La mamma mi dice: «Meglio essere sempre graziose, in caso di principi». illustratrice Maria Vittoria, anni 10
Lo scialle Leggenda spagnola
Il regno di Spagna
I n Spagna, forse lo sapete o forse no, nei giorni di festa le donne indossano bellissimi scialli ornati di lunghe frange. Questa è una delle leggende che si raccontano riguardo alla loro origine.
Tanti e tanti anni fa nel centro della Spagna viveva il giovane re Ramon.
Era bello, intelligente e piaceva molto a tutte le ragazze; tuttavia non voleva assolutamente sposarsi. I suoi ministri non sapevano come fare per convincerlo a prendere moglie perché la Spagna aveva bisogno di una regina. «Sposerò solo la fanciulla che mi piacerà davvero» diceva sempre re Ramon, annoiato dall insistenza della sua corte. I ministri invitavano gli ambasciatori di tutti i paesi del mondo a portare ritratti e notizie di tutte le principesse disponibili; ma il re non ne trovava mai una di suo gusto e trovava qualcosa da ridire su tutte. Una aveva il naso storto, l altra era strabica, una era troppo mora e l altra troppo castana e, se una era bionda, lo era troppo.
E così il tempo passava. Il primo ministro cominciò a pensare che il re lo facesse apposta, e un bel giorno ebbe un idea. «Proviamo in un altro modo: proponiamogli una moglie impossibile e chissà, forse si deciderà a sposarsi.» Dovete sapere che in un paese lontano un giorno di viaggio a cavallo, abitava un fornaio, la cui figlia, a detta di tutti, era la più bella ragazza mai vista, e il nostro ministro era venuto a saperlo.
Così, qualche tempo dopo, mentre il re riposava in giardino all ombra di un albero, due cavalieri incominciarono a parlare ad alta voce dietro alcuni cespugli. «Ti garantisco che si tratta della più bella ragazza di Spagna e di una bellezza tale che il suo villaggio ne è completamente illuminato!» diceva uno dei due. «Già, già. Una fanciulla così meriterebbe di essere la nostra regina, ma è soltanto una ragazza del popolo!» rispose l altro. «E il re non sposerà mai una fanciulla che non sia almeno una principessa.» «Il nostro re» riprese il primo, alzando il tono di voce, «ha sempre detto
che sposerà colei che gli piacerà davvero, non ha mai parlato di principesse e regine». «Ha detto così, ma non lo farà, vedrai: non si piegherà mai a chiedere in moglie la figlia di un povero fornaio.» A questo punto re Ramon, che aveva sentito tutto, sbucò da dietro i cespugli, e i due gentiluomini si finsero mortificati per la temerarietà del loro parlare. «Oh sire, lei qui! Non avrà sentito quello che abbiamo detto!» dissero quegli astuti. Il re non si dimostrò per nulla sdegnato; anzi, ardeva dal desiderio di conoscere quella stupenda ragazza e dichiarò che, se fosse stata davvero così bella e buona, l avrebbe sposata. Parola di re.
Il primo ministro e i due cavalieri sarebbero andati a cercarla e l avrebbero condotta a palazzo. In un battibaleno, nel timore che il re potesse cambiare idea, fu allestita la carrozza reale e i tre si misero in viaggio per raggiungere il villaggio dove viveva Sancica, la bellissima figlia del fornaio.
Scesero dalla carrozza davanti alla bottega dell uomo, che si affacciò sulla soglia: «Cosa desiderate nobili signori?» chiese, capendo che si trattava di persone di alto rango. Sancica, incuriosita, si era avvicinata e se ne stava timida alle spalle di suo padre. Aveva sedici anni ed era veramente molto bella, ma soprattutto era intelligente e gentile. Il primo ministro pensò soddisfatto che sarebbe stata proprio bene sul trono di Spagna accanto a Ramon.
«Sua Maestà il re dà una grande festa a palazzo» disse il primo ministro mentre i due cavalieri si inchinavano fino a terra, «e desidera che siano presenti tutte le più belle ragazze di Spagna. Mi ha mandato con l incarico di invitare anche tua figlia, poiché ha sentito parlare della sua straordinaria bellezza». «Io a corte, proprio io?» esclamò Sancica incredula e stupita. Ma il fornaio sorrise compiaciuto. «E perché no?» disse rivolto alla figlia.
«Non sei mai uscita da questo villaggio ed è bene che tu incominci a conoscere il mondo e la gente che vi abita. E anche il re. Questi signori si faranno garanti della tua persona e ti riaccompagneranno a casa. Va a indossare il tuo abito più bello e preparati a partire» disse il brav uomo tutto contento. La carrozza attendeva poco lontano. Era tirata da quattro magnifici cavalli bianchi e aveva lo stemma reale dipinto sugli sportelli.
«Forza Sancica!» la esortò il padre. «Non fare aspettare questi signori. Vedrai, tu sei una ragazza bella e giudiziosa e saprai comportarti come si deve.» Sancica corse in camera sua. Era molto stupita e anche un po spaventata all idea di andare alla corte del Re di Spagna! Il suo vestito più bello
Ma era davvero radiosa e si fece coraggio: indossò il suo abito più bello, di mussola bianca, lungo fino ai piedi; mise le scarpine di raso, pettinò gli splendidi capelli neri e fu pronta. Era tanto bella che i tre gentiluomini rimasero senza fiato e si inchinarono profondamente in atto di spontaneo omaggio, convinti di riverire la futura regina di Spagna. Sancica salutò il padre con un bacio e prese posto sulla carrozza reale.