A menàida. 02. I mmatère. Nino Aprea - Salvatore Argenziano

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A menàida 02. I mmatère Nino Aprea - Salvatore Argenziano

La funzione della mpustata mi è proprio piaciuta. Voglio tornare abbasciammare per ritrovare quella bella atmosfera amicale. E poi mi piace vedere come cresce a menaida. Il lavoro all ardare i fravica procede spedito. Don Niculino Ascione è lì, sull ánnito, a dipingere le colonne di un tempio romano. Sul palazzo di don Marianno ci sono, come in una scacchiera, i campioni di colori dell affresco. Don Niculino prepara le tinte e vuole vedere il loro aspetto finale a intonaco asciutto. Con me è venuto Michele che è i coppa î Cappuccini e non ha mai visto il lavoro di un munazzè. Io so stato a gguaglione rint û munazzè, quann ero piccirillo e gli ho raccontato coccosa. Ma mo è meglio che stia zitto e non dica fesserie e che le spiegazioni le chiediamo ai nipoti i mastu Ttore. Nino ci accompagna nel munazzè dove il nonno sta progettando i mmatère 1 e i stamminàli 2. Questa è, certamente, la fase più importante dell intera costruzione della barca. È il momento nel quale la tradizione atavica, gelosamente conservata e tramandata in lascito ai discendenti, ora viene esplicitata in gran segreto o riservatezza. Non a tutti è consentito assistere a questa rituale funzione che ora Nino ci rivela con la massima generosità e col desiderio di tramandare la memoria secolare di una tradizione familiare. La progettazione della barca si esegue di norma c û liétto i tràccia 3, tecnica utilizzata per l esecuzione in serie di barche dalle stesse caratteristiche di forma e dimensionali. 1 Matèra: Madiéra. La parte inferiore dell ordinata, quella che sarà fissata alla chiglia. Nel linguaggio comune dei masti carpentieri, il termine matèra indica pure l ordinata intera, costituita dalla matèra vera e propria, la parte inferiore dell ordinata, e dagli stamminali. Si tratta di una forma retorica, la sineddoche, per cui si cita la parte per il tutto. 2 Stamminàli: Staminali. I prolungamenti dell ordinata, fissati alla matèra per sovrapposizione laterale, a dritta e a sinistra. 3 Liétto i tràccia: Piano di costruzione, tecnica progettuale scientifica che si serve della geometria e della matematica. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 2

Ma per questa menaida mastu Ttore non si servirà dei piani di costruzione ma di strumenti tradizionali che riassumono in sè una tecnica progettuale millenaria. Una modalità costruttiva diffusa in tutta l area mediterranea, forse importata dai navigatori fenici o greci. Un antica tecnica di arte nautica chiamata u árbo 4. Nome assunto anche dallo strumento occorrente per la progettazione con questa metodologia. U árbo consente l adeguamento della forma e delle dimensioni della barca alle esigenze particolari della pesca che il committente pratica. La lampàra 5, per esempio, richiede una poppa bassa per l applicazione della lampada. Nino ci racconta di un gozzo costruito per sopportare una gru a prora, per sollevare dal vivaio le ceppe di cozze, senza che la prora se ncapuzzasse 6, per il peso della ceppa. Il tavolame ben stagionato 7 utilizzato per matère e stamminàli è quello ricavato da tronchi di ciévezo 8 oppure di urmo 9 o di suóvero 10. Mastu Ttore ne osserva le venature, le studia come fa l artista del corallo per definire la forma della sua opera, il tagliatore di conchiglie per ottenere il cammeo migliore e, alla fine, sceglie l orientamento della matèra, accompagnando le vene del legno. 4 Árbo Garbo. Sinonimo di sagoma. Strumento e tecnica di progettazione. Quale strumento il garbo è un asse di legno che riproduce la forma di una matèra, quella principale, a maésta, la madiéra maestra. Sul garbo ci sono riportate delle tacche che, con quelle riportate su un uleriore strumento della progettazione, una rièlla con tacche, consentiranno il proporzionamento di tutte le matere centrali, quelle che costituiranno u cuórpo. 5 Lampàra: Barca per la pesca notturna dotata, fuori bordo, di una grossa lampada, una volta ad acetilene, per attirare il pesce. 6 Ncapuzzarse: Tendere ad affondare la prora. Affangarse è detto per la poppa. 7 Stagionatura Il taglio degli alberi va eseguito d inverno e con luna calante (si dice che con luna calante gli umori della pianta tendano a scendere verso le radici). La stagionatura ha lo scopo di equilibrare l umidità interna del legno, per uniformare la tensione delle fibre. A tale scopo il tavolame viene rastellato, cioè sistemato opportunamente distanziato da listelli, e lasciato per un lungo periodo in ambiente asciutto e ben areato. L equilibrio delle tensioni interne evita i ccanniature, le lesioni. 8 Ciévezo: Legname di gelso rosso, (Morus Nigra Linneo). 9 Urmo: Olmo, (Ulmus minor). Il legname dell olmo minore, molto resistente alla rottura e con evidenti venature, è utilizzato nelle costruzioni navali. 10 Suóvero: Sorbo (Sorbus domestica). N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 3

La prima ordinata da progettare è la maésta 11. Da questa scaturiranno le segome di tutte le altre che andranno a formare u cuórpo 12 della menàida. A maésta è pure la prima ad essere posta in opera. I tavoloni per matère e stamminali sono stati ricavati dai tronchi dalle seghe elettriche e piallate con piallatrici a rullo nella segheria di don Mimì a segarìa ma il taglio delle matère viene eseguito a mano, nel munazzè ncoppa û bánco 13 con la serra 14. 11 Maèsta: Maestra, ordinata maestra. Quella centrale della menàida, dalla quale si ricaverà, con il garbo, u árbo, (aggarbare significa anche adattare), il disegno delle successive verso prua (da 8 a 10) e altrettante verso poppa. 12 Cuórpo: L insieme delle ordinate centrali, da 16 a 20, è detto u tiérzo i miézo. 13 Bánco: Banco di lavoro per l esecuzione di elementi di minor dimensione e per il tracciamento. Il banco è dotato di una morsa, a mòrza, costituita da due robuste assi di legno, le ganasce, strette a serrare il pezzo da lavorare da una grossa vite di ferro. 14 Sèrra: La sega a telaio è costituita da una struttura di tre pezzi di legno, collegati ad H con incastri liberi. Al centro u ponte e lateralmente i capituni. Nella parte inferiore dei capituni è inserita la lama, su due caviglie orientabili, i cuccinielli, che consentono l inclinazione della lama. Nella parte superiore una treccia di cordicelle di canapa che può essere ritorta mediante un nottolino, a stecca, col risultato di avvicinare le due estremità superiori e allontanare quelle inferiori, mettendo in tensione la lama. A seconda del tipo di lavorazione. si adoperano lame diverse. Lama larga per tagli lunghi e diritti; lama media per tagli anche curvi; lama piccola per lavori speciali; quest ultima sega è detta u serretiéllo. Per tagli particolari, quando lo spazio di manovra è ristretto, si adopera u serracchio, una lama grossa dentata, provvista di impugnatura. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 4

Poi si procede alla piallatura dei dorsi curvi, mediante chianozze e chianuzziélli e alla foratura dell umbrinale 15. Una volta fissati gli stamminali alle matère per sovrapposizione laterale e con tre chiodi per parte, la nostra maèsta è pronta per il montaggio ncoppa û cannaruózzolo 16. Michele è entusiasta di tutto ciò e vorrebbe vedere, come in un film accelerato di Tom Mix, tutto in una volta la costruzione della menaida. Decidiamo di scendere spesso ammontuscaro a goderci lo spettacolo della crescita di questa meraviglia dell artigianato. Molte sono le spiegazioni e le descrizioni ma è proprio da queste conoscenze di dettaglio che ci viene l amore per quest opera. E così ritorniamo, quasi quotidianamente, alla nostra scuola di apprendimento e al profumo di mare e segatura di legno. Oggi sono tornato a gguaglióne 17 come una volta. Mastu Cciccio mi ha dato il compito di andare a riempire u ggiárro 18. Tra il secondo munazzè ed il terzo c è un localino di deposito che ha una purtèlla 19 sul fondo che mette in comunicazione con il seminterrato del palazzo i pietucane. Passo a testa bassa dalla purtella ed arrivo dove ci sono i lavaturi 20 del palazzo. 15 Umbrinale: Ombrinale. Foro per lo scorrimento dell acqua. Nel caso della matèra, è praticato alla base per consentire lo scorrimento dell acqua verso la zona più affondata della menàida e il suo aggottamento con la sàssula (gottazzo, grosso cucchiaio curvo di legno). 16 Cannaruózzolo: Chiglia. Il termine potrebbe discendere da cannarone che, nel dialetto è la gola e che a sua volta deriva da canna, asta lunga. 17 A gguaglióne: Aiutante. 18 Giarro: Giara. Recipiente di terracotta con due anse, a bocca stretta per la conservazione di liquidi. U ggiarro del munazzè aveva un foro sottile sulla parte alta, sotto al collo, dove terminava la pancia, praticato con un trapano, dal quale si faceva spillare l acqua, per bere senza accostare la bocca al recipiente. 19 Purtèlla: Porticina bassa. 20 Lavaturi: Lavatoi. I palazzi di vasciammare, costruiti nei primi anni del 1800, dopo l eruzione del 1794, avevano i lavatoi comuni nella parte più bassa. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 5

Vado al primo piano dove, sul terrazzino di zia Raffaella c è il pozzo con la taròcciola 21 di ferro e la fune per pescare nel pozzo. Aggancio u cáto 22 di ferro zincato al crocco 23 con il moschettone e lo calo giù nel pozzo. L acqua che tiro su è fresca e dolce. È quella del Dragone che ha nello scarillo ammontuscaro un ramo del suo sbocco al mare. Durante le mareggiate, quando il mare arriva fin dentro i munazzè, l acqua del pozzo diventa salmastra. La posa in opera delle ordinate sulla chiglia inizia, quindi, dalla maésta, seguita dalle altre ordinate del cuórpo. Il fissaggio alla chiglia è fatto a mezzo di chiodi grossi e alternativamente a dritta e a sinistra dell asse centrale della chiglia, sul lato opposto degli umbrinali, per non incidere consecutivamente sulla stessa venatura del legno, con il rischio di lesione. Prima di procedere oltre occorre stabilizzare questa parte consistente dell ossatura e verificarne la simmetria rispetto all asse longitudinale della chiglia. Si procede alla posa r i fforme 24, e come prime quelle inferiori. Con l applicazione di queste prime forme le costole dello scheletro risultano provvisoriamente collegate tra loro ma, prima di procedere oltre, occorre provvedere alla verifica e alla eventuale correzione della simmetria del sistema. 21 Taròcciola: Carrucola. 22 Cáto: Secchio metallico. Quello dei pescatori era di legno, a doghe. 23 Crocco: Uncino, gancio. 24 Forme: Le forme, così dette perché daranno la forma della menàida, sono assi di legno che avvolgono provvisoriamente u cuorpo, fino a raggiungere prora e poppa. I fforme i miézo, sono le forme di centro. Quelle che dalla maesta arrivano alla ruota di prua, sono i fforme i prora e quelle che vanno alla ruota di poppa, sono i fforme i poppa. Si distinguono in forme superiori e inferiori, i fforme i coppa e i fforme i sotto. Le forme inferiori sono poste leggermente sotto la linea di galleggiamento. Quelle superiori al di sotto di quella prima tavola del fasciame che sarà la cinta. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 6

Viene fatta a pesàta 25, detta pure a pésa, e si dispongono, dove necessarie, i ppuntèlle 26 per ottenere il perfetto allineamento e assetto della barca. Ora è il momento di collocare i fforme superiori per una più solida consistenza dell insieme ma, principalmente, per dare la conformazione totale ai tiérzi 27 di prora e di poppa. Dalla curvatura che sarà data a i fforme, superiori e inferiori, si ricavano le sagome dei rignituri 28. La preparazione e posa in opera r i zancuni 29 e rrignituri avviene come per le matère. 25 Pesàta: Pésa. etim. Dal latino pe(n)sare, frequentativo di pendere nel significato di avere una inclinazione rispetto alla linea verticale. Trattasi di un operazione di verifica e rettifica della simmetria assiale della barca. Viene eseguita mediante l uso di un largo compasso che porta nel fulcro un filo con il piombo. Alle estremità dei due bracci delle assicelle del compasso ci sono delle punte metalliche. Queste vengono inserite in due fori di riscontro praticati sulla giunzione tra matère e stamminali, all altezza del chiodo centrale e si verifica la caduta del piombo sull asse della chiglia. Eventuali discordanze dall asse vengono corrette sollevando opportunamente il lato che pende e puntellando l uno o l altro lato r u cuórpo. Questa verifica viene fatta per prima sulla maesta e poi per alcune altre matère. 26 I ppuntèlle: Puntelli di sostegno saldamente fissi a terra e opportunamente inzeppati per apportare le correzioni derivanti dalla pésa. 27 Tiérzi: L insieme anteriore delle ordinate, circa otto, e l insieme posteriore, circa sette, vengono detti u tiérzo i próra e u tiérzo i póppa. 28 Rignituri: Ordinate di riempimento, (da régnere: riempire) a partire dal cuorpo, verso poppa e verso prua. I rignituri veri e propri sono i corrispondenti degli stamminali del cuorpo. La parte inferiore dell ordinata, quella corrispondente alla matèra del cuórpo è u zancóne. Anche in questo caso, nel linguaggio comune, come per i mmatère, si usa una sineddoche, citando la parte per il tutto, chiamando rignituri le ordinate di prora e di poppa nel loro insieme. 29 Zancóne: Forcaccio. Come già detto a proposito dei rignituri, u zancone è la parte inferiore delle ordinate di prora e di poppa. etim. Dalla voce zanca nel significato di forca, ramo biforcuto; vedi furcélla. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 7

Lo scheletro è completato, pur se non ancora avvolto nel fasciame, e risulta ben definita la forma orizzontale, quella vista dall alto, come pure le sinuose curvature dei fianchi della menàida. Occorre dare un tocco elegante al suo profilo longitudinale, un portamento di fierezza, un aspetto di sfida a testa alta. Sollevare la prua per reggere al contrasto con le onde, ma senza alterigia. Una curva leggera che parte alta dalla ruota di prora, scende con eleganza verso la parte centrale e risale moderatamente a poppa. Il profilo della schiena di un cavallo di razza. Occorre dare u cavallino 30 alla coperta. Viene montato u rillino 31 che riproduce l andamento desiderato r u cavallino. Ciò fatto occorre cògliere 32 questa sagoma per riportarla su quella che sarà la prima tavola del fasciame, a cinta 33. A questo scopo viene montata na fuschìa 34, al di sotto del rillino che riproduce la sagome del cavallino. Con l aiuto r a rièlla 35, si riporta la sagoma sulla fuschìa per poi riprodurla, sempre utilizzando a rièlla di riporto, sulla tavola di pigna 36 che sarà a cinta. 30 Cavallino: Per la realizzazione di questa forma si monta un provvisorio listello flessibile, u rillino, nella parte alta degli stamminali, a partire dalla ruota di prora, fino a raggiungere un punto più basso della ruota di poppa, assumendo la forma di una curva con concavità leggera verso l alto. 31 Rillino: Righellino, listello sottile che può facilmente essere sagomato secondo la forma e curvatura prescelta. 32 Cògliere: L operazione con la quale si riporta un profilo su una tavola o altra superficie. 33 Cinta: La tavola superiore del fasciame, quella che avvolge le matère come una cintura superiore. 34 Fuschìa: Tavola di legno di piccolo spessore, flessibile e adattabile a strutture curve, montata provvisoriamente per riprendere un profilo da dare ad una tavola. etim. Forse da fuscello per la facilità di adattamento. 35 Rièlla: Righello di legno mediante il quale si riporta sulla fuschia, per punti caratteristici, la linea del cavallino. 36 Pigna: Pino domestico, detto pure pino mediterraneo. (Pinus pinea, Linneo). Si tratta del pino che dà i pignuóli. Vive nelle zone costiere mediterranee ed è diverso dal pino silvestre italiano e da altri tipi nazionali ed esteri. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 8

Questa sarà la linea di taglio superiore pe mmená 37 a cinta. Con opportune correzioni della larghezza che vedremo a proposito della realizzazione del fasciame, viene tracciato il filo inferiore della cinta. La tavola, già piallata nella segheria di don Mimì, viene sfellata 38 con la serra a mano, piallata sui bordi con chiana e chianozza e completata di curdone 39 con l apposita chianozza a ccurdone. Posta in opera la cinta, a partire dalla pàsciama di poppa, fino ad incunearsi in quella di prora, si procede alla carusata 40. Fatto ciò si pongono in opera i ccontroròte 41, a prua e a poppa. Infine si monta la battagliòla 42 che, con la cinta, contribuisce a dare rigidezza al guscio, che però è ancora una struttura aperta. Ancora qualche struttura orizzontale per chiudere strutturalmente il guscio e poi a nfasciata, la posa del fasciame. Alla prossima. 37 Mená: Menare una tavola sta per preparare una tavola a misura per l inserimento nel fasciame. 38 Sfellare: Sfellare una tavola sta per eliminare le parti laterali, seguendo la linea di profilo che la stessa dovrà avere. 39 Curdone: Elemento decorativo costituito da una modanatura semi-cilindrica, un mezzo toro, ricavata nella parte inferiore della cinta. 40 Carusata: In napoletano a carusata è il taglio a zero dei capelli. Nel nostro caso è il taglio di tutti quei monconi di stamminali che eccedono dal profilo della cinta. Na scapuzzata totale. 41 Controròta: Profili di legno applicati sul tratto verticale interno delle ruote, per bloccare il fasciame esterno e per il fissaggio della battagliola e di altre strutture correnti interne. I canti delle controròte sono sagomati secondo l inclinazione del fasciame. 42 Battagliola: Tavola interna nella parte alta degli stamminali, corrispondente alla cinta esterna. Anche la battagliola è provvista di curdone. N. Aprea S. Argenziano. 02. I mmatère 9