice un servo mio? E un ben, che invan desio,

Ei posseder dovrà? Vedrò per man d'amore Unita a un vile oggetto Chi in me destò un affetto Che per me poi non ha? Ah, no, lasciarti in pace, Non vo' questo contento, Tu non nascesti, audace! Per dare a me tormento, E forse ancor per ridere Di mia infelicità. Già la speranza sola Delle vendette mie Quest' anima consola E giubilar mi fa. (vuoi partire e s'incontra in Don Curzio) SCENA QUINTA lilconte, Marcellina, Don Curzio, Figaro e Bartolo; poi Susanna. DON CURZIO (tartagliando) E decisa la lite. O pagarla, o sposarla. Ora ammutite. MARCELLINA lo respiro. Ed io moro. MARCELLINA (da sé) Alfin sposa io sarò d'un uom che adoro. Eccellenza, m'appello E giusta la sentenza: O pagar, o sposar, bravo Don Curzio. DON CURZIO Bontà di sua Eccellenza. BARTOLO Che superba sentenza! In che superba?

BARTOLO Siam tutti vendicati... Io non la sposerò. BARTOLO La sposerai. DON CU RZ IO O pagarla, o sposarla. Lei t'ha prestato Duemila pezzi duri. Son gentiluomo, e senza L'assenso de' miei nobili parenti... Dove sono? chi sono? Lasciate ancor cercarli: Dopo dieci anni io spero di trovarli. BARTOLO Qualche bambin trovato? No perduto, dottor, anzi rubato. Come? MARCELLINA Cosa? BARTOLO La prova? DON CURZIO Il testimonio? L'oro, le gemme, e i ricamati panni, Che ne' più teneri anni Mi ritrovato addosso i masnadieri, Sono gl'indizi veri Di mia nascita illustre: e sopra tutto Questo al mio braccio impresso geroglifico... MARCE LLINA Una spatola impressa al braccio destro...

E a voi chi 'l disse? MARCELLINA Oh Dio, E' egli... È ver, son io. DON CURZIO Chi? Chi? BARTOLO Chi? MARCELLINA Raffaello. BA RTOLO E i ladri ti rapir... Presso un castello. BARTOLO Ecco tua madre. Balia... BARTOLO No, tua madre. e DON CURZIO Sua madre! Cosa sento! MARCELLINA Ecco tuo padre. (abbracciando Figaro) Riconosci in questo amplesso Una madre, amato figlio! (a Bartolo) Padre mio, fate lo stesso, Non mi fate più arrossir. BARTOLO (abbracciando Figaro) Resistenza la coscienza Far non lascia al tuo desir.

DON CURZIO Ei suo padre, ella sua madre, L'imeneo non può seguir. Son smarrito, son stordito: Meglio é assai di qua partir. (vuoi partire) MARCELLINA Figlio amato! BARTOLO Figlio amato! Parenti amati! Susanna entra con una borsa in mano. (arrestando il Conte) Alto, alto, signor Conte, Mille doppie son qui pronte, A pagar vengo per Figaro, Ed a porlo in libertà. e DON CURZIO Non sappiam com'è la cosa, Osservate un poco là! (si volge vedendo Figaro che abbraccia Marcellina) Già d'accordo colla sposa; Giusti Dei, che infedeltà! (vuoi partire) Lascia, iniquo! (trattenendo Susanna) No, t'arresta! Senti, oh cara! (dà uno schiaffo a Figaro) Senti questa!, BARTOLO e MARCELLINA E un effetto di buon core, Tutto amore é quel che fa. e DON CURZIO

o, o Frem smani dal furore e, a me la Il destino fa. gliela Fremo, smanio dal furore, Una vecchia me la fa. MARCELLINA (corre ad abbracciar Susanna) Lo sdegno calmate, Mia cara figliuola, Sua madre abbracciate, Che or vostra sarà. Sua madre? TUTTI Sua madre! E quello é mio padre, Che a te lo dirà. Suo padre? TUTTI Suo padre! E quella é mia madre. Che a te lo dirà. (corrono tutti quattro ad abbracciarsi),, MARCELLINA e BARTOLO Al dolce contento Di questo momento, Quest'anima appena Resister or sa. e DON CURZIO Al fiero tormento Di questo momento, Quest'anima appena Resister or sa. (il Conte e Don Curzio partono) SCENA SESTA

Susanna, Marceiiina, Figaro e Bartolo. MA RCELLINA Eccovi, oh caro amico, il dolce frutto Dell'antico amor nostro... BARTOLO Or non parliamo Di fatti si remoti; egli é mio figlio, Mia consorte voi siete; E le nozze farem quando volete. MARCELLINA Oggi, e doppie saranno: (dà il biglietto a Figaro) Prendi, questo é il biglietto Del danar che a me devi, ed é tua dote. (getta per terra una borsa di danari) Prendi ancor questa borsa. BARTOLO (fa lo stesso) E questa ancora. Bravi, gettate pur ch'io piglio ognora. Voliamo ad informar d'ogni avventura Madama e nostro zio. Chi al par di me contento? lo. BARTOLO lo. MARCELLINA lo.,, MARCELLINA e BARTOLO (partendo abbracciati) E schiatti il signor Conte al gusto mio! SCENA SETTIMA Barbarina, Cherubino. BARBARINA Andiamo, andiam, bel paggio, in casa mia Tutte ritroverai Le più belle ragazze del castello Di tutte sarai tu certo il più bello.

CHERU BI NO Ah! se il Conte mi trova, Misero me, tu sai Che partito ei mi crede per Siviglia. BARBARINA Oh, ve' che maraviglia, e se ti trova, Non sarà cosa nuova... Odi... vogliam vestirti come noi: Tutte insieme andrem poi A presentar de' fiori a Madamina; Fidati, oh Cherubin, di Barbarina. (partono) SCENA OTTAVA La Confessa sola. SSA E Susanna non vien! sono ansiosa Di saper come il Conte Accolse la proposta. Alquanto ardito Il progetto mi par, e ad uno sposo Si vivace, e geloso! Ma che mal c'è? Cangiando i miei vestiti Con quelli di Susanna, e i suoi co' miei... Al favor della notte... oh cielo, a quale Umil stato fatale io son ridotta Da un consorte crudel, che dopo avermi Con un misto inaudito D'infedeltà, di gelosie, di sdegni, Prima amata, indi offesa, e alfin tradita, Fammi or cercar da una mia serva aita! Dove sono i bei momenti Di dolcezza, e di piacer, Dove andaro i giuramenti Di quel labbro menzogner? Perché mai, se in pianti e in pene Per me tutto si cangiò; La memoria di quel bene Dal mio sen non trapassò? Ah! se almen la mia costanza Nel languire amando ognor Mi portasse una speranza Di cangiar l'ingrato cor. (parte) SCENA NONA

Il Conte ed Antonio con un cappello in mano. ANTONIO Io vi dico, signor, che Cherubino E ancora nel castello, E vedete per prova il suo cappello. Ma come, se a quest'ora Esser giunto a Siviglia egli dovria? ANTONIO Scusate, oggi Siviglia é a casa mia. Là vestissi da donna, e là lasciati Ha gl'altri abiti suoi. Perfidi! ANTONIO Andiam, e li vedrete voi. (partono) SCENA DECIMA La Contessa e Susanna. SSA Cosa mi narri, e che ne disse il Conte? Gli si leggeva in fronte Il dispetto e la rabbia. SSA Piano: ché meglio or Io porremo in gabbia. Dov'è l'appuntamento Che tu gli proponesti? In giardino. SSA Fissiamogli un loco. Scrivi. Ch'io scriva.., ma signora... SSA Eh scrivi dico; e tutto Io prendo su me stessa. Susanna siede e scrive.

(dettando) Canzonetta sull'aria (scrivendo) Sull'aria SSA (dettando) Che soave zeffiretto... (ripete le parole della Contessa) Zeffiretto... SSA Questa sera spirerà, Questa sera spirerà... SSA Sotto i pini del boschetto. (domandando) Sotto i pini? (scrivendo) Sotto i pini... del boschetto SSA Ei già il resto capirà. Certo certo il capirà. (leggono insieme lo scritto) (piega la lettera) Piegato é il foglio... Or come si sigilla? SSA (si cava una spilla e gliela dà) Ecco... prendi una spilla: Servirà di sigillo. Attendi... scrivi Sul riverso del foglio: " Rimandate il sigillo". E' più bizzarro Di quel della patente. SSA

Presto nascondi: io sento venir gente. Susanna si pone il biglietto nel seno. SCENA UNDICESIMA Cherubino vestito da contadinella, Barbarina e alcune altre contadinelle vestite nel medesimo modo con mazzetti di fiori e detti. CORO Ricevete, oh padroncina, Queste rose e questi fior, Che abbiam colto stamattina Per mostrarvi il nostro amor. Siamo tante contadine, E siam tutte poverine: Ma quel poco che rechiamo Ve lo diamo di buon cor. BAR BARINA Queste sono, Madama, Le ragazze del loco, Che il poco ch'han vi vengono ad offrire, E vi chiedon perdon del loro ardire. SSA Oh brave, vi ringrazio. Come sono vezzose. SSA E chi è narratemi, quell'amabil fanciulla ch'ha l'aria sì modesta? BARBARINA Ell'é una mia cugina, e per le nozze E' venuta ier sera. SSA Onoriamo la bella forestiera. Venite qui... datemi i vostri fiori. (prendi i fiori di Cherubino e lo bacia in fronte) Come arrossì... Susanna, e non ti pare... Che somigli ad alcuno? Al naturale. SCENA DODICESIMA I detti, il Conte ed Antonio.