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«Un pasto per i bambini di Fortaleza». L impegno della Chiesa di Prato per la Quaresima di Carità «Un pasto per i bambini di Fortaleza». È l invito che la nostra Diocesi fa a tutte le parrocchie pratesi per la Quaresima di Carità, la tradizionale raccolta di offerte promossa in occasione della Domenica delle Palme. Ogni anno, la Caritas diocesana propone un progetto da sostenere con quanto donato nel corso delle messe celebrate a Prato, lo scorso anno i proventi andarono per l apertura di «Casa Agar», l opera per donne senzatetto realizzata a Tobbiana. Nel 2015 si riuscì a finanziare la costruzione di un pozzo per dare acqua al paese di Stelingi in Tanzania. Questa volta la generosità dei pratesi servirà ad aiutare i bambini che frequentano la scuola per l infanzia «Ciranda Cirandinha», in portoghese «Giro, giro tondo», a Mucuna, un paese molto povero nell immediata periferia di Fortaleza in Brasile. Il contatto con quella esperienza al servizio dei più piccoli è stato preso da Idalia Venco durante il suo recente viaggio in terra brasiliana, dove ha potuto conoscere questa significativa realtà di sostegno alle tante famiglie in difficoltà che soffrono la fame a causa della mancanza di lavoro e di un aiuto da parte dello Stato. Ogni giorno sono un centinaio i bimbi, dai due ai sei anni, seguiti dalla scuola che oltre all istruzione fornisce loro cure igienico sanitarie e dà qualcosa da mangiare. Quello consumato a «Ciranda Cirandinha» per tanti bambini rappresenta l unico pasto della giornata. «Per questo motivo tutti ci dobbiamo sentire

chiamati a dare una mano», dicono Idalia Venco della Caritas, Luciano Grifasi dell Ufficio missionario e don Carlo Geraci, responsabile dell Ufficio catechistico. La novità dell edizione 2017 della «Quaresima di Carità» sta anche nell organizzazione dell iniziativa, promossa congiuntamente dai tre uffici diocesani, nell ottica della sinodalità e della sinergia all interno della Chiesa pratese. E dunque la proposta lanciata alle parrocchie non è solo quella di aderire alla raccolta il prossimo 9 aprile, per «Le Palme», ma di arrivare a quel giorno attraverso un cammino di catechesi proposto ai ragazzi. «Chiediamo ai catechisti di utilizzare nel periodo di Quaresima le schede preparate dall Ufficio spiega don Carlo dove si trova una traccia di lavoro che parte dalle storie dei bambini di Mucuna e propone di sperimentare piccoli gesti di carità». Questo per i bimbi delle elementari, mentre per i ragazzi delle medie è stato preparato un percorso di riflessione e impegno nei confronti dei carcerati della Dogaia in collaborazione con il cappellano della casa circondariale don Enzo Pacini. Il materiale è

scaricabile dal sito della diocesi a partire da lunedì 27 febbraio. Infine l Ufficio missionario e la Caritas si sono fatti promotori di una esperienza di missione a Mucuna nei mesi estivi per dare una mano nell animazione dei bambini e nella ristrutturazione dei locali della scuola. Scarica la locandina della «Quaresima di Carità 2017» Lettera di presentazione del progetto La storia della scuola «Ciranda Cirandinha» Il Seminario: nove giovani in formazione. Domenica la giornata di raccolta a favore della comunità Una giornata per sensibilizzare i fedeli all importanza del Seminario diocesano e per raccogliere offerte destinate a questo istituto. Domenica 19 febbraio si svolge la giornata dell anno imperata, indetta dalla Diocesi di Prato, dedicata al Seminario, che raccoglie i giovani e gli adulti che stanno compiendo un percorso formativo insieme accademico e

spirituale per diventare sacerdoti. È l occasione in cui le parrocchie della diocesi pregano per i sacerdoti e per la vocazione dei seminaristi e tutte le offerte raccolte durante le celebrazioni vengono destinate al sostegno del Seminaio. La struttura, che si trova nell omonima via nel centro cittadino, attualmente ospita otto persone (un altra è in arrivo a breve). Il percorso del seminarista dura in totale circa sei anni, salvo eccezioni legate al cammino personale di ogni giovane: dopo un anno, che serve al seminarista e ai suoi superiori padre spirituale, vice rettore, rettore e vescovo per valutare l effettiva vocazione che ha spinto il giovane ad intraprendere la strada per divenire sacerdote, l aspirante presbitero ottiene l ammissione agli ordini. Da quel momento inizia ufficialmente il suo cammino in seminario, che prevede anche una formazione di cinque anni presso la facoltà Teologica dell Italia Centrale, che ha sede a Firenze e si suddivide in due anni di studi filosofici e tre teologici. La formazione accademica prevede una conoscenza di base del latino, del greco e della filosofia e un diploma di scuola superiore, obiettivi che possono essere raggiunti anche attraverso il cosiddetto anno di propedeutica agli studi. Il percorso spirituale, invece, dopo l ammissione agli ordini, prevede il raggiungimento dei Ministeri (il lettorato prima e l accolitato successivamente) e degli Ordini (diaconato e presbiterato, ossia il sacerdozio), per un totale di cinque tappe. Oltre al cammino di formazione, che si svolge anche attraverso incontri di preghiera e momenti di raccoglimento personale, i seminaristi nel fine settimana svolgono servizio presso alcune parrocchie della diocesi occupandosi del catechismo, dei chierichetti e animando le liturgie. «Al momento afferma il canonico Daniele Scaccini, rettore del Seminario vescovile di Prato abbiamo sei seminaristi effettivi: Fulvio Panzi, 47 anni, al primo anno della facoltà teologica; Michele Di Stefano, 32, all ultimo anno di teologia e il lettorato raggiunto; Giacomo Aiazzi, 27 anni, al primo

anno della facoltà teologica; Marco Galgano, 39, che ha terminato gli studi e ha ottenuto i ministeri lo scorso ottobre; Massimiliano Ricci, 47 anni e all ultimo anno degli studi e Silvano Pagliarin, entrato da poco nel seminario diocesano: ha già compiuto gli studi e ottenuto i ministeri in seguito ad un percorso fatto in precedenza. Il 12 marzo alcuni dei nostri seminaristi faranno passi avanti nel loro cammino spirituale. A breve prosegue il can. Scaccini avremo un nuovo ingresso in seminario: si tratta di Andrea Tarocchi, di 40 anni, studente di teologia. In più conclude il rettore del seminario vescovile vi sono due discepoli dell Annunciazione, membri della comunità religiosa guidata da padre Giglio Gilioli, che stanno completando il loro iter formativo in seminario: Thomas Regi, di origini indiane, e Carlos Orea Fuentes, messicano. Entrambi non svolgono servizio presso le parrocchie diocesane, ma nelle opere gestite dalla loro comunità». Giornata del malato, visita e messa in ospedale del vescovo Agostinelli In occasione della Giornata mondiale del malato il vescovo Franco Agostinelli il prossimo fine settimana andrà in visita all ospedale Santo Stefano di Prato e celebrerà la messa nella cappella del nosocomio. Ecco le iniziative in programma promosse dall Ufficio diocesano per la pastorale sanitaria. Sabato 11 febbraio, alle 10, mons. Agostinelli sarà al Santo Stefano per visitare i reparti di oncologia, ostetricia, ortopedia e neurologia. Accompagnato dal direttore del

presidio ospedaliero Roberto Biagini e dalla dirigente Francesca Alzira Bertini, il Vescovo porterà un saluto ai degenti e al personale impegnato nella cura e gestione dei reparti. Saranno presenti il cappellano dell ospedale don Carlo Bergamaschi e il direttore dell Ufficio di pastorale sanitaria Alberto Toccafondi. Nel pomeriggio di sabato 11, alle 15,30, è in programma la celebrazione della messa per anziani e disabili presieduta da mons. Agostinelli nella chiesa della Madonna dell Ulivo in via delle Fonti. Coordina l organizzazione l Unitalsi in collaborazione con le associazioni di volontariato di Prato. Domenica 12 febbraio, alle ore 16, nella cappella dell ospedale, il Vescovo presiede la messa per i malati, i familiari e il personale ospedaliero. Istituita da Giovanni Paolo II, la Giornata mondiale del malato, giunge quest anno alla sua 25 edizione. Il giorno della ricorrenza è l 11 febbraio, quando la Chiesa fa memoria delle apparizioni della Madonna a Lourdes. «Tale Giornata scrive papa Francesco costituisce un occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari, dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati». A febbraio si celebra anche un altra ricorrenza, la Giornata nazionale per la vita indetta dalla Conferenza episcopale italiana la prima domenica del mese. Per l occasione, sabato scorso, 4 febbraio, i volontari del Movimento per la Vita di Prato sono andati nel reparto di ostetricia del Santo Stefano in visita alle neo mamme e alle donne in attesa di un figlio per donare loro un fiore. «Un gesto semplice ma dal grande significato spiega Caterina

Bandini, presidente del MpV attraverso il quale vogliamo ringraziare le partorienti del dono della vita che hanno accolto o che stanno per accogliere». L iniziativa è stata possibile grazie alla disponibilità della dirigenza ospedaliera, presente con il direttore Roberto Biagini. Le iniziative promosse da MpV e Cav per la Giornata della Vita Bulbi e primule per dire sì alla vita. In occasione della 39esima giornata nazionale per la vita, che quest anno cade domenica 5 febbraio, il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla vita di Prato propongono iniziative per celebrare questa importante ricorrenza. La giornata è stata dedicata dalla Cei a Santa Teresa di Calcutta, che quando ricevette il premio Nobel per la Pace nel 79 fece riferimento all aborto, affermando che nessuna pace era raggiungibile se una madre arrivava ancora ad uccidere la vita che porta in grembo. L inizio ufficiale dei festeggiamenti avviene, come di consueto, sabato 4 febbraio con la santa messa delle 18 in Cattedrale, animata dal Movimento e dal Centro. Sempre sabato 4 durante l ora di pranzo il Movimento, per la prima volta insieme ad alcuni rappresentanti dell Asl Toscana Centro, distribuisce primule alle mamme del reparto di ostetricia e ginecologia, un piccolo omaggio per ringraziare le partorienti del dono della vita che hanno accolto o che stanno per accogliere.

Il Centro di Aiuto alla vita, invece, sarà presente in più di 50 parrocchie della diocesi per tutta la giornata di domenica 5 per distribuire bulbi a offerta libera durante le funzioni. Ogni piccolo germoglio reca la scritta «Un fiore che sboccia per una vita che nasce»: il ricavato verrà destinato alle attività del Centro. «Quest anno afferma Caterina Bandini, presidente del Movimento per la Vita di Prato durante la celebrazione delle 10 di domenica 5 febbraio alla parrocchia di Gesù Divin Lavoratore, dove abbiamo sede, presentiamo due nuovi membri del Consiglio Direttivo: Paola Bonacchi e Almaz Agos Mare Afomia. In più, sempre domenica in parrocchia, alle 15 si svolge un concerto di cori bianchi pratesi dal titolo La vita è un inno: cantalo. Pensiamo sia un modo divertente e diverso per festeggiare la giornata nazionale per la vita. Una novità aggiunge Bandini è l iniziativa, che proponiamo per la prima volta in assoluto, di sabato 25 marzo, in occasione della festa dell Annunciazione. Tutte le neo mamme e le donne in attesa di un figlio sono invitate a ritrovarsi alla chiesa di Sant Anna alle 15,30: dopo una passeggiata per le vie del centro in collaborazione con We Walk Prato, le partecipanti e i loro bambini faranno ritorno alla chiesa, dove riceveranno la benedizione del vicario generale mons. Nedo Mannucci». Il 2017 è un anno importante anche per il Centro di Aiuto alla Vita di Prato, che festeggia i suoi primi 40 anni di vita. A ricordare questo anniversario, oltre al concorso rivolto alle scuole medie dal titolo «La vita è vita, difendila», anche l arrivo a Prato di due genitori di Verona, che stanno girando l Italia per raccontare a genitori e ragazzi la loro esperienza di vita e di amore. «Il mondo di Lucy afferma Patrizia Benvenuti, presidente del Centro di Aiuto alla Vita di Prato è un video concerto realizzato dai genitori di Lucy, una bambina affetta da Dandy Walker e sindrome di Down, due malattie genetiche. I genitori, pur sapendo che la loro

figlia sarebbe nata con tali problematiche, hanno deciso di dire sì alla vita, e la loro esistenza ne è stata illuminata, tanto che hanno sentito la necessità di raccontare la loro esperienza a tutti coloro che hanno desiderio di ascoltarla. Anna, Gianluca e la piccola Lucy saranno a Prato domenica 26 marzo alle 15,30 alla Camera di Commercio di Prato. Vi sarà anche musica dal vivo. Al termine dell incontro conclude Benvenuti premieremo i vincitori del concorso La vita è vita, difendila». La diocesi celebra la sua compatrona Santa Caterina de Ricci, la «Santa di Prato» Quattro giorni dedicati a Santa Caterina. Anche quest anno il mese di febbraio inizia con le celebrazioni, dal 2 al 5 del mese, in onore della Santa di Prato e compatrona della Diocesi in programma presso la basilica di San Vincenzo Ferreri e Santa Caterina de Ricci, adiacente all omonimo monastero dove la Santa visse e dove oggi risiedono otto suore. Momento culminante della festa la celebrazione delle 17,30 di sabato 4 febbraio, solennità di santa Caterina, presieduta dal vescovo Franco Agostinelli, con canti a cura della Corale «Don Raffaello Giunti» di Galciana. Il programma si apre giovedì 2, festa della «Candelora», alle

17,30 con la messa celebrata dal canonico Daniele Scaccini, rettore del Seminario di Prato; è prevista la partecipazione della Corale «La luce degli Angeli» di Galciana. Durante questa messa è previsto il rito della benedizione dei bambini. I piccoli vengono iscritti in un apposito registro, come avvenne per la prima volta nel 1946. Il giorno successivo, venerdì 3, tre le celebrazioni in scaletta: alle 8 con don Matteo Pedrini, alle 10,30 celebrata da don Giuseppe Billi e alle 17,30 presieduta da don Marco Barbani. Sabato 4 le messe del mattino sono affidate a don Serafino Romeo (alle 8) e a padre Giovanni Giannalia (alle 10,30). Tre celebrazioni anche nella giornata conclusiva, domenica 5 febbraio: alle 8,30 presiede don Marco Natali; alle 10,30 la funzione affidata a don Paolo Baldanzi, rettore della basilica di San Vincenzo Ferreri e Santa Caterina de Ricci; chiude il calendario degli eventi della quattro giorni cateriniana la messa delle 17,30 celebrata dal can. Marco Pratesi con la presenza della Corale Domenico Zipoli. Tutti i giorni sono previste le lodi alle ore 7,30 (la domenica alle 8) e i vespri alle 17. Le suore domenicane animeranno tutte le celebrazioni. Nel gruppo monastico attuale l unica pratese, di Montemurlo, è suor Anna Elena Prati che con i suoi 94 anni è la veterana della comunità. Le altre arrivano due della provincia di Lecce, tre da quella di Campobasso, una da Potenza e una da Sorrento. Da loro e dal rettore don Paolo Baldanzi giunge a tutti i pratesi l invito a partecipare a questo importante momento di preghiera. Chi è Santa Caterina de Ricci. Vissuta a metà del 500, Caterina entrò in convento molto giovane, appena dodicenne, nonostante l opposizione del padre. Più tardi divenne anche priora. Il fulcro della sua spiritualità è stata la

meditazione della Passione di Cristo. Durante la vita conobbe varie fasi di estasi mistiche e arrivò addirittura a ricevere le stimmate. Morì nel 1590 dopo una lunga malattia. È stata beatificata nel 1732 e poi fatta Santa da papa Benedetto XIV, il 29 giugno 1746. Anche se il giorno della morte è il 2 febbraio, santa Caterina viene festeggiata il 4, poiché il 2 è la ricorrenza della presentazione al tempio di Gesù, la cosiddetta «Candelora». Le sue spoglie si trovano ancora oggi in una teca nella basilica che porta il suo nome e quello di San Vincenzo Ferreri. Il ministro del lavoro Poletti ospite della settima edizione del Premio Santo Stefano Sarà il ministro Giuliano Poletti l ospite d onore della cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano. L appuntamento è per sabato 4 febbraio all auditorium della Camera di Commercio di Prato con inizio alle 10,30. Il riconoscimento, giunto quest anno alla settima edizione, è promosso da Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato ed è assegnato alle aziende del distretto industriale cittadino che si sono contraddistinte per la tenuta e il rilancio del lavoro in modo etico e nel rispetto delle regole. Il Comitato ha chiamato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti per consegnare il Premio alle tre aziende vincitrici, proclamate lo scorso 26 dicembre nel corso

del solenne pontificale celebrato in occasione della festa di Santo Stefano, patrono della città. Sabato 4 febbraio Lanificio Cangioli, Biscottificio Antonio Mattei e Cooperativa Autotrasporti Pratese (Cap) riceveranno lo «Stefanino», chiamato così alla stregua del famoso «Ambrogino» milanese. La cerimonia di premiazione è stata presentata questa mattina, lunedì 30 gennaio, alla Camera di Commercio dal Comitato promotore del Premio Santo Stefano. «Le aziende vincitrici sono tre eccellenze del nostro territorio ha osservato il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti e siamo orgogliosi di poter ospitare anche quest anno la manifestazione, qui, in quella che possiamo definire la casa di tutte le aziende». Secondo la presidente della Fondazione Fabia Romagnoli «le sette edizioni dello Stefanino ci dicono come questo premio sia diventato ormai una realtà sentita e importante per tutta la città e anche di speranza per un territorio come il nostro che ha nel lavoro il suo dna». Anche per il vicario generale monsignor Nedo Mannucci ogni anno aumenta l attenzione di Prato e dei pratesi nei confronti del Premio, «e anche il Comitato afferma il sacerdote sente sempre di più la responsabilità nella scelta delle aziende da premiare». Il Vicario ricorda come tra i requisiti per l assegnazione del riconoscimento ci sia il fatto che l impresa vincitrice «ponga al centro delle sua attività imprenditoriale la persona e la dignità del lavoro. Lo Stefanino sottolinea il Vicario ci ricorda che Prato è ancora capace di fare impresa nel modo giusto e ci incoraggia in questo cammino». Il lavoro del Comitato. Il segretario Gabriele Bresci ha annunciato che al Comitato sono arrivate 34 segnalazioni di aziende meritevoli del riconoscimento. «Ventiquattro nominativi ci sono pervenuti con segnalazioni dal basso

tramite il sistema che abbiamo lanciato lo scorso novembre», dice Bresci. Per la prima volta infatti i nomi delle imprese candidate al Premio Santo Stefano potevano essere indicati al Comitato direttamente dai cittadini attraverso il sito della Diocesi di Prato. «Abbiamo ricevuto 48 segnalazioni aggiunge Bresci ci hanno scritto dipendenti, imprenditori, fornitori e semplici cittadini. Questa modalità ha permesso di allargare la rosa dei candidati al Premio e ha dimostrato l assoluta vitalità del distretto». Nel corso della cerimonia verranno lette le motivazioni che hanno portato alla scelta delle tre aziende vincitrici. Del Comitato fanno parte i già citati Luca Giusti, mons. Nedo Mannucci, Fabia Romagnoli assieme all assessore comunale Daniela Toccafondi e ai membri tecnici Silvia Bocci, Gabriella Melighetti, Foresto Guarducci e Giovanni Masi. Come detto il segretario è Gabriele Bresci. Lo Stefanino 2016-2017. Per la quinta volta la realizzazione del Premio è stata affidata all artista pratese Gabriella Furlani. Si tratta di tre opere uniche nelle quali, come ormai da tradizione, sono raffigurati Santo Stefano, con la sua classica iconografia della palma, che rappresenta il martirio, e del sasso, assieme alla Sacra Cintola della Madonna, preziosa reliquia custodita da secoli nel duomo di Prato. La novità di quest anno è la forma. Il bronzo, materiale principale dell opera, è stato forgiato a forma di fiordaliso, il fiore contenuto nello stemma comunale di Prato. «Lo Stefanino è un corpo unico, formato dall unione dei suoi elementi distintivi: palma, sasso del Bisenzio e Cintola realizzata in plexiglas, che si fonde col fiordaliso», spiega Gabriella Furlani, che aggiunge: «Alla base sboccia un altro fiordaliso, che dà il senso della crescita e della speranza di sviluppo delle aziende e che poi si dipana grazie all aiuto del motto del Premio, composto dalle parole coscienza, conoscenza e innovazione». Il riconoscimento viene chiamato

anche «Stefanino d oro» e per questo l opera è impreziosita da foglie d oro 22 carati. Gli orari della cerimonia. La cerimonia inizia sabato 4 febbraio alle ore 10,30 presso l auditorium della Camera di Commercio di Prato in via del Romito, 71. Presenta la giornalista Giulia Ghizzani. Il ministro Giuliano Poletti consegnerà i riconoscimenti e sarà intervistato dal direttore del Corriere Fiorentino Paolo Ermini. L evento è aperto a tutti e sarà trasmesso in diretta televisiva da Tv Prato sul canale 74 del digitale terrestre e in streaming sul suo sito web (tvprato.it). La cerimonia sarà visibile in replica domenica 5 febbraio in prima serata. Giornata della Pace: corteo, flash mob e concerto in centro storico Una giornata di eventi per dire no alla violenza e affermare il valore della pace e della fratellanza. Sono queste le tematiche scelte dall Azione Cattolica italiana, e di conseguenza dall Azione Cattolica della diocesi di Prato, per la giornata della pace, che verrà celebrata in città domenica 29 gennaio con una serie di iniziative in centro storico. L evento, organizzato in collaborazione con l oratorio cittadino di S. Anna, il Coordinamento Cittadino per la Pace del Comune di Prato e l Agesci di Prato, vuole richiamare l attenzione alla giornata mondiale della pace, ricordata in tutto il mondo il primo gennaio di ogni anno.

Quest anno prenderanno parte ai festeggiamenti anche la Rut Band e il Saint Paul Gospel Choir, che insieme daranno vita ad un «Concerto per la Pace» in programma alle 17,30 di domenica 29 gennaio al cinema Borsi. L ingresso è gratuito, ma sarà possibile lasciare offerte destinate all oratorio per ragazzi di Aleppo in Siria, guidato da don Pier Jabloyan, giovane sacerdote salesiano che lo scorso 27 novembre è stato a Prato per raccontare la propria esperienza con 800 ragazzi siriani. Il ritrovo per i partecipanti alla giornata del 29 gennaio, il cui slogan è «La non violenza stile di una politica per la pace», è alle 16 in piazza delle Carceri, dove si svolgerà un flash mob; a seguire, vi sarà la lettura di alcuni brani sulla non violenza. Da lì partirà il corteo della Marcia della Pace, che attraverserà via Pugliesi e via Garibaldi verso piazza del Duomo. Quindi il corteo si fermerà per ricevere il saluto del vescovo Franco Agostinelli; a seguire, i partecipanti daranno nuovamente vita ad un flash mob in piazza seguito da letture di brani sulla non violenza. Altra sosta, con le stesse caratteristiche della precedente, sarà in piazza del Comune, dove il sindaco Matteo Biffoni saluterà i partecipanti. Alle 17,15 il corteo farà tappa in piazza Sant Agostino, con tanto di flash mob e lettura di brani significativi. Infine, ultima fermata alle 17,30 al cinema Borsi, con i già citati Rut Band e Saint Paul Gospel Choir in concerto. A conclusione della giornata sarà proiettata una testimonianza video di don Pier Jabloyan.

Per l Epifania la Chiesa di Prato in festa per due Vescovi La Chiesa di Prato in festa per due vescovi. Nel giorno dell Epifania la Diocesi ha ricordato una doppia ricorrenza: i 25 anni di ordinazione episcopale dell emerito Gastone Simoni e i 15 anni da vescovo dell attuale ordinario diocesano Franco Agostinelli. Per una singolare coincidenza entrambi sono stati ordinati il 6 gennaio, a dieci anni di distanza l uno dall altro, per le mani di Giovanni Paolo II. Gli anniversari sono stati festeggiati all interno della «Messa Internazionale», una funzione multilingua partecipata dalle comunità cattoliche straniere presenti a Prato, chiamate a raccolta nel giorno in cui la Chiesa celebra la Manifestazione di Gesù a tutti i popoli della Terra. «Questa è la messa delle genti nella città delle genti», ha sottolineato monsignor Simoni a inizio celebrazione. È stato il Vescovo emerito a presiedere la funzione portando di nuovo in mano quel pastorale consegnato nel novembre del 2012 al suo successore monsignor Agostinelli. E il vescovo Gastone non ha nascosto un po di emozione: «salendo di nuovo la scalinata del presbiterio e vedendovi qui riuniti ha detto ho sentito un tremore alle gambe. Grazie per tutto il vostro affetto».

In duomo questo pomeriggio c erano molti pratesi, venuti a salutare e ringraziare i due vescovi per «per quel tratto di storia recente nella quale, con la presenza del vescovo Gastone e del vescovo Franco, il Signore ha voluto accompagnare la nostra Chiesa di Prato», ha detto il vicario generale Nedo Mannucci interpretando il sentimento di tutti i presenti. Hanno partecipato alla messa il sindaco Matteo Biffoni, il vice sindaco Simone Faggi e altri membri della giunta, arrivati in cattedrale con il gonfalone comunale. Tra le autorità il prefetto Maria Laura Simonetti e i rappresentanti delle forze dell ordine. E poi c era la città multietnica e multilingua. Giunti in processione da cinque diversi punti del centro storico, sono arrivate in piazza Duomo le comunità cattoliche straniere. È stato un arrivo gioioso, con canti e danze, come quelle dei

nigeriani che non hanno mai smesso di battere le mani a ritmo di musica. Come fecero i Magi giunti a Betlemme anche le comunità etniche hanno portato con sé dei doni per consegnarli ai due vescovi. I cinesi hanno portato delle sciarpe, simbolo del lavoro svolto a Prato, i filippini il riso, i rumeni e gli ucraini vino e pane, i nigeriani dei cesti con frutta e verdura. Prodotti semplici e tipici delle loro culture di provenienza. I gruppi etnici si sono poi sistemati in cattedrale ognuno sotto la propria bandiera e hanno animato la celebrazione con canti e preghiere in lingua. L omelia è stata affidata a monsignor Gastone Simoni. Le sue sono state parole di esortazione e di incoraggiamento: «Difendete la fede, testimoniatela, ravvivatela e offritela a tutti. Ciò implica la partecipazione di tutte le genti. Questo è un cristianesimo di pace». Il Vescovo emerito ha sviluppato le sue riflessioni a partire dal significato dell Epifania,

«Cristo è giunto non solo per Israele ma per tutti i popoli ha affermato ha abbattuto il muro della separazione e noi dobbiamo fare altrettanto per essere un unica comunità». E guardando le comunità straniere ha ammesso che «il rapporto con voi non è privo di problemi, non c è dubbio! Ma abbiamo il dovere di dialogare portando i nostri valori e con la testimonianza cristiana nella vita singola e familiare. Via le doppie e triple vite! Accogliamoci vicendevolmente». Parlando di Prato, rivolgendosi in particolare alle autorità, ha auspicato che in città «non ci sia solo carità cristiana, che tanto bene ha fatto e sta facendo, ma carità politica: occorre andare incontro ai feriti dalla disoccupazione, dalle guerre e dalle sofferenze. Organizziamo bene la nostra società. Paolo VI diceva: Noi siamo per lo sviluppo di tutto l uomo e di tutti gli uomini». Ma non solo i politici o le istituzioni devono far questo, secondo mons. Simoni anche tutti noi, siamo chiamati a farlo senza «piccinerie e meschinità, insinuazioni calunniose, giudizi temerari, mancanza compassione, senza passare indifferenti davanti alle persone colpite dalle limitazioni. Dobbiamo essere persone di fiducia che danno fiducia ha concluso il Vescovo Gastone che non vedono solo il male ma che si impegnano per la Chiesa e per la società, creando un mondo giusto». La celebrazione solenne si è chiusa con un altra tradizione tipica del giorno dell Epifania. I vescovi sono usciti sul sagrato della cattedrale per impartire la benedizione su tutti i bambini e porgere la statua di Gesù Bambino al bacio dei fedeli.

Cap, Lanificio Cangioli e Biscottificio Antonio Mattei vincono la settima edizione del Premio Santo Stefano Cap, Lanificio Cangioli e Biscottificio Antonio Mattei sono i vincitori della settima edizione del Premio Santo Stefano. I nomi delle tre aziende pratesi sono stati annunciati nella mattina di oggi, lunedì 26 dicembre, nella cattedrale di Prato dal vescovo Franco Agostinelli, al termine del solenne pontificale celebrato nel giorno di Santo Stefano, patrono

della città. Il Premio Santo Stefano, conosciuto anche con il nome di «Stefanino», alla stregua dell «Ambrogino» milanese, è il riconoscimento che Prato dedica a quelle imprese di successo che hanno impostato la propria attività industriale senza dimenticare il rispetto delle regole, della concorrenza e i diritti dei lavoratori. Il Premio è promosso da Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. In sette edizioni sono state premiate 29 aziende, di cui 18 sono del comparto tessile, mentre le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico. Quest anno il Premio ha avuto una novità: le imprese candidate al riconoscimento potevano essere segnalate al Comitato promotore direttamente dai cittadini o dagli stessi dipendenti delle aziende attraverso il sito web della Diocesi di Prato nell apposita sezione dedicata allo «Stefanino». L assegnazione del riconoscimento è stata comunicata ai titolari delle tre aziende poco prima dell annuncio ufficiale, avvenuto prima della benedizione finale della messa in duomo. Cap è la storica cooperativa di autotrasporti di Prato, la società che con i suoi bus collega l intera città e accompagna i pratesi nelle gite e nei viaggi in Italia e all estero. Il Biscottificio Antonio Mattei, conosciuto non solo in città ma nel mondo con il nome di «Mattonella», è il forno che ha contribuito a diffondere, e a far apprezzare, i biscotti di Prato a livello internazionale. Il Lanificio Cangioli è tra le imprese storiche del distretto tessile, un nome conosciuto nel settore da oltre 180 anni. «Si tratta di tre imprese leader nei rispettivi settori ha detto il Vescovo durante la proclamazione, che hanno il merito di aver portato il nome di Prato in Italia e nel mondo». Un lungo applauso dell assemblea ha accolto la decisione del Comitato promotore comunicata da mons.

Agostinelli. La cerimonia di consegna degli «Stefanini» avverrà nel mese di febbraio, in data ancora da definire ma molto probabilmente sarà il primo sabato del mese. Sotto una breve descrizione delle aziende vincitrici del Premio Santo Stefano 2016-2017 Cooperativa Autotrasporti Pratese La Cooperativa autotrasporti pratese nasce nel 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale in Toscana, con il preciso intento di far ripartire il sistema di produzione tessile del distretto industriale. Negli anni Cinquanta e Sessanta lo sviluppo di Cap procede di pari passo con il boom economico della città: aumentano progressivamente il numero dei soci, dei lavoratori e il territorio di competenza arriva fino a Firenze. Da allora Cap non smette di crescere, le sue linee coprono l intera città e la provincia di Prato e il suo marchio diventa uno dei vettori più importanti a livello regionale nel settore turistico. Tra le sue attività c è anche quella di noleggio bus e scuola bus. Negli anni Cap dà vita prima ad alleanze e poi a compagnie con le altre società di trasporto pubblico della Toscana. Uno dei suoi elementi distintivi è quello di essere una società cooperativa totalmente privata. Attualmente la cooperativa conta più di 460 addetti, di cui 337 soci, impiega 280 mezzi e gestisce i servizi di trasporto pubblico in tutta la provincia di Prato e in parte della provincia di Firenze e del circondario empolese. I soci partecipano attivamente alla vita e alle scelte della cooperativa, che viene amministrata da un cda, composto da undici membri, eletto ogni tre anni dall assemblea con il meccanismo tipico della cooperativa: «una testa un voto».

Biscottificio Antonio Mattei Da oltre 150 anni «Mattonella» è sinonimo di biscotti di Prato. In via dell Appianato, oggi via Ricasoli, in pieno centro storico, il fornaio Antonio Mattei apriva il suo biscottificio e negozio. Era un artigiano della cucina ma le sue doti di pasticcere hanno varcato subito i confini della città. Pellegrino Artusi ne tesse le lodi nella sua celebre pubblicazione «La scienza in cucina e l arte di mangiar bene». L arte di Mattei viene premiata con medaglie alle varie esposizioni internazionali del tempo e i ben presto i pacchi di biscotti, confezionati in un sacchetto azzurro, in omaggio al colore di Casa Savoia, cominciarono a viaggiare per mezza Europa. Le vendite andavano così bene che alla fine si arrivò alla svolta: nel 1930 cessò l attività di panificio per concentrarsi solo sulla produzione di dolci e biscotti. I figli di Mattei però non erano intenzionati a seguire le orme del padre e così, nel 1908, il biscottificio passa a uno dei ragazzi della bottega: Ernesto Pandolfini. Inizia così la storia di tre generazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri con Marcella, Elisabetta, Francesco e Letizia Pandolfini, custodi dell antica e invidiata ricetta dei biscotti di Prato. I quattro fratelli hanno saputo mantenere inalterata la tradizione riuscendo ad affiancare ai prodotti classici l innovazione della linea Deseo, dedicata alla sperimentazione dei sapori, dolci e salati. Lanificio Cangioli La nascita dell azienda, anche se con il nome di bottega Cangioli, risale al 1835. Pochi anni più tardi inizia l attività di impannazione e con essa la produzione e il commercio di scialli, stoffe, flanelle, coperte e casimirre. Nei primi anni del Novecento il nome Cangioli varca i confini di Prato grazie a una florida rete commerciale che si estende all Inghilterra e alla Germania. Durante la prima guerra

mondiale il Lanificio si converte alla produzione di tessuti e coperte per l esercito. Negli anni 30 Vincenzo Cangioli costruisce un nuovo stabilimento in via Bisenzio a San Martino, vi trasferisce la filatura e tessitura iniziando una produzione che mira alla fascia alta. In pochi anni il nuovo stabilimento si amplia arrivando a una superficie di 20mila metri quadri, accogliendo le lavorazioni di tintoria e finissaggio. Negli anni Novanta, con l ingresso dalla quinta generazione Cangioli, comincia una nuova strategia: il Gruppo si orienta verso un alto grado di innovazione, flessibilità e standard qualitativi, sviluppando una struttura industriale verticalizzata. Santo Stefano, il vescovo Franco annuncia: «Per la Chiesa di Prato il 2017 sarà l anno dei giovani» Il 2017 per la Chiesa di Prato sarà l anno dei giovani. Lo ha annunciato il vescovo Franco Agostinelli durante l omelia pronunciata nel solenne pontificale per la festa di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi. Tanti fedeli al pontificale. Il saluto al vescovo emerito Simoni che il 6 gennaio festeggerà 25 anni di episcopato La messa si è celebrata nella mattina di oggi, lunedì 26 dicembre, nella cattedrale di Prato, dedicata a Santo Stefano, primo martire della storia cristiana. Tantissimi i pratesi

presenti, l assemblea era al completo e in molti hanno partecipato alla funzione stando in piedi lungo le navate. Sessanta sacerdoti diocesani hanno concelebrato il pontificale presieduto da monsignor Agostinelli. Presente il vescovo emerito Gastone Simoni, salutato affettuosamente dal suo successore, che ha ricordato come il prossimo 6 gennaio il Presule festeggi il 25esimo anniversario della sua ordinazione episcopale. Quel giorno sarà festa grande per la diocesi, perché anche mons. Agostinelli taglierà l importante traguardo dei 15 anni dalla sua ordinazione a vescovo. La doppia ricorrenza sarà ricordata con la celebrazione di una messa in cattedrale alla presenza dei due vescovi. Per l Amministrazione comunale ha partecipato il vice sindaco Simone Faggi, accompagnato da alcuni membri della Giunta. Presenti le altre autorità civili e militari cittadine e il sindaco di Vaiano Primo Bosi. Ai ragazzi: non basta un click per socializzare davvero

L omelia del Vescovo era rivolta in particolare agli adulti che hanno responsabilità educative e formative nei confronti dei giovani. Ma in un passaggio del suo discorso mons. Agostinelli ha voluto parlare direttamente ai ragazzi. Prima ha affermato come il «mondo online sia una pista di opportunità e di impegno missionario anche per la Chiesa», poi ha detto che «la condivisione di messaggi sul web e le chiacchiere in libertà non bastano a far crescere personalità forti e coraggiose, non basta un click per socializzare davvero». Per il Vescovo «l energia e la speranza non stanno nei mezzi, pur utili e condizionanti, ma nella santità della vita». E rivolgendosi al patrono Santo Stefano ha chiesto «una grande benedizione sui ragazzi e sui giovani di Prato». Agli educatori: dialogo e ascolto con i giovani «È stato papa Francesco ad assegnarci questo compito ha osservato monsignor Agostinelli indicendo il Sinodo dei

giovani e chiedendoci contributi e riflessioni su questo ambito». Per la diocesi di Prato l indicazione del Santo Padre si tratta di una opportunità importante «per riflettere sulla missione che come Chiesa abbiamo verso e con i giovani», ha aggiunto il Vescovo. Per prima cosa è stato sottolineato come i ragazzi siano «innanzitutto un dono, non un problema per l intera comunità». Da questa considerazione nasce l invito rivolto agli adulti: «ritorniamo a stare con i giovani, ad ascoltarli, a dialogare con loro, a non dare risposte prima di aver compreso le domande». Il prossimo anno pastorale sarà dunque incentrato sull incontro e sul dialogo con le giovani generazioni. «Per la comunità ecclesiale questo significa domandarci se sappiamo comunicare loro il Vangelo di sempre, se sappiamo essere credibili ai loro occhi, se sappiamo ascoltare le loro domande esplicite e implicite di senso e felicità», ha detto ancora il Vescovo. A tutti coloro che hanno responsabilità educative genitori, insegnanti, catechisti, operatori del mondo dello sport mons. Agostinelli ha ricordato che «ogni lamentela sui giovani, ogni catastrofismo su di essi, ogni giudizio negativo si risolve prima di tutto in un mea culpa: il frutto non cade lontano dalla pianta». Ai tanti parroci presenti alla messa, il Vescovo ha rivolto l apprezzamento per le numerose iniziative e i percorsi formativi promossi nelle parrocchie e nelle associazioni cattoliche. «Però non spaventatevi ha sottolineato di essere in pochi rispetto alla grande massa giovanile della città, Gesù con i dodici ci ha insegnato a credere nella dinamica del lievito e del piccolo seme».