OSSERVATORIO NORD EST. Il Nord Est e le pensioni

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Transcript:

OSSERVATORIO NORD EST Il Nord Est e le pensioni Il Gazzettino, 06.12.2011

NOTA INFORMATIVA L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 4-8 novembre 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1025 persone (rifiuti/sostituzioni: 3517), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. Ludovico Gardani, Natascia Porcellato e Fabio Turato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it. 2

I GIOVANI STANCHI DI "MANTENERE" GLI ANZIANI di Ulderico Bernardi Un dato corrosivo, perché in crescita costante in questi ultimi anni. Sgomenta il fatto che casalinghe, operai, imprenditori e studenti, in misura superiore al 40 % avvertano come un ingiustizia assicurare l assistenza alle persone anziane, nella misura attuale, perché in futuro rischiano di ricevere molto meno. S intravvedono squarci di un panorama umano desolante. Dove contano solo i numeri, spogliati di ogni affetto, e sembra esclusa la volontà di affrontare il rischio in termini di sfida piuttosto che di accettazione passiva. Indici che un male orrendo si è ormai largamente insinuato nella coscienza collettiva. Un individualismo cupamente ripiegato su se stesso. Segni di questa rottura del patto fra le generazioni erano già apparsi da tempo, anche negli aspetti più minuti ma non meno significativi del vivere quotidiano. Sono sempre meno quanti tra noi portano il nome del nonno o della nonna. Un nome ricorrente nell ascendenza familiare, magari desueto ma con un profondo significato antropologico. Dichiarata volontà di confermare il vincolo tra generazioni che condividono sangue e memoria. L intreccio di avi, prozie, cugini primi e secondi, formava il parentado. Nido confortevole di relazioni entro cui la famiglia veniva confermando la sua stabilità, nutrita di solidarietà organica, avrebbero detto i sociologi, e di rinnovato spirito di comunità. Se ne avvantaggiavano insieme persone, famiglie e società. Anche le imprese avrebbero finito per scoprire la fondamentale importanza di questa dimensione valoriale: l esperienza insegna che le economie di successo hanno una forte base etica. Ma il tempo che viviamo privilegia il tutto e subito, ha allentato fino al limite della rottura quei legami antichi e solidi, dando spazio all avidità, allo scialo di risorse secondo una filosofia per cui prima di tutto veniamo noi coi nostri desideri, a chi verrà dopo quel che avanza. E il futuro si vendica in anticipo. Anche se qualcosa, con fatica, sta cambiando, tant è vero che contro questo atteggiamento sciagurato si trovano a combattere gomito a gomito, giovani contestatori e vegliardi come Stéphane Hessel, il teorico degli indignati. Ma ciò che lascia sempre stupefatti gli indagatori sociali è che la famiglia, la vecchia comunità tradizionale, alla base di ogni ordinamento stabile, pure ignorata dai governanti, vituperata dagli alternativi, messa alle strette da 3

politiche e ideologie progressiste, resista e offra possibilità di ripensamento a chi si ostina a pensare che le relazioni umane siano fatte di contatti superficiali, di scelte precarie, di assenza di memoria condivisa. La caduta di molte illusioni, come quella del denaro facile, e le minori opportunità di lavoro, hanno scavato nel profondo dei comportamenti e delle aspettative giovanili e generato angosce devastanti. Ma la via d uscita non si trova voltando le spalle alla comunità, a partire da quella familiare. Davanti a segnali drammatici come questi, proposti dall Osservatorio del Nordest, impongono a tecnici e politici immediate azioni morali. 4

NORDEST SEMPRE PIÙ STANCO DI "MANTENERE" I PENSIONATI di Natascia Porcellato Patto generazionale sempre più a rischio, secondo i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. L Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, oggi punta l attenzione verso il tacito accordo che ha tenuto insieme il sistema pensionistico e assistenziale italiano. Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse : oltre il 41% dei nordestini si è dichiarato (moltissimo o molto) d accordo con questa affermazione - volutamente provocatoria. La crescita del consenso intorno a questa opinione è di circa 6 punti percentuali rispetto allo scorso anno, ma guardando al 1998 l aumento sfiora i 19 punti percentuali. Il governo Monti in queste ore sta presentando le misure che intende adottare per arginare la crisi e mettere le basi per un nuovo patto sociale. La riforma delle pensioni sarà uno dei cardini del provvedimento, ma un capitolo non sembra sia stato ancora affrontato esplicitamente: quello relativo ai contributi silenti versati alla gestione separata dell Inps. Qui, infatti, confluiscono le persone che hanno una carriera lavorativa puntellata da impieghi intermittenti, atipici, ma sono coinvolti anche liberi professionisti non iscritti agli ordini, titolari di partita Iva e parasubordinati. Secondo i dati riportati da Mario Staderini (nell ambito della mobilitazione promossa dai Radicali e dall Associazione Nazionale Consulenti Tributari nei mesi scorsi), sono circa 2 milioni gli iscritti alla gestione separata e l età media è 41 anni per gli uomini e 36 per le donne. Pagano un aliquota alta, intorno al 27% della retribuzione, ma difficilmente riescono a raggiungere le soglie necessarie all erogazione della pensione. Attualmente, la gestione separata incassa ogni anno circa 8 miliardi di euro di contributi mentre ne eroga 300 milioni: uno squilibrio tanto forte da rendere urgente un radicale ripensamento del sistema. L opinione pubblica del Nord Est, seppur in modo indiretto, sembra indicare la stessa strada: il 41% dei nordestini intervistati, infatti, ritiene ingiusto che i giovani paghino i contributi per sostenere l attuale sistema visto che in futuro non riceveranno un trattamento equivalente. 5

Nel corso del tempo, inoltre, questo orientamento è cresciuto e si è consolidato: nel 1998 era il 22% ad essere in questa posizione, mentre cinque anni dopo la quota era aumentata fino a sfiorare il 28%. Nel 2010, era più di un nordestino su tre a sostenere l ingiustizia di questo sistema e quest anno, infine, abbiamo rilevato un ulteriore incremento: oltre il 41% dei rispondenti si è espresso in questo senso. Colpisce, inoltre, osservare come sia soprattutto tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni ad essere più presente questo orientamento: in questa fascia d età, infatti, un giovane su due ritiene ingiusto sostenere l assistenza oggi dato che in futuro godrà di trattamenti molto ridotti. Al contrario, è tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni che l affermazione proposta raccoglie il consenso più basso (34%). Infine, guardando alla condizione socio-professionale, vediamo come siano soprattutto operai (45%), disoccupati (46%) e casalinghe (49%) a giudicare un ingiustizia il pagamento dei contributi da parte dei più giovani a fronte di un probabile futuro di pensioni basse e servizi ridotti. Tra quelli meno sensibili a questa posizione, invece, segnaliamo i liberi professionisti e gli impiegati (intorno al 37-38%) oltre che, comprensibilmente, i pensionati (36%). 6

LA ROTTURA DEL PATTO GENERAZIONALE Ora le illustrerò alcune opinioni su temi molto attuali. Mi può dire quanto si sente d accordo con esse? (valori percentuali Nord Est) Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse Poco 33.8 Molto 27.8 Moltissimo o molto 41.2 Per niente 25.0 Moltissimo 13.4 Non sa, non risponde: 1.3% Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2011 (Base: 1000 casi) 7

LA SERIE STORICA Valori percentuali di quanti si dichiarano moltissimo o molto d accordo con l opinione proposta Serie Storica Nord Est Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse nov-11 41.2 ott-10 35.2 gen-03 27.9 set-98 22.3 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2011 (Base: 1000 casi) 8

IL FATTORE ETÀ Valori percentuali di quanti si dichiarano moltissimo o molto d accordo con l opinione proposta in base alla classe d età Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse 49.8 42.3 41.9 41.9 TUTTI 41.2 40.8 33.8 15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni 65 anni e più Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2011 (Base: 1000 casi) 9

IL FATTORE PROFESSIONALE Valori percentuali di quanti si dichiarano moltissimo o molto d accordo con l opinione proposta in base alla categoria socioprofessionale Non è giusto che i giovani paghino i contributi per sostenere le pensioni e l assistenza delle persone anziane, visto che in futuro rischiano di ricevere pensioni e assistenza molto più basse Operaio 44.8 Tecnico, impiegato, funzionario 37.9 Imprenditore, lav. autonomo 43.2 Libero professionista 37.2 Studente 40.9 Casalinga 49.1 Disoccupato 45.7 Pensionato 36.0 TUTTI 41.2 Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2011 (Base: 1000 casi) 10