7 febbraio 2010 Quinta Domenica Tempo Ordinario n. 65

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LA SETTIMANA Notiziario parrocchiale della Comunità di S. MARIA ANNUNZIATA ALBIGNASEGO - FERRI http://www.parrocchiaferri.com 7 febbraio 2010 Quinta Domenica Tempo Ordinario n. 65 In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d ora in poi sarai pescatore di uomini ORARIO SS. MESSE: FESTIVO Sabato Domenica ore 8,00-9,30 ore 11,00-18.00 FERIALE Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì NUMERI TELEFONICI DELLA PARROCCHIA Canonica 049-710342 333-4427291 Scuola Materna 049-710329 Centro Parrocchiale 339.2644626 E-mail parrocchia.ferri @alice.it 1

Pescatori di uomini Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). Il lago di Gennèsaret è un catino sprofondato. La terra ha risucchiato sé stessa e l acqua ha colmato il vuoto. Per gli ebrei quello specchio d acqua è l unico mare conosciuto, l unico che riescono a praticare, l unico che non hanno paura di sfidare benché insidioso più del mare aperto. Gennèsaret si può tradurre come "mare arpa" perché le sponde disegnano il dolce strumento e il vento, accarezzando le onde, sembra a volte pizzicarne le corde. Il Vangelo trova accoglienza intorno a quel lago e la vicenda che racconta lo straordinario incontro del Dio fatto carne si scioglie prevalentemente là dove l acqua lambisce le punte dei piedi. Cafarnao, Tiberiade sono bagnate dal mare di Galilea e i primi compagni di cordata del Maestro sono pratici di reti e barche. La chiamata degli apostoli trova consistenza mentre la fatica giornaliera li chiama a sfidare l onda avversa, a sopportare il sole alto e le notti massacranti augurandosi una buona pesca. Altra traversata, altra spedizione li aspetterà il giorno in cui saranno acchiappati dal Signore, perché corrano le vie del mondo per portare frutto, un frutto duraturo. Da pescatori diventeranno compagni di uomini, le loro reti capaci di pesche miracolose. Chiamati per annunciare il Vangelo, trasmetteranno quello che a loro volta avevano ricevuto: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici» (1Cor 15,3-5). Correranno il mondo per annunciare la buona novella e riflettere negli occhi degli altri viandanti della storia quello che nei loro era stampato per sempre: l incontro con il Maestro di Galilea. Sul mare di Tiberiade il sole era ormai alto e la pesca non era che ricordo della sera prima, passata senza pescato: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca» (Lc 5,4). Sorpresa di parole che possono stizzire chi il mestiere lo conosce e sa che i pesci non aspettano chi spera di acchiapparli a sole alto. 2

Parole che possono tradire il giusto percorso degli avvenimenti secondo cui ognuno decide il suo cammino e sa buttare le reti dei propri disegni dal verso che la libertà individuale e la singolare storia permettono senza ingerenze, senza intromissioni. Ma la parola del Maestro è altra, diversa da tutti i suoni che Cefa e i suoi compagni hanno mai potuto ascoltare. La sua parola è Parola che sconvolge e cambia i connotati della loro direzione offrendo l altra parte come strada possibile per pescare. La sua voce, unica tra tante, propone l assurdo. E su quell assurdo ci si può giocare la vita per ottenerla straordinariamente rinnovata: «Sulla tua parola getterò le reti». La sua parola rende abbondante la nostra pesca. Noi che fino a ora non abbiamo preso nulla: senza la sua parola spesso facciamo i conti con il vuoto delle nostre reti. Un pescato inaspettato, una ricchezza sorprendente provocata da un duplice miracolo, la parola del Maestro, l obbedienza alla sua parola: la pesca miracolosa resa possibile da un Dio che chiama e da una risposta al suo invito: «Chi manderò e chi andrà per noi» (Is 6,8). Quel giorno Cefa si buttò ai piedi di Gesù pieno di stupore per quella pesca: mai si sarebbe aspettato che altro miracolo fosse pronto dinanzi al percorso della sua storia. Acchiappato nella rete del Maestro, pescatore da sempre, ora pescatore di uomini, avrebbe consegnato anche il suo nome. Non più Cefa, l avrebbero chiamato per sempre Pietro: «Eccomi, manda me» (Is 6,8). A PARTIRE DA QUESTA SETTIMANA POTETE VISITARE IL SITO DELLA NOSTRA PARROCCHIA A QUESTO INDIRIZZO: http://www.parrocchiaferri.com La Comunità ringrazia vivamente il Sig. Erminio Gambato per aver costruito il sito parrocchiale. Grazie per il tanto lavoro e competenza! Gli siamo riconoscenti! 3

CALENDARIO INTENZIONI 7 FEBBRAIO ore 8.00 ore 9,30 ore 11,00 ore 18.00 8 FEBBRAIO ore 18.30 9 FEBBRAIO 10 FEBBRAIO ore 18.30 11 FEBBRAIO 12 FEBBRAIO 13 FEBBRAIO ore 18.30 14 FEBBRAIO ore 8,00 ore 9,30 ore 11,00 ore 18.00 DOMENICA GIORNATA DELLA VITA def. Zanin Cristian def. Pattaro Pierina e Ottorino def. Carraro Giuseppe e Maria LUNEDI MARTEDI MERCOLEDI def. Grigolon Domenico e Maurizio GIOVEDI Giornata mondiale del malato def. fam. Businaro Giuliani VENERDI def. Bortoli Lucio def. Pozzuoli M. Rosaria e fam. SABATO DOMENICA def. Giolo Pietro def.fam.bigolaro Antonio def. fam. Pasquato Morbiato def. Businaro Tarcisio def. Filomena e Giuseppe def. fam. Disarò-Tomaello def. Bortoli Lucio Mercoledì 10 FEBBRAIO alle ore 21.00 l incontro biblico settimanale per giovani e adulti La Lettera di Paolo ai Filippesi cap. 1,3-16 4

AVVISI PARROCCHIALI Domenica 7 febbraio ACR dopo la messa delle ore 9.30 Ore 16,30 Martedì 9 febbraio CATECHESI per i ragazzi di PRIMA MEDIA Ore 16,45 Ore 20,30 Ore 21,00 CATECHESI per i ragazzi di Quarta Elementare Incontro per i Giovanissimi di PRIMA e SECONDA SUPERIORE CORO PARROCCHIALE Lunedì 8 febbraio ore 21.00 Incontro per i catechisti Giovedì 11 febbraio Catechesi 2 media ore 15.00 Venerdì 12 febbraio CATECHESI per ragazzi di seconda media (secondo gruppo) ore 15.00 Sabato 13 febbraio CATECHESI per i ragazzi: ore 9,30 Terza e quinta elementare ore 10.30 Seconda elementare ore 15,00 Terza Media Venerdì 12 febbraio ore 21.00 INCONTRO per le persone che parteciperanno al viaggio a Torino con la visita alla SINDONE 5

PREGHIERA Sono uomini, e quindi segnati dalla fragilità. Sono pescatori: è così che si guadagnano il pane di ogni giorno. Conoscono il loro mestiere, le barche, le reti, le correnti del lago, le sue zone più pescose, le tempeste che vi si abbattono improvvise e violente. Ed è proprio lì, su quelle rive che tu, Gesù, dai loro appuntamento, dopo una notte di fatica in cui sono tornati con le mani vuote. Così chiedi loro, a dispetto della lunga esperienza, di fidarsi di te, un falegname, e di riprendere il largo. Così li sorprendi con un abbondante quantità di pesci che mettono in pericolo la resistenza delle loro reti. Ma non l hai fatto per umiliarli: è solo un segno che spalanca un orizzonte nuovo. A Pietro, che si getta in ginocchio davanti a te e riconosce di essere un peccatore, tu domandi solo di fidarsi di te, di non aver paura delle bufere che lo attendono perché ora gli viene chiesto di diventare un pescatore di uomini, uno strumento di salvezza offerto ai fratelli. 6

Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 32a Giornata Nazionale per la vita (7 febbraio 2010) "La forza della vita una sfida nella povertà" Chi guarda al benessere economico alla luce del Vangelo sa che esso non è tutto, ma non per questo è indifferente. Infatti, può servire la vita, rendendola più bella e apprezzabile e perciò più umana. Fedele al messaggio di Gesù, venuto a salvare l'uomo nella sua interezza, la Chiesa si impegna per lo sviluppo umano integrale, che richiede anche il superamento dell'indigenza e del bisogno. La disponibilità di mezzi materiali, arginando la precarietà che è spesso fonte di ansia e paura, può concorrere a rendere ogni esistenza più serena e distesa. Consente, infatti, di provvedere a sé e ai propri cari una casa, il necessario sostentamento, cure mediche, istruzione. Una certa sicurezza economica costituisce un'opportunità per realizzare pienamente molte potenzialità di ordine culturale, lavorativo e artistico. Avvertiamo perciò tutta la drammaticità della crisi finanziaria che ha investito molte aree del pianeta: la povertà e la mancanza del lavoro che ne derivano possono avere effetti disumanizzanti. La povertà, infatti, può abbrutire e l'assenza di un lavoro sicuro può far perdere fiducia in se stessi e nella propria dignità. Si tratta, in ogni caso, di motivi di inquietudine per tante famiglie. Molti genitori sono umiliati dall'impossibilità di provvedere, con il proprio lavoro, al benessere dei loro figli e molti giovani sono tentati di guardare al futuro con crescente rassegnazione e sfiducia.proprio perché conosciamo Cristo, la Vita vera, sappiamo riconoscere il valore della vita umana e quale minaccia sia insita in una crescente povertà di mezzi e risorse. Proprio perché ci sentiamo a servizio della vita donata da Cristo, abbiamo il dovere di denunciare quei meccanismi economici che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi.il benessere economico, però, non è un fine ma un mezzo, il cui valore è determinato dall'uso che se ne fa: è a servizio della vita, ma non è la vita.. 7

8 Quando, anzi, pretende di sostituirsi alla vita e di diventarne la motivazione, si snatura e si perverte. Anche per questo Gesù ha proclamato beati i poveri e ci ha messo in guardia dal pericolo delle ricchezze (cfr Lc 6,20-25). Alla sua sequela e testimoniando la libertà del Vangelo, tutti siamo chiamati a uno stile di vita sobrio, che non confonde la ricchezza economica con la ricchezza di vita. Ogni vita, infatti, è degna di essere vissuta anche in situazioni di grande povertà. L'uso distorto dei beni e un dissennato consumismo possono, anzi, sfociare in una vita povera di senso e di ideali elevati, ignorando i bisogni di milioni di uomini e di donne e danneggiando irreparabilmente la terra, di cui siamo custodi e non padroni. Del resto, tutti conosciamo persone povere di mezzi, ma ricche di umanità e in grado di gustare la vita, perché capaci di disponibilità e di dono. Anche la crisi economica che stiamo attraversando può costituire un'occasione di crescita. Essa, infatti, ci spinge a riscoprire la bellezza della condivisione e della capacità di prenderci cura gli uni degli altri. Ci fa capire che non è la ricchezza economica a costituire la dignità della vita, perché la vita stessa è la prima radicale ricchezza, e perciò va strenuamente difesa in ogni suo stadio, denunciando ancora una volta, senza cedimenti sul piano del giudizio etico, il delitto dell'aborto. Sarebbe assai povera ed egoista una società che, sedotta dal benessere, dimenticasse che la vita è il bene più grande. Del resto, come insegna il Papa Benedetto XVI nella recente Enciclica Caritas in veritate, "rispondere alle esigenze morali più profonde della persona ha anche importanti e benefiche ricadute sul piano economico" (n. 45), in quanto "l'apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica" (n. 44). Proprio il momento che attraversiamo ci spinge a essere ancora più solidali con quelle madri che, spaventate dallo spettro della recessione economica, possono essere tentate di rinunciare o interrompere la gravidanza, e ci impegna a manifestare concretamente loro aiuto e vicinanza. Ci fa ricordare che, nella ricchezza o nella povertà, nessuno è padrone della propria vita e tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla come un tesoro prezioso dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale.