Italiano. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe B. Prima lettura Gènesi 15,1-6; 21,1-3. Seconda lettura Ebrei 11,

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Transcript:

Italiano Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe B Il nostro Dio è apparso sulla terra, e ha dimorato in mezzo a noi. (Bar 3,38) Prima lettura Gènesi 15,1-6; 21,1-3 In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande". Rispose Abram: "Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Elièzer di Damasco". Soggiunse Abram: "Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede". Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede". Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Seconda lettura Ebrei 11,8.11-12.17-19 Fratelli e sorelle, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: "Mediante Isacco avrai una tua discendenza". Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. www.virc.at

Vangelo forma breve: Luca 2,22.39-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Meditazione Il mistero della vita di Gesù bambino con i suoi genitori: la liturgia di oggi ci presenta una meditazione tutta centrata sul Cristo, che interessa in modo particolare le famiglie cristiane. "Da dove viene il messia?", si domandavano i contemporanei di "Gesù di Nazaret". Ignoravano la sua nascita a Betlemme di Giuda; perciò si stupivano che si presentasse come il messia uno che veniva dalla Galilea. Matteo ripercorre quindi l'itinerario movimentato dell'infanzia di Gesù: il suo esodo come profugo in seguito alla minaccia di Erode, che costringe i suoi genitori a rifugiarsi in Egitto, dove Gesù rivive il destino del popolo eletto; e infine il ritorno nel paese d'israele e la scelta di abitare a Nazaret, che giustifica il suo soprannome (anno A). Fin dalla nascita, Gesù si trova sotto il segno della croce. Gli episodi della presentazione di Gesù al tempio (anno B) e del suo ritrovamento a Gerusalemme, durante il suo primo pellegrinaggio pasquale (anno C), sottolineano entrambi la crescita "in sapienza e in grazia" di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La sua vocazione, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca: Gesù sarà "segno di contraddizione", ma anche luce per i pagani e gloria del suo popolo Israele. Nel tempio, a dodici anni, il bambino vivrà anticipatamente il proprio destino pasquale quando, perduto e ritrovato, verrà scoperto il terzo giorno nella casa del Padre. La santa famiglia non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano tutta la nostra ammirazione.

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe B Il nostro Dio è apparso sulla terra, e ha dimorato in mezzo a noi. (Bar 3,38) Prima lettura Gènesi 15,1-6; 21,1-3 In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande". Rispose Abram: "Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Elièzer di Damasco". Soggiunse Abram: "Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede". Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: "Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede". Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza". Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. Seconda lettura Ebrei 11,8.11-12.17-19 Fratelli e sorelle, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: "Mediante Isacco avrai una tua discendenza". Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. Vangelo Luca 2,22-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l'anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Meditazione Il mistero della vita di Gesù bambino con i suoi genitori: la liturgia di oggi ci presenta una meditazione tutta centrata sul Cristo, che interessa in modo particolare le famiglie cristiane. "Da dove viene il messia?", si domandavano i contemporanei di "Gesù di Nazaret". Ignoravano la sua nascita a Betlemme di Giuda; perciò si stupivano che si presentasse come il messia uno che veniva dalla Galilea. Matteo ripercorre quindi l'itinerario movimentato dell'infanzia di Gesù: il suo esodo come profugo in seguito alla minaccia di Erode, che costringe i suoi genitori a rifugiarsi in Egitto, dove Gesù rivive il destino del popolo eletto; e infine il ritorno nel paese d'israele e la scelta di abitare a Nazaret, che giustifica il suo soprannome (anno A). Fin dalla nascita, Gesù si trova sotto il segno della croce. Gli episodi della presentazione di Gesù al tempio (anno B) e del suo ritrovamento a Gerusalemme, durante il suo primo pellegrinaggio pasquale (anno C), sottolineano entrambi la crescita "in sapienza e in grazia" di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La sua vocazione, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca: Gesù sarà "segno di contraddizione", ma anche luce per i pagani e gloria del suo popolo Israele. Nel tempio, a dodici anni, il bambino vivrà anticipatamente il proprio destino pasquale quando, perduto e ritrovato, verrà scoperto il terzo giorno nella casa del Padre. La santa famiglia non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano tutta la nostra ammirazione.

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe B Il nostro Dio è apparso sulla terra, e ha dimorato in mezzo a noi. (Bar 3,38) Prima lettura Siràcide 3,2-6.12-14, neo-volg. 3,3-7.14-17a Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno,e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L'opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa. Seconda lettura Colossési 3,12-21 Fratelli e sorelle, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

Vangelo forma breve: Luca 2,22.39-40 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portano il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Meditazione Il mistero della vita di Gesù bambino con i suoi genitori: la liturgia di oggi ci presenta una meditazione tutta centrata sul Cristo, che interessa in modo particolare le famiglie cristiane. "Da dove viene il messia?", si domandavano i contemporanei di "Gesù di Nazaret". Ignoravano la sua nascita a Betlemme di Giuda; perciò si stupivano che si presentasse come il messia uno che veniva dalla Galilea. Matteo ripercorre quindi l'itinerario movimentato dell'infanzia di Gesù: il suo esodo come profugo in seguito alla minaccia di Erode, che costringe i suoi genitori a rifugiarsi in Egitto, dove Gesù rivive il destino del popolo eletto; e infine il ritorno nel paese d'israele e la scelta di abitare a Nazaret, che giustifica il suo soprannome (anno A). Fin dalla nascita, Gesù si trova sotto il segno della croce. Gli episodi della presentazione di Gesù al tempio (anno B) e del suo ritrovamento a Gerusalemme, durante il suo primo pellegrinaggio pasquale (anno C), sottolineano entrambi la crescita "in sapienza e in grazia" di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La sua vocazione, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca: Gesù sarà "segno di contraddizione", ma anche luce per i pagani e gloria del suo popolo Israele. Nel tempio, a dodici anni, il bambino vivrà anticipatamente il proprio destino pasquale quando, perduto e ritrovato, verrà scoperto il terzo giorno nella casa del Padre. La santa famiglia non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano tutta la nostra ammirazione.

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe B Il nostro Dio è apparso sulla terra, e ha dimorato in mezzo a noi. (Bar 3,38) Prima lettura Siràcide 3,2-6.12-14, neo-volg. 3,3-7.14-17a Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno,e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L'opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa. Seconda lettura Colossési 3,12-21 Fratelli e sorelle, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Vangelo Luca 2,22-40 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è

scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore" e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele". Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l'anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Meditazione Il mistero della vita di Gesù bambino con i suoi genitori: la liturgia di oggi ci presenta una meditazione tutta centrata sul Cristo, che interessa in modo particolare le famiglie cristiane. "Da dove viene il messia?", si domandavano i contemporanei di "Gesù di Nazaret". Ignoravano la sua nascita a Betlemme di Giuda; perciò si stupivano che si presentasse come il messia uno che veniva dalla Galilea. Matteo ripercorre quindi l'itinerario movimentato dell'infanzia di Gesù: il suo esodo come profugo in seguito alla minaccia di Erode, che costringe i suoi genitori a rifugiarsi in Egitto, dove Gesù rivive il destino del popolo eletto; e infine il ritorno nel paese d'israele e la scelta di abitare a Nazaret, che giustifica il suo soprannome (anno A). Fin dalla nascita, Gesù si trova sotto il segno della croce. Gli episodi della presentazione di Gesù al tempio (anno B) e del suo ritrovamento a Gerusalemme, durante il suo primo pellegrinaggio pasquale (anno C), sottolineano entrambi la crescita "in sapienza e in grazia" di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La sua vocazione, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca: Gesù sarà "segno di contraddizione", ma anche luce per i pagani e gloria del suo popolo Israele. Nel tempio, a dodici anni, il bambino vivrà anticipatamente il proprio destino pasquale quando, perduto e ritrovato, verrà scoperto il terzo giorno nella casa del Padre. La santa famiglia non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano tutta la nostra ammirazione.