Parlare di Egitto non vuol dire che si debba ricordare solo piramidi, sfingi, la valle dei re il Nilo Ci sono luoghi unici ed incantati, lontani dal clamore del turismo di massa, che possono dare al viaggiatore l emozione dei primi esploratori. È il caso del Deserto Bianco.
Siamo nel Sahara, il deserto per eccellenza, ma non si immagina come questa immensa distesa disabbia possa creare ambienti così diversificati tra loro: distese pietrose, labirinti di roccia cristallina che riflette come uno specchio i raggi del sole, estensione anche di cristalli di sale, multiformi paesaggi sabbiosi con e senza dune...... e poi ci sono le oasi incastonate tra la sabbia come lussureggianti gioielli, oasi abitate fin dalla preistoria, oasi a cui era giunto persino Alessandro Magno ma questa è un altra storia! Il deserto è sempre stato vita anche se non sempre lo si avverte!
Ebbene, a poca distanza dalla famosa oasi di Bahariyah, dopo aver attraversato il deserto nero, altro spettacolo quasi i nfernale di roccia lavica, si entra nel Deserto Bianco, un incredibile paesaggio lunare, una sublime rappresentazione della bellezza che esalta l animo e che dà spazio ll immaginazione.
Questo deserto si è formato dopo la scomparsa delle acque interne, fa parte della depressione di Farafra, lunga ben 200 Km e il risultato voluto da madre natura sono queste rocce bianche, di un candore abbacinante, onirico, surreale che durante il forte sole fa chiudere gli occhi dopo averli abbagliati.
I locali chiamano queste rocce Le lacrime di Isidora perché narra una leggenda che una fanciulla innamorata, dopo la morte del fidanzato che non le hanno fatto sposare, è scappata qui nel deserto a piangere e le lacrime si sono, per volontà degli dei, trasformate in massi bianchi!
A parte la poetica leggenda, qui gli aggettivi si sprecano, perché il nostro stato d animo è di assolutostupore, tanto che ci chiediamo se siamo di fronte ad un miraggio o se è tutto quello che vediamo è reale.
La natura pare sbizzarrirsi in giochi architettonici che incantano. La bianca pietra calcarea del suolo, rende il paesaggio unico, tale da mozzare letteralmente il respiro.. avverto tutta la magia di questo luogo, il suo fascino continua a conquistarmi, così come aveva conquistato i primi esploratori, e sono convinta che nessun grande artista, avrebbe saputo renderlo più bello.
Siamo in pieno deserto, eppure da lontano tutte le rocce sculture, il terreno i rilievi, appaiono quasi ammantati di bianca neve! Le strane e svariate forme delle rocce sono degne dello scultore più esperto, ecco allora il gigantesco fungo, una formazione di polvere di Diatomiti, le micidiali conchiglie che furono capaci di mangiare la barriera corallina, quando qui c era il mare
...e poi le case dei Puffi, il dinosauro, la sfinge, la gallina ai piedi di un albero, il pavone e.. poi via, diamo spazio alla fantasia e alle varie interpretazioni!
Mentre il sole cala, le ombre avvolgono tutte le formazioni rocciose, dando loro un senso di magica profondità.
Qui, nel silenzio di questo paradiso surreale,dobbiamo trascorrere la notte, al sicuro dai fantasmi del deserto, nelle piccole tende ad igloo. L avventura ci esalta, siamo tutte cariche di entusiasmo: questa parte di deserto è molto più intensa di quello che ci aspettavamo, è pura poesia e non riesce ad essere svilita neppure dalle difficoltà logistiche, dal freddoche ci circonda e forse durante la notte sognamo la giovane Isidora che piange tutte le sue calde lacrime che si trasformano in sogni.
Il mattino dopo i colori sono ancora più intensi sotto i raggi del sole, guardiamo e fotografiamo, tocchiamo le rocce e raccogliamo per terra qualche conchiglia, poi come tutte le avventure belle, anche questa ha fine, saliamo sulla jeep dirette ad altri lidi, ad altre meraviglie